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Vecchio 08-12-2011, 01.40.28   #1
Astral
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Predefinito Dubbi esoterici/spirituali

Ci pensavo l'altro giorno...

La psicologia e l'esoterismo mi forniscono sicuramente delle ottime chiavi di autosservazione e conoscenza di me stesso il che non è male, però sento che manco di qualcosa, qualcosa che prima che avevo, e seppur non ci arrivavo con la logica come ora, era sempre alla mia portata, sembrava un sapere interiore.

Non metto in dubbio che ogni percorso è completo, però mi sembra di aver perso una parte importantissima fondamentale, quella in cui ero sempre in grazia, quando facevo parte di una religione.
Si sono contento di avere una mente ed un cervello che sa pensare a prescendire da quello che qualcuno mi dice che devo credere.

Però non credo che facendo esercizi di concentrazione, attenzione, consapevolezza e ricordo di se sia tutto, sicuramente sono di utilità, ma manca secondo me quel percorso fondamentale di preghiera e devozione, che dovrebbe essere imprescindibile e che fa schiudere i cosidetti doni dello Spirito Santo.

Finchè uno è stato un bigotto oppure un cattolico all'acqua di rose non è poi cosi difficile cambiare, ma per me che ho fatto determinate esperienze di Dio, è un po' diverso.

Non so manco perchè lo scritto qui, probabilmente per verbalizzare questa "crisi". Sicuramente continuerò a fare le discussione e gli esercizi, però non è sufficiente, non va bene, devo tornare un po' come ero prima, perchè cosi mi sembra di essere troppo nel mentale.
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Vecchio 08-12-2011, 11.22.30   #2
Faltea
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Comprendo questa tuo sentire in quanto ho lo stesso dilemma.
A differenza tua e di tanti qui in forum io non ho un'identità religiosa seppur creda in questa essenza superiore ma non sono legata a nessuna religione in particolare

Ho seguito percorsi e fatto esperienze che attraverso alcuni esercizi/mantra/meditazioni/etc ti permettevano di avvicinarti e sentire/percepire questa comunione col divino.
In svariati modi, secondo diverse culture. Non esiste solo la religione cristiana per connettersi col divino suppur tanti pensino che sia l'unica via.
Comunque questo devo aver creato uno spazio, nonostante il mio approcio fosse sempre molto scentifico, spazio che non si è compensato come invece avviene di norma.
Il corpo è compensazione, ti manca un braccio l'altro diventa due, eppure in questo caso, come se fosse una cosa al di fuori del corpo, la cosa non è avvenuta.
Pensavo fosse solo una questione di tempo, invece no. Più il tempo passa più la richiesta di occupare questo spazio preme.

Ora sono a piedi pieni nel mentale totale e percepisco chiaramente questo vuoto e ricordo con estrema chiarezza i periodi in cui mi sentivo "connessa".
Per ora ci convivo nell'attesa di capire.
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 08-12-2011, 12.01.51   #3
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Sai ciò che ha scaturito i miei dubbi?

Vedere teologi, esoteristi, maestri spirituale, avere una grande capacità di ricerca e logica, ma essere come dire freddi, mentre ho visto gente che non ha nemmeno letto o studiato che tramite la devozione e l'apertura allo spirito (nel mio caso Santo) parlava con saggezza, cioè lo sentivi che quelle parole non erano umane, io stesso all'epoca durante la preghiera ero sempre sereno, nonostante i problemi, sempre in pienezza e davo consigli o dicevo cose che mi rispondevano come facevo a saperle.
Il lavoro interiore sicuramente lo vedo come un percorso complementare, ma da solo non so quanti risultati porta, d'altronde la fede senza le opere sono nulla e le opere senza le fede uguale.
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Vecchio 08-12-2011, 14.15.51   #4
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A mio avviso un percorso spirituale deve essere completo, ed abbracciare tutti gli aspetti...cosa che credo facciano comunque le varie Tradizioni, una Via seria non può trascurare o abbandonare un'aspetto, alla fine credo debba permettere di fare esperienza viva su tutti.

Probabilmente, o almeno per me è così, la parte "emozionale" è la più difficile da trattare, ed aver nel frattempo sistemato per bene le altre parti può essere già di aiuto.

Io non ho mai frequantato assiduamente Chiese e praticanti, ma tutta 'sta devozione non mi pare di averla vista nella maggior parte dei casi, molta suggestione, molta boria travestita da umiltà quello sì, ma di altro che mi desse l'impressione di essere autentico, spontaneo , ne ho viste tracce piuttosto piccole sino ad ora.
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Ultima modifica di luke : 08-12-2011 alle ore 14.31.02.
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Vecchio 08-12-2011, 14.27.09   #5
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Il corpo è compensazione, ti manca un braccio l'altro diventa due, eppure in questo caso, come se fosse una cosa al di fuori del corpo, la cosa non è avvenuta.
Pensavo fosse solo una questione di tempo, invece no. Più il tempo passa più la richiesta di occupare questo spazio preme.
Per forza, se hai ancora entrambe le braccia anche se ti sforzi di usarne un braccio per due, quello che non usi ti rimane comunque attaccato.
Può andare bene se fatto volutamente, con metodo, alternando in maniera simmetrica, per allenamento e potenziamento, ma non per sempre.
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Vecchio 08-12-2011, 14.40.58   #6
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Ci pensavo l'altro giorno...

La psicologia e l'esoterismo mi forniscono sicuramente delle ottime chiavi di autosservazione e conoscenza di me stesso il che non è male, però sento che manco di qualcosa, qualcosa che prima che avevo, e seppur non ci arrivavo con la logica come ora, era sempre alla mia portata, sembrava un sapere interiore.

Non metto in dubbio che ogni percorso è completo, però mi sembra di aver perso una parte importantissima fondamentale, quella in cui ero sempre in grazia, quando facevo parte di una religione.
Si sono contento di avere una mente ed un cervello che sa pensare a prescendire da quello che qualcuno mi dice che devo credere.

Però non credo che facendo esercizi di concentrazione, attenzione, consapevolezza e ricordo di se sia tutto, sicuramente sono di utilità, ma manca secondo me quel percorso fondamentale di preghiera e devozione, che dovrebbe essere imprescindibile e che fa schiudere i cosidetti doni dello Spirito Santo.

Finchè uno è stato un bigotto oppure un cattolico all'acqua di rose non è poi cosi difficile cambiare, ma per me che ho fatto determinate esperienze di Dio, è un po' diverso.

Non so manco perchè lo scritto qui, probabilmente per verbalizzare questa "crisi". Sicuramente continuerò a fare le discussione e gli esercizi, però non è sufficiente, non va bene, devo tornare un po' come ero prima, perchè cosi mi sembra di essere troppo nel mentale.
Il tuo problema, se posso permettermi, è che prendi la conoscenza (che sia esoterica o di altro tipo) in maniera troppo asettica.
Provo una metafora: è come se tu ti preparassi un pranzo usando dei guanti in lattice, poi prendessi ogni ingrediente e lo bollissi, lo passassi in sterilizzanti chimici etc etc....
Sicuramente quel cibo non ti farà del male, ma privato di ogni interazione (nella metafora sostanze nutritive) non diventerà mai parte di te. Lo mangi lo digerisci e lo espelli.... la tua pelle magari sarà sempre perfetta, ma ti mancherà qualcosa, magari la forza o altro.
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Vecchio 08-12-2011, 16.57.32   #7
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A mio avviso un percorso spirituale deve essere completo, ed abbracciare tutti gli aspetti...cosa che credo facciano comunque le varie Tradizioni, una Via seria non può trascurare o abbandonare un'aspetto, alla fine credo debba permettere di fare esperienza viva su tutti.

Probabilmente, o almeno per me è così, la parte "emozionale" è la più difficile da trattare, ed aver nel frattempo sistemato per bene le altre parti può essere già di aiuto.

Io non ho mai frequantato assiduamente Chiese e praticanti, ma tutta 'sta devozione non mi pare di averla vista nella maggior parte dei casi, molta suggestione, molta boria travestita da umiltà quello sì, ma di altro che mi desse l'impressione di essere autentico, spontaneo , ne ho viste tracce piuttosto piccole sino ad ora.
Se ti riferisci alla messa tradizionale sono daccordo, ma entrare per esempio in chiesa da parte degli attivisti e frequentare movimento di approfondimento come Rinnovamento dello Spirito (per esempio) ti posso assicurare che cambia la vita e cambiano pure le persone.

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Il tuo problema, se posso permettermi, è che prendi la conoscenza (che sia esoterica o di altro tipo) in maniera troppo asettica.
Provo una metafora: è come se tu ti preparassi un pranzo usando dei guanti in lattice, poi prendessi ogni ingrediente e lo bollissi, lo passassi in sterilizzanti chimici etc etc....
Sicuramente quel cibo non ti farà del male, ma privato di ogni interazione (nella metafora sostanze nutritive) non diventerà mai parte di te. Lo mangi lo digerisci e lo espelli.... la tua pelle magari sarà sempre perfetta, ma ti mancherà qualcosa, magari la forza o altro.
Si esatto, fai bene a permetterti, perchè è proprio cosi, ci sto solo con la testa dentro, e infatti non volevo dare colpa all'esoterismo o a qualche tradizione, filosofia o religione. Forse prima non era cosi, forse un percorso devozionale mi ci faceva stare dentro e assimiliare molto.

Comunque non la vedo una cosa incompatibile, ma forse avrei bisogno di legare le due cose, o due percorsi. D'altronde se esiste un percorso essoterico ed uno esoterico in ogni religione, un motivo ci sarà.

Prima era il caso di lasciare quel percorso perchè avevo bisogno di approfondire meglio e sicuramente la spiritualità in termini di ricerca e apertura mentali di altri percorsi e religioni mi ha aiutato, adesso occorrerebbe ritornare alla parte devozionale, senza lasciare però la ricerca, la concentrazione ed il ricordo di se.

Non lo vedo come un ostacolo, ma piuttosto come fare la prossima tappa.
Indubbiamente anche l'esoterismo praticato seriamente può sbloccare l'emotività ed il cuore come la devozione, ma è ovvio che da solo è molto più difficile arrivarci rispetto a seguire un gruppo di chiesa o un movimento spirituale.

Sarà pure che ognuno di noi è diverso e seppure tutte le strade portano a Dio, alcuni switch ci si sbloccano con determinati archetipi.
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Vecchio 08-12-2011, 21.20.13   #8
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Quindi secondo voi e' possibile avere fede , vera fede , quella in Dio , quella descritta dalla religione cristiana che richiama la fiducia nella grazia e nelle opere ed al contempo procedere ad una ricerca spirituale ?
Non vi pare una contraddizione ?
Chi ha fede in Dio non ha nulla da cercare , ha gia' trovato .
Non vi pare '
E' chi non ha il dono della fede, perche' in effetti e' un dono , che ha il problema di trovare se' stesso , una via , una fede in qualcosa .

Ultima modifica di nikelise : 08-12-2011 alle ore 21.27.45.
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Vecchio 08-12-2011, 21.58.29   #9
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Quindi secondo voi e' possibile avere fede , vera fede , quella in Dio , quella descritta dalla religione cristiana che richiama la fiducia nella grazia e nelle opere ed al contempo procedere ad una ricerca spirituale ?
Non vi pare una contraddizione ?
Chi ha fede in Dio non ha nulla da cercare , ha gia' trovato .
Non vi pare '
E' chi non ha il dono della fede, perche' in effetti e' un dono , che ha il problema di trovare se' stesso , una via , una fede in qualcosa .
No non è una contraddizione, anzi senza una vera fede non si procede in una vera ricerca spirituale.
Con una metafora io posso aver fede che esiste una bellissima isola nel pacifico, ma questo non esclude che io voglia sperimentare la vita in quell'isola.
E' la fede bigotta che esclude qualsiasi ricerca.
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Vecchio 08-12-2011, 22.26.00   #10
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Si Nike, mi riferisco proprio a quella fede, quella in cui sai, senza ricercare, ma non perchè ci credi mentalmente, ma perchè lo senti ed è un sentire diverso che va l'oltre emotivo.

Sia ben chiaro, io quando sono venuto qui, ho già fatto questa esperienza, e mi sono appassionato alla ricerca esoterica, allo yoga ed altro, perchè mi serviva aprirmi al mondo e staccarmi un po' dall'istituzionalità.
Non so quale santo disse di credere prima e poi capire. Potrei dire che in un rapporto di coppia prima c'è l'amore e poi c'è l'analisi mentale e la ricerca per risolvere i problemi di famiglia.

Io non sono qui per cercare Dio, potrei dire di averlo in un certo senso già trovato, ma sicuramente la ricerca mi serve per essere sempre più simile a lui, capire il progetto divino che ha per ognuno di noi sulla terra.
Vi sono mille motivi per ricercare.

Si può resistere alle "tentazioni" facendo ricerca ed integrando le parti di noi stessi, o come fanno alcuni cristiani con la preghiera quella vera, e ti posso assicurare per esempio che ricevi una forza che ti aiuta veramente, l'unico problema è che in quel momento in cui sei forte, poi dovresti fare ricerca e capire le cose.

Sono sempre più convinto che i due sentieri siano correlati, d'altronde se mi sono allontanato dalla religione tradizionale è perchè avevo bisogno di ricerca, ora è un momento in cui ho necessita di essere più "devoto" ed "intuitivo".
Sarebbe un errore però abbandonare la ricerca.

D'altronde l'ha detto anche Uno su un topic, che possiamo essere bravi a fare meditazione, yoga, e tecniche varie, però se non comprendiamo gli aspetti o non abbiamo la giusta apertura, non si andrà avanti.

Mi parlate di fede (riferito a luke e nike) di quelli che vedete, si con un attenta analisi chi va in chiesa lo fa per la solitudine, paure e tradizioni (nel senso negativo del termine) tramandate dai genitori.
La ricerca impone un po' di solitudine, mentre la vita di fede impone spesso la preghiera ed il contatto con gli altri.


Nike per il dono della fede, potrei darti una risposta bizzarra, se non ce l'hai, chiedilo.
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Vecchio 09-12-2011, 08.09.55   #11
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E' chi non ha il dono della fede, perche' in effetti e' un dono , che ha il problema di trovare se' stesso , una via , una fede in qualcosa .
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E' la fede bigotta che esclude qualsiasi ricerca.
E come concilii la fede con il dubbio ?
Puo' una fede ammettere il dubbio senza negare se stessa ?

Temporaneamente forse ma in quel momento , quello del dubbio , non hai fede .
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Vecchio 09-12-2011, 09.49.39   #12
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Io non sono qui per cercare Dio, potrei dire di averlo in un certo senso già trovato, ma sicuramente la ricerca mi serve per essere sempre più simile a lui, capire il progetto divino che ha per ognuno di noi sulla terra.
Vi sono mille motivi per ricercare.
Vedi , qui come peraltro nel titolo del 3d confermi due cose .
La prima e' che la ricerca non ti ha soddisfatto , non ti ha fatto trovare quello che cercavi e che quello che ti manca pensi di trovarlo nella fede , nello slancio emozionale verso un credo .

La seconda , che si vede nel pezzo che ho quotato , e' che se hai fede in realta' non ricerchi altro , non risolvi un dubbio ma cerchi le conferme per quella fede che hai gia ' .
Anche questa e' ricerca ma circoscritta in un ambito predeterminato e fuori da li' non vuoi andare .

La ricerca deve avere come scopo quello di trovare quello che non hai , pur muovendo da delle basi certo ma per arrivare dove finora non ti eri spinto .
Quelle basi se sono la tua fede attuale le devi mettere in discussione altrimenti non ti sposti di un centimetro .
Mi torna in mente una frase : IL MEGLIO E' NEMICO DEL BENE :
significa che per avere il meglio almeno temporaneamente devi avversare quello che finora era bene anche solo per averne conferma e per acquisirne una coscienza piu' alta e piu' grande .

Ultima modifica di nikelise : 09-12-2011 alle ore 09.52.57.
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Vecchio 09-12-2011, 12.02.09   #13
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E come concilii la fede con il dubbio ?
Puo' una fede ammettere il dubbio senza negare se stessa ?

Temporaneamente forse ma in quel momento , quello del dubbio , non hai fede .
Perchè dovrei conciliare la fede con il dubbio?
Il dubbio viene prima della fede e prima della ricerca, o come dici tu nei momenti bui di entrambe.
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Vecchio 09-12-2011, 12.06.16   #14
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Perchè dovrei conciliare la fede con il dubbio?
Il dubbio viene prima della fede e prima della ricerca, o come dici tu nei momenti bui di entrambe.
Io direi che il dubbio viene prima della fede e durante la ricerca .
Quando hai trovato non hai , per il momento , dubbi ed hai acquisito una fede.
Questa e' la differenza che rende a mio parere incompatibili ricerca e fede .
A meno di ricercare una conferma della fede ma mi sa che se vuoi conferme qualche dubbio ce l'hai ....ma non sempre pero' spesso cerchi secondo la tua fede le sue conferme ma e' una ricerca limitata .
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Vecchio 09-12-2011, 12.21.58   #15
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Io direi che il dubbio viene prima della fede e durante la ricerca .
Quando hai trovato non hai , per il momento dubbi , ed hai acquisito una fede.
Questa e' la differenza che rende a mio parere incompatibili ricerca e fede .
A meno di ricercare una conferma della fede ma mi sa che se vuoi conferme qualche dubbio ce l'hai ....ma non sempre pero' .
Neanche quando sai cosa stai cercando hai dubbi...
Per questo dicevo che la vera ricerca può esserci solo con la vera fede, tu sai cosa stai cercando e hai fede in questo ancor prima di aver trovato.
Allo stesso modo in cui la vera fede ha bisogno di una vera ricerca, la fede senza la ricerca del come viverla, cioè portare sul piano dell'esistenza quello che nasce nel piano interiore, è fede bigotta.

Il dubbio può esserci solo prima o nei momenti bui di entrambe

Prova a pensare ad un esempio stupido, vai da un tuoamcio e gli chiedi in prestito l'auto. Questo ti dice che non c'è problema te la presta ma devi cercare in casa sua le chiavi perchè non ricorda dove l'ha messe.
Tu ti metti a cercare le chiavi perchè sai che esistono, che ne hai bisogno, questa è la vera ricerca che è anche un atto di fede (in questo caso verso l'amico, ma ovviamente noi stiamo parlando di piani più alti) altrimenti saresti nella migliore delle ipotesi un pazzo che va a cercare le chiavi in casa del tuo amico solo perchè a te serve un auto. Poi se lui l'ha l'auto, se l'aveva e l'ha venduta etc... a te non interessa e cerchi a caso...

Il dubbio lo puoi avere prima: "Il mio amico ha l'auto che mi occorre?"

Noti lo schema?
Dubbio/bisogno -> fede/ricerca -> certezze/appagamento

Però a dispetto delle frecce nessuno potrà mai completamente e definitivamente posizionarsi nell'ultimo stadio prima della morte.
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Vecchio 09-12-2011, 12.36.14   #16
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Neanche quando sai cosa stai cercando hai dubbi...
Per questo dicevo che la vera ricerca può esserci solo con la vera fede, tu sai cosa stai cercando e hai fede in questo ancor prima di aver trovato.
Allo stesso modo in cui la vera fede ha bisogno di una vera ricerca, la fede senza la ricerca del come viverla, cioè portare sul piano dell'esistenza quello che nasce nel piano interiore, è fede bigotta.

Il dubbio può esserci solo prima o nei momenti bui di entrambe

.
Allora sono messo male . Non ricerco ne' ho fede .

Pero' sfido chi ricerca al di la' del sapersi insoddisfatto a dire se sa cosa sta cercando e cosa vuole trovare .

Chi cerca se sapesse cosa cerca l'avrebbe gia' trovato .
A volte lo sa cosa cerca solo a parole ma da li' a viverlo ce ne vuole : tipo la conciliazione degli opposti o la serenita' o la completezza , sono solo parole in realta' non se ne sa nulla finche' non le si vive .
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Vecchio 09-12-2011, 12.59.21   #17
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Allora sono messo male . Non ricerco ne' ho fede .

Pero' sfido chi ricerca al di la' del sapersi insoddisfatto a dire se sa cosa sta cercando e cosa vuole trovare .

Chi cerca se sapesse cosa cerca l'avrebbe gia' trovato .
A volte lo sa cosa cerca solo a parole ma da li' a viverlo ce ne vuole : tipo la conciliazione degli opposti o la serenita' o la completezza , sono solo parole in realta' non se ne sa nulla finche' non le si vive .
Insomma se non vinci vuoi pareggiare..
Che significa: "chi cerca se sapesse cosa cerca..."?
Puoi sapere cosa cerchi ma non dove e come o essere ancora in grado di prendere quello che hai cercato/trovato, quindi cerchi questo modo etc......

Comunque si, non sono tanti coloro che stanno cercando veramente, il più sono al dubbio cioè prima e la Ricerca vera è appena prima della cosiddetta illuminazione.
Per essere nella vera Ricerca devi avere già degli strumenti e/o capacità...
Ma questo non toglie che come in tutte le cose da qualche parte si deve iniziare, magari a cercare gli strumenti etc...

Siamo d'accordo che parole ne girano tante.... è anche quello un modo per avere degli input, poi sta all'individuo decidere quello che vuole fare.
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Vecchio 09-12-2011, 15.06.21   #18
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Molte persone non sanno cosa cercano, ed altre persone non hanno fede. Non basta frequentare una chiesa per avere fede, in ogni caso io amplierei il discorso al concetto di devozione. Quando sai per vie interiori dell'esistenza di qualcosa di superiore, lo cerchi e lo ricerchi, ma non è una ricerca sempre a vuoto, ma un riscontro.

Cosa cerca la gente che si avvicina a certe tecniche di meditazione, o a certi percorsi? Nella più comune delle ipotesi un rimedio per le insoddisfazioni o risolvere dei problemi che non vanno. Questo lo fa anche la psicologia senza andare a disturbare qualcosa di divino o i piani superiori.
Anche se ti affidi alla psicologia, devi crederci ed avere fede nella materia, altrimenti se ritieni che sono una serie di panzanate, indubbiamente non ha senso continuare a cercare. Ovviamente non è che devi prendere per oro colato tutto, ma se devi mettere in dubbio qualcosa quanto meno devi conoscerlo.

In ogni caso forse poi mi sono un po' perso, quello che manca rispetto ad un percorso devozionale, è il sentire. Magari ricerco e capisco tutto, imparo i fondamenti dell'alchimia, di quello che voi (parlo di esoterismo, ma questo vale pure la musica, psicologia, etc.)

Sviluppare per esempio qualità come i doni dello Spirito Santo (io li chiamo cosi, ma potremmo usare altri nomi) si può fare integrando parti di noi stessi e quindi togliendo quei blocchi che non li fanno sviluppare.

Oppure come la vedo io con la preghiera sincera. Se non ci si rivolge a Dio, o non si prega non può entrare nulla. Se però non faccio un lavoro interiore di ricerca e consapevolezza, entra qualcosa, ma magari rimane in superficie soltanto (e qui ci ricorda tanto i bigotti e i farisei) perchè ci sono i nostri blocchi a non permettere a questa forza di entrare.

Ho fatto un esempio dall'esterno all'interno, ma potrebbe essere benissimo anche il contrario.

Ognuno viene da percorsi diversi, è chiaro che se sei proprio ateo, e non hai il dono della fede, forse è meglio cercare con la ricerca interiore.
Io ho parlato un po' di me, e avendo conosciuta quella parte (intendo devozionale e ispiratrice) e avendola gradualmente abbandonata, ora mi rendo conto che mi manca, ed è stato un po' un errore.

Ciò che mi manca però non sono i riti esteriori, o lo stare insieme agli altri la domenica, ma proprio quello stato un po' superiore rispetto al normale, superiore in termini di vibrazioni, non in termini di sentirsi migliori.
Alla fine i santi come Agostino ed altri, non erano solo dei grandi ricercatori, ma appunto avevano aspetti devozionali.
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Vecchio 09-12-2011, 21.45.52   #19
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Per forza, se hai ancora entrambe le braccia anche se ti sforzi di usarne un braccio per due, quello che non usi ti rimane comunque attaccato.
Può andare bene se fatto volutamente, con metodo, alternando in maniera simmetrica, per allenamento e potenziamento, ma non per sempre.
Quello che intendevo è che non è avvenuta la compensazione come di solito avviene per altri bisogni non soddosfatti.
Alla lunga, quando il corpo vede che il bisogno non viene soddisfatto, vuoi per il primordiale istinto di sopravvivenza, voi per meccaniità sopperisce con qualcos'altro.
E' come il vuoto che ti lascia un amore finito, se il tempo e la vita (il corpo) non ti dessero modo di dimenticare e superare rimarresti con questo eterno vuoto dentro. Invece si compensa e questo vuoto svanisce..
Ma in questo caso no è come un'amore non corrisposto che lascia un vuoto perpetuo...
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Vecchio 10-12-2011, 19.29.42   #20
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Ciò che mi manca però non sono i riti esteriori, o lo stare insieme agli altri la domenica, ma proprio quello stato un po' superiore rispetto al normale, superiore in termini di vibrazioni, non in termini di sentirsi migliori.
Alla fine i santi come Agostino ed altri, non erano solo dei grandi ricercatori, ma appunto avevano aspetti devozionali.
E' la stessa cosa che manca a me, di quei pochi momenti in cui mi sono avvicinata alla religione. La devozione ti regala delle vibrazioni piuttosto materne/paterne, ti senti accolto in tutto il tuo essere ed è un tipo di accoglimento che non puoi trovare tra umani. Credo si tratti di un meccanismo proiettivo: proietto il mio bisogno ancestrale di accoglimento su una figura che avverto infinitamente più potente e grande di me e sento che questa figura in qualche modo restituisce l'abbraccio.
Nella ricerca invece ho a che fare sempre come me stessa/o e con tutti i vuoti che contengo. Forse nel momento in cui si riesce a provvedere ai proprio vuoti interiori, si smette anche di cercare il Santo a cui affidarsi, non per niente Maria è definita Madre Celeste e Cristo Padre celeste. Mi sono fatto l'idea che proiettiamo su di loro i bisogni connessi ai genitori e che una volta cresciuti dobbiamo per forza rivolgere altrove. Quindi la via è sostituire Dio o i Santi con la costruzione di un super Noi?
Mah, così a sentire forse la soluzione, se c'è, sta nel mezzo
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Vecchio 10-12-2011, 20.52.50   #21
Astral
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No, non credo sia quello Edera, se fosse semplicemente una proiezioni dei nostri genitori, sarebbe un meccanismo vuoto, non metto in dubbio che spesso lo si utilizza, ma non è di quello di cui parlo quando dico devozione.

Anche la ricerca solitaria a questo punto potrebbe essere una proiezione di sentirsi divini, indispensabili, e di non abbisognare di nessuno, per qualcuno sarà cosi, ma ovviamente deve guardarsi bene da queste cose, come un credente deve guardarsi da altre cose.

Occorre guardare al di là della proiezione: chi ha fatto esperienza dell'Amore di Dio, va oltre al semplice amore umano, e questo va oltre viene sentito anche fisicamente, non è una proiezione mentale che ci fa produrre endorfine dato dal contentino di aver trovato un padre e madre celeste, ma va oltre. Se non si è fatta l'esperienza, difficile spiegarlo qui.

E' vero che spesso ci si avvicina a Dio, con intenzioni sentimentaliste e nei momenti del bisogno ( tra l'altro anche nella magia e nell'esoterismo, spesso i motivi sono questi, perchè magari uno che sta bene e a cui va tutto liscio, spesso non si pone il problema).

In genere si proietta la figura dei genitori su amici e partner.
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Vecchio 11-12-2011, 09.50.54   #22
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Prova a pensare ad un esempio stupido, vai da un tuoamcio e gli chiedi in prestito l'auto. Questo ti dice che non c'è problema te la presta ma devi cercare in casa sua le chiavi perchè non ricorda dove l'ha messe.
Tu ti metti a cercare le chiavi perchè sai che esistono, che ne hai bisogno, questa è la vera ricerca che è anche un atto di fede (in questo caso verso l'amico, ma ovviamente noi stiamo parlando di piani più alti) altrimenti saresti nella migliore delle ipotesi un pazzo che va a cercare le chiavi in casa del tuo amico solo perchè a te serve un auto. Poi se lui l'ha l'auto, se l'aveva e l'ha venduta etc... a te non interessa e cerchi a caso...

Il dubbio lo puoi avere prima: "Il mio amico ha l'auto che mi occorre?"

Noti lo schema?
Dubbio/bisogno -> fede/ricerca -> certezze/appagamento

Però a dispetto delle frecce nessuno potrà mai completamente e definitivamente posizionarsi nell'ultimo stadio prima della morte.
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Insomma se non vinci vuoi pareggiare..
Che significa: "chi cerca se sapesse cosa cerca..."?
Puoi sapere cosa cerchi ma non dove e come o essere ancora in grado di prendere quello che hai cercato/trovato, quindi cerchi questo modo etc......

Comunque si, non sono tanti coloro che stanno cercando veramente, il più sono al dubbio cioè prima e la Ricerca vera è appena prima della cosiddetta illuminazione.
Per essere nella vera Ricerca devi avere già degli strumenti e/o capacità...
Ma questo non toglie che come in tutte le cose da qualche parte si deve iniziare, magari a cercare gli strumenti etc...

Siamo d'accordo che parole ne girano tante.... è anche quello un modo per avere degli input, poi sta all'individuo decidere quello che vuole fare.
Osservo questo . che le chiavi dell'auto sai cosa sono perche' ti appartenevano mentre nella ricerca cerchi qualcosa che non conosci che non hai mai provato .
Chi ti guida nella ricerca di quello che non conosci se non il dubbio che non ti fa fermare a quello che hai e non ti soddisfa ?
La fede di cui parli nel corso della Ricerca e' un tuffo in avanti verso quello che non hai mai provato ? E' il coraggio di seguire fino in fondo un'insegnamento ?
Io la chiamavo coerenza con una linea di pensiero e di sentimento non
fede .
Ma se la TUA meta la si puo' avvicinare attraverso vie che non sono convenzionali , come si puo' avere QUESTA fede in questo caso ?
Fede la definivo un aderire incondizionato emozionale non intellettuale ad un credo , ad un'immagine , a delle sensazioni , cose che quando sei nella ricerca non dovresti ancora avere .
La Ricerca di cui parli mi pare molto molto piu' vicina alla meta di quanto e' chi da insoddisfatto cerca qualcosa che lo appaghi .

Ultima modifica di nikelise : 11-12-2011 alle ore 10.02.16.
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Vecchio 11-12-2011, 13.24.38   #23
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No, non credo sia quello Edera, se fosse semplicemente una proiezioni dei nostri genitori, sarebbe un meccanismo vuoto, non metto in dubbio che spesso lo si utilizza, ma non è di quello di cui parlo quando dico devozione.


In genere si proietta la figura dei genitori su amici e partner.
Non intendevo affermare che per te è così o sminuire il tuo sentire, piuttosto per me è stato così e credo sia così per molti ma della tua esperienza non posso sapere niente.
In ogni caso non è un semplice rilascio di endorfine, è una vibrazione dell'essere proprio diversa, qualcosa che non si potrebbe mai provare proiettando su amico, su un partner o su qualsiasi essere umano. Forse su un maestro spirituale.
Se ne senti la mancanza, per me fai bene a tentare di recuperarla.
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Vecchio 11-12-2011, 18.06.15   #24
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E' un po' l'inverso di quello che è successo quando ero stanco di un pèrcorso tradizionale e volevo comprendere meglio, aprendomi mentalmente e non rischiando di diventare bigotto.

In ogni caso come ha detto Uno a Faltea, si dovrebbe camminare con due braccia, quindi sarebbe un errore lasciare la ricerca, secondo me ho provato un pezzo, poi ho provato un'altro ed ora devo connetterli insieme in una cosa sola (mi serve più energia sessuale).

Si Edera, purtroppo non è facile trovare un gruppo spirituale, diciamo che nelle religioni tradizionali, chi frequenta una Chiesa ci va per tutti i motivi psicologici e sociali, tranne che per Dio.
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Vecchio 11-12-2011, 21.23.38   #25
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Credo si tratti di un meccanismo proiettivo: proietto il mio bisogno ancestrale di accoglimento su una figura che avverto infinitamente più potente e grande di me e sento che questa figura in qualche modo restituisce l'abbraccio.
Nella ricerca invece ho a che fare sempre come me stessa/o e con tutti i vuoti che contengo. Forse nel momento in cui si riesce a provvedere ai proprio vuoti interiori, si smette anche di cercare il Santo a cui affidarsi, non per niente Maria è definita Madre Celeste e Cristo Padre celeste. Mi sono fatto l'idea che proiettiamo su di loro i bisogni connessi ai genitori e che una volta cresciuti dobbiamo per forza rivolgere altrove. Quindi la via è sostituire Dio o i Santi con la costruzione di un super Noi?
Ho letto un pezzo di Gurdjieff che diceva più o meno che se si è amato molto il padre quando lui muore il vuoto che rimane verrà riempito da Dio.
Quindi non mi pare poi strampalata la tua idea
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