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Vecchio 13-07-2011, 00.01.58   #1
luke
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Predefinito Filocalia ed esicasmo

Provo ad introdurre l'argomento rispetto al quale sono un totale neofita, quindi chiedo venia sin da ora se non potrò esplorarlo in modo molto profondo.

Allora la parola FIlocalia significa letteralmente "amore della Bellezza" intesa quale risveglio della coscienza nella pienezza dell'Essere, risveglio che ha come "motore pulsante " il Cuore ,ritenuto il centro vivente ell'uomo in grado di unificare ed esaltare tutte le energie dell'Uomo, il tutto grazie alla guida ed all'amore di Gesù Cristo.

I principali esponenti di questa Tradizione sono perlopiù monaci eremiti , Padri del deserto , Santi orientali, nel senso di greci, egiziani,russi ecc primo fra tutti Sant'Antonio Abate, poi Evagrio Pontico, e molti altri dai nomi molto espansivi tipo San Marco l'Eremita, Niceforo il Solitario, fino ad arrivare a Teofane il Recluso, passando per i monaci del monte Athos

Da quel che sto leggendo questa Tradizione punta molto su concetti quali la ricerca e l'ottenimento del silenzio interiore, il ritiro dal mondo, magari solo temporaneo e parziale quanto basta a construire un oosto nel proprio intimo che resti comuque distaccato dal resto del mondo, l'osservazione delle tendenze al peccato checiascuno ha dentro, personificate dalle lotte coi diavoli di Sant'Antono per esempio.

Una delle armi, se non la principale in questa lotta è data , oltre che da un atteggiamento il più possibile umile, dal pregare il più possibile, fino a farlo diventare una sorta di preghiera perpetua: la preghiera più importante in tal senso è data dalla "Preghiera del cuore" consistente nel ripetere costantemente , continuamente, il più possibile concenrati la frase" Signore Gesù Cristo abbi pietà di me" o qualcosa comunque di molto simile.
Vengono date alcune indicazioni su come recitare questa preghiera, cominciando dal farlo possibilmene in solitudine, in una stanza oscura, e cercando di fardiscendere questa recita dalla parte "mentale" fino al cuore, concenrando il proprio pensiero , il proprio respiro , finanche il proprio battito cardiaco in moto sincronizzato con le poce e semplici parole.

Solo dopo essersi purificati dalle proprie passioni e dalle tentazioni dei diavoli, allora si avrà, aiuto Dvino permettendo, la possibilità di accedere a livelli sempre più alti nella Saggezza e nella Contemplazione delle realtà celesti.

L'Esychia etimologicamente parlando richiama il concetto di quiete, proprio del monachesimo occidentale, visto come un mezzo, non il fine, per arrivare all'Unione con DIO.

Sebbene molti libri e precetti di tali correnti spirituali siano rivole ai monaci( nome derivato dall'essere uno in opposizione a qualsiasi divisione e molteplicità, per poter meglio essere "calamitati "verso la divina Unità), è ovvio che indicazioni utili possono essere rintracciati da chiunque immerso nella vita comune.

Per ora questa è l'introduzione, a breve approfondimenti
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Ultima modifica di luke : 13-07-2011 alle ore 00.09.10.
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Vecchio 16-07-2011, 12.25.46   #2
luke
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La tecnica della preghiera del cuore è una delle poche , nell'ambito del cristianesimo, nella quale vengono date istruzioni più specifiche riguardo l'importanza del corpo, del respiro, elementi presenti quasi sempre nelle tradizioni orientali, ma abbastanza dimenticati in quelle occidentali.

In particolare si raccomanda di inginocchiars in una stanza più scura possibile, testa dritta e cominciare a ripetere mentalmente la frase "Signore Gesù Cristo abbi pietà di me", senza prestare attenzione ad altro ma cercando quantomeno di eiminare o ridurre al minimo l'ingresso di pensieri estranei nella nostra mente.
Quando si incominica ad avere una certa padrononanza di sè nell'effettuare quasto "esercizio" si può passare alla fase successiva, consistente nel cercare di sincronizzare l'invocazione col ritmo naturale, fisiologico del respiro.

Il passo seguente consiste nel cercare di dirigere tutta la propria attenzione sull'area del cuore, come se tuttii muscoli del corpo fossero tesi verso questa zone e ripetere la preghiera come se venisse non dalla mente ma proprio dal cuore, trattenendo il respiro durante l'invocazione finoo quasi a sentire i singoli battiti del cuore ed a sincronizzare le singole parole con essi.

Naturalmente la tecnica di per sè può essere solo un aiuto , una agevolazione che si deve collocare inun contesto nel quale si crede fermamente in ciò che si invoca e nel quale vi sia il fermom e virile proprosito di purificarsi dalla passioni e dalle tentazioni, per ottenere una zona di quiete , di silenzio interiore in qualunque situazione ci si venga a trovare e non soltanto nella solitudine della propria stanza/cella, anche se questa ll'inizio può essere utile per calibrare meglio la propria tecnica, però l'obiettico finale sarebbe riuscire a pregare 24 ore al giorno, una sorta di preghiera perpetua e sempre presente.
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Ultima modifica di luke : 16-07-2011 alle ore 12.33.41.
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Vecchio 16-07-2011, 20.01.23   #3
pantares
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Scusa la mia presunzione ma piu che una preghiera questa mi sembra veroimilmente ad un autocompiacimento del sottomettersi.al di la di tutte le didascalie piu o meno cristianoide ed orientaligganti cio che descrivi sembra piu un ricettario training autogeno.La preghiera in se implica un grande dogma e che dio o il signore o Cristo siano separati dalla realta contigente e quindi esosi di preghiere, cio ci e stato inculccato fin dall'infanzia insieme ad un infinita di false ed accomodanti verita'.Lo stesso rapporto con il divino diviene paradossale quando si dice fummo creati a sua immagine.Ma la realta qual'e'?Pregando siamo proprio sicuri di suscitare l'attenzione di una divinita o siamo noi stessi che interferiamo per divenir divini?
Ovviamente la ripetizione monotona produce senza dubbio i suoi ''miracolosi'' effetti non per nulla finalizzati all'amore ma spesso intrisi di fini ultimi poco chiari se non contraddittori.
L'esempio di alcuni liberi pensatori fu subito giudicato non idoneo alle mete prefissate dal precetto.
Una vita cosi e peggio di una tortura.
Riscopriamo cosa siamo veramente e quale magia ci accompagna per tutta la vita ,impariamo ad impastare le cose e li il segreto. in realta' nessuna cosa e un rifiuto semplicemente perche il rifiuto e un concetto astratto ,impariamo ad impastre le nostre idee i nostri sentimenti le nostre sensazioni attrverso cui scopriamo la vera et autentica sacralita' dell'esistenza.

C.O.Q

pantares

Ultima modifica di pantares : 16-07-2011 alle ore 20.03.26. Motivo: La preghiera
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Vecchio 16-07-2011, 21.00.57   #4
Uno
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Non vorrei portare fuori tema il thread, scusami Luke, ma mi interessa brevemente sentire da Pantares una cosa, se vorrà rispondermi:
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La preghiera in se implica un grande dogma e che dio o il signore o Cristo siano separati dalla realta contigente e quindi esosi di preghiere
Perchè? Da dove ti viene questa idea?
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Vecchio 17-07-2011, 21.55.14   #5
luke
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Intanto riporto qualcuna delle massime contenute nell'opera FIlocalia.


"Non domandare, nella preghiera, che le cose vadano come vuoi tu, non sempre il tuo desiderio É in accordo col volere divino. La preghiera migliore, come ti è stato insegnato, è “ la tua volontà sia fatta “ in me..."


"Quando ti accingi a pregare veramente, aspettati il peggio dal demonio; tu resta saldo e proteggi il frutto della preghiera. Fin dai primordi, il compito dell'uomo fu di coltivare e custodire (Gen. 2, 15). Perciò dopo avere atteso, con la preghiera, all'opera di coltivazione, non lasciare indifesi i frutti del tuo lavoro, altrimenti la tua preghiera sarà stata vana."

"Chi prega per ottenere il pane soprannaturale, non ottiene naturalmente il pane intero come É in se stesso, ma tanto quanto ne può ricevere. Il Pane della Vita (Giov. 6, 35) dona se stesso a tutti quelli che chiedono, poichè ama gli uomini, ma non a tutti ugualmente: a coloro che hanno compiuto grandi azioni di rettitudine Egli dà di più, e a coloro che sono poveri di simili azioni, meno; a ciascuno tanto quanto lo sviluppo (o buona disposizione) della mente gli permette di ricevere."

"Non stupirti se quando sei sulla soglia della virtù verrai assalito da gravi e intense tribolazioni. La virtù non è Virtù se non implica arduo travaglio... Per questo Cristo ti dice: “ Prendi prima la tua croce e poi seguimi..."

"L'invulnerabilità all'ira è superamento della natura senza alcun sentimento di dolore per le ingiurie ricevute. Essa É il frutto di lotte e sudori.
La non violenza, É un immobile stato dell'anima che rimane se stessa in mezzo agli onori e al disprezzo.
L'invulnerabilità all'ira, comincia col silenzio delle labbra quando il cuore è in tumulto; progredisce quando il pensiero rimane calmo nell'agitazione dell'anima; giunge alla perfezione quando la mente si conserva serenamente tranquilla sotto l'impeto dei venti nefasti."
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Vecchio 18-07-2011, 16.56.09   #6
Faltea
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Intanto riporto qualcuna delle massime contenute nell'opera FIlocalia.


"Non domandare, nella preghiera, che le cose vadano come vuoi tu, non sempre il tuo desiderio É in accordo col volere divino. La preghiera migliore, come ti è stato insegnato, è “ la tua volontà sia fatta “ in me..."
Questo concetto è presente in varie teologie, detto in forma diversa il succo rimane lo stesso.

da una parte ti fa sentire completa, protetta, sai che chi è in alto pensa a te e che qualunque cosa arrivi, arriva per il tuo bene (Dio, universo, etc..)

dall'altra porta ad un'attesa non produttiva ad una stasi che non condivido.

Sembra quasi che non si possa domandare qualcosa che vada contro una determinata strada che sei obbligato a percorrere e questo "destino scritto" mi scombussola profondamente.
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Vecchio 18-07-2011, 17.01.36   #7
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"Chi prega per ottenere il pane soprannaturale, non ottiene naturalmente il pane intero come É in se stesso, ma tanto quanto ne può ricevere. Il Pane della Vita (Giov. 6, 35) dona se stesso a tutti quelli che chiedono, poichè ama gli uomini, ma non a tutti ugualmente: a coloro che hanno compiuto grandi azioni di rettitudine Egli dà di più, e a coloro che sono poveri di simili azioni, meno; a ciascuno tanto quanto lo sviluppo (o buona disposizione) della mente gli permette di ricevere."
Può essere un qualcosa collegato al credito/debito karmico che durante la vita acquisisci?

(Ritengo che ogni azione corrisponda ad un punto K., che esula dal concetto di vite future o precedenti, viene espiato in questa vita come definito dal passo espresso sopra.)
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Vecchio 18-07-2011, 17.12.05   #8
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Questo concetto è presente in varie teologie, detto in forma diversa il succo rimane lo stesso.

da una parte ti fa sentire completa, protetta, sai che chi è in alto pensa a te e che qualunque cosa arrivi, arriva per il tuo bene (Dio, universo, etc..)

dall'altra porta ad un'attesa non produttiva ad una stasi che non condivido.

Sembra quasi che non si possa domandare qualcosa che vada contro una determinata strada che sei obbligato a percorrere e questo "destino scritto" mi scombussola profondamente.
Si anche a me crea non pochi problemi.
Di base credo ci sia una sfiducia verso l'Alto, un non credere che fare una Volontà superiore possa renderci felici, come invece dovrebbe essere teoricamente, ma finchè non si vedono riscontri più concreti , l'affidarsi in tutto e per tutto all'Alto non penso sia una cosa facile da mettere in pratica.
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Vecchio 26-07-2011, 12.59.57   #9
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Si anche a me crea non pochi problemi.
Di base credo ci sia una sfiducia verso l'Alto, un non credere che fare una Volontà superiore possa renderci felici, come invece dovrebbe essere teoricamente, ma finchè non si vedono riscontri più concreti , l'affidarsi in tutto e per tutto all'Alto non penso sia una cosa facile da mettere in pratica.
Ciò che mi rende più indigesta "la volotà dall'alto" è solo il pensare che ci sia qualcuno che governa il mio destino, il mio percorso. Insomma non essere io l'artefice.
Non solo per una forma di controllo ( pure qui!) ma perché cadrebbe ogni motivazione del mio esistere.
Se è tutto scritto, se i miei errori non possono essere evitati ed alla fine la mia anima sarà esattamente evoluta nella maniera scritta... che senso ha??
Il mio lavoro, qui ed altrove, non avrebbe motivazione, come la mia vita stessa...
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Vecchio 26-07-2011, 14.53.04   #10
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Ciò che mi rende più indigesta "la volotà dall'alto" è solo il pensare che ci sia qualcuno che governa il mio destino, il mio percorso. Insomma non essere io l'artefice.
Non solo per una forma di controllo ( pure qui!) ma perché cadrebbe ogni motivazione del mio esistere.
Se è tutto scritto, se i miei errori non possono essere evitati ed alla fine la mia anima sarà esattamente evoluta nella maniera scritta... che senso ha??
Il mio lavoro, qui ed altrove, non avrebbe motivazione, come la mia vita stessa...
Teoricamente, se ho ben capito, si può aderire o meno alla Volontà proveniente dall'Alto, è il discorso che si faceva in qualche 3d sulla differenza tra destino e Provvidenza, si può aderire ad uno o all'altro, siamo noi che scegliamo.
Solo non sempre è facile capire davvero la Volontà dell'Alto cosa ci indica, se siamo noi che interpretiamo male, se alcune sofferenze sono "utili" e mandate apposta per il nostro bene o se sono solo il frutto di sbagli autoprovocati ecc

Comunque dal poco che ho letto queste Tradizioni monastiche dovrebbero avere una qualche utilità anche per chi monaco non è, magari già riuscire ad ottenre dei momenti di quiete e di silenzio(a breve ,se riesco, 3d sul silenzio ) sarebbe proficuo per scendere meglio dentro noi stessi, capirci un pò di più.
Purtroppo , ripeto , quando arriva la parte nella quale dovremmo rimetterci totalmente e completamente alla Provvidenza , è come se mi irrigidissi, non sono ancora convinto appieno.
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Ultima modifica di luke : 26-07-2011 alle ore 14.55.28.
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Vecchio 27-07-2011, 12.22.04   #11
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Teoricamente, se ho ben capito, si può aderire o meno alla Volontà proveniente dall'Alto, è il discorso che si faceva in qualche 3d sulla differenza tra destino e Provvidenza, si può aderire ad uno o all'altro, siamo noi che scegliamo.
Solo non sempre è facile capire davvero la Volontà dell'Alto cosa ci indica, se siamo noi che interpretiamo male, se alcune sofferenze sono "utili" e mandate apposta per il nostro bene o se sono solo il frutto di sbagli autoprovocati ecc

Comunque dal poco che ho letto queste Tradizioni monastiche dovrebbero avere una qualche utilità anche per chi monaco non è, magari già riuscire ad ottenre dei momenti di quiete e di silenzio(a breve ,se riesco, 3d sul silenzio ) sarebbe proficuo per scendere meglio dentro noi stessi, capirci un pò di più.
Purtroppo , ripeto , quando arriva la parte nella quale dovremmo rimetterci totalmente e completamente alla Provvidenza , è come se mi irrigidissi, non sono ancora convinto appieno.
Penso che per seguirle o quantomeno provarle bisogna "lasciarsi andare" a questa Provvidenza, confidare in essa altrimenti è un po' come tenere il piede fuori pronti a scappare...

Questo è il motivo per cui tante cose le conosciamo in teoria ma poco in pratica. Di rado ci "immergiamo" consapevolmente fino in fondo, vuoi per paura, vuoi per diffidenza, vuoi per convinzione..
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Vecchio 23-08-2011, 15.55.50   #12
Astral
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io so che la preghiera del cuore si dice: Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore. E la devi ripetere in continuazione finchè il tuo cuore non la recità da sola.
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Vecchio 23-08-2011, 16.30.49   #13
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l'affidarsi in tutto e per tutto all'Alto non penso sia una cosa facile da mettere in pratica.
Faccio anch'io molta fatica ad affidarmi all'Alto ma solo nell'ultimo periodo. In passato, ancora preda di qualche idea romantica di una Provvidenza, ero molto più fiduciosa a riguardo, tutto mi appariva parte di un disegno, dolore compreso e questa visione mi donava tranquillità... L'avevo letto in più parti e pensandoci mi sembrava sensato.
Ma osservando la realtà in maniera più razionale, ora faccio fatica a credere sia così... Stamattina per radio parlavano di due sub, abbandonati per errore al largo nell'oceano. Sono morti divorati dagli squali dopo due giorni interi abbandonati a se stessi, al diving se ne sono accorti troppo tardi, dov'è la provvidenza se c'è? C'è solo un gran silenzio e una natura che non è nè buona, nè cattiva, regolata dalle sue leggi. Bambini che nascono e soffrono tantissimo, malati terminali a pochi mesi di vita.. Dov'è il senso? Certo ci sta la teoria dello spirito che deve fare esperienza del dolore, della morte ecc.. Ma francamente davanti all'assurdità di certe situazioni, nella Provvidenza credo sempre meno, per quanto l'idea sia consolatoria. Esiste un' Energia, questo non posso negarlo ma devo fermarmi qui
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Vecchio 23-08-2011, 17.23.25   #14
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Ognuno al suo percorso spirituale, se ti metti a ragionare, si rischia di scadere su cosa è giusto e cosa è sbagliato e non si vede più la bellezza del mondo.
Se la provvidenza c'è, ovviamente non è per tutti, se la provvidenza risolvesse tutti i nostri problemi, dove sarebbe il libero arbitrio?

Se il male che vediamo all'esterno ci preoccupa (come è anche normale) significa che è il male dentro di noi a preoccuparci e a chiederci aiuto in qualche modo.

Cmq siamo OT
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Vecchio 23-08-2011, 21.52.43   #15
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io so che la preghiera del cuore si dice: Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore. E la devi ripetere in continuazione finchè il tuo cuore non la recità da sola.
Si ci sono varie frasi , ma quella classica che ho trovato più spesso è quella che ho citato prima, poi credo cambi poco tra una o l'altra.
Sulla Provvidenza e sul discorso di Edera che condivido , ci sarebbe molto da dire ma effettivamente si andrebbe OT
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Ultima modifica di luke : 23-08-2011 alle ore 21.59.32.
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Vecchio 24-08-2011, 12.53.46   #16
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io so che la preghiera del cuore si dice: Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore. E la devi ripetere in continuazione finchè il tuo cuore non la recità da sola.
Ecco, toccato il limite... perché peccatore?
Un po' come il mea culpa... Di che colpa mi devo ripulire?

sono domande retoriche, ovvio che non cerco riposte, ci sono in ogni libro cristiano.
Ritengo che non sia affatto positivo cercare l'apertura dentro di se dandosi dei peccatori. Comunque sono OT ed è solo il mio punto di vista che non va affrontato qui.

Avevo detto che avrei provato a vivere "nella provvidenza" a confidare in essa ogni volta che un dubbio mi attanagliava, bé è un lavoraccio!

Una fatica... pensiero positivo tipo tutto si aggiusta, non preoccuparti, bla bla, mi aiutavo con un po' di meditazione e di concentrazione. Ora sono rientrata al lavoro ed aimé tutto perduto, la fiducia nella provvidenza è miseramente crollata soffocata dagli impegni del quotidiano che hanno richiesto la mia energia prima dedicata esclusivamente a quello...

Forse in pensione..
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Vecchio 24-08-2011, 13.11.12   #17
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Peccato, significa mancante. Quanti di noi mancano d'amore ogni giorno? Siamo tutti peccatori, ma non nel senso di colpevoli, ma appunto nel senso di mancanti.
Comunque c'è anche la formula abbreviata: Figlio di Dio, abbi pietà di me!

C'era poi un invito a luke ed Edera che facevo di riparlarne sul topic della provvidenza, ma evidentemente ieri si è cancellato prima che riuscissi a postare.
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Vecchio 24-08-2011, 15.47.44   #18
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Ecco, toccato il limite... perché peccatore?
Un po' come il mea culpa... Di che colpa mi devo ripulire?

sono domande retoriche, ovvio che non cerco riposte, ci sono in ogni libro cristiano.
Ritengo che non sia affatto positivo cercare l'apertura dentro di se dandosi dei peccatori. Comunque sono OT ed è solo il mio punto di vista che non va affrontato qui.

Avevo detto che avrei provato a vivere "nella provvidenza" a confidare in essa ogni volta che un dubbio mi attanagliava, bé è un lavoraccio!

Una fatica... pensiero positivo tipo tutto si aggiusta, non preoccuparti, bla bla, mi aiutavo con un po' di meditazione e di concentrazione. Ora sono rientrata al lavoro ed aimé tutto perduto, la fiducia nella provvidenza è miseramente crollata soffocata dagli impegni del quotidiano che hanno richiesto la mia energia prima dedicata esclusivamente a quello...

Forse in pensione..
Come già detto da Astral peccatori lo siamo più o meno tutti, nel senso di mancanze, di buchi che creiamo in noi col nostro comportamento, c'è anche un 3d specifico sul peccato mi sembra.L'invocazione che si fa, almeno così io la interpreto, serve a riconoscere questa situazione di peccato e di impotenza dalla quale difficilmente si può uscire da soli e quindi si chiede un aiuto, un venire incontro a Qualcuno, che sia Cristo o la Provvidenza, una volta che abbiamo fatto comunque tentativi e sforzi da soli.
Certo che se si chiede, si invoca, si supplica, dopo aver comunque lavorato, e non arriva nulla o le cose sembrano mettersi sempre al peggio, le cose non tornano, le batoste servono ma non si può stare a prendere batoste a vita.
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Come già detto da Astral peccatori lo siamo più o meno tutti, nel senso di mancanze, di buchi che creiamo in noi col nostro comportamento, c'è anche un 3d specifico sul peccato mi sembra.L'invocazione che si fa, almeno così io la interpreto, serve a riconoscere questa situazione di peccato e di impotenza dalla quale difficilmente si può uscire da soli e quindi si chiede un aiuto, un venire incontro a Qualcuno, che sia Cristo o la Provvidenza, una volta che abbiamo fatto comunque tentativi e sforzi da soli.
Certo che se si chiede, si invoca, si supplica, dopo aver comunque lavorato, e non arriva nulla o le cose sembrano mettersi sempre al peggio, le cose non tornano, le batoste servono ma non si può stare a prendere batoste a vita.
Proprio perché le batoste arrivano non capisco perché devo darmele da me dandomi della peccatrice, è darmi delle colpe di cui non sono consapevole. Le mie mancanze, i miei buchi, se consapevoli generano un lavoro che farò per sistemarli, se non consapevoli che colpa ne ho?
Ne consegue che mi dò della peccatrice supponendo di avere delle mancanze, insomma mi do la zappa sui piedi tanto per il piacere del dolore.

questa non la capirò mai
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Proprio perché le batoste arrivano non capisco perché devo darmele da me dandomi della peccatrice, è darmi delle colpe di cui non sono consapevole. Le mie mancanze, i miei buchi, se consapevoli generano un lavoro che farò per sistemarli, se non consapevoli che colpa ne ho?
Ne consegue che mi dò della peccatrice supponendo di avere delle mancanze, insomma mi do la zappa sui piedi tanto per il piacere del dolore.

questa non la capirò mai
Se supponi, intuisci di avere delle mancanze poi ne dovrebbe discendere che dovresti lavorare per trovarle, averne consapevolezza e se possibile correggerle, la colpa può essere, almeno io la vedo così, presumere di non avere pecche, di essere non migliorabile, o di non voler affrontare la realtà di una condizione di "mancanza", con la relativa fatica da fare per uscirne fuori.
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Riconoscere di avere peccato penso vale anche per il futuro, nel senso che si riconosce la propria umanità e si chiede di aver pietà anche per ciò che non si è commesso.
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Riconoscere di avere peccato penso vale anche per il futuro, nel senso che si riconosce la propria umanità e si chiede di aver pietà anche per ciò che non si è commesso.
Ma infatti riconoscere la propria condizione di peccatore , passata presente e futura, mi da in un certo senso tranquillità, perchè so che posso migliorarmi man mano che correggo(o provo a ) le mie pecche, se mi reputassi senza peccato o non volessi indagarci sopra, mi sembrerebbe quasi di non aere nessun margine di miglioramento.
E' ovvio poi che si invoca la pietà, si spera di essere compresi , cioè questi siamo, di sbagli e cadute se ne fanno senza sosta, ma se cerchiamo di migliorarci, spero che questo venga tenuto in considerazione, senza che per questo uno debba volere una sorta di assolvimento a prescindere che ci esime dal continuare a sforzarci.

Anche nell'Ave Maria si chiede di pregare "per noi peccatori"...
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Vecchio 26-08-2011, 00.30.25   #23
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Originalmente inviato da Faltea Visualizza messaggio
Proprio perché le batoste arrivano non capisco perché devo darmele da me dandomi della peccatrice, è darmi delle colpe di cui non sono consapevole. Le mie mancanze, i miei buchi, se consapevoli generano un lavoro che farò per sistemarli, se non consapevoli che colpa ne ho?
Ne consegue che mi dò della peccatrice supponendo di avere delle mancanze, insomma mi do la zappa sui piedi tanto per il piacere del dolore.

questa non la capirò mai
Colpa e peccato sono due cose diverse... riesci a scinderle?
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Vecchio 26-08-2011, 09.02.15   #24
Astral
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E' anche vero però che il concetto di migliorare, implica che io non sono adatto cosi come sono. Invece l'integrazione delle parti nascoste, irrisolte, del male, si applica con l'osservazione senza giudizio.

Se per esempio provo rabbia, non la esterno, non la giustifico dicendo che faccio bene, ne la reprimo oppure dico questo non va.
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Vecchio 26-08-2011, 12.18.02   #25
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Colpa e peccato sono due cose diverse... riesci a scinderle?
Sono due cose diverse per forza.. non so cosa tu voglia dire.
Mi collegavo al mio posto di prima sulla preghiera del mea culpa e quello di Astral del peccatore...


Io sono peccatrice, non c'è dubbio, ma mi sento che non ho bisogno di darmi sulla testa in quanto cerco giorno dopo giorno di migliorare il mio essere peccatrice e non ho bisogno di farmi perdonare per esserlo stata. Dovrei farmi perdonare se non facessi nulla per migliorarmi, se come tante persone mi lamentassi senza trarne soluzione..
Sbaglio?
Veramente è una cosa che mi ha sempre stonato, infatti la mia preghiera è il padre nostro, mai ave maria mai mea culpa o simili.

Mi è sempre sembrato come la confessione del mafioso (scusate il paradosso), si confessa e poi va a sparare al prossimo
Io mi definisco peccatrice anche se ho già intrapreso un percorso per migliorarmi? Ma che senso ha?

Suonano sarcastiche, ma sono domande sincere..
giusto chiedere aiuto, sostegno, pietà, il tutto in condizione di umiltà ma senza dirmi peccatrice.
Scusa Luke sto portando OT il discorso ma ho paura che tante cose si facciano per "abitudine" senza guardare nel concetto cos'è che si sta facendo/dicendo.
Vorrei capire come vi aiutano queste preghiere un po'meglio
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