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Vecchio 08-01-2010, 01.49.02   #1
filoumenanike
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Predefinito Ospitalità

Mi domando spesso cosa sia l'ospitalità, quella capacità di invitare nella propria casa amici o parenti e farli sentire a loro agio.
Quando vado a casa di mia sorella che è più giovane di me, spesso avverto un senso di disagio, mio cognato, un ragazzo affettuoso e gentile con cui andiamo spesso in vacanza insieme, è come se fosse un altro, si chiude in se stesso, parla poco, è preoccupato di gestire il pranzo, le varie faccende necessarie per una buona riuscita del pasto...si perde così quella spontaneità che aiuta a farci capire se siamo ben accetti o no!
Eppure quando vengono da me invadono tutta la casa, si sentono a casa loro, cucinano quello che vogliono, improvvisano giochi o guardano in tv qualche film o leggono, tutto senza ombra di problemi!
Che cosa impedisce di farmi sentire bene da loro, senza la continua preoccupazione di essere inopportuna? è colpa mia o esiste veramente un grado di poca ospitalità?
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Vecchio 08-01-2010, 02.37.21   #2
Grey Owl
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Provo a darti una mia visione di quello che hai scritto e scusa in anticipo per la mia limitatezza oggettiva delle risposte che ti darò.

Forse è come dici tu, tuo cognato è preoccupato di gestire l'ospitalità al meglio. Forse si sente inadeguato nell'ospitalità rispetto a quando loro sono ospiti da voi? Infatti quando andate in vacanza insieme questa chiusura da parte sua non cè.

Quello che mi colpisce è che metti in dubbio il fatto se siete ben accetti oppure no e condizioni questo dubbio sulla sua mancata spontaneità.
Altra cosa che noto è quando descrivi la loro venuta a casa tua; usi frasi quali invadono tutta la casa, cucinano quello che gli pare, ecc... come se questo fosse da te accettato ma non troppo condiviso.

Se ti senti inopportuna quando tuo cognato si chiude, forse dovresti cercare di stemperare la tensione e aiutarlo a rilassarsi come quando sono ospiti da voi.

Mettere in dubbio il grado di ospitalità mi pare eccessivo e forse in questo tuo dubbio si nasconde altro, forse questo dubbio andrebbe osservato meglio.
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Vecchio 08-01-2010, 03.03.31   #3
griselda
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Mi domando spesso cosa sia l'ospitalità, quella capacità di invitare nella propria casa amici o parenti e farli sentire a loro agio.
Quando vado a casa di mia sorella che è più giovane di me, spesso avverto un senso di disagio, mio cognato, un ragazzo affettuoso e gentile con cui andiamo spesso in vacanza insieme, è come se fosse un altro, si chiude in se stesso, parla poco, è preoccupato di gestire il pranzo, le varie faccende necessarie per una buona riuscita del pasto...si perde così quella spontaneità che aiuta a farci capire se siamo ben accetti o no!
Eppure quando vengono da me invadono tutta la casa, si sentono a casa loro, cucinano quello che vogliono, improvvisano giochi o guardano in tv qualche film o leggono, tutto senza ombra di problemi!
Che cosa impedisce di farmi sentire bene da loro, senza la continua preoccupazione di essere inopportuna? è colpa mia o esiste veramente un grado di poca ospitalità?
Ti porto due miei punti di vista che non è che siano la verità ma solo due modi di vedere.

Parto dal presupposto che non siamo tutti uguali e quindi il nostro comportamento è diverso.

Se io ad esempio vivessi un senso di inferiorità, oppure avessi paura di sfigurare proprio per la diversità che noto tra voi e noi sarei agitata e mi sentirei sotto esame perchè nel raffronto che potrei fare dentro di me mi vedrei sempre inferiore e avrei paura di mancare verso di voi che per me siete dei miti dell'ospitalità.

Altro punto di vista.
Siccome io mi ritengo un ospite eccezionale ecco che mi aspetto che gli altri siano alla mia altezza e si comportino come me.

In tutti e due questi comportamenti c'è una mancanza di vivere il momento per quello che è senza farcelo rovinare dalla mente che fa paragoni che cerca quello che non c'è.

L'ospitalità credo che sia soggettiva come per tutto il resto.
Anche essere generosi all'inverosimile per poi aspettarsi la stessa cosa non va bene. Si dovrebbe dare per il piacere di dare, perchè si è in un certo modo non perchè si deve dimostrare qualcosa. Ma sopratutto se viene spontaneo e non è ricercato per ottenere qualcosa che non sia il piacere di ospitare.

L'ospite una volta era sacro, i viaggi erano una cosa rara e i viaggiatori pure, avere un ospite in casa voleva dire novità, aggiornamenti, si faceva in modo che si trovasse come a casa sua in modo che potesse desiderare di tornare, per far si che lo scambio fosse proficuo per entrambi, anche se in modo diverso accresceva entrambi.
Per ora non mi vengono altri punti di vista.
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Vecchio 08-01-2010, 10.28.51   #4
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Se io ad esempio vivessi un senso di inferiorità, oppure avessi paura di sfigurare proprio per la diversità che noto tra voi e noi sarei agitata e mi sentirei sotto esame perchè nel raffronto che potrei fare dentro di me mi vedrei sempre inferiore e avrei paura di mancare verso di voi che per me siete dei miti dell'ospitalità.
Non serve che scrivo altro per dire quello che vedo
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Vecchio 08-01-2010, 16.40.59   #5
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Quello che mi colpisce è che metti in dubbio il fatto se siete ben accetti oppure no e condizioni questo dubbio sulla sua mancata spontaneità.
Altra cosa che noto è quando descrivi la loro venuta a casa tua; usi frasi quali invadono tutta la casa, cucinano quello che gli pare, ecc... come se questo fosse da te accettato ma non troppo condiviso.
Forse ho un po' esagerato per far capire meglio, io sono sicura di essere bene accettata da tutti, solo che avverto una certa chiusura dovuta probabilmente, come dice anche Gris, ad un senso di preoccupazione di essere all'altezza di ospitare!
Quando loro vengono a casa mia sono veramente felice di vederli fare tutto quello che vogliono, per me sono la mia famiglia, tra l'altro fanno tutto con estrema educazione, la mia casa si riempie di vita e di allegria!
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Vecchio 08-01-2010, 17.18.36   #6
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Se io ad esempio vivessi un senso di inferiorità, oppure avessi paura di sfigurare proprio per la diversità che noto tra voi e noi sarei agitata e mi sentirei sotto esame perchè nel raffronto che potrei fare dentro di me mi vedrei sempre inferiore e avrei paura di mancare verso di voi che per me siete dei miti dell'ospitalità.

Altro punto di vista.
Siccome io mi ritengo un ospite eccezionale ecco che mi aspetto che gli altri siano alla mia altezza e si comportino come me.

In tutti e due questi comportamenti c'è una mancanza di vivere il momento per quello che è senza farcelo rovinare dalla mente che fa paragoni che cerca quello che non c'è.

L'ospitalità credo che sia soggettiva come per tutto il resto.
Anche essere generosi all'inverosimile per poi aspettarsi la stessa cosa non va bene.
Sul senso di inferiorità non avevo mai messo mente, proprio perchè non hanno niente meno di me!
Per il secondo punto non credo di essere un ospite eccezionale tanto da dare giudizi...però penso che ospitali significhi come mi pare di aver capito anche da voi essere senza tanti complessi, accettare gli altri senza pensieri dietro, con la maggiore spontaneità possibile!
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Vecchio 08-01-2010, 18.00.08   #7
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Quando vado a casa di mia sorella che è più giovane di me, spesso avverto un senso di disagio, mio cognato, un ragazzo affettuoso e gentile con cui andiamo spesso in vacanza insieme, è come se fosse un altro, si chiude in se stesso, parla poco, è preoccupato di gestire il pranzo, le varie faccende necessarie per una buona riuscita del pasto...si perde così quella spontaneità che aiuta a farci capire se siamo ben accetti o no!
Forse questo succede perchè essendo tua sorella più giovane di te e suppongo anche tuo cognato, percepisci questo senso di chiusura proprio perchè il ragazzo trovandosi tanto bene quando viene da te fa del suo meglio per essere all'altezza e far fare bella figura a tua sorella quindi non si lascia andare dandoti quell'impressione di disagio...
Questo significa solo una cosa: che ci tengono molto a te.
Il fatto che in vacanza questo non succeda è perchè li vi trovate tutti su un terreno neutro, non ci sono nè ospiti nè ospitanti.
A casa tua essendo tu la sorella maggiore si rilassano e sono se stessi perchè non c'è il daffare di figurare bene con il cibo e con il resto, ma solo godere della tua ospitalità.

Anche a me succede che quando ho degli ospiti che devono venire a pranzo o a cena sono talmente preoccupata che tutto si svolga per il meglio e che tutti si trovino a loro agio che non riesco a godere appieno della loro compagnia, e questa cosa toglie qualcosa al piacere di stare insieme, forse perchè quella che non si trova a proprio agio sono proprio io, che corro dalla cucina al soggiorno senza sedermi un po' e partecipare alla conversazione, cosa che si sblocca finito di mangiare e allora mi rilasso.
Quando invece mi capita di avere ospiti all'improvviso sono molto più spontanea, cucino in loro compagnia e allestiamo insieme la tavola, in questo modo è più rilassante.
Il segreto dell'ospitalità secondo me è annullare le distanze che possono creare disagio.
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Vecchio 11-01-2010, 00.58.32   #8
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Il segreto dell'ospitalità secondo me è annullare le distanze che possono creare disagio.
Bello, ma come?

Io mi sono resa conto di sentirmi molto più a mio agio ad oispitare, anche se onestamente l'ho sperimentato per piccolissimi periodi, mai più di mezza giornata...invece mi sono trovata per ben due volte (ben due! ) ad essere ospitata per qualche giorno e devo dire che il festival dell'ansia è stato clamoroso. Fino all'arrivo, poi mi sono trovata non bene, benissimo, tanto da farmi giungere alla sudata convinzione che buona parte dell'ansia fosse generata da ste ca..noniche aspettative, le mie e le mie che mettevo automaticamente in testa a loro.

Francamente inutili, ma ci devi affogare per scoprire che hai i polmoni e vuoi respirare.

Forse quando ospito sono nella mia cuccia, nel mio mondo e come conosciuto, per quanto magari inadeguato, è comunque il mio, li mi ci rifugio meglio..eh bon che poi proprio mi piace vedere che le persone stanno bene a casa mia, si rilassano (essontantobbrava eccheccavolomelodicodasolachissene)

Credo che molto dell'ospitalità, comunque, dipenda da una propria interiore, maggiore o minore, rigidità..
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Vecchio 11-01-2010, 02.09.15   #9
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La capacità di ospitare gli altri, di farli sentire a loro agio, dipende secondo me dalla capacità che abbiamo di metterci a confronto liberamente, d'instaurare un dialogo, di avere una comunicatività spontanea, forse alla base senza troppi complessi. Ci viene più facile ospitare gli amici che conosciamo da anni, sì perchè i parenti sono più difficili...ti esaminano, ti danno dei voti, dal quattro al cinque/sei massimo, (scherzo!), la sufficienza piena te la conquisti solo con gli anni!

Mi capita ad esempio di venire invitata da mia cognata da parte di mio marito sempre con un numero imprecisato di persone che non conosco e dunque alla fine mi sento a disagio, si parla solo di cose superficiali o di argomenti da salotto...insomma addio intesa familiare!
Quando contraccambio l'invito non faccio come lei, riunisco solo noi della famiglia e stiamo bene e lei immancabilmente sottolinea" certo siamo stati bene!" quasi con meraviglia, ogni volta! Ci ho pensato a lungo su questo suo comportamento ed ho capito che la paura dei silenzi, delle cose da dire la spinge a richiamare altre persone in modo da sentirsi sicura, lei che ha ogni ben di Dio, una casa meravigliosa curata nei minimi particolari, un giardino parco, dove ci sono qualità di piante mai viste...eppure ha paura dei silenzi, di non saper cosa dire con me, avverte un sottile senso di disagio.
mi ha confessato che, non avendo tempo di leggere libri, impara a memoria la trama dei libri più famosi e ne legge la critica, così non sfigura davanti agli amici! Una donna capace di guidare un'azienda con una forza manageriale davvero super, eppure anche lei inaspettatamente si trova in difficoltà, ha il suo punto debole.
Non so se vado fuori tema, comunque spesso le case sono l'espressione del modo di vivere, di pensare di porsi e dunque di essere ospitali...
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Vecchio 11-01-2010, 18.48.20   #10
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E' vero che l'ospitalità, essendo una parte del relazionarsi, va di pari passo con questa nostra generica capacità... quindi è una delle varie possibili modalità con cui escono le nostre caratteristiche comunicativo/relazionali, sia nel bene che nel male.

Ma allora, perchè a qualcuno viene più facile essere ospitato che ospitare (ospitato e ospitante si dicono sempre ospite... spunto da esplorare) e a qualcun altro l'opposto, indipendentemente dalle persone con cui si relaziona?

Un modo di vedere la cosa potrebbe essere: ospito/accolgo col femminile e sono ospitato/entro col maschile....
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Vecchio 12-01-2010, 01.22.15   #11
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E' vero che l'ospitalità, essendo una parte del relazionarsi, va di pari passo con questa nostra generica capacità... quindi è una delle varie possibili modalità con cui escono le nostre caratteristiche comunicativo/relazionali, sia nel bene che nel male.

Ma allora, perchè a qualcuno viene più facile essere ospitato che ospitare (ospitato e ospitante si dicono sempre ospite... spunto da esplorare) e a qualcun altro l'opposto, indipendentemente dalle persone con cui si relaziona?

Un modo di vedere la cosa potrebbe essere: ospito/accolgo col femminile e sono ospitato/entro col maschile....
Nella parte dell' ospitante prevale il mio femminile e quindi l'accoglienza , l'apertura , la disponibilità , il nutrire l'accudire ecc. ed ecco che i miei ospiti si sentono a loro agio ed io con loro .
Nella parte dell'ospitato può prevalere il mio maschile e quindi energia che si muove verso l'esterno ed ecco l'azione , la durezza , l' aggressività , il giudizio che possono creare imbarazzo , tensione e disagio a me stessa oppure nelle persone che mi ospitano , in quest'ultimo caso sarà la percezione del loro disagio a causare di riflesso il mio .
Circa meno quasi ?
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Vecchio 12-01-2010, 01.33.32   #12
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Nella parte dell'ospitato può prevalere il mio maschile e quindi energia che si muove verso l'esterno ed ecco l'azione , la durezza , l' aggressività , il giudizio
Eh, con sto maschile qua, mi sa che mi buttano fuori dappertutto.

Femminile accoglie, il maschile si fa accogliere. La passività attiva e l'attività passiva... è una delle cose belle dell'ospitalità. Roba forse non sempre facilissima da maneggiare.
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Vecchio 12-01-2010, 01.37.04   #13
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Un modo di vedere la cosa potrebbe essere: ospito/accolgo col femminile e sono ospitato/entro col maschile....
Uhm questa cosa non mi suona tantissimo..

Di sicuro come chioccia sono a mio agio nel ruolo di ospitante ma allo stesso tempo quest'accoglienza se diventa troppo materna infastidisce (ma dimmi che vuoi un'altra fetta di tooorta daiiiiiiiiiiiiiiiiii ) e qui invece vedo benissimo la sola parola ospite per entrambe le parti (nello sport invece la squadra ospite è quella di casa, si?)

L'ospitazione (ahahah) riesce bene, penso, quando entrambe le parti sono tanto rilassate da essere in equilibrio, quando non si stravolge la propria vita per l'arrivo di un parente, pur modificandola per starci assieme, e dall'altra parte accogliendo le necessità di chi ospita di mantenere certi ritmi modificando se serve i propri.

Un buon ospite (nei due versi) è una persona che sa flettersi senza piegarsi, l'assenza di aspettative di prima, l'assenza di prospettive anche (uh bella quest'assonanza )

Io ad esempio essendo rigida su alcuni aspetti fatico a trovare un nuovo equilibrio al di fuori del mio, che è il perimetro di casa mia..
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Vecchio 12-01-2010, 01.58.26   #14
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Eh, con sto maschile qua, mi sa che mi buttano fuori dappertutto.

Femminile accoglie, il maschile si fa accogliere. La passività attiva e l'attività passiva... è una delle cose belle dell'ospitalità. Roba forse non sempre facilissima da maneggiare.
Mi sa che il rischio di essere buttato fuori non è limitato alla durezza o rigidità o quant'altro anche l'astrusità del linguaggio di cui sopra potrebbe crearti qualche problemino ."....passività attiva / attività passiva.....maneggiare " ....ci riprovo domani sempre che tu non reputi opportuno aggiungere qualche parolina in più che faciliti la mia naturale ridotta capacità di comprensione
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Vecchio 12-01-2010, 02.18.00   #15
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Eh, con sto maschile qua, mi sa che mi buttano fuori dappertutto.

Femminile accoglie, il maschile si fa accogliere. La passività attiva e l'attività passiva... è una delle cose belle dell'ospitalità. Roba forse non sempre facilissima da maneggiare.
Già questo concetto non riesco a superarlo, devo sbloccare alcuni schemi mentali...chi accoglie,la parte femminile, come sottolinei dopo, non è sempre passivo, tutt'altro e dunque è attiva e passiva e chi si fa accogliere, il maschile, svolge anche lui una attività attiva e passiva, perchè l'una esclude l'altra? !
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Vecchio 12-01-2010, 02.23.55   #16
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Già questo concetto non riesco a superarlo, devo sbloccare alcuni schemi mentali...chi accoglie,la parte femminile, come sottolinei dopo, non è sempre passivo, tutt'altro e dunque è attiva e passiva e chi si fa accogliere, il maschile, svolge anche lui una attività attiva e passiva, perchè l'una esclude l'altra? !
Se leggi bene quello che ho scritto, una non esclude l'altra. L'attività può avere connotati passivi e la passività attivi... ma la parte maschile è quella attiva e la femminile quella passiva.
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Vecchio 12-01-2010, 02.32.35   #17
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i... ma la parte maschile è quella attiva e la femminile quella passiva.
sono archetipi? presi dalla tradizione popolare?
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Vecchio 12-01-2010, 12.57.33   #18
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Già questo concetto non riesco a superarlo, devo sbloccare alcuni schemi mentali...chi accoglie,la parte femminile, come sottolinei dopo, non è sempre passivo, tutt'altro e dunque è attiva e passiva e chi si fa accogliere, il maschile, svolge anche lui una attività attiva e passiva, perchè l'una esclude l'altra? !
Dico la mia eh, a me invece quella definizione di Ray piace tantissimo.
A me ha fatto venire in mente (chiedo scusa dell'argomento se dovesse dare noia) all'organo sessuale femminile e a quello maschile, il femminile è accogliente, ma per poter accettare il sesso maschile esso deve diventare attivo e scatenare l'accoglimento nel femminile.
In pratica lo vedo come un balletto.

L'ospite accoglie quindi si predispone all'accoglimento che è stato suscitato dal maschile ospite, ovvero invitiamo persone per stare bene e se le invitiamo è perchè ci suscitano quello stare bene.
L'ospite che arriva e sarà ospitato è ciò che ha fatto si che in noi nascesse il desiderio di ospitarlo, quindi se sei ospitato sei ruolo maschile, forse come dici tu si parla di archetipi pure qui, di atteggiamenti.
Chissà forse il segreto è proprio questo se non si accoglie per il piacere di accogliere poi nascono tutte quelle critiche assurde e deleterie.Mah.

Il punto è che di solito si creano dei guai perchè l'ospite che arriva lo fa in modo sbagliato, quindi criticando e di conseguenza crea sucessivamente un crash nel desiderio dell'ospitante di ospitare nuovamente. E divorziano. ahahahahah
Scherzi a parte io sarei più per l'ospitalità, mi piace ospitare, in maniera particolare i bambini (perchè non criticano e si godono l'ospitalità), come per il resto sono ospite che concede tutto, anche troppo e poi pago dazio. ahahah
Ultimamente ospito di rado e me ne rammarico, ma manco per altri problemi.
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Vecchio 13-01-2010, 01.12.58   #19
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Dico la mia eh, a me invece quella definizione di Ray piace tantissimo.
A me ha fatto venire in mente (chiedo scusa dell'argomento se dovesse dare noia) all'organo sessuale femminile e a quello maschile, il femminile è accogliente, ma per poter accettare il sesso maschile esso deve diventare attivo e scatenare l'accoglimento nel femminile.
In pratica lo vedo come un balletto.
Sono d'accordo quando dici che accogliere è femminile, mi perdo quando penso alla passività, concetto che mi dà un senso negativo, tutto ciò che è passivo è inerte!
Quando accolgo sono anche attiva, mi organizzo per ricevere al meglio, do tutta me stessa perchè l'ospite stia bene, di sicuro è un ospite a me gradito, non ho quasi mai invitato persone che non mi erano simpatiche!

La parte maschile perchè deve essere attiva, quasi nella sua specie ci fosse il lumen divino, la forza della vita...?
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Vecchio 13-01-2010, 02.29.20   #20
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tutto ciò che è passivo è inerte!
Qui sta il guaio Filo, ancora sta cosa non ti torna.
Ciò che è inerte è morto. Ciò che è passivo non è assolutamente inerte. Provo da un altro punto di vista... ciò che è attivo ha una forma e ciò che è passivo prende la forma di ciò che è attivo. Ma per farlo non può essere inerte... ciò che è inerte non reagisce allo stimolo.

Eppoi continui a vedere passivo come negativo... e ti perdi il bello del femminile (come principio). Mentre invece lo cogli quando lo descrivi nel tuo impegnarti ad essere accogliente... quel fare della parte passiva per ben adattarsi alla forma che arriva. Passività attiva, appunto.
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Vecchio 13-01-2010, 10.23.22   #21
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La Terra, il pianeta Terra, è passivo rispetto all'uomo (inteso come genere, non solo maschietti), eppure non è inerte.
Nelle Arti marziali con una posizione passiva puoi far cadere una persona o perfino fargli male sfruttando la sua forza....

Filo, se è di consolazione non è un problema solo tuo, è cosa occidentale, siamo fin da piccoli indirizzati sul concentrarci ed attivare il lato maschile (anche per le donne vale si, sopratutto negli ultimi 70/80 anni) che ci pare che il lato femminile sia invalidante. In realtà come cultura avremmo bisogno si di rafforzare il lato maschile (e l'oriente il femminile) ma per ora stiamo ancora fallendo, perchè abbandoniamo quello che abbiamo già (il lato femminile) senza in realtà fare passi in avanti con il maschile.
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Vecchio 13-01-2010, 11.08.43   #22
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La Terra, il pianeta Terra, è passivo rispetto all'uomo (inteso come genere, non solo maschietti), eppure non è inerte.
Nelle Arti marziali con una posizione passiva puoi far cadere una persona o perfino fargli male sfruttando la sua forza....

Filo, se è di consolazione non è un problema solo tuo, è cosa occidentale, siamo fin da piccoli indirizzati sul concentrarci ed attivare il lato maschile (anche per le donne vale si, sopratutto negli ultimi 70/80 anni) che ci pare che il lato femminile sia invalidante. In realtà come cultura avremmo bisogno si di rafforzare il lato maschile (e l'oriente il femminile) ma per ora stiamo ancora fallendo, perchè abbandoniamo quello che abbiamo già (il lato femminile) senza in realtà fare passi in avanti con il maschile.
L'occidente ha gia' il lato femminile piu' sviluppato di quello maschile?
Sicuro?
Tutta la volonta' di potenza dello scientismo occidentale non e' maschile ?
A me sembra che manchi il lato femminile all'occidente .
Se ho capito bene quello che hai detto .
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Vecchio 13-01-2010, 11.14.01   #23
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Provo a farti un esempio metafora, vediamo se ci capiamo al volo Nike.
Uno veramente ricco, nato ricco, ha bisogno di mostrare le sue ricchezze?
Le ricchezze (vere o presunte) le mostra chi non le ha, chi le vorrebbe avere, chi le sta iniziando appena ad avere.
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Vecchio 13-01-2010, 11.35.46   #24
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Provo a farti un esempio metafora, vediamo se ci capiamo al volo Nike.
Uno veramente ricco, nato ricco, ha bisogno di mostrare le sue ricchezze?
Le ricchezze (vere o presunte) le mostra chi non le ha, chi le vorrebbe avere, chi le sta iniziando appena ad avere.
Si certo oggi i lati maschile e femminile si vanno confondendo l'oriente e' diventato peggio di noi in fatto di avidita' e ricerca di benessere materiale .
Pero l'oriente ha tradito le sue tradizioni naturalmente femminili mentre noi eravamo tradizionalmente maschili , da Socrate in poi il razionalismo e'stato occidentale .
Forse noi occidentali oggi siamo piu' sensibili alla conservazione del mondo cioe' al lato femminile perche' piu' avanti di loro nella comprensione di quello che ha portato di male la tecnica .
Non sara' che si stanno invertendo i ruoli?
nikelise non è connesso  
Vecchio 13-01-2010, 12.24.48   #25
Uno
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Si certo oggi i lati maschile e femminile si vanno confondendo l'oriente e' diventato peggio di noi in fatto di avidita' e ricerca di benessere materiale .
Pero l'oriente ha tradito le sue tradizioni naturalmente femminili mentre noi eravamo tradizionalmente maschili , da Socrate in poi il razionalismo e'stato occidentale .
Forse noi occidentali oggi siamo piu' sensibili alla conservazione del mondo cioe' al lato femminile perche' piu' avanti di loro nella comprensione di quello che ha portato di male la tecnica .
Non sara' che si stanno invertendo i ruoli?
Aspetta, non confondere l'esteriore con l'interiore.
Una nazione che va in guerra e mostra i muscoli, una nazione che privilegia la ragione, il profitto, una nazione i cui bambini devono già a scuola mostrare risultati con il voto..... non è una nazione maschile.
E' una nazione che cerca il maschile e viceversa.
L'oriente è maschile nell'essenza e sta cercando ormai da millenni si può dire il lato femminile, l'occidente al contrario...
Però nelle fluttuazioni e contaminazioni tra i due ecco che oggi anche ad oriente si rispostano sul maschile quando ancora non hanno trovato a pieno il femminile, e noi occidentali cerchiamo il femminile che tutto sommato abbiamo già basta non perderlo (nelle moderne psicologie e filosofie alla moda) quando ancora ci manca un maschile reale.
Questo è l'inganno della visione ridotta.
"Andiamo" in oriente perchè alla moda ci pare di cercare il femminile dell'introspezione, della riflessione, della contemplazione... ma noi dentro lo avremmo già, in realtà non siamo capaci di concentrarci, cosa che invece gli orientali hanno ma non sono capaci realmente di espandersi. (ovviamente lasciamo fuori i Maestri, parliamo della massa).
Ecco perchè se un paese come l'India si butta nell'informatica da nel giro di poco tempo i punti a tutto l'occidente, per loro la concentrazione è una cosa naturale, però se provano a fare arte (vedi film per esempio) si arenano. Parlo in generale eh... poi ci sono casi e casi...
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