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Vecchio 19-01-2010, 17.11.53   #1
griselda
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Predefinito Sono diventata come mia madre

Ho ricominciato a ricapitolare tutta la mia infanzia, tutto quello che ricordo e arrivata ad un certo punto mi sono resa conto che devo aver odiato mia madre perchè mi stava trasmettendo tutto quello che di lei detestavo:
la sua incapacità di affrontare gli altri e il mondo, la sua arroganza che serviva a mascherare i suoi handicap, sminuendo tutti si sentiva meno handicappata e di elevarsi sopra di loro. La sua pigrizia, la sua impazienza e la sua ansia.
Mio padre era come lei se non peggio reprimeva tutto fuori di casa per poi fare il matto in casa.
Devo aver realizzato che stavo diventando come lei e non lo volevo affatto, anche adesso ne vederlo ho un grosso senso di nausea e un senso di disperazione, quello che avevo visto mi aveva terrorizzato e ho vissuto tutta la mia vita cercando di non somigliarle e per riuscirci ho mentito a me stessa, perchè mentivo per non mostrare quello che ero, che sono, ho fatto di tutto perchè nessuno se ne accorgesse, ma io vedevo le mancanze le vedevo con l'anima ma non con la mente perchè li volevo nasconderle allontanarle da me, erano le sue perchè dovevano/devono essere anche le mie, non le voglio!!!!!!!!!!!
E invece le ho tutte non ne manca una se non sono di una sono dell'altro.
Mi è venuto in mente che se per caso mio marito mi diceva che ero come mia madre, durante un litigio, io diventavo cattivissima e piangevo disperata e cercavo di mostragli che io non ero come lei.
Ed invece lo sono eccome sono proprio come lei. Tutto il lavoro di una vita a cercare di nasconderlo uno sforzo inutile perchè la verità è quella che rimane anche sotto quintali di trucco menzognero.
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Vecchio 19-01-2010, 17.45.16   #2
dafne
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Uhm
Premetto che fai benissimo a tirar fuori tutto questo, sei brava, chissà che sia la volta per tutte
Ma pensavo..
Hai mai guardato i gatti Gris? (sisi sono fuori )

Prima gurdavo la mia miciotta e una gatta che gira qui intorno e mi sono venute in mente delle foto viste tempo fà..sti gatti sembrano tutti uguali ho pensato.

Poi accarezzandola mi sono trovata tra le mani un pelazzo bianco con un segmento nero in mezzo, è così che fanno il manto striato e mi sono chiesta se anche l'altra gatta fuori aveva lo stesso segmento allo stesso punto.

Milioni e milioni di gatti..la probabilità che un altro avesse le stesse striature, la stessa combinazione di segmenti era alta.
Forse altre gatte hanno il naso dipinto tranne un angolino, magari ne esistono altre con il rimmel solo su un'occhio...ma la probabilità che tutte queste micro caratteristiche combacino in un solo altro gatto esiste? Senza tirare in ballo caratteristiche caratteriali ecc anche solo fisicamente esiste una fotocopia esatta in natura della gatta che ho in casa?
Io dico di no. Magari le differenze sono sfuggevoli o minime ma ci sono.

Tutto ciò per dire cosa?
Spè che ci penso....ah si!

Per quanto simili, identiche, uguali, tu non sarai mai come tua madre Gris, perchè siete due creature diverse.

Penso che questo sia tagliare il cordone ombelicale, il riconoscre l'altro come diverso da te anche se ti somiglia e concedergli di esistere.
(su questo devo riflettere, perchè mi suona come una gara per il riconoscimento dell'esistenza, se mi somiglia..o lui/lei o me..mah, scusa)

Il percorso affettivo di mia mamma e il mio, nei confronti dei compagni intendo, in certi punti assume toni di somiglianza quasi da gemelle omozigote ma resta comunque alla fine che la mia reazione, la mia sensazione, la mia esperienza è la mia, non la sua.E se insisto a cercare di vederle diverse o uguali riomarrò bloccata lì a fissarle. E gli darò forza.

Forse per questo voglio uccidere mia madre, non prendendo macete e facendo a pezzi la persona ma fare a pezzi una foto che mi porto stampata dentro e con cui continuo a fare più o meno consapevoli confronti.

Un giorno spero di riuscire a trovare come te tutte le cose in cui mi rivedo o meno per poi dare stò benedetto taglio.

coraggio
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Vecchio 19-01-2010, 19.05.39   #3
griselda
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Per quanto simili, identiche, uguali, tu non sarai mai come tua madre Gris, perchè siete due creature diverse.
Grazie Daf in effetti lo so che non siamo identiche, il punto è che io ho dei problemi mai risolti, gli stessi che aveva lei, ma che non volendo averli, non volendo vederli, li nascondevo al mondo intero, anche davanti a chi me li mostrava dicevo: NO NON è VERO! Perchè sono limitanti.
La cosa peggiore è far finta di non averli, ma continuare ad essere limitata da questi.
Ti fa vivere nascosta, in vergogna costante, con il terrore di venir scoperta e odiando tutti quelli che vogliono mostrartelo.

Sai che non ho mai fatto un corso pur desiderandolo da morire per la paura di affrontare gli altri e ciò che è sconosciuto? Ho smesso di studiare per paura di affrontare la scuola, la paura di non riuscire ma anche perché tanto non interessava a nessuno. E me lo hanno lasciato fare, ho smesso di studiare a dodici anni, avevo fatto solo la prima media!!! Questo è menefreghismo o/e incapacità!

Mia madre era così, non andava da un dottore se non era in fin di vita e dover essere costretta a fare cose per me la portava a detestarmi, anche se inconsciamente più le stavo lontana e meglio stava.

Da bambina mi diceva: non litigare perché io non voglio grane. Se ti picchiano non venire a lamentarti da me. Se ti fai male non esci più.

Non parlare ad alta voce, non urlare che la gente sente.

Ma al di là di questo era proprio l’esempio del saper affrontare la vita che mancava.

Lei piangeva davanti alle maestre, aveva soggezione di tutti e di tutto. Quando doveva andare a pagare l’affitto dal padrone dell’immobile era terrorizzata perché questo era uomo burbero. Dal dottore parlava con un filo di voce perché si vergognava. La malattia la terrorizzava, come del resto i dottori e gli ospedali, dentisti compresi.
Quando scoprì che mio fratello di dodici anni veniva picchiato dal titolare del lavoro, non ebbe il coraggio di andare a dirgliene quattro chiamò e mandò in sua vece una sua sorella. Non riusciva a tutelarci.

Appena ha potuto mi ha sbattuta nel mondo per non dover affrontare i problemi che non voleva avere, io dovevo andare dal dottore da sola, dal dentista o altre cose che non mi vengono già all’età di 12 anni. Ok che una volta a 11 li mandavano nella foreste per il rito di iniziazione però almeno avevano un esempio da seguire nel villaggio. Io non ne ho mai avuti.

Non avevo confidenza con lei perché non ha mai saputo creare un rapporto con me, io avevo soggezione perché lei voleva solo avere potere su di me. Non era affettuosa e non era per le botte che allora prendevano tutti e quindi non mi faceva specie, ma il fatto che non mi abbracciasse mai ma però lo facesse con altri bambini. Era un dolore puro questo che ancora se ci penso mi prende al petto.

Non ho mai sentito di appartenere a qualcuno.

Tutti i guai che mi sono successi non le ho mai raccontato nulla dicevo qualcosa solo a mio fratello, ma lui era come lei, e non aveva la forza di intervenire ma mi serviva almeno per buttar fuori quei guai grossi come la violenza che mi avrebbero rovinato la psiche altrimenti se non mi fossi confidata con qualcuno. Credo che mi fratello lo abbia raccontato a mia mamma ma lei fece finta di niente non mi disse niente e a distanza di anni quando gliene parlò mio marito fece finta (?) di non saperlo.

Lei non voleva problemi perché le creavano ansia per cui me la dovevo sempre cavare da sola.

Lei non c’era mai ad ascoltarmi, non aveva tempo, non le interessava, non era importante mai quello che avevo da dire così smisi di dire.

Mi voleva sempre fuori dai piedi ero come una zingarella, fuori dalla mattina alla sera d’estate d’inverno, in ogni stagione, perché in casa davo noia e sporcavo o mettevo in disordine. Dovevo chiedere il permesso per tutto.

Beh poi un giorno mi sono ribellata anzi una sera quando voleva picchiarmi e io non lo permisi più per tutto il resto della vita me lo fece pagare.
vabbeh
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Penso che questo sia tagliare il cordone ombelicale, il riconoscre l'altro come diverso da te anche se ti somiglia e concedergli di esistere.
(su questo devo riflettere, perchè mi suona come una gara per il riconoscimento dell'esistenza, se mi somiglia..o lui/lei o me..mah, scusa)
Sinceramente non lo so Daf.
Per togliere l'odio, o la rabbia dovrei forse cercare di volermi bene per quello che sono, accettando il miei limiti ora sono miei, accettando me accetterei lei, smettendo di odiarmi per essere come lei smetterei di odiare lei.
Ma mi sembra troppo facile in questo lavoro di facile non c'è niente.

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Il percorso affettivo di mia mamma e il mio, nei confronti dei compagni intendo, in certi punti assume toni di somiglianza quasi da gemelle omozigote ma resta comunque alla fine che la mia reazione, la mia sensazione, la mia esperienza è la mia, non la sua.E se insisto a cercare di vederle diverse o uguali riomarrò bloccata lì a fissarle. E gli darò forza.

Forse per questo voglio uccidere mia madre, non prendendo macete e facendo a pezzi la persona ma fare a pezzi una foto che mi porto stampata dentro e con cui continuo a fare più o meno consapevoli confronti.

Un giorno spero di riuscire a trovare come te tutte le cose in cui mi rivedo o meno per poi dare stò benedetto taglio.

coraggio
Te lo auguro Daf
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Vecchio 19-01-2010, 21.06.08   #4
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Gris, hai parlato molto di tua mamma e di come era ma della piccola Gris hai detto poco... ad esempio che cosa provava, che cosa sentiva. Che emozioni le generava le difficoltà della mamma ecc ecc.
Più importante di fare un'analisi di lei sono le tue emozioni di allora. E' lì che si è creato il meccanismo.

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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 19-01-2010, 21.12.31   #5
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Ho ricominciato a ricapitolare tutta la mia infanzia, tutto quello che ricordo e arrivata ad un certo punto mi sono resa conto che devo aver odiato mia madre perchè mi stava trasmettendo tutto quello che di lei detestavo:
la sua incapacità di affrontare gli altri e il mondo, la sua arroganza che serviva a mascherare i suoi handicap, sminuendo tutti si sentiva meno handicappata e di elevarsi sopra di loro. La sua pigrizia, la sua impazienza e la sua ansia.
Mio padre era come lei se non peggio reprimeva tutto fuori di casa per poi fare il matto in casa.
Devo aver realizzato che stavo diventando come lei e non lo volevo affatto, anche adesso ne vederlo ho un grosso senso di nausea e un senso di disperazione, quello che avevo visto mi aveva terrorizzato e ho vissuto tutta la mia vita cercando di non somigliarle e per riuscirci ho mentito a me stessa, perchè mentivo per non mostrare quello che ero, che sono, ho fatto di tutto perchè nessuno se ne accorgesse, ma io vedevo le mancanze le vedevo con l'anima ma non con la mente perchè li volevo nasconderle allontanarle da me, erano le sue perchè dovevano/devono essere anche le mie, non le voglio!!!!!!!!!!!
E invece le ho tutte non ne manca una se non sono di una sono dell'altro.
Mi è venuto in mente che se per caso mio marito mi diceva che ero come mia madre, durante un litigio, io diventavo cattivissima e piangevo disperata e cercavo di mostragli che io non ero come lei.
Ed invece lo sono eccome sono proprio come lei. Tutto il lavoro di una vita a cercare di nasconderlo uno sforzo inutile perchè la verità è quella che rimane anche sotto quintali di trucco menzognero.
Gri... ora si che hai fatto un grande passo avanti :-)
da qui in poi sarà crescere, è difficile capire questa cosa e accettarla ma è il vero punto di partenza, ora sai perchè ti fa male vedere certi difetti nella mamma e nel papà... l'ho imparato anch'io tempo fa e ancora qualche volta mi capita di vedere qualcosa che non tollero o mi fa arrabbiare e allora cerco di scoprire dov'è quella cosa in me, e se la tiro fuori e la guardo per un po' poi scivola via anche il malumore verso di loro... ti abbraccio forte, coraggio non è così difficile, se c'è l'ho fatta io ce la possono far tutti.
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Vecchio 19-01-2010, 21.31.36   #6
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Sai che non ho mai fatto un corso pur desiderandolo da morire per la paura di affrontare gli altri e ciò che è sconosciuto? Ho smesso di studiare per paura di affrontare la scuola, la paura di non riuscire ma anche perché tanto non interessava a nessuno. E me lo hanno lasciato fare, ho smesso di studiare a dodici anni, avevo fatto solo la prima media!!! Questo è menefreghismo o/e incapacità!
Gris conosco persone che hanno studiato per anni e di scrivere quello che scrivi tu e come lo scrivi se lo sognano, è già tanto se riescono a mettere insieme 4 pensierini in fila, quindi come vedi è possibile risistemare i danni che pensiamo di aver subito.
Certo per esperienza so che gestire certe tempeste emozionali è molto difficile, tanti sforzi sembrano non portare a niente, anzi addirittura ci portano a vivere alcuni dei nostri incubi peggiori, tipo quello di diventare simili a persone cui non avremmo voluto mai assomigliare.

Penso anche io che da bambini si avverte a livello inconscio animico o quant'altro, il rischio di assimilare comportamenti e stati d'animo non nostri, cosa che poi ci porta a vivere le situazioni che affrontiamo non come avremmo voluto, però credo che qualcosa di nostro su cui poter puntare rimanga comunque, ed inoltre le difficoltà possono far aumentare la nostra resistenza e la nostra capacità di recupero, portandola ad un livello superiore alla media.

Sicuramente sarebbe bello se le persone con le quali cresciamo fossero positive ed utili per la nostra crescita, e quando, a nostro parere, così non è la rabbia sale fino a diventare quasi cronica.
Se riuscissimo ad usare tutta questa energia, io per primo, in modo più utile invece di sprecarla, credo che risultati importanti possono arrivare senz'altro e ripagarci in poco tempo, in modo quasi sorprendente, delle amarezze vissute per anni.
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Vecchio 20-01-2010, 01.18.39   #7
Ray
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Mia madre era così, ........
Hai descritto una donna talmente debole da non riuscire ad affrontare niente. Te la vedi lei a fare quello che tu stai facendo qui?

No Gris, non siete uguali, tu non sei come lei... o perlomeno non solo. Nel senso che ci saranno anche in te cose sue, o tue tendenze che le somigliano, dì pure difetti se vuoi, ma in te c'è anche molto altro e quello che ognuno è è dato da tutto quello che è. Tu sei migliore di quella sfortunata che hai descritto.



Ci sono dei momenti in cui cerchiamo di mettere in evidenza le differenze tra noi e i nostri genitori, serve ad aiutarci a distaccarci. Poi ci sono momenti, come questo, in cui è necessario puntare sulle somiglianze. E' necessario per conoscersi. Ma per avere una visione obiettiva poi dobbiamo ricordarci le dirfferenze, anzi vederle meglio adesso che conosciamo le somiglianze... e mettere tutto assieme.
Lo dico per poi, quando ci farai pace.
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Vecchio 20-01-2010, 01.40.42   #8
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Gris, hai parlato molto di tua mamma e di come era ma della piccola Gris hai detto poco... ad esempio che cosa provava, che cosa sentiva. Che emozioni le generava le difficoltà della mamma ecc ecc.
Più importante di fare un'analisi di lei sono le tue emozioni di allora. E' lì che si è creato il meccanismo.

Grazie Sole tu sei per me utile come lo era il grillo per Pinocchio.

Sono passati così tanti anni che alcune emozioni faccio fatica a riprovarle, poi ho vissuto così tante cose, la mia vita è stata ricca di esperienze di ogni genere, ma confido che tirando possa uscire ancora altro.
Per ora ho ricordato questo episodio che penso possa centrare.

Mio padre appena dopo la mia Cresima si ammalò gravemente, allora ci si ammalava ancora di tubercolosi, prima fu ricoverato per broncopolmonite ma dopo un mese cambiarono diagnosi in tubercolosi e fu mandato in sanatorio. Ci invasero la casa per disinfettare tutta la casa. portarono via persino i materassi e la gente iniziò a schivarmi. Tu traumatico. Ma lo fu soprattutto vedere mia madre che ad ogni persona che entrava a sentire le novità sulla salute di mio padre, lei piangeva fiumi di lacrime. Questa cosa mi sconvolse, perché io già ero spaventata, se lo era anche lei chi ci avrebbe pensato a proteggere me? Ero terrorizzata. E ma anche arrabbiata perché la vedevo piangere non poteva piangere, non doveva piangere, perché mi faceva stare male. Stavo già male perché non capivo, perché mio padre non me lo avevano fatto più vedere, perché dovevo prendere delle pastiglie, perché mi avevano portato ad un dispensario mi pare venisse chiamato così, per fare una lastra e mi un sacco di domande. Ma vedere la paura sulla faccia di mia madre la stessa che avevo visto l’ultima volta su quella di mio padre. Lo avevo visto piangere, mio padre piangere! Lui, che era quello su cui avevo potuto contare sino a quel momento affettivamente, perché lui giocava con me quando non era arrabbiato. Lui era quello che quando l’avevo combinata grossa mi proteggeva dalle botte della mamma. Ed ora li in quel letto piangeva davanti a tutti, appena io e mia mamma ci siamo avvinate al suo letto lui ha messo le mani davanti al volto e si è lasciato andare in un pianto dirompente. Io ero senza respiro, non lo volevo vedere così, mi dava fastidio e mi faceva venire sia da piangere che rabbia. Mamma che paura. Cosa ci sarebbe successo, cosa mi sarebbe successo?
Ma non era finita li.
Perché si ammalò nel giro di pochi mesi anche mia madre e anche lei fu portata via. Stette via qualche mese mi pare ed io fui mandata da una zia per il tempo estivo. Perché una mamma mi fece proprio sentire e provare dolore e emarginazione, la sentii che diceva al suo bambino di non giocare con me, perché avevo la febbre. Mi bruciò sulla pelle questa cosa, mi sentii male e quando la raccontai alla mamma piangendo, lei decise di mandarmi via, per evitarmi danni peggiori. Ricordo di aver odiato profondamente quella donna, anche se poi con gli anni essendo affezionata a suo figlio, feci finta di niente. Ma provavo nei suoi riguardi paura e rancore.
E poi mi vennero a prendere in auto per portarmi dalla zia. Cosa provavo? Non la conoscevo neppure bene quella zia forse l’avevo vista una volta. Mi faceva paura. Ero preoccupata e spaventata. Ma poi si sa i bambini recuperano in fretta, o rimuovono non so. So solo che cercai di sopravvivere li per il tempo che ci rimasi. Trovai il mio modo usando l’immaginazione e un po’ di fantasia. Ma sentivo la mancanza dei miei genitori. Specialmente quando la zia mi sgridava o mi ordinava cose che per me erano anomale, non facevano parte del mio modo di vivere come il riposino al pomeriggio. Essere obbligata a farlo, faceva si che piangessi per metà del tempo e che mi addormentassi poi per spossatezza.
Adesso mi fermo un po' perchè sono stanca, ho la spalla sinistra che mi duole da matti.
Ragazzi grazie a tutti vi voglio bene.
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Ultima modifica di griselda : 20-01-2010 alle ore 01.42.00. Motivo: Volevo correggere ma lascio così com'è
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Vecchio 20-01-2010, 02.33.13   #9
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Altra cosa che non ho detto è che venivo usata da mia madre per calmare mio padre, perché avevo un certo ascendente su di lui. Questa cosa è orribile. E io lo facevo perché mi sentivo male quando litigavano. C’erano delle scene che non sopportavo, mio padre lanciava tutto quello che aveva in mano, e poi lei piangeva. Insomma mi facevano stare male queste scene da melodramma. E quindi quando mia madre mi diceva: “digli tu di smetterla che a te almeno ti ascolta”, io intervenivo dicendogli di smetterla, gridando animatamente, e lui si calmava. Venivo usata da mia madre per acquietare mio padre!!!! Io dovevo far tacere l’autorità. Una bambina piccola. E poi chi mi avrebbe insegnato a rispettarla? Nessuno. Anzi la vita.
Avevo capito che per piacere a mia madre dovevo diventare come sua sorella quella che prese le difese di mio fratello. Strinsi i denti e diventai dura come l’acciaio? Macchè era tutta una finta, avevo sempre una fifa boia ma il darmi un tono da dura e da maschio, mi faceva sentire meglio.
E li iniziai a picchiare i bambini che facevano del male ai bambini più piccoli, diventai come il difensore degli oppressi. Perché mi faceva sentire importante. Arrivai a fare quello che mia madre non riusciva a fare, per ostentare forza che non avevo. Lei doveva andare dal medico e ce l’accompagnavo io. Cercavo di proteggere tutti e di difendere tutti quelli che ne avevano bisogno. E questo mi faceva sentire importante.
Ma poi una ragazza con cui eravamo arrivate alle mani mi denunciò, ce le eravamo date di santa ragione, ma lei decise che magari ci avrebbe guadagnato qualcosa e mi denunciò.
Naturlmente nessuno mi accompagnò al commissariato, avevo solo 15 anni, poi fortunatamente i tempi della giustizia italiana sono lunghi ed quel caro Papa decise di farmi la grazia morendo tutto andò in amnistia.ma intanto ero morta di paura per anni, oltre a foraggiare un'avvocato che nel frattempo mi era stato consigliato di prendere.
Poi avvenne la violenza che mi diede il colpa di grazia, sbattendomi giù in un abisso almeno per un po’, giusto il tempo di dimenticarmene, almeno apparentemente, perché le conseguenze furono tante, una tra queste perdere la credenza che avrei potuto difendere qualcuno. Visto che non ero stata in grado di difendere me stessa e li credo di aver avuto tanta ma tanta paura da non dimenticarmene, in fondo, proprio mai. E dentro però avevo un rancore enorme, con un desiderio di vendetta altissimo. Ma il non riuscire a fare niente mi fece tanto male.
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Ultima modifica di griselda : 20-01-2010 alle ore 02.35.18.
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Vecchio 20-01-2010, 10.58.03   #10
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Gri... mio nonno (uomo saggio che ho amato moltissimo e purtroppo perso quando ero troppo bambina) diceva sempre che le situazioni dure e difficile vengono scelte solo dalle anime speciali, solo loro sono capaci di riportare equilibrio e amore dove c'è tanto dolore, hanno una forza immensa e nessuna calamità le smuove dal loro compito... ecco Gri tu mi ricordi una di quelle anime speciali di cui parlava con tanto affetto mio nonno.
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Vecchio 20-01-2010, 14.16.11   #11
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Gri... mio nonno (uomo saggio che ho amato moltissimo e purtroppo perso quando ero troppo bambina) diceva sempre che le situazioni dure e difficile vengono scelte solo dalle anime speciali, solo loro sono capaci di riportare equilibrio e amore dove c'è tanto dolore, hanno una forza immensa e nessuna calamità le smuove dal loro compito... ecco Gri tu mi ricordi una di quelle anime speciali di cui parlava con tanto affetto mio nonno.
Grazie M@pi ma non mi sento affatto così, non ci rimanere male eh, ma io mi sento a disagio a pensare di meritare le tue parole, anzi proprio non le merito.
Avrei voluto fare della mia vita e quella degli altri qualcosa di buono, ma nisba non ne sono capace, ora vorrei solo imparare ad accettare di essere normale, ne meglio ne peggio di nessuno, un essere che vuole vivere il tempo che gli resta smettendo di fare e farsi del male.
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Vecchio 20-01-2010, 22.25.26   #12
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Mi è ritornato un ricordo, di un episodio in cui, ma non ho idea della sua collocazione temporale.
Comunque ricordo che un giorno ero talmente arrabbiata con lei, che le urlai, che quando sarebbe stata vecchia, le avrei fatto scontare quello che stava facendo patire a me. Che quando avrebbe avuto lei bisogno di me io avrei fatto come lei, mi sarei comportata male come faceva lei con me.
Che avrei preteso cose che non era in grado di fare, che per quello l'avrei sminuita e l'avrei fatta sentire male come mi sentivo male io quando mi maltrattava. Non ricordo perfettamente ma ricordo il dispiacere che mi scendeva nello stomaco e diventava rabbia che saliva e la voglia di spaccare tutto. Un desiderio profondo di vendetta.
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Vecchio 21-01-2010, 03.07.31   #13
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A proposito di schizzofrenici ahah
Ero già a letto ed ho dovuto scendere a scrivere, perchè c'è una parte di me, da ieri, che grida e dice:"non è solo così, non è vero che la mamma era proprio così. La mamma era anche buona."
Questa cosa mi confonde. Di chi è questa voce che difende la mamma?
Anche oggi pomeriggio mi diceva:"ma sei proprio sicura di quello che stai dicendo?"
Adesso mi sto preoccupando e non scherzo. Ok che i ricordi sono una cosa strana, ma chi è che dentro di me vuole prendere le difese della mamma?

Ho pensato che dentro di me allora forse la giustificavo, perchè questo è ancora un mio modo di fare, quando qualcuno dice o fa qualcosa di sbagliato io cerco sempre il motivo del perchè l'ha fatto, alla fine quel motivo lo do come giustificazione al fatto, a volte dimenticando il male che ho subito. Non sono santa eh sono defi...bip sul tipo masochistico ahahahahah
Mah booh beh almeno adesso riuscirò a dormire.Spero
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Vecchio 21-01-2010, 09.46.52   #14
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Adesso magari la stupidaggine la dico io, ma penso che questo che descrivi sia proprio il meccanismo elastico della dipendenza.

La tensione và in crescendo, e si arriva al limite (si crede) della sopportazione. Si è quasi pronti per passare oltre quando l'elastico scatta e...riporta al campo base

E' curioso come una cosa necessaria come la dipendenza dai genitori (nasciamo completamente dipendenti) possa trasformarsi in qualcosa di estremamente dannoso
Se non ricordo male secondo Freud la dipendenza vitale dai genitori si manifesta con una sottomissione che poi si trasforma in sottomissione sociale..ma devo recuperare il libro,non ricordo benissimo al momento, se t'interessa te lo scrivo

Ultima modifica di dafne : 21-01-2010 alle ore 09.49.05. Motivo: non ho letto Red
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Vecchio 21-01-2010, 09.47.12   #15
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............ c'è una parte di me, da ieri, che grida e dice:"non è solo così, non è vero che la mamma era proprio così. La mamma era anche buona."
Questa cosa mi confonde. Di chi è questa voce che difende la mamma?
Anche oggi pomeriggio mi diceva:"ma sei proprio sicura di quello che stai dicendo?"
Adesso mi sto preoccupando e non scherzo. Ok che i ricordi sono una cosa strana, ma chi è che dentro di me vuole prendere le difese della mamma?
Penso che sia una sorta di protezione Gris, perchè se si affronta qualcosa che ha fatto (e fa ancora oggi) male, si cerca automaticamente di lenire, di smettere di sentire il dolore...posto che sicuramente tua madre era anche buona, il tuo vissuto dovrebbe essere la cosa da esplorare, e secondo me che fosse soggettivo non importa... penso che sia questo da affrontare .. dopo, una volta che ti sarai liberata potrai apprezzare la mamma che era anche buona... per il momento io non ascolterei la vocina che dice che la mamma era anche buona ma continuerei sulla mia strada...

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Vecchio 21-01-2010, 10.18.58   #16
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Penso che sia una sorta di protezione Gris, perchè se si affronta qualcosa che ha fatto (e fa ancora oggi) male, si cerca automaticamente di lenire, di smettere di sentire il dolore...posto che sicuramente tua madre era anche buona, il tuo vissuto dovrebbe essere la cosa da esplorare, e secondo me che fosse soggettivo non importa... penso che sia questo da affrontare .. dopo, una volta che ti sarai liberata potrai apprezzare la mamma che era anche buona... per il momento io non ascolterei la vocina che dice che la mamma era anche buona ma continuerei sulla mia strada...

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Io invece la acolterei perche' e' una saggia voce che riequilibria il complesso delle emozioni negative e rende piu' vera la comprensione e piu' facile il superamento del passato .
Io credo che sia anche proprio come dice quella voce.
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Vecchio 21-01-2010, 10.34.31   #17
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Io invece la acolterei perche' e' una saggia voce che riequilibria il complesso delle emozioni negative e rende piu' vera la comprensione e piu' facile il superamento del passato .
Io credo che sia anche proprio come dice quella voce.
Se rileggi Nike ho scritto la stessa cosa, solo che dal mio punto di vista, se decidi di andare fino in fondo a quel dolore, di viverlo completamente lo devi fare secondo la tua esperienza e sentire... altrimenti diventa un giustificare della mente e un perdono razionale, invece che con ogni fibra del tuo essere.

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Vecchio 21-01-2010, 12.42.41   #18
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Adesso magari la stupidaggine la dico io, ma penso che questo che descrivi sia proprio il meccanismo elastico della dipendenza.

La tensione và in crescendo, e si arriva al limite (si crede) della sopportazione. Si è quasi pronti per passare oltre quando l'elastico scatta e...riporta al campo base

E' curioso come una cosa necessaria come la dipendenza dai genitori (nasciamo completamente dipendenti) possa trasformarsi in qualcosa di estremamente dannoso
Se non ricordo male secondo Freud la dipendenza vitale dai genitori si manifesta con una sottomissione che poi si trasforma in sottomissione sociale..ma devo recuperare il libro,non ricordo benissimo al momento, se t'interessa te lo scrivo
E'interessante, magari ne possiamo parlare un po' più in là, ma mi interessa grazie. Per ora voglio provare a fare come dice Red, cosa a me aliena, mai provato a rimanere nella rabbia o nel rancore.
Tra l'altro sto notando in questi giorni che la mia rabbia dopo un po' non so dove vada a finire, è come se il palloncino si gonfiasse ma se non lo sfogo, se ne va ugualmente. Mi pare cosa non bella, perchè non so che fine faccia. Quel rimanere sull'onda per me ora come ora, è sconosciuto.
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Vecchio 21-01-2010, 12.50.18   #19
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Penso che sia una sorta di protezione Gris, perchè se si affronta qualcosa che ha fatto (e fa ancora oggi) male, si cerca automaticamente di lenire, di smettere di sentire il dolore...posto che sicuramente tua madre era anche buona, il tuo vissuto dovrebbe essere la cosa da esplorare, e secondo me che fosse soggettivo non importa... penso che sia questo da affrontare .. dopo, una volta che ti sarai liberata potrai apprezzare la mamma che era anche buona... per il momento io non ascolterei la vocina che dice che la mamma era anche buona ma continuerei sulla mia strada...

Forza Gris
Se la rabbia scompare da se, nel dolore ho proprio paura di lasciarmi affogare, ne ho tanta paura. Perchè quando mi sovrasta, come mi è capitato nella depressione, vado giù, giù, giù e poi non so più come uscire. Perdo le forze e la voglia di vivere.

----Ecco vedi, ho avuto un flash, da ragazzina ricordo una volta di aver minacciato di tagliarmi le vene davanti a mia madre, con un cucchiaino che avevo precedentemente rotto. Cosa mi faceva così male da indurmi a pensare alla morte? Non credo lo avrei fatto, sono stata definita "l'amante del bel gesto" e menomale dico io. Ma dovevo sentirmi esasperata e senza comprensione, senza possibilità, per pensare alla morte.

P.S. Continuavo a sperare che mi avrebbe amata, continuavo a sperare di cambiare per essere amata, ma ogni cosa che facevo ogni sforzo era inutile, lei non mi amava, non le andava mai bene niente perchè non le interessava, aveva deciso che io non ero come avrebbe voluto fosse una figlia.
Un giorno mi disse: devono averti scambiata all'ospedale perchè tu non assomigli a nessuno.
E a me questa frase mi ferì profondamente, tanto profondamente che pensai che dovesse esserci qualcosa di vero, forse era questo il motivo del suo non amore.
Davanti alla letterina che si fa per la festa della mamma mi disse che si si erano belle parole ma che tanto poi non avrei mantenuto nessuna di quelle promesse. Mi uccise con quelle parole, feci finta di niente e me ne andai con la letterina, ma ero morta dentro.
Eppure poi passava e ci riprovavo a farmi amare, non riuscivo ad accettare di non avere il suo amore, di non sentirmi la sua bambina.
Quando non mi parlava per giorni e giorni ma mi rispondeva solo se necessario con dei mugugni le andavo dietro come fa un gattino che cerca la pappa e miagola strusciandosi e lei non faceva una piega, non aveva cuore, non le facevo compassione, come può una figlia non fare compassione???????? eh???????
Ma le stavo lontana un po' quando mi feriva e poi trovavo la giustificazione per non sentirmi orfana? Essi lei aveva ragione io ero davvero cattiva, e meritavo tutto quello che mi dava. Capito????
Cosa meritavo? Di non essere mai abbracciata perchè disobbedivo? Ma quale pazzia è questa?
Eppure io dipendevo e pendevo dalle sue labbra così. Perchè desideravo da morire di essere perdonata e di sentire il suo amore che tutto perdona, ma quando mai? Mai avuto e mai sentito.
Eppure a scuola le poesie dicevano che la mamma era l'angelo del focolare, che la madre la Madonna dei Vangeli era una madre meravigliosa, quindi le madri non sbagliavano mai erano i figli i peccatori quelli che sbagliavano ed io ero fra essi la peggiore.
----Un altro piccolo ricordo in cui le dico: tu non mi vuoi bene, tu vuoi bene a ......mio fratello, più che a me, tu vuoi bene a .....il bambino e a me no.
E lei che rideva e mi prendeva in giro chiamandomi gelosona. Come mi bruciava che oltre al dolore ci fosse pure lo scherno. La mia rabbia saliva e saliva e il dolore bruciava nel petto.
Iniziai piuttardi a dirle le parolaccie che sentivo dirle dal papà o che sentivo in giro, dovevo difendermi in qualche modo perchè stava uccidendo tutto dentro di me.
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Vecchio 21-01-2010, 13.12.11   #20
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Non riesco a intervenire su tutto il thread adesso, ma questa cosa direi che è quasi urgente.

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----Ecco vedi, ho avuto un flash, da ragazzina ricordo una volta di aver minacciato di tagliarmi le vene davanti a mia madre, con un cucchiaino che avevo precedentemente rotto. Cosa mi faceva così male da indurmi a pensare alla morte? Non credo lo avrei fatto, sono stata definita "l'amante del bel gesto" e menomale dico io. Ma dovevo sentirmi esasperata e senza comprensione, senza possibilità, per pensare alla morte.
Secondo te se minaccio di morte uno con un cucchiaino puntato al cuore questo prende paura?
Non voglio ironizzare o ridicolizzare il tuo stato d'animo di quel momento o modi di fare che ti porti ancora avanti. Tu stavi e stai male, ma non serve a nulla spettacolarizzare il tuo dolore.
Tu cerchi attenzione perchè non trovi (o non cerchi) altro modo per uscire dalle tue disgrazie, per avere queste attenzioni ti esponi in modi come quelli dell'esempio qui sopra e alla fine ottieni un al lupo al lupo e le persone ti badano sempre meno, cioè capiscono sempre meno che hai un problema.
Nudo e crudo, forse troppo diretto, ma non potevo dirlo diversamente questa volta.
Devi trovare dentro di te la forza e poi puoi cercare chi ti aiuta ad usarla, se cerchi sempre fuori a volte va, a volte ti capita di fronte chi non vuole o chi non può.
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Vecchio 21-01-2010, 13.23.28   #21
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Secondo te se minaccio di morte uno con un cucchiaino puntato al cuore questo prende paura?
Non voglio ironizzare o ridicolizzare il tuo stato d'animo di quel momento o modi di fare che ti porti ancora avanti. Tu stavi e stai male, ma non serve a nulla spettacolarizzare il tuo dolore.
Tu cerchi attenzione perchè non trovi (o non cerchi) altro modo per uscire dalle tue disgrazie, per avere queste attenzioni ti esponi in modi come quelli dell'esempio qui sopra e alla fine ottieni un al lupo al lupo e le persone ti badano sempre meno, cioè capiscono sempre meno che hai un problema.
Nudo e crudo, forse troppo diretto, ma non potevo dirlo diversamente questa volta.
Devi trovare dentro di te la forza e poi puoi cercare chi ti aiuta ad usarla, se cerchi sempre fuori a volte va, a volte ti capita di fronte chi non vuole o chi non può.
Se stavo spettacolarizzando il mio dolore ti prego con tutto il cuore ma sinceramente e non per fare spettacolo di eliminare questo Thread. Il fine era di riuscire dove non ero riuscita, sono dispiaciuta.
Mi fanno male le tue parole ma siccome ti ho sempre creduto, credo ancora che la verità stia nelle tue parole.
Però mi fanno male, tanto
Puoi per favore eliminarlo te ne prego.
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Ultima modifica di griselda : 21-01-2010 alle ore 13.25.29.
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Vecchio 21-01-2010, 13.55.21   #22
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Se stavo spettacolarizzando il mio dolore ti prego con tutto il cuore ma sinceramente e non per fare spettacolo
Non stavi spettacolarizzando con questo 3d, ma lo fai con episodi tipo quello raccontato. Se vuoi cancello tutto, ma è un errore
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Vecchio 21-01-2010, 14.08.36   #23
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Non stavi spettacolarizzando con questo 3d, ma lo fai con episodi tipo quello raccontato. Se vuoi cancello tutto, ma è un errore
Ok lasciamolo nel frattempo comunque ho anche realizzato, prima no, che posso aver succhiato energia, prometto che non succederà più. Scusatemi.
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Vecchio 21-01-2010, 15.19.24   #24
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Secondo te se minaccio di morte uno con un cucchiaino puntato al cuore questo prende paura?
Non voglio ironizzare o ridicolizzare il tuo stato d'animo di quel momento o modi di fare che ti porti ancora avanti. Tu stavi e stai male, ma non serve a nulla spettacolarizzare il tuo dolore.
Tu cerchi attenzione perchè non trovi (o non cerchi) altro modo per uscire dalle tue disgrazie, per avere queste attenzioni ti esponi in modi come quelli dell'esempio qui sopra e alla fine ottieni un al lupo al lupo e le persone ti badano sempre meno, cioè capiscono sempre meno che hai un problema.
Nudo e crudo, forse troppo diretto, ma non potevo dirlo diversamente questa volta.
Devi trovare dentro di te la forza e poi puoi cercare chi ti aiuta ad usarla, se cerchi sempre fuori a volte va, a volte ti capita di fronte chi non vuole o chi non può.
Bene vorrei evidenziare per chi magari da fuori può leggere questo post male come ho fatto io inizialmente, perchè se non avessi avuto fiducia in Uno, non avrei cercato di leggere oltre il fastidio di un'aspettativa mancata e un'ip lesa inutilmente da me che non avevo capito il senso delle sue parole.

Sì Uno hai ragione è vero, mi prende ancora quel senso di: non so cosa altro fare mollo tutto e scappo, oppure adesso gli mostro come sto male e sono disperata, perchè non trovo alternative a questa empasse.
Non ho imparato altro.
Da giovane per fare ogni cosa trovavo chi mi aiutava.
E poi ho continuato a cercare la forza al di fuori di me. Nell'unico modo con cui ero capace di relazionarmi l'unico che ho imparato.
Quando questo è venuto meno, sono andata in panico, in depressione perchè non avevo sviluppato mai nessun arto interno (ricordi Era quel quadro senza braccia e gambe che mi commuoveva e di cui parlai quando arrivai qui?) avevo sempre preso a prestito quelli degli altri. (come mia mamma, anche se in altro modo)
Hai ragione Uno povero e io ti ho anche rimproverato mentalmente, ma invece hai detto solo il Vero, fa male la Verità, ma chissà che volerla vedere ed accettare sia l'unico modo per digerirla.
Te lo dovevo.
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Ultima modifica di griselda : 21-01-2010 alle ore 15.23.33. Motivo: ho tolto una parola che era li a sbafo
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Vecchio 21-01-2010, 15.27.11   #25
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Ho capito ma io non credo sia in tutto e per tutto come dice Gris .
Meglio: lei lo sente cosi' ma forse cosi' non e' in tutto e per tutto .
E quella voce dice una po' di verita'.
Allora se questo dolore lo mitighiamo un po' perche' a volte si soffre ,anzi molto spesso ,solo per troppa immaginazione e la salita la rendiamo un po' meno impervia non ti pare sia meglio?
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