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Vecchio 24-05-2007, 15.13.18   #1
RedWitch
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Predefinito Bisogni: reali e non

Quante volte crediamo di aver bisogno di qualcosa e poi ci rendiamo conto che non è così?

Per vivere si ha bisogno di mangiare, pero' capita che ci si siede a tavola a cena e non si ha fame davvero, si mangia perchè è ora di cena , oppure si va a letto ad una certa ora perchè di notte "bisogna" dormire, pero' non è detto che in quel momento sia quello che serve.
Ci sono molte cose che facciamo in questo modo, scandite da ritmi che vengono imposti, dalla società, dalle abitudini, senza mai ascoltare davvero ciò di cui avremmo bisogno.

Come distinguere i bisogni reali, da quelli non reali?

Per il momento, l'unica risposta che ho trovato, è quella di cercare di ascoltarmi davvero, più che posso, con risultati alterni, di distinguere i momenti in cui ho bisogno davvero di qualcosa (di aiuto, ascolto o quantaltro), pero' a volte mi sembra di aver davvero bisogno di qualcosa e poi scopro (dopo) che non era così...

Ultima modifica di RedWitch : 24-05-2007 alle ore 15.15.50.
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Vecchio 24-05-2007, 20.19.11   #2
Ray
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pero' a volte mi sembra di aver davvero bisogno di qualcosa e poi scopro (dopo) che non era così...
Beh, anche questo è un modo di distinguere i bisogni reali da quelli che non lo sono. Ok, a posteriori, ma non si può sempre sapere (direi mai) qualcosa senza averla osservata prima. Nella soddisfazione di un bisogno presunto, se entrano osservazione e sperimentazione, già cambia qualcosa...
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Vecchio 24-05-2007, 22.08.33   #3
'ayn soph
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In effetti avremmo bisogno di pochissimo, tutto il resto è in sovrappiù.
Basta ascoltarsi, il più delle volte pensiamo che una cosa o un'altra ci possa dare una certa gioia o un gusto particolare o un benessere. Tutte queste cose già ce l'abbiamo dentro, le stiamo cercando fuori ma non le troveremo facilmente, chi cerca è perchè non ha trovato.
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Vecchio 24-05-2007, 23.23.31   #4
Shanti
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pero' a volte mi sembra di aver davvero bisogno di qualcosa e poi scopro (dopo) che non era così...
Questo è il motivo per cui molte volte si iniziano alcune cose e poi non si finiscono, ma è anche vero che subito sembra un bisogno reale, si crede che serva a qualcosa e finchè non si è provato a soddisfarlo non si riesce a capire.
Distinguere non è semplice, vero anche che effettivamente avremmo bisogno di pochissimo e forse lo capiremmo se non ci lasciassimo distrarre continuamente dai falsi bisogni: meno ne abbiamo e più siamo liberi da ciò che ci fa sentire costretti a soddisfarli.
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Vecchio 25-05-2007, 00.27.50   #5
Grey Owl
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Come distinguere i bisogni reali, da quelli non reali?
Credo che l'unico modo possibile nelle condizioni umane sia cercare di soddisfare il bisogno osservandosi per poi scoprire che non era un bisogno reale.

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Per il momento, l'unica risposta che ho trovato, è quella di cercare di ascoltarmi davvero, più che posso, con risultati alterni, di distinguere i momenti in cui ho bisogno davvero di qualcosa (di aiuto, ascolto o quantaltro), pero' a volte mi sembra di aver davvero bisogno di qualcosa e poi scopro (dopo) che non era così...
Concordo... ascoltarsi porta a conoscersi meglio...
Hai usato spesso la parola davvero... in verità si fà quello che si può... cercando di fare al meglio... ne più ne meno... lo credo davvero.

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Vecchio 25-05-2007, 12.51.23   #6
Faltea
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(ma ciao! Indaffarata ma ci sono... )
Secondo me c'è da considerare anche quando un bisogno reale è reale veramente e non è solo una maschera.
Il cibo per esempio. Spessissimo si sentono persone che mangiano per nervosismo, hanno fame, ma una "fame falsa" che serve a colmare non lo stomaco ma la psiche...
La fame la sentono realmente, ma non è un bisogno fisico. Non è una mancanza di cibo-energia ma uno sfogo forse..
Credo che un'attenta riflessione può differenziare questi bisogni-reali da bisogni-maschere...

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Vecchio 25-05-2007, 13.01.55   #7
'ayn soph
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(ma ciao! Indaffarata ma ci sono... )
Credo che un'attenta riflessione può differenziare questi bisogni-reali da bisogni-maschere...
Credo che ci voglia più di una attenta riflessione. Se fai una attenta riflessione sei ad un livello in cui puoi fare a meno di tutto (nelle dovute maniere), e invece sembrerebbe che riflettendo un attimo si possa evitare di mangiare, non credo che si possa dire questa frase a chi ha problemi di obesità, anche incentivati purtroppo da costituzioni ed ereditarietà. Secondo me è un cammino che ci porta ad arrivare a............. e non semplicemente facendo una parentesi e dicendo "ho riflettuto, non devo mangiare in questo modo".
Quando sei maturo ed arrivi a controllare quello che fai, non hai bisogno di rifletterci.
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Vecchio 25-05-2007, 13.31.23   #8
Era
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ma si....il mangiare...in modo particolare è un "giochetto"
che serve (ma non è vero) a riempire vuoti....
vuoti affettivi....di relazione....insoddisfazioni....e poichè
è più facile pararsi il c...lo....si riempie nel modo più facile
cioè riempiendo la pancia....e continuare il sonnellino segue che non si risolve nulla
ma si aggiunge vuoto su vuoto......

quello del cibo è solo un esempio...ce ne sono mille altri...
ma davvero mi servono tutti quei libri che compero?
e l' ennesima borsa firmata o meno?
e il cellulare di ultima generazione che fa tuttotutto
compreso il caffè?

ecco....hai ragione Red....
ascoltarsi davvero....ma anche...nell' ascolto...essere
sinceri con se stessi.....e cercave in quel vuoto/buio
cosa realmente serve

__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
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Vecchio 25-05-2007, 16.08.58   #9
RedWitch
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Credo che l'unico modo possibile nelle condizioni umane sia cercare di soddisfare il bisogno osservandosi per poi scoprire che non era un bisogno reale.
Concordo Grey, questo pero' non è sempre possibile farlo. Mettiamo che io senta un irrefrenabile bisogno di picchiare qualcuno.. che faccio me ne vado in giro a menare la gente?

Faltea (ciao) diceva che sentiamo anche la fame nervosa , come stimolo reale, ed è verissimo (la conosco quel tipo di fame..) ma che non è fame reale .. allora quando la sento, posso mangiare per capire se il vuoto che cerco di riempire è nello stomaco o da qualche altra parte..

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quello del cibo è solo un esempio...ce ne sono mille altri...
ma davvero mi servono tutti quei libri che compero?
e l' ennesima borsa firmata o meno?
e il cellulare di ultima generazione che fa tuttotutto
compreso il caffè?
Ecco.. ma se si riuscisse a chiedersi un attimo prima di fare gli acquisti (o di chiedere aiuto, ascolto, di mangiare etc) "ne ho davvero bisogno?" forse sarebbe un passetto in più, senza dover soddisfare il bisogno per capirlo..
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Vecchio 25-05-2007, 17.09.15   #10
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Sono di frettissima ma incasiniamo un pò..... (in maniera semplice ) per allargare il discorso.

Se ascolto lo stomaco, mangio il giusto, ma come giustamente detto a volte l'emotività mi fa mangiare di più... beh... volendo sottilizzare non si può neanche dire che non sia un bisogno quel mangiare... in realtà saebbe un bisogno richiesto da una parte sbagliata.... come se, per esempio, mi attirassero giochi mentali per sentirmi dire che bravo che sono.... anche qui soddisfo la parte emozionale.... urca.... è sempre lei che ha bisogni non suoi? E il corpo? E la mente?
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Vecchio 25-05-2007, 17.15.07   #11
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La differenza è data dalla quantità, sempre.
Se riesco a stare nel mezzo è già un traguardo.
Di bisogni ci sono quelli primari che vanno cmq soddisfatti e riguardano appunto il mangiare il dormire etc, ma anche dietro questi si cela la possibilità di abbondare.
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Vecchio 25-05-2007, 22.41.12   #12
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Come dice Ayn, il giusto sta nel mezzo... Aggiungo: già tanto riuscire a stare nel mezzo almeno per il 60/70% delle volte...

Pensavo... (Uno, muovi le mie rotelle come un giocoliere fa con i birilli )
Da chi parte questo imput?

Sono in uno stato emozionale particolare che crea una carenza, la stessa crea un malessere non ben definito, l'imput-carenza-malessere arriva al cervello che cerca di compensare con i mezzi che possiede.
Se sono una persona che trae immenso giovamento nello sperperare soldi, ritengo che il cervello per alleviare questo malessere generi una "voglia di spendere"... che dovrebbe compensare in automatico la carenza.
Ma... come posso comprendere il malessere e direzionare la mia azione successiva verso una reale soluzione e non verso un pagliativo virtuale come spendere, abbuffarmi, ecc?

Mi fermo perché non ho le idee chiare rischio di ingarbugliare tutto come il mio solito .....


ma quanto mi siete mancati

Ultima modifica di Faltea : 25-05-2007 alle ore 22.44.58.
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Vecchio 25-05-2007, 22.54.04   #13
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Se sono una persona che trae immenso giovamento nello sperperare soldi, ritengo che il cervello per alleviare questo malessere generi una "voglia di spendere"... che dovrebbe compensare in automatico la carenza.
Ma... come posso comprendere il malessere e direzionare la mia azione successiva verso una reale soluzione e non verso un pagliativo virtuale come spendere, abbuffarmi, ecc?

Mi fermo perché non ho le idee chiare rischio di ingarbugliare tutto come il mio solito .....


ma quanto mi siete mancati
forse rendendosi conto che nonostante le suddette abbuffate cervellotiche...non ci si sente mai sazi..
o meglio appagati?.....
mi sa che davvero funzionerebbe il "conosci te stesso"
se si fosse onesti con se stessi.....

ma come mancati?....non ti sei ancora saziata?
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Vecchio 25-05-2007, 22.56.10   #14
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Non voglio essere scortese (poi ti risponderà Uno alla tua).
Cmq mi sembra che tutto dipenda da cosa io prenda per ideale o chiamiamolo fede o punto di riferimento.
Insomma se sono interessato oltre che a tutti gli aspetti della vita (dove metterò il massimo della mia maestria) soprattutto al mondo spirituale, dovrei essere esente ovvero meno attaccabile dai concetti di spesa di denaro, cibo, surplus di vestiti, auto, e però dovrò stare invece attento a corsi e corsetti di falsa spiritualità, meditazione, abbondanza di libri ect.

P.S.: ho postato insieme ad Era, ma fa lo stesso.
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Vecchio 26-05-2007, 09.19.09   #15
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Concordo Grey, questo pero' non è sempre possibile farlo. Mettiamo che io senta un irrefrenabile bisogno di picchiare qualcuno.. che faccio me ne vado in giro a menare la gente?
Certo Red!!!... ogni giorno aspetto dietro l'angolo della via e faccio un pestaggio...hahahahaha

Il fatto è che se "non ne posso fare a meno"... che faccio allora?... vivo nella fantasia un bisogno e continuo a "vivere" senza "provare"/"sperimentare" il bisogno?
Oppure vivo il bisogno di picchiare cercando di osservarmi?

Per ricollegarmi al post "sensi di colpa"... se nel picchiare non sono "presente" (non metto attenzione) poi piango lacrime di coccodrillo e mi flagello per la "mostruosità" che ho fatto un momento prima e continuo a "sbagliare" ogni volta che capita l'occasione.

In questo caso non è "se" ma quando "capiterà" perchè non ho ri-solto il mio bisogno verso il picchiare... ed ogni volta giustificherò... ogni volta mi dispiacerò verso questo mio lato oscuro...

I bisogni sono reali nel momento che li sentiamo tali... l'osservazione è l'unica via percorribile... il non viverli è un rimandare l'osservazione... come il non osservarli quando questi bisogni li soddisfiamo.

ahhh.. non ho mai picchiato nessuno in vita mia... non è un mio bisogno anche se fisicamente sarei predisposto...hahahaha

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Vecchio 26-05-2007, 09.26.38   #16
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Sono di frettissima ma incasiniamo un pò..... (in maniera semplice ) per allargare il discorso.

Se ascolto lo stomaco, mangio il giusto, ma come giustamente detto a volte l'emotività mi fa mangiare di più... beh... volendo sottilizzare non si può neanche dire che non sia un bisogno quel mangiare... in realtà saebbe un bisogno richiesto da una parte sbagliata.... come se, per esempio, mi attirassero giochi mentali per sentirmi dire che bravo che sono.... anche qui soddisfo la parte emozionale.... urca.... è sempre lei che ha bisogni non suoi? E il corpo? E la mente?
Beh, se non sempre, assai spesso a mio avviso. La parte emozionale (centro emozionale per Gurdy) vibra (o potrebbe vibrare) ad una velocità molto maggiore degli altri centri. Ma noi non siamo quasi mai abbastanza svegli o presenti da nutrirci bene delle impressioni. Dico quasi mai... pensiamo ad un innamorato... mangia come un uccellino no?

Quindi va a finire che la parte emozionale cerca di nutrirsi attraverso il lavoro degli altri centri (corpo o mente), come dire che ci abbuffiamo di continuo ma siamo sempre affamati. Poi il discorso si complica (o si semplifica... mah) se prendiamo in considerazione le parti emozionali dei vari centri...

Vero il fatto che da un certo punto di vista sono bisogni anche questi mal funzionamenti, ma è vero anche che sono bisogni non reali, dato che soddisfarlinel modo suggerito dall'impulso è sempre un palliativo, un'arginare momentaneo, mica risolvo, il bisogno tornerà sempre maggiore perchè la mancanza crederà di aver trovato un'altra strada dato che non può percorrere quella corretta (dell'alta vibrazione). Solo che l'altra strada in realtà non funziona.
Risolvo solo se inizio a svegliarmi e a vibrare abbastanza da prendere di più dalle impressioni...
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Vecchio 26-05-2007, 12.09.07   #17
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Se non sbaglio G. diceva che tutti i centri funzionano male, dunque teoricamente non dovrebbe essere solo la parte emozionale a scambiare per suoi bisogni di altre parti, ma fatico a trovare degli esempi.

Se percepisco come un pericolo qualcosa che in realtà non lo è, il mio corpo sentirà il bisogno di scappare , di allontanarsi (mettiamo che ho la fobia degli insetti, anche se vedo un innocuo moscerino, per paura dovrò allontanarmi)
La falsa paura (mente) fa in modo che il mio corpo percepisca il bisogno di scappare no?

non ci sono per niente con sta cosa
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Vecchio 27-05-2007, 00.29.37   #18
Faltea
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[quote='ayn soph;34288]Non voglio essere scortese (poi ti risponderà Uno alla tua).

Cmq mi sembra che tutto dipenda da cosa io prenda per ideale o chiamiamolo fede o punto di riferimento.
Insomma se sono interessato oltre che a tutti gli aspetti della vita (dove metterò il massimo della mia maestria) soprattutto al mondo spirituale, dovrei essere esente ovvero meno attaccabile dai concetti di spesa di denaro, cibo, surplus di vestiti, auto, e però dovrò stare invece attento a corsi e corsetti di falsa spiritualità, meditazione, abbondanza di libri ect.
[quote]

Uh? ?? Perché dovresti essere scortese?

Mah... difficile riuscire a mettere il massimo della maestria se sono interessato a tutti gli aspetti della vita.
Almeno di non possedere una super-mente o utilizzarla al di sopra della media..
Il massimo si riesce ad applicare su una cosa alla volta... altrimenti sarebbe un 100 diviso per tutte le cose che sto approfondendo..
Penso che una persona dedita anima e corpo alla spiritualità abbia effettivamente superato questi bisogni non reali.
Ma (parlo per me) si è ancora molto lontani...

Ultima modifica di Faltea : 27-05-2007 alle ore 00.31.06. Motivo: niente.. non riesco a sistemare il quote, vabbé
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