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Vecchio 29-11-2010, 17.55.25   #1
Uno
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Predefinito Se fossimo immortali...

Se fossimo immortali (poniamo da oggi) con la menta-lità che abbiamo oggi come andrebbero le cose?

Prima di tutto le due opzioni: immortali solo noi/alcuni o tutti?
Se fossero immortali solo pochi vedrebbero tutti quelli intorno invecchiare e morire. Dovrebbero comunque tenere segreta la cosa perchè per invidia sarebbero perseguitati e quindi dovrebbero comunque cambiare società, luogo e mantenere sempre un profilo basso o comunque esclusivo di certi circoli sociali.
Se invece fossero tutti immortali come minimo la natura dovrebbe bloccare le nascite perchè l'umano da solo non rinuncerebbe se non dopo qualche generazione.

In ogni caso, per qualche centinaio di anni uno potrebbe farsi una posizione, sistemarsi etc.... ma poi?
Provate ad immaginare la vostra vita così com'è ripetuta per 2000 anni.
Avrebbe un senso? O vi sparereste prima?
Pensateci, lo so che a prima vista tutti risponderebbero, si saprei cosa fare. Nella realtà penso che pochi resisterebbero più di 200 anni, ma anche ad arrivarci.

Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
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Vecchio 29-11-2010, 18.11.55   #2
Ray
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Ahh, io saprei cosa fare, sisi. Me la prenderei comoda, ma talmente tanto comoda che ci metterei un'eternità a fare quel che sto cercando di fare in una vita e che probabilmente non basterà. E' che comunque, anche se immortale, il tempo prima o poi verrebbe a mancare.

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Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
Vabbeh, oggi hai esorcizzato Nike, però adesso sei posseduto da Marzullo.

Ci penso dai...
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Vecchio 29-11-2010, 18.20.26   #3
diamantea
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Se fossimo immortali (poniamo da oggi) con la menta-lità che abbiamo oggi come andrebbero le cose?

Prima di tutto le due opzioni: immortali solo noi/alcuni o tutti?
Se fossero immortali solo pochi vedrebbero tutti quelli intorno invecchiare e morire. Dovrebbero comunque tenere segreta la cosa perchè per invidia sarebbero perseguitati e quindi dovrebbero comunque cambiare società, luogo e mantenere sempre un profilo basso o comunque esclusivo di certi circoli sociali.
Se invece fossero tutti immortali come minimo la natura dovrebbe bloccare le nascite perchè l'umano da solo non rinuncerebbe se non dopo qualche generazione.

In ogni caso, per qualche centinaio di anni uno potrebbe farsi una posizione, sistemarsi etc.... ma poi?
Provate ad immaginare la vostra vita così com'è ripetuta per 2000 anni.
Avrebbe un senso? O vi sparereste prima?
Pensateci, lo so che a prima vista tutti risponderebbero, si saprei cosa fare. Nella realtà penso che pochi resisterebbero più di 200 anni, ma anche ad arrivarci.
Vivi solo quelli meritevoli sarebbe anche egoistico per chi va e viene, sfruttare in eterno la loro bontà o talenti.

Vivi tutti non sarebbe possibile, la terra non ci potrebbe contenere in continua espansione. Limitare le nascite? Io forse non sarei mai nata.
Tutti utili e nessuno indispensabili, sembra banale eppure ognuno di noi porta un contributo che a qualcuno servirà.

Stancarsi di vivere? Dipende da molti fattori. Per me se ho giovinezza, salute e il minimo per vivere non so se mi stancherei di osservare il continuo divenire. Però non sono ancora vecchia e malata. Fin ora ho visto solo la mia nonna dire che era stanca di vivere e andarsene serena.

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Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
Per ora riesco a concepire che la morte è una conseguenza della vita.
E' vero che tutto ciò che muore si trasforma e ritorna a vivere ma la mia esperienza è che dalla vita si arriva alla morte.
La morte è l'unica certezza della vita. Così come la vita è l'unica certezza della morte.
Quello che per me ora è vita poi muore, se risorge o rinasce in altra vita non ne ho ancora consapevolezza.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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Vecchio 29-11-2010, 18.33.02   #4
Uno
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Vabbeh, oggi hai esorcizzato Nike, però adesso sei posseduto da Marzullo.
Il primo che mi da dell'omofobo se dico che giammai Marzullo mi possiederà....




Pensaci, pensaci, non è come l'uovo e la gallina.

Mortalità Tea, non morte, piccolo appuntino importante
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Vecchio 29-11-2010, 20.25.06   #5
Sole
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Potrei accettare si essere immortale solo se avessi uno scopo che dia un senso alla vita fisica immortale. Ma una vita "comune" esaurisce il suo scopo nei giusti anni che ci sono, forse sono anche troppi, per cui se non avessi uno scopo sarebbe troppo tempo rubato a chi invece non ne ha.

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Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
Di primo impatto mi veniva di dire che entrambe si equivalgono ma poi hai detto che non è come l'uovo e la gallina...

Se la vita è cosenguenza della mortalità vuol dire che il vivere stesso causa la morte. Se è il fatto stesso che moriamo che spinge alla vita vuol dire che vivere respinge la morte.
In questi due casi il fattore in gioco è la vitalità che consumandosi vivendo diventa mortalità. Ma avvertire una certa mortalità può portare ad una spinta verso la vitalità.

Quindi io direi che sono entrambe vere per fattori opposti. Vivere consumando vitalità senza rigenerarla è causa di mortalità ma avvertire mortalità può essere causa di vita.
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Vecchio 30-11-2010, 19.23.20   #6
RedWitch
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.........
Pensateci, lo so che a prima vista tutti risponderebbero, si saprei cosa fare. Nella realtà penso che pochi resisterebbero più di 200 anni, ma anche ad arrivarci.
Tempo fa ho avuto occasione di vedere delle belle tartarughe di terra giganti che avevano l'una per l'altra 200 anni di età. Si muovevano lente e quello che mi è passato per la mente è stato: ma che noia, 200 anni sempre con quei pochi gesti ripetitivi: una specie di inferno. Per l'uomo immagino che non sarebbe tanto diverso, anche se il suo raggio di azione è un po' più grande rispetto a quelle tartarugone..

Credo che il desiderio di immortalità per me sia dato soprattutto dal fatto che non so cosa accade dal momento della morte in poi, e la mia paura più grande è quella del dissolvimento, del nulla eterno, ma che di fatto, vivere qui per sempre non sarebbe proprio possibile (avete presente quel film in cui il protagonista si sveglia ogni mattina ed è sempre lo stesso giorno? Temo che più o meno sarebbe qualcosa del genere, una ripetitività infinita).

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Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
A me verrebbe da dire che è un ciclo, che non puo' esistere l'una senza l'altra (ma sarebbe come l'uovo e la gallina).. pero' forse per essere la mortali, bisogna necessariamente nascere e vivere.. non so.
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Vecchio 30-11-2010, 20.02.30   #7
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Immortali invecchiando o immortali e basta?
Perchè se devo invecchiare no grazie, al di là che Uno ha detto "con la mentalità di OGGI" naaaaaa non posso reggere.

Penso.

Penso perchè in realtà sono passati oltre 30 anni da quando sono nata e mi pare ieri. Quindi molto probabilmente con la metalità di oggi 200 potrebbero essermi giusto utili per iniziare ad aprir appena un occhio.

Hai voglia, con 10.000 anni a disposizione magari riuscirei a leggere Gurdjeff quindi invecchiando no, restando così magari si, ma con l'opzione soddisfatti o rimborsati

La mortalità è una consegueza della vitalità secondo me perchè se partiamo da un piano di non manifestazione la vitalità ci fà emergere e la mortalità ci fà scomparire. In un balletto continuo naturalmente.
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Vecchio 30-11-2010, 23.23.11   #8
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Pensaci, pensaci, non è come l'uovo e la gallina.
Sono abbastanza convinto che sia la mortalità una conseguenza della vita, implicando la vita il divenire.
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Vecchio 01-12-2010, 00.29.16   #9
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Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
Ho sempre pensato che "donare" l'immortalità ad un mortale sarebbe una delle più grandi punizioni possibili, l'immortalità è una possibilità solo di chi è già immortale.
Con queste premesse rispondo anche alla tua domanda dicendo che secondo me è la vita una conseguenza della mortalità. Senza la mortalità, ossia senza la possibilità di morire, la vita si esaurirebbe e non avrebbe più gli input per andare avanti, mancherebbe di quel rinnovamento di cui ha costantemente bisogno.
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Vecchio 01-12-2010, 01.21.37   #10
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Immagino l'immortalità in questo mondo come qualcosa di terribile, affezionarsi a qualcuno di volta in volta e perderli deve essere una punizione tremenda ed un tormento che o ti distrugge il cuore oppure ti fa impazzire. Per cui niente immortalità.

Del morire l'unica cosa che mi spaventa è la paura della punizione Divina e il momento del trapasso.

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Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
Le penso valide entrambi.
Perchè iniziamo a morire appena nasciamo come allo stesso tempo ogni morte ci da vita.
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Vecchio 01-12-2010, 11.56.46   #11
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E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita?
Se fossimo immortali in questo corpo fisico non arriveremmo mai a completamento della nostra esperienza quindi paradossalmente saremmo dei morti/vivi o morti per sempre.

Perchè la vita che viviamo è già una morte in embrione...
In altre parole per vivere questa vita siamo morti dal punto di vista dell'immortalità, che d'altra parte è impossibile in questa dimensione fisica e per fortuna che Dio ha dato un termine ai nostri giorni sulla terra...

Quindi la vita come la viviamo è una conseguenza della mortalità in tutti i sensi, anche per la vita futura.

Non so se sono riuscita a spiegarmi.
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Vecchio 01-12-2010, 13.44.46   #12
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Scusate la scopiazzatura da wiki, ma sembrerebbe che un uomo sia vissuto almeno 197 anni.

Li Ching-yun o Li Ching-yuen (cinese tradizionale: 李清雲; pinyin: Lǐ Qīngyún; Qi Jiang Xian, asseritamente 1677 o 1736 – Kai Xian, 5 maggio 1933) è stato un artista marziale, tattico ed erborista cinese.
L'uomo è noto per aver dato vita a uno dei più clamorosi miti di longevità umana. Secondo il mito taoista sarebbe infatti vissuto 256 anni, ed egli stesso affermava la data di nascita pure remota del 1736, che gli avrebbe attribuito in ogni caso un'età di quasi due secoli (197 anni) alla morte.


« Conserva quieto il cuore,
siedi come la tartaruga,
cammina vispo come il piccione
e dormi come il cane. »
(Il segreto della longevità secondo Li Ching-yun)
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Vecchio 02-12-2010, 17.05.32   #13
Telemaco
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Cosa è la morte ?
cosa è essere immortali ?

La vita e la morte non esistono come cose a sè stanti, fanno parte di un unico movimento che noi non possiamo afferrare.

Il corpo nei suoi elementi costitutivi è immortale, non muore mai, semplicemente si trasforma in qualcos'altro, in qualche altra forma di vita.
Un cadavere non si potrebbe decomporre in qualcos'altro se in esso non ci fosse il fluire della vita.

E' il nostro pensiero che è terrorizzato dalla morte.
Il pensiero è un processo continuo di nascita e morte, ogni pensiero nasce e muore a un nuovo pensiero.
E' la nsotra memoria che ci da un'illusione di continuità come individui...
In realtà non esiste alcun individuo pensante, esiste un corpo costituito da elementi immortali e pensieri che vanno e vengono a cui noi diamo un senso di continuità...
Per questo temiamo la morte, abbiamo paura di perdere la nostra continuità e così ci siamo inventati l'anima e l'aldilà per dare un senso al nostro desiderio di permanenza.
In realtà esiste solo la vita, da cui noi ci crediamo separati come individui...la nostra grande illusione
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Vecchio 02-12-2010, 18.48.55   #14
Edera
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Con queste premesse rispondo anche alla tua domanda dicendo che secondo me è la vita una conseguenza della mortalità. .
Anch'io come Kael tendo verso questo pensiero. ..
La vita come conseguenza della mortalità perchè è morendo che la vita si rinnova costantemente, non avrebbe senso vivere senza morire in fin dei conti le persone inconsciamente si muovono perchè sanno che non hanno tempo infinito davanti a loro.

Se qualcuno donasse alla personalità edera l'immortalità mi vorrebbe molto male perchè non potrei accedere alla vera vita quello dello Spirito, non tornerei più a casa.
Ho pensato che per lo Spirito la vita è una specie di morte, qualcosa che lo limita, lo costringe, lo toglie dall'infinitezza dove abita per esperire.. E' un pensiero assurdo?
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Vecchio 02-12-2010, 19.52.52   #15
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Originalmente inviato da Edera Visualizza messaggio
Ho pensato che per lo Spirito la vita è una specie di morte, qualcosa che lo limita, lo costringe, lo toglie dall'infinitezza dove abita per esperire.. E' un pensiero assurdo?
No non è assurdo, è abbastanza condivisibile, partendo dal presupposto che che quello che ci hanno sempre raccontato sullo spirito e l'aldilà siano veri.
Così vita e morte sarebbero due facce della stessa porta viste da differenti angolazioni...


IL problema secondo me è che questo pensiero ci abbia danneggiati.
Pensando ad una vita oltre questa vita, siamo sempre proiettati su ciò che sarà, nel domani...
Così non viviamo mai abbastanza bene il presente e questa vita, l'unica vita che possiamo veramente sperimentare non riusciamo mai a godercela veramente...
viviamo sempre nella speranza e nel conforto di un qualcosa che forse non esiste, ma non abbiamo l'onestà di ammetterlo
...crediamo che un giorno ci troveremo ad essere solo spirito e che vivremo eternamente nella gioia....
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Vecchio 02-12-2010, 20.34.51   #16
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...crediamo che un giorno ci troveremo ad essere solo spirito e che vivremo eternamente nella gioia....
No, io credo che lo Spirito abbia altri genere di problemi a seconda della sua evoluzione
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Vecchio 03-12-2010, 14.16.28   #17
luke
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Personalmente credo che sapere di essere immortale potrebbe aiutare a vivere in modo diverso, senza la paura dello scorrere del tempo o dell amorte sempre incombente.
Una vita più "piena" potrebbe essere reggibile più a lungo di una normale e mortale, forse 200 anni forse qualcosa di più.

Poi in ogni caso penso subentrerebbe la noia, o comunque qualcosa che ci farebbe esaurire la voglia di andare avanti.
Quindi al limite mi interesserebbe un'immortalità "revocabile" a mia discrezione.

Forse se passassimo ad altri piani di esistenza totalmente diversi,potremmo aver enuovi impulsi per andare avanti ancora per parecchio, però ragionando da comune mortale quale sono oggi credo che alla fine arriverebbe unpunto in cui non si vuolepiù andare avanti, in cui invece di esserci l'istinto di sopravvivenza ci sia l'impulso a sparire a non voler esserci più, a voler essere nulla.

Sulla questione filosofica non ho ancora idee precise, la sensazione è che la base sia la vita e la mortalità sia un fattore ad essa collegato, una variabile dipendente che serve per plasmare meglio la vita o permetterne un pieno svolgimento.

Alcune sere fa in Tv ho sentito una frase , forse collegata, che diceva " non è che si muore perchè ci si ammala, ci si ammala perchè si deve morire"
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Vecchio 03-12-2010, 14.27.01   #18
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No, io credo che lo Spirito abbia altri genere di problemi a seconda della sua evoluzione
Ognuno ha le sue credenze, certezze...tutte rispettabili...

Faccio solo una considerazione...

Non riusciamo neppure a comprendere questa vita, la nostra vita, non sappiamo risolvere in nostri problemi eistenziali da generazioni.....
Eppure ci spingiamo fino a preoccuparci dell'aldilà, dello spirito, dell'anima e ciò che verrà....
Sempre speranze, immaginazione... sempre ciò che sarà domani...

Questo è il vero problema, non riusciamo proprio a pensare all'adesso e vivere pieneamente in esso...
A volte invidio la spensieratezza e gioia di vivere degli animali...loro l'immortalità non se la filano nemmeno....così come d'altronde non se ne preoccupa il nostro straordinario organismo fisico....

Ultima modifica di Telemaco : 03-12-2010 alle ore 14.30.00.
Telemaco non è connesso  
Vecchio 03-12-2010, 14.34.25   #19
luke
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Ognuno ha le sue credenze, certezze...tutte rispettabili...

Faccio solo una considerazione...

Non riusciamo neppure a comprendere questa vita, la nostra vita, non sappiamo risolvere in nostri problemi eistenziali da generazioni.....
Eppure ci spingiamo fino a preoccuparci dell'aldilà, dello spirito, dell'anima e ciò che verrà....
Sempre speranze, immaginazione... sempre ciò che sarà domani...

QUesto però, a mio avviso, è dovuto anche ad una convinzione errata o comunque parziale che considera certe cose tipo lo spirito o l'anima e l'aldilà come totalmente slegate all'oggi ed a noi stessi, come se fossimo su questa terra solo in stand by in attesa di altro.
Se siamo qui un motivo ci sarà pure, non è solo attesa, evidentemente è uno dei modi per comprendere meglio certe cose, se uno vuole o almeno ci prova.
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Vecchio 03-12-2010, 15.46.04   #20
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
QUesto però, a mio avviso, è dovuto anche ad una convinzione errata o comunque parziale che considera certe cose tipo lo spirito o l'anima e l'aldilà come totalmente slegate all'oggi ed a noi stessi, come se fossimo su questa terra solo in stand by in attesa di altro.
Se siamo qui un motivo ci sarà pure, non è solo attesa, evidentemente è uno dei modi per comprendere meglio certe cose, se uno vuole o almeno ci prova.
Sono d'accordo con Luke Telemaco, parli come se l'aldilà fosse un posto di luce e pace a cui tutti aneliamo perdendo di vista il presente. Ed è vero non sappiamo vivere il presente, siamo sempre nel passato o nel futuro. Per come la vedo restiamo e rimaniamo umani finchè non abbiamo capito tutto quello che c'è da capire poi possiamo passare a comprendere problemi di altro tipo, 'dell'aldilà', ma è tutto compenetrato, non c'è un posto lassù nel cielo dove voleremo felici per l'eternità, separato da noi.
Non capisco la separazione..
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Vecchio 03-12-2010, 19.37.27   #21
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Il corpo nei suoi elementi costitutivi è immortale, non muore mai, semplicemente si trasforma in qualcos'altro, in qualche altra forma di vita.
Tutto quello che ha detto Telemaco nei suoi post posso anche condivederlo mi distacco quando dice che non esistono Esseri Pensanti...

Ma volevo dire rispetto alla frase che ho quotato che se per il corpo vale questo dovrebbe valere anche per tutto ciò di cui siamo composti e solo perchè non siamo capaci di vederlo oggi non possiamo sostenere che non esiste. Ok non se abbiamo bisogno di toccare con mano allora questo credo sia impossibile senza lavorare in tal senso.

Ma esistono persone che nascono con dei ricordi di vite precedenti confermate da fatti...ricostruiti...poi ci sono i veggenti...insomma voglio dire che la piccola mente che viene attraversata dai pensieri come il traforo del monte bianco è un qualcosa di nuovo tant'è che come dice T. gli animali non l'hanno e di conseguenza vivono alla giornata, anzi quasi momento per momento.
La mente crea il paradiso e l'inferno lo crea qui ed è vero quando dice che la paura di morire l'ha lei, perchè il corpo è composto da sostanze ceh non muoiono ma si trsformano e noi siamo fatti di quella sostanza come il pongo veniamo strutturati fisicamente e poi ritorniamo nello stesso pongo e via dicendo.
Ma la mente che fine fa? Cosa è la mente? Non il cervello, ma la mente che fine fa?
E quel qualcosa che ci muove dall'interno che non so come chiamare che ci fa desiderare ed ogni desiderio non uguale per tutti ma è diverso e per questo ognuno di noi è diverso dall'altro che fine fa?
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Sono d'accordo con Luke Telemaco, parli come se l'aldilà fosse un posto di luce e pace a cui tutti aneliamo perdendo di vista il presente. Ed è vero non sappiamo vivere il presente, siamo sempre nel passato o nel futuro. Per come la vedo restiamo e rimaniamo umani finchè non abbiamo capito tutto quello che c'è da capire poi possiamo passare a comprendere problemi di altro tipo, 'dell'aldilà', ma è tutto compenetrato, non c'è un posto lassù nel cielo dove voleremo felici per l'eternità, separato da noi.
Non capisco la separazione..
E' evidente, cari Luke ed Edera, che non mi sono spiegato.
Sono io che non credo nella separazione.
Per me non esiste lo spirito e i suoi diversi problemi di evoluzione, non esiste il dilemma se la morte è la conseguenza della vita o viceversa.
Dico che esiste solo il movimento della vita e che vita e morte non sono entità separate per cui si possa chiedersi se viene prima l'una o l'altra.
Ma dal momento che tutti parlate dello spirito o del rinascere, della vita umana come esperienza per capire qualcos'altro, dello spirito come "vera vita" o di diversi piani di esistenza (sono tutte vostre definizioni) è evidente che voi considerate questa vita come un qualcosa di transitorio per arrivare a qualcos'altro.
Io dico che questa vita, per quel che ne sappiamo potrebbe essere tutto quello che c'è e non deve avere per forza un fine ultimo.
L'idea dell'eterno, da cui deriva la domanda se esiste l'immortalità è ciò che non ci fa vivere con pienezza e la causa dei nostri problemi esistenziali, ci allontana dal nostro essere nel presente.
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Vecchio 03-12-2010, 20.14.30   #23
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Tutto quello che ha detto Telemaco nei suoi post posso anche condivederlo mi distacco quando dice che non esistono Esseri Pensanti...

Ma volevo dire rispetto alla frase che ho quotato che se per il corpo vale questo dovrebbe valere anche per tutto ciò di cui siamo composti e solo perchè non siamo capaci di vederlo oggi non possiamo sostenere che non esiste. Ok non se abbiamo bisogno di toccare con mano allora questo credo sia impossibile senza lavorare in tal senso.

Ma esistono persone che nascono con dei ricordi di vite precedenti confermate da fatti...ricostruiti...poi ci sono i veggenti...insomma voglio dire che la piccola mente che viene attraversata dai pensieri come il traforo del monte bianco è un qualcosa di nuovo tant'è che come dice T. gli animali non l'hanno e di conseguenza vivono alla giornata, anzi quasi momento per momento.
La mente crea il paradiso e l'inferno lo crea qui ed è vero quando dice che la paura di morire l'ha lei, perchè il corpo è composto da sostanze ceh non muoiono ma si trsformano e noi siamo fatti di quella sostanza come il pongo veniamo strutturati fisicamente e poi ritorniamo nello stesso pongo e via dicendo.
Ma la mente che fine fa? Cosa è la mente? Non il cervello, ma la mente che fine fa?
E quel qualcosa che ci muove dall'interno che non so come chiamare che ci fa desiderare ed ogni desiderio non uguale per tutti ma è diverso e per questo ognuno di noi è diverso dall'altro che fine fa?
Riguardo ai veggenti e a coloro che ricordano vite passate ci sono già passato anch'io,ma ora non ci credo più.
Quando non ti limiti a leggere libri o ad ascoltare storielle di terza mano, quando cerchi risposte dalla vita, ti rendi conto che sono solo miti e nella maggior parte dei casi ciarlatani.
Ma ognuno può credere a ciò che desidera, non sta a me convincere nessuno, solo che non fanno parte di ciò che credo attendibile.

Riguardo alla distinzione tra materia e spirito, questo credo sia un'altra illusione, togliendo questa distinzione non hai più bisogno di molte domande, è solo una questione di percezione.

La mente non esiste, non è un'entità a sè stante autonoma. Definiamo mente l'insieme dei nostri pensieri,ma i pensieri sono semplici reazioni , vanno e vengono e ad ogni pensiero che muore ne nasce uno nuovo.
E' la memoria, il ricordo, che ci da l'idea di continuità e noi possiamo crearci un'identità sulla base dei pensieri con cui ci identifichiamo. Se perdessimo la memoria cosa sarebbe della nostra identità ? Non ricordare è come non essere mai esistiti.
L'unico momento reale ed eterno è quello presente. I pensieri fluiscono come un tutt'uno con la vita, è la nostra sensazione di separazione, di identità separata che ci fa sentire come ci sentiamo, ma se ci riflettiamo siamo un'unica cosa col tutto.

Dove va la mente ?
Chi se lo chiede? la mente !
Non possiamo accettare l'impermanenza, la mente è un sistema che si autoprotegge.
Il corpo rimane nel tutto, la mente, l'insieme dei pensieri,rimane nel flusso della vita.
Ciò che si perde è la propria identità, il ricordo di sè stessi.
Ma non esistendo un vero "sè stessi", rimane solo quello splendido, inafferrabile movimento unico che è la vita.

Ma il discorso è troppo complicato per poche righe....
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Vecchio 03-12-2010, 21.13.01   #24
griselda
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Riguardo ai veggenti e a coloro che ricordano vite passate ci sono già passato anch'io,ma ora non ci credo più.
Quando non ti limiti a leggere libri o ad ascoltare storielle di terza mano, quando cerchi risposte dalla vita, ti rendi conto che sono solo miti e nella maggior parte dei casi ciarlatani.
Ma ognuno può credere a ciò che desidera, non sta a me convincere nessuno, solo che non fanno parte di ciò che credo attendibile.

Si è vero ognuno deve credere quel che desidera ma anche ciò che ha costatato con mano e il rispetto a chiunque.

In questo mondo duale però se esistono i ciarlatani non può non esistere il suo contrario.
Quote:


Riguardo alla distinzione tra materia e spirito, questo credo sia un'altra illusione, togliendo questa distinzione non hai più bisogno di molte domande, è solo una questione di percezione.

La mente non esiste, non è un'entità a sè stante autonoma. Definiamo mente l'insieme dei nostri pensieri,ma i pensieri sono semplici reazioni , vanno e vengono e ad ogni pensiero che muore ne nasce uno nuovo.

I pensieri li calamitiamo per via di cò che siamo nel momento in cui ci arrivano la mente poi può o no soffermarci sopra e perdersi in essi concorso che se li osservi e basta come sono arrivati se ne vanno perchè senza alimentazione non rimangono.
Quote:


E' la memoria, il ricordo, che ci da l'idea di continuità e noi possiamo crearci un'identità sulla base dei pensieri con cui ci identifichiamo. Se perdessimo la memoria cosa sarebbe della nostra identità ? Non ricordare è come non essere mai esistiti.
L'unico momento reale ed eterno è quello presente. I pensieri fluiscono come un tutt'uno con la vita, è la nostra sensazione di separazione, di identità separata che ci fa sentire come ci sentiamo, ma se ci riflettiamo siamo un'unica cosa col tutto.

Anche su questo siamo d'accordo perchè esiste solo il qui e ora e il senso di separazione è dato dalla mente.
Quote:


Dove va la mente ?
Chi se lo chiede? la mente !

Beh certo altrimenti non saremmo qui a scrivere
Quote:


Non possiamo accettare l'impermanenza, la mente è un sistema che si autoprotegge.
Il corpo rimane nel tutto, la mente, l'insieme dei pensieri,rimane nel flusso della vita.
Ciò che si perde è la propria identità, il ricordo di sè stessi.
Ma non esistendo un vero "sè stessi", rimane solo quello splendido, inafferrabile movimento unico che è la vita.

Ma il discorso è troppo complicato per poche righe....
Stavo pensando che in effetti se tu già tagli via la possibilità che esista qualcuno che è riuscito a mantenere in "vita" il ricordo di se stesso è chiaro che decade tutto. La mente lavora e viaggia verso un fine e quel fine lo raggiunge perchè lei usa solo il si e il no di conseguenza se è no troverà la verità in ogni cosa che porterà verso la destinazione che le abbiamo programmato.

Anni fa lessi in rete una storia bellissima in cui si raccontava proprio di un essere umano che aveva speso tutta la sua vita per la ricerca e nel momento della morte era arrivato finalmente a vedere con coscienza ciò che aveva sempre desiderato e trovandosi davanti ad una porta l'aprì: dietro vi trovò il nulla.
__________________
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Vecchio 04-12-2010, 01.03.30   #25
Ray
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La mente non esiste, non è un'entità a sè stante autonoma. Definiamo mente l'insieme dei nostri pensieri,ma i pensieri sono semplici reazioni , vanno e vengono e ad ogni pensiero che muore ne nasce uno nuovo.
Lo stesso discorso di sempre e con il rischio di andare molto ot. Ci riprovo: Telemaco, perchè non parli al singolare?
TU definisci la mente come l'insieme dei tuoi pensieri. Io ad esempio no. Dai per scontate una miriade di cose che non lo sono... per carità fai pure, secondo me in questo modo ti mantieni fermo sulle stesse posizioni che girano e rigirano, ma è una cosa che riguarda te e io non devo certo convincerti a fare diversamente.

In ogni caso, visto che mi sono dissociato sulla tua definizione di mente, dico la mia. E' vero che è un'entità non autonoma, o meglio è un'entità che ha una scarsissima autonomia (ma d'altra parte questo vale, per gradi diversi, per tutte le entità... anzi un argomento interessante potrebbe proprio essere il diverso livello di autonomia degli enti esistenti), però esiste eccome.
Così come il mio naso, pur non essendo un'entità autonoma, esiste.
La mente non è i pensieri o un'idea, è un apparato grazie al quale percepiamo/esperiamo i pensieri e in una certa misura li lavoriamo, ma è altro da essi. Questa la mia idea, che qui ha il solo scopo di mostrarsi diversa dalla tua... qui infatti non credo sia il posto per approfondire questo discorso.
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