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Vecchio 29-12-2005, 11.02.18   #26
Uno
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Predefinito Riferimento: Tradizione Tolteca - Carlos Castaneda

Beh se dovessi fidarmi solo dei libri.... preferirei i primi....
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Vecchio 29-12-2005, 11.18.19   #27
Ovest
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Predefinito Riferimento: Tradizione Tolteca - Carlos Castaneda

concordo sul dire che "l'arte di sognare" è un gran guazzabuglio...
però i rimanenti (tipo il fuoco dal profondo sono validi secondo me, molto piu dei primi).
I primi tre Castaneda li ha scritti in stato normale. Infatti contengono nozioni di antropologia e studi scentifici sulle piante.
Dopo i primi tre, invece, i rimanenti li ha scritti in stato di intensa percezione.
__________________
Io che non sono folle vivo follemente in un mondo di folli.
Mentre è il mondo che fa di me un folle.
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Vecchio 04-01-2006, 23.50.07   #28
Shanti
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Se non ho capito male la prima e la seconda attenzione operano in ambienti paralleli senza mai toccarsi, come divise da due linee parallele… Nella prima attenzione si percepisce il corpo fisico così come lo conosciamo, mentre nella seconda è visto come un bozzolo o uovo che dir si voglia… Mi viene da pensare che il muro di nebbia sia la zona di transizione tra queste due linee le cui emanazioni si estendono una sull’altra…
Domanda (sempre che abbia pensato giusto ): se quindi quello che succede nella seconda attenzione non si riesce a ricordare nella prima, è possibile farlo con quello che si vede nel muro di nebbia? Questo mi spiegherebbe perché i tre discepoli hanno ricordato e testimoniato quell’esperienza sul monte con Gesù…
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Vecchio 05-01-2006, 11.30.57   #29
Uno
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Originalmente inviato da Shanti
Se non ho capito male la prima e la seconda attenzione operano in ambienti paralleli senza mai toccarsi, come divise da due linee parallele…
Loro si ma nessuno impedisce a noi di stare in tutte e due
All'inizio è impossibile e si percepisce lo stacco netto... ma possono nella prima riaffiorare ricordi della sceonda man mano che ci si integra.... (due che diventano uno... ma questa è un'altra tradizione )
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Vecchio 21-06-2006, 10.41.20   #30
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Ci vedo analogie con Gurdjieff... per conoscere sempre il proprio intento l'uomo deve osservarsi, essendo spesso mosso da motivazioni di cui nemmeno lui è ben cosciente. Con un'osservazione attenta si trova la causa di ogni azione,e questo permette poi di "scegliere" l'intento più puro, avvicinandosi così all'impeccabilità che dovrebbe possedere ogni guerriero sulla via...

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Vecchio 29-06-2006, 09.54.09   #31
coccinella
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Un caloroso saluto a tutti.
Io sono nuova di questo forum che ho potuto constatare veramente ricco di apporti interessanti rispetto quelli che sono gli argomenti che da sempre mi hanno interessato.
Ultimamente dopo essemi avvicinata a Gurdjeff, guidata da un bisogno disperato, ho esplorato l'universo della spiritualità conoscendo vari pensierie fra i quali ho apprezzato molto le posizioni di E. Tolle, e U.G.. Rispolverando Castaneda però, come dire ... ho ritrovato tutti i tasselli al punto giusto e me ne sono innamorata. Il colpo di fulmine è recente e pertanto il mio cammino è appena iniziato. Trovando voi e leggendo le vs. discussioni credo di aver molto da imparare. pertanto mi scuserete se per ora parteciperò più che altro come spettatrice- lettrice. Posso dirvi intanto di aver cominciato con piccole cose, del tipo qualche cambio di vecchie abitudini, guardarmi le mani prima di addormentarmi, parlare alle piante, incominciarer a fare la lista per la ricapitolazione. Chi ha già iniziato questo percorso sicuramente potrà darmi qualche consiglio, anche perchè qui in Friuli, dove vivo, maestri non ne ho trovati. Qualcuno di voi per caso è di queste parti? Cristina.
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Vecchio 29-06-2006, 11.46.20   #32
RedWitch
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Ciao Cristina, benvenuta tra noi
Come te, mi sono accostata da poco a questa tradizione, e la sto scoprendo pian piano. Quel che mi ha colpito maggiormente, è il parallelismo, tra la vita quotidiana, quindi un cambiamento di abitudini graduale, e il "sapere", al quale si accede per lo più attraverso esperienze dirette, in effetti, la peculiarità di Carlos è il domandare sempre qualsiasi cosa, il voler rapportare qualunque esperienza al suo mondo conosciuto, a quello che lui conosce come realtà , mentre in effetti, alcune cose non possono essere spiegate con le parole, ma vanno sperimentate per essere comprese, tant'è che Don Juan, dice continuamente: "questo non te lo posso dire, spiegare etc etc", pero' gli da gli sturmenti per andare a modificare il modo di vivere a cui Carlos è abituato , e, nel contempo, attraverso l'uso delle piante, gli fa sperimentare stati di realtà non ordinaria e anche qui, è "curioso" il fatto che Carlos si fosse recato da Don Juan per conoscere (intellettualmente) le piante e alla fine invece le conosce sperimentandole, e arrivando a comprendere..(con questo non credo che tutti debbano fare uso di allucinogeni per sperimentare ). Ci sono un sacco di cose da dire.. proviamo insieme?
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Vecchio 29-06-2006, 15.56.49   #33
coccinella
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Predefinito riferimento: tradizione tolteca

Anche a me è piaciuto molto questo "utilizzo " della quotidianità per tendere l'agguato a se stessi, che poi va molto d'accordo con il ricordarsi di sè di Gurdijeff, ma gli spunti che si ricavano dai libri di Castaneda sono molti e per tutti i gusti. Mi chiedo però una cosa: Gurdijeff sosteneva, e secondo me a ragione, che chi inizia il percorso è come un carcerato che desidera la libertà, ma che per ottenerla deve avere qualcuno che, già libero, dall'esterno gli passi la lima per tagliare le sbarre e scappare. E ciò anche in virtù del fatto che noi (uomini all'inizio di un cammino evolutivo, uomini n. 1 o n.2 o al massimo n.3) in realtà siamo una legione, per cui anche quando crediamo di stare veramente lottando per una certa finalità rischiamo di ritrovarci, cammin facendo, proiettati su altri obiettivi. E questo, ahimè, senza accorgesene. Non ti pare allora un po' labile il nostro tentativo di mettere in atto da sole, ad esempio l'arte dell'agguato, senza avere un occhio esterno che possa valutare quanto stiamo facendo, in un modo più obiettivo , l'occhio di una persona più avanti nel percorso e quindi più astuta e più gentilmente spietata di quanto potremmo esserlo noi nei ns. confronti?
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Vecchio 29-06-2006, 17.05.52   #34
RedWitch
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Mi sa che vado un po' fuori tema.. pero'.. sono d'accordo sul fatto che mettere in atto da soli, un qualunque insegnamento.. sia difficilissimo e che davvero poche persone siano in grado di farlo. Altrettanto pero', mi hanno insegnato che se è il momento qualcuno che apre una porta c'è.. e credo sia proprio così, se ci pensi, è vero che è stato Castaneda a "trovare" Don Juan,(spinto da uno scopo che non aveva niente a che vedere con la crescita personale), ma è stato Don Juan a "scegliere" l'allievo, non il contrario. Non dico che non ci si debba guardare intorno, e cercare il Maestro.. ma credo che alla fine, quando è il momento, lui arriva. Poi dipende da noi scegliere , se fidarci o meno. E li.. non so se abbiamo dei parametri per capire come farlo.. credo sia una questione istintiva o intuitiva inizialmente .. per tornare a Castaneda, diverse volte nel corso dell'apprendistato dice che nonostante Don Juan fosse completamente diverso da lui, gli piaceva stare in sua compagnia.. è indicativo secondo me
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Vecchio 30-06-2006, 06.42.22   #35
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Predefinito riferimento:tradizione tolteca

Già. E se ci pensi sarebbe anche logico che fosse così. E cioè che quando l'allievo è pronto salti fuori il maestro. Infatti proprio per questo ho deciso di iniziare ugualmente a fare qualcosa, anche se mi riecheggia dentro Gurdijeff con la sua sconfortante sicurezza che l'uomo non è in grado di "fare" proprio nulla.
Ad ogni modo per me ora c'è l'esigenza di iniziare questo percorso su/con me stessa perchè è una strada che mi sento anche di amare, non solo di affrontare con la testa. Per questo ho parlato di colpo di fulmine.
Questo amore nasce tuttavia da un bisogno, una forte esigenza che deriva dalla consapevolezza che il tonal non basta, in quanto dedicargli tutte le tue energie ti lascia un senso di incompiutezza, un non-senso che ormai personalmente mi dà la nausea. Ci sono ragioni molto forti dietro a questa sensazione che però non dirò anche per evitare di rinforzare la mia importanza personale e che poi alla fine sono irrilevanti nell'economia dell'universo.
In fondo, e qui trovo un forte parallelismo tra i toltechi e U.G., non siamo più importanti di una formica. Buone cose.
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Vecchio 30-06-2006, 09.42.43   #36
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Già. E se ci pensi sarebbe anche logico che fosse così. E cioè che quando l'allievo è pronto salti fuori il maestro. Infatti proprio per questo ho deciso di iniziare ugualmente a fare qualcosa, anche se mi riecheggia dentro Gurdijeff con la sua sconfortante sicurezza che l'uomo non è in grado di "fare" proprio nulla.
Ad ogni modo per me ora c'è l'esigenza di iniziare questo percorso su/con me stessa perchè è una strada che mi sento anche di amare, non solo di affrontare con la testa. Per questo ho parlato di colpo di fulmine.
Questo amore nasce tuttavia da un bisogno, una forte esigenza che deriva dalla consapevolezza che il tonal non basta, in quanto dedicargli tutte le tue energie ti lascia un senso di incompiutezza, un non-senso che ormai personalmente mi dà la nausea. Ci sono ragioni molto forti dietro a questa sensazione che però non dirò anche per evitare di rinforzare la mia importanza personale e che poi alla fine sono irrilevanti nell'economia dell'universo.
In fondo, e qui trovo un forte parallelismo tra i toltechi e U.G., non siamo più importanti di una formica. Buone cose.
Non solo i Toltechi ed U.G. in fondo qualsiasi tradizione da una parte ti dice che sei solo un granello nell'Universo, dall'altra ti dice di lavorare per trovare il tuo inequivocabile posto... a parte U.G. (di cui apriremo un thread a parte, se non lo fa prima qualcun altro) che ha una "fine" diverso.
Esigenza di non è mai bene, bisgnerebbe sempre "essere...", per intenderci è diverso essere assetati ed avere l'esigenza di bere , mi rendo conto che possono sembrarti sottigliezze assurde, ma iniziando un camminino se non adesso, prima o poi ne apprezzerai il senso.
Lo zio Gurdi ha pienamente ragione anche se non do mai troppa rilevanza a questo aspetto dato il rifiuto degli anarchici tempi moderni, è vero.. nessuno si può svegliare completamente da solo, se uno sembra che lo faccia è perchè in realtà era già sveglio. D'altro canto non riveste particolare importanza chi ti sveglia, c'è un Don Juan per ognuno di noi allo stesso modo in cui potrebbe esserci un Castaneda, importante è il momento in cui le strade per forza di cose devono ineluttabilmente confluire, quando la tua unica possibilità sarà trovare chi ti sveglia (o meglio per accontentare gli anarchici , chi ti da l'input perchè tu possa svegliarti) lo troverai per forza anche nascondendoti... potrai rifiutare la cosa, rimandarla, congelarla ma comunque troverai.
Ragazze siamo andate un pò fuori tema, comunque se è servito per conoscere un pò Coccinella ben venga (il thread si potrà continuare poi) , benvenuta
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Vecchio 30-06-2006, 19.09.47   #37
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Predefinito riferimento:tradizione tolteca

Grazie UNO,
le tue precisazioni vanno in profondità. D'altro canto io mi sono espressa in base a ciò che in questa fase di vita sono.
E se...... ho l'esigenza di....... invece che.....essere l'esigenza.... è forse perchè non mi identifico totalmente con questa esigenza o forse perchè è già intervenuta a monte la mia mente a tradurre deformando, come le fa più comodo proprio per poter sopravvivere, quello che è il mio reale essere-sentire.
Il grande fratello ce l'abbiamo a casa nostra!
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Vecchio 10-07-2006, 14.53.39   #38
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Mi pare, se pur involontariamente di aver bloccato la discussione e ve ne chiedo scusa. Vorrei riavviarla tentando di rispondere a Shanti quando diceva
Shanti:
.....però mi immagino che queste emanazioni dell'aquila (e le immagino tipo fibre o filamenti luminosi) formino tutti questi agglomerati a forma di sfera e, a loro volta, all'interno dell'uovo, si uniscano o passino in un unico punto di unione che è situato sulla superficie dell'uovo stesso...
Attendo chiarimenti

Da quello che ho capito io, il punto di unione è come una lampadina accesa che illumina solo una parte delle fibre luminose presenti nel ns. bozzolo. Tali fibre, così illuminate, ci permettono di percepire ciò che noi definiamo come "realtà". Condividendo il medesimo punto d'unione con la società cui apparteniamo ci siamo convinti che tale realtà sia l' unica possibile e percepibile.
In realtà se riuscissimo a spostare il punto d'unione altre fibre verrebbero ad illuminarsi ed altre "realtà" diverrebbero accessibili. Condividete?
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Vecchio 10-07-2006, 23.43.34   #39
Shanti
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Da quello che ho capito io, il punto di unione è come una lampadina accesa che illumina solo una parte delle fibre luminose presenti nel ns. bozzolo. Tali fibre, così illuminate, ci permettono di percepire ciò che noi definiamo come "realtà".
Grazie Coccinella e benvenuta anche da parte mia.
Si può dire che ogni movimento del Punto di unione determina un cambiamento nelle fibre illuminate: ho trovato un’immagine, che allego, che spiega perfettamente quello che hai scritto sopra.

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In realtà se riuscissimo a spostare il punto d'unione altre fibre verrebbero ad illuminarsi ed altre "realtà" diverrebbero accessibili. Condividete?
Mi sembra che i Toltechi abbiano elaborato due sistemi per la funzionalità del punto di unione: l’Arte del Sognare per spostarlo coscientemente e l’Arte dell’Agguato per fissarlo nella posizione in cui è stato spostato. Attendo altri chiarimenti, magari prima di sei mesi grazie!
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Vecchio 11-07-2006, 00.09.16   #40
latino
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l'arte dell'agguato?
mai sentita, ma d'altronde non ho letto tutti i libri di Castaneda.....
qualcuno spiega?
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Vecchio 11-07-2006, 10.04.34   #41
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Grazie Coccinella e benvenuta anche da parte mia.
Si può dire che ogni movimento del Punto di unione determina un cambiamento nelle fibre illuminate: ho trovato un’immagine, che allego, che spiega perfettamente quello che hai scritto sopra.


Mi sembra che i Toltechi abbiano elaborato due sistemi per la funzionalità del punto di unione: l’Arte del Sognare per spostarlo coscientemente e l’Arte dell’Agguato per fissarlo nella posizione in cui è stato spostato. Attendo altri chiarimenti, magari prima di sei mesi grazie!
Proviamo una metafora, una ragnatela (lavoriamo su due dimensioni per l'esempio ma poi immaginate tre e anche più dimensioni) immaginiamo che il ragno sia il punto di unione che filando tira la rete... i fili sono collegati praticamente a tutto l'universo ma solo la prossimità del ragno (un perimetro in cui si muove, perimetro spostabile - con tutto l'individuo- ma non espandibile a differenza dell'aura) è la parte che si "illumina" cioè che raggruppa le informazioni su quell'essere il cui punto d'unione metaforicamente simbolizziamo con il ragno, in base a come si intrecciano avremo strutture energetiche diverse.

Per spostarlo coscientemente oltre che l'Arte del Sognare è importante risparmiare energia e recuperare quella persa oltre che rafforzare... imparare ad usare l'intento.
Si lo so che generalmente si dice che l'intento serve per essere impeccabili e quindi per risparmiare energia... il che è vero... ma d'altro canto non è il solo senso di questa azione dell'essere, se ho vagonate di energia ma non so darmi una direzione (tendere a....) non ne faccio nulla.
Sull'Arte dell'Agguato che fissa il punto posso concordare purchè si parta dal presupposto che per un guerriero non esiste l'intenzione di fissarsi stabilmente in un punto, il Maestro deve essere capace di muovere il punto di fissione a volontà, suo e anche altrui se serve, questo ovviamente non è possibile all'inizio, si impara a muoversi e fissarsi in una posizione diversa.

Questa comunque gira gira è teoria (se non esperita) in cui ci ha catapultato Ovest prima di sparire, vogliamo invece vedere in concreto?

Le azioni più o meno sono le stesse di tutte le tradizioni anche se cambiano i nomi:
Si deve risparmiare energia dall'uso normale animale per destinarla a qualcosa di diverso: questo si fa con il comportamento corretto nel presente e recuperando quella lasciata nel passato quando non ci eravamo posti questi problemi. Risparmiare non significa accumulare, significa non utilizzare per scopi che non ci interessano e riversarla via via su quelli che ci interessano, cercare di accumularla come ho scritto in altra discussione sarebbe solo dannoso... immaginiamo che l'accumulo sia una banca... ed invece noi investiamo in attività produttive.... non teniamo fermi i soldi, non li sprechiamo ma ci lavoriamo ed un domani saremo pronti per goderceli.

Mi fermo per adesso
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Vecchio 12-07-2006, 15.01.32   #42
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Qualcuno di voi ha mai sperimentato momenti di consapevolezza intensa in cui quindi il punto d'unione si era spostato rispetto alla quotidianità? (lasciando perdere il momento in cui si sposta naturalmente quando dormiamo). Come c'era arrivato? Che sensazioni ha avuto?
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Vecchio 12-07-2006, 16.34.36   #43
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eccomi Io Io !!!

dunque ero in piedi, mi sono girato di scatto a destra e con la coda dell'occhio la luce proveniente dalla finestra mi ha investito, mi sono sentito leggero di colpo........



Scherzo... perdonami Coccinella... so che questa presa in giro potrebbe influire negativamente su tutta la buona volontà che stai mettendo per aprirti e conoscerci (e spero di no, che sia invece una molla di reazione), ma dovevo farti vedere chiaramente che normalmente siamo macchine, putroppo quando da pinocchi burattini di legno vogliamo diventare Uomini non c'è un bottone da premere, non è possibile scrivere un manuale di istruzioni... e neanche ha senso dire di aver esperito delle cose... se ti dicessi sul serio che il mio punto di unione si muove, o mi credi o no.... se invece mi senti, non intendo solo le parole, da sola qualcosa in te Sa se è così o no.

Vediamo se posso anche "regalarti" qualcosa oltre il fraterno scherno, a me adesso è più facile sentire la differenza se per qualche vario motivo mi "fermo", che sia anche un centesimo di secondo, quando sento che è passato del tempo in cui apparentemente sono sveglio ma ho una confusa annebbiata percezione del momento che è passato (passato prendi nota) mi accorgo di essermi risvegliato e di aver dormito per un pò, è molto che non esperisco neanche questa sensazione... e se non sto dormendo a pieno significa che è parecchio che non lo faccio.

La sensazione più descrivibile che mi viene ora è appunto la percezione del tempo, adesso che ti scrivo sono qui presente, assaporo questo istante immediatamente, negli esempi che ti ho fatto sopra esperivo (in maniera incompleta) nella memoria, quando la cosa era già passata... che sia anche un centesimo di secondo dopo... in soldoni la parola chiave è l'immediatezza del vissuto, più sei veloce (potremmo parlare anche di vibrazioni) e più vivi l'attimo integralmente nel momento che accade, altrimenti lo vedi quando è già sfuggito, questo può darti la portata del perchè una cosa bellissima capitatati dopo dieci secondi ti riporta nella tristezza e altre volte ti lascia un senso di appagamento per giorni.

Ops sono "uscito" (come termini più che altro) ancora dalla tradizione tolteca vabbeh se potesse servire
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Vecchio 12-07-2006, 17.46.11   #44
latino
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Capo devo far passare del tempo e rileggere questo tuo post.....
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Vecchio 12-07-2006, 18.12.34   #45
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Caro Uno,
la capacità di vivere, di cogliere e assaporare l'attimo presente non dipende forse dall'intensità della tua attenzione, più che dallo spostamento del punto d'unione? O sbaglio?
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Vecchio 12-07-2006, 20.59.47   #46
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Provo a trasportare il tutto nelle scene di vita quotidiana:
Il gatto sta più attento quando muove la testa per seguire il volo di una farfalla pronto a prenderla o quando è addormentato placidamente?

Pur non essendo proprio la stessa cosa, non per niente l'attenzione ha un suo nome/definizione, hanno parecchie cose in comune, se hai una vita piatta e statica (non intendo esteriormente ) la tua attenzione in generale sarà bassina e il punto fermo

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Vecchio 17-07-2006, 22.31.37   #47
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l'arte dell'agguato?
mai sentita, ma d'altronde non ho letto tutti i libri di Castaneda.....
qualcuno spiega?
Ci provo io Lat
L’Arte dell’Agguato è uno dei comportamenti della Via del Guerriero. Una cosa fondamentale da comprendere è che l’agguato non è mai teso agli altri ma sempre nei confronti di se stessi. Perché questo comportamento sia funzionale Don Juan diceva a Castaneda che il guerriero deve essere inappuntabile, quindi focalizzare l’attenzione verso una mèta che egli sa non essere reale, investire verso di essa quanta più energia possibile e, a un certo punto, cambiare improvvisamente direzione… proiettando l’energia incanalata verso lo scopo reale di tutta questa operazione.

Don Juan aveva riassunto a Castaneda gli scopi dell’Arte dell’Agguato attraverso sei punti, e descritto quattro qualità, tre precetti e sette regole necessarie per compierlo.

Gli scopi:
1. Offrire al guerriero una più ampia visione del mondo
2. Stimolare la fantasia del guerriero e fargli vivere una vita piena di gioia ed entusiasmo
3. Imparare a ridere di se stesso senza mai prendersi troppo sul serio
4. Imparare la capacità di improvvisazione
6. Stimolare la creatività

Le qualità:
Astuzia, cioè l’abilità di osservare il mondo rimanendo dentro sé stessi, e agire solo e quando l’avversario è spiazzato.

Pazienza, cioè il saper attendere ma questo bisogna farlo con intenzione perché se non è sostenuta dall’intento, diventa un’inutile attesa

Dolcezza o gentilezza: lasciare spazio agli altri, permettere la comunicazione e accettarli per come sono

Spietatezza, cioè non lasciarsi bloccare dall’autocommiserazione, dalla falsa pietà e dall’indulgenza verso se stessi.

I precetti:
1. Il guerriero guarda il mondo come un mistero senza fine

2. Il guerriero cercherà di decifrare i misteri che incontra sapendo di non avere la minima possibilità di riuscirci

3. Il guerriero considera se stesso come uno dei massimi misteri del mondo

Le sette regole dell’Agguato:
1. E’ il guerriero che scegli il campo di battaglia
2. Il guerriero abbandona tutto quello che non gli è necessario
3. Il guerriero è pronto a battersi fino in fondo, in ogni momento, con un piano prestabilito
4. Il guerriero rimane rilassato e non ha paura di nulla, si lascia guidare dal Potere
5. Il guerriero di fronte a situazioni che non sa controllare si rilassa un attimo laciando vagare i propri pensieri e occupando il proprio tempo in qualcos’altro.
6. Il guerriero comprime il tempo, lotta per la vita e anche un solo istante può decidere per l’eternità. Il guerriero non spreca nemmeno un istante.
7. Il guerriero lotta per vincere senza mai spingere in prima fila, in questa regola è espressa l’astuzia: spiazza l’avversario ponendogli di fronte un falso bersaglio.
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Vecchio 18-07-2006, 12.59.04   #48
griselda
E' praticamente nato/a qui
 
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Ringrazio Shanti innanzitutto!
Ieri sera me lo sono stampato!
Successivamente volevo domadare a qualcUno sono passata di qui per continuare il discordo iniziato su "fatti male che godo".
Questa potrebbe essere una tecnica per trovare l'attenzione neccessaria a rendere la notte magica?
Grazie!

Ultima modifica di griselda : 18-07-2006 alle ore 13.11.35.
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Vecchio 18-07-2006, 17.47.35   #49
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stupendo contributo Shanti, Grazie mille....
In quale libro Castaneda parla dell'agguato?
Ultimamente mi sto dando parecchio allo sciamanesimo, sia leggendo che applicando (ciao Capo )
latino non è connesso  
Vecchio 18-07-2006, 21.28.21   #50
Shanti
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Gli scopi:
1. Offrire al guerriero una più ampia visione del mondo
2. Stimolare la fantasia del guerriero e fargli vivere una vita piena di gioia ed entusiasmo
3. Imparare a ridere di se stesso senza mai prendersi troppo sul serio
4. Imparare la capacità di improvvisazione
6. Stimolare la creatività
Se non lasciassi un pezzo dietro non sarei io Lo riscrivo con il punto mancante (mi sa che non l'ho rimosso per caso ):

Gli scopi:
1. Offrire al guerriero una più ampia visione del mondo
2. Stimolare la fantasia del guerriero e fargli vivere una vita piena di gioia ed entusiasmo
3. Imparare a ridere di se stesso senza mai prendersi troppo sul serio
4. Imparare ad avere un'illimitata pazienza
5. Imparare la capacità di improvvisazione
6. Stimolare la creatività

Shanti non è connesso  
 


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