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Vecchio 01-08-2010, 20.34.10   #1
Uno
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Predefinito Dieci, dodici figli

Il titolo tanto per dire un numero alto di figli, ma per i miei parametri anche sopra 4 o 5.
Senza voler entrare troppo nello psicologico (per questo posto qui, anche se poi ci si cascherà) in una società moderna occidentale cosa può portare una coppia a fare così tanti figli?

Ok, la risposta scherzosa sarebbe che non hanno avuto una buona educazione sessuale e che pensano ancora che i bambini arrivino con la cicogna.... oppure che non hanno mai comprato la televisione etc...

In realtà, perdonatemi se oso dirlo così crudamente, c'è un vero meccanismo di dipendenza tale e quale, seppur manifestato diversamente, a droga, alcool, fumo, gioco etc...
Il meccanismo è osservabile anche con numeri più bassi, ma è già più oscuro e non così ben delineato.

Se vi capita di parlare con queste coppie (o sentirne interviste) non è così difficile vedere un certo compiacimento dell'atto eroico che sentono di fare.
Sono esagerato? Che ne dite?



P.s. sia chiaro che non discuto le scelte e la libertà di fare queste scelte. Se una coppia vuole fare dodici figli, quali che siano le sue motivazioni è giusto che li faccia e che possa farli, se può in qualche modo dargli una vita almeno pulita e decente.
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Vecchio 02-08-2010, 00.50.51   #2
RedWitch
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Non sapevo che dietro la nascita di così tanti figli potesse esserci una forma di dipendenza, anche se, in effetti, non mi spiego in nessun altro modo questi fenomeni.

Ultimamente gira in rete il caso di una mamma single che ha messo al mondo 14 figli (14!!! ) e tra un figlio e l'altro passa il tempo sotto i ferri per somigliare ad Angelina Jolie. Questo è un caso limite sicuramente, e credo che in una società "civilizzata" , non dovrebbero nemmeno permettere certe cose, visto che la signora in questione non è in grado di mantenere i figli, poichè non lavora, e non è in grado di assicurargli una famiglia solida, poichè non ha un marito/compagno.

Insomma , qualcosa che non va in questa storia c'è ... tanti figli si facevano anni fa, oggi onestamente non so come facciano a mantenerli e soprattutto, mi chiedo che razza di educazione possano ricevere tanti bambini in una sola famiglia... bambini che oltre al necessario hanno bisogno di attenzioni e di amore e che, necessariamente viene molto diluito più figli ci sono e meno tempo si ha e più disparità in famiglia ci saranno..

onestamente poi mi chiedo cosa spinga una donna ad affrontare tante gravidanze (fin qui posso anche arrivarci, ma non è che siano tutte rose e fiori) e soprattutto tante volte il parto.

Infine.. penso che se si decide di avere una famiglia numerosa, sia indispensabile che la madre possa restare a casa e seguire i figli, diversamente non so proprio come si possa organizzare una super-famiglia

Non capisco poi, quale sia l'atto eroico che queste coppie sentono di fare... si sentono meglio di chi fa un figlio o due solo perchè hanno una famiglia numerosa?
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Vecchio 02-08-2010, 09.23.20   #3
Edera
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Forse si sentono in qualche modo 'superiori' agli altri, i media dicono spesso che gli italiani non fanno più figli ecc ecc.. Loro in questo modo spiccano, tentano di differenziarsi. Oppure hanno qualche strana convinzione religiosa fondamentalista che li porta a non usare precauzioni.
Da queste parti abita la famiglia famosa dei quattordici figli, hanno fatto di una famiglia un caso mediatico: interviste, foto, visibilità in tv... Tipo un circo.
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Vecchio 03-08-2010, 00.58.06   #4
filoumenanike
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Il titolo tanto per dire un numero alto di figli, ma per i miei parametri anche sopra 4 o 5.
Senza voler entrare troppo nello psicologico (per questo posto qui, anche se poi ci si cascherà) in una società moderna occidentale cosa può portare una coppia a fare così tanti figli?
Conosco persone che lo fanno per credo religioso, seguono la bibbia pedissequamente e vanno liberi, ogni anno gli nasce un figlio.
Si sentono comunque diversi e se ne fanno un vanto, una ragione di vita.
per la donna potrebbe essere una dipendenza emotiva, si sente importante solo quando è incinta e nel primo anno di vita del bambino...poi ricomincia daccapo, ogni volta ritrova nella maternità la sua forza, la sua ragione di esistere, per l'uomo sinceramente non lo so, gli dà forse un senso maggiore di virilità?
Una mia amica, ginecologa, ne ha sette!
I figli hanno ciascuno un ruolo, un compito da svolgere nell'ambito familiare, la loro organizzazione è quasi militare, il più grande accudisce al più piccolo sostituendosi un po' alla mamma, sembrano felici e penso che lo siano veramente sempre secondo un senso molto semplice di felicità.
C'è anche un altro aspetto da considerare...un figlio che diventa grande ti fa invecchiare, senti che il tuo compito si esaurisce e allora ne generi un altro e il cicl ricomincia, è un po' come inseguire l'eterna giovinezza, forse!
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Vecchio 03-08-2010, 08.08.42   #5
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Tempo fa andammo a trovare l'amico di un mio amico. Nella sua casa umile aveva 4 figli in ordine di grandezza con uno scarto tra l'uno e l'altro di poco più di un'anno (la media era uno ogni 13-15 mesi) ed erano molto giovani. Li definirei dei fondamentalisti cristiani per quanto seguissero i precetti cristiani in modo esclusivo. Ad un certo punto lui tirò fuori una pipa e si mise a fumare su una sedia a dondoli, lei con l'ultimo nato in attesa di un'altro, rimase in piedi accanto a lui, mi pareva di vedere un dipinto antico col patriarca e la sua comunità. Lui teneva la barba molto lunga e lei i capelli raccolti con una treccia dietro e la riga in mezzo, sembravano i mormoni che si vedono in certe comunità in amerca.

Mi diedero l'impressione di impersonare una famiglia perfetta ma qualcosa ancora oggi mi stride. Troppo felici e sorridenti, troppo controllo nei gesti, nel simulare una serenità familiare... mah?
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Vecchio 03-08-2010, 10.13.33   #6
griselda
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Mah per quelle poche persone che ho conosciuto direi che alcune lo fanno per sentirsi dei buoni Cristiani.
Altri perchè desiderano il figlio di un sesso che non riescono ad avere e continuano sino a sentirsi male e quindi poi il fisico li fa desistere.
L'unica famiglia però che ho conosciuto tanti anni fa (una decina) avevano già 4 figli e lei rimaneva gravida a fine allattamento del precedente se non anche prima a volte.
Nonostante i medici l'avessero sconsigliata di andare avanti ad avere figli ha continuato imperterrita. Ora mi pare ne abbiano una decina e che il medico dopo l'ultime gravidanze in cui ha rischiato la vita lei e il bambino le ha vietato di riprovarci.
Lei, come la conoscente di Filo, ha sempre sostenuto di sentirsi bene solo durante la gravidanza e che quello per lei è un periodo meraviglioso in cui vorrebbe sempre trovarsi. Poi le piacciono i bambini e il rapporto con essi è di fratellanza.

Anche se sono Cattolici praticanti non credo che la loro scelta sia esclusivamente relativa al loro credo, penso proprio che ci sia dietro una sorta di dipendenza.
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Vecchio 03-08-2010, 10.26.30   #7
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Lei, come la conoscente di Filo, ha sempre sostenuto di sentirsi bene solo durante la gravidanza e che quello per lei è un periodo meraviglioso in cui vorrebbe sempre trovarsi. .
Secondo me il problema per la donna è proprio questo. Al di fuori della gravidanza si sente vuota, senza ruolo. Forse è lo stesso motivo per cui una volta grandi la madre si rifiuta di lasciarli andare veramente, 'perdere' il figlio significa perdere l'identità che su di essi si è costruita.
C'è chi riempie il vuoto comprando vestiti o macchine nuove, chi col cibo, chi con la droga, chi sforna figli a ciclo continuo, ci vedo sempre lo stesso problema, la mancanza di una vera integrità individuale e la dipendenza chimica del cervello da stati di benessere legati a questo o a quello.
Spesso guardandomi intorno vedo madri nevrotiche che con la maternità si illudono di risolvere ogni inquietudine esistenziale.
Un po' cruda come visione, però non voglio togliere nulla alla sacralità della maternità e a tutte i processi meravigliosi ad essa legati. Sarebbe solo auspicabile avvenisse in modo un po' consapevole e non per dare senso al proprio vuoto esistenziale.
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Vecchio 03-08-2010, 11.48.40   #8
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Secondo me il problema per la donna è proprio questo. Al di fuori della gravidanza si sente vuota, senza ruolo. Forse è lo stesso motivo per cui una volta grandi la madre si rifiuta di lasciarli andare veramente, 'perdere' il figlio significa perdere l'identità che su di essi si è costruita.
C'è chi riempie il vuoto comprando vestiti o macchine nuove, chi col cibo, chi con la droga, chi sforna figli a ciclo continuo, ci vedo sempre lo stesso problema, la mancanza di una vera integrità individuale e la dipendenza chimica del cervello da stati di benessere legati a questo o a quello.
Spesso guardandomi intorno vedo madri nevrotiche che con la maternità si illudono di risolvere ogni inquietudine esistenziale.
Un po' cruda come visione, però non voglio togliere nulla alla sacralità della maternità e a tutte i processi meravigliosi ad essa legati. Sarebbe solo auspicabile avvenisse in modo un po' consapevole e non per dare senso al proprio vuoto esistenziale.
Secondo me hai toccato dei punti importantissimi.
In questi giorni stavo proprio ragionando su i vari passaggi che la donna passa, da figlia diventa madre, da bambina diventa donna.
Donna e madre pare un connubbio inscindibile, forse perchè quando la essere femminiile incontra il maschio per la nautra vuol dire procreare e quindi divenire madre. (quindi tutto incosapevolmente questa la parte animale di noi )
Ma la maternità che per gli animali è solo al fine della continuazione della specie, per gli esseri umani secondo me almeno, dovrebbe tenere in considerazione molti fattori e quindi essere una scelta consapevole. Ma mi sa che se diventi consapevole di tante cose un figlio non lo fai più. Vabbeh
Tornando al fattore maternità, pare l'ultima trasizione che la donna fa, tanto che come dici anche tu, non volersene più distaccare.
--Personalmente devo dire di aver provato in gravidanza una sensazione di benessere psichico altissimo, fisico meno, perchè avendo paura di questa cosa che non avevo scelto, ma che ho desiderato da sempre inconsciamente, anche se la temevo, paura di perdere l'indipendenza, paura del dolore fisico, paura di non essere all'altezza, paura perdere la bellezza, sintetizzando: paura di dover smettere di essere egoista (ho smesso per pochissimo qualche anno)---
Questo solo per dire che la gravidanza riempie veramente non solo il pancione, saranno gli ormoni e quello che muove, tant'è che oltretutto è facile rimanere gravide subito dopo, anche dopo una gravidanza difficile.

Immagino che nasciamo con questo istinto altissimo, tant'è che basta frequentare persone che hanno appena avuto un bimbo, per un po' di tempo, per attivarlo ed avere la sensazione di aver scelto di avere un bambino.

Ci sono donne che fanno le mamme ancora prima di avere un figlio, iniziano con il marito, tanto che quando nasce il figlio il marito si sente usurpato.

Quanto la natura finisce il suo corso, può capitare che la donna venga catapultata fuori dal ruolo di madre improvvisamente senza che lei sia preparata all'evento e che cerchi un nuovo equilibrio in un ruolo di quelli precedenti, "sbarellando" di qui e di là. ( sarà il dolore di non poter più ricoprire quel ruolo che tanto riempiva e faceva sentire importanti?)

E come dici tu è talmente forte questa cosa del fare la madre che inconsciamente si cerca tenere i figli piccoli anche quando stanno crescendo come a non voler più rinunciare a quella sensazione di pienezza di allungamento di prolungamento della nostra importanza. (chiaramente a discapito della figliolanza che entrerà nel mondo degli eterni bambini )
---Qualche giorno fa mi sono innervosita e non capivo perchè, poi mi sono resa conto che avevo un vuoto creato dal non avere più potere su mio figlio, dal non avere più riempita quella giornata dal programma fatto in funzione di lui e che lui ha disdetto ---

Avere tanti figli probabilmente allontana sempre di più questo tipo di svuotamento di sensazione di perdita.
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Vecchio 03-08-2010, 14.21.19   #9
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. Ma mi sa che se diventi consapevole di tante cose un figlio non lo fai più. Vabbeh
No dai Forse se diventi più consapevole lo fai in modo più sano per te stessa e per il bimbo. E' una cosa sacra, un compito importantissimo...Altrimenti né io né te saremmo qua a parlarci. Anche mia madre ha avuto una gravidanza inconsapevole ma sento un grosso senso di gratitudine per essere al mondo e poter fare questa esperienza.
Tu sai cosa vuol dire, io no quindi per me è facile analizzare come osservatrice ma non avendone esperienza, nella mia osservazione c'è un buco, una mancanza.
Secondo me, biologia a parte, non tutte le donne sono adatte a fare le madri e non tutti gli uomini sono adatti per fare i padri. Ti porto un esempio concreto, davanti ai neonati delle amiche non avverto un particolare istinto materno. Sento stupore, meraviglia, tenerezza ma nessun slancio a lanciarmi nell'impresa, a volte un po' di profonda tristezza, li guardo come chi è a dieta e osserva i dolci al di fuori della pasticceria senza entrare perché sa di avere il diabete. Da lì nasce la paura di avere qualcosa di diverso, di non essere 'normale'. Ecco in questi momenti ho delle fantasie romantiche a riguardo, ma appunto sono fantasie consolatorie e sarebbe un guaio se le traducessi in realtà. Il mondo è già pieno di fantasie consolatorie incarnate no? Se un giorno sarà vorrei avere la consapevolezze di avere tutti gli ingranaggi a posto. Senno... Boh, farò altro ma ho idea sia molto difficile.
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Vecchio 03-08-2010, 15.01.20   #10
griselda
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Secondo me, biologia a parte, non tutte le donne sono adatte a fare le madri e non tutti gli uomini sono adatti per fare i padri. Ti porto un esempio concreto, davanti ai neonati delle amiche non avverto un particolare istinto materno. Sento stupore, meraviglia, tenerezza ma nessun slancio a lanciarmi nell'impresa, a volte un po' di profonda tristezza, li guardo come chi è a dieta e osserva i dolci al di fuori della pasticceria senza entrare perché sa di avere il diabete. Da lì nasce la paura di avere qualcosa di diverso, di non essere 'normale'.
Quando ero ragazza, ero convinta che non volevo avere figli, non avrei potuto dare quello che non avevo ricevuto.
Avevo paura.
Poi questa consapevolezza è diventata:
si belli i bambini ma a casa degli altri, poi
ma come si fa a perdere la testa così davanti ad un neonato
andando avanti le considerazioni diventavano sempre più estreme come a confermare la mia scelta di non avere bambini.
Quando sono rimasta incinta a distanza di tanti anni mi prese il panico, non l'avevo cercato pensavo che mai avrei avuto un figlio eppure
qualcosa è scattato dopo la prima ecografia e poi gli ormoni e zack l'istinto materno si attivato all'improvviso e credo di essere stata una madre sufficientemente madre, ma bisognerà aspettare di chiederlo tra tanti anni a mio figlio
Però è anche vero che ci sono madri che tutto dovrebbero fare tranne che mettere al mondo un figlio e vale anche per certi padri.
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Vecchio 03-08-2010, 21.51.47   #11
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Se vi capita di parlare con queste coppie (o sentirne interviste) non è così difficile vedere un certo compiacimento dell'atto eroico che sentono di fare.
Sono esagerato? Che ne dite?
Hai centrato evidenziando l'eroismo ...
Ho ripensato alle mie esperienze ed effettivamente nelle due super famiglie che ho occasione di frequentare c'è sempre un atteggiamento strapositivo , va sempre tutto bene , c'è sempre il sorrisino del tipo " si , è dura , ma noi ce la facciamo" e , come è stato da altri evidenziato , tutto è straorganizzato , i figli sembrano un piccolo esercito , tutti bravi nessun scavezzacollo , nei genitori, specie nella madre regna proprio il compiacimento .
Quando ero in attesa del primo figlio ho frequentato il corso di preparazione al parto e nel gruppo c'era una donna giovanissima che si è orgogliosamente presentata all'organizzatrice e a noi come madre di tre figli , in attesa del quarto appunto .
Ricordo il suo modo di pavoneggiarsi e il piacere che traspariva di fronte alle espressioni di meraviglia di noi primipare e risultò successivamente di tutta evidenza che ciò che la spingeva alla frequentazione del corso era raccogliere il plauso delle altre quando raccontava delle sue esperienze ,
delle precedenti gravidanze tutte complicate , dei parti dolorosissimi , non contava le notti insonni , ma era la pronta al quarto sacrificio .
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Vecchio 07-08-2010, 20.02.26   #12
Sole
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P.s. se può in qualche modo dargli una vita almeno pulita e decente.
E' quello il punto che mi lascia sempre un pò perplessa. Possono davvero dargli una vita decorosa, pulita e sana? Mantenerli agli studi senza che debbano rinunciare a delle possibilità? Non ci vedo eroismo ci vedo egoismo. Non saprei analizzarne la dipendenza ma sicuramente non è sano.
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Vecchio 13-08-2010, 05.32.19   #13
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Dipende dalla famiglia in questione. Ho notato che in famiglie molto religiose (testimoni di geova, musulmani, indù, alcuni cristiani) e ideologizzate (destra ipernazionalista, ku klux klan, ecc..) si fanno tanti figli. Questo perchè essendo il più delle volte delle minoranze si crede di stare combattendo una guerra sul numero di figli che si fanno, oppure come negli indù la famiglia con più figli è riconosciuta dalla società come la famiglia più ricca o più fortunata.

In Italia, nascono pochi figli, quindi chi ne fa tanti viene visto, dalla retorica politica e dalla tv come un eroe (che fa sì, non si capovolga la piramide delle età). Dice bene Uno, che si sentono degli eroi nel fare tanti figli, perchè nel nostro Paese si è propagandato che l'eroe moderno è chi fà tanti figli. Per non parlare della retorica fascista della grande nazione (intesa come numero di membri che la costituiscono), ancora viva in qualche sparuto gruppo.
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Vecchio 25-08-2010, 16.39.11   #14
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Mi è venuta sotto mano l'analisi dei testi teatrali di Kokoschka. Tra i suoi temi fondamentali uno ritrovabile in tutte le sue opere è l'eterna battaglia/unione tra il principio maschile e femminile.
Al femminile vengono assegnate le caratteristiche di ombra/ passività ma soprattutto indifferenziazione, manca di identità, identità che la donna riesce a trovare nel parto. Generando si autogenera e si ri-genera, dona a se stessa il supporto dell'essere, elevandosi dal mondo dell'oscurità... può essere?
L'argomento c'entra poco e non è la sezione adatta ma mi chiedevo se questa fosse uno dei motivi alla base della fortissima spinta che viene avvertite da noi donne verso la maternità..
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Vecchio 25-08-2010, 17.33.47   #15
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Mi è venuta sotto mano l'analisi dei testi teatrali di Kokoschka. Tra i suoi temi fondamentali uno ritrovabile in tutte le sue opere è l'eterna battaglia/unione tra il principio maschile e femminile.
Al femminile vengono assegnate le caratteristiche di ombra/ passività ma soprattutto indifferenziazione, manca di identità, identità che la donna riesce a trovare nel parto. Generando si autogenera e si ri-genera, dona a se stessa il supporto dell'essere, elevandosi dal mondo dell'oscurità... può essere?
L'argomento c'entra poco e non è la sezione adatta ma mi chiedevo se questa fosse uno dei motivi alla base della fortissima spinta che viene avvertite da noi donne verso la maternità..
Si e' proprio cosi' e questo sta alla base della distinzione tra anima propria del femminile ed animus proprio del maschile .
Anima e' in modo semplicistico l'irrazionale quindi l' indifferenziato ed animus e' il razionale , la logica ,la funzione differenziata con la quale ci si afferma nel mondo .
Sennonche' per il principio dell'enantiodromia cioe' della direzione verso l'opposto , la donna e' anima a livello cosciente ed e' quindi naturalmente portata all'indifferenziazione alla totalita' ed e' per questo che sviluppa animus , la logica che le serve per differenziarsi .
L'uomo al contrario e' naturalmente logico e razionale e portato alla differenziazione a livello cosciente e per questo sviluppa anima che ha rimosso nell'inconscio.
Per questo il bambino gioca alla guerra e la bambina alla mamma con le bambole .

Dunque quanto all'esigenza della donna di affermarsi attraverso il generare credo sia piu' l'affermarsi della sua essenza cioe' dell'anima , del suo essere donna a livello cosciente che non una sua differenziazione , attraverso il parto.
La differenziazione infatti avviene sempre nel rapporto dell'individuo con gli altri , con la societa' , serve all'affermazione del soggetto nel mondo , in questo caso il partorire e' il naturale fluire dell'essere donna nella funzione di madre .
Non so se ho chiarito o confuso fammi sapere .
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Vecchio 25-08-2010, 17.54.49   #16
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Si
Dunque quanto all'esigenza della donna di affermarsi attraverso il generare credo sia piu' l'affermarsi della sua essenza cioe' dell'anima , del suo essere donna a livello cosciente che non una sua differenziazione , attraverso il parto.
L .

Grazie, credo di aver capito
Credo di aver confuso differenziazione con affermazione dell'anima, attraverso il parto la donna afferma la sua anima, non si differenzia, in effetti in 'Sfinge e l'uomo di paglia' una delle opere che trattano questa tema, la protagonista femminile si chiama proprio Anima.
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Vecchio 25-08-2010, 18.06.22   #17
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Per questo il bambino gioca alla guerra e la bambina alla mamma con le bambole .
Interessante questa cosa.
Un paio di domande: cosa vuol dire quando le bambine giocano alla guerra e i maschietti con le bambole?

La seconda mi riguarda direttamente. Sento un'esigenza di distanziarmi dall'identificazione con il ruolo femminile, il parto, la maternità, il trucco, i tacchi e tutto il resto, mentre desidero più un ruolo maschile, lavoro, ambizione, concretezza, razionalità pur senza rinunciare al mio femminile che almeno nell'aspetto non è modificabile o confondibile...
Pensi sia dovuto alla coscienza dell'animus? Quanto meno al voler sviluppare il lato maschile su cui tanto sto lavorando?
O forse dovrei dire meglio ritirare un pò l'energia femminile che tanto controlla e ostacola un maschile ben sviluppato, visto che di qualità maschili ne ho tante?
Mi sono un pò impantanata...
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Vecchio 25-08-2010, 18.34.51   #18
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Interessante questa cosa.
Un paio di domande: cosa vuol dire quando le bambine giocano alla guerra e i maschietti con le bambole?

La seconda mi riguarda direttamente. Sento un'esigenza di distanziarmi dall'identificazione con il ruolo femminile, il parto, la maternità, il trucco, i tacchi e tutto il resto, mentre desidero più un ruolo maschile, lavoro, ambizione, concretezza, razionalità pur senza rinunciare al mio femminile che almeno nell'aspetto non è modificabile o confondibile...
Pensi sia dovuto alla coscienza dell'animus? Quanto meno al voler sviluppare il lato maschile su cui tanto sto lavorando?
O forse dovrei dire meglio ritirare un pò l'energia femminile che tanto controlla e ostacola un maschile ben sviluppato, visto che di qualità maschili ne ho tante?
Mi sono un pò impantanata...
Quanto alle bambine che giocano alla guerra non ti so dire molto , credo per lo piu' si tratti di un fenomeno imitativo se hanno amici maschi o forse anche di un gia' sviluppato senso del maschile , un'affinita' verso la differenziazione che e' maschile .

Non credo si tratti di identificazione con tratti della personalita' che sono estranei al proprio tipo che e' una possibilita' che porta ad una certa dissociazione ma in eta' adulta .

Quanto invece a questo tuo essere attirata dal maschile io direi cosi' :
Se c'e' e' bene che ci sia , fa parte di te anche questo competere quanto piu' possibile come fossi un uomo anche somigliandogli esteriormente nel come ti vesti ad esempio .
Quello che farei e' sforzarmi di integrare , riprendere , riappropriarmi di quella parte psichica del femminile che tendi a rimuovere per qualche motivo e che potrebbe senz'altro servire ad attenuare i malesseri che vengono da un'accentuata differenziazione .
La differenziazione cioe' l'affermarsi nella societa' avviene sempre a scapito dell'individuale ed e' quindi per questo fonte di malessere .
Il difficile e' l'equilibrio tra i due atteggiamenti e per voi donne in un mondo in cui comanda ancora l'uomo e' ancora piu' difficile ma dovreste essere avvantaggiate dall'essere donne .

Mi sa pero' che UNO ci sposta da qualche altra parte perche' siamo ot .
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Vecchio 25-08-2010, 23.10.04   #19
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Mi sa pero' che UNO ci sposta da qualche altra parte perche' siamo ot .

Per favore Uno, spostaci nel giusto post, ho bisogno di parlare di questa cosa se è possibile e se interessa anche ad altri naturalmente.
Grazie
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Vecchio 25-08-2010, 23.43.03   #20
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Per favore Uno, spostaci nel giusto post, ho bisogno di parlare di questa cosa se è possibile e se interessa anche ad altri naturalmente.
Grazie

OT
Copia e incolla i post dentro una citazione e apri il thread Puoi per esempio aprirti due finestre di pagine web su Ermopoli, su una fare una multicitazione di tutto quello che ti interessa e poi copiare ed incollare sull'altra nel posto che ritieni meglio.
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Vecchio 03-09-2010, 20.25.11   #21
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Jung dice che la natura conosce due principali specie opposte.
La prima consiste nell'aumento di fertilità. Questa specie ha minori capacità difensive, vive di meno, può rappresentare il tipo estroverso.
La seconda ha meno fertilità, ha più capacità difensive, vive di più, può rappresentare il tipo introverso.
L'estroverso fa costantemente dono di sè consegnandosi al mondo, l'introverso invece tende a difendersi dall'esterno, accumulando le proprie energie dentro di se il più possibile.
Sono due strade percorribili che portano entrambe al successo.
L'estroverso realizza intrattenendo rapporti, l'introverso realizzando monopolio.

Pensavo di adattare ciò che stiamo vedendo in altro tread ad un fenomeno che estremizza il tipo estroverso facendo molti figli con cui si presenta o dona al mondo, intrattenendo rapporti mediali, garantendosi un'assistenza per la vecchiaia visto che sente meno le capacità difensive e conservative.
Nel modo opposto chi fa un solo figlio o nulla tende a monopolizzare le proprie energie rafforzandosi da solo per affrontare la sua sussistenza con ciò che risparmia di se stesso, manifestando il modello del tipo introverso.

Mi sembra la manifestazione inconscia delle due principali nature di cui parla Jung. Tra l'altro la discussione sui tipi di Jung è nata proprio da questo 3d.
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Vecchio 04-09-2010, 09.57.26   #22
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Jung dice che la natura conosce due principali specie opposte.
La prima consiste nell'aumento di fertilità.
Per fertilità in questo caso non si intende necessariamente il mettere al mondo dei figli. Altri tipi di parto possono inquadrarsi in questa fertilità.
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Vecchio 04-09-2010, 12.10.08   #23
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Per fertilità in questo caso non si intende necessariamente il mettere al mondo dei figli. Altri tipi di parto possono inquadrarsi in questa fertilità.

Certo a un livello più elevato si, il parto creativo genera progetti ad es, ma a un livello di consapevolezza meno evoluto potrebbe manifestarsi così anche per colmare quel vuoto esistenziale che si manifesterà soprattutto nella vecchiaia non possedendo le risorse per sviluppare talenti.
Con tanti figli e nipoti non si resterà mai soli e abbandonati, potrebbe essere un pensiero speculativo inconscio per garantirsi la sopravvivenza.
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Vecchio 04-09-2010, 12.36.58   #24
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Con tanti figli e nipoti non si resterà mai soli e abbandonati, potrebbe essere un pensiero speculativo inconscio per garantirsi la sopravvivenza.
E quindi una strategia difensiva, il che inficia l'analogia che vedevi.
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Vecchio 04-09-2010, 12.47.44   #25
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E quindi una strategia difensiva, il che inficia l'analogia che vedevi.
Perchè inficia, semmai conferma.

"La prima consiste nell'aumento di fertilità. Questa specie ha minori capacità difensive, vive di meno, può rappresentare il tipo estroverso."

Scusa ma forse vedi qualcosa che io non sto vedendo.
Spiegami meglio.
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