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Vecchio 11-01-2009, 15.03.07   #1
Uno
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Predefinito Alimentari esotici se sono del contadino vicino casa

Ne abbiamo già parlato in vari modi, ma volevo sottolineare il paradosso che si è creato negli ultimi decenni.
Ricordo che quando ero bambino si narravano aneddoti di giovani signore in gravidanza a cui prendeva la voglia di frutta esotica. Allora il maritino per evitare che il bambino nascesse con strane macchie sulla pelle (superstizione? Realtà, poco importa in questa discussione) prendeva l'auto e andava a cercare il negozietto, magari in centro, che anche in dicembre aveva la frutta fuori stagione o qualche prezioso cestino di frutte provenienti da altri paesi. Non vi dico quanto costasse lo scherzetto...

Insomma tutto quello che non era di stagione o ancor più che provenisse da un'altra nazione era cosa rara e quindi che costava di più che necessitava ricerca etc...
Nel giro di pochi decenni siamo passati al contrario, la frutta esotica si trova in ogni supermercato , però sta diventando sempre più difficile trovare cose di stagione e prodotte da contadini locali.
Abbiamo già provato ad esplorare il perchè di questa tendenza e quindi perchè viene spinta, ma il risultato è che oggi devono nascere associazioni, si debbono far manifestazioni enogastronomiche e quant'altro per poter mangiare e/o comprare i fagioli del contadino dietro casa.

Togliendo il discorso economico e degli interessi che spingono in tal senso, potremmo affrontare la cosa dal punto di vista delle ripercussioni fisiologiche sulla razza umana. E' innegabile che oltre all'integrazione che piano piano si sta attuando con gli incroci tra varie razze, anche l'alimentazione spinge in tal senso. Se per una vita intera mangiamo solo cibi locali il nostro corpo sarà nel bene e nel male condizionato in tal senso, viceversa l'apporto di alimentazioni diverse costituirà ricchezza anche genetica nel futuro, il problema dal mio punto di vista sono i tempi. Se è vero che questo nuovo tipo di alimentazione porterà vantaggi ai nipoti dei nostri nipoti, a noi l'assunzione così massiccia di alimentazioni a cui geneticamente non siamo predisposti cosa comporterà?
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Vecchio 11-01-2009, 16.09.06   #2
jezebelius
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Mhm...forse una perdita di " equilibrio".
Sappiamo che il corpo, per decenni o più si è strutturato in un determinato modo. Tale apparato, non soltanto in riferimento all'ambiente o ai vari gradi di interrelazione è condizionato, giocoforza, soprattutto da ciò che viene introdotto col cibo. Se dunque " io sono " ciò col quale vengo in contatto e che per ragioni genetiche ho anche acquisito dal passato, mi troverò in una sorta di equilibrio quale risultante di un percorso.

Per esempio, per spiegare quel che voglio dire, se ho vissuto sempre nel nord Africa, abituato a quella temperatura e a quel tipo di cibo, lo spostarmi in paesi nordici, con temperature differenti minori rispetto a quelle cui sono abituato e cibo ovviamente diverso, non dico che non si possa fare, affrontare tale cambiamento, dovrò necessariamente trovare un'altro equilibrio che mi permetta di essere in "sintonia" col nuovo luogo.
Da ciò, quindi l'intervallo tra l'equilibrio precedente e quello successivo risulta essere il momento, da un certo punto di vista peggiore, in cui mi troverò in altro punto risultante.

Portato al cibo, se per il futuro i nipoti dei nipoti trarranno beneficio da quel cibo esotico che gira ormai dovunque oggi, noi che siamo nel mezzo subiremo questo passaggio. Però da tutto questo non riesco ad immaginarmi gli effetti, forse una debolezza del corpo in generale le difese con le immunitarie ne potranno risentire, o anche l'ingresso di nuove patologie, come dire, tipiche di zone differenti rispetto a quella in cui viviamo..
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 12-01-2009, 12.32.30   #3
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ciao a voi

io credo che l'uomo sia fortemente legato al terreno dove è nato e vissuto. Questo terreno è naturalmente in grado di fornire tutte quante le cose necessario al corpo umano che vi abita.
Non solo lo sostiene, ma fornisce anche quegli strumenti di cura tipicamente usati quando quel corpo si dovesse ammalare.
Ecco ad esempio che se ci affacciamo all'alchimia scopriamo che venivano usate tutte quelle piante ed erbe tipiche del posto. Non si importavano droghe da altri continenti o roba del genere perche non ci servono.

Quindi, io mi mangio la roba del posto mio quando possibile.. Niente roba da posti lontani ed "esotici" (per non chiamarli strani).
primo perche non mi servono sicuramente piu di quelli che ho qui dietro casa
secondo perche la nostra economia in crisi non ha certo bisogno che io mandi soldi in posti mai sentiti prima
terzo perche bisogna mantenere un minimo di tradizione ed origine. l'uomo è della terra.


saluti

A92
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Vecchio 12-01-2009, 14.43.47   #4
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l'assunzione così massiccia di alimentazioni a cui geneticamente non siamo predisposti cosa comporterà?
Inizio a rispondermi da solo, non avete notato quante intolleranze alimentari stanno opprimendo la società occidentale negli ultimi decenni?
Certo in parte è dovuto anche alla produzione che diventa sempre meno naturale, ma la finestra temporale è troppo coincidente per non farci sospettare (anche solo volendo andar per logica) che l'alimentazione esotica non abbia influito già.
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Vecchio 12-01-2009, 14.48.05   #5
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Ne abbiamo già parlato in vari modi, ma volevo sottolineare il paradosso che si è creato negli ultimi decenni.
Ricordo che quando ero bambino si narravano aneddoti di giovani signore in gravidanza a cui prendeva la voglia di frutta esotica. Allora il maritino per evitare che il bambino nascesse con strane macchie sulla pelle (superstizione? Realtà, poco importa in questa discussione) prendeva l'auto e andava a cercare il negozietto, magari in centro, che anche in dicembre aveva la frutta fuori stagione o qualche prezioso cestino di frutte provenienti da altri paesi. Non vi dico quanto costasse lo scherzetto...

Insomma tutto quello che non era di stagione o ancor più che provenisse da un'altra nazione era cosa rara e quindi che costava di più che necessitava ricerca etc...
Nel giro di pochi decenni siamo passati al contrario, la frutta esotica si trova in ogni supermercato , però sta diventando sempre più difficile trovare cose di stagione e prodotte da contadini locali.
Abbiamo già provato ad esplorare il perchè di questa tendenza e quindi perchè viene spinta, ma il risultato è che oggi devono nascere associazioni, si debbono far manifestazioni enogastronomiche e quant'altro per poter mangiare e/o comprare i fagioli del contadino dietro casa.

Togliendo il discorso economico e degli interessi che spingono in tal senso, potremmo affrontare la cosa dal punto di vista delle ripercussioni fisiologiche sulla razza umana. E' innegabile che oltre all'integrazione che piano piano si sta attuando con gli incroci tra varie razze, anche l'alimentazione spinge in tal senso. Se per una vita intera mangiamo solo cibi locali il nostro corpo sarà nel bene e nel male condizionato in tal senso, viceversa l'apporto di alimentazioni diverse costituirà ricchezza anche genetica nel futuro, il problema dal mio punto di vista sono i tempi. Se è vero che questo nuovo tipo di alimentazione porterà vantaggi ai nipoti dei nostri nipoti, a noi l'assunzione così massiccia di alimentazioni a cui geneticamente non siamo predisposti cosa comporterà?
Ma perchè abbiamo sia dentro che fuori la stessa flora e fauna?
E immettere in questo sistema incondizionatamente altro vorrebbe dire creare affaticamento al sistema quando continuasse ad incontrare l'anomalia, la diversità, la stranezza?
Non so se mi sono spiegata bene.
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Ultima modifica di griselda : 12-01-2009 alle ore 14.49.50. Motivo: Non ho ancora letto Uno che ha postato mentre io stavo scrivendo
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Vecchio 12-01-2009, 15.03.47   #6
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Inizio a rispondermi da solo, non avete notato quante intolleranze alimentari stanno opprimendo la società occidentale negli ultimi decenni?
Certo in parte è dovuto anche alla produzione che diventa sempre meno naturale, ma la finestra temporale è troppo coincidente per non farci sospettare (anche solo volendo andar per logica) che l'alimentazione esotica non abbia influito già.
Ma dopo quanti anni dall'importazione si può ritenere poi autoctona? Perchè se andiamo a guardare il pomodoro, il grano turco, e altro una volta erano esotici pure loro, poi come hai detto sopra i figli dei figli "cambiano" geneticamente e quindi quegli stessi alimenti esotici diventano parte integrata.
Quindi le varie intolleranze sono dovute a qualcosa che sulle nostre tavole è già tanto tempo ma non è ancora stato da noi "integrato"?
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Vecchio 12-01-2009, 15.15.08   #7
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Ma dopo quanti anni dall'importazione si può ritenere poi autoctona? Perchè se andiamo a guardare il pomodoro, il grano turco, e altro una volta erano esotici pure loro, poi come hai detto sopra i figli dei figli "cambiano" geneticamente e quindi quegli stessi alimenti esotici diventano parte integrata.
Quindi le varie intolleranze sono dovute a qualcosa che sulle nostre tavole è già tanto tempo ma non è ancora stato da noi "integrato"?
40/50 anni fa non c'erano tutte queste intolleranze eppure pomodoro e granoturco si mangiava, quindi il problema non è direttamente loro, ma di altre cose che ci "irritano i sistemi digestivi" e poi magari con il pomodoro, il latte etc.. vanno in crisi.
Come scritto sopra il problema intolleranze non è dovuto solo all'esotica alimentazione, sarebbe stupido pensarlo, ma ne è una concausa...

Dobbiamo anche ricordare altre cose, il pomodoro fu importato e coltivato direttamente qui, non importato coltivato altrove, per molto tempo poi qui in europa fu usato solo come pianta ornamentale, solo in un secondo momento si iniziò a mangiarlo....
Intanto le generazioni passavano, non solo nostre, ma anche dei pomodori.

Quindi se rimaniamo solo sul razionale più spinto dobbiamo limitarci alla situazione minerale dei territori, all'incidenza diversa del sole etc... un pomodoro coltivato in Lombardia già non è uguale ad uno coltivato in Sicilia, figuriamoci ad uno coltivato in America. Tra l'altro se non ricordo male i pomodori originali americani erano acidognoli.
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Vecchio 12-01-2009, 15.33.48   #8
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40/50 anni fa non c'erano tutte queste intolleranze eppure pomodoro e granoturco si mangiava, quindi il problema non è direttamente loro, ma di altre cose che ci "irritano i sistemi digestivi" e poi magari con il pomodoro, il latte etc.. vanno in crisi.
Come scritto sopra il problema intolleranze non è dovuto solo all'esotica alimentazione, sarebbe stupido pensarlo, ma ne è una concausa...

Dobbiamo anche ricordare altre cose, il pomodoro fu importato e coltivato direttamente qui, non importato coltivato altrove, per molto tempo poi qui in europa fu usato solo come pianta ornamentale, solo in un secondo momento si iniziò a mangiarlo....
Intanto le generazioni passavano, non solo nostre, ma anche dei pomodori.


Quindi se rimaniamo solo sul razionale più spinto dobbiamo limitarci alla situazione minerale dei territori, all'incidenza diversa del sole etc... un pomodoro coltivato in Lombardia già non è uguale ad uno coltivato in Sicilia, figuriamoci ad uno coltivato in America. Tra l'altro se non ricordo male i pomodori originali americani erano acidognoli.
La parte nerettata mi da l'idea proprio di ambientazione di tempo di adattamento quello che hanno bisogno anche gli uomini quando si trasferiscono... quindi fa davvero riflettere questa cosa.
E mi domando se allora vale anche per gli alimenti che sui banchi dei supermercati portano il paese d'orgine?
Ovvero se compro pomodori che arrivano dal guatemala pur essendo sempre pomodori hanno un'influenza diversa sul nostro organismo per non essere nati e cresciuti qui da noi. Andiamo bene.
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Vecchio 13-01-2009, 16.10.55   #9
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40/50 anni fa non c'erano tutte queste intolleranze eppure pomodoro e granoturco si mangiava, quindi il problema non è direttamente loro, ma di altre cose che ci "irritano i sistemi digestivi" e poi magari con il pomodoro, il latte etc.. vanno in crisi.
Come scritto sopra il problema intolleranze non è dovuto solo all'esotica alimentazione, sarebbe stupido pensarlo, ma ne è una concausa...


.
Dico la mia sulle intolleranze non si immagina quante e quali..una delle cause sono le manipolazioni e non intendo necessariamente genetiche intendo le milionate di cose che ingurgitiamo senza saperlo ogni volta che mangiamo quella marmellata così dolce!!! così rossa!!! che si vede è fatta proprio con le ciliege ...ebbene mai fatto una marmellata di ciliege in casa? quel rosso così vivace della marca pubblicizzata nella nostra casalinga diventa rosso cupo quasi bruno...è solo per fare un esempio ok? per mantenere il rosso ciliegia ci mettono un bel colorante che spesso non è alimentare...perchè sia così dolce ci vanno giù col dolcificante di un certo tipo...e poi deve durare no? e vai col conservante...ecco una parte di colpa sta qui in tutti gli additivi che vengono usati...
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