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Vecchio 14-06-2011, 18.59.03   #1
luke
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Immagino possa essere prematura come domanda, però mi ronza in testa da un pò di tempo.
Se un giorno mooooolto lontano dovessi passare alla fase al bianco, in quel caso il principio sarebbe lo stesso della fase al nero, cioè dovrei lavorare sulla parte "bianca"?
Se l'energia del nero ci arriva infuenzata dai vari giri che ha fatto su cose/persone, come diceva Ray, da dove dovrebbe venire per essere influenzata in modo diverso, dall'alto?Perchè cose e persone che possono "annerirla" ne vedo quante ne voglio invece che potrebbero dargli una "sbiancata"ne vedo pochissime, quindi come potrei lavorare sul bianco?

Adesso sto cercando di conoscere il nero più da vicino, ma questo non mi permette di dire che quello che non è nero deve essere per forza bianco, se ne ho avuto fugaci apparizioni in passato è perchè mi sono trovato a vivere situazioni , tipo innamoramento, che mi hanno fatto vedere altro, ma se non dovessi riviverle a breve, immersi nel nero come siamo, il bianco da dove lo pesco, una volta che mi trovassi ad essere più predisposto a vederlo/assaporarlo/viverlo?
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Vecchio 15-06-2011, 13.08.23   #2
Faltea
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Da profana butto lì un'idea che mi è balenata leggendo...

credo che più una cosa è pura più è bianca, pertanto questo bianco lo si potrebbe trovare in ambienti puri...
Una persona che ha fatto un certo tipo di percorso mistico come si deve, un francescano, un prete, oppure delle condizioni che fanno vivere questa purezza...
Lavorare sul bianco vorrebbe dire lavorare sulla parte pura e pulita che c'è in noi attraverso la meditazione, l'abnegazione della negatività...

insomma santi dobbiamo diventare
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 15-06-2011, 13.29.11   #3
luke
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credo che più una cosa è pura più è bianca, pertanto questo bianco lo si potrebbe trovare in ambienti puri...
Una persona che ha fatto un certo tipo di percorso mistico come si deve, un francescano, un prete, oppure delle condizioni che fanno vivere questa purezza...
Lavorare sul bianco vorrebbe dire lavorare sulla parte pura e pulita che c'è in noi attraverso la meditazione, l'abnegazione della negatività...

insomma santi dobbiamo diventare
Si però così sembra che finita al fase al nero dobbiamo prendere armi e bagagli per andare in cerca di un ambiente puro, tipo convento o emigrare su di un altro pianeta dove troveremo altre tipo di "vibrazioni" più pulite di quelle che abbiamo qui sulla terra.
Ovviamente ciò non è possibile , verosimilmente continueremo ad interfacciarci con lo stesso habitat, pregno di nero, quindi in qualche modo dovremmo pescare energia non "sporca" da qualche parte, cosa che mi sembra difficile in mezzo a gente piena di rabbia, invidia, ecc.
Una volta che abbiamo riconosciuto queste cose in noi, le abbiamo osservate, conosciute e così via, quando si passa alla fase successiva, cosa si osserva?
Se appunto potessimo partire ed andare in mezzo ad un gruppo di Santi e beati, la cosa verrebbe di conseguenza, o se ci trovassimo a vivere situazioni tipo un amore un pò più "puro " del solito, come dicevo prima, lì si potrebbe prendere qualcosa.

Mi domandavo se la fine dell'opera al nero potesse comportare anche modifiche psco/fisiche/energetiche a livello sottile in grado di renderci più ricettivi a energie comunque presenti, magari non molto ricevibili tramite le persone concui abbiamo a che fare, ma proenienti da altra ofnte, che scendono dall'alto, che sono comunque presenti ma che non siamo in grado di cogliere se prima non abbiamo fatto gli altri passi.
Poi provo a leggere un pò di cose sull'Opera al Bianco, magari mi forniscono qualche spunto ulteriore , questa adesso è solo una curiosità che mi è venuta fuori in questo periodo, dicendomi, d'accordo se conoscessi il modo col quale il nero mi fa agire potrei tenerlo sotto controllo, ma fatto questo , poi ?
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Vecchio 15-06-2011, 23.50.07   #4
Grey Owl
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Quando si è nell'opera in nero si è nel nero e solo quando la si domina si passa all'opera in bianco ma il nero c'è ancora ed è sotto.
La vita, intesa come questa esperienza che stiamo vivendo ora è fatta di tutte le frequenze e le energie.

Quando si entra nell'opera in bianco si è capaci di trattenere il nero per vivere il bianco per lavorarci e dominare anche il bianco. Il nero è quello che viene definito anche come l'ombra ovvero quelle cose che ci agiscono. Se le si domina non siamo più agiti ma oltremodo le si usa ed in quel momento si accede al bianco che è quindi la capacità di ricevere energie più raffinate e che adesso in questo momento ci sono perchè permeano la Vita. In questo stato attuale (fase al nero) non le riusciamo a trattenere perchè siamo come dei colabrodi grossolani. Credo che in questo preciso istante siamo permeati da vari livelli di energia e come dei sintonizzatori (ricevitori radio) riusciamo a captare solo determinate frequenze.
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Vecchio 16-06-2011, 11.58.54   #5
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Quando si è nell'opera in nero si è nel nero e solo quando la si domina si passa all'opera in bianco ma il nero c'è ancora ed è sotto.
La vita, intesa come questa esperienza che stiamo vivendo ora è fatta di tutte le frequenze e le energie.

Quando si entra nell'opera in bianco si è capaci di trattenere il nero per vivere il bianco per lavorarci e dominare anche il bianco. Il nero è quello che viene definito anche come l'ombra ovvero quelle cose che ci agiscono. Se le si domina non siamo più agiti ma oltremodo le si usa ed in quel momento si accede al bianco che è quindi la capacità di ricevere energie più raffinate e che adesso in questo momento ci sono perchè permeano la Vita. In questo stato attuale (fase al nero) non le riusciamo a trattenere perchè siamo come dei colabrodi grossolani. Credo che in questo preciso istante siamo permeati da vari livelli di energia e come dei sintonizzatori (ricevitori radio) riusciamo a captare solo determinate frequenze.
Si probabilmente è una cosa del genere, frequenze e vibrazioni che esistono , sono presenti, (d'altra parte se c'è chi è riuscito ad arrivare a questa fase evidentemente da qualche parte le ha trovate), solo che noi in condizioni ordinarie non siamo quasi mai in condizioni di "captarle".
Una volta terminata la prima fase , anche se poi magari in realtà si entra un minimo in contatto col bianco e col rosso anche prima, allora pur rimanendo nello stesso ambiente nel quale vedevamo tutto nero, saremo in grado di cogliere anche il resto, stringendo per così dire i buchi del colabrodo.
Magari adesos è difficile raffigurarsela come situazione, ho letto un pò di cose in giro ma sembrano belle parole, unificazione degli opposti, uomo purificato, spostamento sul cuore, ottenimento del mercurio filosofale ecc, ma poco "concretizzabili"
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Ultima modifica di luke : 16-06-2011 alle ore 12.04.24.
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Vecchio 27-06-2011, 17.16.56   #6
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Inizierei da un paio di concetti abbastanza semplici da enunciare ma profondi da comprendere nella pratica.
Dal nostro punto di vista animale, condizione in cui versa la maggior parte dell'umanità, vediamo le cose sempre al contrario di come le si vedono da un punto di vista divino. Il punto di vista realmente Umano integra le due visioni.
Ora, abbiamo detto nel thread dell'Opera al Nero, che il nero si muove, ci stuzzica, ci fa agire etc... per logica, il Bianco, la luce, se ne sta immobile, in pace, tranquilla.
Questo è appunto il punto di vista animale, quello che dobbiamo prendere in considerazione finchè non diventiamo veri Uomini.
Quando scendiamo nel concreto tangibile, tocchiamo il paradosso e scopriamo che la materialità più spinta è e più si avvicina nell'eterno cerchio alla spiritualità. Quindi sapendo che il buio sta fermo mentre la luce si muove... sappiamo che anche dal punto di vista divino le cose stanno così anche animalmente percepiamo il buio/nero come qualcosa che ci strattona e che vuole impadronirsi di tutto.
Qui c'è tutto il trucco, compreso questo si saprà sempre come agire e cadranno i limiti "imposti" da alcune interpretazioni di alcune filosofie. Il problema non è muoversi o non muoversi, ma da che punto di vista lo si fa.

Questi concetti non potranno essere compresi in pieno finchè non si sarà compiuta l'Opera al Nero. Il punto di vista non lo permetterà.
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Vecchio 28-06-2011, 11.05.21   #7
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Inizierei da un paio di concetti abbastanza semplici da enunciare ma profondi da comprendere nella pratica.
Dal nostro punto di vista animale, condizione in cui versa la maggior parte dell'umanità, vediamo le cose sempre al contrario di come le si vedono da un punto di vista divino. Il punto di vista realmente Umano integra le due visioni.
Ora, abbiamo detto nel thread dell'Opera al Nero, che il nero si muove, ci stuzzica, ci fa agire etc... per logica, il Bianco, la luce, se ne sta immobile, in pace, tranquilla.
Questo è appunto il punto di vista animale, quello che dobbiamo prendere in considerazione finchè non diventiamo veri Uomini.
Quando scendiamo nel concreto tangibile, tocchiamo il paradosso e scopriamo che la materialità più spinta è e più si avvicina nell'eterno cerchio alla spiritualità. Quindi sapendo che il buio sta fermo mentre la luce si muove... sappiamo che anche dal punto di vista divino le cose stanno così anche animalmente percepiamo il buio/nero come qualcosa che ci strattona e che vuole impadronirsi di tutto.
Qui c'è tutto il trucco, compreso questo si saprà sempre come agire e cadranno i limiti "imposti" da alcune interpretazioni di alcune filosofie. Il problema non è muoversi o non muoversi, ma da che punto di vista lo si fa.

Questi concetti non potranno essere compresi in pieno finchè non si sarà compiuta l'Opera al Nero. Il punto di vista non lo permetterà.
Immaginavo ci fosse qualcosa che necessitasse di avanzare nel percorso per poter essere vista nella giusta prospettiva.
In effetti oggi come oggi vedo il nero come qualcosa che si muove, mi aggredisce e la luce come una cosa che se na sta ferma chissà dove.
Se invece ho capito qualcosa, non facile in questi giorni di caldo afoso , siamo noi che ci muoviamo e di conseguenza il nero , che sta fermo, ci frena, ci vuole immobilizzare, dando l'impressione di essere lui a fare tutto il lavoro.
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Vecchio 29-06-2011, 16.58.01   #8
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Se invece ho capito qualcosa, non facile in questi giorni di caldo afoso , siamo noi che ci muoviamo e di conseguenza il nero , che sta fermo, ci frena, ci vuole immobilizzare, dando l'impressione di essere lui a fare tutto il lavoro.
Dipende da che punto di vista lo guardi. Se arrivi all'integrazione lo vedi come il simbolo dello ying e yang, entrambi si muovono e si compenetrano ed entrambi stanno fermi.
Ma finchè non compi l'Opera al nero devi vederlo come il Nero che si muove e il Bianco che sta immobile, è l'unico modo con cui puoi lavorarci.
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