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Vecchio 25-05-2010, 17.01.26   #26
nikelise
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cosa intendi per sacrificio di una parte di se?
staccarsi dalla proiezione e lasciarla autoalimentata?
Si , materialmente si tratta di abbandonare l'oggetto della proiezione e quindi la parte di noi che la rappresentava , l'io che vuole possedere .
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Vecchio 25-05-2010, 17.58.43   #27
stefano
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Si , materialmente si tratta di abbandonare l'oggetto della proiezione e quindi la parte di noi che la rappresentava , l'io che vuole possedere .

sinceramente non penso si tratti "solo" di questo.
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Vecchio 25-05-2010, 18.02.38   #28
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sinceramente non penso si tratti "solo" di questo.
E che altro se posso chiederti .
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Vecchio 25-05-2010, 22.18.14   #29
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Certo , PADRE e FIGLIO dal punto di vista psicologico sono la vittoria dell' Individuo sul mondo .
Aprescindere dalla questione religiosa che sta in altro ambito e ad un altro livello .
A questo proposito si puo' dire che
l'Antico testamento che impone all'uomo le leggi , sta al Nuovo Testamento che e' la massima realizzazione dell'Uomo Gesu' attraverso il sacrificio per amore ,
come il superIo di Freud sta all'individuazione di Jung .

E questo dimostra anche la differenza tra offrire , sacrificare perche' si deve secondo morale corrente e sacrificare , offrire per un'esigenza intima di liberazione .

O e' un po' troppo forte assimilare l'Antico Testamento al superIo ?

Ultima modifica di nikelise : 25-05-2010 alle ore 22.20.49.
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Vecchio 25-05-2010, 23.43.08   #30
stefano
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E che altro se posso chiederti .
l'altro è lo Spirito.
La pienezza di Spirito.
Il sacrificio per me non sta tanto nel "lasciare il Figlio" ritirando la proiezione quanto nel fare completamente spazio in se stessi allo Spirito e nel fare completamente la Sua Volontà.
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Vecchio 26-05-2010, 00.19.59   #31
Ray
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Questa e' una cosa nuova , non si puo' vivere senza proiettare dunque .
Ci sono proiezioni buone e cattive allora ? A me parrebbe che ogni proiezione sia negativa salvo quella del Se' verso l'io cosciente di cui e' parte minore (so che su questo la vedi diversamente ) ammesso che si possa fare .
Proiettiamo per poter entrare in relazione, anzi anche solo per percepire (sono i nostri sensi che "vanno" sull'oggetto). So che questo complica parecchio la questione, ma tant'è.
Per altro non classificherei le proiezioni in buone e cattive. Anche quando ci riferiamo al meccanismo con cui proiettiamo le parti di noi che non vogliamo vedere, quindi rimosse, inconsciamente lo facciamo per ri-conoscerle... e infatti usiamo lo stesso meccanismo che usiamo per conoscerle/conoscerci. Che poi è quello per conoscere anche l'altro-da-noi. In pratica, quando rimuoviamo qualcosa, lo ri-releghiamo al rango del non noto e torna nel cannone delle proiezioni.

Ipoteticamente, conoscendo intermente noi stessi e i modi in cui funzioniamo, potremmo decidere cosa e come proiettare e quindi cosa e come relazionarci. Potremmo forse anche ritirare momentaneamente tutte le proiezioni per un attimo e vedere quindi la Realtà così com'è, ma credo non sarebbe una percezione di quelle usuali.
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Vecchio 26-05-2010, 09.02.02   #32
griselda
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Proiettiamo per poter entrare in relazione, anzi anche solo per percepire (sono i nostri sensi che "vanno" sull'oggetto). So che questo complica parecchio la questione, ma tant'è.
Per altro non classificherei le proiezioni in buone e cattive. Anche quando ci riferiamo al meccanismo con cui proiettiamo le parti di noi che non vogliamo vedere, quindi rimosse, inconsciamente lo facciamo per ri-conoscerle... e infatti usiamo lo stesso meccanismo che usiamo per conoscerle/conoscerci. Che poi è quello per conoscere anche l'altro-da-noi. In pratica, quando rimuoviamo qualcosa, lo ri-releghiamo al rango del non noto e torna nel cannone delle proiezioni.

Ipoteticamente, conoscendo intermente noi stessi e i modi in cui funzioniamo, potremmo decidere cosa e come proiettare e quindi cosa e come relazionarci. Potremmo forse anche ritirare momentaneamente tutte le proiezioni per un attimo e vedere quindi la Realtà così com'è, ma credo non sarebbe una percezione di quelle usuali.
Mi viene in mente che Uno da qualche parte aveva scritto che noi abbiamo proprio la necessita di proiettare noi stessi, e mi pare facesse accenno al film Cast Away dove il protagonista Tom Hanks precipitato il suo aereo sopravivve proprio grazie alla proiezione di una parte di se su di un pallone con il quale conversa per tutta la permanenza sull'isola. A dimostrazione che non possiamo proprio pensare di non proiettare. (fare quello che dici tu non mi è ancora chiaro ma penso che sia normale per ora, intendo proiettare con consapevolezza quando, dove e come di cui ha scritto anche Uno alcuni post sopra)

Mi stavo domandando se il mio relazionarmi con persone mica tanto nella norma, volesse farmi prendere coscienza che non sono così perfetta come invece mi spingo ad assere costantemente. Solo che il mio modo di relazionarmi è stato per buona parte della mia vita inconsciamente legato all'accettare e quindi amare quelle parti di me che invece testardamente voglio appioppare a cazio, tizio e sempronio perchè il mio clichè non ammette ciò
In pratica la proiezione serve per conoscersi, ci relazioniamo con gli altri per conoscere noi stessi. Potrebbe essere utile, onde accettare la proiezione, smettere di giudicare cazio, tizio e sempronio, in modo particolare sapendo che poi di noi sempre si tratta. Perchè il giudizio impedisce di accettare ciò che si vede come nostro mi immagino

Ma se noi abbiamo tutto in potenza ma manifestiamo una parte di noi, vale in questo caso? Ad esempio in me ho la gris ladra ( il solo scriverlo mi da un fastidio) allora vedrò ladri ovunque sino a che non prendo coscienza che ho quella parte, che è mia. Ma una volta che prendo atto della gris ladra (ovvero se mi viene l'impulso a rubare, non è detto che io lo debba seguire, motivo per cui spesso ci si vuole dimenticare di parti di noi) e le sorrido punto senza ne dire ne fare niente, prendo solo atto che è dentro di me e fine della storia. Spetta o le dovrei anche dare da mangiare (aiuto la mia mente domanda in continuazione help me ) tipo rubo un fiore dal giardino del mio vicino e lei è a posto che le basti o no.
Mi fermo qui perchè già è tantissimo
Mi rispondi vero o tu o qualcun altro altrimenti che faccio domande a fare?
Cioè
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Ultima modifica di griselda : 26-05-2010 alle ore 09.06.43. Motivo: non correggo ma mi incuriosisce perchè ho scritto diverse volte cazio invece che caio e curioso anche il Cioè booh
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Vecchio 26-05-2010, 09.23.32   #33
nikelise
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Proiettiamo per poter entrare in relazione, anzi anche solo per percepire (sono i nostri sensi che "vanno" sull'oggetto). So che questo complica parecchio la questione, ma tant'è.
Per altro non classificherei le proiezioni in buone e cattive. Anche quando ci riferiamo al meccanismo con cui proiettiamo le parti di noi che non vogliamo vedere, quindi rimosse, inconsciamente lo facciamo per ri-conoscerle... e infatti usiamo lo stesso meccanismo che usiamo per conoscerle/conoscerci. Che poi è quello per conoscere anche l'altro-da-noi. In pratica, quando rimuoviamo qualcosa, lo ri-releghiamo al rango del non noto e torna nel cannone delle proiezioni.

Ipoteticamente, conoscendo intermente noi stessi e i modi in cui funzioniamo, potremmo decidere cosa e come proiettare e quindi cosa e come relazionarci. Potremmo forse anche ritirare momentaneamente tutte le proiezioni per un attimo e vedere quindi la Realtà così com'è, ma credo non sarebbe una percezione di quelle usuali.
Io credo che si proietta per avere l'oggetto sul quale abbiamo proiettato noi stessi e lo vogliamo proprio perche' rappresenta un'immagine di noi stessi che per lo piu' e' negativa e rappresenta l'ombra .
Si tratta di rivendicazioni egoistiche cioe' proprie dell'Io .
Forse per questo Uno dice che e' possibile cambiare proiezione e riferirla ad oggetti che non rappresentano l'ombra di noi stessi .

Se non proiettiamo per avere ma per essere dovremmo automaticamente realizzare l'unita' dell'essere .
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Vecchio 26-05-2010, 09.24.44   #34
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già "accettare" tranquillamente tutto ciò che attiriamo nella vita non sarebbe male.
dato che essendo noi, ci permette di conoscerci e magari di capire come integrarci.
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Vecchio 26-05-2010, 09.29.44   #35
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Io credo che si proietta per avere l'oggetto sul quale abbiamo proiettato noi stessi e lo vogliamo proprio perche' rappresenta un'immagine di noi stessi che per lo piu' e' negativa e rappresenta l'ombra .
Si tratta di rivendicazioni egoistiche cioe' proprie dell'Io .
Forse per questo Uno dice che e' possibile cambiare proiezione e riferirla ad oggetti che non rappresentano l'ombra di noi stessi .

Se non proiettiamo per avere ma per essere dovremmo automaticamente realizzare l'unita' dell'essere .
Se Sei proietti perchè manifesti ciò che Sei ma non hai desideri egostici che ti legano agli oggetti delle manifestazioni.
e penso che solo in qual caso lo spirito agisce (sia fatta la Tua Volontà che dicevo prima)
Altrimenti sei una sorta di mago nero
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Vecchio 26-05-2010, 09.32.34   #36
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La pienezza di Spirito.
Il sacrificio per me non sta tanto nel "lasciare il Figlio" ritirando la proiezione quanto nel fare completamente spazio in se stessi allo Spirito e nel fare completamente la Sua Volontà.
Mi dai modo di chiarire una cosa .
Qui siamo in psicologia sicche' il fatto che la psiche abbia un aspetto naturalmente religioso che proviene dalla forza dell'incoscio indeterminato ed profondo (come e' l'immagine che abbiamo di Dio ) non significa che si parli di religione cioe' del legame dell'uomo con Dio .
Questo e' altro argomento destinato ad altra sede .
Pertanto se questi fenomeni psichici sono dettati da Dio o dallo Spirito e' questione che non va trattata in questa sede .
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Vecchio 26-05-2010, 10.26.40   #37
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Mi dai modo di chiarire una cosa .
Qui siamo in psicologia sicche' il fatto che la psiche abbia un aspetto naturalmente religioso che proviene dalla forza dell'incoscio indeterminato ed profondo (come e' l'immagine che abbiamo di Dio ) non significa che si parli di religione cioe' del legame dell'uomo con Dio .
Questo e' altro argomento destinato ad altra sede .
Pertanto se questi fenomeni psichici sono dettati da Dio o dallo Spirito e' questione che non va trattata in questa sede .
ah va bene.
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Vecchio 26-05-2010, 17.49.10   #38
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Ma se noi abbiamo tutto in potenza ma manifestiamo una parte di noi, vale in questo caso? Ad esempio in me ho la gris ladra ( il solo scriverlo mi da un fastidio) allora vedrò ladri ovunque sino a che non prendo coscienza che ho quella parte, che è mia. Ma una volta che prendo atto della gris ladra (ovvero se mi viene l'impulso a rubare, non è detto che io lo debba seguire, motivo per cui spesso ci si vuole dimenticare di parti di noi) e le sorrido punto senza ne dire ne fare niente, prendo solo atto che è dentro di me e fine della storia. Spetta o le dovrei anche dare da mangiare (aiuto la mia mente domanda in continuazione help me ) tipo rubo un fiore dal giardino del mio vicino e lei è a posto che le basti o no.
Si può benissimo conoscere il ladro in noi (i nostri impulsi a rubare) e non rubae mai, anzi conoscendolo è più facile. Perchè dovrei nutrire il ladro in me se non voglio essere un ladro?
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Vecchio 26-05-2010, 18.40.34   #39
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......... anche se può darsi che ritirata la proiezione non ci interessi più avere rapporti con quella persona.
Già... alla fin fine molto spesso andiamo a riempire bisogni nostri con l'altro, sia che si tratti di attaccamento morboso, sia che si tratti di provare fastidio verso tratti della persona con cui ci relazioniamo ... come dire, quando non mi serve più perchè ho conosciuto una certa parte di me, perdo tutto l'interesse che avevo verso di essa... il che non è necessariamente negativo (dipende anche da che tipo di persone è e da come si relaziona con me...)


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Ma in realtà, ritirata la proiezione, abbiamo la possibilità di relazionarci davvero con quella persona e non con la parte di noi proiettata in essa. Che po, comunque, è sempre un misto delle due... ci rapportiamo un po' con la persona, nella misura e negli ambiti in cui non proiettiamo, e ci relazioniamo con noi stessi, con parti di noi sconosciute, nella misura in cui proiettiamo.
Ecco questo cercherò di tenerlo a mente, è sempre un po' e un po', un misto, questo rende un po' meno triste quel che si diceva sopra ... e non del tutto interessato (seppur inconsapevolmente) un rapporto.

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Il punto è che non è semplice accorgersi della proiezione, non è semplice neanche accorgersi che c'è. Anche se, ad esempio, ogni cosa mi dia fastidio di essa è sintomo di proiezione, ma lo è anche un attaccamento morboso, la sensazione che perdendo quella persona si perda con essa una parte di noi. Appunto.
Si infatti per me la difficoltà maggiore è capire dove e in che modo proietto, e poi faccio ancora molte confusione tra proiettare e specchiarsi... pensavo che il fastidio si provasse soprattutto in chi ci specchiamo, mentre puo' accadere anche in chi proiettiamo... dovrò rivedermi le differenze tra le due cose.

Citazione:
Per qualla cosa del centro magnetico: quando proiettiamo una parte di noi, questa resta comuque "attaccata" a noi (non è che la perdiamo) e però si diciamo estende a coprire l'altro. O parte di esso. Il centro magnetico continua ad attrarre a noi quella parte che abbiamo proiettato, quasi a voler recuperarla, a mirare alla completezza e interezza. Quandi prendiamo coscienza della proiezione la "sfiliamo" dall'altro, dove s'era attaccata (anche per via dei ganci adatti che l'altro ha di suo, infatti una certa cosa che proiettiamo si attacca su qualcuno si e su qualcuno altro no) e ci rimbalza addosso
Adesso è più chiaro , grazie, solo... che effetto fa quando rimbalza addosso? percepiamo il dolore della scoperta della proiezione?

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....
Ipoteticamente, conoscendo intermente noi stessi e i modi in cui funzioniamo, potremmo decidere cosa e come proiettare e quindi cosa e come relazionarci. Potremmo forse anche ritirare momentaneamente tutte le proiezioni per un attimo e vedere quindi la Realtà così com'è, ma credo non sarebbe una percezione di quelle usuali.
Sopra Uno diceva che finchè siamo vivi, proiettiamo... è per via dell'ombra? Era un po' di tempo che ragionavo sul fatto che conoscersi interamente proprio per via del fatto che l'ombra deve comunque esistere non fosse possibile.. ma in effetti posso momentaneamente mettere in ombra le parti di me che conosco per portare alla luce quelle che non conosco...

Immaginare di ritirare tutte le proiezioni anche se solo momentaneamente non mi riesce... e mi spaventa un po', posto che sia possibile, se il mio ragionamento sull'ombra tiene, dovrebbe essere come quando a mezzogiorno non vediamo l'ombra perchè l'abbiamo sotto i piedi ...
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Vecchio 26-05-2010, 18.57.52   #40
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Si può benissimo conoscere il ladro in noi (i nostri impulsi a rubare) e non rubae mai, anzi conoscendolo è più facile. Perchè dovrei nutrire il ladro in me se non voglio essere un ladro?
Eh non so chiedevo per questo motivo, perchè mi era venuto in mente quel 3D dove si diceva che bisogna anche dare da mangiare ogni tanto per non farli morire. Mi sa che ho confuso con altro eh? Però quell'altro non so bene quale sia.
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Vecchio 26-05-2010, 19.43.10   #41
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Adesso è più chiaro , grazie, solo... che effetto fa quando rimbalza addosso? percepiamo il dolore della scoperta della proiezione?


Più o meno è come prendersi un ceffone.
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Vecchio 31-07-2010, 10.08.55   #42
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Io credo che si proietta per avere l'oggetto sul quale abbiamo proiettato noi stessi e lo vogliamo proprio perche' rappresenta un'immagine di noi stessi che per lo piu' e' negativa e rappresenta l'ombra .
Si tratta di rivendicazioni egoistiche cioe' proprie dell'Io .
Forse per questo Uno dice che e' possibile cambiare proiezione e riferirla ad oggetti che non rappresentano l'ombra di noi stessi .

Se non proiettiamo per avere ma per essere dovremmo automaticamente realizzare l'unita' dell'essere .
Vorrei ripartire da qui .
In effetti la proiezione di noi sulle cose deriva da un'atteggiamento egoistico di avere attraverso uno svuotamento di contenuti dell'oggetto .
Questo viene riempito dalla proiezione di noi nell'oggetto .
E' una immedesimazione nell'oggetto .
Qui l'oggetto e' svuotato di ogni forza e qualita' per recepire la nostra immagine .

Ma c'e' un'altro modo di rapportasi all'oggetto ed e' quello di ritirarsi dalla forza di atrazione dell'oggetto , astraendolo , introiettandolo dentro di noi in forma generale ed astratta al fine di neutralizzarlo .
Qui l'oggetto e' visto da noi come una forza dinamica che spaventa e per difesa lo si ritira dentro di noi astarendolo e quindi neutralizzandolo .
E' una fuga dal mondo per difesa ed adattamento in quanto il mondo e' un continuo trauma per l'essere a causa dei continui mutamenti fuori controllo .

Nel primo caso ottimisticamente ci si tuffa nel mondo dopo averlo svuotato di significato , votati alla sua conquista ma subendone l'attrazione si perde se stessi oggettivizzati nel mondo . E' il caso di chi dedica tutto se stesso al ruolo collettivo che vuole avere , di adattamento sociale .
Nel secondo caso spaventati si scappa dal mondo e si crea un mondo artificiale dentro di noi dove prevale il nostro essere ma il mondo resta sconosciuto con grave dissociazione rispetto alla realta' .

Questi 2 atteggiamente sono compresenti e volta a volta si manifestano a seconda del temperamento di ciascuno .

C'e' comunque un legame demoniaco tra noi e le cose e le persone con le quali ci rapportiamo e la reazione che prevale determina i nostri atteggiamenti piu' esteriori di immmersione nel mondo o di ritiro dal mondo con i vari inconvenienti che ne derivano .
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