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Vecchio 21-04-2010, 11.08.17   #1
Uno
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Predefinito Arte senza pubblico?

Stavo cercando una cosa è mi è capitato di leggere la trascrizione di una puntata di una trasmissione di Rai educational.
Studenti di un liceo fanno domande a ELIO FRANZINI docente di estetica all'università degli studi di Milano.
Prendo una domanda e risposta come spunto.

Citazione:
Si è spesso detto che l'arte ha un fine politico, sociale, quindi una forza tutta sua, politica e sociale. Ma può l'arte essere fine a sé stessa?
FRANZINI: L'arte per l'arte, insomma. L'arte, in qualche modo, è sempre fine a sé stessa. Esiste una storia delle forme, una storia dei linguaggi artistici, che segue una sua dinamica, e che trova delle interne giustificazioni nel divenire delle varie forme. È come dire che esiste una storia interna dell'arte, una storia delle forme artistiche, che non ha una diretta attinenza al mondo della società e a quello della storia, in quanto riferita unicamente alla propria di storia, al proprio divenire. Tuttavia un'arte astrattamente isolata, all'interno di una torre d'avorio e rapportata soltanto alle proprie forme, non può esistere. L'arte é sempre qualcosa che si rivolge al sociale, al mondo, a noi tutti. Le opere d'arte sono oggetti che hanno un senso e che parlano soltanto con la presenza di un pubblico. Un'arte fine a sé stessa probabilmente non è mai esistita. Quegli artisti che si sono arrogati un'arte per l'arte in realtà non facevano altro che incarnare una posizione, che doveva avere necessariamente degli interlocutori. Non c'è arte senza un pubblico. È arte, per meglio dire, quella che si posizioni a beneficio di pubblici che si susseguono nel tempo.
Il professore non ha considerato la possibilità di un artista che produca arte solo per se stesso. D'altro canto è realmente possibile fare arte solo per se stessi o ha ragione a non prendere neanche in considerazione l'ipotesi?

Si potrebbe prendere ad esempio il musicista che suona da solo per il gusto di suonare e di ascoltare. Certo in questo caso (musica) bisognerebbe forse distinguere la riproduzione dalla composizione ma comunque si potrebbe obiettare che egli stesso è artista e pubblico.

La questione è meno semplice di quello che pare, se non esiste l'arte per l'arte non esiste neanche l'amore per l'amore e moltissime altre cose.

Che ne dite?
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Vecchio 21-04-2010, 11.24.57   #2
Kael
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Dico che un vero artista non può che fare arte per l'arte, solo dopo la fa per se stesso e infine interviene tutto il resto, pubblico, successo, etc..
Del resto quando si compone si è soli, e per comporre bene non dobbiamo esserci nemmeno noi, intendo come elemento disturbante, c'è solo l'Arte che deve fluire in noi, solo dopo la "persona" può goderne gli effetti.
Molto semplicisticamente a tal proposito c'è l'esempio di chi fa belle canzoni (parlo di musica ora), ma poi quando viene messo sotto contratto (quando cioè parte tutto il discorso business) e deve fare tot album all'anno (quindi per gli altri) non riesce più a comporre musiche come prima quand'era libero...
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Vecchio 21-04-2010, 12.13.23   #3
Edera
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Sono d'accordo con Kael, l'arte vera esiste solo per se stessa.
Ho letto il libro di Giovanni Allevi, giovane compositore e direttore d'orchestra, lui chiama la musica 'La strega capricciosa' e dice che viene a trovarlo quando vuole lei, il pubblico in quel momento è inesistente come inesistente è il pensiero di quale sia l'effetto sociale dell'arte che si sta producendo. Questo però solo se si parla di vera Arte.

Poi c'è un altro tipo di arte strettamente legato invece alla società e alla politica. L'arte contemporanea è piena di giovani artisti che producono arte come riflesso dei tempi in cui vivono, spesso consci dell'impatto sociale e politico che essa può avere. Per fare un esempio estremo il tipo di arte dell'artista cubana Tania Bruguera è praticamente politica, infatti viene chiamata da lei stessa 'arte utile' e l'unico suo fine è quello di scuotere e sensibilizzare le coscienze. Il pubblico per il suo lavoro è talmente importante che durante le sue performance distribuisce macchinette usa e getta in modo che tutti abbiano la possibilità di fotografare e se vogliono vendere le sue foto. Non detiene nessun diritto sulle opere che produce e non annuncia mai luogo e ora delle sue performance in modo da annullare la distanza pubblico/artista e ottenere così delle reazioni genuine da parte delle persone inconsapevoli di trovarsi di fronte a un evento artistico.

Sono due cose diverse a mio avviso. Una è Arte ispirata e può esistere solo per se stessa (sembra quasi una possessione), l'altra può veicolare qualsiasi concetto e richiede sempre una partecipazione del pubblico.
Sono sicura che se avessi mosso questo tipo di obiezione alla conferenza della Bruguera mi avrebbe definito classista o razzista
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Vecchio 21-04-2010, 17.14.58   #4
Ray
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Il professore non ha considerato la possibilità di un artista che produca arte solo per se stesso. D'altro canto è realmente possibile fare arte solo per se stessi o ha ragione a non prendere neanche in considerazione l'ipotesi?

Si potrebbe prendere ad esempio il musicista che suona da solo per il gusto di suonare e di ascoltare. Certo in questo caso (musica) bisognerebbe forse distinguere la riproduzione dalla composizione ma comunque si potrebbe obiettare che egli stesso è artista e pubblico.

La questione è meno semplice di quello che pare, se non esiste l'arte per l'arte non esiste neanche l'amore per l'amore e moltissime altre cose.

Che ne dite?
Tendo a dare ragione al professore, anche se le tue riflessioni mi fanno sorgere il dubbio che il suo discorso andrebbe allargato, ossia che sia necessario contemplare l'ipotesi dell'arte per se stessi.

Però, l'arte ha strettamente a che fare con la comunicazione. Perchè esternare il risultato di una forza interiore che ha trovato quella via per manifestarsi se non per condivisione?
Tuttavia posso ben comunicare con me stesso... anzi, da un certo punto di vista tutti gli artisti, quelli che come dice S.King producono perchè devono (qualcosa spinge da dentro per uscire) in realtà comunicano con se stessi e solo in seconda istanza col pubblico. Se non c'è questa comunicazione interiore allora il mero scopo della produzione sarebbe il guadagno (soldi, fama, riconoscimento o quel che è) e forse non sarebbe arte.
Ma, e il cerchio si richiude e si ripropone, se ho comunicato efficacemente con me stesso, allora quella comunicazione è preziosa per gli altri.

Ad altissimi livelli potremmo immaginare un'arte "oggettiva" che sia mera rappresentazione (veicolando quindi la funzione della cosa rapprsentata)... ma anche qui di comunicazoine si tratterebbe, anche se non necessariamente solo verso altri uomini.
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Vecchio 21-04-2010, 23.47.41   #5
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Sono d'accordo con Kael, l'arte vera esiste solo per se stessa.

Poi c'è un altro tipo di arte strettamente legato invece alla società e alla politica.
La vera arte dovrebbe esistere solo per se stessa, chi crea esterna emozioni per liberarsi, rendersi più leggero, vuole togliere dei pesi che lo fanno star male.
Si potrebbe essere veri artisti e non avere bisogno di pubblico, se non ricordo male Ligabue dipingeva per se stesso e vendeva i suoi quadri solo per poter mangiare, a lui del pubblico non interessava un bel niente.
Altro personaggio libero dal compiacimento del pubblico è Van Gogh, sono artisti che con il disegno esprimevano le contorsioni dell' animo e la pittura era il lenimento per il loro male di vivere.
I grandi artisti che hanno dipinto per mecenati e signorotti comunque inserivano nelle opere figure e paesaggi che rispondevano solo alle loro esigenze, perfino le Madonne diventavano bellissime e sensuali donne prese dalla strada.
Coloro che invece usano il tratto pittorico per comunicare agli altri un messaggio, strumentalizzano le loro capacità ed usano i quadri come un linguaggio più immediato e se vogliamo primitivo, la figura va diritta allo scopo, non so se con questo genere di comunicazione, bella e suadente quanto si vuole, possano assurgere a livello di arte vera, duratura nel tempo, forse una volta finito il tempo reale di quel messaggio politico...la pittura potrebbe restare una semplice effige senza particolari emozioni.
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Vecchio 22-04-2010, 07.00.26   #6
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Stavo cercando una cosa è mi è capitato di leggere la trascrizione di una puntata di una trasmissione di Rai educational.
Studenti di un liceo fanno domande a ELIO FRANZINI docente di estetica all'università degli studi di Milano.
Prendo una domanda e risposta come spunto.



Il professore non ha considerato la possibilità di un artista che produca arte solo per se stesso. D'altro canto è realmente possibile fare arte solo per se stessi o ha ragione a non prendere neanche in considerazione l'ipotesi?

Si potrebbe prendere ad esempio il musicista che suona da solo per il gusto di suonare e di ascoltare. Certo in questo caso (musica) bisognerebbe forse distinguere la riproduzione dalla composizione ma comunque si potrebbe obiettare che egli stesso è artista e pubblico.

La questione è meno semplice di quello che pare, se non esiste l'arte per l'arte non esiste neanche l'amore per l'amore e moltissime altre cose.

Che ne dite?
Ma l'arte come l'amore e' una forma di comunicazione , voglio dire che si manifesta sempre in un certo modo .
Anzi in quel modo che e' tale perche' deve essere percepito dagli altri .
In questo mondo ,l'amore per l'amore come l'arte per l'arte si pongono all'estremo margine di una manifestazione , e' un tendere all'infinito ma non e' mai infinito .
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Vecchio 22-04-2010, 08.20.01   #7
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L'arte secondo me è come un albero ed ogni opera è un suo frutto.
Quando ci si collega a quell'albero per poter chiedere a quell'albero dobbiamo essere attraversati da una strana energia altrimenti l'albero pare sterile.
Quando questo avviene lo si fa per se stessi il fiore nasce perchè è la stagione giusta, poi si decide cosa fare di quel frutto, ma è un'altra cosa. Non ha niente a che vedere con l'albero ne con il frutto, ma con la nostra personalità.
Si arriva a creare perchè attraversati da un dio che per quel momento di possessione ingravidandoci fa si che nasca quel frutto.
Credo che sia una forma di contatto con la divinità, di comunicazione con l'invisibile.
Se metti l'anima, in quel momento sei in uno stato di grazia.
Gli altri nel caso vengono prima e mai dopo.
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Vecchio 22-04-2010, 08.54.29   #8
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Se non scambiamo la creatività per arte , questa non può prescindere dalla conoscenza e secondo me da far conoscere.
L'artista crea per se stesso o per gli altri? Entrambe le fasi per me sono vere. C'è un momento in cui segue la propia idea, il proprio impulso, e un momento in cui espone alla vista degli altri. Ma può partire all'inverso, creare per vendere, per viverci, ma passare lo stesso da un momento privato in cui nessuno può mai entrare e capire tutto ciò che dell'opera vedrà.

Filo io non sarei proprio daccordo sul pensare che in generale l'artista lavora per liberare qualcosa che lo faccia stare meglio quando sta male.
Può succedere certo, ma ci si augura che non sia sempre così, se un musicista ci mettesse le forze basse del suo inconscio, di puro sfogo, mentre percuote un tampuro non credo ne riceveremmo una cosa bella. Cosa diversa è se l'artista invece è mosso da un desiderio di denuncia, in quel caso la motivazione è l'abberrazione stessa, ma è un fatto consapevole, calibra strumenti ed espressione per ottenere quello scopo, vedi Guernica tanto per fare un esempio. Oppure i romantici che esprimono il tormento dei sentimenti. Altri hanno espresso una certa follia dell'inconscio collettivo, il malessere di una generazione. San Francesco racconta della bellezza della natura creata da Dio. In mezzo ci stanno infinite varianti, come infinito è il discorso. Si può dire che inizia già quando la coscienza dell'uomo si stava per affacciare?

Ho letto ora Griselda, mi sembra bello anche solo leggerlo ciò che hai scritto.

Ultima modifica di webetina : 22-04-2010 alle ore 09.16.19.
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Vecchio 22-04-2010, 09.19.52   #9
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Io credo che l'Arte dovrebbe scaturire da una particolare condizione... dell'essere?
Però poi parlo con un mio amico pittore, che mi dice che deve studiare nuove e diverse forme di espressione artistica per poter attirare l'attenzione della gente... perchè l'arte, mi dice, non è fine a se stessa, per chi la produce, ma è un modo con cui l'artista comunica agli altri ciò che sente... e quindi non può prescindere dagli altri
Ma allora quest'arte nasce da un bisogno dell'artista?
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Vecchio 22-04-2010, 09.22.24   #10
Edera
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In effetti ci sono artisti che hanno passato una vita ricca e tutto sommato felice vedi Wassily Kandinskij o altri..
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Vecchio 22-04-2010, 09.41.39   #11
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Se non scambiamo la creatività per arte , questa non può prescindere dalla conoscenza e secondo me da far conoscere.
L'artista crea per se stesso o per gli altri? Entrambe le fasi per me sono vere. C'è un momento in cui segue la propia idea, il proprio impulso, e un momento in cui espone alla vista degli altri. Ma può partire all'inverso, creare per vendere, per viverci, ma passare lo stesso da un momento privato in cui nessuno può mai entrare e capire tutto ciò che dell'opera vedrà.
L'artista crea dietro un impulso, vede il quadro già nella sua mente poi tenta di riprodurlo, ma la visione è già in lui. Potrebbe anche non pubblicare niente ed essere un artista vero, poi c'è il creativo, colui che della sua abilità ne fa un mestiere redditizio, usa tutti i mezzi per conoscere i gusti del pubblico, lui sì ha bisogno del pubblico!
Se ascoltiamo Mozart apprezziamo tutti i suoi voli armonici, ne gustiamo il virtuosismo ma in fondo ciò che ci resta di lui è la sua musica che come un messaggio universale attraversa l'anima e può essere inteso da chiunque faccia parte del genere umano, in qualsiasi tempo e in qualsiasi latitudine.
Potremmo fare una distinsione tra vero artista e creativo, potrebbe esserci?
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Vecchio 22-04-2010, 14.38.43   #12
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L'artista crea dietro un impulso, vede il quadro già nella sua mente poi tenta di riprodurlo, ma la visione è già in lui. Potrebbe anche non pubblicare niente ed essere un artista vero, poi c'è il creativo, colui che della sua abilità ne fa un mestiere redditizio, usa tutti i mezzi per conoscere i gusti del pubblico, lui sì ha bisogno del pubblico!
L'rtista ha una idea completa di ciò che vuol creare anche se il risultato finale ha sempre qualcosa in più o in meno di ciò a cui aspirava che egli stesso non può prevedere anche nelle migliori capacità ideative, ed è giusto così, quel piccolo o grande mistero finale di ogni opera che lascia l'artista pronto secondo me ad incominciare un'altra opera presto o darti ancora( questa ultima cosa è ciò di cui mi sono convinta nel tempo senza sapere se è veramente così, un convincimento che è solo frutto del mio sentire). Ma perchè tutto ciò lo associ assolutamente a colui che non ricava consensi o soldi da chi lo ammira? Pubblicare costa, respirare e mangiare mentre si crea costa, allora si presume che un artista vero abbia già un altro lavoro, già è più complicato...

Ma non ne volevo fare solo un discorso pratico di sopravvivenza. C'è qualcosa che stimola molto di più nel pensare che la propria creazione sarà vista al di là se guadagnerà qualcosa o no secondo me.

Il mio ex parrucchiere è un pittore molto bravo che espone in alcune gallerie d'Italia, ogni tanto vende un pezzo, ma è restio a vendere a chiunque. Lui non mangia con la pittura ma so che ti apprezza se chiedi di mostrarti i suoi lavori e si è offerto anche di insegnarmi a dipingere, e forse in un'altra vita accetterò. Egli è schivo, di poche parole, non abbiate pregiudizio perchè tagliava i capelli con successo,ora è in pensione; in città non ha mai venduto tanto per questo, a meno che non avesse ceduto a pochi soldi. Ogni artista ha una sua storia, non mi riesce anche se volessi, generalizzare.

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Vecchio 22-04-2010, 14.44.07   #13
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L'rtista ha una idea completa di ciò che vuol creare anche se il risultato finale ha sempre qualcosa in più o in meno di ciò a cui aspirava che egli stesso non può prevedere anche nelle migliosi capacità ideative. Ma perchè tutto ciò lo associ assolutamente a colui che non ricava consensi o soldi da chi lo ammira?
Ma non ne volevo fare solo un discorso pratico di sopravvivenza. C'è qualcosa che stimola molto di più nel pensare che la propria creazione sarà vista al di là se guadagnerà qualcosa o no secondo me.
In fondo pensiamo la stessa cosa, l'artista può essere artista aldilà della pubblicazione o meno delle sue opere, per lo meno io voglio dire questo.
Non dico che chi pubblica i propri quadri non possa creare delle opere d'arte, ma il titolo del tread si pone la domanda se ci può essere arte senza pubblico...e secondo me la risposta è sì, si può essere artisti anche senza pubblico.

Forse come dici l'artista può essere influenzato dall'idea del pubblico, ma se è un vero artista esprimerà sempre se stesso, non quello che piace agli altri...

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Vecchio 22-04-2010, 15.56.15   #14
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Coloro che invece usano il tratto pittorico per comunicare agli altri un messaggio, strumentalizzano le loro capacità ed usano i quadri come un linguaggio più immediato e se vogliamo primitivo, la figura va diritta allo scopo, non so se con questo genere di comunicazione, bella e suadente quanto si vuole, possano assurgere a livello di arte vera, duratura nel tempo, forse una volta finito il tempo reale di quel messaggio politico...la pittura potrebbe restare una semplice effige senza particolari emozioni.
Nel caso dell'artista che fa arte politica (Tania Bruguera ma anche moltissimi altri) non c'è opera concreta e materiale vendibile, non ci sono quadri o sculture con cui sviluppare mercato, ci sono solo performance, quindi interazioni tra artista e pubblico.
Se sia Arte con A maiuscola mah.. Sicuramente è il tipo di arte che va per la maggiore nella contemporaneità, come se questo tempo più che di arte contemplativa avesse bisogno di scuotere in modi più o meno eclatanti le coscienze.
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Vecchio 22-04-2010, 15.58.06   #15
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In fondo pensiamo la stessa cosa, l'artista può essere artista aldilà della pubblicazione o meno delle sue opere, per lo meno io voglio dire questo.
Non dico che chi pubblica i propri quadri non possa creare delle opere d'arte, ma il titolo del tread si pone la domanda se ci può essere arte senza pubblico...e secondo me la risposta è sì, si può essere artisti anche senza pubblico.

Forse come dici l'artista può essere influenzato dall'idea del pubblico, ma se è un vero artista esprimerà sempre se stesso, non quello che piace agli altri...
Ma l'artista non e' una parte del pubblico?
Non e' influenzato dal pubblico piu' vasto che e' anche dentro di se' ?
Anche se il quadro non esce fuori da casa sua non interpreta quel tempo e quell'osservatorio?
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Vecchio 22-04-2010, 18.57.24   #16
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ma il titolo del tread si pone la domanda se ci può essere arte senza pubblico...e secondo me la risposta è sì, si può essere artisti anche senza pubblico.

...
Nel senso di artisti che non hanno mai fatto vedere le loro opere e magari sono venute alla luce dopo la loro morte o nemmeno dopo? sicuramente sarà accaduto, forse allora non è nemmeno quantificabile, chi lo sa.

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Da Nikelise: Ma l'artista non e' una parte del pubblico?
Non e' influenzato dal pubblico piu' vasto che e' anche dentro di se' ?
Anche se il quadro non esce fuori da casa sua non interpreta quel tempo e quell'osservatorio?
La tua domanda è alquanto originale, potrei pensare ad un matto che si scompone in mille io, oppure al fenomento normale di attingere all'inconscio collettivo che spesso orienta bene su ciò che della nostra opera è ok, "universalmente" ok. Oppure non ho capito cosa intendevi. Chiarisci se ti va, mi piace questa cosa. Quando ero piccola parlavo da sola mentre recitavo tante parti per gioco e immaginavo anche la parte del pubblico. Non era male in mancanza di compagnia.
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Vecchio 22-04-2010, 19.58.57   #17
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Nel senso di artisti che non hanno mai fatto vedere le loro opere e magari sono venute alla luce dopo la loro morte o nemmeno dopo? sicuramente sarà accaduto, forse allora non è nemmeno quantificabile, chi lo sa.


La tua domanda è alquanto originale, potrei pensare ad un matto che si scompone in mille io, oppure al fenomento normale di attingere all'inconscio collettivo che spesso orienta bene su ciò che della nostra opera è ok, "universalmente" ok. Oppure non ho capito cosa intendevi. Chiarisci se ti va, mi piace questa cosa. Quando ero piccola parlavo da sola mentre recitavo tante parti per gioco e immaginavo anche la parte del pubblico. Non era male in mancanza di compagnia.
Volevo dire che l'artista quando crea l'opera d'arte quanto meno crea per se' , e' il fruitore della sua opera .
Ma lui e' , parafrasando , uno ,a volte nessuno ma spessissimo centomila cioeì e' il portato di tutti noi come dicevi tu a livello inconscio ma anche conscio .
Quindi come detto piu' su , l'arte per l'arte e' quantomeno l'arte per l'artista e nel contempo e' anche figlia del suo tempo .
Come l'amore per se stesso non esiste , sara' sempre una relazione cone te , con l'ambiente ,con l'insieme delle persone.
Insomma e' sempre una manifestazione e come tale e' in relazione a qualcosa .
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Vecchio 23-04-2010, 00.05.45   #18
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Ma l'artista non e' una parte del pubblico?
Non e' influenzato dal pubblico piu' vasto che e' anche dentro di se' ?
Anche se il quadro non esce fuori da casa sua non interpreta quel tempo e quell'osservatorio?
Certo è un pensiero cavilloso, tuttavia si può dire che ognuno di noi partecipa del sociale, della "cosa pubblica" e ne viene influenzato, purchè non oggettivizzi tale influsso e ne faccia uso per poter vendere i suoi quadri che diventano di maniera.
Ogni autore e artista è interprete del suo tempo e attraverso tale interpretazione e influenza esprime i suoi turbamenti, il pathos che vibra in lui, solo nei tempi successivi le vere opere sanno ancora comunicare i sentimenti altrimenti sono semplici poster.
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Vecchio 23-04-2010, 07.42.23   #19
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Certo è un pensiero cavilloso, tuttavia si può dire che ognuno di noi partecipa del sociale, della "cosa pubblica" e ne viene influenzato, purchè non oggettivizzi tale influsso e ne faccia uso per poter vendere i suoi quadri che diventano di maniera.
Ogni autore e artista è interprete del suo tempo e attraverso tale interpretazione e influenza esprime i suoi turbamenti, il pathos che vibra in lui, solo nei tempi successivi le vere opere sanno ancora comunicare i sentimenti altrimenti sono semplici poster.
Se lo vuoi meno cavilloso allora e' cosi' :
l'arte come l'amore e come tutto non sta in piedi in se' e per se' e' sempre legato al contesto e ad un pubblico quale che sia .
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Vecchio 23-04-2010, 08.40.56   #20
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Se lo vuoi meno cavilloso allora e' cosi' :
l'arte come l'amore e come tutto non sta in piedi in se' e per se' e' sempre legato al contesto e ad un pubblico quale che sia .
Detto così è comprensibile e sembrerebbe elimnare la questione. Ma non credo la elimini, non sarebbero in tanti a volerci vedere nell'arte una nobile espressione fine a se stessa. Si dovrebbe forse riformulare la domanda? e necessariamente chiedersi qual'è in senso comune che l'uomo normale attribuisce all'arte e in che rapporto stiamo con essa? come si fa ad entare nello scenario mentale spirituale di un artista senza mai esserlo stato? molti trattati ci vorrebbero. A me viene difficile anche se mi affascina piu di altre cose.
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Vecchio 23-04-2010, 10.55.47   #21
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Detto così è comprensibile e sembrerebbe elimnare la questione. Ma non credo la elimini, non sarebbero in tanti a volerci vedere nell'arte una nobile espressione fine a se stessa. Si dovrebbe forse riformulare la domanda? e necessariamente chiedersi qual'è in senso comune che l'uomo normale attribuisce all'arte e in che rapporto stiamo con essa? come si fa ad entare nello scenario mentale spirituale di un artista senza mai esserlo stato? molti trattati ci vorrebbero. A me viene difficile anche se mi affascina piu di altre cose.
Non sei tu che entri nello scenario spirituale dell'artista, è la sua poesia, la sua espressività, il suo messaggio che è lo stesso del tuo io, che entra in te., per questo si chiama arte con la A maiuscola, perchè ha un linguaggio universale, adatto a tutti i tempi, ha la voce del genere umano, nei suoi dolori e nelle sue gioie, per questo sono sempre attuali Omero, Dante, Shakespeare
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Vecchio 23-04-2010, 11.29.45   #22
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Non sei tu che entri nello scenario spirituale dell'artista, è la sua poesia, la sua espressività, il suo messaggio che è lo stesso del tuo io, che entra in te., per questo si chiama arte con la A maiuscola, perchè ha un linguaggio universale, adatto a tutti i tempi, ha la voce del genere umano, nei suoi dolori e nelle sue gioie, per questo sono sempre attuali Omero, Dante, Shakespeare
Si, è bello ciò che dici, mi tocca non poco e per un attimo fa riposare la mia mente.
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Vecchio 26-02-2012, 23.53.47   #23
Astral
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Il discorso si fa difficile...

Se sono un architetto, uno scultore, un pittore, e progetto un opera d'arte la vedranno tutti, ma nessuno mi impedisce di esporre le opere senza avere un pubblico.

Stesso vale per i mestieri artigianali, in quel caso la mia arte deve essere però per forza venduta, o altrimenti...

Però il discorso di gente di spettacolo, quali ballerini, cantanti, attori, necessita obbligatoriamente un pubblico. Infatti non si canta, non si balla e non si recita per se stesso, senza pubblico, ed è per questo fondamentale averlo.

Altro discorso è che il tocco personale, nel campo artistico è fondamentale, un artista deve distinguersi dall'altro, non può essere uguale.
Un picasso, infatti non è uguale ad un Botticelli (tralasciando che sono in due periodi diversi) Battisti è Battisti, e Celentano è Celentano, e Julia Roberts è lei proprio perchè è unica e non è Sharon Stone.

Bisogna fare entrare l'Arte in se stessi, ma poi tocca esprimerla con il tocco personale, e non in modo anonimo, tanto che la cosidetta personalità artistica è quello che rende una persona artista, piuttosto che un semplice esecutore, almeno quando si parla di Arte in termini di Spettacolo.

In termini diversi, c'è un arte al servizio dell'umanità, dovuta ad altri fattori.
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