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Vecchio 30-11-2008, 15.26.37   #1
Uno
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Predefinito Banco alimentare (onlus e beneficenze varie)

Non lo metto in gogna, ma come dicevano quei comici napoletani: "a me me pare na stru...."

Io non c'ero, ma mi raccontano che nei supermercati ieri oltre che distribuire i sacchetti per raccogliere prodotti poi veniva dato un numero di cellulare per raccogliere fondi per il trasporto....

Oggi ho visto in un tg regionale un capannone con la raccolta fatta nella regione... una bella raccolta non c'è che dire, il tutto reinscatolato con scatoloni vergini ed impilato su alte cataste di bancali.
Nella carrellata video vedo anche un furgone frigorifero (con le insegne del banco alimentare)....

Ma a chi va quella roba? Quando? Come?

Non sto dicendo che ci speculi qualcuno, ma quanto costa la macchina organizzativa e quanta roba andrà buttata prima che qualcuno ne possa usufruire direttamente?
Non capisco a quale scopo quello stoccaggio... non poteva essere tutto distribuito alle varie Caritas o altre associazioni che o preparano dei pasti direttamente o distribuiscono le materi prime ai bisognosi?

Quanto costa un capannone? Quel signore che visto in tv spiegava alcune cose... fa altro per vivere o lavora tutti i giorni in quel capannone?
Mi piacerebbe che questo signore potendo vivere di rendita in qualche modo impieghi il suo tempo libero a favore di chi ha bisogno, ma ci credo poco....


Onore ai volontari veri, quelli che hanno passato la giornata nei supermercati, mi auguro che loro vedano qualcosa che io non vedo e che non vedano quello che vedi io, per prestare con tanto entusiasmo la loro opera.
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Lo so, sono ipercritico, ma ho aperto gli occhi su queste cose a 9/10 anni, quando alle elementari mi portarono in gita a vedere la direzione della F.A.O.
Vedere un palazzo tutto rivestito in marmo, con colonnati e soffitti altissimi (forse ero piccolo e vedevo tutto più grande, però ero alto quasi quanto adesso ) ed altri lussi che ora è lunga descrivere.... mi lasciò perplesso già a quell'età.
Mi chiesi con tutti soldi che costava quel palazzo quante cose si sarebbero potute fare. Poi ho visto dei funzionari con le loro belle belle ventiquattrore e i bei vestiti. A quell'età non ho avuto la malizia di pensare agli stipendi di questi funzionari, ma ora con l'età sono diventato più critico ancora.
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Vecchio 30-11-2008, 16.10.56   #2
Grey Owl
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Nella carrellata video vedo anche un furgone frigorifero (con le insegne del banco alimentare)....
Ma a chi va quella roba? Quando? Come?
Non sto dicendo che ci speculi qualcuno, ma quanto costa la macchina organizzativa e quanta roba andrà buttata prima che qualcuno ne possa usufruire direttamente?
Nel sito del banco alimentare onlus si legge che la loro missione è:
una rete di organizzazioni senza scopo di lucro che ha come finalità la raccolta delle eccedenze di produzione, agricole e dell'industria specialmente alimentare e la redistribuzione delle stesse ad Enti ed iniziative di aiuto ai poveri ed agli emarginati.

In particolare è nato un programma dal nome siticibo che raccoglie in tempo reale i cibi cucinati quali i primi piatti, le pietanze e ontorni dalle eccedenze dalla ristorazione (invenduto). Così pure i cibi fresci quali pane (e prodotti da forno), frutta e verdura.

Si tratta del il surplus della ristorazione organizzata che a termine servizio risultano invenduti da ristoranti, mense aziendali, mense ospedaliere, hotel, refettori scolastici, etc.

E' cibo integro che pur avendo perso valore commerciale recupera il suo valore grazie a Siticibo in quanto viene ridistribuito a chi ne ha bisogno.
Il cibo viene quotidianamente recuperato dai mezzi di Siticibo e consegnato agli enti caritativi più prossimi ai donatori.

Se, come si legge nel sito, tutto è fatto senza scopo di lucro ritengo sia un gran bel programma per recuperare il cibo invenduto e ridistribuito a chi ne ha bisogno.
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Vecchio 30-11-2008, 16.53.00   #3
Uno
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Dal sito prendo anche io due dati

Dotazioni logistiche e persone nel 2007

Personale (20 Associa-zioni BA + Fondazione BA)
Volontari stabili 1215 Collaboratori e dipendenti 81
Depositi
Magazzini mq 32.156 Uffici mq 2.721
Celle frigorifere

Celle T° posit. mc 7.678 Celle T° negat. mc 2.939
Attrezzature da magazzino
Transpallets 148 Sollevatori 49
Mezzi di trasporto

Furgoni frigo T° posit. 29 Furgoni frigo T° negat. 13 Altri automezzi 21


Una "piccola" industria
Collaboratori e dipendenti 81

Che significa dipendenti? Non sono riuscito a trovare un bilancio (le onlus sono obbligate a pubblicarlo? Forse no, non so) ma mi piacerebbe tanto sapere l'inquadramento di questi collaboratori e dipendenti e conoscere la loro retribuzione.

Non voglio trovare il marcio a tutti i costi, ma sto iniziando a stufarmi di onlus che nascono come i funghi, che alla fin fine si autocreano dei posti di lavoro (ed altro) togliendo parte (quanto sarebbe interessante) di quello che gente dona a chi ha bisogno.
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Vecchio 30-11-2008, 20.00.33   #4
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Ho cercato nella rete dei dati riguardo l'aspetto organizzativo e la struttura del "banco alimentare" e della "siticibo" ma è più facile bucare il pentagono che trovare dei dati attendibili a riguardo...hahaha

Anche per quanto riguarda la voce su "enti ed iniziative di aiuto ai poveri ed agli emarginati" ho trovato poco e quel poco è generico.

Sono andato nel sito dell'agenzia delle entrate (fisco) ed ho stilato un elenco (provvisorio) delle onlus più famose in Italia:

Amnesty International
Amref
Apibimi Onlus
Associazione Ambiente e Lavoro
Associazione Amici dei Bambini
Associazione Arci
Associazione delle università popolari della terza età e dell'età libera
Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Finanziari Assicurativi Postali
Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani
Associazione Finanza Etica
Associazione Generale Cooperative Italiane
Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani
Associazione Italiana Difesa Consumatori e Ambiente
Associazione La Promessa
Associazione Nazionale delle Cooperative di Servizi e Turismo
Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere
Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
Associazione Peacelink
Associazione Volontari Italiani Sangue
Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani
Aster-x Società Consortile per il Terzo Settore
Avvenire
Banca Etica
BDP - Biblioteca di doc. pedagogica
Centro Efesto
Centro Turistico Studentesco e giovanile
CODACONS
Coordinamento Oganizzazioni non Governative Cooperazione Internazionale Sviluppo
Ctm altromercato
Emmaus Italia
Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale
Errepi Comunicazione
Federazione Impresa Sociale Compagnia delle Opere
Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche
Federsolidarietà - Confcooperative
Fondazione Exodus
Fondazione Italiana per il Volontariato
Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia
Forum permanente del Terzo settore
Intervita onlus
Istituto Studi Sviluppo Aziende Nonprofit Università degli Studi di Trento
Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori
Lega Italiana per la Lotta contro l'aids
Legacoop
Legambiente online
Mani tese
MDC - Mov. di difesa del cittadino
Medioevo Italiano
MIssionary Service News Agency
Nessuno Tocchi Caino
No Limit!
No Profit Italia
Operation Smile Italia onlus
Ponteradio - RAI
Rassegna Sindacale
Socialinfo - Orientarsi nel sociale
Sodalitas
Telefono Arcobaleno
Telefono Azzurro
Telefono Giovane
Terre di Mezzo
Touring Club Italiano
Unimondo
Unione Italiana Sport Per tutti
Unione Nazionale Pro Loco d'Italia
Vita
Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
Volontariato online
Volontariato.it
World Wide Fund for Nature

Poi ho scaricato il pdf dell'elenco delle onlus dal sito dell'agenzia delle entrate (fisco) e per quanto riguarda l'elenco dalla A alla C sono 438 pagine (ogni pagina contiene circa 40 nomi) mentre dalla lettera D alla Z sono 353. Facendo un rapido calcolo in Italia le onlus sono circa 14500.


Ho poi trovato nella definizione delle onlus questo passaggio interessante:

"Pur applicandosi a questi enti la disciplina delle Onlus, sono fatte salve le norme di maggior favore previste dalle leggi speciali che li regolano.
Si applica alle Onlus, in quanto compatibile, la disciplina relativa agli enti non commerciali."

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze



Serve più tempo per una ricerca seria ma qualcosa mi dice che dietro alle onlus si cela un businnes.
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Vecchio 30-11-2008, 20.40.20   #5
stella
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Ho poi trovato nella definizione delle onlus questo passaggio interessante:

"Pur applicandosi a questi enti la disciplina delle Onlus, sono fatte salve le norme di maggior favore previste dalle leggi speciali che li regolano.
Si applica alle Onlus, in quanto compatibile, la disciplina relativa agli enti non commerciali."

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

Serve più tempo per una ricerca seria ma qualcosa mi dice che dietro alle onlus si cela un businnes.
Le Onlus non pagano l'imposta di bollo sui documenti, per esempio....
Io ne so pochino, ma leggendo la lista di Grey in Italia molte persone bisognose dovrebbero usufruirne e non dico che molte problematiche ne dovrebbero avere un sollievo, ma almeno un sentore ci dovrebbe essere... cosa che non risulta.
Io posso dire una mia esperienza: per sette anni ho vissuto in una casa famiglia gestita da suore, le stesse che allestivano una Caritas dove determinati giorni alla settimana c'era la fila di persone bisognose, italiane ed extracomunitarie, per ricevere generi alimentari, vestiario, ecc.
A noi tante volte davano a pranzo e a cena dei cibi che venivano scartati dai supermercati perchè non più commericiabili, anche se si pagava una retta non solo simbolica ma corrispondente ad un canone di locazione di oggi, chi non poteva pagare pagava l'ufficio assistenza del Comune, e dovevamo fare noi le pulizie....
Facendo un due conti erano molti i sodi che giravano e lì quello che si dava in beneficienza non costava perchè veniva regalato dai negozi che se no lo dovevano buttare...
Non so se in quegli anni esisteva già la colletta alimentare ma ogni tanto si vedeva qualche furgone che scaricava scatoloni...
Al di là di questa esperienza che mi ha lasciato un po' dubbiosa, io penso che sia un peccato gettare via qualcosa che può essere ancora buono, ma credo che mettere su un apparato in cui ci lavorano delle persone stabili da qualche parte i soldi per pagarle devono uscire, io penso che la beneficenza sia meglio dal negoziante alla struttura che la può distribuire direttamente....
Una volta nel supermercato che frequento c'era una raccolta di cibi per animali da destinare al canile cittadino, sono andata a visitare il canile e ho visto che il cibo andava veramente là e allora è una soddisfazione buttare nel cesto i biscotti per il cane sapendo che vanno a destinazione....
Ma più vasta è la catena, più si perde di vista il destinatario e il bene si perde in tanti rivoli qua e là....
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Vecchio 01-12-2008, 01.18.48   #6
Ray
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Serve più tempo per una ricerca seria ma qualcosa mi dice che dietro alle onlus si cela un businnes.
Molte volte è così, ma non farei di tutta l'erba un fascio anzi. Ci sono molte onlus che non hanno lo scoo occulto di arricchire i suoi amministratori, direi anzi che son la maggior parte. Per il tuo elenco aggiungerei la croce rossa... solo per dare un'idea di quanto grande può essere una struttura (e relativo bilancio).

Sulle onlus forse ci vorrebbe un tread a parte, intanto accenno, per iniziare a rispondere alla domanda di Uno sulla pubblicazione dei bilanci, che onlus non è un tipo di società ma una qualità che una certa società può avere o meno... possono essere associazioni, cooperative o altro, ma le stesse associazioni, cooperative eccetera possono non essere onlus. Tutti i bilanci sono pubblici che io ne sappia, sull'obbligo di pubblicarli in internet non so.

In linea di massima comuque le onlus godono di tutta una serie di privilegi, soprattutto fiscali. Per contro non possono fare lucro, ovvero non possono redistribuire gli utili tra i soci (lo stipendio non è un utile). Questo non significa che non debbano avere un bilancio in attivo, anzi... è segno di buona gestione ovviamente.
Alcune di esse hanno lo scopo dichiarato di creare posti di lavoro... certo che farlo utilizzando spazi che dovrebbero essere rempiti automaticamente e gratis è discutibile, tuttavia se questi spazi ci sono un motivo c'è e dedicarsi a qualcosa, far funzionare meglio qualcosa può anche valere uno stipendio se l'alternativa è il nulla o lo spreco. Poi va discussa l'entità di questo stipendio, ovvero se di speculazione si tratta. Bon, il discorso è ampissimo.
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Vecchio 01-12-2008, 13.48.40   #7
Faltea
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Io l'avrei messo in gogna....

Ho prestato servizio di volontariato, ma non è stata un'esperienza delle migliori....
Tra il presidente che arriava con il macchinone munito di autista ed i volontari che si intascavano soldi....

Se si vuole aiutare ed aver la certezza che arrivi a destinazione CERTA, bisogna far da sé...

Anche la raccolta di cui parlava Uno, sabato c'era ma non ho partecipato..
Questi container... questi capannoni.. quanto costano?
mi chiedo sinceramente come facciano a mantenerli...

Sembra quasi che il volontariato, le onlus, qualsiasi servizio sociale si voglia fare si sia ormai infangato...

Anche il chiedere l'elemosina ora è un businnes....

Ma resto dell'idea che se partono 20 aiuti e ne arrivano 10...
bé.... meglio che niente...
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Vecchio 02-12-2008, 12.25.12   #8
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Molte volte è così, ma non farei di tutta l'erba un fascio anzi. Ci sono molte onlus che non hanno lo scoo occulto di arricchire i suoi amministratori, direi anzi che son la maggior parte.
Per onestà intellettuale distinguerei onlus a "scopi" interni e quelle dichiarate di beneficenza ed assistenzialismo.
Per capirci se io riesco ad aprire un circolo di scacchi e riesco a registrarlo come onlus perchè ciò che gli associati danno serve solo al mantenimento della struttura è un discorso, questi soci verranno nel circolo, giocheranno a scacchi e vedranno come funzionano le cose.
Ma se io chiedo al pubblico di dare, che sia in soldi, in prodotti, ma pure in volontariato e poi la gestione per quanto trasparente sia mi diventa troppo elefantiaca il discorso cambia.

Nel caso che prendevo in esame stiamo parlando di prodotti allimentari, a quel scopo stoccarli? Perchè non potevano essere redistribuiti direttamente?
Poi viene fuori come in quel servizio di Striscia (che non mi piace più da tempo, ma ogni tanto ne azzecca qualcuna) che le derrate ammassate in container nel porto erano mezze marcite.

E' un pò come la storia della raccolta differenziata di anni fa (spero che ora sia cambiata, chissà....) il cui scopo era solo far arricchire le ditte che erano riconosciute per tale discorso.
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Vecchio 02-12-2008, 23.45.14   #9
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I
Se si vuole aiutare ed aver la certezza che arrivi a destinazione CERTA, bisogna far da se
Ma non si può, tutti gli aiuti alimentari che vanno fuori Italia devono essere trasportati con la Croce Rossa, se io volessi prendere un bustone di roba non lo posso fare. Però posso organizzare un mercatino, pagarmi il viaggio e portare il ricavato delle vendite dove voglio.

Assurdo ma è così... meglio scaduti e marciti che ben arrivati.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 14-12-2008, 19.40.15   #10
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Ma non si può, tutti gli aiuti alimentari che vanno fuori Italia devono essere trasportati con la Croce Rossa, se io volessi prendere un bustone di roba non lo posso fare. Però posso organizzare un mercatino, pagarmi il viaggio e portare il ricavato delle vendite dove voglio.

Assurdo ma è così... meglio scaduti e marciti che ben arrivati.
Io sono sempre dell'idea che bisogna prima guardare vicino e poi allungare lo sguardo, non lo dico per egoismo, razzismo o che altro... sono cosciente che i problemi possono essere risolti solo dall'interno, mandare roba è un modo per mettere a tacere la coscienza ma non si risolve nulla.


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"stranamente" oggi ho sentito al famoso Telethon che di quello che viene raccolto solo il 20% è destinato alle spese di gestione ed il resto arriva dove deve.
Ah però... gli anni scorsi (basta cercare lo avevo scritto da qualche parte) si parlava di un 70% di spese abbondanti e quest'anno, sospetto anche per una diminuzione della raccolta e per questioni di marketing, si inverte la tendenza

Poi in tv (prima di uscire) sento che un rettore di un'università (non ho capito quale) ha speso 90.000 euro per una mercedes tutta accessoriata che ovviamente è a sua disposizione, che un'altra università (o la stessa?) ha speso 200.000 euro per cambiare il logo della stessa università

Quanti cavolo di stipendi a ricercatori si potevano pagare con quei soldi?
Poi non devono essere costrette a gestire il bilancio queste università?
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