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Vecchio 28-08-2007, 15.31.53   #1
griselda
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Predefinito Playstation, video giochi, televisore, pc

Playstation, video giochi, televisore, pc ed ecco che i nostri figli non escono più, si riempiono di tic e ingrassano.
Non dico di eliminarli per carità, ma un minimo di cura verso di loro, un limite nell’uso di questi pericolosi giochi elettronici.
Invece vedo almeno questa è la realtà del paese in cui vivo, basta che stiano in casa e tutto va bene.
Esempio di qualche giorno fa mio figlio “scopre il tennis” tutti dicono di saper giocare ma ci hanno giocato solo con la playstation….
Andiamo al campo da tennis per prenotare (4 euro) e la signora ci dice “ ah non si faccia troppi problemi…tanto qui i campi sono sempre deserti, si siedono sulle panchine, acquistano schifezze al bar ma anche in piscina non li vede mai nuotare. “ La persona in questione era un po’ acida sì, forse per le scarse entrate, ma un po’ di ragione ce l’aveva. Quando chiedo alle mamme degli altri ragazzi compagni di mio figlio di iscriverli a nuoto o altra attività che non sia il calcio mi trovo davanti un muro come se con il calcio e la scuola i ragazzi avessero espletato tutte le loro possibili attività.
Ma a quello che posso vedere non è questione di denari, e neppure di capacità, sono i genitori che hanno paura che si consumino….. non rendendosi conto di quanti limiti mettono loro addosso: eh poverino non ce la fa, eh poverino già fa fatica a scuola; eh lo iscrivo alle superiori ma tanto so già che non ce la farà. Io rimango esterrefatta da tanto disfattismo. Quando poi non danno la colpa agli insegnanti…ma questo è un altro discorso.
Se domandi loro cosa facevano da ragazzi ti dicono che erano sempre in giro a giocare insieme agli altri facevano gruppo con tutti i ragazzi del circondario giocando a tutto con niente. Una bella vita all’aria aperta.
Oggi invece non fanno uscire i loro figli e al massimo possono portare in casa un amico, attenzione uno solo se no fanno troppo casino. E questi ragazzi fanno poi fatica a socializzare, non sanno stare in gruppo perché sono egocentrici, viziati, superprotetti e sono sempre stanchi.
Ora mi domando sbaglio io oppure ho sbagliato paese? O tutto il mondo è paese. ( mi è ritornata la marzullite)
E' la paura che sta creando tutto questo?
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Vecchio 28-08-2007, 16.38.03   #2
RedWitch
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Di fondo credo che ci siano le paure dei genitori.. che hanno paura più per loro stessi che per i figli... se un figlio è in casa al "sicuro" non puo' succedergli nulla, al massimo come dicevi tu Gris appunto a casa di un amico.. sempre chiuso in casa con la playstation a portata di mano...ma anche per una questione di comodità credo... molti figli sono affidati a nonne o tate, dato che i genitori devono lavorare tutta la settimana , ed effettivamente non si puo' pretendere che un nonno/a o baby sitter sostituiscano il genitore, quindi si fa come si puo'.. e di nuovo tv a gogo e videogiochi, così se ne stanno buoni ...
E poi nei week end c'è sempre "troppo poco tempo" per portarli all'aria aperta... questi ragazzi crescono non sapendo cosa significhi una partita a calcio con gli amici, o una partita a tennis, o una passeggiata nel verde... ci vorrebbe un'educazione allo sport... all'aria aperta.. ma sembra quasi utopia...
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Vecchio 29-08-2007, 12.41.32   #3
moonA
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Se domandi loro cosa facevano da ragazzi ti dicono che erano sempre in giro a giocare insieme agli altri facevano gruppo con tutti i ragazzi del circondario giocando a tutto con niente. Una bella vita all’aria aperta. [/font]
Oggi invece non fanno uscire i loro figli e al massimo possono portare in casa un amico, attenzione uno solo se no fanno troppo casino. E questi ragazzi fanno poi fatica a socializzare, non sanno stare in gruppo perché sono egocentrici, viziati, superprotetti e sono sempre stanchi.
Ora mi domando sbaglio io oppure ho sbagliato paese? O tutto il mondo è paese. ( mi è ritornata la marzullite)
E' la paura che sta creando tutto questo?
Sai per me qual è la questione?..E' più comodo, richiede meno impegno lasciare il figlio davanti alla tv o altro invece che accompagnarlo a fare sport o farlo giocare all'aria aperta ...mentre se è chiuso in casa i genitori posso fare i fatti loro!
Non ho ancora figli quindi non frequento l'ambiente della scuola e dei bambini, spero che non ci sia la stessa situazione in tutti i paesi... qui da me vedo spesso che i ragazzi giocano all'aperto...cosa che forse in città non è tanto possibile(tra il traffico e la brutta gente)...comunque è vero i tempi sono cambiati...purtroppo!!
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Vecchio 29-08-2007, 22.14.14   #4
Shanti
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Forse è più raro ma capita anche di vedere il contrario: ragazzi che si chiudono in camera con la tv o a giocare con il pc e genitori che vorrebbero vederli uscire a giocare con gli amici ma non riescono a scuoterli dall'apatia. Certo è un comportamento che rispecchia un malessere, può trattarsi di ragazzi che faticano a entrare in un gruppo e fare amicizia con altri.
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Vecchio 29-08-2007, 23.03.34   #5
griselda
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ma anche per una questione di comodità credo... molti figli sono affidati a nonne o tate, dato che i genitori devono lavorare tutta la settimana , ed effettivamente non si puo' pretendere che un nonno/a o baby sitter sostituiscano il genitore, quindi si fa come si puo'..
Trovo che questo sia legittimo difatti di solito propongo di prendermi io la responsabilità, avendo più tempo a disposizione, per andare a prenderli ed riaccompagnarli.... (sia per chi lavora e chi no ) ma è no cmq quasi per tutti.
Al di là della possibilità che si possano sentire in dovere di sdebitarsi nonostante le mie rassicurazioni... credo proprio che non lo ritengano importante.
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Vecchio 29-08-2007, 23.26.10   #6
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In realtà su a milano vedo ragazzini stracolmi di attività fino ad arrivare inermi la sera, i genitori fanno fare di tutto un giorno teatro, un giorno pattinaggio, un altro nuoto, e anche questo non la vedo una cosa proprio sanissima se fatta con la finalità di levarseli dalle scatole..e farli arrivare a sera che l'unica cosa che possono fare è mangiare e stramazzare a letto davanti alla tele. Che il problema non sia la playstation o le attività ma la finalità che conduce all'eccesso??
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Vecchio 30-08-2007, 15.07.50   #7
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Che il problema non sia la playstation o le attività ma la finalità che conduce all'eccesso??
Credo che questo sia il punto.
Sappiamo che la società è cambiata rispetto a qualche tempo fa. Sono cambiate le abitudini e i modi di fare assieme al modo di interagire con gli altri.
Credo che ogni periodo debba essere contestualizzato e che paragoni tra uno precedente ed un altro successivo non possano esser fatti in maniera assoluta. Magari sbaglio!
Probabilmente però ciò che può evidenziarsi, invece in maniera pressocchè chiara, è l'impegno che comporta un figlio ovvero la responsabilità che da questo deriva.
Sicuramente oggi, non conoscendo le dinamiche della generazione passata, si vedono molti genitori presi dal lavoro ad esempio o anche, conseguenza di questi tempi, presi da molte responsabilità che interessano il nucleo familiare ovvero come arrivare alla fine del mese o affrontare una strategia economica volta al risparmio.
Accenno a queste problematiche perchè, se pure indirettamente, possono incidere enormemente sull'educazione e quindi sull'impegno da parte dei genitori sui figli sostituendosi al fine primario della famiglia ( non che quello della sopravvivenza non lo sia, ci mancherebbe ! ).
A prescindere dalla ragioni che hanno condotto una coppia a metter su famiglia e conseguentemente ad avere dei figli, credo però che si sia perso un po di vista, sostituendolo appunto con la responsabilità di arrivare a fine mese, un percorso formativo per un figlio. Il sostituire la palestra con la playstation oppure l'impiegare il figlio in numerose attività extrascolastiche, entrambi risvolti di una unica medaglia, fa si che l'impegno, per i genitori, sia meno, in un certo senso, gravoso/oneroso.
Questo fornisce poi l'alibi per scuse di vario tipo, ad esempio l'essere troppo stanchi per passare un po di tempo col bambino - e quando lo si passa si nota che si è col bambino solo fisicamente - o trovare delle alternative per fargli passare la giornata.
Da un lato mi pare di vedere una mancanza di impegno in senso abbastanza largo comprendendo in questo l'educazione, i problemi che da questa possono scaturire, l'agevolazione/introduzione del figlio in comunità ed in gruppo etc, dall'altro un sottrarsi volontario a quella che è la responsabilità dell'essere genitore.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 30-08-2007, 19.01.16   #8
Elle
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"un sottrarsi volontario a quella che è la responsabilità dell'essere genitore...esatto.."
viviamo però in un mondo dove la responsabilità si è soliti scaricarla sugli altri in ogni campo, il singolo la scarica sul lavoro...le società sullo stato..lo stato sui valori mancanti....ma chi li ha fatti mancare?
E perchè c'è questa volontà di sottrarsi?
Per incapacità?..c'è anche quello..è difficilissimo ammettere le proprie incapacità siano esse del singolo..siano degli agglomerati sociali..siano delle istituzioni.
Chi ci ha offerto i mezzi per scaricarla questa responsabilità??
Tutto quello che ci circonda ci aiuta a farlo, fermo restando che è la debolezza interiore la mancanza di equilibrio interiore anche che ci porta a delegare, però è difficile...essere genitori...e per quanto puoi pensarci prima...mai arrivi a comprenderne il senso di questa responsabilità così grande e a fare in modo che non diventi dovere ma una forma di amore che ci faccia crescere ..loro e noi...
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Vecchio 30-08-2007, 20.24.14   #9
Era
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mi ripeto come sempre....
non è la quantità di tempo che si dedica ai figli....ma la qualità ad essere importante.....basta mezz'ora....
in quel tempo però bisogna tornare bambini per giocare con i propri figli.... "scendere" nel ruolo di compagni
di gioco....non pretendere di far "salire" loro....
purtroppo invece...sobbarchiamo i bambini di qualsiasi
cosa nuoto...tennis...danza...ecc..ecc...consciamente o inconsciamente deleghiamo ad altro il ruolo che dovrebbe
essere nostro....gia....dimenticavo...noi lavoriamo...
abbiamo un sacco da fare....e la sera ci dobbiamo
rilassare...meglio tuttosport per papy...la telenovela
per mamy...e la play per il pupo....in fondo in fondo
fa comodo a tutti
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Dio mi conceda
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Vecchio 30-08-2007, 20.36.00   #10
griselda
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Io credo che come in tutte le cose ci vuole equilibrio. Il problema è che spesso non lo abbiamo. Non trovo sbagliato allargare gli orizzonti dei ragazzi, ( anche perchè poi potranno comprendere e selezionare a seconda delle predisposizioni) riempirli di impegni o metterli davanti alla play per toglierseli di torno... il discorso certamente non cambia quello che conta è la motivazione per cui si fanno le cose.
Credo inoltre che abbiano bisogno di attenzioni ma anche di socializzare tra loro visto che oggi i figli unici sono davvero tanti. Giocare con i genitori non è uguale che giocare con gli amici. I genitori non sono imparziali mentre tra ragazzi si impara ad affrontare la vita. Lo sport poi dovrebbe insegnargli la competizione sana.( anche se non sempre è così ma con l'appoggio dei genitori può diventarlo)
Fare i genitori non è semplice anzi è il "lavoro" più difficile che ci sia, e non esiste un libretto delle istruzioni. E come ben detto da Elle si deve crescere insieme.
Bisogna sforzarsi in continuazione di dare il meglio di quello che possiamo. A volte è molto meglio un no che fa piangere i ragazzi che tutti i si che diciamo per non vederli piangere. Se siamo troppo prodighi di attenzioni rendersi conto che devono anche fare da soli per poter diventare indipendenti e così via etc Non è facile ma ce la mettiamo tutta no?
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Vecchio 30-08-2007, 21.03.16   #11
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
A volte è molto meglio un no che fa piangere i ragazzi che tutti i si che diciamo per non vederli piangere. Se siamo troppo prodighi di attenzioni rendersi conto che devono anche fare da soli per poter diventare indipendenti e così via etc Non è facile ma ce la mettiamo tutta no?
certo....tutto giusto....tuttavia le prime "socializzazioni"
avvengono con i genitori (infatti il giocare con i propri
figli è riferito ai bimbi piccoli non hai decenni...ma poi
anche) quindi se non c'è una "base" in famiglia è
perlomeno poco facile socializzare fuori....

a volte...come dici tu...è meglio un no.....ma sai
quanto è più comodo dire si? e poi tiriamo in ballo
tutti i disagi della società....certo che ci sono....
ma è da quei "no" che si insegnano le regole....
e lo so....sono sempre polemica su sti discorsi....
l' esterno...la scuola....le strutture hanno grosse
problematiche....ma la BASE è compito dei genitori....

p.s. certo che ce la mettiamo tutta....il mio discorso
è generale e non specifico per qualcuno....
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Vecchio 30-08-2007, 22.12.18   #12
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certo....tutto giusto....tuttavia le prime "socializzazioni"
avvengono con i genitori (infatti il giocare con i propri
figli è riferito ai bimbi piccoli non hai decenni...ma poi
anche) quindi se non c'è una "base" in famiglia è
perlomeno poco facile socializzare fuori....
Sono d'accordo difatti la tendenza è quella di giocare e di dare tutto sino ai primi anni di vita e poi esagerare dall'altra parte quasi dimenticandonsene nei casi estremi.
Giocare alla fine fa bene anche a noi.
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Vecchio 31-08-2007, 00.31.48   #13
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Ehssì. Mia figlia vuole sempre giocare con la playstation... è sempre li a chiedere "dai, lascia un po' anche a me".

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Vecchio 01-09-2007, 04.04.34   #14
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Ehssì. Mia figlia vuole sempre giocare con la playstation... è sempre li a chiedere "dai, lascia un po' anche a me".

Beh...lasciagliela. Dopo tutto ci vuole equilibrio..no?

Forse il lato bambino " atrofizzato " negli adulti, troppo presi ad assumere e condurre questa parte ormai " vissuta ", è la causa.
Spesso ci si dimentica di esser stati bambini ed altrettanto spesso, per altro verso, si tende a far salire loro, come è stato giustamente detto più su, più che il genitore a scendere. Gli si insegna, per cosi dire, a divenire grandi prima del tempo essendo noi da un punto di vista di anzianità più esperti, se vogliamo. Insomma si vuole educare il bambino a che questo capisca, o quanto meno ne assuma la direzione, che lo stadio nel quale si trova è " solo " di passaggio. Di qui è conseguenziale l'attribuzione al figlio, in qualsiasi forma, di responsabilità che serviranno, poi, per affrontare la vita di tutti i giorni; il che, da un certo punto di vista, potrebbe sicuramente essere educativo.
Mi rendo conto che son andato un po fuori dal discorso e dunque per ricollegarmi a quanto detto più su circa la mancanza di responsabilità, concordo sul fatto che non si può avere la sfera di cristallo, a priori, per "fare" il genitore - visto che è un mestiere ma aggiungerei: "non solo è un fare ma anche un essere" - ma il fatto stesso di trovarsi in questa posizione determina, secondo me, una maggiore responsabilità dalla quale non ci si può scindere. Credo che chi decida, consapevolmente o meno, di divenire genitore, ovvero sia "maestro" di un figlio che andrà a costituire la società di domani, debba possedere, oltre alle capacità per farlo ed esserlo allo stesso momento, quella umiltà che gli permetta di identificarsi con una responsabilità che troppe volte, invece, viene scaricata su altro e ad altri.
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Vecchio 01-09-2007, 13.20.40   #15
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Credo che chi decida, consapevolmente o meno, di divenire genitore, ovvero sia "maestro" di un figlio che andrà a costituire la società di domani, debba possedere, oltre alle capacità per farlo ed esserlo allo stesso momento, quella umiltà che gli permetta di identificarsi con una responsabilità che troppe volte, invece, viene scaricata su altro e ad altri.
nessuno ha la capacità per farlo Jeze....si impara facendolo....
si impara prendendo ciò che i propri genitori ci hanno
trasmesso...(l'esempio?)
e guarda che cosa strana succede....tutto quello
che si contestava ai genitori...tutto quello che
non ci piaceva....tutto quello che sentivamo sbagliato
diventa l' atteggiamento che usiamo con i figli....
in qualche modo è come scordarsi del disagio vissuto...
facendolo rivivere pari pari ai propri figli....non è
così sempre....ma molto spesso succede.....

sulla responsabilità consavevole...sono daccordo con te
se ci fosse sempre....ma le cronache di tutti i giorni
dimostrano che di consapevolezza mica cè nè tanta....
e non voglio dilungarmi perchè quel che "ricevo" io lo
ricevete tutti....cassonetti...infanticidi...abbandoni...
quasi quasi sarebbe da fare un referendum sulla rimessa
in atto delle "ruote nei conventi"
e lo so...sono drastica e magari fuori tema...ma è la
realtà....

aggiungerei una cosa che sento vera....un genitore ha
il dovere di educare....aiutare...sostenere un figlio....
troppo spesso tuttavia....non fa l' educatore ma il
"tiranno" e per essere tiranni...non è necessario essere
padripadroni....basta imporre (spesso velatamente) la
propria autorità....per farmi capire dirò uno per tutti:
l' indirizzare i figli verso una scuola o una professione
solo perchè tutti in famiglia hanno quella linea....senza
tener conto delle attitudini o doti del figlio...

azz...ma sto diventando proprio petulante eh!!!!

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Vecchio 26-09-2008, 12.00.01   #16
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Penso che la colpa non sia ne dei videogiochi, nel del pc, nel del computer, ma appunto dall'educazione.

Un ragazzo ha bisogno di giocare al computer, di fare sport, di studiare e di avere contatti sociali con gli amici, l'equilibro tra queste cose è la migliore cosa.
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