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Vecchio 13-10-2008, 18.52.57   #1
Uno
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C'è chi scappa appena li vede in lontananza
chi scappa solo quando arrivano a tiro
chi li affronta ma inspiegabilmente non li risolve mai
chi a volte ha successo
chi se non ha problemi li cerca
chi li inventa
chi specula su problemi che magari stanno a milioni di km
chi.... etc etc...

Voi che tipi siete?

Io non li cerco, non li creo, quando capitano, a me o a persone che mi circondano, li risolvo o ci provo se sono risolvibili o se andrebbero risolti...
ma al di la delle personali esperienze l'argomento potrebbe dare qualche interessante riflessione in generale.
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Vecchio 13-10-2008, 19.00.51   #2
turaz
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non li cerco, a volte li creo (per inconsapevolezza) anche se preferirei non farlo, se mi capitano provo a risolverli a volte ci riesco a volte no.
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Vecchio 13-10-2008, 19.43.14   #3
Astral
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Io sono un creativo, un fantasioso, e purtroppo mi sono reso che questa qualità se da un lato mi ha permesse di creare storielle fantastiche, cose sempre nuove, da un altro lato creo i problemi, e questo atteggiamento l'ho da piccolo, ho sempre fantasticato per esempio sul: se succede questo, se succede quello?

Affrontarli? Beh dipende, a volte li affronto troppo, quando invece basterebbe evitarli, sopratutto quelli piccoli.
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Vecchio 13-10-2008, 19.54.29   #4
nikelise
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C'è chi scappa appena li vede in lontananza
chi scappa solo quando arrivano a tiro
chi li affronta ma inspiegabilmente non li risolve mai
chi a volte ha successo
chi se non ha problemi li cerca
chi li inventa
chi specula su problemi che magari stanno a milioni di km
chi.... etc etc...

Voi che tipi siete?

Io non li cerco, non li creo, quando capitano, a me o a persone che mi circondano, li risolvo o ci provo se sono risolvibili o se andrebbero risolti...
ma al di la delle personali esperienze l'argomento potrebbe dare qualche interessante riflessione in generale.
Io se ci sono prendo forza ed energia , poi li vorrei masticare .
Tutto comincia a muoversi dentro di me , mi trasformo e' una bella sensazione di richiamo della massima concentrazione .
E' anche vero che a volte , proprio perche' mi servono li ingigantisco
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Vecchio 13-10-2008, 20.39.52   #5
griselda
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C'è chi scappa appena li vede in lontananza
chi scappa solo quando arrivano a tiro
chi li affronta ma inspiegabilmente non li risolve mai
chi a volte ha successo
chi se non ha problemi li cerca
chi li inventa
chi specula su problemi che magari stanno a milioni di km
chi.... etc etc...

Voi che tipi siete?
La sensazione è come quella che provo davanti alla matematica.

Direi che in pratica speculo sui problemi che potrebbero capitarmi, e faccio di tutto per scansarli, quando mi ci trovo dentro se proprio non c'è alternativa li affronto, non credo di cercarmeli, non credo di inventarmeli, a volte ho successo e volte no, non credo di affrontarli e non risolverli mai.
Tuttavia credo di essermeli anche cercata ma inconsciamente.

Quando sto facendo un lavoro invece se incontro un problema sono stimolata a risolverlo e sino a che non l'ho risolto, almeno come so fare, con i mezzi a disposizione non mi fermo, tentando il tutto per tutto.
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Vecchio 13-10-2008, 23.51.32   #6
Grey Owl
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Non scappo appena li vedo in lontananza, però scappo quando ci arrivo a tiro ma se mi accorgo che non posso evitarli li affronto e scopro che il più della volte era più la paura che la soluzione.

Sono un tipo paraculo anche se ultimamente non li cerco, non li evito e non ci speculo. Il problema se cè (se lo vedo) è perchè deve essere affrontato, banale nella sua affermazione ma vera.

A volte si è chiamati a solvere il problema, a volte lo si rimanda (quando possibile), a volte è impossibile rimandare e si fa i conti con gli interessi.

Rimandare un problema è sviarlo o deviarlo per poi ritrovarselo di fronte con gli interessi. Si evita perchè in quel momento non si è in grado di valutare l'effettiva capacità di portare soluzione mentre magari si ha la giusta forza per riuscire.

Ultimamente non pongo giudizio sulla mia capacità di riuscita, e l'unico modo reale di valutare la mia forza rispetto al problema è affrontarlo cercando di evitare la trappola mentale della presunta incapacità a risolverlo.

Ultima modifica di Grey Owl : 13-10-2008 alle ore 23.56.32.
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Vecchio 14-10-2008, 10.17.12   #7
RedWitch
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La mia tendenza e' quella di vivere spostata nel futuro per quel che riguarda i problemi, se ne intravedo uno all'orizzonte (possibile o reale) , tendo ad iniziare a pensarci e a fantasticarci sopra, a immaginare tutti gli scenari possibili (e di solito catastrofici ..) che mi si potrebbero parare davanti.. e quando poi il problema effettivamente si presenta, non e' mai come lo avevo immaginato, di solito e' molto meno peggio... per cui tante energie sprecate e nessun vantaggio. Inoltre quando effettivamente arriva il momento di affrontarlo, la tendenza sarebbe quella di scappare, rimandando lo "scontro" all'infinito (cosa non possibile ovviamente).

Entrambe le cose, ho visto bene che non funzionano , sono uno spreco inutile di energie , che oltretutto fanno vivere male, sempre spostati e questo non permette nemmeno di godere del presente.

Al momento quello che ho imparato a fare e' quando la mia mente mi mostra un possibile-forse-problema all'orizzonte, di sforzarmi di non guardarlo in prospettiva, lo vedo , e' la'.. ok quando sara' il momento lo affrontero'. Di sicuro vivo meglio cosi', anche se naturalmente a volte la mente mi scappa..
Cerco di pormi il problema solo quando effettivamente si presenta, non prima, per il momento non conosco un altro modo per farlo, e cosi ' va molto meglio di prima.. quando si presenta il problema, cerco di guardare tutte le possibilita' di risoluzione che vedo, e se proprio mi blocco su qualcosa che mi sta a cuore, chiedo aiuto a chi vede meglio di me, non per avere la soluzione, ma per avere una visione piu' ampia di quanto non riesca da sola, nessuno puo' risolvermi i miei problemi, ma se posso imparare a vedere piu' variabili.. meglio cosi' anche per un'eventuale prossima volta ... doo aver valutato le possibilita' che vedo, faccio quello che credo sia giusto fare per risolvere...

La cosa importante credo che sia sempre fare quel che si puo' per risolvere il problema, ma anche accettare il fatto che non tutti i problemi hanno una soluzione che posso prevedere e risolvere per stare tranquilla...

Ci sono pero' un po' di domande che mi piacerebbe provare a vedere insieme, per esempio, va bene affrontare il problema solo quando si propone, o anche il non volerlo vedere fino all'ultimo, fin quando non ci si sbatte il naso dentro significa in qualche modo scappare? e se si, allora, come ci si dovrebbe porre in modo da non farlo diventare enorme per via di elucubrazioni anticipate?

E poi ancora.. come dare il giusto peso ai problemi che ci si parano davanti?
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Vecchio 14-10-2008, 18.50.34   #8
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Quando ho un problema, mi chiedo qual è la soluzione per risolverlo. Perché la soluzione c'è sempre, ed istintivamente la trovo. Anche quando sembra non esserci, prima del passaggio all'atto mi chiedo cosa mi sta comunicando, nel percorso della storia della mia esistenza, la situazione in cui mi trovo. Cosa mi sta comunicando il mio karma, e visualizzo le sue parole. Allora la mia scelta diventa cosciente, e quella che apparentemente poteva sembrare una sconfitta, può essere una vittoria, una porta aperta per evolvere verso una fase della vita più felice.
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Vecchio 14-10-2008, 18.52.17   #9
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Io purtroppo non mi faccio mai prendere dai problemi, tanto che spesso li lascio arrivare e poi nel più delle volte neanche le conseguenze riesco a vedere come problemi.
Non ho risposto subito al topic perchè ci volevo pensare, e alla fine penso che i problemi siano rapportati alle responsabilità, che siano verso se stessi o verso gli altri. Non curarsi dei problemi vale a dire essere irresponsabili, e curarsene troppo potrebbe voler dire aver preso troppi carichi da altre persone, infatti ala fine dei conti, i problemi veri verso se stessi sono sempre pochi.
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Vecchio 15-10-2008, 00.43.31   #10
Ray
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Anche io, come Max, ci ho pensato un po' su e non sono riuscito a vedere una particolare tendenza.
In linea di massima non li cerco e non li creo, per quanto me ne accorgo. Quando capitano ho un momento di stizza e a volte un senso di repulsione che mi produce la tentazione di rimandare di soppesarli. Poi però, sbuffando o meno, li affronto e bon.
A volte mi è capitato di salutarli quasi con gioia, per il loro potere di cambiamento e di sgioglimento delle stagnazioni, ma questo mi segnala una sottostante tendenza all'accidianche mi sforzo di combattere come posso.
Sempre lo stesso meccanismo fa si che a volte, pur inravedendoli da una certa distanza, ometto di eseguire ciò che potrei per scansarli e li lascio arrivare fin sotto... testardaggine collegata anche alle "tazzine da caffè".
Più pericoloso, ma alla fin fine più produttivo, mi è capitato in alcuni casi di ignorarli bellamente se non di negarli proprio. Inutile dire che questo meccanismo è sempre collegato a qualcosa di irrisolto che vuole emegere e io non desidero affrontare o sto negando proprio. In queste occasioni, seppur fortunatamente rare, ho lasciato che si producano veri e propri disastri... i quali in realtà avevano mostrato i loro prodromi fin da subito. Ma tant'è... il senno di poi, prima non c'è mai.

Citazione:
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E poi ancora.. come dare il giusto peso ai problemi che ci si parano davanti?
La domanda è importantissima, perchè connessa con la stessa definizione di problema, e capace di portare ad un discernimento tra l'oggettivo e il vissuto.
A mio avviso ci sono due parametri di valutazione: il primo sono le conseguenze che porta, ovvero quanto costerebbe lasciare tutto com'è. L'altro la quantità di energia necessaria a risolverlo.
Se ci si pensa questi parametri buttano a mare il soggettivo, almeno in potenza. Molti "problemoni" conviene non fare nulla, mentre esistono piccole seccature che però, a sistemarle, occorre un sacco e una sporta.
Ray non è connesso  
Vecchio 15-10-2008, 00.58.47   #11
gibbi
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In questi ultimi anni , la primissima reazione che ho di fronte ad un problema è quella di chiudere gli occhi sperando che passi. Poi interviene la mossa , mi scuoto e lo guardo bene , mi ci immergo come in un film , lo faccio scorrere una infinità di volte ed ogni volta la trama cambia in qualcosa , lo analizzo nei minimi particolari , lo seziono quasi , perchè conoscerlo bene mi da l'impressione di poterlo gestire/risolvere
meglio , un modo per evitare che mi travolga , che mi intimorisca troppo .In realtà riviverlo un'infinità di volte non fa venir meno la sua minacciosità e quindi ad ogni passaggio la tensione è sempre alta e alla fine ne esco così tanto sfinità che è di poco aiuto anche l'averlo risolto.
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Vecchio 15-10-2008, 02.14.21   #12
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Mah...direi che manco io so bene quale meccanismo si attiva.
Devo dire che mi pare di operare una cernita tra ciò che reputo più urgente e ciò che invece non lo è. Ma anche partendo da questa catalogazione aspetto che mi si prospetti davanti.
Primo, perché penso che pensarci prima del tempo sia dispendioso ma ovviamente non disdegno di guardarlo anche da lontano, come per tenerlo sott'occhio, direi pronto a modificare una potenziale strategia. Più nello specifico rimango si in attesa ma abbastanza - se così si può dire - attento a quello che può/potrebbe divenire un qualcosa da risolvere; nel momento però continuo a fare quel che che faccio.
Secondo, collegato al primo, credo che sia indispensabile avere una qualche visione della cosa ovvero cercare di analizzarla nella misura in cui è possibile in relazione alla vicinanza o lontananza ma non oltre. Come avere un limite insomma oltre il quale sarebbe inutile - e dannoso - provvedere.
Non so, poi, se definire il problema come qualcosa che " mi " creo oppure se mi si para davanti, fatto è che, comunque, c'è ed in qualche modo si deve pur fare.
Noto poi che certo, questa specie di cernita dipende da molte cose ma ancora ho difficoltà ad individuarle.
__________________
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 15-10-2008, 15.46.22   #13
dafne
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Forse, anzi sicuramente, non ci ho ancora riflettuto a sufficienza ma ad una prima analisi ho l'idea che scappo dai problemi reali inventandomene dei fasulli .

Credo che sia il principio delle pippe mentali ma non avevo mai riflettuto sul fatto di generarle per distrarmi da quanto davvero importante..
ci torno
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Vecchio 19-10-2008, 22.13.03   #14
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Ci ho pensato un po' e devo dire che in un certo periodo della mia vita (almeno fino ai 20 anni) i problemi me li creavo di proposito. Ripensarci mi ha fatto tornare in mente una frase di mio padre quando mi disse "sembra che tu faccia apposta a procurarti la strada in salita più difficile possibile, solo così ci godi nel percorrerla".
Aveva ragione.
La tensione di vivere "nel" problema mi dava energia, mi faceva sentire vivo, una vita "piatta", spensierata, mi spaventava...

Dopo diversi anni posso dire di aver imparato a procurarmi tale tensione da solo, senza dover per forza ricorrere a strade in salita "impossibili"... Oggi la mia vita è serena, i problemi non li creo e non li cerco, se capitano cerco sempre di risolverli nel modo più efficace possibile.
Dalla mia esperienza mi sembra quasi che, all'aumentare la tensione intera, diminuisca la tensione esterna (quindi minore necessità di problemi).
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Vecchio 20-10-2008, 11.24.09   #15
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Io sono de natura negativa , o almeno cosi me se diceva in famiglia , cosa che pero non ho mai fatto vedere, non trasmeto questa fragilita iteriore , o sempre afrontato tutti i problemi che mi si sono posti nella mia vita , e diciamo che sono stati tanti de carateri diversi , anche se ho solo 36 anni , crearmeli no, sacpare a loro no, sicuramente non li risolti tutti . altrimenti avrei una vita noisa, scherzo, ma dipende anche da che tipo de problemi capitano , la cosa importante e sapere che se trovi la forza per fare e vuoi fare puoi, se invece redi che non ce la farai prima de provarci , non ci provare hai perso in partenza !! questo e quello che me impongo io , non e che sto dando consigli, spero se capisca !
__________________
Se hai un sogno, devi proteggerlo.
Quando le persone non riescono a fare qualcosa,
dicono che non puoi farla neanche tu.
Se vuoi qualcosa, vai e prendila.
Punto."
Rosanna
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Vecchio 20-10-2008, 22.19.03   #16
Shanti
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Ci ho dovuto pensare molto e ancora non sono sicura se è effettivamente così, ma ho l'impressione di scappare dai problemi che mi sembrano irrisolvibili fino a quando mi è possibile, rimandandoli e facendo finta che non ci siano, finchè non me ne sento travolta e allora sono costretta ad affrontarli. A quel punto mi muovo per trovare le soluzioni e a volte sono talmente semplici che mi domando chi me lo ha fatto fare di aspettare così tanto, probabilmente perchè ero troppo intenta a scappare.
E poi magari capita che a volte sto lì a scervellarmi per trovare machiavelliche soluzioni a problemi che vedo soltanto io.
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Vecchio 21-10-2008, 13.46.03   #17
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Problemi? Macchè. Miei come ho detto sopra non ne vedo o ci convivo o li scanso o li affronto quando sono alle strette ok
Che faccio però? Ok mi confesso: divento furibonda per i problemi degli altri Forse dovrei metterlo in dipendenze: non ditemi di avere problemi perchè il mio pc mentale lo fa suo, ci entra, ci sguazza in cerca di una soluzione e nel frattempo la rabbia per la frustrazione mi fanno fumare 2000 sigarette e nella mente diviene: devo risolverglielo, come posso risolverglielo. In pratica mi ci consumo. Poi sucessivamente quando mi pare di aver trovato una soluzione, la dico al diretto interessato che naturalmente dovrebbe metterla in pratica: eggià io so tuttissimo e sono maestra ed insegno soluzioni.
Lo faccio da una vita e non me ne rendo conto, ma lo faccio quotidianamente, io non sono me, ma sono l'altro, faccio il lavoro dell'altro che però magari non mi ha neppure chiesto di fare, ma voleva solo condividere con me il suo stato d'animo.
Non reggo io invece, perchè come sopra io problemi non li voglio e devo risolverli, ma i miei manco li vedo proiettata come sono sempre su quelli degil altri.
Credo di essere stata così sin da bambina, volevo risolvere le crisi dei miei genitori, i problemi di mio fratello, degli amici etc e mi attivavo anche come potevo e sapevo fare, volevo l'amore la pace e la tranquillità, ma se davvero l'avessi voluta forse mi sarei fatta un po' meno i ....fatti degli altri. Il "bello" è che non solo mi basta trovare una soluzione per gli altri sono capace di sostituirmi a loro per risolvere il problema anche mettendomi nei guai.
Per molti anni mi sono sentita un po' il "vendicatore solitario" ( elloso fa ridere ma vi posso assicurare che drammatico specie non accorgersene) poi crescendo ho smesso ma il retagio mi è rimasto.
Devo imparare a lasciare i problemi degli altri a loro e provare un po' a vedere dove stanno i miei. Perchè oramai ho in me l'abitudine a tenermi libera si sa mai che l'altro abbia bisogno di me.
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Vecchio 21-10-2008, 14.02.20   #18
Il Folle
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Sono convinto che ogni problema ha la sua soluzione, e per trovarla non bisogna cercare fuori dal problema ma è contenuta proprio in esso.

Mi vengono in mente i problemi di matematica...Anche il fatto di dire non esiste nessuna soluzione, sotto un certo punto di vista potrebbe significare la soluzione è che non esiste nessuna soluzione, paradossale...
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Vecchio 29-10-2008, 01.06.32   #19
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Pur avendoci pensato abbastanza ancora non ne sono sicura. Non so se li cerco, non so se li creo so però che li so gestire. La rabbia che mi generano mi aiuta tantissimo a risolverli e quindi con molta probabilità ho bisogno di quella rabbia e quindi me la cerco anche. Generalmente sono pigra e se ho un problme mi trovo costretta a muovermi, si.. la tensione autoindotta.

Se li annuso cerco di mettere paletti tutto intorno, arginare, prevenire o far esplodere per risolvere prima, ma mi è capitato tante volte di dovermi arginare io se la cosa coinvolgeva altre persone perchè mi frenavano, mi lasciavo convincere a lasciar perdere o a non pevenire... ma questa è un'altra storia.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 03-11-2008, 10.23.35   #20
William
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mi piacerebbe essere bravo ad affrontare i problemi ,ma purtroppo penso proprio di non esserlo normalmente o li schivo o porto la tensione dell'ipotetico problema all'apice,per poi esplodere delle volte risolvo altre volte creo tanti altri piccoli problemini,proprio come una bomba.e pensare che mi reputo una persona fondamentalmente felice e serena.
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Vecchio 03-11-2008, 12.05.33   #21
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Io una volta cercavo di evitarli. Ma quando arriva un problema tra capo e collo non si può evitare di affrontarlo e così mi sono resa conto che i problemi non erano la fine del mondo, perchè in un modo o nell'altro si trova sempre una soluzione se si vuole veramente, perciò ora non cerco di evitare i problemi ma nemmeno vado a cercarli.
Per i problemi che si affrontano ma che non si arriva mai a risolvere, direi che qualche volta mi ci trovo, in questo caso diventano una specie di seconda pelle in modo che mi identifico un po' con il problema stesso e serve da scusante perchè non c'è voglia di cambiare (che sarebbe la soluzione), quindi sono un paravento per tenermi occupata e compartirmi e giustificarmi ogni giorno un po', invece di concentrami su altro.
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Vecchio 03-11-2008, 13.18.11   #22
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o se andrebbero risolti...
Allarghiamo il discorso iniziando a prendere dei punti.

Vi è capitato mai, con il senno del poi, di scoprire che dei problemi su cui vi siete accaniti in realtà andavano lasciati.... decantare, riposare etc ?

L'immagine che metaforicamente rende meglio il discorso è un groviglio di filo che vorremmo dipanare e poi arrotolare ordinatamente. Non lo si può chiamare nodo eppure se tiriamo senza vedere come il filo è intorcigliato sarà difficile che la mattassa si sciolga per "magia", l'unica cosa è prendere un filo per volta ed iniziare a tirare fuori il capo dal groviglio.
Ovvio che bisogna stare attenti a non adagiarsi sugli allori, se un problema non trova, non può trovare una risoluzione immediata comunque ci si lavora lateralmente... però l'impressione, altrui, ma a volte anche nostra se non abbiamo una sufficiente visione di insieme, potrebbe essere che quel problema lo abbiamo lasciato perdere.
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Vecchio 03-11-2008, 13.24.16   #23
Astral
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Si molti problemi vanno lasciati fare, mentre altri vanno risolti nel momento opportuno, ma piu che risolvere i problemi occorre darsi da fare in altro senso.
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Vecchio 03-11-2008, 13.30.09   #24
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Vi è capitato mai, con il senno del poi, di scoprire che dei problemi su cui vi siete accaniti in realtà andavano lasciati.... decantare, riposare etc ?
più che scoprire per quanto riguarda me direi sospettato,non sò se dico un eresia ma lascerei decantare tutto il mio essere,almeno per un pò,mi sento come stipato di tutto un pò.
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Vecchio 03-11-2008, 16.28.37   #25
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Si molti problemi vanno lasciati fare, mentre altri vanno risolti nel momento opportuno, ma piu che risolvere i problemi occorre darsi da fare in altro senso.
Eri di fretta?
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