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Vecchio 14-04-2005, 19.44.44   #1
pluto
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Vorrei proporvi, se ne avete voglia di parlare, qualche considerazione su due concetti....UTOSTIMA" è la reazione emotiva che le persone sperimentano quando osservano e valutano cose diverse su di sè ed è collegato alle credenze personali circa le abilità, le capacità, i rapporti sociali e i risultati....." (definizione ripresa da un sito psicologico internet) FEDE: "...Adesione incondizionata a un fatto, a un'idea determinata da motivi non giustificabili per intero dalla ragione..." ma anche "...adesione dell'anima e della mente ad una verità rivelata o soprannaturale non sempre dimostrabile con la ragione..." (Dal Nuovo Zingarelli Vocabolario della lingua italiana) Secondo voi le due cose hanno qualche relazione tra di loro in rapporto alla nostra quotidianità????
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Vecchio 14-04-2005, 22.23.26   #2
seleparina
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à Pluto, ma che ti sei bevuto stasera?

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Vecchio 14-04-2005, 22.48.27   #3
MaxFuryu
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però scusa potresti anche scrivere qcs tu, in modo da capire cosa intendi veramente, perche solo dalle definizioni mi viene in mente solo 1 cosa:

se la fede è credere in qcs che nn può essere giustificata per intero dalla ragione, allora per continuare ad avere fede ci vuole una GRANDE AUTOSTIMA perchè ci si ritiene in grado di capire delle cose che non si possono spiegare dalla ragione, o al contrario una BASSA AUTOSTIMA perchè ci si ritiene inferiori agli altri e ci si adottano i loro credi

in entrambi i casi credo che la fede non dipenda dall'autostima, ma è una cosa ke si deve avere dentro o la si ha o non la si ha (personalmente credo di nn averla o nn so esattamente se la ho o no, devo maturare su qst campo)


ma a te cosa ti ha spinto a scrivere qst post?
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Vecchio 14-04-2005, 23.23.31   #4
pluto
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Cara Sele, PROSECCO a parte, mi piace quanto scrive maxFuryu che innanzitutto fa un chiaro distinguo...un po' alla volta vi spiegherò il perchè ho scritto questo post che sembra...frutto di un'ubriacatura...vorrei vedere se qualcun altro ha voglia di scrivere....
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Vecchio 14-04-2005, 23.25.26   #5
Uno
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E' una discussione profonda perchè ha vari sbocchi e diramazioni per esempio quelle intelligenti di Max, riprendendo il suo discorso vedrei fede verso l'esterno e autostima verso l'interno, due movimenti complementari e per tale caratteristica neanche impossibili da convivere... se rimaniamo sull'autostima (e non stima in generale) non c'è possibilità di proiettarla all'esterno.. la fede invece potrebbe anche essere per le proprie capacità e quindi sovrapporsi all'autostima..
Inoltre l'autistima può derivare anche da sperimentazione -mi stimo perchè so che sono capace a fare certe cose- la fede invece no campa solo sulla fiducia non compro-vata/bile... compro a scatola chiusa..

Ma si Pluto dove volevi parare? Se entri più in particolari possiamo essere più precisi
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Vecchio 15-04-2005, 05.37.17   #6
pluto
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Sai Uno, sono due movimenti dell'essere e secondo me interni all'essere e similiari nella persona. Autostima e fede per me possono anche essere la stessa cosa, un unicum che se ben interiorizzato possono portare lontano.Attenzione sto parlando di fede in generale non di fede in una sola dottrina.....A volte quando si è al limite delle forze e si hanno avuto molte esperienze positive e negative, si ripercorre con la memoria il passato e l'essere ritrova in se stesso quelle energie che sembrava aver dimenticato o credeva di non avere. In questo momento arriva quell' "unicum" di forza che ti aiuta ad arrivare là dove non penseresti di poter arrivare....quindi insisto un'unica forza interna....non due movimenti....
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Vecchio 15-04-2005, 10.34.26   #7
seleparina
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io ci ho pensato un attimo e a prima "vista" mi pare che la crescita della fede sia direttamente proporzionale alla crescita della (mia) propria autostima...non credevo in nulla e la mia autostima era zero, ora sto cominciando a rivedere le mie idee sull'esistenza di un Dio e contemporaneamente stanno venendo a galla anche delle ipotesi sul fatto che forse non sono poi così insignificante e insulsa come pensavo.
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Vecchio 15-04-2005, 17.30.48   #8
pluto
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.....molto, molto, molto bello ciò che dici Sele Qualcosa dentro..... Anche per me è qualcosa di direttamente proporzionale. Aggiungo che è qualcosa che fruttifica lentamente, quando si inizia a lavorare su se stessi.....
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Vecchio 16-04-2005, 21.14.22   #9
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Prima di continuare ad esprimere un mio pensiero Pluto dovresti dirmi che tipo di fede intendi? Verso chi o cosa...
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Vecchio 16-04-2005, 22.09.42   #10
pluto
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Uno, intendo fede secondo quanto il dizionario riporta....come all'inizio del post spiegato. Ognuno è chiaro ha una propria visione o idea della fede.....
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Vecchio 17-04-2005, 01.15.32   #11
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Ok se è in generale allora confermo ciò che ho scritto può essere proiettata all'esterno (es verso una religione) e questa io la reputo utile ma purchè serva per nuovi panorami, nel senso che ,rimanendo solo a titolo di esempio nella religione, va bene all'inizio avere fede perchè è l'unico modo per potersi predisporre a sentire Dio, ma se poi uno per tutta la vita continua ad avere fede nelle parole altrui (che sia un sacerdote o altri) ma non trova egli stesso Dio a mio avviso diventa bigotto, ma non religioso.
Ho fatto l'esempio religione ma possiamo trasportarlo in qualsiasi ambito...
per cui non vedo in questo modo necessariamente legati autostima e fede...nell'esempio la fede prima di non servire più deve portarmi a sentire.. a vivere la spiritualità e Dio... si questo potrebbe anche darmi un senso della vita che rafforza la mia autostima... ma non necessariamente...
Questo ovviamente è solo il mio modo di vedere, che ne pensi Pluto?
ciao1.gi
P.S. se la fede è verso me stesso e le mie capacità/possibilità allora è molto legata all'autostima... f
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Vecchio 17-04-2005, 01.37.50   #12
MaxFuryu
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Secondo me la fede può servire all'inizio, per mio parere se si tratta di semplice credenza verso qualcosa non la condivido, se poi può portare ad arrivare a sentire REALMENTE qualcosa allora la fede sarà servita a qualcosa, a questo punto la propria autostima aumenterà sicuramente perchè si capirà di essere molto di più di quello che si pensava, se il discorso lo facciamo ad esempio verso dio, uno ci può credere o no, se uno però andando avanti con la fede arriva al punto di sentire davvero qualcosa, anche una cosa ke si da scontato per molti come ad esempio sentire che c'è davvero dio, anche la propria autostima aumenterà di certo perchè la persona capirà di non essere soltanto uno che crede senza motivo e basta, ma giàò avere un minimo rapporto, anche piccolissimo con dio già al punto di sentire dentro di se che esiste è molto per una persona.
spero di non aver detto stupidagine, ma per uno come me che ad un certo punto si è accorto che a certe cose credeva solo perchè gli avevano insegnato a credere la vede così, spero anche io, e ne sarei quasi sicuro che un giorno riuscirò ad avere realmente un pò di fede, ripeto su questo lato devo maturare molto


ps: mi fa piacere vi siano piaciuta la mia spiegazione razionalistica su fede e autostima
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Vecchio 17-04-2005, 08.04.58   #13
pluto
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Mi piace moltissimo ciò che avete scritto Uno e maxFuryu.Personalmente ritengo che la vita sia una continua ricerca di Dio in tutte le cose...non necessariamente il Dio dei cattolici,anche se io sono cattolico, ma è in quel "sentire realmente" di cui accenna maxFuryu la cosa difficile ed è in quello che secondo me arriva a coincidere l'autostima.Questo sentire può essere alimentato non necessariamente da culti o regole strette ma anche da buone letture e soprattutto da esempi esterni....Ma è la nostra natura che va coltivata il nostro essere, la nostra spiritualità.Quindi io insisto sempre per un movimento interno che parte da noi ma non esclude l'altro e la sua azione
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Vecchio 17-04-2005, 14.40.31   #14
MaxFuryu
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Citazione:
Originalmente inviato da pluto
Questo sentire può essere alimentato non necessariamente da culti o regole strette ma anche da buone letture e soprattutto da esempi esterni....
Se dovessi rispondere sinceramente: saresti veramente in grado di capire dove finisce l'autoillusione e inizia la realtà?
Nel senso che quando qualcuno crede realmente in una cosa, specialmente quando uno "impone" nella propria mente qualcosa (certo, su cose materialistiche non so se si possa fare qsto discorso, ma in qst campo si) allora la vede come realizzato, se uno pernsa realmente di essere felice, allora sarà felicec, se uno pensa di essere triste, allora sarà triste, per fare degli esempi, o ancora: se uno pensa di non riuscire a smettere di fumare nn ci riuscirà mai (ho quasi smesso da 30 sigarette al giorno, a 1 ogni tanto, e vai!!!) e se il discorso lo adattassimo alla fede? se una persona pensa che dio esista allora sicuramete lo sentirà.
è troppo strano il discorso della fede x me, per questo motivo io ho troppi dubbi, è come se nn ne sapessi nulla di fede in generale, o forse prima avevo la presunzione di pensare di saperne qcsa.
l'autostima è lo stesso discorso della fede in qsto modo di vedere le cose, se uno nn ha una buona autostima allora non può farsi credere nulla inclusa la fede. così se io dovessi relazionare autostima e fede vedrei in qsto caso la fede come un'autoconvincimento.
vuoi sapere cos ami dà + fastidio della religione cattolica? è la cosa ke proprio dimostra quanto la maggior parte delle persone "religiose" non valga nulla: qste persone vanno continuamente alla ricerca di miracoli, io i miracoli nn mi interessano, e se fossi religioso ancora meno, perchè se sentissi realmente la FEDE non avrei bisogno di autoconvincermi che qcs esiste, lo saprei e basta.
ma se non se ne sa nulla di fede, la si può avere lo stesso? la fede può forse essere una limitazione, però ho capito che spesso serve anche alle persone.

nn ci avevo mai riflettuto seriamente prima di adesso
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Vecchio 17-04-2005, 20.40.45   #15
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io ho scritto che il sentire può essere alimentato anche da buone letture o esempi esterni.Ciò che ho scritto deriva dal fatto che ad esempio in tema di religioni ho sempre letto molto poco e me ne faccio un po' una colpa.Perchè penso che il leggere affini un po' l'anima e affini anche la conoscenza...ciò potrebbe alimentare il sentire di cui parlo.proprio iin quanto esseri razionali noi vogliamo conoscere sempre di più prima di fidarci o affidarci a qualcosa...Ecco allora che ad esempio io non mi accontenterei mai solamente della conoscenza di un santone buddista per credere nel buddismo ma pretenderei di conoscere leggendo molto tutto ciò che ha a che fare con quella dottrina....Così nella conoscenza del cattolicesimo il solo fatto che esistano sacerdoti bravi o bravi Papi non mi è sufficiente se non unito ad una approfondita conoscenza non solo dei precedenti storici della dottrina cattolica e della storia della chiesa (storia alquanto brutta nei secoli passati), ma anche di una conoscenza più profonda del pensiero cattolico attuale e della sua evoluzione. Ecco che allora ritorno a quanto in premessa di questo post: quando però sento parlare di miracoli mi fermo ....percepisco un qualcosa che sfugge ad ogni razionale dimostrazione ed allora entro in crisi perchè dovrei dire che i miracolati raccontano balle e ciò non è possibile...dal momento che spesso si è sentito parlare di miracoli o perlomeno di fatti prodigiosi ed inspiegabili con la sola ragione......Subentra in me allora un'alterazione emotiva rispetto al mio desiderio di spiegazione inspiegabile....Ritorno allora sempre a quanto detto più sopra, cerco di ammettere che dentro ognuno di noi ci sono delle forze che unite, ci fanno sentire più o meno tutti uguali ma solo una profonda conoscenza e soprattutto un profondo desiderio di conoscenza ci può minimamente appagare e quindi anche farci sentire, provare, emozionare e farci sentire più o meno forti anche se indubitabilmente sempre comunque soli.......e unici
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Vecchio 17-04-2005, 21.09.37   #16
MaxFuryu
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no scusami, nn l'ho scritto per te qlla cosa, però leggendo qlla frase mi era venuto in mente che spesso alcune cose potrebbero essere un'autoconvincimento, gli stati d'animo possono essere influenzati dalla mente, e la fede intesa come "sentire" secondo me può essere uno stato d'animo

il brutto è ke adesso ke ho pensato qste cose sonop ancora + confuso di prima sulla fede :-s
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Vecchio 18-04-2005, 19.50.10   #17
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ed in effetti maxFuryu è un argomento non facile da trattare il "sentire come stato d'animo" è infatti uno stato emozionale che può facilmente essere indirizzato.Ecco allora i vari gurù che si affrettano a portarci nei loro zoo....Come ho detto in premessa a questo post le due spiegazioni mi hanno un po' bloccato quando le ho viste (intendo quella di fede e di autostima) e non ti nascondo che ho la tendenza a farle quasi coincidere anche se la cosa non può essere assolutamente così visto che la fede si basa anche e soprattutto sull'indimostrabile. Slegando le due definizioni verrebbe da dire che nel momento in cui ci accorgiamo di avere delle abilità e quindi sviluppiamo uno stato emotivo positivo la nostra autostima aumenta perchè diventiamo più riconoscenti a noi stessi della nostra forza e più accondiscendenti nell'accettare eventuali fatti che sfuggono alla nostra ragione, solo perchè in quel momento siamo più contenti e disposti ad accettare di più...Non può però essere sufficiente la sola autostima ad ingenerare fede....anche se però essa può aiutare ad andare avanti nello sviluppo della conoscenza che non è mai abbastanza e mai sufficiente
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Vecchio 18-04-2005, 20.44.27   #18
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"la fede si basa anche e soprattutto sull'indimostrabile...."
e l'autostima? a chi dimostriamo? E siamo sicuri che ci dimostriamo qualcosa?
O vogliamo dimostrarci qualcosa?

C'è un sentire che va oltre lo stato emozionale, che va oltre uno stato razionale e anche se può sembrare strano... oltre uno stato fisico... è la sintesi di tutti e tre... quello è il vero sentire dell'anima, gli altri sono sentire parziali, quelli comuni che di solito ci fanno prendere dell decisioni a volte sbagliate a volte giuste ma mai con piena coscienza.

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Vecchio 18-04-2005, 21.27.58   #19
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un lasciarsi andare per sentire vuoi dire Uno?????
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Vecchio 19-04-2005, 03.13.32   #20
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ero confuso, adesso leggendo qll ke dice Uno sono propenso a credere che quando uno Sentirà saprà di stare sentendo perchè sentirà realmente quindi c'è una bella differenza e non che andrà alla ricerca del sentire illudendosi di aver sentito
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Vecchio 19-04-2005, 09.48.26   #21
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Il Sentire reale (non illusorio) è un discorso lungo, in parte lo abbiamo già affrontato in giro, comunque in sintesi ogni percezione, ogni cosa che ci capita, ogni stato d'animo, e ogni nostra risposta normalmente (in quello che io definisco stato ordinario dell'umanità) lo affrontiamo o da un punto di vista razionale, o emozionale (sentimenti) o fisico (pura attrazione-repulsione, e dinamiche psicosomatiche varie) il fatto è che intanto sarebbe già bene usare la nostra parte giusta per un'azione giusta, es. se devo fare quadrare un azienda devo usare la ragione, in un rapporto affettivo devo usare il sentimento , nella scelta di cosa mangiare il fisico. Rimanendo agli esempi, vedo persone che mandano avanti aziende con il cuore (il che è accettabile solo in piccolissime cose, es un dipendente che ha problemi da aiutare) e l'azienda fallisce, rapporti che si vogliono portare avanti con la ragione.... e non vanno... persone che mangiano per colmare vuoti affettivi.... sono solo esempi...
Dicevo sarebbe già una buona cosa usare la "funzione" giusta al momento giusto... ma il massimo è imparare ad usare tutte e tre contemporaneamente in ogni caso, questo è quello che definisco unico vero Sentire... reale... in questo modo so per esperienza che non si sbaglia.... si Sente veramente ciò che è, ciò che va fatto etc.... ho tentato su un altro forum (con scarso successo) di portare l'esempio del "porgi l'altra guancia" una delle sue chiavi di lettura + importante è: prendendo in esame solo sentimento- ragione destra-sinistra di girare la cosa su l'altro lato anche quando ci viene fatto uno sgarbo, osservare nella maniera opposta a quella che ci viene "d'istinto" e li scopriremmo che forse le cose non sono come le abbiamo velocemente giudicate a prima vista, non significa per forza non reagire, c'è una reazione che è giusta, l'importante è trovarla.
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Vecchio 25-04-2005, 14.16.38   #22
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il sentire che va oltre lo stato emozionale, oltre lo stato razionale, oltre uno stato fisico...Uno, quello che tu affermi essere il vero sentire per me è fede.La fede è la sintesi delle tre cose messe assieme e io la definirei come l'esperienza interna che improvvisamente ci fa dare per buono qualcosa di indimostrabile per un bisogno di credere comunque in qualcosa.Ognuno di noi è la somma di esperienze più o meno positive.E' un concentrato di esperienze o meglio un mondo di esperienze che restano fisse nella coscienza ma che anche creano uno sbarramento oltre il quale, la mente non riesce ad andare è questo sbarramento che finisce per creare in noi la fede ossia il voler/dover credere in qualcosa di indimostrabile con la sola ragione ...la "funzione giusta" al momento giusto è impossibile da usare perchè noi siamo un concentrato di emozioni, sentimenti e nature diverse che agiamo a seconda del nostro modo di vedere le cose che, ti può far vedere giusto agire in un certo modo ad un certo momento...ma l'azione che tu eserciti giusta dal tuo punto di vista non lo è agli occhi di chi ti è vicino....che ha un'altra natura, unaltro modo di vedere, perchè chi ti è vicino ha un altro bagaglio di esperienze, un altro carico di emozioni, sentimenti....chi ti è vicino è insomma una altro mondo distinto da te....ed inconoscibile.......
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Vecchio 26-04-2005, 16.53.27   #23
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Per te è fede... per me no... la fede è puro stato emozionale... un pò di istintito se vogliamo.... ma di razionale niente... perchè se entra la ragione la fede sparisce... che dici? Quello che cercavo di esprimere conscio che non è facile, è uno stato ulteriore (superiore direi)... di cui tutti fanno esperienza nella vita, ma di cui solo alcuni riescono a mantenerlo attivo per periodi abbastanza lunghi o adirittura stabilmente....
Le esperienze.... ti dirò che nei miei primi affondi interiori ho affrontato la questione tra me e me... in fin dei conti le esperienze vere quelle che fanno Saggezza non sono mica le cose che abbiamo fatto nel passato.... quelli sono ricordi e fuorvianti... c'è gente che vive nel passato... o che basa tutto su esperienze passate... ma solo razionalmente o emotivamente... le esperienze vere quelle che ci rendono saggi sono quelle vissute con tutto il nostro Essere e ordinariamente per un individuo normale si contano sulle dita delle due mani... il resto è contorno (e fuorviante).... a meno che non si impara a "cercare" queste esperienze... a vivere il tempo a disposizione realmente e non dormendo...
Quelle considerate esperienze sono solo precludersi il vivere sulla base di ricordi "Ah quando ho fatto così mi è successo così..." in realtà il primo aver fatto è completamente diverso dal secondo ma nella nostra mente o nel nostro cuore (questo si fa un pò più fatica a fregarlo, ma si riesce se lavora da solo e male) li associamo in maniera errata....
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Vecchio 03-08-2006, 10.17.29   #24
seleparina
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"porgi l'altra guancia" una delle sue chiavi di lettura + importante è: prendendo in esame solo sentimento- ragione destra-sinistra di girare la cosa su l'altro lato anche quando ci viene fatto uno sgarbo, osservare nella maniera opposta a quella che ci viene "d'istinto" e li scopriremmo che forse le cose non sono come le abbiamo velocemente giudicate a prima vista, non significa per forza non reagire, c'è una reazione che è giusta, l'importante è trovarla.
Ci pensavo l'altro giorno al "porgi l'altra guancia"...in base a ciò che hai scritto significa comprendere la persona che ci ha dato lo "schiaffo" per non innescare il pendolo...oppure ho capito male?

Quello che la mia testolina mi suggeriva è che nel porgere l'altra guancia si dovrebbe evitare che quello schiaffo ci colpisca, cioè non far corrispondere ad un'azione (schiaffo) una reazione (rabbia, un altro schiaffo, paura e quant'altro).
Per fare questo ovviamente non basta decidere di farlo -vero è che comunque evitare di passare dal pensiero all'azione è già cosa buona- ma è necessario arrivare al punto in cui lo schiaffo non produrrà alcuna reazione in noi, sia esterna sia interna.

E fu così che entra in gioco un altro detto che a mio avviso non è poi tanto distante dalla Realtà: le azioni sono di chi le fa.

Un pò come lo specchietto che si faceva da piccoli
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Vecchio 03-08-2006, 10.30.05   #25
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Ci pensavo l'altro giorno al "porgi l'altra guancia"...in base a ciò che hai scritto significa comprendere la persona che ci ha dato lo "schiaffo" per non innescare il pendolo...oppure ho capito male?

Quello che la mia testolina mi suggeriva è che nel porgere l'altra guancia si dovrebbe evitare che quello schiaffo ci colpisca, cioè non far corrispondere ad un'azione (schiaffo) una reazione (rabbia, un altro schiaffo, paura e quant'altro).
Per fare questo ovviamente non basta decidere di farlo -vero è che comunque evitare di passare dal pensiero all'azione è già cosa buona- ma è necessario arrivare al punto in cui lo schiaffo non produrrà alcuna reazione in noi, sia esterna sia interna.

E fu così che entra in gioco un altro detto che a mio avviso non è poi tanto distante dalla Realtà: le azioni sono di chi le fa.

Un pò come lo specchietto che si faceva da piccoli
Prima di comprendere la persona che ci ha dato lo schiaffo dobbiamo capire e comprendere perchè noi eravamo sulla traiettoria di questo... e lo possiamo fare solo osservando la cosa da tutti i lati con distacco (che duri anche un centesimo di secondo) altrimenti se lo schiaffo mi arriva a sinistra ed io razionalmente inizio a pensare... mi è arrivato perchè Gigi vuole sottomettermi o anche vuole insegnarmi, ho solo un lato, magari se vedo lo schiaffo da destra posso sentire perchè mi vuole male... oppure perchè mi vuole bene e lo fa per il mio bene.... cioè cone due metri di paragone ho già la possibilità della giusta azione (non reazione).... mi rendo conto che l'esempio non è esplicativo della realtà... magari s me ne viene uno meglio.....
Comunque dobbiamo sempre ricordare che se inchiodo una tavola da una parte con un chiodo questa può girare, se la inchiodo anche sull'altro lato non può più girare.... questo potrebbe essere anche un male... ma se l'inchiodiamo al posto giusto siamo a posto (con quella tavola... poi ne abbiamo nella vita di tavole da inchiodare )
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