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Vecchio 03-02-2008, 20.15.18   #1
Uno
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Predefinito Mente a quadretti, a righe o foglio bianco?

Avere la mente a quadretti significa essere portati al calcolo matematico e a righe all'espressione umanistica... in linea di massima, il foglio bianco lasciamolo per dopo.
In realtà le cose non sono così semplici, il quadretto permette un solo carattere, un solo numero (o lettera) cioè divide la realtà in proporzioni precise, uguali, molto comode per classificare, sappiamo già con precisione quanto grande è l'insieme, una lettere/numero.
Le righe invece permettono le parole, insiemi di lunghezza variabile. le parole si uniscono in frasi, uno spazio tra due parole non significa che la frase (gruppo superiore) sia terminata, invece se scriviamo una cifra sapiamo che con quando arriviamo ad uno spazio bianco la cifra è terminata, altrimenti dobbiamo unirla con un segno, un'operazione, ad un'altra cifra.
Il linguaggio matematico ci permette di sintetizzare, poche cifre ci possono raccontare l'evoluzione dell'universo, ma una parola e/o una frase è più facile da ricordare.....

In soldoni stiamo parlando di come la nostra mente può classificare la realtà, come può dare un posto, un'ordine a ciò che percepiamo, anche non con i sensi ma solo concettualmente...

Questa è solo una traccia, ci torno...
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Vecchio 04-02-2008, 01.10.06   #2
Kael
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Una mente a quadretti comporta sicuramente una mente razionale, mentre una a righe una mente "emotiva". La differenza fra numeri e parole è che i primi sono del tutto neutri, non portano nessuna emozione, mentre una parola può riempire il cuore oppure può anche straziarlo. Una mente perciò soltanto a quadretti saprà tenere una certa visione obiettiva delle cose, ma si perderà spesso l'emozione e i sentimenti che stanno dietro ad una parola. Viceversa una mente a righe vivrà maggiormente immersa in essi, ma a tal punto che ne sarà sommersa e raramente sarà capace di mantenere una certa lucidità...

Il foglio bianco così mi sembra essere l'integrazione delle due. Il disegno. Le immagini.
Immagini che da sempre hanno un potere enorme nel veicolare simboli, e viaggiano ad un livello più alto. Il disegno può essere infatti sia artistico (a mano libera) che tecnico, vale a dire che comprende sia la mente a righe che quella a quadretti. Ci sono poi disegni talmente belli, talmente armoniosi, che comportano tutta la meraviglia dei sentimenti e delle emozioni, ma al tempo stesso mantengono una simmetria e un armonia che solo i numeri sanno dare/calcolare.
Quando si arriva a questo si può parlare di Arte.
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Vecchio 04-02-2008, 02.34.06   #3
Aria
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Mi piace questo argomento. Forse la mia domanda è un pò off topic, ma io ho sempre notato, su di me, una certa difficoltà nello scrivere su fogli a quadretti tutto quello che non è numerico. Sulle righe invece scrivo bene tutto, sui fogli senza righe pure. Vuol dire che la mia mente "rifiuta" i quadretti? O non c'entra niente?
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L'aspetto delle cose varia secondo le nostre emozioni, e così noi vediamo magia e bellezza in loro... ma in realtà, magia e bellezza sono in noi.
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Vecchio 04-02-2008, 02.50.33   #4
griselda
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Avere la mente a quadretti significa essere portati al calcolo matematico e a righe all'espressione umanistica... in linea di massima, il foglio bianco lasciamolo per dopo.
In realtà le cose non sono così semplici, il quadretto permette un solo carattere, un solo numero (o lettera) cioè divide la realtà in proporzioni precise, uguali, molto comode per classificare, sappiamo già con precisione quanto grande è l'insieme, una lettere/numero.
Le righe invece permettono le parole, insiemi di lunghezza variabile. le parole si uniscono in frasi, uno spazio tra due parole non significa che la frase (gruppo superiore) sia terminata, invece se scriviamo una cifra sapiamo che con quando arriviamo ad uno spazio bianco la cifra è terminata, altrimenti dobbiamo unirla con un segno, un'operazione, ad un'altra cifra.
Il linguaggio matematico ci permette di sintetizzare, poche cifre ci possono raccontare l'evoluzione dell'universo, ma una parola e/o una frase è più facile da ricordare.....

In soldoni stiamo parlando di come la nostra mente può classificare la realtà, come può dare un posto, un'ordine a ciò che percepiamo, anche non con i sensi ma solo concettualmente...

Questa è solo una traccia, ci torno...
La mente a quadretti è una quella che vede i problemi come qualcosa da risolvere, come un problema matematico, prende in esame i tutti i dati in suo possesso li analizza e cerca la soluzione come nella matematica. All'estremo può esserci il freddo calcolatore. A non avere dubbi o il risultato c'è o non c'è, nessuna via di mezzo, nessuna sfumatura.

Per la mente a righe ogni parola è un'evento che ne trascina con se un'altro, consecutivamente, ogni parola è un babà intriso di liquore. ( che a volte brucia, a volte va di traverso, a volte è gustoso e piacevole)
La mente a righe scrive sempre i vari risvolti, li sente, li vive, ci si nutre è il foglio stesso in cui si imprime l'inchiostro.
Per lei i problemi sono una marea di dati mai incolonnati e che danno sempre lo stesso risultato e quasi mai quello giusto. Ogni frase ogni parola ha innumerevoli sfumature e mille interpretazioni che dipendono da come ha corso la mano sul foglio, a quanto grandi sono le parole, alla punteggiatura, e anche agli spazi vuoti, quelli a volte fanno paura.

Per la prima un foglio bianco può essere qualcosa da usare, da riempire.
Per la seconda può essere un mistero, il niente, un momento di defaiance, il momento prima dell'esplosione delle emozioni.

L'arte in generale che sia del musicista o del pittore o del poeta che tiene conto di entrambe crea l'opera d'arte.
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Vecchio 04-02-2008, 02.59.09   #5
Grey Owl
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Affronto il discorso dal punto di vista di disegnatore sia tecnico che artistico...

Quando eseguo un disegno tecnico mi avvalgo di fogli a quadretti per mantenere le distanze corrette e per così dire "rientrare nella misura". Mentre quando disegno a "mano libera" la misura dei quadretti mi distrae dal disegno artistico.
Il foglio a righe è necessario per non perdere il filo, la linea del discorso. E' come se la linea sostenesse la parola e non mi devo preoccupare di andare "storto" con la grafia.

Una mente a quadretti riesce a restare nella misura, a fare comparazioni e calcolare in modo esatto. Per contro non può per sua natura "avventurarsi" in mezzi quadretti o imprecise curve e scarabocchi ma rimane sulle verticali e le orizzontali della quadrettatura.
Una mente a righe mantiene un discorso lineare e non ne perde il filo. Per contro non riesce a farne un calcolo nè una misura precisa ma neanche uno scarabocchio obliquo. Non conosce la verticalità dei quadretti ma solo la sequenzialità della riga che la porta verso un discorso e sentimento suo.
Una mente come un foglio bianco è libera da ogni riferimento e quindi potenzialmente può tutto (fare quadretti e linee). Per contro se non conosce "regole" può essere il caos più completo ovvero rendere inleggilibe il foglio.

Perchè ogni disegno ha in sè una regola, non esiste in natura una qualsiasi forma che non rispetti una regola, ogni cosa soggiace a delle leggi, persino le nuvole hanno forme che rispettano leggi. Poi nulla toglie il fatto che ogni nuvola è differente alle altre ed a se stessa nel tempo.
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Vecchio 04-02-2008, 06.30.03   #6
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Se non dico una fesseria io ci vedo una differenza tra la scrittura su righe e su foglio bianco, se scriviamo su foglio bianco, la scrittura può andare verso l'alto o verso il basso, è difficile che vada dritta e a quanto ho spesso sentito dire, l'andare verso l'alto o verso il basso, è influenzato dallo stato d'animo, la scrittura su righe invece impone una scrittura dritta, questo oltre a dare una comodità a livello di utilizzo di spazio sul foglio, non lascia che la scrittura si sbilanci nè verso l'alto nè verso il basso, mantiene una sorta di equilibrio.
Se il ragionamento è giusto, una mente a righe è una sempre emotiva, ma che sa descrivere (in un certo senso non è proprio l'opposto di una a quadretti) mentre una bianca è una che è molto soggettiva?
siccome il discorso è rapportata alla mente e non a chi scrive su questi tipi di fogli, quadretti=razionale, bianco=senza connessione ="folle", righe =via di mezzo? l'ho sparata.
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Vecchio 04-02-2008, 11.11.48   #7
Astral
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Una mente a righe può esistere senza una mente a quadretti, ma una mente a quadretti comunque dipende da una mente a righe.

Infatti se sul foglio bianco tracciamo delle righe, abbiamo la mente a righe, e la mente a quadretti non è alto che la mente a righe, con l'aggiunto di un altro punto di vista, quello delle righe verticali.

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Vecchio 04-02-2008, 13.24.59   #8
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Se provo a riportare il discorso sul pratico direi che la maggior parte delle volte che uso dei quaderni li uso a righe, specie nell'ultimo periodo della mia vita,non che non riesca a scrivere sui quadretti ma devono essere, in quel caso, quadrettati con poco inchiostro. Per la verità neanche le righe devono essere troppo marcate e, non so se OT, mi piace quando ci sono le righe delimitanti ai lati.
Il foglio bianco lo uso per disegnare e basta, se ci scrivo mi "inquieta" non riuscire a scrivere dritta.
Tutto questo mi dice che sono poco "matematica"? poco incline a incasellare tutto per benino? o solo che vince la pigrizia perchè la frase è più facile da ricordare? medito...
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Vecchio 04-02-2008, 13.33.22   #9
Uno
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Avete tutti visto il lato grafico della cosa, che c'è anche ma "nasconde" il lato funzionale.
Quello che volevo farvi vedere è probabilmente più comprensibile da chi conosce come funzionano i database sui computer o da chi ha studiato a fondo la matematica degli insiemi, comunque ora lo portiamo su esempi semplici.
L'esempio è che abbiamo uno di quegli enormi puzzle, dico enorme, una cosa tipo 200.000 pezzi. Abbiamo un tavolone di dimensioni adeguate per poggiare i pezzi ed iniziare la costruzione.
Ora mettiamo che sul tavolo abbiamo delle scatoline che permettono di accogliere un unico pezzo e delle scatole allungate che permettono invece di raccogliere molti pezzi.
Quelle da un unico pezzo (quadretti) sono messe una vicina l'altra a formare righe, quelle lunghe (righe) sono messe una sopra l'altra.
Adesso iniziamo il puzzle, iniziamo a dividere i pezzi, immagino che tutti avrete mai provato a fare un puzzle. Quindi pendiamo i pezzi che hanno del celeste che presumiamo sia parte del cielo, se usiamo le scatole lunghe (righe) li mettiamo tutti in una scatola, se usiamo le scatole piccole li mettiamo in una scatola di una riga che contiene tutti pezzi con il cielo, cercando di dargli un ordine, per esempio se ha molto blu cielo ma un pezzetto di marrone che sappiamo essere un tetto la mettiamo in un determinato quadretto-scatola, se ha la punta di un albero verde in un altro etc...
Cosa possiamo già vedere al volo?
Che facciamo prima a posizionare le cose nelle scatole lunghe-righe, ma che quando le dobbiamo riusare facciamo prima con le scatole piccole-quadretti.
Non c'è un reale vantaggio nelle due modalità, sono solo appunto modalità e predisposizioni.
Se qualcuno fosse in grado di utilizzare le due cose indifferentemente, potrebbe prendere il meglio di entrambe, per esempio mettere sulle righe tutto quello che pur appartenendo alla stessa categoria (nell'esempio il cielo) è facile da distinguere, in questo modo sarebbe veloce a riporre ma anche a trovare. Viceversa dovrebbe sempre mettere nei quadretti ciò che è troppo uniforme, che ha pochi particolari, allora usando i quadretti può dare ai pezzi un posto preciso, un posto in una relazione che gli permette poi di ritrovarlo.

Il foglio bianco?
Se ci pensate è il tavolo senza scatole, esiste sia con tutti i pezzi alla rinfusa che con il puzzle finito... sono certo che coglierete subito la differenza tra i due.
Può essere confusione, fantasticherie... che pur sono la realtà (l'uomo non può pensare nulla che non esista in qualche forma, tempo etc), quei pezzi del puzzle esistono, ma messi così non dicono nulla, non hanno senso.
Oppure può essere un quadro reale della realtà, può essere una visone d'insieme unica che a quel punto va oltre il pezzo del puzzle... non ci occorre più ricordarci dove sta quel pezzo, lo vediamo nell'immagine senza dover sapere dov'è.

Il post è già lungo, ma brevemente (poi ci torno) se ci pensate, emerge che è importante mettere i pezzi del puzzle a posto (usare le scatole), altrimenti il quadro completo non lo vedremo mai, ma è anche importante non attaccarsi alle scatole.
Quindi è anche importante non illudersi che il puzzle sia già fatto, che si faccia da solo..

etc etc, ci torno
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Vecchio 04-02-2008, 13.51.52   #10
griselda
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Tutto questo mi ha fatto venire in mente la ricapitolazione.
Noi siamo il puzzle nella scatola che ha in se stesso il disegno ma che senza l'ordine delle scatole che siano piccole a quadretti o lunghe a righe, non potrà creare quel quadro d'insieme.
Ricordi mischiati, atteggiamenti alla rinfusa, reazioni non osservate sono il puzzle dentro la scatola, per ricostruire con i pezzi il quadro ci vuole un lavoro paziente di divisione.
E che anche quando abbiamo diviso tutto per benino non abbiamo comunque ultimato il quadro resta l'assemblaggio. ( per me questo è presto non ho ancora riempito le scatolette)
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Vecchio 04-02-2008, 14.50.50   #11
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Avere la mente a quadretti significa essere portati al calcolo matematico e a righe all'espressione umanistica... in linea di massima, il foglio bianco lasciamolo per dopo.
In realtà le cose non sono così semplici, il quadretto permette un solo carattere, un solo numero (o lettera) cioè divide la realtà in proporzioni precise, uguali, molto comode per classificare, sappiamo già con precisione quanto grande è l'insieme, una lettere/numero.
Le righe invece permettono le parole, insiemi di lunghezza variabile. le parole si uniscono in frasi, uno spazio tra due parole non significa che la frase (gruppo superiore) sia terminata, invece se scriviamo una cifra sapiamo che con quando arriviamo ad uno spazio bianco la cifra è terminata, altrimenti dobbiamo unirla con un segno, un'operazione, ad un'altra cifra.
Il linguaggio matematico ci permette di sintetizzare, poche cifre ci possono raccontare l'evoluzione dell'universo, ma una parola e/o una frase è più facile da ricordare.....

In soldoni stiamo parlando di come la nostra mente può classificare la realtà, come può dare un posto, un'ordine a ciò che percepiamo, anche non con i sensi ma solo concettualmente...

Questa è solo una traccia, ci torno...
rispondo senza leggere il resto (leggerò dopo e c'è un motivo)

ecco diciamo che la mia è una mente anomala? se la paragoniamo a righe o quadretti salta fuori il caos..preferisco in assoluto scrivere su un foglio a quadretti (meglio se piccoli) tuttavia sono tutt' altro che portata al calcolo al ragionamento e all' ordine ....
in soldoni sono da ricoverare? caspita quanto mi "tocca" sta discussione!!!!

adesso leggo il resto
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Vecchio 04-02-2008, 15.56.16   #12
dafne
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Avete tutti visto il lato grafico della cosa, che c'è anche ma "nasconde" il lato funzionale.
Quello che volevo farvi vedere è probabilmente più comprensibile da chi conosce come funzionano i database sui computer o da chi ha studiato a fondo la matematica degli insiemi, comunque ora lo portiamo su esempi semplici.
L'esempio è che abbiamo uno di quegli enormi puzzle, dico enorme, una cosa tipo 200.000 pezzi. Abbiamo un tavolone di dimensioni adeguate per poggiare i pezzi ed iniziare la costruzione.
Ora mettiamo che sul tavolo abbiamo delle scatoline che permettono di accogliere un unico pezzo e delle scatole allungate che permettono invece di raccogliere molti pezzi.
Quelle da un unico pezzo (quadretti) sono messe una vicina l'altra a formare righe, quelle lunghe (righe) sono messe una sopra l'altra.
Adesso iniziamo il puzzle, iniziamo a dividere i pezzi, immagino che tutti avrete mai provato a fare un puzzle. Quindi pendiamo i pezzi che hanno del celeste che presumiamo sia parte del cielo, se usiamo le scatole lunghe (righe) li mettiamo tutti in una scatola, se usiamo le scatole piccole li mettiamo in una scatola di una riga che contiene tutti pezzi con il cielo, cercando di dargli un ordine, per esempio se ha molto blu cielo ma un pezzetto di marrone che sappiamo essere un tetto la mettiamo in un determinato quadretto-scatola, se ha la punta di un albero verde in un altro etc...
Cosa possiamo già vedere al volo?
Che facciamo prima a posizionare le cose nelle scatole lunghe-righe, ma che quando le dobbiamo riusare facciamo prima con le scatole piccole-quadretti.
Non c'è un reale vantaggio nelle due modalità, sono solo appunto modalità e predisposizioni.
Se qualcuno fosse in grado di utilizzare le due cose indifferentemente, potrebbe prendere il meglio di entrambe, per esempio mettere sulle righe tutto quello che pur appartenendo alla stessa categoria (nell'esempio il cielo) è facile da distinguere, in questo modo sarebbe veloce a riporre ma anche a trovare. Viceversa dovrebbe sempre mettere nei quadretti ciò che è troppo uniforme, che ha pochi particolari, allora usando i quadretti può dare ai pezzi un posto preciso, un posto in una relazione che gli permette poi di ritrovarlo.

Il foglio bianco?
Se ci pensate è il tavolo senza scatole, esiste sia con tutti i pezzi alla rinfusa che con il puzzle finito... sono certo che coglierete subito la differenza tra i due.
Può essere confusione, fantasticherie... che pur sono la realtà (l'uomo non può pensare nulla che non esista in qualche forma, tempo etc), quei pezzi del puzzle esistono, ma messi così non dicono nulla, non hanno senso.
Oppure può essere un quadro reale della realtà, può essere una visone d'insieme unica che a quel punto va oltre il pezzo del puzzle... non ci occorre più ricordarci dove sta quel pezzo, lo vediamo nell'immagine senza dover sapere dov'è.

Il post è già lungo, ma brevemente (poi ci torno) se ci pensate, emerge che è importante mettere i pezzi del puzzle a posto (usare le scatole), altrimenti il quadro completo non lo vedremo mai, ma è anche importante non attaccarsi alle scatole.
Quindi è anche importante non illudersi che il puzzle sia già fatto, che si faccia da solo..

etc etc, ci torno

ehm
ho paura di non aver ben capito capo scusa.
a me piacciono i puzzle, comincio di solito mettendo da una parte tutti assieme i pezzi della cornice. Questo è quello che tu chiami fare una riga? Invece il quadretto è il singolo pezzo? Ma per andare avanti col puzzle comunque dovresti associare per caratteristiche simili i vari quadretti, quindi formando una riga.
e poi perchè le scatole le metti una sopra l'altra e non di fianco così che le puoi vedere tutte?
scusa la mia capoccia dura
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Vecchio 04-02-2008, 16.50.18   #13
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ehm
ho paura di non aver ben capito capo scusa.
a me piacciono i puzzle, comincio di solito mettendo da una parte tutti assieme i pezzi della cornice. Questo è quello che tu chiami fare una riga?
si
Quote:

Invece il quadretto è il singolo pezzo?
Ma per andare avanti col puzzle comunque dovresti associare per caratteristiche simili i vari quadretti, quindi formando una riga.
esatto ma mettendoli nel quadretto cerchi già di dargli un posto, invece nella riga è la categoria (es bordo o cielo) il criterio
Quote:

e poi perchè le scatole le metti una sopra l'altra e non di fianco così che le puoi vedere tutte?
scusa la mia capoccia dura
Una sopra l'altra in senso visivo vedendo il tavolo come un foglio, in realtà intendevo appoggiate sul tavolo.

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Vecchio 06-02-2008, 12.06.29   #14
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rispondo senza leggere il resto (leggerò dopo e c'è un motivo)

ecco diciamo che la mia è una mente anomala? se la paragoniamo a righe o quadretti salta fuori il caos..preferisco in assoluto scrivere su un foglio a quadretti (meglio se piccoli) tuttavia sono tutt' altro che portata al calcolo al ragionamento e all' ordine ....
in soldoni sono da ricoverare? caspita quanto mi "tocca" sta discussione!!!!

adesso leggo il resto
In realtà sei più portata al calcolo e al ragionamento di quello che credi, essere portati al calcolo non significa essere bravi a farli, significa essere predisposti a ragionare in quei termini. Infatti nei ragionamenti incaselli le tue percezioni in determinati quadretti....

Per allargare e continuare il discorso ("uso" il post di Era, ma vale per tutti) dire che la mente incasella le percezioni in quadri o righe e dire che la mente lavora dentro quadri e righe è interdipendente.
Che significa? Significa che la mente ordinariamente lavora per comparti (che siano quadri o righe), ne fa uno per volta, si muove in uno per volta, come detto sopra ci sono pro e contro sia che questo sia un quadro che una riga. Il quadro (quadretto) ci da punti di riferimenti ben precisi, quell'oggetto della nostra percezione è lì, quello è il suo posto, anche quando ci spostiamo sappiamo (ricordiamo, non sempre, allora tocca tornarci, ma questo esula dal discorso ora) che quell'oggetto sarà sempre lì se per vari motivi non lo spostiamo (significa cambiare la concezione di un modo di vedere le cose).
Nella riga la cosa è simile ma mancano due punti di riferimento quelli laterali, sappiamo che un determinato oggetto è in una certa riga e che lo troveremo sempre lì (tranne dimenticanze e spostamenti) ma non in che posizione della riga, Questa conformazione è più adatta a chi tende a fantasticare, se ci pensate le fantasticherie non sono mai completamente libere, sono sempre legate a ricordi, conseguenze di vissuti, aspettative su vissuti etc.. in soldoni ci si sbizzarrisce ma sempre su una riga per volta si gira, la fantasia creativa è tutt'altra cosa.

La dinamica righe-quadretti diventa più interessante quando prendiamo in considerazione un'altra variabile, la capacità di muoverci attraverso quadri e righe, la capacità di ricordarci di quelli lasciati, il ricordo è come scrivere su di essi, si passa e si marca. L'associazione dei ricordi se vissuta consapevolmente è come una parola, come una frase come un numero, se conosco la parola "universo" e sono sulla e so che dietro c'è una v, significa allargare la visione non perdendo il particolare, cosa che purtroppo spesso si fa....

Minestrone ricco, assaggiatelo prima che passiamo al secondo
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Vecchio 06-02-2008, 14.58.30   #15
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Citazione:
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la fantasia creativa è tutt'altra cosa.

La dinamica righe-quadretti diventa più interessante quando prendiamo in considerazione un'altra variabile, la capacità di muoverci attraverso quadri e righe, la capacità di ricordarci di quelli lasciati, il ricordo è come scrivere su di essi, si passa e si marca.
Minestrone ricco, assaggiatelo prima che passiamo al secondo
ha a che fare con l' equilibrio tra parte destra e sinistra del cervello? mi spiego: io razionaleesagerato uso di preferenza la parte sinistra e sto messo male...io sognatoretuttoroseefiori uso il lato destro e so messo peggio....se invece...consapevole di poter e saper usare entrambi i lati in armonia e li uso al bisogno come sono messo? così così o peggio degli altri?

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Vecchio 06-02-2008, 16.52.44   #16
RedWitch
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Mi è capitato di fare puzzle ho provato a ripensare come li facevo.. ordinavo tutte le parti di cielo e le mettevo in un angolo in alto tutte insieme, se trovavo pezzi che credevo dovessero stare in basso, li mettevo fisicamente tutti vicini ma in un angolo in basso del tavolo. Poi quando ne avevo un certo numero assemblavo una parte e l'altra.. quindi mi capitava di avere i bordi fatti e poi cercare di attaccare le tessere in modo da completare il centro.

Se avessi risposto dopo il primo post di Uno, avrei detto di avere una mente a righe, ma in realtà a me capita spessissimo di classificare le cose e di dargli un posto preciso. Anche con i concetti, li inquadro e poi li esploro, per fare un esempio pratico anche qui in forum quando vedo un titolo preciso (o lo do) mi riesce più facile capire di cosa si sta parlando, quando mi trovo davanti un altro punto di vista, un titolo che non inquadri subito l'argomento (tipo questo ) mi perdo..

Citazione:
Originalmente inviato da Uno
La dinamica righe-quadretti diventa più interessante quando prendiamo in considerazione un'altra variabile, la capacità di muoverci attraverso quadri e righe, la capacità di ricordarci di quelli lasciati, il ricordo è come scrivere su di essi, si passa e si marca. L'associazione dei ricordi se vissuta consapevolmente è come una parola, come una frase come un numero, se conosco la parola "universo" e sono sulla e so che dietro c'è una v, significa allargare la visione non perdendo il particolare, cosa che purtroppo spesso si fa....
Per esempio, quando abbiamo ricordi non li sappiamo classificare non sappiamo esattamente in quale punto si trovino... mettiamo che la parola universo sia tutto l'insieme dei miei ricordi.
La parola si trova su una riga, e le singole lettere andrò a metterle in un quadretto ogni volta che avrò vissuto consapevolmente (ricapitolato) un ricordo. Anche se non comincio dalla lettera u, ma esploro la n, so che c'è dietro una u che dovrò ancora vedere, ma intanto archivio la n e so esattamente dove è, potrò andarla a ritrovare (mi da anche un chiaro indizio di dove si trova la u..).

Se è così.. , somiglia molto alla deframmentazione dei files di un pc..
Quando si deframmentano i files, graficamente sono dei quadretti disposti in riga.. i quadretti sono di diverso colore a seconda di come sono disposti (files frammentati, spazio libero, files vicini etc). Il pc durante la deframmentazione sposta i files sparpagliati in un ordine preciso (ma sempre in quadretti). In questo caso sarebbe come avere una riga con scritto universo tutto mischiato.. e il pc li rimette in ordine in modo da ottimizzare le prestazioni del pc stesso.
Noi non vediamo il modo in cui il pc sistema i files, ma quando li andremo a richiamare lui li troverà più rapidamente ottimizzando la prestazione.

Lo stesso dovrebbe valere per noi quando sappiamo precisamente dove sta un ricordo, se è archiviato, non partirà l'associazione automatica ma potremo richiamarlo se lo vorremo (se ci serve passare per la n per sistemare la u per esempio). E si potrà quindi non perdere la n pur estendendo alla u...

Spero di non essermi capita solo io ... ma puo' starci?
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Vecchio 06-02-2008, 17.16.46   #17
turaz
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da piccolo seppur minimamente prediligevo le righe ai quadretti.
attualmente non ho problemi (anzi quasi lo preferisco) scrivere su fogli totalmente bianchi.
sul discorso puzzle operavo più o meno così:
partivo dalla cornice e la completavo selezionando i pezzi da cornice.
Poi verificavo nel quadro le diversità di colore e cominciavo da quella che mi ispirava maggiormente.
suddividevo i pezzi in base al colore e alla forma.
a quel punto osservavo il pezzo mancante e a occhio andavo a sceglierlo.
se questo primo tentativo non funzionava ripetevo.
se le ripetizioni diventavano troppe facevo passare i pezzi a uno a uno (di quella forma e quel colore che presupponevo mancasse)

così a occhio direi che partivo dalle sezioni apparentemente più complesse.

ciauzz
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Vecchio 07-02-2008, 11.59.45   #18
dafne
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Mi stò un pò ingabolando in questa discussione, non riesco ancora a capire bene i quadretti (probabilmente perchè li uso poco)
se facciamo un altro esempio, tipo il progetto di creare un'associazione, in realtà sul tavolo ci sono tutti i pezzi per costituirla, per vedere l'immagine d'insieme, ma non sono ancora al loro posto. Ci stà fin qui?
Ok, diamola per buona, le righe potrebbero essere quelle che io chiamo le sezioni, i vari compiti che quest'associazione dovrebbe assolvere? Es. occuparsi di descrivere i benefici del mangiare sano. I quadretti allora sarebbero i singoli argomenti che compongono la riga? Cioè Ogm, clonazione, uova di gallina in cortile e uova di gallina ingabbiata?
O per andare sul meno pratico, il quadro porebbe essere l'infanzia, le righe i vari anni e i quadretti i singoli avvenimenti?
porta pazienza Uno, non vorrei annoiarti ma non sono sicura di averci capito tanto e ho la sensazione che questa discussione mi potrebbe tornare molto utile.
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Vecchio 07-02-2008, 12.39.16   #19
griselda
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Ritorno sui quadretti e sulle righe per un momento perché mi è arrivato altro e vorrei ragionarci su.
I quadretti sono per la matematica, la matematica rappresenta le regole, i quadretti possono essere visti come regole dove ogni numero deve restare dentro al quadretto. Possono significare inoltre anche ordine perché se incasellati male non danno nessun risultato i numeri. Quindi avere una mente che non incasella e/o forse potrebbe essere una mente a cui non piacciono le regole e l’ordine quindi metaforicamente la matematica.

Le righe invece servono a canalizzare il pensiero, l’onda. Chi segue le righe potrebbe essere una persona che ha un ideale, che segue una via, una strada ma anche senza regole, segue il suo istinto o anche il suo intuito che lo porta secondo il suo sentire dove deve andare.

Il foglio bianco se lo si usa senza aver imparato a scrivere in una delle due sopra non da equilibrio infatti la scrittura pende un po’ a destra o un po’ a sinistra a seconda del momento. Il foglio bianco assomiglia alla libertà o all’anarchia. Se si arriva al foglio bianco da una delle vie citate sopra va bene, perché la libertà va conquistata, perché per rinunciare alle righe o ai quadretti bisogna aver imparato prima a starci dentro.

Ora passiamo al puzzle ne ho fatto qualcuno, ho imparato varie tecniche però la migliore è stata quella di metterli in varie tazzine dividendoli per colore e/o forma, iniziando da quelli più semplici ovvero la cornice che ha un lato liscio facile da individuare.

La cornice potrebbe rappresentare la via che si è seguita chi i quadretti chi le righe o l’anarchia il foglio bianco. I vari pezzi da dividere i fatti i ricordi divisi in cellette a seconda delle emozioni che li contraddistinguono in colori diversi con sfumature diverse. E qui mi sono persa di nuovo. Finita la benzina.
Questa è la mia mente sfarfallona.
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Vecchio 07-02-2008, 18.24.22   #20
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A me sono sempre piaciuti i fogli a quadretti.
Ma spesso li uso per scrivere come se fossero a righe.
Un foglio a quadretti mi dà l'impressione di poter gestire meglio lo spazio, essendo già tutto inquadrato, ma naturalmente i quadretti vanno rispettati, se esco e scrivo grande o per traverso è come se avessi un foglio bianco.
Per i puzzle, di solito divido i pezzi per colore e per forma, partendo dalla cornice. Ma ho visto che riunendo tutti quelli di un tipo in una tazza, poi comunque li devo provare uno ad uno e non risparmio tempo, perciò li metto in riga, tutti i pezzi simili per colore o per forma, e poi vado a occhio risparmiando tempo, al terzo o quarto tentativo di solito ci azzecco...ma devo averne il più possibile sotto gli occhi e non nascosti sotto altri...
Invece, cambiando un po' argomento, per tenere a posto le cartelline sul pc, ho provato diversi metodi: prima ne aprivo una con un nome un po' generico e ci infilavo delle sottocategorie, tipo le scatole cinesi, ma così non trovavo quasi nulla al primo colpo, quindi meglio tante cartelline ognuna col suo nome tutte in fila...
Meglio ancora, poche cartelline e dentro tutto quello che ci può andare su quell'argomento, sembra disordinato ma trovo tutto... avendo una vista d'insieme.
A proposito di ordine e disordine, ho un tipo di disordine in cui so dove sono le cose, se le metto in ordine con un altro sistema va a finire che non trovo nulla o quasi perchè l'ho cambiata di posto e la mente non si adatta al nuovo ordine e va a cercare dove si ricorda per abitudine...
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Vecchio 07-02-2008, 18.59.47   #21
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riguardo all'ordine nelle mie cose.
non ho manie di ordine.
gli abiti che uso meno li archivio negli armadi.
quelli di "giornata" li lascio sul servo muto.
non lascio cose in giro normalmente (intendo sparse ovunque per casa)
solitamente archivio per argomento e assonanza i libri.
amo tenerne alcuni sul comodino.
quelli che considero più "assonanti" al momento in modo che prima di addormentarmi li ho "vicini" pronti per l'uso.
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Vecchio 08-02-2008, 01.27.17   #22
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Ora mettiamo che sul tavolo abbiamo delle scatoline che permettono di accogliere un unico pezzo e delle scatole allungate che permettono invece di raccogliere molti pezzi.
Bon, questo elimina la questione "ma io avrò una mente a righe o una a quadretti?" che, in situazioni come queste, inizia ad arrovellare più o meno chiunque.
La mente ha sia le righe che i quadretti e, a seconda delle predisposizioni, delle preferenze e delle esperienze, ognuno sarà portato ad usare più gli uni delle altre o viceversa e in diverse situazioni.
Funzionalmente gli uni danno dei benefici e le altre ne danno altri. Ne consegue che, una volta capito quali, avrebbe senso cercare di trovare il modo di usarli in modo opportuno e non per tendenza meccanica.

Altra cosa che mi viene... da qualche parte si dice che le righe e i quadretti sono delimitazioni... partizioni del foglio che, sotto, è bianco.
Il foglio tuttavia resta bianco e ne abbiamo delle porzioni di questo bianco tra una riga e l'altra, sia nelle zone quadrettate che in quelle rigate. Resta da stabilire se sussistono comunque zone bianche.

Viene da pensare che, in seguito ad sviluppi ulteriori l'aver trovato il modo di usare a piacimento righe e quadretti, si possa trovare il modo di usare al meglio il foglio bianco. Opzione che evidentemente permette operazioni di altra natura, come il disegno libero, senza tuttavia escludere minimamente conti e scritte, puzzle e fantasticherie. A quel punto quindi forse non si usano più...
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Vecchio 04-05-2008, 13.04.15   #23
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Viene da pensare che, in seguito ad sviluppi ulteriori l'aver trovato il modo di usare a piacimento righe e quadretti, si possa trovare il modo di usare al meglio il foglio bianco. Opzione che evidentemente permette operazioni di altra natura, come il disegno libero, senza tuttavia escludere minimamente conti e scritte, puzzle e fantasticherie. A quel punto quindi forse non si usano più...
Quando andavamo a scuola la maestra ci diceva di comprare un tot quaderni a quadretti e tot a righe ed in base alle materie quali dovevamo usare, i fogli bianchi li usavamo per disegnare, cioè tratti non definibili, forme che non si incasellano ne sul quadretto ne sulla riga...
Professionalmente però si riprende il quadretto (carta millimetrata) per disegnare piante di edifici e progettare cose varie, in questo caso non è più un quadretto teso a delimitare una forma ma è una forma che viene misurata secondo l'unità di misura del quadretto.
Questo allarga molto il discorso senza arrivare al foglio bianco (dove se sei un artista puoi disegnare qualcosa di decente, se non hai il senso delle proporzioni fai solo scarabocchi... e molte menti sono piene di scarabocchi )
La carta millimetrata aggiunge una dimensione all'incasellamento dei quadretti, sono tutti quadretti uguali, cioè atti a contenere un tot di forma, però il primo quadretto a sinistra sarà diverso dal secondo, dal terzo e così via.
La mente utilizza l'ordine (e da un ordine, anche inteso come comando se è una mente forte e ordinata) per definire la sequenza con cui disporre vari elementi che messi insieme sono una forma più grande... è con questo sistema che riesce ad indagare cose ben più grandi di se stessa limitata....
Non so se avete mai visto quei vecchi apparecchi in cui ci passa un foglio trasparente (ora mi sfugge il nome) su una specie di microscopio e quella piccola zona si visualizza su un video superiore. Una specie di microfilm. Lo si vede a volte nei film quando vanno a consultare gli archivi dei giornali.
Beh la mente fa così con la cose grandi, ma se inizia a muovere il foglio a caso non sa più cosa sta guardando....

-continua-
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Vecchio 02-10-2011, 14.15.17   #24
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Il foglio bianco?
Il 3d mi ha stimolato diverse cose ma ora non ho proprio il tempo per ragionarci.
Una sola domanda al volo Uno, questo foglio bianco ha a che fare con il foglio bianco di cui si è parlato nel 3d sull'Opera al Nero?
Io immagino di si, ma non voglio prendere cantonate andando fuori tema per cui mi accontento solo di una piccola conferma...
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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Vecchio 02-10-2011, 16.43.50   #25
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Il foglio bianco mi sembra la creazione dell'universo
poi c'è il foglio a righe che è la discesa di Dio
ed il foglio a quadretti che è la realtà strutturata

Potrei dire per esempio che la musica è sia un foglio a quadretti che un foglio a righe. Vi è il pentagramma che sono righe, però ci sono sopra dei numeri e delle regole precise, che ad ogni battuta devo tornare.

In effetti chiunque suona uno strumento, canta o balla, sa che è impossibile imparare quest'arte se non si unisce l'abilità precisa della tecnica raziole, con l'espressione del sentimento e della propria "personalità".

Io ho alternato nella mia vita fase bianche, fasi a righe e frasi a quadrette, sta a vedere che tra un po' mi ritrovo una griglia.
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