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Vecchio 04-09-2010, 14.12.13   #1
Edera
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Predefinito Oskar Kokoschka- Morder, Hoffnung der Frauen

Morder, Hoffnung der Frauen - L'assassino speranza delle donne-

E' il titolo di un dramma scritto nel 1907 da Oskar Kokoschka, considerato il primo dramma espressionista in assoluto.
Mi ha colpito e visto le tematiche inerenti a questo sito, ho deciso di postarne la trama e l'analisi fatta con l'aiuto dei libri di testo. Spero di non annoiarvi troppo, mi scuso fin d'ora per le eventuali scorrettezze, ogni osservazione e correzione in merito sarà ben gradita.

TRAMA

Uomo ferito alla testa, col viso bianco e un'armatura azzurra, guida in piena notte un drappello di uomini apparentemente svogliati e tentennanti verso una torre, dalla quale esce Donna, in compagnia di altre donne.
Donna è bionda, alta, vestita di rosso e dalle sue battute s'intende che ha potere sugli altri uomini che infatti strisciano subito vicino a lei. Vede Uomo e ne rimane catturata: tuttavia le donne sono spaventate da lui che le si avvicina fissandola in volto.
Donna pronuncia il suo ammaliamento e Uomo furibondo la fa marchiare a fuoco dagli altri uomini: Donna dolorante e furibonda lo lacera al fianco con un coltello. Viene sepolto ancora mezzo vivo dentro una bara all'interno della torre su un terreno nero in salita, separato alla vista della Donna da una grata, che a sua volta disegna una croce bianca sul muro . Mentre il coro si dedica all'accoppiamento sessuale Donna urla il desiderio di raggiungere l'Uomo morente all'interno della torre e gli rivolge la sua preghiera piena di desiderio.
L'Uomo si alza a fatica e cantando, la Donna è spaventata ma non retrocede anzi prega l'uomo di farla morire perché lo ha privato della sua libertà, nonostante sia stata lei a ferirlo e rinchiuderlo. Lui la sfiora attraverso la grata che immediatamente dopo si apre.
Ormai Lei sta morendo,il suo ultimo gesto è strappare una fiaccola a uno degli uomini, che si spegne cadendo a terra assieme al suo corpo bianco ed esanime.
Il coro addita l'Uomo come un demonio e Lui dipinto di rosso li abbatte, dando poi fuoco alla torre tra i canti del gallo mattutino.

Ultima modifica di Edera : 04-09-2010 alle ore 15.09.23.
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Vecchio 04-09-2010, 15.07.00   #2
Edera
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ANALISI.

Nelle sue opere Kokoschka denuncia la decadenza della coscienza all'interno della società a lui contemporanea, una società dominata dalla moderna 'zivilisation' in cui la scienza, ormai surrogata degli antichi saperi, si limita a sancire l'esistente.

Nel suo teatro espressionista le figure non rappresentano mai identità specifiche ma piuttosto archetipi universali per mezzo dei quali ciò che viene messo in scena non è la storia di qualcuno ma il delicato meccanismo degli equilibri della psiche che governa ogni uomo del mondo.
Nella sua prima opera 'Sfinge e uomo di paglia' egli denunciava l'incapacità dell'uomo di reagire alla fascinazione provocata in lui dalla donna attraverso l'attrazione sessuale ma più che della donna in sé dall'Anima, nome stesso della protagonista. Anima in gradi di ridurre il maschio a uomo-larva, totalmente sottomesso all'invasione del sacro femminile, femminile che in questo modo assume le caratteristiche oscure del demone, del vampiro, dell'Ombra indefinita che cerca (invano) di darsi un'identità tramite il maschio.

Nel Morder invece il superamento di questa condizione può avvenire solamente tramite una morte: quella della matrice della vita (Donna), costretta nei tormenti della Passione a trasmutare la sua carne in alimento salvifico.
Ma perché questo processo si compia è necessario che i due sessi entrino in conflitto, brucino nel rituale dell'unione le loro rispettive scorie, mescolandosi affinché dopo l'orgia di Eros e Thanatos possa nascere un nuovo giorno.
Sono chiari, nell'opera, i riferimenti all'unyo mistica della Tradizione ermetica.
La torre/sepolcro nella quale viene seppellito l'uomo è l'equivalente dell'Athanor, il forno dove gli alchimisti bruciano e purificano i loro metalli. E' il luogo dove i due protagonisti devono entrare in conflitto, bruciando e purificandosi.
Altri richiami sono il bianco e il rosso usati nell'impaginazione visiva dell'opera, il sole e la luna alchemici ricorrenti nelle litografie preparate dall'autore per la messa in scena.

Uomo e Donna assunti quindi come figure archetipiche mosse dall'irresistibile attrazione degli opposti, lui l'essere 'reale' appartenente al mondo della forma e dell'individuazione viene attratto da lei, figura dell'Ombra, della Tenebra, nata nello stesso momento in cui si è scelto di opporre all'Io, il buio del non-Io.
Costruito su una sequenza a tre fasi, come nei rituali di morte e rinascita, l'azione del Morder inizia quando l'unità è minacciata di separazione e affiora lo spettro del Due, la stagione del Femminile.
Espressa dal pallore del viso, la decadenza del personaggio maschile è la stessa decadenza dello Spirito quando diviene pura ragione e razionalità asettiche, perdendo ogni contatto con la vita. Nel suo pallore c'è la purezza del concetto quando non viene offuscato dal gravame della materia, ma già dalla didascalia iniziale risulta evidente lo stato di impotenza creativa a cui è esposta la psiche quando la polarità 'alta' non è fecondata dall'energia del 'basso'.
Uomo è si un condottiero ma i suoi guerrieri sono stanche e svogliati, segno che l'antico splendore è in declino.

Rispetto alla precedente opera il Morder rovescia i protocolli, il topos della vampirizzazione. Erige l'uomo a carnefice e la donna
è sì ferinità, energia cieca mossa dal proprio sempiterno ritornare ma anche la fucina della vita. Senza il suo moltiplicarsi non ci sarebbe né slancio né tensione, l'esistenza congelerebbe nel desolato regime dell'identico. Nell'opera l'Ombra, il lembo caudato del femminile che ne esprime l'animalità è meno forte dell'attrazione esercitata dalla parte opposta della figura, a conferma del doppio statuto della Madre Universale, emblema infero ma anche di serena rigenerazione.

Votata all'abbraccio e alla fusione la donna non capisce la ritrosia maschile a lasciarsi coinvolgere e vede nella sua volontà di separazione un'insopportabile gelo, un tradimento nei confronti del vivente. Colpendo l'uomo al fianco, nel punto in cui dall'Antropos originario è uscita Eva, il suo doppio femminile, essa inaugura il secondo tempo dell'azione, quello della 'caduta.
Corrispondente al rituale della discesa agli inferi, con cui l'individualità finita ritorna all'indifferenziato, la stazione alchemica della nigredo è presente nel Morder tramite la cerimonia del seppellimento. Il basamento funebre è su un terreno nero in salita e dopo la deposizione la donna traccia sul muro una grande croce bianca. Croce e montagna con il loro rinvio al sentiero del Golgota sono simboli di Passione, ma anche di Redenzione, mentre il bianco se allude al supplizio della coscienza che va immersa nella palus putredinis per venire rigenerata è anche emblema di catarsi di resurrezione.

Esiste dunque Notte e notte: come c'è la notte del coro, uomini e donne che si accoppiano per terra nella totale perdizione di sé, c'è la notte dei protagonisti archetipici che è itinerario di salvezza. La morte riguarda solo l'essere 'reale' ma non lo Spirito, essere che in ogni caso era già pervaso dal disfacimento e che abitava un tempo avaro, sterile, anestetizzato.
Il canto del gallo che echeggia nell'attimo in cui sembrano dominare le tenebre più nere è il principio di coincidenza tra fine e inizio, il richiamo alla necessità del morire affinché si consumi il rituale di morte della morte. Analogamente al protocollo alchemico in cui il processo di produzione del lapis risulta possibile solo grazie al mantenimento di un residuo di coscienza,l'uomo del Morder per quanto debilitato e ferito non muore, anzi intona il canto della Passione che nell'universo di Kokoschka è presagio di trasmutazione.

Gli archetipi della Caduta e del Ritorno sono alla base del teatro di Kokoschka, in cui la donna è il versante in ombra del divino sempiterno, forza generatrice che va redenta affinché ritorni lo Spirito.
Solo un interscambio tra i principi in lotta consente la rinascita: cedendo l'un l'altro le proprie prerogative, il Maschile e il Femminile cessano nel momento epifanico del Tre, la loro dualità si ricongiunge nel mito Androgino, emblema di totalità riattivata. E' il tema finale del morder in cui l'uomo risorgente dal sepolcro ha ora i colori iniziali della donna (rosso=vita) mentre la protagonista femminile si inarca rigida e bianca a presagio della morte imminente. Il gesto omicida dell'atto finale viene confermato nelle sue valenze salvifiche, sicché la creatura risorgente non è né uomo, né donna ma il glorioso prodotto della loro unione.

Ultima modifica di Edera : 04-09-2010 alle ore 15.11.32.
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Vecchio 10-09-2010, 20.49.22   #3
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Ok... Promesso non lo rifaccio più.. hahahaah
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Vecchio 10-09-2010, 21.43.40   #4
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Ok... Promesso non lo rifaccio più.. hahahaah

Ma forse è il titolo del 3d che spaventa, sembrano una serie di parolacce nibelunghe
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Vecchio 11-09-2010, 21.26.36   #5
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Ma forse è il titolo del 3d che spaventa, sembrano una serie di parolacce nibelunghe
Effettivamente, 'Assassino speranza delle donne' è più soft

No, dai non lo faccio più... E' che a volte mi prende la mano.
Autorizzo e comprendo il suo cestinamento :-)

Ultima modifica di Edera : 11-09-2010 alle ore 21.29.44.
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Vecchio 11-09-2010, 22.52.21   #6
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Effettivamente, 'Assassino speranza delle donne' è più soft

No, dai non lo faccio più... E' che a volte mi prende la mano.
Autorizzo e comprendo il suo cestinamento :-)
Abbi pazienza e' una buona cosa che commenteremo .
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Vecchio 11-09-2010, 23.22.04   #7
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Alla ricerca di ulteriori informazioni riguardo questa opera teatrale, mi sono imbattuto nel sito di wikipedia ed ho notato che ci sono parti da te citate simili, quasi a pensare ad un copia-incolla.

Ho trovato la tua analisi ineccepibile, quasi accademica. Non sono portato per le opere di Kokoschka, mi riferisco ai quadri che ho visionato sul web.

Tornando al commento dell'opera di Kokoschka, mi pare troppo cerebrale e crepuscolare per i miei gusti personali.

AGGIUNGO: Ho allegato la locandina dell'opera teatrale, si tratta di un dipinto di Kokoschka, è infatti riconoscibile la sua firma "OK".
Icone allegate
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Ultima modifica di Grey Owl : 11-09-2010 alle ore 23.56.45. Motivo: Ho inserito la locandina dell'opera teatrale
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Vecchio 12-09-2010, 11.34.19   #8
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Alla ricerca di ulteriori informazioni riguardo questa opera teatrale, mi sono imbattuto nel sito di wikipedia ed ho notato che ci sono parti da te citate simili, quasi a pensare ad un copia-incolla.

Ho trovato la tua analisi ineccepibile, quasi accademica. Non sono portato per le opere di Kokoschka, mi riferisco ai quadri che ho visionato sul web.

.
Su wikipedia c'è la trama l'ho presa da lì per semplificare e giungere al mio intento, l'analisi. E' così accademica perché mi sono aiutata coi libri di Umberto Artioli, non è solo farina del mio sacco, la sto preparando per un esame. Se c'erano troppo castronerie magari qualcuno che ne sa più di me mi correggeva,visto che ci sono diversi richiami esoterici ad argomenti in cui qualche utente è più ferrato.
In ogni caso sto ottenendo l'effetto contrario, non voglio portare attenzione qui... non ha senso forzare i commenti ad un post, ho scritto perché l'invasamento che mi era preso mentre lo studiavo ha lasciato posto a un po' più di razionalità e rileggendo mi sono accorta di aver messo su un forum pubblico in cui si condividono argomenti pubblici qualcosa che attiene alla mia carriera scolastica. E' un po' come se chi fa l'idraulico pretendesse di condividere tutti i modi in cui si aggiustano i tubi.
Voglio dire non è così scontato che interessi no??
L'ho riletto e mi sono un po' vergognata quindi se vien tolto per me va davvero bene, mentre l'ho scritto pensavo a un contributo al sito, cosa che in realtà non è.
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Vecchio 12-09-2010, 11.46.11   #9
Sole
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Edera se fai un giro per il forum non hai idea di quanti thread parecchio interessanti sono morti lì.. ognuno per la sua ragione. Ma perfavore, per quanto non vorrei mai alimentare questo tuo lato che stai facendo scalpitare vorrei dirti, vorrei chiederti di non vergognarti mai di aver messo passione ed interesse in qualcosa e averlo fatto per contribuire con il "tuo" che venga a soddisfare le tue aspettative o meno. Io non l'ho ancora letto.. ma ciò non mi ha impedito di pensare che è stata una bella iniziativa.
Per cui resta serena di aver dato sicuramente un contributo aldilà delle conferme via post che ti farebbero sentire meglio (?). Spesso capita che resti un monologo qualcosa che non è conosciuto da tutti...



Vuoi che ti indichi qualche miomiomio interassantissimo thread che nessuno ha capito (il che non è vero ovviamente) per cui mi son vergognata e volevo sotterrarmi .... no, non lo faccio

Ultima modifica di Sole : 12-09-2010 alle ore 11.48.45.
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Vecchio 12-09-2010, 11.51.39   #10
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Cara Edera, hai fatto un lavoro notevole ed anche se non ottieni le risposte che forse aspettavi non puoi sapere se qualche lettore abbia preso degli spunti interessanti per la propria riflessione che poi spunteranno su qualche altro post.
Io sto utilizzando alcuni spunti connessi con i tipi psicologici che sto studiando ad es. anche se non mi sento di commentare nulla per ora.
Non hai di che vergognarti anzi devi renderti merito per aver fatto un bel lavoro.
Quello che viene pubblicato qui a mio avviso se nasce dalla riflessione attenta e consapevole di ognuno sarà sempre un contributo al forum disponibile in qualsiasi momento serva.
Almeno io la penso così ed apprezzo molto il tuo sforzo nel condividere un argomento che può sembrare ostico ma è molto interessante.
__________________
"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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Vecchio 12-09-2010, 11.55.25   #11
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Su wikipedia c'è la trama l'ho presa da lì per semplificare e giungere al mio intento, l'analisi. E' così accademica perché mi sono aiutata coi libri di Umberto Artioli, non è solo farina del mio sacco, la sto preparando per un esame. Se c'erano troppo castronerie magari qualcuno che ne sa più di me mi correggeva,visto che ci sono diversi richiami esoterici ad argomenti in cui qualche utente è più ferrato.
In ogni caso sto ottenendo l'effetto contrario, non voglio portare attenzione qui... non ha senso forzare i commenti ad un post, ho scritto perché l'invasamento che mi era preso mentre lo studiavo ha lasciato posto a un po' più di razionalità e rileggendo mi sono accorta di aver messo su un forum pubblico in cui si condividono argomenti pubblici qualcosa che attiene alla mia carriera scolastica. E' un po' come se chi fa l'idraulico pretendesse di condividere tutti i modi in cui si aggiustano i tubi.
Voglio dire non è così scontato che interessi no??
L'ho riletto e mi sono un po' vergognata quindi se vien tolto per me va davvero bene, mentre l'ho scritto pensavo a un contributo al sito, cosa che in realtà non è.
Al contrario confermo l'interesse .
Se posso un suggerimento , inquadrerei l'autore nel contesto storico per dare uno sguardo al quadro in cui si inserisce nel trattare argomenti ( gli archetipi ) di cui si sta parlando in forum in altri 3d con i suoi mezzi , il teatro .
Insomma e' cultura e ne avremmo solo da guadagnare ad espandere .
Anzi Edera GRAZIE dello sforzo e continua imperterrita l'interesse almeno da parte mia c'e' e' il tempo che manca .
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Vecchio 12-09-2010, 13.14.32   #12
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Grazie, vorrei quotarvi tutti per rispondere uno a uno ma non sono capace!!!! In realtà c'è di buono che è uscito qualcosa che in parte conosco di me ma faccio molta fatica a governare. Mi capita più di qualche volta di vergognarmi di qualcosa verso cui nutro passione e di occultarlo. Alla base credo ci sia come al solito la paura e il bisogno di sentirsi apprezzati o di corrispondere a quello che io credo di essere aspettative altrui. Questa è proprio una vera piaga di Edera. Ma me ne vergogno fisso eh mica poco, chissà perché poi...
Ok auto-analisi finita Tornando in tema se davvero non annoia benissimo, allora quando avrò un po' di tempo inquadro meglio il tutto come suggerisce Nike.
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Vecchio 12-09-2010, 13.49.46   #13
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Grazie, vorrei quotarvi tutti per rispondere uno a uno ma non sono capace!!!! In realtà c'è di buono che è uscito qualcosa che in parte conosco di me ma faccio molta fatica a governare. Mi capita più di qualche volta di vergognarmi di qualcosa verso cui nutro passione e di occultarlo. Alla base credo ci sia come al solito la paura e il bisogno di sentirsi apprezzati o di corrispondere a quello che io credo di essere aspettative altrui. Questa è proprio una vera piaga di Edera. Ma me ne vergogno fisso eh mica poco, chissà perché poi...
Ok auto-analisi finita Tornando in tema se davvero non annoia benissimo, allora quando avrò un po' di tempo inquadro meglio il tutto come suggerisce Nike.
Per esempio sparo senza sapere granche' .
L'espressionismo e' il corrispondente in arte dell'introversione in psicologia :il mondo rappresentato non com'e' ma come lo immagino
come l'impressionismo e' il corrispondente in arte dell'atteggimento estroverso :rappresento il mondo com'e' , immortalando l'attimo ?
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Vecchio 12-09-2010, 14.07.39   #14
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Alla base credo ci sia come al solito la paura e il bisogno di sentirsi apprezzati o di corrispondere a quello che io credo di essere aspettative altrui.

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Vecchio 13-09-2010, 17.15.37   #15
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Per esempio sparo senza sapere granche' .
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L'espressionismo e' il corrispondente in arte dell'introversione in psicologia :il mondo rappresentato non com'e' ma come lo immagino
come l'impressionismo e' il corrispondente in arte dell'atteggimento estroverso :rappresento il mondo com'e' , immortalando l'attimo ?
Credo si potrebbe dire più o meno così sì anche se le sfumature sono infinite e semplificare due correnti in poche righe è molto pericoloso, oltre al fatto che non me ne intendo ancora in maniera sufficiente per farlo con sicurezza. Però ci provo.
Come dici nell'espressionismo il mondo rappresentato non è com'è ma come lo sento, quindi introversione psicologica. Nell'impressionimo potrebbe essere il mondo come appare all'occhio in quell'istante in cui arriva alla parcezione retinica, il tentare di cogliere l'istante fenomenico della realtà.

Quello che mi ha colpito dell' Espressionismo è che la sua poetica (che si traduca in un'opera teatrale o pittorica..)si fonda sul viaggio del singolo alla ricerca dell'identità perduta.
Mendicante, viandante in un universo in cui ogni traccia del divino è ammutolita, il personaggio espressionista riverbera a ogni istante la sua nostalgia delle radici, dell’Origine.
E tuttavia l’ostacolo è duro da vincere, il percorso che porta verso il ritrovamento dell’integrità originaria è pieno di difficoltà e soprattutto non sempre è fecondo. E' insomma quella richiesta interna, quella spinta, quel viaggio che mi sembra essere alla base della Ricerca.

L'eroe espressionista si guarda intorno e di primo acchitto rendendosi conto della decadenza della propria e dell'altri coscienza, reagisce così:
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Vecchio 13-09-2010, 18.24.08   #16
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Credo si potrebbe dire più o meno così sì anche se le sfumature sono infinite e semplificare due correnti in poche righe è molto pericoloso, oltre al fatto che non me ne intendo ancora in maniera sufficiente per farlo con sicurezza. Però ci provo.
Come dici nell'espressionismo il mondo rappresentato non è com'è ma come lo sento, quindi introversione psicologica. Nell'impressionimo potrebbe essere il mondo come appare all'occhio in quell'istante in cui arriva alla parcezione retinica, il tentare di cogliere l'istante fenomenico della realtà.

Quello che mi ha colpito dell' Espressionismo è che la sua poetica (che si traduca in un'opera teatrale o pittorica..)si fonda sul viaggio del singolo alla ricerca dell'identità perduta.
Mendicante, viandante in un universo in cui ogni traccia del divino è ammutolita, il personaggio espressionista riverbera a ogni istante la sua nostalgia delle radici, dell’Origine.
E tuttavia l’ostacolo è duro da vincere, il percorso che porta verso il ritrovamento dell’integrità originaria è pieno di difficoltà e soprattutto non sempre è fecondo. E' insomma quella richiesta interna, quella spinta, quel viaggio che mi sembra essere alla base della Ricerca.

L'eroe espressionista si guarda intorno e di primo acchitto rendendosi conto della decadenza della propria e dell'altri coscienza, reagisce così:
Allegato 2271




Bello grazie Edera ,
vedi , tutti parlano in modi diversi delle stesse cose .
Gli artisti vedono ed amplificano il dramma del ricercatore , gli psicologi quelli bravi trovano o tentano di trovare la cura per il male dell'esistenza .
L'esistenzialismo di Sartre tratta gli stessi argomenti .
Io pero' preferisco alla fine in messaggio di speranza e di guarigione piuttosto che di rassegnazione .
Ho un po' il mito o l'archetipo dell'eroa che mi esalta ma non c'e' dubbio che e' difficile e la cosa piu' brutta che mi viene da pensare e' passare la vita alla fine senza concludere nulla .

Per questo siamo in cerca di Maestri ( jung e altri ): perche' il viaggio sia fecondo e non ci lasci nell'oscurita' .
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Vecchio 13-09-2010, 20.35.18   #17
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Io pero' preferisco alla fine in messaggio di speranza e di guarigione piuttosto che di rassegnazione .
Ho un po' il mito o l'archetipo dell'eroa che mi esalta ma non c'e' dubbio che e' difficile e la cosa piu' brutta che mi viene da pensare e' passare la vita alla fine senza concludere nulla .

Per questo siamo in cerca di Maestri ( jung e altri ): perche' il viaggio sia fecondo e non ci lasci nell'oscurita' .
Nonostante abbia per natura alcuni lati notturni con cui battagliare, io credo fermamente in un messaggio di speranza. Insomma penso che vivere sia un'avventura spaziale, i detriti di questo mondo mi stringono l'occhiolino come se contenessero il segreto, il senso, a questo senso forse non ci arriverò mai, forse sì ma intanto scavo eh.
Nell'arte trovo respiro, qualcosa che risuona specialmente quanto la critica si mostra particolarmente feconda come nel caso di Artioli, il critico del teatro che mi ha aiutato nell'analisi. Insegnava nella mia facoltà peccato sia morto, l'ho sbagliato di poco..

Se dovessi rappresentare Nike lo rappresenterei come Ulisse, sarà per quella vela, per il mare o per una certa tempra fiammante avvertibile tra le righe. Io non so se arriverà a Itaca ma insomma Ulisse che sfida gli dei mi è sempre stato simpatico.
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Vecchio 13-09-2010, 20.55.49   #18
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Nonostante abbia per natura alcuni lati notturni con cui battagliare, io credo fermamente in un messaggio di speranza. Insomma penso che vivere sia un'avventura spaziale, i detriti di questo mondo mi stringono l'occhiolino come se contenessero il segreto, il senso, a questo senso forse non ci arriverò mai, forse sì ma intanto scavo eh.
Nell'arte trovo respiro, qualcosa che risuona specialmente quanto la critica si mostra particolarmente feconda come nel caso di Artioli, il critico del teatro che mi ha aiutato nell'analisi. Insegnava nella mia facoltà peccato sia morto, l'ho sbagliato di poco..

Se dovessi rappresentare Nike lo rappresenterei come Ulisse, sarà per quella vela, per il mare o per una certa tempra fiammante avvertibile tra le righe. Io non so se arriverà a Itaca ma insomma Ulisse che sfida gli dei mi è sempre stato simpatico.
Grazie , mi piace , un bel complimento , la sua storia , il suo viaggio tra Calipso , Circe e Polifemo per non parlare della giovane e carina Nausica , una serena pausa con una Penelope ringiovanita mi ha sempre affascinato .
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Grazie , mi piace , un bel complimento , la sua storia , il suo viaggio tra Calipso , Circe e Polifemo per non parlare della giovane e carina Nausica , una serena pausa con una Penelope ringiovanita mi ha sempre affascinato .
Ehhh ste Nausicheee

Ho visto che il titolo della discussione è in neretto, non so perchè temo di aver fatto pasticci postandolo.

Oggi ho trovato questa, scritta da Rainer Rilke, autore di lingua tedesca del 1900. 'Molte parti ha per noi ancora il mondo, fino a quando ci domandiamo se la nostra parte piaccia, recita anche la morte benchè spiaccia.' Come dire finchè siamo preoccupati del nostro ego, fino a quando non ci rendiamo conto che le nostre personalità sono solo maschere che indossiamo e che la vera vita sta altrove, non riusciamo a cogliere la vera Essenza, non riusciamo a 'recitare senza pensare all'applauso'... [Io l'ho interpretata così.]

Nulla sappiamo di questo svanire
che non accade a noi. Non abbiamo ragioni
- ammirazione, odio oppure amore -
da mostrare alla morte la cui bocca una maschera

di tragico lamento stranamente sfigura.
Molte parti ha per noi ancora il mondo. Fino a quando
ci domandiamo se la nostra parte piaccia,
recita anche la morte, benché spiaccia.

Ma quando te ne andasti, un raggio di realtà
irruppe in questa scena per quel varco
che tu ti apristi: vero verde il verde,
il sole vero sole, vero il bosco.

Noi recitiamo ancora. Frasi apprese
con pena e con paura sillabando,
e qualche gesto; ma la tua esistenza,
a noi, al nostro copione sottratta,

ci assale a volte e su di noi scende come
un segno certo di quella realtà;
tanto che trascinati recitiamo
qualche istante la vita non pensando all'applauso.


Però alla fine devo ancora contesutalizzare meglio il lavoro di Kokoschka anche perchè tutta la sua produzione teatrale si base sugl archetipi femminile/maschile, potrebbe essere carino.

Ultima modifica di Edera : 14-09-2010 alle ore 16.02.20.
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Vecchio 14-09-2010, 19.14.37   #20
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Oggi ho trovato questa, scritta da Rainer Rilke, autore di lingua tedesca del 1900. 'Molte parti ha per noi ancora il mondo, fino a quando ci domandiamo se la nostra parte piaccia, recita anche la morte benchè spiaccia.' Come dire finchè siamo preoccupati del nostro ego, fino a quando non ci rendiamo conto che le nostre personalità sono solo maschere che indossiamo e che la vera vita sta altrove, non riusciamo a cogliere la vera Essenza, non riusciamo a 'recitare senza pensare all'applauso'... [Io l'ho interpretata così.]
Si credo sia cosi'
Ma sai qual'e' il problema o uno dei problemi :
quando hai escluso l'ego , come dici tu , '' come fai a ''spingere la carretta '' , in altre parole :quando vai un po' oltre e trascendi sai quanti problemi ci sono a immergerti nel quotidiano ?
Questa crescita e' come la coperta corta , ti copre da una parte e ti scopre da un'altra .
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Vecchio 14-09-2010, 20.44.09   #21
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Si credo sia cosi'
Ma sai qual'e' il problema o uno dei problemi :
quando hai escluso l'ego , come dici tu , '' come fai a ''spingere la carretta '' , in altre parole :quando vai un po' oltre e trascendi sai quanti problemi ci sono a immergerti nel quotidiano ?
Questa crescita e' come la coperta corta , ti copre da una parte e ti scopre da un'altra .
Eh vorrei avere qualcosa di sensato da rispondere
Improvviso, forse bisogna immergersi nel quotidiano, senza copione.
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Vecchio 14-09-2010, 20.52.41   #22
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Eh vorrei avere qualcosa di sensato da rispondere
Improvviso, forse bisogna immergersi nel quotidiano, senza copione.
E' che non hai piu voglia di immergerti nel quotidiano .
Questo e' il problema .
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