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Vecchio 22-11-2010, 15.46.03   #26
dafne
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E oggi è stato.

Quando è arrivato lo stupore ha invaso il viso dei miei pargoli, perchè tanto minaccio solo io (me l'ha detto in faccia il grande un'oretta prima) ho contenuto il moto del "visto?!?" e ho cercato di mantenermi in una posizione di quiete.
Ho controllato l'isterica che voleva spiattellare in 5 secondi tutte le parolacce, le cose rotte, i compiti saltati i brutti voti del grande.
Ho contenuto la fifona che voleva a tutti i costi fare le lacrimucce e convincere il marito che in fondo non era tutta colpa del grande...
Robe da non credere a guardare adesso.

Quando il parande ha capito che non si scherzava è andato in apnico, pianti e promesse, ma contenuto vicino al padre di cui ha paura. Quando l'ha realizzato il piccolo che non stavamo scherzando è esploso in pianto disperato aggrappandosi a me per convincermi.

Li ho capito che non potevamo tirarla troppo per le lunghe, ero consapevole che da lì a poco il mio lago si sarebbe increspato troppo e sarebbe stato un disastro.

Ho detto molto semplicemente che erano stati avvisati più volte e che comunque andava via col papà non con uno sconosciuto. Che papà era lì perchè gli voleva bene e non per punirlo o fargli del male.

Era uno stato che adesso, cercando di razionalizzare, pare strano. Non ero nè contenta nè dispiaciuta...certo, entrambe le cose vivevano nella situazione, ero contenta che la situazione si fosse sbloccata (in che modo vedremo poi) e dispiaciuta che dovesse stare male, ma non ero in nessuno dei due stati.

Poi comunque era il padre e non uno sconosciuto, forse da soli riusciranno a comprendersi in qualche modo, senza che ci sia il piccolino sempre in mezzo.

Il piccolo.

Quello è stato il secondo round. Mi sono resa conto facendo salire in macchina il grande (l'ho abbracciato più volte, volevo che sentisse che non lo stavo rifiutando, che rifiutavo il suo atteggiamento non la sua persona) che quello che restava era sconvolto quasi più di lui.

Ho lasciato che sfogasse il suo dolore evitando di stargli troppo addosso (vuoi un the? una coiccola? una caramella.....naaaaaa) e non facendomi prendere dal desiderio di respingerlo mentre piangeva e s'icavolava con me perchè ho visto che era solo la mia incapacità a gestire la sua frustrazione a generare la repulsione.

Gli sono stata intorno, continuando a fare le cose di prima come rifare i letti facendo però ripetuti passaggi vicino al divano dove si era rifugiato. Poi piano piano mi ha cercato e ci sono stata e me ne sono andata quando sfiammava. Insomma, come un'onda, gli sono stata vicina e basta.

Mi stava partendo la predica stile "te l'avevo detto" di nuovo ma ho realizzato che erano solo recriminazioni che in quel momento non servivano.E che non avrebbe capito.

Stava male e aveva tutti i diritti di stare male, anche se la situazione l'aveva in parte creata lui, dovevo dargli modo di esprimere quello che sentiva.
L'ho fermato decisa solo quando ha preso una forbice per tagliare un cuscino che avevo deciso di buttar via.

Adesso è più tranquillo, sò bene che ho appena iniziato e che dovrò cercare di restare il più possibile o il più spesso nella posizione neutrale in cui ero e sono anche adesso.

Il margine d'errore c'è e ci sarà sempre ma oggi ho fatto quello che ritenevo giusto e mentre osservavo le parti di me in conflitto mi sono resa conto (dopo eh, durante ho solo agito stò rielaborando adesso) che entrambe erano importanti, eccessive ma importanti, solo conoscendole ho potuto usarle, restando razionalmente distaccata dal grande che mi stava manipolando ed emotivamente vicina al piccolo che stava sfogando. Uno andava arginato l'altro accolto.
E' una bella sensazione, cercherò di ricordarmela per tutte le volte che mi ci troverò (cioè sempre ).

Adesso è iniziato un nuovo passaggio, sono fiduciosa di poter effettuare i passi necessari, anche cadendo, e cadrò molto, ma ho trovato un posto al di fuori dell'uragano che è,anche se lo sapevo e non ci volevo credere, proprio al centro.

Chissà che il mio cavaliere non stia riuscendo a infondermi vero coraggio
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Vecchio 22-11-2010, 16.20.30   #27
Edera
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Il margine d'errore c'è e ci sarà sempre ma oggi ho fatto quello che ritenevo giusto e mentre osservavo le parti di me in conflitto mi sono resa conto (dopo eh, durante ho solo agito stò rielaborando adesso) che entrambe erano importanti, eccessive ma importanti, solo conoscendole ho potuto usarle, restando razionalmente distaccata dal grande che mi stava manipolando ed emotivamente vicina al piccolo che stava sfogando. Uno andava arginato l'altro accolto.
E' una bella sensazione, cercherò di ricordarmela per tutte le volte che mi ci troverò (cioè sempre ).
Mi spiace per questa situazione Dafne credo sia molto difficile, anche se non posso capire quanto.
Mi sembra molto importante questo punto, l'essere rimasta tra le parti in conflitto senza cedere da una parte o dall'altra. Questo posso comprenderlo, è una cosa che ho imparato quando ho dovuto prendere una decisione salva-vita che ha cambiato il corso degli eventi.
E' una bella sensazione e ti auguro di riuscire a tenerla stretta, di essere sempre in grado di osservare le parti di te rimanendo 'neutrale' per fare ciò che senti davvero giusto nel profondo.
Ti abbraccio
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Vecchio 22-11-2010, 16.45.23   #28
dafne
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Grazie Edera
Si la situazione è difficile ma mi rendo conto di avere smorzato i toni drammatici di parecchio. Sarà incoscienza? Boh comunque non è morto nessuno e la frizione che provo io va bene quanto quella che stà provando il grande. Credo di essere riuscita a fargli passare che gli voglio bene e che non lo mandavo via per non vederlo mai più.

Devo segnarmi per evitare di dimenticarlo troppo facilmente che impormi le pulizie di casa, come quelle personali, acqua bollita a fiumi mi hanno aiutata moltissimo. Ho retto alle tirate di emozioni varie perchè ho poggiato solidamente su uno stato di benessere che mi ha "regalato" energia, oltre a quella che ho sicuramente recuperato rendendo meno forti certi mostri personali.

Meno forti, non sono vinti, anzi, ho la percezione netta che abbisognerò di sempre maggiore energia.

Non sò come metterlo giù ma mentre ho avuto certa percezione che le pippe mentali mi stessero ciucciando energia ne ho avuta altrettanta quando ho sentito di riceverne quando ho "fatto il mio dovere".
Oltre a questo di certo questa embrionale apertura che stò cercando, vedi nell'abbraccio come in passaggi strani, mi apre la prospettiva di un'altra fonte di energia, più diretta. Però quella è molto forte, mi ha provocato (se non ho collegato male) una sorta di terremoto personale anche a livello fisico, a livello toracico, con tremori e un giramento di testa prolungato (che però soispetto causato dal mio chiudermi ad essa...) quando è capitato di aprirsi in maniera similare, anche se da sola (eh bon questa la capisco solo io..ahah)

Crepitavo come quando si mette la pancetta a friggere presente?

Va ben ma questo non è importante ora, è più importante mantenere consapevolezza di poter restare neutrale pur agendo in una direzione.
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Vecchio 23-11-2010, 21.20.56   #29
dafne
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Mi và di condividere questa cosa con voi.
Tutto bene con i fratelli, il grande mi ha chiamato di mascosto due volte ma ho retto bene

Stasera poi chiama e alla fine mi passa il padre.
Bon, mi dice che fà il bravo, fà i compiti mangia non dice parolacce...fà anche tardi la sera, gioca di giorno....una vocetta mi diceva (come mia madre ) eccerto è in ferie lui eh....

Ad un certo punto il mio ex marito parlando mi dice "eh mi ha anche abbracciato oggi come non succedeva da...da...una vita"

Mi sono commossa.

Non ce l'ho fatta ad essere gelosa neanche dopo mentre snocciolava quanto bravo, tranquillo, buono fosse.
Avevo davanti agli occhi l'immagine di mio figlio che abbracciava suo padre ed ero stupefacentemente felice per tutti e due.

Poi bon alla vista prolungata del mio ex pur interiormente un paio di complimenti diversamente buoni mi sono scivolati ma ero e sono davvero tanto felice.

Felice per mio figlio, anche se durasse solo per il tempo di uno sbadiglio, ha riavvicinato suo padre.
Felice anche per il mio ex marito, che comunque del suo modo d'essere risente.

Forse mi sbrodolo troppo addosso ma per un buon momento sono riuscita a mettermi davvero da parte e la sensazione che ho provato è stata davvero colmante.

Prego solo di riuscire a ricordarmene sempre. Soprattutto quando la tensione della convivenza tornerà ad abbassare le soglie della tolleranza innalzando i muri di cattiveria gratuita.
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Vecchio 28-11-2010, 10.35.04   #30
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Ieri pomeriggio il ragazzo è tornato. All'una e mezza, è entrato in casa e il disagio allo stomaco che provavo dal giorno prima ha trovato il suo perchè, nel giro di due ore ne ho avuto conferma certa.
Non era cambiato niente.
Al massimo una sorta di sotterranea rivalsa per averlo mollato dal padre.

Altalene tra sfuriate e i pianti del mi dispiace. Ad un certo punto ho persino fatto inavvertitamente partire una chiamata a mia sorella che dopo essersi ciucciata la sfuriata peggiore in diretta mi richiama e ci mette il carico da novanta ironizzando in maniera poco velata sull'efficacia delle mie scelte...

Finito? Macchè. Mangiafuoco non aveva finito il suo lavoro.

Alla sera riprendo in mano il telefono e richiamo il padre, per la serie guarda che non è servito a niente e....mi prendo la predicozza pure per di là.

Stavolta però non ero armata fino ai denti e sono riuscita ad ascoltare, nella mia tendenza scema di appoggiarmi a qualsiasicosadici che oppongo al nontivoglioperniente ( me le ragalo sempre al mattino stè perle) ho ascoltato lui che mi diceva che non serviva a niente che lui una settimana facesse se poi io disfavo. (tutto il blablabla di contorno ve lo rispoarmio)

Al di là della tragicomica inversione dei ruoli (una settimana di quasi sforzo su 5 anni direi che non lo giustificano a darmi tutte le colpe) ho percepito il messaggio giusto nel mare di sciocchezze. Io sono troppo permissiva, troppo coccola.

Alla fine sono andati a dormire, alla fine mi sono ritrovata con le mie solite incertezze, ma c'era qualcosa di diverso, una sorta di caccoglimento di dati, non sò.

Stamattina sono stanchetta ma ho avuto una piccola visione d'insieme.
Ho avuto bisogno di affidarmi al maschile. Poi mi ci sono appoggiata e sono caduta. Come sempre. Ma l'errore è mio. Non è affidarsi ma aprirsi a.
Affidarsi presuppone un appoggiarsi a qualcosa o qualcuno mentre io non mi posso permettere una situazione del genere perchè non ne sono capace.

Cioè, più che affidarmi mollo su. Un uomo non c'è e il mio maschile è...latitante? Perchè la parte che trovo è sempre quella aggressiva, quella che stressata dalla vocetta insistente della mogliettina le suggerisce di prendere un tassista e finirsi da sola il giro di negozi

Ho avuto bisogno di allontanare il ragazzo ma non per lui, questa cosa l'avevo già sospettata. Avevo bisogno della pausa nella guerra per vedere.

Vedere che quello che devo fare non è scimmiottare un maschio piuttosto che un altro o una femmina impositiva ma trovare in me qualcosa che ci sia sempre e che resista agli urti delle sfuriate.

La verità è che non mi manca la capacità di contenere e direzionare i miei figli, pur sbagliando, ma non ho la costanza di farlo.

Mi perdo, non arrivo mai fino in fondo, mi dimentico. Allora ci metto i mille giri per giustificarmi e questo genera ancora altri rallentamenti.

Al momento la cosa si è presentata con immagini piuttosto vivide, non ce la faccio da sola e non potendo aggiungere un altro, una spalla, interna alla mia famiglia (mia. cioè io e i miei figli) devo trovare una soluzione di compromesso. Compromesso che odio, perchè mi obbliga a darmi una possibilità verso il cambiamento.

Raccogliendo le cose e lasciando lavorare in pace la mente (quindi niente sensi di colpa ) ho visto che la separazione dei fratelli è inevitabile, l'alro genitore adesso ha scelto la strada del sentirsi offeso trovando nella mia incapacità di essere severa la giustificazione per dirmi di arrangiarmi. Bene, alla fine tutto quello che è successo ieri ci voleva.

Cercherò di lavorare sulla strada della costanza finchè non trovo il modo e il posto più giusto per spostare il grande per il tempo necessario a mettere a posto il resto della mia vita che stà colando a picco (non lavoro, tanto per dire)

Non credo neanche che si possa dire che stò facendo pagare a lui le mie necessità perchè nonostante tutto una settimana di lontananza avrebe potuto dargli davvero l'occasione per capire che cosa stava perdendo, ma alla fine si è fato una settimana di vacanza dal padre, niente di più niente di meno.

Meno ale che in vacanza non ci sono andata anch'io.......adesso si tratta di impostare un nuovo progetto.
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Vecchio 29-11-2010, 01.03.41   #31
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Non credo neanche che si possa dire che stò facendo pagare a lui le mie necessità perchè nonostante tutto una settimana di lontananza avrebe potuto dargli davvero l'occasione per capire che cosa stava perdendo, ma alla fine si è fato una settimana di vacanza dal padre, niente di più niente di meno.
uhm
ni
so
nè si nè no.
Non ci siamo, il nuovo progetto presenta già delle lacune che non sò se siano giustificazioni o problemei reali.

Prima di tutto in mio figlio maggiore vedo me, purtroppo, per quanto la cosa viaggia sotto sotto c'è. Me ne sono accorta dalla foto, dall'associazione istantanea che ho fatto, che tutti fanno e che rapportano anche nei gesti e negli atteggiamenti,suoi, come quelli che sono i miei.

Ma io non sono lui e lui non è me santissimo cielo. Questo mi confermerebbe la posizione di un periodo di stacco dalla mia presenza ossessiva. Oggi ha recriminato dicendo che non m'è importato che tornasse, che non ho neanche pianto

Per la serie Via col Vento ci fà una cippa.

Ma mi sorge il dubbio che sappia bene cosa e come muovere in me.

Ho deciso un passo ulteriore intermedio, anche se non dipende da me, voglio provare a chiedere a mio padre di fermarsi da noi per qualche settimana.

L'attrito è fortissimo ma sarebbe comunque maschile e maschile interno alla famiglia.

Sò che devo mollare ma continuo a mollare dove non devo, sull'attenzione, sulla costanza, è inutile, il dolore che c'è sotto è antico e molto molto forte.

Lo sò che non è una giustificazione ma stò cercando di fare quello che posso, c'è qualcosa che ancora blocca, blocca fortissimamente.

Niente sarebbe più bello di passare a un tono di voce sempre pacato e sereno. Certo, vorrei che facessero quello che dico ma con le oscillazioni sconvolgenti del mio essere è semplicemente impossibile
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Vecchio 29-11-2010, 14.03.09   #32
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Molti tuoi thread, Dafne, partono in varie maniere ma poi alla fine tornano sui figli. Questo è normale, è un argomento che ti sta a cuore e qualcosa che non riesci a sistemare, quello che non è normale, anzi diciamo non produttivo, è il modo con cui ti tormenti senza però prendere in mano realmente la situazione.

Proverò ad elencarti un paio di punti che tu hai visto, più o meno, ma che eviti di guardare.

Il lavoro su di te è una cosa indipendente da tutto e da tutti, la relazione con gli altri (figli compresi) è una conseguenza di ciò che sei, non il contrario.

Un figlio è (dovrebbe essere) la destinazione dell'amore incondizionato di genitore, non è un amico, non è alla pari finchè non diventa adulto e il genitore è adulto . Un figlio va educato finchè non diventa indipendente, quando lo diventa va aiutato solo su richiesta e se non chiede va lasciato libero di non chiedere (ma questo per te è ancora presto, lo scrivo per altri).
Ci sono errori che devi lasciar fare ad un ragazzo di 20 anni ed errori che devi lasciar fare ad un ragazzino di 15, errori per un bambino di 10 etc...
Se, in nome di una libertà, modernità o che altro, lasci fare ad bambino di 5 anni errori che sono da lasciar fare ad un ragazzino di 15, lo rovini... lo bruci. A volte in maniera lieve, a volte in maniera pesante.

Che tu abbia mandato via tuo figlio per una settimana non è servito a nulla. Poteva essere l'occasione per ricaricarti ed essere ora più forte, ma se ti preoccupi dei musi che ti tiene per ottenere quello che vuole....

Scusa la franchezza, ma sarebbe inutile che ci andassi più leggero
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Vecchio 29-11-2010, 14.31.44   #33
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Il lavoro su di te è una cosa indipendente da tutto e da tutti, la relazione con gli altri (figli compresi) è una conseguenza di ciò che sei, non il contrario.

Per quanto mi riguarda è un traguardo cui sto cercando di tendere, però ancora è difficile l'indipendenza da tutto e tutti, anche perchè il modo in cui mi relaziono agli altri dipende da ciò che sono ma il modo in cui gli altri si relazionano a me dipende da ciò che sono gli altri e da come presumono io sia ed in questi passaggi vari è facile perdersi, almeno nella parte iniziale di un lavoro, poi magari in seguito quando ci saremo fortificati portà essere diverso..
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Vecchio 29-11-2010, 14.44.49   #34
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Luke continuiamo in altro 3d questa parte, ho copiato il tuo post in http://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=6725
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Vecchio 29-11-2010, 14.57.54   #35
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Molti tuoi thread, Dafne, partono in varie maniere ma poi alla fine tornano sui figli. Questo è normale, è un argomento che ti sta a cuore e qualcosa che non riesci a sistemare, quello che non è normale, anzi diciamo non produttivo, è il modo con cui ti tormenti senza però prendere in mano realmente la situazione.

Proverò ad elencarti un paio di punti che tu hai visto, più o meno, ma che eviti di guardare.

Il lavoro su di te è una cosa indipendente da tutto e da tutti, la relazione con gli altri (figli compresi) è una conseguenza di ciò che sei, non il contrario.

Un figlio è (dovrebbe essere) la destinazione dell'amore incondizionato di genitore, non è un amico, non è alla pari finchè non diventa adulto e il genitore è adulto . Un figlio va educato finchè non diventa indipendente, quando lo diventa va aiutato solo su richiesta e se non chiede va lasciato libero di non chiedere (ma questo per te è ancora presto, lo scrivo per altri).
Ci sono errori che devi lasciar fare ad un ragazzo di 20 anni ed errori che devi lasciar fare ad un ragazzino di 15, errori per un bambino di 10 etc...
Se, in nome di una libertà, modernità o che altro, lasci fare ad bambino di 5 anni errori che sono da lasciar fare ad un ragazzino di 15, lo rovini... lo bruci. A volte in maniera lieve, a volte in maniera pesante.

Che tu abbia mandato via tuo figlio per una settimana non è servito a nulla. Poteva essere l'occasione per ricaricarti ed essere ora più forte, ma se ti preoccupi dei musi che ti tiene per ottenere quello che vuole....

Scusa la franchezza, ma sarebbe inutile che ci andassi più leggero

Colgo quest'occasione che mi dai Uno.
Parliamoci chiaro, sono una molliccia.
Il che non significa che ci provo gusto o che sia insensibile al male che mi provoco ma mi sono ripiegata su me stessa.
Fine giustificazione.

Ora, per quanto possa essere imbarazzante ammetterlo è verissimo, se ci vai leggero non serve a nulla.
Mi arriva, sposto la cosa e continuo tranquilla con solo un pò di disagio indescrivibile.

Se ci vai giù diretto invece mi chiudo a riccio, mi offendo, mi sento tradita da chissàcchè ecc ecc
Capita però che la cosa è arrivata in fondo e poco poco alla volta torna sù e inizio a digerirla.

Con mio figlio ho alzato un muro. Ho persino pensato che lasciare che lui facesse quello che gli pare fosse un modo per giustificare anche me stessa. Non sono insensibile di fronte al suo doilore ma ogni volta che mi protendo verso di lui c'è qualcosa che mi tira indietro.

Lui deve fare come dico io! Ma mi devo incacchiare per tirar fuori la spina dorsale, e allora ciccia all'amore incondizionato.

Questo è. Non ho spina dorsale, non ho attributi. Perchè chi usa le mani per far eseguire i suoi ordini è un vigliacco comunque, anche se il risultato finale và a suo favore.

Mi sento così, o ameba o frusta. Non risolvo nulla. Nè in me nè con lui e questo mi condiziona in tutto anche nella ricerca mia personale.

Non arrivo mai alla fine, non vivo mai le cose fino in fondo, neanche l'odio per cui se può essere che dirmi le cose fuori dai denti in modo anche brutale può essere un modo di svegliarmi preferisco la sberla alla carezza.

Poi lo sò che non resisto a detestare davvero per molto, soprattutto quando capisco che la sberla che ho preso aveva un suo perchè. Quindi grazie per non esserci andato leggero...ma neanche lontanamente pesante
Lo intuisco che se vedessi scritto davvero cos'è o come o dove sbaglio ne avrei un rifiuto totale.
Ma qualcuno diceva che ci toccano in sorte solo croci che possiamo portare...allora da qualche parte la forza per ricostruire stà spina dorsale dovò pur averla.

Detto questo prendo uno scudo per la parte più vera di quello che sono e mi apro a quello che arriverà, se arriverà. Mi voglio arrabbiare pe qualcosa che serva stavolta, per favore.
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Vecchio 29-11-2010, 15.11.28   #36
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Ma chi sei? Una cintura nera di karate maldestra?

Se ti arriva un colpo lo schivi con una maestria incredibile, anche se mentre schivi quello ti fai male fantozzianamente in altro modo.

Se parliamo di te sposti tutto sui figli, sulla mamma, o chi capita. Se parliamo dei figli sposti tutto su di te. Mi ricordi qualcuno non più presente qui (non nel senso di morto eh.. ).
Prendine atto e rimani focalizzata se no altro che durezza, ti rimbalza pure una bomba atomica.

Torniamo al figlio.
Amore incondizionato può significare anche una sberla se questa viene data con lo scopo di shoccarlo e fargli interrompere il flusso dei suoi pensieri distruttivi. Certo sono d'accordo che se viene data per esercitare "potere", per frustazioni etc... è.. neanche da animali, peggio.
La spina dorsale ce l'hai si... però la pieghi perchè perdi troppa energia ed è l'unico modo che conosci per sopravvivere.
A tutti i mortali tocca a volte piegare la schiena, la differenza sta nel poter/saper scegliere quando farlo e quando no.

Iniziamo da qui:
Lui non deve fare come dici tu. Deve fare come è giusto (in base all'età, alla sua indipendenza e crescita).
Sentiti strumento della Saggezza e non di una piccola dafne e vedrai come molte piccole cose cambieranno.
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Vecchio 01-12-2010, 10.34.12   #37
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Stò provando a seguire il tuo consiglio Uno e anche se sò di non esserci ancora del tutto quando capita anche se la risultante è dolorosa riesco, come dire, ad assorbirlo meglio. E' come se riuscissi a giustificarlo a trovarci un senso.

Comunque, cerco anche di andare avanti in questa esplorazione scritta perchè mi servirà, sò che mi servirà, per un momento successivo quello della rielaborazione finale.
Parolone

Ho osservato i miei bambini e le ultime decisioni che ho visto come necessarie.
Mi sento fortemente in tensione quando si parla di collegio ma la vita familiare è pessima in questo momento. Devo rielaborare stò grumo o finisce che mi ci perdo.

Mio figlio minore ha da sempre un problema di autocontrollo. Io ne ho troppo e l'aggressività in generale mi manda in panico.
La risultante è che ho sempre vissuto i suoi momenti di incontinenza in maniera sbagliata, ne avevo paura, li condannavo, non li reggevo e alla fine, credo, gli ho insegnato ad averne paura lui stesso.
Con la risultante che quando gli capitava reprimeva quel che poteva e poi esplodeva peggio.
Ci abbiamo lavorato negli anni, io stessa mi stò ritrovando di fronte a questo mostro e stò cambiando atteggiamento. Un pò meglio di sicuro le cose vanno.

Mio figlio maggiore invece ha meno problemi con l'aggressività, è più sul manipolatore lui, ma ha un problema con l'autodisciplina, come me, in pratica non ce l'ha proprio e io su questo ho appena appena iniziato a lavorare.

Si ok, sono bambini, non posso aspettarmi da loro quello che non riescono spesso neanche gli adulti. Il problema in effetti sono io in questo senso perchè se posso cercare di dare una mano per l'autocontrollo (riuscendo anche a perderlo in modo sereno se serve) per la disciplina...serve pure a me un collegio....

E qui torna il problema della forza, dell'energia che non trovo.Non riesco a star dietro a tutti e due nel modo corretto. Ora mollare tutto sarebbe comodo non voglio farlo ma mi devo arrendere di fronte al fatto che non posso tutto e che se parte del problema sono io, per come li ho non-educati, questo non mi deve generare dei sensi di colpa improduttivi e soffocanti ma mi deve spingere a cercare la soluzione più utile, il male minore.

Abbiamo bisogno di essere aiutati, questo è, e non devo voiverlo come un fallimento (o ne resterò inchiodata) ma come una possibilità che abbiamo di rimettere ìn carreggiata una vita che ha sbandato paurosamente.

Se metterlo in collegio gli serve, facciamoglielo servire, posso stargli vicina tanto se non di più che a stare qui a dargli del cretino perchè non riesce a fare.

Per il piccolo parlare di collegio è presto ma comunque una variazione di clima non può che fargli bene.
Nei primi tre giorni che il grande è stato via è andato tutto bene, mi sono accorta di quando sono scivolata. Io per prima. Ho mollato l'attenzione e la costanza su quello che stavo facendo, non sono riuscita a mantenere la sensazione dello shock della novità e tutto è tornato come prima.

Adesso viene la parte più difficile, provocare il cambiamento e fare in modo che permanga affinchè non diventi un altro sacrificio vano.
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Vecchio 02-12-2010, 12.27.17   #38
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Amore incondizionato può significare anche una sberla se questa viene data con lo scopo di shoccarlo e fargli interrompere il flusso dei suoi pensieri distruttivi.
Mi sà che comincio a capire solo ora cosa stavi cercando di dirmi..
Si focalizzata, se ci riuscissi sarebbe un gran passo avanti.
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Vecchio 05-12-2010, 01.21.44   #39
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Ho visto un pò di cosette assieme, domani famiglia riunita per un compleanno, ho chiesto a mio padre di fermarsi da me un pò. Mi è preso il blocco oggi, la solita ansia da scelta e relativo blocco motori, sonno ecc ecc ecc ho cercato di guardarci dentro.

Ho preso la mia decisione, mia, e cosa più importante ci ho visto il mio perchè. Il che non ne fà una cosa giusta a prescindere ma sicuramente una cosa diversa.

Adesso è vita da vivere, non da sognare. Era meglio la seconda opzione ma ho deciso per la prima.

Grazie per avermi lasciato questo spazio per navigare
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Vecchio 09-12-2010, 01.49.53   #40
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E' oltremodo curioso come sempre dopo una decisone che raggiungo in seguito a una lunga gestazione...la vita mi rimescoli tutte le carte

Provo a fissare qualcosa, ho cercato di trattenere per un pò ma adesso mi accorgo che mi stà sfuggendo la cosa, và sintetizzata (seh..crediamoci )

Mio papà si è fermato da me, per un pò non meglio definito. Stà facendo l'uomo di casa. E io stò cercando di non remargli contro.

Dura.

Per i primi due giorni ero talmente presa dalla novità che non ci ho fatto caso al rosichìo di fondo, mi ero semplicemente arresa a quello che diceva.

I miei spazi sconvolti, quelli dei miei figi anche.
Spazi temporali e fisici e psicologici.

Esagero? No. Non credo. Ma man mano che ci prendiamo le misure e allarga la confidenza più io mi sento costretta, costipata, inguaiata.
Sono così fortemente sotto pressione che da ieri ho ridotto quelle tre parole che ci scambiavamo, ero in fase rifiuto ieri, oggi con i bambini a casa quasi quasi neanche mi alzavo.

Poi lo sforzo, dentro, profondo, per cercare almeno di rimanere nella linea di confine tra l'eseguire e il mostrare insofferenza.

Intuitivamente sapevo che se avessi mostrato la mia insofferenza i ragazzi se ne sarebbero fatti forza.

Mi stà riprendendo spesso il babbo perchè mi giustifico continuamente con loro, perchè parlo troppo, spiego troppo...Già lo sapevo ma sentirselo dire ogni volta....

Resistere alla tentazione di proteggere quando si arrabbia e li castiga, resistere a non sbuffare se la tv non si può accendere, se il pc và spento, se fanno lotta e si agitano in camera.

Ho fatto spesso la spesa fuori in questi due giorni per poi rendermi conto che ci stava anche ma che stò per perdermi una ghiotta occasione, quella di vedere un maschio alfa in azione , prender nota delle sue modalità e cercare di farne mie quelle più giuste.

Per me innanzitutto, che non mollo più i piatti sporchi nel lavandino fino al mattino , che quando il grande piange e sbuffa e recrimina mi prendo la mia proiezione di bimba abbandonata e la faccio stirare. Sperando che nei prossimi giorni stà bimbetta riesca a metter da parte l'ansia da trigonometria e ascolti il papà parlare delle sue ricerche.

Ascoltasse papà sarebbe già un passo oltre la linea che mi ha tenuta inchiodata fin'ora.

Ho riletto la discussione su Caino e Abele, com'è palese il guano in cui mi dibatto adesso che lo rileggo. L'incapacità di rendere autonomi i miei ragazzi ma solo dipendenti. La proiezione di me così ferocemente ancorata sul grande da non dargli spazio di manovra.

Non ho neanche iniziato a guardarci dentro nei rapporti familiari miei di ragazza ora lo sò, ci ho solo buttato un occhio ogni tanto, tanto per dirmi, ok, lo stai facendo...sei a posto.

Dimostrare e giustificarsi, continuano a ronzarmi in testa questi due verbi.

Dimostrare amore, come se si potesse...con un meccanismo di dare-avere
Dimostrare di meritarselo stò amore è un cappio al collo con uno sgabello già mezzo caduto sotto.
E gustificare le proprie richieste, le proprie necessità, le proprie reazioni o scelte fà parte in qualche modo del meccanismo, non ho ancora visto come.

Stò cercando di lasciar fare, di cercare di assecondare mio padre, delle volte l'ho fin usato coi ragazzi in cose per me difficili da mantenere salde, tipo "adesso posso giocare mezz'ora?" e io che rispondo "chiedi al nonno" perchè non lo so più cos'è giusto, se mai l'ho saputo, e il no del nonno lascia interdetta anche me, la vivo io pure come un'ingiustizia, ma lascio che viva su di me e su di me cerco di assorbirla.
Che gli altri si arrangino
Che i ragazzi se la gestiscano loro quella con il nonno, non hanno mai ricevuto insulti o violenza ma solo poche secche parole. Certo, io non avrò il suo figurone che incute timore, sò anche che arriveranno a prender confidenza e cercar di sforare, ma nel mentre ho deciso che invece di subire la situazione e basta (anche se anche questo serviva) devo mettere in atto adesso dei piccoli cambiamenti di modo che, finchè c'è una pressone forte e attiva, qualcosina cambi davvero.

Tempo fà ho scritto che il mio psicologo mi definì patologica e così tutta la mia famiglia, non so come potrò e se potrò metter a posto le cose ma forse rimettere in carreggiata un paio di vite che avevano sbandato fortemente non è poi così impossibile.

Non vorrei spararla troppo grossa ma credo che sia una gran fortuna per me avere in giro pe casa un padre, mi piace (il spararla grossa era per quella stronzetta capricciosetta che non ne vuol sapere di inquadrarsi.. ma le sego le gambe prima o poi )
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Vecchio 17-12-2010, 10.18.36   #41
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Ieri ho conosciuto una persona molto particolare, una signora che ha fatto anche psicologia da strada e che gestisce una casa famiglia con annesso maneggio.

Una persona di una certa età ma di una bella forza, pacata ma decisa.

Ha inquadrato la sottoscritta in facciamo 15 minuti e alla domanda fatidica "dipende da quello che vuole lei signora" volevo buttarmi ai suoi piedi e dirle "fai tuuuuuu"

Poi ho cercato un pò di contegno e le ho espresso quello che sentivo, Purtroppo il suo intervento in forma privata è oltremodo oneroso, non saprei come cavarmela, siamo rimaste d'accordo che provo a sentire la mia famiglia per vedere di far fare ai ragazzi una settimana da lei, uno e l'altro a giorni alterni e un giorno assieme in attività diurne, visto che comunque apre il maneggio e le attività al pubblico durante le feste di Natale.

All'inizio di gennaio poi ho delle visite specialistiche e mettendo insieme il tutto dovremmo poter riuscire a definire una strategia d'iontervento che non sia un tamponare l'emergenza ma che ci porti da qualche parte.

Mio papà stà facendo la sua parte, devo dire che perlomeno i toni e i danni materiali sono quasi tornati normali, a scuola ci vanno ma mi rimane che se appena esce con mia mamma due ore io mi ritrovo il problema tale e quale.
Certo, mi rendo conto che la costanza e i tempi lunghi daranno comunque frutto, se non altro disabituandoci dal gridare e arrabbiarci all'istante, ma il sistema va cambiato più in profondità, io percepisco fortissimi gli attriti dentro me e mi rendo conto che li sto sfogando in altre direzioni, tipo uscendo a camminare o mangiando ecc, non ho ancora affrontato il problema davvero....

Perchè come mi è stato detto ieri "non sono i ragazzi, è la mamma che deve ritrovarsi".......
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Vecchio 25-12-2010, 01.17.08   #42
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Sono un disastro mio papà oggi mi ha detto che dovrei vedermi per capire che c'è qualcosa che non và bene e mia mamma gli ha ribattuto che sono "solo" rimasta piccola.

Che stress, però qualcosa di vero pure c'è, mio padre è decisamente più sull'autoritario che sull'autorevole ma l'abisso che inizio a percepire tra le sue modalità e le nostre è enorme.

Certo, rispetto alle donne di casa io sono più disordinata e scostante...ma allora che ho di buono, niente?

Questa è una notte che dovrebbe essere magica, credo che quel che dovrebbe nascere nel mio cuore assieme al Bambino è il desiderio di capirci qualcosa di questa cosa che sono o che mi stò arrabattando ad essere da tutta la vita. Se potessi giuro che ci andrei io all'affido diurno da questa signora per imparare a vivere. Perchè dalla mia famiglia non riesco più ad assorbire nulla. Nulla di positivo perlomeno.

Perchè sono così refrattaria all'obbedienza? Me lo sono chiesto troppe volte e troppe volte mi son dimenticata di cercare una risposta.

E' pigrizia, rabbia, insofferenza, recriminazione, stupidità?
Che è?

Perchè anche per sentirsi strumento di una Saggezza più grande bisogna saper obbedire.....

Comunque una delle accuse feroci che mi ha fatto mia sorella, la cosa che la fà più imbestiare, è che secondo lei quando mi metto in testa una cosa non c'è dio che tenga riesco ad ottenerla.

Mah

Ma qualcosetta in me sussurra che c'è da monitorare quel "quando" più di quanto non creda....
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Vecchio 25-12-2010, 21.49.01   #43
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Farò più attenzione a quando esprimo un desiderio nelle notti magiche
Avevo parlato con mia sorella di quella setimana di osservazione della signora e mi aveva detto ok, ci penso io, le avevo detto di parlarne col papà ma mi aveva detto facciamo così, è ok.
Seh
Oggi è venuto fuori, in buona pratica, che per i nonni noin ha alcun senso questa settimana "in campeggio" e, molto direttamente, mio padre mi ha detto che è qui per aiutarmi, che non è d'accordo con questa cosa e che sono liberissima di decidere che fare, tranne che per il dettaglio che se lo faccio lui prende, se ne và, e io poi mi arrangio.

Scusate, un piccolo sfogo questo, ho bisogno di sfiatare un pò questa giornata così pesante.

Comunque una cosa è certa, voglia o no stavolta mi devo piegare all'obbedienza, c'è una piccolissima parte di me che pensa che mio papà ha ragione, d'altra parte sapevo che avrei dovuto chiedergli cosa ne pensava ma ho lasciato che mi bastasse l'accordo preso con mia sorella per fare quello che io personalmente ritenevo giusto.

Bon, mio padre mi ha anche detto che la questione va risolta in casa e non fuori, qualcosa di vero c'è, rimane che mi sento uno straccio sbattuto e strapazzato in una lavatrice industriale, che pena che mi faccio, a che punto sono arrivata, davvero in basso.

Allora stop a tutto ciò che non è decisione strettamente personale, mi adatterò a questa convivenza forzata cercando di trarne maggior profitto possibile anche se rimango della mia idea, cioè che non sò gestire questa situazione e che avere un nonno a tappare il buco è ottimo (è di certo una fortuna, lo sò) ma rimane pur sempre un buco rattoppato.

Qualcosa negli ultimi tempi di obiettivo per il futuro è emerso, un progetto in embrione ma c'è, mio padre mi ha detto "fai un programma" e cercherò questa cosa assolutamente nuova.

Di fondo c'è una mia radicata convinzione, la stò vedendo negli ultimi tempi, di non potercela fare.
C'è, è lì, un pò come il certificato per la patente. Posso provare a cambiare punto di vista e dire SI, ce la posso fare, posso gestire da sola questi due figli turbolenti e SI, SI!, mi posso liberare di questa devastante dipendenza da bambina indifesa.


C'è qualcosa nel mio inconscio che frena, frena paurosamente e sono oramai certa di non averlo ancora visto, forse di striscio ma forse no, devo recuperare quel nodo e poi fare il salto di qualità.

E io che credevo di aver fatto un sacco di lavoro sporco...è come se avessi svasato un cactus credendo di aver ripulito il giardino
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Vecchio 29-12-2010, 02.14.11   #44
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Mi hanno spiegato che defìciente derivava da defìcere, cioè mancare


In una scaramuccia familiare le solite dinamiche con figlio maggiore e sorella e mamma...stavolta c'era il papà però, il mio...e stavolta quel no detto e cercato di scavalcare da una delle femmine (per fichismo? manie di protagonismo? abitudine al controllo? mahhh!!) è rimasto no anche se la figona di turno ha fatto fare al bimbo la cosa per cui era stato già punito senza appello....e io mi sono ritrovata a guardare stupita a questa cosa, a questo no immutato, mentre mi riempivo in ogni fibra di gratidutine. (avevo inizialmente detto no io)

Ho scoperto che l'autorità è costrittiva, fastidiosa, a volte faticosa, ma quello che ti rende indietro nel senso della giustizia non ha eguali.

Eh si

Sono proprio deficiente.
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Vecchio 13-01-2011, 01.41.56   #45
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Stanno capitando una serie di cose e noto con curiosità che non ho voglia di raccontarle, o meglio, voglia c'è ma sono come scarica di parole (Sole non esultare che ti vedo )

Da notare come l'unica cosa sensata che mi sta rimanendo addosso è il bisogno di trasformare i tanti non voglio in voglio. E' strano ma appena trasformate in voglio moltissime cose diventano insostenibili, faccio meno fatica a mollarle.

Ho avuto un attacco di sonno feroce ieri, avevo la visita prenotata per il piccolo dal neuropsichiatra infantile, mi sono messa nella posizione di far emergere delle cose che potevano tranquillamente passare sotto tono, sono ancora molto a disagio per questo e stò riflettendo sul conflitto che c'è in me tra questo passato burrascoso che non voglio rivivere ma non riesco ancora del tutto a mollare.

Mio padre stà facendo da catalizzatore mi sà, rarissimamente esprime giudizi anche se sò che ne ha e questo mi stà aiutando moltissimo. E' come se avessi campo libero per sperimentare pur sapendo di avere un aiuto contenitivo quando serve. Una serie di cose stanno trovando terreno fertile per emergere e qesta botta di sonno spero mi aiuti come un'altra pessima esperienza, sempre di coma profondo , che ho vissuto tre settimane fà.

Ho come la sensazione di essere grassa, ma fisicamente è solo di qualche anno, sono invasiva, pesante, saturo. E poi alla stessa maniera sfuggo, evaporo,mi estraneo come un ectoplasma.
Forse i ragazzi hanno percepito questo mio essere ancora prima che il mio fisico si adeguasse, non è facile vivere con una madre così, che non c'è ma se c'è schiaccia.
Uffa.
E io che mi credevo originale, sensibile, intuitiva, affettiva.... ... facciamo affettante?

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Vecchio 14-01-2011, 00.30.36   #46
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Una riflessione riguardante mio padre e il suo vivere con me.

E' una cosa di cui avevo avuto sentore già tempo fà ma che avevo opportunamente ignorato

Spesso mi ero detta che era ben strano come cambiavo quando c'era mia mamma o qualche amico che girava per casa. Ero più ordinata, attenta, attiva.

In quest giorni ho osservato mio papà e mi sono di nuovo resa conto che non mi stà dicendo nulla, nè fai così nè fai cosà. Nè mi dice cosa pensa di me, apparte qualche battutina ogni tanto

Qesto mi ha permesso di sperimentare, di fare e provare quello che trovavo giusto trovando magari poi conferma nel suo atteggiamento. O contenimento se i figli non mi rispettano.

C'è qualcuno che mi tiene d'occhio, ma non solo, io stò tenendo d'occhio lui. Il sapere che c'è, che quello che farò di sbagliato non passerà inosservato (bon, sbagliato in tutte le sue possibili accezioni, anche solo sciocco e inutile o sbagliato per ignoranza) mi fà muovere diversamente.

Mi sono ritrovata a chiedermi se questo può essere l'anticamera di quel "essere più auterevoli con se stessi".
All'inizio mi vergognavo un pò di dover ammettere di aver bisogno di un guardiano a tempo pieno ma anche quello è un giustificarsi, una scusa per non cambiare.

Naturalmente mi chiedo anche se riuscirò a fare come se mi stessero controllando senza che ci sia davvero qualcuno che lo fà (di esterno dico) ma se ci penso troppo poi mi ci perdo e mi vengono i sensi di inferiorità (figurati se ce la farai mai) quindi evito.

Comunque è una cosa che mi piace, non solo il contenimento, che non è di dipendenza quindi molto pulito ma anche la sensazione fuggevole di star imparando qualcosa di importante. Quel tenermi d'occhio che prima neanche sapevo dove stava di casa

La settimana prossima torna a casa per qualche giorno per sistemare delle cose poi torna, vedremo come sarà senza, per i ragazzi una festa per me un buon momento per tirare un pò di somme effettive
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Vecchio 28-01-2011, 00.36.55   #47
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Stò cercando di capie che cos'è che mi tiene così lontano dal prendee una forma, una consistenza, una determinazione certa.

Ieri sera c'è stata la pizzata della classe del grande. Ho sempre evitato quelle riunioni come la peste, sono sempre l'esclusa di turno, non conosco nessuno e non riesco a legare con nessuno.
Una serie di riflessioni su questa cosa me le devo.
C'è un fattore superbia parto già col piede che ci saranno solo chiacchierate sterili su argomenti futili, di puro pettegolezzo.
Troppo in basso per potersi mescolare....

Poi comunque anche volendo pettegolare non conosco le persone e non trattengo le informazioni utili per poter almeno capire di chi si parla., Al punto di non conoscere neanche il nome dei compagni di classe.

Alla fine però è pigrizia mista a superbia, Ieri sera ho fatto da seggiolino per un pò e per un pò mi sono fatta tira dentro a una discussione di una di quelle mame sempre incazzose col le professoresse...
Poi mi sono resa conto che non m'interessava cosa diceva e che se non se la filava nessun alto non era un problema mio.
L'atra mamma che conosco e che in genere traina era con le ragazzine a chiacchierare e per un pò mi ha ignorata. Invece di slecchinare mi sono rivolta a chi non conoscevo, mi sono fatta forza del mio ruolo di rappresentante e ho iniziato a dialogare.

Purtroppo ad un certo punto ho sconfinato nel fiume, non invadente ma pur sempre fiume ma bon, un pò alla volta imparerò.
Ho avuto un buon momemto di simpatia con una mamma che non conoscevo e a me per adesso questo pare già buona cosa.

Ho cuciti addosso una serie di comportamenti che non mi accontentano più, non mi sono più funzionali e devo pian piano convincermi che ce ne sono di nuovi che funzionano molto meglio.

Per i miei ragazzi è lo stesso, vista la mamma tranquilla e serena anche il ragazzo si è rilassato e ha giocato con gli altri senza chiedermi come al solito dopo mezz'ora, se si poteva andare a casa.

Stò cercando di dare un senso alla parola famiglia, un senso che sia quello di squadra, di unione e compattezza, di sostegno e io per prima mi rendo conto che ne sono lontana anni luce ma sono disposta a mettere le mani nel guano e lavorarci su anche se ne esce un mio ritratto che, osti, altro che Dorian Gray
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Vecchio 13-02-2011, 21.35.29   #48
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Perchè migrare?
Di tutto questo popò di parole il titolo della discussione è sempre stato una spina nel ditone a cui ogni tanto prestavo attenzione ma non troppo.

Certo, quando l'ho aperto il senso di non appartenenza alla città, come un'emigrante che torna dopo tanti anni, era forte...ma poi la cosa m'è passata in secondo piano e superato il farlocco distacco il senso del titolo è andato a farsi benedire...credevo...

Invece no, ecco che torna prepotente a battere sulla porta perchè da ragazzina nel profondo mi crogiolavo quando la mia adorata insegnante mi chiamava vagabonda...senso di libertà forse, di scoperta, di mancanza di legami..

Posso consolarmi pensando che, almeno, da vagabondo (in genere senza meta) a emigrante almeno il secondo è alla ricerca di qualcosa che gli serve lontano dal luogo dove vive.
Ma ho la spiacevole sensazione che migrare sia diventato un vagabondare e non mi và più bene.

Oggi leggevo Sole e mentre associavo il suo racconto ai sogni che aveva fatto sul lavoro mi son detta "vedi che magari il suo inconscio già conosceva il problema e anche la risposta" dopo un pò m'è venuto il nervoso e solo dopo un pò ho catalizzato su quel Losà la percezione del disagio. (scusa Sole se ti tiro in mezzo ma ti ringrazio tanto )

E se anch'io sapessi cosa devo fare? E se riuscissi a migrare tra i miei modi di fare invece di vagabondarci potrei trovare quello che non trovo nel solito atteggiamento?

Andando sul pratico,perchè dopo la migrazione e il ritorno non svuoto la valigia e ci guardo dentro? Per poter ripartire di nuovo, è ovvio, ma è una cosa che a costi vale abbastanza?

Io lo sò che cosa devo fare, magari fosse la volta che stà rabbia si direziona giusta e mi dò un altro sonoro ceffone e mi arrendo a quest'ovvia cosa.
Poi magari il risultato non è eccelso e devo provare un alto modo ma non c'è modo di scoprirlo senza ritentare.

Certo, se faccio la valigia e riparto..ciao...va tutto daccapo e senza colpa neanche perchè, si sà, non potevo che fare così.

Tutto stò farneticare per dirmi, sperando che la carta canti davvero, che io posso cambiare. Posso fare quel che c'è da fare, provare, riprendermi, cadere, ecc ecc ecc tutto il cucuzzaro, posso, e posso magari nel tempo decidermi e potendo muovermi fare il turista

Non sò ancora bene che cos'è sta colla che mi trattiene, leggera come un velo ma solida come la plastica di certe confezioni, che tiri tiri tiri e si alliunga, si deforma, ma mentre l'allunghi diventa ancora più forte, più difficile da lacerare.

Sarà superbia, sicuramente, ma la mia incapacità di ammettere di avere torto è tale da essere riuscita a dire ho sbagliato in alcune occasioni proprio come giustificazione per non ammetere nel profondo che ho sbagliato e visto l'errore ho perseguito cercando scuse.

Orgoglio? Crededvo che la mia bestia nera fosse la pigrizia ma forse ho sbagliato tutto.

Grazie città
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Vecchio 27-02-2011, 20.02.28   #49
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Martedi scorso mio papà è tornato a casa per sistemare delle sue cose. E' tornato oggi.
Martedi mattina mi sono chiesta come sarebbe andata a tornare noi tre soli, alla sera è scoppiato il delirio e mi sono sentita come se fossimo tornati indietro di 4 mesi un vero flop...

Poi però per metterli a dormire, riusciti a placare gli animi, ad asciugare le lacrime e riprendere toni normali ci siamo detti che NO, le cose non dovevano andare in quel modo e che il giorno dopo sarebbe andato sicuramente meglio!

Mercoledi abbiamo fatto squadra e io ho mandato nella testa come un mantra la frase "l'adulto sono io". Mi sono resa conto di tante piccolissime cose in questi giorni e pur facendo squadra ho cercato di vivermi come fulcro e non come piatto della bilancia, non era un loro vs me nè un noi vs tutti, eravamo mamma e figli e quando ho stabilito delle cose le ho portate fino in fondo e...è andato tutto benissimo!

Un piacevole e proficuo eqilibrio, la cosa curiosa è che con equlibrati noi si sono completamente squilibrati i rapporti nel resto della famiglia d'origine con una mega litigata tra mio padre e mia sorella mah

Comunque ce l'ho fatta, ce l'abbiamo fatta, adesso devo fissare per bene le cose che mi hanno permesso di riuscirci.
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Vecchio 02-03-2011, 01.23.55   #50
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ma perchè parlo io che auto-gufo?
Pare che io abbia ostentato eccessiva fiducia, ma non mi demoralizzo.
Ho notato una cosa, appena riavuto il pc in mano mi sono mesa a legggere e ho fatto alcuni interventi. Troppi.
Mi spiego, non troppi nel senso che non erano giustificati ma nel senso che mi sono immersa in questa parte di realtà trascurando molto (evidentemente più di quanto non avessi idea di fare) la vita familiare.

In realtà è una cosa che mi era già stata detta e che avevo notato anch'io ma solo nell'ambito dello spostare i discorsi spiacevoli su altro.

In realtà ho la tendenza anche nel positivo a non rimanere mai abbastanza focalizzata ma a riversare ettenzioni a blocchi su cose diverse.

Uff, adesso che cerco di scriverla diventa più complicata di come l'ho percepita.

A casa tutto ok, poteva andare? Na, appena ripreso una cosa piacevole interrotta mi ci sono fiondata ma la verità è che ho scaricato qui una dosa di tensione e di attenzione che invece avrebbe potuto servirmi per continuare a mantenere costante (e cosciente) un certo atteggiamwnto. Col risultato che le dinamiche ne hanno subito risentito.

Perchè?
Ho delle idee, delle tracce, ci torno su, ci dormo sopra
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