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Vecchio 22-02-2009, 16.08.15   #1
filoumenanike
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Predefinito come reagiamo di fronte al pericolo?

mi è capitato di sentire una madre che diceva di non essere riuscita ad aiutare la figlia di pochi mesi che era in stato convulsivo, perchè aveva paura che fosse morta e non aveva il coraggio di soccorrerla.mi sono chiesta che cosa sia il coraggio...
il coraggio è tale quando si ha paura, altrimenti è incoscienza...e gli eroi sono proprio quelli che affrontano i pericoli con cansapevolezza. don Abbondio diceva in sintesi che il coraggio uno non se lo può dare...ed è vero, non sappiamo come si reagisce quando ci troviamo di fronte al pericolo, sappiamo solo che a volte scatta un meccanismo di difesa o un eccesso di adrenalina che ci dà la spinta ad osare l'impossibile, senza che a mente fredda si capisca come sia potuto accadere! questo può avvenire sia in frangenti di pericolo fisico che in situazioni personali critiche...manifestare coraggio è anche essere sicuri di se stessi, fidarsi delle proprie idee e portarle avanti a dispetto di tutti e tutto.
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Vecchio 22-02-2009, 21.11.41   #2
Kael
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...manifestare coraggio è anche essere sicuri di se stessi, fidarsi delle proprie idee e portarle avanti a dispetto di tutti e tutto.
A volte manifestare coraggio è esattamente l'opposto, cioè mettersi in gioco ed essere disposti a riconoscere che le nostre idee, per quanto valide, possono comunque essere migliorate...
Ci vuole più coraggio ad ammettere di aver sbagliato che non a portare avanti cocciutamente un'idea errata solo per paura di perdere l'immagine.

Io credo che il coraggio ce lo possiamo dare, certo nessuno diventerà un eroe di punto in bianco se non lo è, però nel nostro piccolo si usano anche frasi tipo "forza e coraggio", "fatti coraggio" etc.. segno che questo coraggio è aumentabile volendo.
C'è comunque una soglia oltre la quale il sistema va in "crash", vedi l'esempio della mamma da te riportato, lì la paura era tanto più alta del livello che la signora poteva reggere, ed è rimasta pietrificata.

Dire come Don Abbondio che il coraggio non ce lo possiamo dare è un po' come volersi tirare fuori dagli impicci e lavarsi le mani come faceva lui, per vivere tranquilli. Con un minimo di buona volontà, sono sicuro che anche lui avrebbe imparato a diventare un po' più coraggioso per aiutare chi ne aveva bisogno...
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Vecchio 22-02-2009, 23.11.39   #3
stella
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Coraggio deriva da cuore, è una virtù che esce dal cuore come la forza di volontà nel superare le avversità e nel non abbattarsi, e come tale va coltivato fin da bambini.
Se da piccoli si è fifoni ma qualcuno ci aiuta a superare la paura e si sperimenta che si può affrontare determinate cose e si sopravvive lo stesso, si acquista in coraggio.
Il coraggio non vuol dire incoscienza, infatti c'è di mezzo il cuore che ci fa capire se siamo in grado di reggere una data cosa o no, più si è allenati più si può reggere.
La paura ha il potere di immobilizzare, soprattutto di fronte a una cosa sconosciuta che non si sa come affontare. Un atto di coraggio è uscire da questo immobilismo e agire meglio che si può, se la paura è quella di non saper cosa fare o di fare peggio, non si fa nulla, ma in certi casi in cui si pensa che peggio di così non potrebbe essere, è meglio tentare di fare qualcosa, non per nulla si dice che tentar non nuoce...
Manifestare coraggio vuol dire ragionare con la testa e con il cuore, è molto difficile che il nostro cuore ci inganni, quindi secondo me non va solo nel pensiero razionale ma prende anche un'altra sfera che passa per il cuore....
Infatti certi eroi che sfidano il pericolo per salvare qualcuno se ci pensassero due volte con la testa forse non lo farebbero.
Ma se in quel momento uno slancio del cuore gli suggerisce di buttarsi seguono il cuore, la testa c'entra forse solo per valutare un attimo la situazione.
Il coraggio lo associerei anche alla forza, non tanto la forza fisica ma una forza morale che se fa sentire di essere nel giusto dà il coraggio di andare fino in fondo in una certa situazione, anche controcorrente.
Ma anche di voltare pagina e ricominciare se si sente che una certa cosa non si accorda più con quello che ci suggerisce il nostro cuore.
In poche parole il pericolo si affronta in base al nostro allenamento, alla forza d'animo e a quello che ci dice il cuore, ma ogni situazione è diversa e le variabili comunque sono molte.
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Vecchio 22-02-2009, 23.22.59   #4
filoumenanike
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A volte manifestare coraggio è esattamente l'opposto, cioè mettersi in gioco ed essere disposti a riconoscere che le nostre idee, per quanto valide, possono comunque essere migliorate...
Ci vuole più coraggio ad ammettere di aver sbagliato che non a portare avanti cocciutamente un'idea errata solo per paura di perdere l'immagine.
mi sono spiegata male, spesso accade che in situazioni di pericolo o di crisi, tutti cercano di dare suggerimenti e se non sei ben saldo nei tuoi propositi potresti compromettere l'esito di un salvataggio o di una crisi, per questo solo dicevo andare contro tutti comunque anche impostandola come tu l'hai letta, ad un certo punto credo che se siamo convinti di ciò che pensiamo è buona cosa essere coerenti con il proprio pensiero, se ci si riesce, pensa ai martiri di tutti i tempi, religiosi, politici, hanno prefertito morire che tradire le proprie idee
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Vecchio 23-02-2009, 15.37.51   #5
Ray
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mi è capitato di sentire una madre che diceva di non essere riuscita ad aiutare la figlia di pochi mesi che era in stato convulsivo, perchè aveva paura che fosse morta e non aveva il coraggio di soccorrerla.
Questa però è un'intrusione mentale in una cosa di cuore, come ha detto Gris. Ci sono una serie di paure che crescendo dovremmo "risolvere" e che, se non risolte, aprono voragini mentali che possono paralizzare le normali funzioni del sentimento e quindi anche del coraggio. Si, dico normali... perchè aiutare un essere in pericolo è impulso normale. Poi può mancare l'appoggio mentale sul come (ecco che qui la mente invece può servire) e se la mente non trova il come si perde in quelle voragini di prima, se ci sono.

Le paure del momento si superano con l'aggressività (aggressività = opposto di violenza... buon argomento per un tread), ma per tirarla fuori occorre un movimento interno che è possibile solo se "l'energia" della paura non finisce appnto in una di quelle voragini col risultato di paralizzare.
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Vecchio 11-03-2009, 21.00.05   #6
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Questa però è un'intrusione mentale in una cosa di cuore, come ha detto Gris. Ci sono una serie di paure che crescendo dovremmo "risolvere" e che, se non risolte, aprono voragini mentali che possono paralizzare le normali funzioni del sentimento e quindi anche del coraggio. Si, dico normali... perchè aiutare un essere in pericolo è impulso normale. Poi può mancare l'appoggio mentale sul come (ecco che qui la mente invece può servire) e se la mente non trova il come si perde in quelle voragini di prima, se ci sono.

Le paure del momento si superano con l'aggressività (aggressività = opposto di violenza... buon argomento per un tread), ma per tirarla fuori occorre un movimento interno che è possibile solo se "l'energia" della paura non finisce appnto in una di quelle voragini col risultato di paralizzare.
nella normalità le situazioni di pericolo ci spingono, per istinto di sopravvivenza, a reagire ad "aggredire", nel senso di affrontare, andare incontro all'emergenza, facendo scatenare in noi adrenalina sufficiente a darci la forza necessaria, certo non avere tale reazione significa avere delle paure tali che potrebbero impedire di vivere nella norma, la stessa signora di cui parlavo reagisce allo stesso modo di fronte ad un animale morto, non riesce a toccarlo, neppure per vedere se realmente lo sia, certo il tutto è forse collegato con il rapporto che si ha con il concetto della morte...
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