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Vecchio 05-04-2006, 11.36.20   #1
Era
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Predefinito Paura o/e vigliaccheria

Mi è davvero piaciuto questo editoriale e ci ho meditato
parecchio...ne avrei fatto un sunto ma avrei limitato
l' esposizione del Direttore....quindi mi sono permessa
di copiarla integralmente e di condividerlo con voi...
lo so è lunghetto ma credo ne valga la pena
emmm Capo ho scritto qui perchè mi sembra che alcuni disagi riguardino
e vadano a toccare quello che è il benessere...in caso sposta...grazie

"Editoriale della rivista “Oltretutto” n.12 del Direttore Simona Valesi

Siamo seduti alla nostra scrivania e facciamo di tutto fuorché telefonare alla persona cui sappiamo di dover parlare, quando scriviamo mettiamo tra parentesi ciò che ci sta più a cuore, andiamo a scuola ma non studiamo, scriviamo un libro e non lo presentiamo a un editore, a volte non scriviamo neanche il libro, non chiediamo scusa neanche quando ci accorgiamo di aver sbagliato, non affrontiamo il datore di lavoro quanto esce dalle righe, non facciamo lo sgambetto al ladro che ci è scappato vicino, non balliamo una danza perché affermiamo che non ci piace, non osiamo cantare in pubblico, non scriviamo un articolo che ci viene richiesto, non acquistiamo un pezzo d’abbigliamento che tanto ci piace, non ci presentiamo per quel lavoro perché ci riteniamo inadeguati, non osiamo parlare la lingua che abbiamo appena studiato, ci tremano le gambe all’esame da dare, ci manca il respiro per rivelare che amiamo.
Eppure abbiamo sogni da quando siamo nati, partoriamo desideri ogni giorno della nostra vita. Sogniamo. Noi stessi, nel migliore dei casi, siamo nati da e per un desiderio, ma neanche questa matrice, che pure è forte, ci viene in aiuto nel vivere il nostro percorso in questa esistenza. Tutta la nostra vita è vissuta a metà, bloccata nel suo flusso entusiastico di un’energia creativa e onnipotente a causa di una forza non identificata, sottile eppure possente, che si insinua densa e appiccicosa nelle trame del nostro agire. All’inizio non si percepisce, è delicata e leggera, ma poi si raddensa, forma come una noce solida alla bocca dello stomaco e da lì dilaga, secernendo una sostanza come pece che copre tutta la superficie del nostro corpo, fino a paralizzarlo.
E’ la paura. Una forza fisica che ha vita propria e che prende possesso del nostro corpo e della nostra anima impedendoci di agire. Ci hanno parlato dell’atavica paura della morte e di quella edipica del sesso, del rispetto delle leggi e del timor di Dio, ma questa è ancora più terrificante. Non è facilmente riconoscibile perché ha sviluppato una straordinaria abilità a mimetizzarsi in miliardi di anni che gestisce la vita. E in miliardi di anni è riuscita a nascondersi dietro mille scuse e giustificazioni dando al genere umano l’illusione di vivere. Ma chi ha vissuto per tutto questo tempo è lei, figlia immortale di un fallimento primordiale: la paura di vivere.
Quando parla, usa un’unica frase che sa ripetere e parafrasare in più modi: “E’ troppo difficile!”. Questo è l’indizio per identificarla, il modo in cui si scopre, l’unico momento in cui è possibile visualizzare il nemico. Non ha importanza comprendere in questa sede da dove e perché nasce, ma comprendere che le si può impedire di crescere. E’ fondamentale capire che nessun essere umano può accettare di essere controllato da un potere occulto così meschino, da una dittatura che non lascia libertà di scelta, da un controllore che ha come unico compito quello di farvi fallire. Ogni essere umano ha il dovere di non accettare che la sua vita sia bloccata da una vomitevole e melliflua codardia. E se non l’avete ancora riconosciuta, osservatela meglio, va sempre a braccetto con la sua sorella gemella, la pigrizia. Quando vi vedete pigri state all’erta, l’avete trovata, è lì vicino a voi, sta prendendo possesso della vostra volontà.
Ora che l’avete scoperta, riconosciuta, finalmente vista e identificata, ribellatevi semplicemente al fatto di vedervi vittima di un’entità così miserabile e bassa. E’ quella reazione al disgusto che la fa scappare, quell’alzarsi dalla poltrona e spintonarla di lato, facendo il primo passo verso la realizzazione di un vostro sogno che la fa ritirare, indebolire.
E allora sollevate quel telefono, scrivete quel libro, andate a trovare quell’editore, ballate quella danza, dipingete quel quadro, fermate quel ladro, urlate a tutti che avete imparato ad amare nel momento in cui avete imparato a rispettare ed amare voi stessi, e vi renderete conto che per la prima volta nella vostra vita sarete veramente vivi. Perché se siete veramente voi, e non lei a capire, vedere e decidere, chi vi può fermare?
Se il nostro Dio sapesse (e lo sa!) che siamo disposti a continuare a vivere come abbiamo vissuto finora, dovremmo allora veramente averne il timore.
Simona Valesi."
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Vecchio 05-04-2006, 15.00.39   #2
Iside@
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Un bellissimo articolo, grazie per averlo postato.
L'ho scelto tra i diversi messaggi messi qui oggi e forse non a caso (come tutte le cose della vita).
In questo periodo io mi trovo un po cosi, un po spiazzata dalla pigrizia e qualche volta dalla paura di "non essere in grado di" ... o di sbagliare qualcosa.
La sensazione che ti invade è davvero sgradevole, ancora peggio ignorarla sperando che passi al piu presto senza reagire.

Sto cercando di capire per quale motivo si puo cadere in questi meccanismi di vita, e sto meditando ad un efficace rimedio (ancora non trovato) per scacciare la paura una volta identificata la fatidica parola "è difficile" o varie.
Sai cosa però che piu mi spaventa? La pigrizia.
La paura tutto sommato ... so scacciarla, mi ci vuole un po ma alla fine l'effetto è ottimo mentre la pigrizia è lo scalino piu alto.
Avete qualche consiglio?
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Vecchio 05-04-2006, 23.13.46   #3
Uno
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La vedevo più psicologia... comunque se affrontiamo anche la fisiologia può stare bene anche qui.
La cosa che accomuna queste due condizioni (la vigliaccheria dell'articolo e la pigrizia che teme iside) fisicamente è il bloccarci, un blocco di diverso tipo però la paura raggela la nostra energia, la solidifica, la pigrizia la fa calare drasticamente ce la fa disperdere in continuazione...
Per cui anche se l'effetto è identico: il blocco, la fisiologia è opposta... e quindi?
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Vecchio 07-04-2006, 09.51.13   #4
Sole
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... e quindi si è pigri perchè si ha paura ?
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Vecchio 07-04-2006, 09.56.26   #5
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Predefinito si...

la paura però come tutti i sentimenti si può presentare a diversi gradienti... quando è blanda si gestisce ... quando è molto intensa può prendere le sembianze di un terrore... che appunto blocca il corpo, fino ad episodi di catatonia...o gli attacchi di panico...
Effettivamente mi piacerebbe che ne parlassimo in un altro post dove affontare l'argomento: quali sono le paure più ataviche che abbiamo? Cioè coem si chiamano le paure antiche sulle quali cadiamo, siamo fragili, e che si attualizzano nella vita da adulti. E anche cce ne sono di quelle arcaiche che riguardano un po' tutti e come le affrontiamo?
.
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Vecchio 07-04-2006, 10.02.18   #6
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e quindi... si utilizza la pigrizia come alibi?

(Giudi,aspetto la tua nuova discussione )
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Vecchio 07-04-2006, 10.31.10   #7
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si potrebbe continuare questa Fobie comunemente paure
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Vecchio 11-04-2006, 10.52.14   #8
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ok seguo il post li quindi
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Vecchio 22-08-2006, 21.05.08   #9
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mi sa che il tempo è maturo per riportare su questa discussione...
vuoi per l' evolversi (meglio dire devolversi?) della situazione
inerente il forum...vuoi per la reazione che ognuno di noi ha avuto...
qui si parla di paura e o vigliaccheria....soprattutto di prendersi
le proprie "responsabilità"....
mi era piaciuto questo articolo...
adesso mi chiedo: cosa mi era piaciuto?
e mi rispondo pure:quel mea culpa... che in qualche modo
mi faceva sentire simile a millle altri...."mal comune mezzo gaudio"....
enno...non funziona così....questo è un alibi macroscopico....
e allora come la metto?
subito mi son detta: il capo esagera.....e me ne sono andata per i
fatti miei tranquillamente....ma di tranquillo c'era ben poco....
visto che sta roba la stavo metabolizzando...
l' adagiarsi è una brutta compagnia...ed è peggiore quando sai
che non ti stai assumendo le tue responsabilità....
e poi mi stupisco di una tag enorme? e che mi stupisco a fare?
in fin dei conti questo ho seminato e questo raccolgo....
ma è questo quello che voglio? no!!!!
hai voglia di battere e ribattere sui dormienti....

p.s. capo quel test non mi piace affatto....
ho letto e riletto...continua a non piacermi...
e sai perchè? perchè nessuna di quelle possibilità
mi va a genio...
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Vecchio 24-08-2006, 20.29.01   #10
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Originalmente inviato da Iside@
Un bellissimo articolo, grazie per averlo postato.
L'ho scelto tra i diversi messaggi messi qui oggi e forse non a caso (come tutte le cose della vita).
In questo periodo io mi trovo un po cosi, un po spiazzata dalla pigrizia e qualche volta dalla paura di "non essere in grado di" ... o di sbagliare qualcosa.
La sensazione che ti invade è davvero sgradevole, ancora peggio ignorarla sperando che passi al piu presto senza reagire.

Sto cercando di capire per quale motivo si puo cadere in questi meccanismi di vita, e sto meditando ad un efficace rimedio (ancora non trovato) per scacciare la paura una volta identificata la fatidica parola "è difficile" o varie.
Sai cosa però che piu mi spaventa? La pigrizia.
La paura tutto sommato ... so scacciarla, mi ci vuole un po ma alla fine l'effetto è ottimo mentre la pigrizia è lo scalino piu alto.
Avete qualche consiglio?
Qualche consiglio per vincere la pigrizia??? Penso che ognuno abbia i propri sistemi.
Ma la pigrizia secondo me nasconde qualcosa che non abbiamo voglia di fare.
Si sta bene fisicamente e psicologicamente quando si fa quello che si vuole fare e soprattutto quello che piace fare.
Se una cosa si vuole veramente con tutte le nostre forze, non esiste pigrizia o paura che tenga.
Un altro discorso per le cose che si "devono" fare e allora si cerca sempre in qualche modo di rimandarle, anche se si sa che viene il momento di affrontarle.
Ho visto che affrontando per prime le cose più antipatiche, si vede che poi non erano così terribili, e si allenta la tensione che viene quando si rimanda una cosa che sai che è lì che ti aspetta.
Invece rinunciare a una cosa perchè la reputiamo "troppo difficile" dovrebbe essere una sfida con noi stessi... quel blocco che sentiamo alla bocca dello stomaco quando in qualche modo dobbiamo mettere in gioco noi stessi è la paura... come dice l'articolo citato da Era.
La paura di fare una figuraccia, di non essere all'altezza, di essere rifiutati se dichiariamo il nostro amore, e così o ci si blocca e non si sa mai come sarebbe andata a finire, o ci si butta...
Secondo me la pigrizia è una difesa che mettiamo in atto per non metterci in discussione, e così, come dice l'articolo, viviamo la nostra vita a metà tra gli slanci di energia e la paura che ciò sia troppo difficile per noi.
Penso che un buon sistema per vincere la pigrizia sia quello di provare a sforzarsi almeno una volta, e se il risultato è positivo, la prossima volta sarà più facile sbloccarsi, e quel blocco alla bocca dello stomaco un po' alla volta dovrebbe allentarsi.
E se qualche volta dovremmo rimanere delusi, sapremo che almeno ci abbiamo provato.
Ciao

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Vecchio 25-08-2006, 09.50.58   #11
Sole
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La questione del dovere che proponi Stella è intressante perchè porta il discorso sul motivo per cui si fà una cosa.
Ho notato che si sente dovere quando la cosa nn la facciamo per noi stessi ma per un motivo esterno a noi. Il Dovere di Fare qualcosa per noi stessi nn è un dovere è qualcsoa che si Fà e basta senza neppure tanto pensarci.
Qualcuno dirà: si ok e allora vai a lavorare dipendendo da un capo maleducato per te stessa (nn è il mio caso il capo maleducato ... nn del tutto almeno)? No, ma ti alleni a nn lasciarti condizionare da questo e lavorare esercitandoti a fare le cose senza sforzo e senza vittimismo e/o grossolaneria mettendo tutto te stesso nel minor tempo possibile.
Porto un esempio personale. Molto spesso capitano momenti di poco lavoro nel mio campo (contabile) e momenti di un carico di lavoro eccessivo; nei momenti di carico lo si fà e mi rendo conto che se lo faccio pensando : che noia devo farlo ci metto moltissimo tempo e mi stresso da fare schifo
Se invece vado in ufficio e senza troppo pensare a cosa farò o nn farò comincio .. a metà giornata posso iniziare il lavoro programmato per il giorno dopo e oltrettutto la mia mente a fine giornata è vivacizzata e nn stanca.

Questo per completare il discorso di Stella ma anche per aprire la questione su altri fattori.

Speriamo di nn essere andata troppo fuori.
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Vecchio 25-08-2006, 09.59.33   #12
Ray
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Io ho il problema opposto. E' quando ho poco da fare che mi lascio prendere più facilmente dalla pigrizia.

Capita a nessuno?
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Vecchio 25-08-2006, 10.04.20   #13
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Originalmente inviato da Ray
Io ho il problema opposto. E' quando ho poco da fare che mi lascio prendere più facilmente dalla pigrizia.

Capita a nessuno?
a me! Ci si abitua a lasciare andare la mente .. e quindi la pigrizia le paturnie ecc ecc.. immagino sia per questo.

p.s.
piove! e io oggi volevo andare al mare... e adesso che faccio??? c'entra qualcosa??
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Vecchio 25-08-2006, 16.59.54   #14
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Anche a me capita. Il punto è che volendo, probabilmente avrei sempre qualcosa da fare, su cui concentrarmi, vivendo l'attimo presente, invece a volte lascio che la mente se ne vada per i fatti suoi, il risultato è che oltre impigrirmi, lascio che le mie paure (irrazionali) prendano il sopravvento su di me... accade quando non metto tutta me stessa nel fare le cose... e allora è meglio non fare...
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Vecchio 25-08-2006, 23.20.26   #15
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Non vorrei andare troppo fuori tema parlando solo di pigrizia, ma essendo un'esperta in materia mi rendo sempre più conto di come funziona questa cosa. Si parlava in fondo di paura e vigliaccheria...il mal di vivere, è che a volte ci lasciamo sopraffare dai pensieri e tutto ciò che dovremmo fare in breve tempo ci sembra insormaontabile, soprattuto nei momenti in cui vi è rifiuto a fare....è pure vero che alcuni sono affetti da una sorta di stanchezza cronica che potrebbe dipendere pure da fattori costituzionali, comunque ho notato che nei momenti no, a volte è sufficiente solamente un piccolo sforzo di volontà e mettersi in moto....e talvolta con grande sorpresa ci si rende conto che la difficoltà sta proprio nell'attivarsi, a me capita che se riesco a 'partire' riesco a fare in alcune ore quello che non avrei fatto in molto più tempo, se non ci avessi messo quello sforzo iniziale.
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Vecchio 26-08-2006, 10.38.37   #16
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Originalmente inviato da Haamiah
Non vorrei andare troppo fuori tema parlando solo di pigrizia, ma essendo un'esperta in materia mi rendo sempre più conto di come funziona questa cosa. Si parlava in fondo di paura e vigliaccheria...il mal di vivere, è che a volte ci lasciamo sopraffare dai pensieri e tutto ciò che dovremmo fare in breve tempo ci sembra insormaontabile, soprattuto nei momenti in cui vi è rifiuto a fare....è pure vero che alcuni sono affetti da una sorta di stanchezza cronica che potrebbe dipendere pure da fattori costituzionali, comunque ho notato che nei momenti no, a volte è sufficiente solamente un piccolo sforzo di volontà e mettersi in moto....e talvolta con grande sorpresa ci si rende conto che la difficoltà sta proprio nell'attivarsi, a me capita che se riesco a 'partire' riesco a fare in alcune ore quello che non avrei fatto in molto più tempo, se non ci avessi messo quello sforzo iniziale.
Concordo pienamente, la difficoltà sta proprio nell'attivarsi, a volte passano ore che non si riesce a concludere nulla, a volte in un'ora faccio tante di quelle cose che mi sembra quasi .... magia, e non mi sento nemmeno stanca, certe volte dopo ore passate a fare niente, ci si sente più stanchi e stressati che dopo una giornata di lavoro, a parte il fatto che quando si è impegnati il tempo vola! (e sai perchè??? perchè non c'è tanto tempo per pensare!!!!).
Comunque penso che per un buon equilibrio dobbiamo saper accettare anche le nostre giornate no, io penso che il nostro organismo a volte si rifiuta di mettersi in moto perchè forse c'è bisogno di staccare la spina, e questa non la definirei pigrizia.

Un altro discorso invece è quello di prendersi le proprie responsabilità e quando ci si sente in colpa per aver omesso qualcosa di importante o per aver nicchiato qualcosa che andava fatto, ci si sente così .....
E questo entra nel discorso paura/vigliaccheria....
Io so che quando mi accade così finchè non riesco a mettere le cose a posto non riesco a combinare niente di buono...
Ciao

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Vecchio 26-08-2006, 11.47.09   #17
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Io trovo che il concetto di staccare la spina, che è innegabilmente moderno è ingannevole e deleterio alla psiche umana, primo perchè imprime ancor di più in maniera suggestiva che siamo alla stessa stregua di un elettrodomestico, se ci pensate bene il bisogno che si manifesta è di variare, perchè quando si dice stacco la spina a meno che non sia completamente stanchi fisicamente e quindi si dorme, come un elettrodomestico troppo caldo va spento, ma le dinamiche di raffreddamento (e quindi di recupero della funzionalità... no delle energie se capite questa, capite una cosa importantissima per un certo tipo di lavoro) sono diverse , se non è questo il caso dicevo per staccare la spina intendiamo, cambiare situazione, una vacanza, un hobby, una passeggiata.... cioè quello che ci fa "raffreddare" da una situazione, lo stacco dell'attenzione cosciente e magari concentrata (per quello che ci riesce) in un tipo di attività, quindi la definizione staccare la spina è utilizzata in maniera non corretta
Siamo o.t.? Ma non completamente... la pigrizia è la paura di consumarci, che non va ovviamente confusa con la gestione ottimizzata delle risorse... ma come al solito solo l'attenta e sincera autosservazione ci dirà dove è il confine.
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Vecchio 26-08-2006, 13.32.12   #18
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sarà...a me sembra che tutto sommato non usiamo tutte le
energia a nostra disposizione....ma le sprechiamo o le "accumuliamo"
chi ha a che fare con i bambini può vedere che qualsiasi cosa facciano
ci mettono tutto l' impegno/energia...giocano e non si distraggono...
corrono...ridono....ecc ecc ...poi di punto in bianco si addormentano di
colpo....dormono senza interruzioni....e si risvegliano di nuovo carichi...

noi adulti...non solo usiamo male le energie....ci nascondiamo anche
dietro la stanchezza...paura...vigliaccheria ( giusto per riprendere il tema)
e non risolviamo niente...poichè il riposo non è riposo...il coraggio non
è coraggio...e la stanchezza è solo noia e pigrizia....
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Io trovo che il concetto di staccare la spina, che è innegabilmente moderno è ingannevole e deleterio alla psiche umana, primo perchè imprime ancor di più in maniera suggestiva che siamo alla stessa stregua di un elettrodomestico, se ci pensate bene il bisogno che si manifesta è di variare, perchè quando si dice stacco la spina a meno che non sia completamente stanchi fisicamente e quindi si dorme, come un elettrodomestico troppo caldo va spento, ma le dinamiche di raffreddamento (e quindi di recupero della funzionalità... no delle energie se capite questa, capite una cosa importantissima per un certo tipo di lavoro) sono diverse , se non è questo il caso dicevo per staccare la spina intendiamo, cambiare situazione, una vacanza, un hobby, una passeggiata.... cioè quello che ci fa "raffreddare" da una situazione, lo stacco dell'attenzione cosciente e magari concentrata (per quello che ci riesce) in un tipo di attività, quindi la definizione staccare la spina è utilizzata in maniera non corretta
Siamo o.t.? Ma non completamente... la pigrizia è la paura di consumarci, che non va ovviamente confusa con la gestione ottimizzata delle risorse... ma come al solito solo l'attenta e sincera autosservazione ci dirà dove è il confine.
Mhm...vediamo se ho capito...
Esistono due " dinamiche " di raffreddamento.
La prima è quella che equivale al dormire. Si dorme per recuperare la " funzionalità " del corpo ( ?) che durante la giornata " si è consumato " o meglio ha esaurito le sue risorse e " lavora " a basso regime. Si dorme quindi per rimettere in moto quella funzionalità che ha diminuito la sua efficacia. In questo caso non ci si spegne, come un elettrodomestico, del tutto per raffreddarsi perchè si passa ad uno stato nel quale è più semplice recuperare la funzionalità ( che secondo me dipende dal recupero di energia ).
Diversa invece( dunque collegata ) è la dinamica che interessa il " modificare" , variare la situazione ( tipo andare in vacanza ). Questa potrebbe rappresentare un surrogato della prima.
A questo punto ci sono due tipi di pigrizia.
La prima rappresenta il limite " fisico ", oltre il quale potremmo pure andare ma fino ad un certo punto credo, per permettere di recuperare la sua funzione.
La seconda pigrizia che si manifesta, e quindi cambiare lo scenario nel quale si è immersi rappresenta un limite " psicologico ".
Entrambe le circostanze hanno la funzione di indicatori e cioè evidenziano un " sopportare fino a.."
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 26-08-2006, 13.57.05   #20
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In questo caso non ci si spegne, come un elettrodomestico, del tutto per raffreddarsi perchè si passa ad uno stato nel quale è più semplice recuperare la funzionalità ( che secondo me dipende dal recupero di energia ).
E dove la immagazzini quell'energia che recuperesti?
Fatti spiegare da LB un pò di teorie sul raffreddamento, conduzione energetica ed altro.. lui la conosce nella tecnologia ordinaria ma si fa presto a fare le analogie


Citazione:
Diversa invece( dunque collegata ) è la dinamica che interessa il " modificare" , variare la situazione ( tipo andare in vacanza ). Questa potrebbe rappresentare un surrogato della prima.
A questo punto ci sono due tipi di pigrizia.
La prima rappresenta il limite " fisico ", oltre il quale potremmo pure andare ma fino ad un certo punto credo, per permettere di recuperare la sua funzione.
La seconda pigrizia che si manifesta, e quindi cambiare lo scenario nel quale si è immersi rappresenta un limite " psicologico ".
Entrambe le circostanze hanno la funzione di indicatori e cioè evidenziano un " sopportare fino a.."
Non è diversa per nulla, cambia solo il fatto che si può essere arrivati al limite di riscaldamento (nella prima) o che si cambia attività prima e quindi si raffredda una settore mentre si lavora in un altro...
te capì?
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Vecchio 26-08-2006, 14.28.32   #21
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Non è diversa per nulla, cambia solo il fatto che si può essere arrivati al limite di riscaldamento (nella prima) o che si cambia attività prima e quindi si raffredda una settore mentre si lavora in un altro...
te capì?
Ho perso un pezzo... si cambia attività etc etc nella seconda cioè se stacchiamo prima di essere al limite massimo.
Poi ci sono anche altri casi ma esulano dal discorso.
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Vecchio 26-08-2006, 15.30.57   #22
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Ho perso un pezzo... si cambia attività etc etc nella seconda cioè se stacchiamo prima di essere al limite massimo.
Poi ci sono anche altri casi ma esulano dal discorso.
Mhm...un po duro di comprendonio....e quando mai....
allora...posso chiedere ad LB la sua collaborazione ed il suo aiuto anche in tal senso, per spiegare i sistemi di conduzione e di raffreddamento di un ellettrodomestico? Pls !

Nel frattempo.....immagazzinerei l'energia che recupero....nel fisico...forse....
ad ogni modo...va bene definire la pigrizia, visto che si tratta della stessa ( è vero....è la stessa...ciò che intendevo definire diverso era la manifestazione...almeno cosi mi è sembrato....), come indicatore di una qualche " situazione"; cioè indica un limite oltre il quale,inconsapevolemente, si attiva un meccanismo che "ci dice " che non ci si vuole consumare?
Nella seconda - ossia nella voglia di cambiare scenario o situazione - prima di arrivare a quel limite, si avverte la voglia di cambiare? Come una specie di pre-limite?
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 26-08-2006, 15.58.25   #23
stella
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Originalmente inviato da Era
sarà...a me sembra che tutto sommato non usiamo tutte le
energia a nostra disposizione....ma le sprechiamo o le "accumuliamo"
chi ha a che fare con i bambini può vedere che qualsiasi cosa facciano
ci mettono tutto l' impegno/energia...giocano e non si distraggono...
corrono...ridono....ecc ecc ...poi di punto in bianco si addormentano di
colpo....dormono senza interruzioni....e si risvegliano di nuovo carichi...

noi adulti...non solo usiamo male le energie....ci nascondiamo anche
dietro la stanchezza...paura...vigliaccheria ( giusto per riprendere il tema)
e non risolviamo niente...poichè il riposo non è riposo...il coraggio non
è coraggio...e la stanchezza è solo noia e pigrizia....
I bambini mettono tutto l'impegno e l'energia in qualsiasi cosa facciano, ma prova a dire a un bambino di smettere di giocare per fare i compiti, o qualche altra cosa che gli scoccia fare, e allora vedrai come mette in moto i nostri stessi meccanismi: diventerà d'un tratto stanco, svogliato, annoiato...

Per quanto riguarda noi adulti, usiamo male le nostre energie perchè non possiamo fare sempre solo quello che ci piace, come i bambini, e non abbiamo sempre qualcuno che ci fa trovare la pappa pronta e che pensa già tutto per noi....quindi dobbiamo distribuire le nostre energie tra i vari compiti della giornata e il riposo non è riposo perchè si pensa già a quello che dovremo fare il giorno dopo, e così via.

Un adulto che si entusiasma per ogni cosa che fa come un bambino, anche i compiti un po' sgradevoli, secondo me ha trovato il vero senso della vita e penso che la parola "pigrizia" non esista proprio nel suo vocabolario...

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Vecchio 26-08-2006, 16.09.02   #24
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Originalmente inviato da Uno
la pigrizia è la paura di consumarci, che non va ovviamente confusa con la gestione ottimizzata delle risorse... ma come al solito solo l'attenta e sincera autosservazione ci dirà dove è il confine.
Questo discorso della "paura" di consumarci è vero, si sentono spesso frasi del tipo "non sprecare energie" ma non è così, anzi più si fa una cosa e più energie che pensavamo di non possedere emergono...
Mi è successo in una situazione di massimo stress fisico e psicologico, le mie energie si moltiplicavano senza che me ne rendessi conto, per fronteggiare la situazione, al punto che se a mente fredda ci penso di rifarla penso che non ci riuscirei, che non ne avrei la forza, ma quando si è dentro una situazione il corpo reagisce in maniera che mi viene da pensare che di solito usiamo solo una piccola percentuale dell'energia che abbiamo.
Certo che a lungo andare il fisico ne risente, ma sono convinta che la maggioranza di noi usa solo una piccola parte del suo potenziale, magari saper ottimizzare questo potenziale per vivere meglio...

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Vecchio 27-08-2006, 13.00.59   #25
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Allora, elettrodomestici come persone, persone come elettrodomestici. Dovendo scegliere non vi dico che elettrodomestico vorrei essere....

Una piccola premessa: le aziende costruttrici per poter diminuire i prezzi hanno ottimizzato la costruzione degli apparecchi rendendoli funzionali esclusivamente per il tempo necessario ad eseguire l'operazione necessaria. Questo ha diminuito le dimensioni, i pesi ed anche il costo, ma ha reso gli apparecchi fragili e soprattutto inutilizzabili per tempi lunghi.

Se prendiamo ad esempio un frullatore ad immersione, è stato progettato per tempi di utilizzo di pochi minuti, superati i quali si rischia di danneggiarlo. Il cuore del problema è il motore. Per poter risparmiare sul rame degli avvolgimenti si è diminuita la sezione degli stessi facendoli scaldare molto. Una cosa importante, il nostro elettrodomestico non possiede energia propria, questa gli arriva dalla presa di corrente e quando noi lo spegnamo questa non fluisce più. Usa quella che gli arriva senza accumularla ma nell'utilizzarla ne dissipa una parte all'interno scaldandosi. Ciò significa che il nostro motore in quei pochi minuti raggiungerà temperature spesso superiori ai 100 gradi (od almeno parti di esso) avvicinandosi al punto di bruciatura. Il tempo di raffreddamento è molto più lungo, quindi per 10 minuti di uso possiamo prevedere 1 ora di raffreddamento completo. Fino a quando l'apparecchio non è freddo però non abbiamo più l'autonomia, se aspettiamo 1/2 ora di raffreddamento avremo 5 minuti di autonomia sui 10 previsti e se non abbiamo tempi di raffreddamento e lo abbiamo utilizzato 6 minuti ce ne rimangono 4 prima di arrivare al punto critico. Il raffreddamento non è quindi un momento di recupero dell'energia perduta ma uno smaltimento di quella dissipata ed accumulata all'interno per poter svolgere la funzione richiesta.

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Originalmente inviato da stella
Questo discorso della "paura" di consumarci è vero, si sentono spesso frasi del tipo "non sprecare energie" ma non è così, anzi più si fa una cosa e più energie che pensavamo di non possedere emergono...
Se le energie non sono entro di noi ma fluiscono, l'ottimizzare il flusso, rendersi motore di maggior pregio ci dà maggiore energia e più tempo prima di surriscaldarci, ovvero la capacità di maneggiarne una quantità maggiore. Fare frequentemente una cosa trasforma il nostro motore ottimizzandolo per quell'uso, spesso a discapito di altri. Riguardo allo sprecare energie, modifichiamo leggermente la frase, non 'consumarle', ma non 'indirizzare correttamente' quelle che in quel momento fluiscono in noi.

P.S. la funzione del raffreddamento di un oggetto non è lineare ma logaritmica, quindi 1/2 ora di raffreddamento non sono 5 minuti di utilizzo, ma per semplificare ho reso al funzione lineare....
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Ogni tecnologia sufficientemente avanzata e' indistinguibile dalla magia.
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