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Vecchio 22-03-2008, 14.51.03   #1
Uno
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Predefinito Le figure fondamentali per un bambino

Parliamo sempre di genitori adulti e figli adulti, di cose già fatte a cui spesso non si può rimediare se non usando artifizi, ma visto che tra i partecipanti e i lettori ci sono genitori (o prossimi genitori, ma anche nonni, zii etc..) con figli piccoli è interessante anche comprendere come affrontare la crescita di un bambino... e anche per chi non ha figli o non ne avrà mai può essere utile per capire delle cose.

Un detto africano recita qualcosa di simile a: "Per far crescere un bambino serve un villaggio intero".

La saggezza arcaica evidenzia ciò che con la nostra apparente civiltà dimentichiamo, è chiaro che non parlano solo di dar da mangiare o accudire i bisogni fisici del bambino, per quello esagerando bastano poche persone, come per gli animali bastano solo i genitori o in certi casi anche solo la madre.
Voglio anche sottolineare la scelta della parola "serve" (per quanto la traduzione potrebbe avere alterato) che superficialmente potremmo interscambiare con la parola "occorre", ma in questo modo perderemmo una grande verità. Serve... il villaggio al servizio della crescita del bambino, ognuno con il proprio ruolo, ognuno con il proprio compito, tutti necessari, tutti con un proprio spazio nelle fondamenta di quell'essere che potrebbe diventare un individuo formato se si completa il processo di crescita, perchè si, alla fine una cosa su cui spesso dibattiamo nei nostri discorsi, in forme diverse, è che rari sono coloro che hanno compiuto per intero questo processo.

La conformazione delle nostre società occidentali moderne ha scardinato queste saggezze antiche, siamo tornati come gli animali, i soli genitori (spesso solo la mamma) deve occuparsi del bambino, a volte neanche.... con il risultato che un bimbo orfano in un villaggio africano è custodito da tutto il villaggio e da noi solo da enti astratti con cui scarichiamo le nostre responsabilità.
Quando i genitori non arrivano più (che sia un discorso medico o istruttivo) si affidano a chi dovrebbe portare avanti tali compiti e che lo farà per soldi, per guadagno.
Si possiamo definire anche questo servizio, ma lo vedo ben diverso dalle figure del suddetto villaggio, se togliamo il Dio denaro il servizio decade.
Non sto dicendo che i maestri, i medici, o che altro debbano lavorare gratis, sto solo evidenziando come ci siamo spostati e cosa è cambiato, cose che almeno avrebbero dovuto essere equilibrate in altro modo.

Ma rimaniamo ora alle figure familiari, già qui questo "servizio" viene a mancare, abbiamo nonni che vorrebbero possedere i nipoti per allungare la sensazione di gioventù e/o recuperare ciò che non hanno fatto al momento giusto, ma poco servizio fanno, poco sono servi dei nipoti.
Abbiamo zii che spesso sono in conflitto con i genitori e questo a priori impedisce la costruzione del rapporto con il nipote etc etc
Non sto facendo un'alzata di pessimismo cosmico, ci sono anche casi positivi, purtroppo rarissimi in cui tutto il gruppo familiare concorre alla crescita organica, naturale e ottimale dell'infante, poi bambino indi adolescente.

Mi fermo per lasciar spazio.
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Vecchio 22-03-2008, 15.25.41   #2
Era
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Hai parlato di società occidentali moderne e penso alla società occidentale di pochi decenni fa anche se si parla di un altro secolo....il padre era il severo insegnava la disciplina le regole e il rispetto...la madre era quella più a stretto contatto con i figli (nelle famiglie ricche la figura materna veniva a mancare come quella paterna perchè i ragazzini venivano affidati alla balia)...anche in quel caso il "villaggio" ossia la famiglia prima e la società poi..veniva a mancare...o no?

Secondo me un "villaggio" dovrebbe dare:
amore
regole
disciplina
insegnamenti (con l' esempio)

ci penso eh
__________________
Dio mi conceda
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il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
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Vecchio 22-03-2008, 16.26.42   #3
jezebelius
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L'esempio del bambino per questo verso potrebbe portarsi anche ad altri livelli secondo me. Nella società di oggi si potrebbe definire che per qualsiasi ciclo che riguarda una qualsiasi sfera di questa , vi è e vi deve essere il bisognoso intervento di tutto il sistema, l'apparato, l'organismo per permettere una crescita " sana ".

Tornando al bambino, quel che mi viene in mente è il riferimento a questa esigenza che vi dovrebbe essere alla base.
Quella osmosi inversa in cui " le proprietà" della parte più concentata, più matura, tenendo in considerazione che esiste una membrana che divide l'uno e l'altra parte, "passano" alla zona che è meno concentrata, in questo caso il bambino.
Ed è questo, insomma, che dalle parole di Uno mi viene da dire che " manca", non solo per le ragioni per cui ognuno - e l'essere umano in genere - tende a possedere il bambino a mò di continuazione, rivisitazione della sua vita, ma proprio perchè, anche, secondo me, un comportamento in questo senso, volto all'insegnamento e quindi alla crescita, è volatile nella nostra società occidentale. Gia il fatto stesso che il Valore viene travisato, sarà sintomo, poi, di un approccio alla vita condizionato da questo che si riverserà, sicuramente, sul " protagonista" poco prima visto bambino.
Ancora estremizzando, se un " sistema/villaggio " malato, drammatizzando un po, o anche parti di esso, il che è peggio, si fa carico di questo modus allora non potrà altro che venir fuori qualcosa di diverso che una persona matura, nel più ampio senso.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 22-03-2008, 16.39.17   #4
Grey Owl
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Un detto africano recita qualcosa di simile a: "Per far crescere un bambino serve un villaggio intero".
Quando ero un ragazzino uscivo di casa a giocare con gli amici nelle campagne vicine, oppure nella piazzetta due vie più in là. All'ora di cena mia madre gridava dalla finestra ed io (dopo un pò) rientravo a casa. Le madri dei miei amici erano l'occhio di mia madre. Ci si conosceva tutti e tra le varie famiglie vi era un tacito accordo per controllare i ragazzi. In qualche modo le famglie erano una super-famiglia in cui ognuna serviva le altre. Una fetta di pane e marmellata per tutti gli amici, una solenne sgridata a tutti se esageravamo nei giochi, insomma la madre di un amico era la madre di noi tutti e noi tutti rispettavamo il suo ruolo. Negli anni '70-'80 qualcosa è cambiato in peggio, il paese è diventato città, i quartieri meno sicuri, la frenesia ed il lavoro ha fatto perdere quel senso di famiglia allargata nei condomini, nelle vie. Oggi non ci si conosce nemmeno nello stesso condominio, ci si guarda con diffidenza, pure nei parchi pubblici ognuno "si fà gli affari suoi". Se un bambino lancia sassi e lo si riprende accorre subito la madre con occhi sgranati e urlante "ma come si permette lei!". Quello che voglio dire è che oggi si teme il vicino come fosse il pedofilo, il ladro, il criminale, il pericolo. In passato il vicino era un aiuto, serviva alla comunità (al villaggio), ognuno faceva la sua parte e si era tutti più uniti e i bambini crescevano più uniti con un senso del gruppo che oggi non vedo più.
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Vecchio 22-03-2008, 17.35.19   #5
RedWitch
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Ma rimaniamo ora alle figure familiari, già qui questo "servizio" viene a mancare, abbiamo nonni che vorrebbero possedere i nipoti per allungare la sensazione di gioventù e/o recuperare ciò che non hanno fatto al momento giusto, ma poco servizio fanno, poco sono servi dei nipoti.
Abbiamo zii che spesso sono in conflitto con i genitori e questo a priori impedisce la costruzione del rapporto con il nipote etc etc
Non sto facendo un'alzata di pessimismo cosmico, ci sono anche casi positivi, purtroppo rarissimi in cui tutto il gruppo familiare concorre alla crescita organica, naturale e ottimale dell'infante, poi bambino indi adolescente.

Mi fermo per lasciar spazio.
Non avevo mai pensato al fatto che oltre ai genitori, soprattutto in passato, ci potessero essere figure, che nella crescita del bambino sono fondamentali quasi quanto i genitori, solo per fare un esempio, conosco una persona che da una valenza fortissima al padrino e alla madrina della sua bambina, ed è un discorso che per me è quasi fantascienza, poichè con la mia madrina non ho contatti da moltissimi anni e il mio padrino è mancato anni fa.
In linea di massima queste due figure dovrebbero rappresentare i genitori nel caso questi venissero a mancare, ma mi sembra che oggi questa valenza sia quasi scomparsa, da quel che vedo (non solo su di me) quasi mai queste figure partecipano attivamente alla crescita del bambino.. questo forse è un caso limite, non so se in altre tradizioni oltre a quella cattolica siano previste queste figure ma la scelta dovrebbe essere fatta con cura da parte dei genitori, invece pare che sia molto marginale .
Oltre a quanto hai detto, a me sembra che ci sia proprio una mancanza dei ruoli fondamentali, per esempio, la madre oggi tende a voler essere più amica del figlio/a che mamma (giorni fa mi è capitato di vedere un servizio in cui madri e figlie dicevano che avevano in comune la passione per gli stessi cantanti, che si scambiano vestiti etc). Io credo che una mamma dovrebbe essere una mamma, non mettersi in competizione con la figlia, truccarsi come lei, vestirsi come lei (spesso vedo in giro delle fotocopie mal riuscite, madre e figlia che non si capisce quale delle due sia la madre finchè non le si guarda bene in faccia), ascoltare la musica rap solo perchè lo fa la figlia.. non c'è più una definizione dei ruoli, e questo in un bimbo credo che provochi già delle mancanze, da piccoli, più che mai, si ha bisogno di riferimenti, e come diceva Era di disciplina, di regole.. Non che sia un male se una madre o un padre hanno in comune degli interessi con il figlio, ma mi pare che spesso invece sia una specie di "gara" e lo trovo triste.

Poi i nonni sprint che "accontentano" i bambini in tutto (molto spesso non seguendo la linea educativa che vorrebbero invece i genitori), spesso sono loro che si prendono cura dei nipotini visto che i genitori per necessità devono lavorare entrambi, e anche questo penso che alla fine provochi dei problemi ai bimbi. Conosco una bimba che chiama mamma sia sua madre che sua nonna.. e dice "io ho due mamme".. Eh no.. i ruoli è fondamentale che siano ben delineati.

Fino a qualche anno fa, anche la maestra delle elementari era importante nell'educazione dei bambini, che dopo lo stacco dalla mamma trovavano una persona autorevole, ma che insegnava loro oltre che a leggere e a scrivere anche a muoversi in società.. oggi mi pare che anche questa figura abbia perso molto..

E' interessante questo thread Uno, non avevo mai pensato a queste cose, grazie
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Vecchio 22-03-2008, 21.28.44   #6
griselda
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Purtroppo la sola idea di quello di cui parla Uno credo di averlo "intravisto" al cinema nei film dove viene mostrato come dovrebbe essere e non è.

Una famiglia allargata dove ognuno ha con l'esempio qualcosa da donare al nuovo che viene accolto al suo centro ma di cui non è centro ma parte dell'insieme mi verrebbe da dire.
Altro non so mi arrabatto purtroppo.

Per quanto riguarda il discorso di RedW il padrino e la madrina a quanto ho capito dovrebbero essere una "guida spirituale" che segue la crescita spirituale del figlio, egli/ella è scelto spesso dai genitori con altre cognizioni purtroppo, ma se la scelta viene istituita al momento di ricevere un Sacramento e quindi facendo parte di una religione, sicuramente essi dovranno aver ben chiara la strada che hanno scelto per loro stessi e di conseguenza indirizzare il bambino/ragazzo seguendolo costantemente. Inoltre la vedo anche come figura di riferimento per momenti in cui si ha bisogno di qualcuno che non sia il padre o la madre con cui parlare sinceramente dei problemi che si hanno e che non essendo coinvolti come i genitori verrebbero accolti in modo differente, direi con approccio neutro.
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Vecchio 23-03-2008, 00.10.16   #7
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Fino a qualche anno fa, anche la maestra delle elementari era importante nell'educazione dei bambini, che dopo lo stacco dalla mamma trovavano una persona autorevole, ma che insegnava loro oltre che a leggere e a scrivere anche a muoversi in società.. oggi mi pare che anche questa figura abbia perso molto..
Anche secondo me ha perso molto, per il fatto che con la riforma in nome della modernità non esiste più il ruolo dell’insegnante unico, il bambino fin dalla prima elementare ha a che fare con più figure diverse, la scuola sembra diventata un’azienda. Non so dire se è meglio questo metodo, ho avuto un'unica figura di insegnante alle elementari come punto di riferimento e mi rendo conto di quanto sia stata importante per me. Forse perché appunto la società e cambiata si è deciso che è meglio fin da piccoli abituarsi ad un confronto con più persone, ma a me sembra che allo stesso tempo sia aumentato il numero dei bambini con difficoltà a rapportarsi agli altri. Ed ecco che in questi casi entra in campo un’altra figura, quella dello psicologo per arrivare dove non riescono la famiglia e gli insegnanti.
I nonni senza dubbio sono altre figure fondamentali, ma molte volte non si ha la loro disponibilità per diversi motivi e allora si ricorre alle babysitter. All’interno della famiglia penso che per il bambino una figura fondamentale lo diventi, se c’è, quella di un fratello o sorella maggiore: se la differenza di età è poca potrebbe crearsi una competitività che forse potrebbe influire nel carattere in futuro, se la differenza è molta il più piccolo può guardare a quella figura con ammirazione e come modello da seguire, soprattutto se i genitori per motivi di lavoro sono poco presenti.
Un'altra figura che un tempo aveva molta più influenza era quella del parroco, oggi penso che anche in questo senso sia cambiato qualcosa.
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Vecchio 24-03-2008, 19.43.36   #8
Sole
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Non ricordo da dove lo ricordo.. ma so che nella civiltà dei nativi americani educare un bambino era compito della comunità.
La mamma svolgeva il ruolo di colii che lo nutriva che provvedeva a lui\lei ma ad educarlo ad insegnarlo anche a vestirlo poi provvedevano tutti. Ogni donna era madre di ogni bambino.
Questo l'ho sempre trovato bellissimo. Una donna anziana poteva insegnare come era meglio crescere un bambino solo facendolo vedere senza dover possedere la creatura. Questo portava una madre naturale a non sentire il bambino di sua proprietà ma già da subito libero nella comunità e il bambino di suo sentiva il legame con la madre naturale ma allo stesso tempo rispettava gli altri e cresceva alla luce della sagezza di tutti. Sviluppava così un grande senso critico e di scelta.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 25-03-2008, 21.27.15   #9
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La cosa, purtroppo, mi tocca molto. Io di bimbi ne ho due e sono sola, il papà passa a trovarli una volta al mese (e non di certo perchè io gl'impedisca le visite) li riempie di regali li porta al Mac, giretto e via. Il più grande ormai lo vive come un Natale mensile mentre il piccolo cerca ancora di giocare con lui. Un paio di giorni dopo la visita vorrebbero anche papà in casa (che però chiamano, vi assicuro per loro scelta, per nome e non come papà se non in qualche occasione) poi lo relegano in qualche angolino della mente. Il nonno vivente, mio papà, abita lontano vicino a mio fratello, qui ci sono solo mia madre (che sta assecondando il ruolo di nonna solo da qualche mese) e mia sorella. Con loro passiamo il fine settimana ma più passa il tempo e più mi rendo conto del vuoto enorme che c'è nel mio nucleo famigliare, il vuoto della presenza maschile, cosa che comincia a preoccuparmi davvero visto che ho due maschietti che non hanno riferimenti con cui confrontartsi.
Oltretutto anche a scuola hanno solo maestre donne per cui..maestre che tra l'altro cambiano di anno in anno e non danno alcun senso di sicurezza. Non lo danno a me figuriamoci a loro.
Da settembre ho iniziato un percorso con degli psicoterapeuti che hanno seguito per richiesta delle maestre il più piccolo ma alla fine lo hanno lasciato tranquillo posto che non aveva niente di grave, che io mi sono messa a parlare con uno counseleur del loro staff e che le maestre (passatemi la malignità) si son date una calmata perchè "siamo in cura".
Proprio in questi giorni mi sono ritrovata con due scalmanati sconosciuti e maleducati per casa, quasi non li riconoscevo, stò ancora cercando di capire che diavolo è successo ma il sentimentoi predominante in questi giorni è la solitudine. Mi sento terribilmente sola e responsabile, mi sento spesso in colpa perchè delle volte vorrei essere ovunque purchè lontano da loro e mi piacerebbe un mondo avere vicino un nonno o una papà o una zia che mi dà una pacca sulle spalle e mi dice "tranquilla, è normale, passerà fà parte della crescita". Purtroppo i rapporti con la mia famiglia sono stati tutti molto formali e ora io non ci riesco, proprio non ci riesco a scioglierli. Senza contare che vivo sempre le lamentele come inutili. Ma, per tornare in tema, i miei figli hanno delle figure di riferimento che sono tutte femminili e per la maggior parte molto forti, dominanti. Possibile che sia questo a renderli così aggressivi? Stò pensando di iscriverli a uno sport (adesso che sono a casa dal lavoro ho tempo) perchè penso che un allenatore possa diventare un'importante figura di riferimento per loro. Può essere? O è un altro sbaglio annunciato? Se le figure di riferimento mancano o sono claudicanti si possono inserirne di nuove dall'esterno o finiscono solo per tamponare un tubo rotto invece di sostituirlo?
dafne non è connesso  
Vecchio 26-03-2008, 02.39.53   #10
Ray
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Stò pensando di iscriverli a uno sport (adesso che sono a casa dal lavoro ho tempo) perchè penso che un allenatore possa diventare un'importante figura di riferimento per loro. Può essere? O è un altro sbaglio annunciato? Se le figure di riferimento mancano o sono claudicanti si possono inserirne di nuove dall'esterno o finiscono solo per tamponare un tubo rotto invece di sostituirlo?
Io ho fatto molto sport e ho avuto molti allenatori. Alcuni di essi sono stati figure di riferimento importantissime, diverse da mio padre, ma pur sempre utili, per certi versi e in determinate occasioni più di lui (anche se non nel totale certamente). Per non parlare del mio maestro di arti marziali.
Il che non significa che per tutti sia così ovviamente.
Ray non è connesso  
Vecchio 26-03-2008, 11.05.16   #11
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Prendiamo la cosa sotto tre aspetti Daf:

Il primo è l'esempio del detto africano, in un villaggio un padre (o una madre) potrebbe morire, anche se non c'è il divorzio, per uno degli innumerevoli incidenti che possono capite nel territorio, per esempio con la caccia. In questo caso la struttura villaggio compensa con altre figure la paterna.

Lo sport con i suoi allenatori non può sostituire la figura paterna , ma comunque può far apprendere (dovrebbe almeno, se parliamo di Sport, se non infiliamo questi bimbi in qualche "carriera") dei valori e principi, valori che sarebbero stati utili anche con la presenza della figura paterna, anche se in alcuni casi "raddoppiati". In questo caso qualcosa compensa.

Non farti un cruccio della situazione, all'atto pratico sai quale sono le implicazioni di una struttura di sostegno non completa? Sono che un bimbo che possa contare su una situazione con tutte le figure fondamentali matura prima senza per forza invecchiare, viceversa un bimbo con lacune, con mancanze tende a sembrare maturo prima del tempo, in realtà invecchia (non intendo fisicamente, intendo come elasticità) e non finisce completamente la maturazione. Se ti guardi intorno è ciò che succede praticamente a tutti oggi in vari livelli, comunque non è nulla di irreparabile, con la maturità intellettiva ognuno può trovare la propria strada ed in questo caso magari averlo tutti anche un solo genitore che in qualche modo cerca di seguire.
Il massimo sarebbe se questo genitore a sua volta ha completato il processo di individualizzazione (cosa rara), ma bisogna accontentarsi di quello che c'è.

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Ovviamente questo scritto non significa: "ma si lasciamo che si arrangino, tanto poi in qualche modo faranno", dargli più possibilità di sviluppo e riferimenti è sempre bene, quindi sport, attività artistiche, un minimo di spiritualità (adeguata all'età) in concetti semplici e se fosse possibile con figure preparate (il parroco dell'intervento di Sha), anche se putroppo trovarne sarebbe come vincere un terno, e molte altre cose.
In ogni caso queste attività formative non vanno mai spinte, mai esagerate, mai solo per il proprio desiderio, cose tipo: " a me piacerebbe o piace suonare il violino, quindi ha da imparà pure lui/lei", e soprattutto nella giusta quantità, non posso organizzare la vita di un fanciullo con l'agenda, deve rimanergli del tempo per esplorare, per giocare.

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Anche amici,amiche di famiglia possono essere figure valide, soprattutto quando non sono complicate da rapporti conflittuali, per esempio un nuovo compagno/a non può divenire figura di riferimento finchè prima non stabilizza il rapporto con il genitore, meglio un amico che ha un rapporto stabile, duraturo e magari di lunga data come amico, stando attenti che non sostituisca (nel bimbo) la figura paterna. Se dovessi dire in sintesi la cosa buona potrebbe essere un bimbo che diventa adulto e pensa "Mario per me è stato (è) come un padre" non il bimbo ancora bimbo che chiama papà Mario o lo pensa come un papà, parlo dell'amico. In caso di un nuovo rapporto sentimentale la cosa si complica un pò.

Il discorso è ancora lungo, ma intanto ho messo alcuni punti su cui si può espandere.
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