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Vecchio 23-02-2006, 11.03.31   #1
Uno
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Predefinito Azioni dell'Essere (Concentrazione, Espansione, Meditazione)

Un individuo può versare in tre stati principali ed ovviamente infinite sfumature di essi.
Anche se comunque possono accadere e accadono nel corso della vita di una persona anche in maniera spontanea, nello stato di sonno o di incoscienza (intendendo un "livello" minimo di coscienza limitata alle funzioni vitali... anche se poi scopriremo che comunque essa registra tutto anche quando dormiamo), i tre stati del titolo sono pressocchè inesistenti o allo stato embrionale, a volte per le caratteristiche della nostra cultura (parliamo di occidente in generale) è presente un certo grado del primo: la concentrazione, mentre ad oriente al contrario è presente il secondo (un certo grado) l'espansione. In questo post mi limiterò alle descrizioni generali e non descriverò nessuna tecnica per cercare in maniera consapevole di sperimentare questi tre stati.
Con l'ultima frase ho anticipato la differenza che si attua quando si passa da quel poco che si può sperimentare in maniera spontanea (generalmente... poi ci sono casi sporadici che si limitano però ad uno dei primi due, es il contadino sul campo, il pescatore o l'escursionista con l'espansione o il manager, il tecnico o anche l'operaio... ma anche lo stesso contadino con la concentrazione... sono solo esempi) ed invece Volere sperimentare questi stati e soprattutto integrarli tra loro.
Scansando qualsiasi polemica però devo notare come l'attrazione degli occidentali per tutte le filosofie orientali si verifica per il bisogno di espansione, cosa che manca alla nostra cultura in linea di massima, il problema è che poi questa viene scambiata per meditazione e si crede di aver trovato tutto, invece sarà sempre una visione parziale che può portare al Nirvana.. pace dei sensi e connessione con tutto ma con la perdita della propria identità con tutto ciò che ne deriva. Esiste invece la vera meditazione che è l'integrazione di questi due stati, ok proviamo a descriverli per quanto le parole possano.
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Vecchio 23-02-2006, 11.04.17   #2
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Predefinito Concentrazione

Sono pienamente conc-entrato nella concentr-azione... cioè entro in me e attiro "magneticamente" tutto il mio essere in un punto che ho deciso (che può essere di vario tipo, magari ne vedremo degli esempi) , azione perchè se io rilascio la presa lo stato sparisce, il mio Essere come quello di tutti è fluido, non costretto da nulla, solo la mia intenzione e volontà (per una concentrazione al massimo Volontà) può co-stringermi in un unico punto. Come dicevo prima nel nostro emisfero occidentale spesso una forma abbastanza forte accade in chi mette passione o brama in un lavoro o un sport, un hobby etc ma raramente per non dire mai può essere al livello di chi decide di praticare la concentrazione come esercizio esplorativo fine a se stesso, certo può essere d'aiuto già sapersi concentrare in un lavoro per esempio.
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Vecchio 23-02-2006, 11.15.43   #3
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Predefinito Espansione

Come già si intuisce dal nome esp-ansione vediamo che c'è una s al posto della z, significa che cambia la modalità da attiva della concentrazione diviene passiva, anche se c'è bisogno di un unica volontà: quella di lasciarsi andare.
Come accennato sopra il nostro Essere tende a fluire ed espandersi... una minima concentrazione è già la vita stessa (e la materia) a prescindere dal tipo di volontà (però solo per vivere bisogna volerlo) in teoria basta annullare la volontà che ci imbriglia per espanderci... come l'acqua di un bicchiere che ha la forma del bicchiere una volta versata sul pavimento si allarga, se noi ci arrendiamo all'Universo l'espansione è automatica... Questa della resa i più attenti la riconosceranno come tappa di diversi cammini esoterici, molto spesso si simbolizza con la resa al Maestro che comunque fa solo le veci (è l'officiante) dell'Universo...
Per l'occidentale potrebbe essere più difficile se immerso in un ambiente competitivo... oppure facile se non da molto peso a se stesso, se non si considera.

Ne consegue che per uno sviluppo bisogna saper portare questi due stati ai massimi livelli possibili indipendentemente da quale dei due siamo avvantaggiati
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Vecchio 23-02-2006, 11.30.22   #4
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Predefinito Meditazione

Qui iniziano i "guai" a parole è facile, basta riuscire ad unire i due stati che abbiamo prima sommariamente descritto, medit-azione: l'azione che sta e agisce in mezzo.
Nella realtà come scritto sopra si scambia l'espansione con la vera meditazione, spesso sento parlare di vuoto mentale e silenzio... ok sono fondamentali... ma sono nell'espansione massima, di conseguenza anche nella meditazione ma in una maniera diversa... più "piena" (anche se mi rendo conto che questo aggettivo non descrive nulla). Non metto in dubbio che possano esserci talenti naturali che possano partire con la meditazione, ma non consiglierei nessuno di farlo senza aver esplorato i primi due stati in maniera completa, nella migliore delle ipotesi si "farà" un qualcosa che assomiglia alla meditazione ma non lo è.
La meditazione è il famoso "dentro come il fuori, fuori come il dentro" che intellettualmente è facile da capire, ma nella pratica vedo che si limita ad un fuori o ad un dentro.
Descriverla in maniera tecnica più di così è praticamente impossibile si possono appunto descrivere per sommi capi gli altri due stati che integrati portano a questo... ma a parole è difficile descrivere come si può essere concentrati eppure espansi, rilassati eppure tesi, attenti ma distratti ect ect...
Nelle prossime continueremo ad espandere (appunto.. prima li ho concentrati ) i primi due stati, se volete aggiungere o domandare.....
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Vecchio 04-03-2006, 03.08.16   #5
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Visto che nessuno ancora risponde ci provo io; mi auguro di non dire troppe stupidaggini vista l'ora, mi scuserai in tal caso ma è il momento più libero .

Con i termini concentrazione, espansione e meditazione, tu stai descrivendo i vari stadi che troviamo nella pratrica dello Hata Yoga.
I quattro stadi che portano alla meditazione sono:
Jagrat(attenzione), Pratiyahara(ritirare i sensi all'interno), Dharana(concentrazione) e infine Dhyana(meditazione), manca 'espansione' di cui non ho trovato l'equivalente in sanscrito, ma come tu dici dovrebbe essere una via intermedia tra Dharana e Dhyana.
Infine, come 'meta', Dhyana dovrebbe condurre al Samadhi, o consapevolezza superiore.
Non sto a spiegare nel dettaglio i vari stadi perchè direi cose che sai meglio di me, piuttosto vorrei chiederti, poichè tu dici che praticare direttamente la meditazione sia impresa ardua, possiamo capire se siamo arrivati già allo stadio di espansione, per intenderci, la cosidetta esperienza dell'unità, equivale all'espansione?
Per vera meditazione tu dici 'il dentro come il fuori', ovviamente non intellettualizzare, ma sperimentare.
Io pratico meditazione diciamo, non in modo stressante, avere una esperienza più che appagante può capitare, inutile descrivere a parole poichè non rende, ritengo che non si debba cercare forzatamente uno stato meditativo, imponendosi magari quotidianamente a stare ore seduti aspettando chissà che, se deve accadere accade. Giusto?
O meglio, per dirla alla JK, la meditazione è soprattutto un modo di essere, non si può inventare, possiamo anche meditare, che so, ai fornelli?
Meglio mi fermi qui perchè ti ho già annoiato abbastanza


Bye
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Vecchio 04-03-2006, 13.11.03   #6
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Con i termini concentrazione, espansione e meditazione, tu stai descrivendo i vari stadi che troviamo nella pratrica dello Hata Yoga.
I quattro stadi che portano alla meditazione sono:
Jagrat(attenzione), Pratiyahara(ritirare i sensi all'interno), Dharana(concentrazione) e infine Dhyana(meditazione), manca 'espansione' di cui non ho trovato l'equivalente in sanscrito, ma come tu dici dovrebbe essere una via intermedia tra Dharana e Dhyana.
Infine, come 'meta', Dhyana dovrebbe condurre al Samadhi, o consapevolezza superiore.
Bye
Da quel che mi pae di capire dal discorso di Uno, ma ovviamente chiarirà meglio lui, non c'è vera corrispondenza tra gli stati da lui descritti e quelli dello Hata Yoga.
Tra l'altro le prime incomprensioni occidentali sullo Yoga iniziano proprio quando si cerca di tradurre i termini, che l'occidentale avrà la tendenza ad interpretare secondo la sua natura più "concentrativa" rispetto a quella più "espansiva" degli orientali. I termini che usiamo (attenzione, ritirare i sensi all'interno e concentrazione) richiamano delle azioni, in qualche modo degli sforzi... verrebbe occidentalmente da collegarli allo stato che Uno chiama concentrazione... solo che il punto di partenza è diverso.

Dicevo che secondo me non c'è vera corrispondenza. I 4 stadi dello Yoga richiamano più 4 "livelli" di coscienza, ad indicare un percorso "ascendente" (fino al Shamadi), mentre Uno credo che parli di modalità della coscienza, tutte e tre suscettibili di percorso ascendente.

Altra difficoltà può insorgere tenendo conto che quel che si intende qui per "concentrazione" si riferisce sia al procedimento che al risultato dello stesso. Provo a spiegarmi: io mi concentro quando muovo dal mio stato abituale di coscienza verso un "restringerla" tutta in una direzione (la concentro tutta verso un "punto") e mentre lo faccio posso dire che mi sto concentrando. Questo però implica indefiniti livelli di concentrazione fino al risultato ultimo di essere concentrato in un unico punto.
Ora, il "tendere" la mia coscienza verso un unico qualcosa, in modo che sempre meno si "disperda", per usare un'espressione figurata, è usare la mia coscienza come un elastico. La modalità solita è la lunghezza naturale dell'elastico. Quando lo tendo mi concentro. L'espansione dovrebbe quindi essere l'opposto... e infatti non posso con la volontà fare sull'elastico l'opposto che tenderlo...
Il lasciare andare l'elastico (lasciarsi andare, espansione) avrà tanto più effetto, se lo faccio, tanto più sarò concentrato. E lo stato intermedio di meditazione, come risultante dei due, sarà tanto più profondo quanto più moto di concentrazione-espansione avrò impresso all'elastico.
Come diceva Uno, embrionalmente facciamo tutti esperienza di questi tre stati più o meno occasionalmente nella vita quotidiana... ma la partenza è lo stato di sonno (non il dormire fisico)... poi man mano che riusciamo a concentrarci ed espanderci di più la nostra capacità di "meditazione" e, con essa, il nostro livello di coscienza abituale cresceranno.

Ritengo che lo Yoga descriva i 4 livelli di coscienza di cui sopra sia appunto come stati sia come procedimenti, ma appoggiandosi ad una naturale propensione all'espansione delle genti a cui era rivolta originariamente. Ma il loro raggiungimento è comunque il risultato di volta in volta ottenuto dalla crescita della coscienza tramite concentrazione-espansione... un po' come funziona il respiro...
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Vecchio 04-03-2006, 14.16.29   #7
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Ora, il "tendere" la mia coscienza verso un unico qualcosa, in modo che sempre meno si "disperda", per usare un'espressione figurata, è usare la mia coscienza come un elastico. La modalità solita è la lunghezza naturale dell'elastico. Quando lo tendo mi concentro. L'espansione dovrebbe quindi essere l'opposto... e infatti non posso con la volontà fare sull'elastico l'opposto che tenderlo...
Il lasciare andare l'elastico (lasciarsi andare, espansione) avrà tanto più effetto, se lo faccio, tanto più sarò concentrato. E lo stato intermedio di meditazione, come risultante dei due, sarà tanto più profondo quanto più moto di concentrazione-espansione avrò impresso all'elastico.
E' perfetto... ma magari usiamo molla al posto di elastico che rende meglio il movimento visivamente..... quando mi concentro, la molla si comprime in un punto dove la mia attenzione si posiziona... concentro tutto me stesso in quel punto (come ha scritto bene Ray) che è diverso dall'essere contratto per esempio per paura..... quando volontariamente rilascio la molla la mia attenzione si espande tanta più forza ha accumulato la metaforica molla... in un certo senso la meditazione è come ha scritto Ray la risultanza naturale tra le due ad un primo stadio... e sopra un certo stadio ha bisogno di essere "spinta"... le parole non mi aiutano... uffa... diciamo un rilasciarsi volontario all'integrazione... una resa che però se non è "spinta" da una mente/non mente si limita... tende sempre a riorientarsi verso il nostro lato dominante (concentrazione o espansione) dopo alcuni barlumi di... luce....
Si quando la resa totale c'è stata si medita vivendo... (sempre) si è svegli... si percepisce il particolare e anche il panorama... è comunque suscettibile di miglioramento tanto più si riesce a "entrare" nel micro e nel "macro" fino al punto in cui l'Universo non ci "nasconde" più nulla.
Lo Yoga è un discorso complesso... ti sei mai chiesta il perchè delle varie "branche" (Hata Bhakty Jnana Raja Karma) principali?
Perchè sono tutte incomplete da sole... un percorso completo presuppone la conoscenza completa di esse... tutte.... anche se doti naturali potrebbero aiutare (avevo iniziato un thread ma mi ero fermato ai preliminari e curiosità perchè all'epoca non c'era interesse... magari possiamo riprenderlo)
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Vecchio 08-03-2006, 00.46.45   #8
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Rif. Ray

Dicevo che secondo me non c'è vera corrispondenza. I 4 stadi dello Yoga richiamano più 4 "livelli" di coscienza, ad indicare un percorso "ascendente" (fino al Shamadi), mentre Uno credo che parli di modalità della coscienza, tutte e tre suscettibili di percorso ascendente.

Ritengo che lo Yoga descriva i 4 livelli di coscienza di cui sopra sia appunto come stati sia come procedimenti, ma appoggiandosi ad una naturale propensione all'espansione delle genti a cui era rivolta originariamente. Ma il loro raggiungimento è comunque il risultato di volta in volta ottenuto dalla crescita della coscienza tramite concentrazione-espansione... un po' come funziona il respiro...[/quote]





La spiegazione sulla differenza che ci sarebbe tra i 4 stadi dello Yoga e gli stadi o modalità della coscienza che riporta Uno, è molto chiara, tuttavia a me sembrerebbe che anche ogni stadio dello Yoga sia a sua volta suscettibile di percorso ascendente, per es. posso raggiungere un certo grado di attenzione, o di ritiro dai sensi etc., quindi forse non c'è poi tutta questa differenza, o non sono riuscita a cogliere le sfumature.




Ultima modifica di Haamiah : 08-03-2006 alle ore 00.49.33.
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Vecchio 30-03-2006, 22.16.03   #9
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La spiegazione sulla differenza che ci sarebbe tra i 4 stadi dello Yoga e gli stadi o modalità della coscienza che riporta Uno, è molto chiara, tuttavia a me sembrerebbe che anche ogni stadio dello Yoga sia a sua volta suscettibile di percorso ascendente, per es. posso raggiungere un certo grado di attenzione, o di ritiro dai sensi etc., quindi forse non c'è poi tutta questa differenza, o non sono riuscita a cogliere le sfumature.
Sai perchè non trovi il termine "espansione"?
Perchè in realtà è il Samadhi l'espansione che ti porta dritta al Nirvana, massimo esprimibile e raggiungibile (con le proprie sole forze) nei tempi e nei luoghi in cui si sono usate queste terminologie. Quindi in questa ottica meditazione equivaleva ad espansione, in tutti quei testi antichi orientali si parla di pratiche contemplative definendole meditazione, solo in alcune branchie esoteriche si intravedono barlumi del seguito, a livello essoterico (orientale) l'unico che va avanti nell'esplorazione dell'Essere è Aurobindo.
Spero che così tu possa cogliere le leggere differenze
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Vecchio 22-05-2006, 23.39.10   #10
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Sai perchè non trovi il termine "espansione"?
Perchè in realtà è il Samadhi l'espansione che ti porta dritta al Nirvana, massimo esprimibile e raggiungibile (con le proprie sole forze) nei tempi e nei luoghi in cui si sono usate queste terminologie. Quindi in questa ottica meditazione equivaleva ad espansione, in tutti quei testi antichi orientali si parla di pratiche contemplative definendole meditazione, solo in alcune branchie esoteriche si intravedono barlumi del seguito, a livello essoterico (orientale) l'unico che va avanti nell'esplorazione dell'Essere è Aurobindo.
Spero che così tu possa cogliere le leggere differenze

Non ricordo se avessi letto o meno questo tuo post a suo tempo (penso di no, se no lo ricorderei), oggi l'ho trovato grazie a Kael che l'ha linkato nell'altra discussione, devo dire che ora capisco cosa non 'tornava'...meglio tardi che mai....comunque discorso interessante e da riprendere


Ps. mi piacerebbe chiarire quando dici che una sola via dello Yoga è comunque incompleta, ci sono coloro che sostengono che ogni via corrisponderebbe a un raggio, e che ogni raggio percorrendolo condurrebbe allo stesso centro, non metto in dubbio ciò che tu dici , ma giusto per approfondire.


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Vecchio 17-06-2006, 23.07.25   #11
viadelpensiero
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La persona dovrebbe partire da se stessa ossia dal proprio vivificato spirituale, propongo una meditazione costante ininterrotta che sia distinta dalla vita corrente sensibile, due vite distinte ma non separate.

La differenza del non farla e nel farla sta tutto nella presa di coscienza, a mio avviso non occorrono tecniche ne esercizi vari basta solo adoperarsi con l'essere presente a se stessi sia sul piano sensibile che sul piano spirituale, non occorrono maestri in quanto il maestro di te stesso non sei altro che tu stesso.

Per fare un esempio calzante direi che nella rappresentazione della vita sensibile ne sei l'oggetto mentre in quella spirituale costante ininterrotta meditativa ne sei il soggetto in un insieme tra i vari mondi, consiglio di avere tale meditazione senza soluzione di interruzione per come dovrebbe avvenire dal momento in cui veniamo concepiti ed iniziamo a respirare, come in realtà avviene da sempre solo che la luce del pensiero sta nell'essere cosciente di ciò, questo è.

Un altro esempio potrebbe essere sentire il bisogno di andare in un tempio esteriore per pregare quando noi sappiamo che il vero Tempio di DIO il suo Tabernacolo è posto dentro l'uomo nel suo Tempio interiore.


Capisco anche che se l'uomo trovi utile sia il tempio esteriore che un ipotetico maestro guida nella persona di qualcuno che potrebbe essere visto come un supporto a sè stesso o il sostituto di quel Tempio interiore ancora non consapevole in sè, bene perché no, ne faccia pure uso è nel suo pieno diritto, è tutto nelle sue facoltà sorrette dal libero arbitrio e discernimento.
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Vecchio 22-06-2006, 17.01.37   #12
Uno
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In questa discussione non si stava parlando di maestri, comunque VdP mi dai modo di portare avanti questo discorso.
Come è già uscito in altri thread, sono d'accordo che ipoteticamente un individuo possa da solo trovare la strada, anche se questo da solo, a meno che non lo mandiamo con una sonda nello spazio appena nato (e lo stesso a livello sottile....), non esiste.
Nel bene o nel male siamo influenzati ed influeniziamo tutti quelli con cui veniamo in contatto. per questo certe vie ( e comunque tutte per certi periodo) cercano l'isolamento.
Sostengo che invece la massa ha bisogno di aiuto, apparentemente stiamo andando fuori tema, poi mi ricollego, come il bambino va a scuola per imparare a leggere e a scrivere, o il malato è aiutato ( o dovrebbe essere aiutato) dal medico o terapeuta. Anche in questi casi si può fare da soli, si può guarire da soli, e si può imparare a leggere e scrivere da soli... anche se poi torniamo al fatto che si prende comunque uno spunto da qualcosa di innato e da qualcosa tramandato per via più materiale che sia scritto o genetico... si potrebbe in realtà raramente si fanno queste cose da soli... bisognerebbe nascere con la camicia (un modo di dire che nasconde un'antica conoscenza ormai quasi persa).

Ho introdotto appositamente questo thread perchè oggi si parla con molta facilità di meditazione ma se entro un pò nel merito una buona percentuale intende rilassamento, una percentuale più piccola un lavoro che sta tra il ritiro dei sensi e la riflessione mentale, qualcuno la scambia con la concentrazione e ancor più raramente espansione/contemplazione ma difficilmente sento dare il vero valore a questa parola.
Anche ciò che ho scritto sopra e ciò che potrò provare a scrivere ancora è estremamente limitante e non rende completamente lo stato a cui si può arrivare in vari livelli meditando e come questo può riflettersi nella nostra vera Essenza e di conseguenza in tutti i nostri piani /settori, però volevo dare almeno l'idea che meditazione non è tutta quella roba che ho descritto sopra come idea della società, volevo/voglio dare un imput in maniera tale che chi voglia possa cercare sapendo che c'è qualcosa di diverso possibile.

Meditazione volendo riassumere quello che ho già scritto è una via di mezzo tra concentrazione ed espansione ma non nel senso matematico
1+2=3 diviso 3=1...
e neanche proprio nel 1+2=3
è la somma di entrambe ma non lo è... assomiglia al mistero della trinità che prima o poi prenderemo in considerazione.
Ok oggi mi sono allungato anche troppo, continuo un altro giorno se nessuno interviene.
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Vecchio 23-06-2006, 12.22.38   #13
Ray
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Se uno che inizia è il punto, la concenttrazione lo sviluppa in una linea, l'espansione (come risultato di questo sviluppo) porta la linea da una dimansione a due facendo il quadrato e la maditazione (come risultato di entrambi) sviluppa la terza dimensione e fa il cubo?

E' metafora, ovvio... ma regge?
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Vecchio 25-06-2006, 00.58.07   #14
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Nel bene o nel male siamo influenzati ed influeniziamo tutti quelli con cui veniamo in contatto.
come il bambino va a scuola per imparare a leggere e a scrivere, .... si può imparare a leggere e scrivere da soli... ... si potrebbe in realtà raramente si fanno queste cose da soli... bisognerebbe nascere con la camicia (un modo di dire che nasconde un'antica conoscenza ormai quasi persa).

Lo so che per molti è inconcepibile pensare di affidarsi ad un Maestro per trovare qualcosa che dovrebbe essere trovato dentro di sè, ma se per imparare fin da piccoli abbiamo avuto i genitori, i maestri, i prof, e tutti coloro che ci hanno insegnato qualcosa, perchè dovrebbe essere così 'vergognoso' affidarsi a qualcuno che ci può insegnare qualcosa di più, sia pure in materia spirituale? Cosa fa presumere che in questo 'campo' si sia necessariamente autosufficienti? Da quanto so pure Gesù, prima di intraprendere la sua missione venne formato presso gli Esseni, per quanto attendibile possa essere la storicità dei fatti.

A proposito, più volte ho sentito ripetere questa cosa del nascere con la camicia, cosa implicherebbe tale eventualità?


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Ho introdotto appositamente questo thread perchè oggi si parla con molta facilità di meditazione ma se entro un pò nel merito una buona percentuale intende rilassamento, una percentuale più piccola un lavoro che sta tra il ritiro dei sensi e la riflessione mentale, qualcuno la scambia con la concentrazione e ancor più raramente espansione/contemplazione ma difficilmente sento dare il vero valore a questa parola.

Meditazione volendo riassumere quello che ho già scritto è una via di mezzo tra concentrazione ed espansione ma non nel senso matematico
1+2=3 diviso 3=1...
e neanche proprio nel 1+2=3
è la somma di entrambe ma non lo è... assomiglia al mistero della trinità che prima o poi prenderemo in considerazione.

Si danno differenti significati al termine meditazione, secondo
certe interpretazioni è uno stato dell'essere, non necessariamente ricercato, si può 'meditare' in qualunque momento. Però la meditazione in senso stretto dovrebbe essere quella che ci insegna lo Yoga o i mistici di ogni tempo: seduti in posizione eretta, ritiro dei sensi, vuoto mentale, attenzione sul respiro.....
Ma se non è così semplice, da come dici, distinguere una vera 'meditazione' da un semplice rilassamento o concentrazione, da cosa si dovrebbe 'evincere' che si stia procedendo in modo corretto?
Certo chi dovesse giungere al Shamadi, non avrà dubbi al riguardo, ma chi dovesse trovarsi in una via 'intermedia'?
Un'ultima domanda; secondo molti Maestri per praticare Yoga e meditazione è necessario intraprendere una alimentazione vegetariana, oltre che uno stile di vita sano e corretto(niente fumo, niente alcool etc)
altrimenti non si andrebbe da nessuna parte; secondo altri Maestri tutto ciò non sarebbe affatto necessario; come si fa a conciliare due posizioni così discordanti, è vero che la 'Verità è una terra senza vie', però quì la dissonanza mi pare eccessiva



Ultima modifica di Haamiah : 25-06-2006 alle ore 01.10.26.
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Vecchio 25-06-2006, 12.20.50   #15
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Se uno che inizia è il punto, la concenttrazione lo sviluppa in una linea, l'espansione (come risultato di questo sviluppo) porta la linea da una dimansione a due facendo il quadrato e la maditazione (come risultato di entrambi) sviluppa la terza dimensione e fa il cubo?

E' metafora, ovvio... ma regge?
Usando la geometria lineare l'equazione è
Individuo normale = linea
Concentrazione = punto
Espansione = quadrato

E la meditazione ovviamente = cerchio
--------------------------------------
Su questa ci torniamo perchè la figurazione geometrica può aprire nuove vie di pensiero... sinapsi vere e proprie
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Vecchio 25-06-2006, 13.22.23   #16
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A proposito, più volte ho sentito ripetere questa cosa del nascere con la camicia, cosa implicherebbe tale eventualità?
la corrispondenza fisica che il popolo osservando ha denominato "nascere con la camicia" è che alla nascita il bambino è ancora avvolto da residui di placenta in maniera diversa dal solito, non "sporco" solamente..
A livelli più sottili "nascere con la camicia" significa nascere con una dotazione energetica diversa dal comune....

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Si danno differenti significati al termine meditazione, secondo
certe interpretazioni è uno stato dell'essere, non necessariamente ricercato, si può 'meditare' in qualunque momento. Però la meditazione in senso stretto dovrebbe essere quella che ci insegna lo Yoga o i mistici di ogni tempo: seduti in posizione eretta, ritiro dei sensi, vuoto mentale, attenzione sul respiro.....
Ma se non è così semplice, da come dici, distinguere una vera 'meditazione' da un semplice rilassamento o concentrazione, da cosa si dovrebbe 'evincere' che si stia procedendo in modo corretto?
Certo chi dovesse giungere al Shamadi, non avrà dubbi al riguardo, ma chi dovesse trovarsi in una via 'intermedia'?
Un'ultima domanda; secondo molti Maestri per praticare Yoga e meditazione è necessario intraprendere una alimentazione vegetariana, oltre che uno stile di vita sano e corretto(niente fumo, niente alcool etc)
altrimenti non si andrebbe da nessuna parte; secondo altri Maestri tutto ciò non sarebbe affatto necessario; come si fa a conciliare due posizioni così discordanti, è vero che la 'Verità è una terra senza vie', però quì la dissonanza mi pare eccessiva

Beh anche il Samadhi non è che sia proprio sicuro al 100% ci sono delle condizioni fisiche che lo emulano a livello nervoso, in definitiva non c'è nessuno che ci metterà un timbro di autenticazione, del resto non è quello che interessa chi cerca.
Si si può vivere in uno stato meditativo costante e questo dovrebbe essere un punto di arrivo (o meglio di partenza) per tutti, trovare la perfetta integrezione tra la propria individualità e il tutto.
Una via di mezzo? Si c'è chi parla di stati meditativi, non hanno molto senso però... se vedi un oggetto bianco è bianco, se nero è nero... una via di mezzo è grigio e non puoi dire che un bianco di mezzo... e questo esempio rende fino ad un certo punto quello che è, in definitiva c'è una specie di salto che fa "entrare" realmente in uno stato meditativo.
Dare dei "sintomi" ha poco senso, anche perchè comunque una certa soggettività nel riportare le sensazioni al personale, il passaggio al verbale, alterano la realtà dell'esperienza, comunque alcune cose sono comuni e per quanto si possano usare parole diverse credo possano rendere l'idea.
Un senso di comunione con tutto (cosa presente anche nell'espansione/contemplazione) un senso di percezione vivido della realtà (cosa presente anche nella concentrazione anche se limitato al campo della nostra concentrazione) un "arrivo" ed una "fine" della meditazione che non hanno dei punti percepibili... cerco di spiegarmi meglio, non può essere che uno "addormentato" magari impegnato in chissà quale attività possa mettersi seduto a gambe incrociate (cosa tra l'altro non indispensabile) ed entrare in meditazione di colpo, potrebbe avere un "flash", una rivelazione ma non un effettivo stato meditativo, in soldoni l'entrata o l'uscita sono molto ma molto sfumate... facciamo un esempio: un atleta che corre 100m in tot tempo non che quando non corre è un flaccido che sta sempre in poltrona, è sempre in allenamento e poi in certi momenti da fuori la prestazione agonistica, in meditazione similmente solo chi vive in un certo modo può "entrare" in meditazione reale.
Qui ci ricolleghiamo al discorso alimentazione etc... anche se un pò fuori tema un breve escursus da approfondire a parte ci sta, ci sono diversi approcci alla Ricerca, nella discussione su Gurdejiff Kael ci ha introdotto alle tre vie principali che ritroviamo in ogni tradizione al di la dei nomi.... la cura dell'alimentazione è una via che tenta di eliminare ogni possibile disturbo corporeo perchè ci si possa concentrare sullo Spirito. Questo va bene a chi ha problemi dallo staccarsi dal corpo, inizialmente, dopo però se non si impara proseguire malgrado le distrazioni si rimarrà sempre limitati. L'esempio che mi sembra meglio attinente è quello del monaco che si ritira in un convento per non avere tentazioni dall'altro sesso (anche questa una cosa parziale nella ricerca, prima o poi ne parleremo per bene) e finchè sta nel convento va bene, poi la prima volta che va in città si trova sommerso da impressioni sensoriali che lo colpiscono da tutte le parti, quindi lui non ha il "controllo" degli impulsi sessuali, li ha semplicemente soppressi.



-questa discussione non è finita-
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Vecchio 26-06-2006, 01.00.37   #17
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A livelli più sottili "nascere con la camicia" significa nascere con una dotazione energetica diversa dal comune....


Sapevo cosa significa nascere con la camicia in senso letterale, mi interessava appunto capire cosa implica a livello energetico, in che senso diverso dal comune?
(Mi interessa perchè conosco molto bene qualcuno nato con la 'camicia'-prima che fraintendiate non sono io )
Scusa per il 'fuori tema'.


Ps. Grazie per le spiegazioni sulla meditazione, è senz'altro interessante portare avanti l'argomento. Il discorso su alimentazione e stile di vita - sesso, sono i punti centrali da approfondire, per chi intraprende, o ha già intrapreso questo cammino.

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Vecchio 26-06-2006, 01.57.55   #18
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Il discorso su alimentazione e stile di vita - sesso, sono i punti centrali da approfondire, per chi intraprende, o ha già intrapreso questo cammino.
Il corpo è molto saggio e basterebbe imparare ad ascoltarlo...
Imporsi una dieta che non sia in sintonia con i propri bisogni fisiologici è quantomeno pericoloso, senza contare che, per quanto riguarda il sesso, vietarsi di veicolare tale energia all'esterno, prima ancora di aver imparato a canalizzarla all'interno (come forza creatrice), può equivalere a costruire una vera e propria bomba...
A par mio alimentazione e stile di vita sono una conseguenza del proprio essere e non il contrario. Non darei pertanto tanta importanza a questi fattori ma anzi, lascerei che il corpo si adatti gradualmente ai vari cambiamenti che un percorso del genere potrebbe richiedergli, senza forzare niente ma prestando altresì molta attenzione a quelle che siano le sue richieste...

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Vecchio 27-06-2006, 01.11.28   #19
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Originalmente inviato da Haamiah
Sapevo cosa significa nascere con la camicia in senso letterale, mi interessava appunto capire cosa implica a livello energetico, in che senso diverso dal comune?
(Mi interessa perchè conosco molto bene qualcuno nato con la 'camicia'-prima che fraintendiate non sono io )
Scusa per il 'fuori tema'.
Per definire uno esattamente nato con la camicia ci vorrebbe che qualcuno in grado di percepire le energie sia stato presente alla nascita, la manifestazione fisica non sempre è precisa e si può fraintendere, comunque anche se segui il modo popolare si dice che siano fortu-nati...
hanno una predisposizione dell'uovo energetico che li agevola nella comprensione di cose non materiali, non è detto che crescendo mantengano/sviluppino.. ma se lo fanno sono agevolati
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Vecchio 29-06-2006, 03.26.43   #20
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Si è detto che la Medit-azione è l'azione "media" fra concentrazione ed espansione, ossia in soldoni se so concentrarmi 5 ed espandermi 6, la meditazione che potrò raggiungere sarà di 5,5

Qualora vi fossero dei grossi sbilanciamenti in una persona, cosicchè ad esempio sappia concentrarsi solamente 4 ma espandersi fino a 26, la meditazione che potrà raggiungere sarà pertanto di 15?

Infine, come ha sottolineato Haamiah, in moltissime discipline di carattere orientale si definisce meditazione quella che è solo espansione, da cui deriva tutta una seria di incomprensioni e se vogliamo anche di "intoppi".

Un uomo infatti che crede che la Respir-azione sia solo a-spirare l'aria, non vivrà a lungo per capire che avrebbe dovuto anche in-spirarla.
Se per respirare quindi abbiamo bisogno di entrambe le azioni contrarie/complementari, così per meditare sul serio dovremo padroneggiare insieme il binomio "concentrazione/espansione".

Strano che gli yogi e gli orientali in genere, così attenti alla Respir-azione e al prana che la permea, non abbiano saputo riportare anche all'Essere questo ritmo vitale inspir-aspir, inspir-aspir (nell'uomo)... giorno-notte, giorno-notte (nel pianeta Terra) ... etc etc. Secondo te da cosa è dovuto Uno?
Perchè solo Aurobindo ha capito che si deve concentr-espand, concentr-espand... ?

Come dici? Azz... anche la Terra "medita" facendo orient-occident, orient-occident... ?

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Vecchio 29-06-2006, 09.49.04   #21
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Ho scritto "l'unico a livello essoterico orientale", cioè l'unico che lo ha divulgato alla massa in oriente, ma non è l'unico che ne ha percorso le vie.
Perchè solo lui? I motivi sono tanti, anche Gurde per fare un esempio occidentale si è fermato prima a livello divulgativo, in pratica è inutile farti preparare ad una missione su marte e alla sua atmosfera se non siamo in grado di andare ancora sulla luna.
Nell'induismo (ed anche nello Yoga... il Pranamaya si occupa solo del respiro) si parla già milleni fa di respiro di Bhrama... cicli rafforzati poi dai vari Kali (epoche di milleni), i sette giorni della creazione biblica sono un'altro modo per descrivere questo eterno motore ed usando la metafora del motore potremmo dire che se la concentrazione è la compressione, se l'espansione è lo scoppio, la meditazione è la forza che si trasmette all'albero motore... le analogie non finiscono qui, in meditazione non esiste rilassamento come la cultura sta tramandando... ma ovviamente non esiste neanche contrazione... se noi fossimo l'arco la meditazione è quando siamo tesi per il lancio della freccia, ma una tensione ormai "stabilizzata", senza sforzo... quando in potenza possiamo fare qualsiasi cosa siamo in meditazione, per questo dico che vie di mezzo non esistono veramente... puoi tendere un arco a metà? Si ma a che scopo? E con che risultato?
Mi raccomando non confondiamo la tensione dell'arco, con sforzo.... lo sforzo è molto prima, quando arriviamo alla tensione non c'è più sforzo.

A proprosito tanto per rincarare, il motore oltre alla compressione ed allo scoppio ha anche l'aspirazione e lo scarico dite che possiamo portarli anche sul piano metaforico che stiamo vedendo? Come?

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Vecchio 29-06-2006, 17.27.35   #22
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Il motore aspira la miscela che poi metterà in compressione, fino a farla scoppiare per poi scaricarne i residui.

Ora, se la sostanza che comprimiamo è il nostro Essere, significa che tale Essere va aspirato dal mondo esterno. Ed effettivamente tutto ci nutre, dal livello più fisico (acqua e cibo) via via più sottile (aria) ancora più sottile (pensieri, concetti, sensazioni) fino alle impressioni che permeano ogni parte del nostro corpo. A livello inconscio o meno, tutto si imprime, tutto fa brodo, e ne conserviamo memoria a livello sottile.

Della compressione e dello scoppio abbiamo già parlato, poi arriva lo scarico che può essere visto nell'ottica orientale "svuotare la propria tazza", azione indispensabile per il rinnovarsi. Una "piccola morte", senza la quale non può ripartire un nuovo ciclo vitale... se prima non scarichiamo, non possiamo aspirare nuove impressioni.. Spesso però ci si illude di essere "arrivati", togliendosi la possibilità di fare un altro "giro", magari ad un livello più alto del precedente... salendo sempre più su, ciclicamente, in quella che diventa una spirale.

PS: Riguardo all'arco ho ben presente. Ho tirato un paio di volte e so che lo sforzo maggiore è all'inizio. Poi tendendolo le estremità dell'arco si piegano, ci vengono incontro, riducono la distanza, e diminuiscono la resistenza fino a che in piena tensione non si avverte quasi più lo sforzo.

PPS: Nel post precedente ho fatto un errore di ortografia. Intendevo e-spirazione, non a-spirazione.
Credo si fosse capito.

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Vecchio 09-11-2006, 02.27.26   #23
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Riprendendo questa discussione mi chiedevo se ai tre stati di coscienza di cui parla Uno possiamo pure assimilare i 4 stati di coscienza rispondenti alla divisione quadripartita dell'essere umano, ovvero secondo la filosofia indiana l'uomo è costituito da tre corpi più uno spirito, questi corpi sono:

1 - il corpo materiale, anche chiamato corpo grossolano
2 - il corpo sottile
3 - il corpo causale
4 - lo spirito

i 4 stati di coscienza rispondenti sono:

1 - lo stato di veglia --------> corpo materiale
2 - lo stato di sogno --------> corpo sottile
3 - lo stato di sonno profondo ------> corpo causale
4 - 4° stato ---------> spirito

Nella divisione tripartita invece abbiamo

1 - corpo ----->stato di veglia(1) -----> corpo materiale
2 - anima ----->stato di sogno(2) e di sonno profondo(o sonno senza sogni) (3)
3 - spirito-----> 4° stato

Nei tre stati di coscienza esposti da Uno, concentrazione, espansione, meditazione, (che si diceva non risponderebbero esattamente a quelli riferiti dallo yoga, in cui da quanto ha specificato Uno espansione e meditazione corrisponderebbero al Samadhi), mi pare di poter fare facilamente un parallelo tra gli stati di coscienza qui sopra esposti, infatti se nella concentrazione sto nel corpo mi con-centro, sono altresì nello stato di veglia=onde beta, nella espansione mi troverò in uno stato intermedio, a livello dello stato di sogno=onde alfa, o sonno senza sogni=onde theta(Samadhi?), rispondenti al livello animico, infine nella meditazione(quella vera)seguendo un discorso logico dovrei trovarmi nel
4° stato, ovvero nello spirito, ove dovrebbe giungere la 'liberazione' o Moksha, tanto sospirata dallo yoga(facile facile)

Ps questo post ci stava in 'filosofia yoga' però mi pare che qui sia perfettamente in argomento....

Pps certo che capisco chi potrebbe essere un Vero Maestro di Yoga.....
insegnanti ce n'è da vendere......
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Vecchio 09-11-2006, 10.38.38   #24
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Io non ho scritto da nessuna parte che espansione e meditazione corrispondono al Samadhi ma solo la prima.
Sul resto ci torno appena mi libero, ma giusto per introdurre... i quattro stati corrispondono ordinariamente a quei quattro corpi, tant'è che una persona comune accede a certe informazioni appunto dormendo (intendo a letto) o si avvicina al Turya in episodi particolari che lo coinvolgono fortemente in tutti gli aspetti...... però tabellare così equivarrebbe per esempio a dire che per prendere coscienza della causalità devo per forza dormire con il corpo, il che non è vero
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Vecchio 09-11-2006, 23.44.42   #25
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Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Sai perchè non trovi il termine "espansione"?
Perchè in realtà è il Samadhi l'espansione che ti porta dritta al Nirvana, massimo esprimibile e raggiungibile (con le proprie sole forze) nei tempi e nei luoghi in cui si sono usate queste terminologie. Quindi in questa ottica meditazione equivaleva ad espansione, .........
Scusami è da questo post(n°9) che avevo frainteso, quel 'equivaleva' mi ha portata fuori strada, come al solito bisogna leggere con più attenzione....

Citazione:
però tabellare così equivarrebbe per esempio a dire che per prendere coscienza della causalità devo per forza dormire con il corpo, il che non è vero
No certo, non intendevo questo, ma facevo appunto un parallelo con i 4 corpi e i 4 stati di coscienza, ma forse dicendo 'mi troverò a livello dello stato di sogno, - o di sonno', hai ragione potrebbe essere frainteso, anche se parlando di 'Concentrazione, Espansione, Meditazione' pensavo si capisse di cosa si stava parlando, e che sono le onde cerebrali ad avere in ognuna di quelle 'azioni dell'essere' una frequenza corrispondente ad ognuno di quei corpi e relativi stati di coscienza.

Beh spero ora siano stati fugati i dubbi, grazie per avermelo fatto notare

Noi intanto aspettiamo che ti liberi
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