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Vecchio 04-07-2008, 19.55.52   #1
Uno
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Predefinito Vendere l'Anima

Oggi in tempi moderni internet è il mercato ideale, solo pochi giorni fa l'ultimo episodio, un giovane della Nuova Zelanda messa all'asta la sua anima l'ha venduta per 3800$, ma non è l'unico episodio, nel 2006 su ebay un'anima è stava venduta per 504$ (sarà l'inflazione? Sarà che il mercato è cresciuto, tra un pò toccherà fare un mutuo per comprare un anima ).
In entrambi i casi il discorso è partito da mezze burle che poi si sono concretizzate, nel 2006 il venditore, ateo, offriva un'ora di servizio in chiesa per ogni dollaro spuntato, l'asta di pochi giorni fa invece dopo esser stata sospesa per proteste si è comunque conclusa privatamente con l'offerta di una catena di pizzerie (Hell Pizza, tradotto, la pizza del diavolo) che ha pensato di sfruttare pubblicitariamente la trovata.

Queste curiosità sono spunto per un discorso, discorso che sotto altri punti di vista (meno metafisici) starebbe bene anche in psicologia: noi non ci vendiamo mai l'anima? O meglio non svendiamo pezzettini di anima che abbiamo?
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Vecchio 04-07-2008, 20.16.36   #2
Astral
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Non saprei, forse più che vendere la barattiamo, o la regaliamo?

Non capisco come si può vendere l'anima, ne quando lo facciamo.

Prostituendosi si vende l'anima? Spacciando si vende l'anima? Andando a lavoro e recitare una parte su come ti vogliono e non come sei, è vendere l'anima?

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Vecchio 04-07-2008, 21.09.33   #3
griselda
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Urka mi piace questo argomento.
Come si vende l'anima?
Prima cosa che mi viene in mente è andare contro la propria natura.
Ma cosa è la mia natura, quale è?
Se non lo so come faccio a sapere se mi sto vendendo l'anima?
Ho molta confusione su questo argomento.
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Vecchio 04-07-2008, 22.17.42   #4
MaxFuryu
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Sono completamente ignorante sulla cosa, ma la sparo... a volte si danno sentimenti e altro anche se non lo si dovrebbe secondo la propria coscienza, ci sono situazioni in cui sembra di provare qualcosa o peggio in cui si è "costretti" a farlo e ci si inserisce così tanto da farlo sul serio alla fine, mi sembrano cose che vengono cedute nel vero senso della parola.
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Vecchio 04-07-2008, 22.37.47   #5
stella
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Oggi in tempi moderni internet è il mercato ideale, solo pochi giorni fa l'ultimo episodio, un giovane della Nuova Zelanda messa all'asta la sua anima l'ha venduta per 3800$, ma non è l'unico episodio, nel 2006 su ebay un'anima è stava venduta per 504$ (sarà l'inflazione? Sarà che il mercato è cresciuto, tra un pò toccherà fare un mutuo per comprare un anima ).
In entrambi i casi il discorso è partito da mezze burle che poi si sono concretizzate, nel 2006 il venditore, ateo, offriva un'ora di servizio in chiesa per ogni dollaro spuntato, l'asta di pochi giorni fa invece dopo esser stata sospesa per proteste si è comunque conclusa privatamente con l'offerta di una catena di pizzerie (Hell Pizza, tradotto, la pizza del diavolo) che ha pensato di sfruttare pubblicitariamente la trovata.

Queste curiosità sono spunto per un discorso, discorso che sotto altri punti di vista (meno metafisici) starebbe bene anche in psicologia: noi non ci vendiamo mai l'anima? O meglio non svendiamo pezzettini di anima che abbiamo?
Non so queste persone cosa hanno venduto spacciandola per anima, e mi piacerebbe sapere chi se la compra... mi par di capire che hanno svenduto se stesse per qualche ora o per qualche periodo, in poche parole si sono messe a disposizione come pattuito dal contratto di vendita... il primo, ateo, addirittura con il servizio in chiesa, questo per dire che per soldi tutto si fa o si farebbe, anche andare contro al proprio modo di essere e di credere...

L'unico acquirente attendibile di un'anima è solo uno, il diavolo , che promettendo potere sulla terra o eterna giovinezza, fa vendere l'anima rendendo la persona sua schiava.... in questo senso tutti quelli che sono schiavi della materialità in qualche modo svendono l'anima, tutti lasciamo in giro pezzetti di anima ogni volta che veniamo a compromessi con la nostra coscienza...
Mi viene in mente che qualche volta si sente dire:
"darei l'anima pur di possedere quella cosa"...
oppure "Per essere come quello lì venderei l'anima..."

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Sono completamente ignorante sulla cosa, ma la sparo... a volte si danno sentimenti e altro anche se non lo si dovrebbe secondo la propria coscienza, ci sono situazioni in cui sembra di provare qualcosa o peggio in cui si è "costretti" a farlo e ci si inserisce così tanto da farlo sul serio alla fine, mi sembrano cose che vengono cedute nel vero senso della parola.
Essere costretti non vuol dire vendere, vendere mi sa tanto di uno che mette un annuncio e offre, senza nessuna costrizione...
Poi è anche vero che si comincia per scherzo, e poi si finisce per farlo sul serio...
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Vecchio 05-07-2008, 01.26.44   #6
jezebelius
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"darei l'anima pur di possedere quella cosa"...
oppure "Per essere come quello lì venderei l'anima..."
Forse, partendo dai proverbi o modi di dire che la lasciato Stella, si può dire che l'anima la vendiamo in quel modo.
Attraverso la brama per il possesso di un auto o di una donna/uomo; oppure per occupare o stare al posto del potente di turno, o di chi attira la nostra attenzione, la vendiamo lo stesso.
Non credo che il vendere implichi, in questo senso un esplicito contratto. Nel senso che se non c'è nulla di scritto ciò non significa che altro non ci possa essere, come ad esempio qualcosa di implicito, insito nella brama ad esempio o nel desiderio di prendermi il posto di tizio.
E' possibile, poi peraltro, che " vendendo l'anima " in giro io se non ho nulla o il modo di riprendermi quei pezzi forse effettivamente la perdo, posso perderla un po alla volta!
Non soltanto posso perderla alla fine definitivamente - partendo dal presupposto che è qualcosa che si consuma - ma posso perdermi io - e con me un pezzo di anima - nel momento in cui provo quel desiderio.
Vale a dire che quell'auto, ad esempio, occupa gran parte della mia giornata come pensiero e dunque li ci ho messo un pezzo di anima. Un viaggio mi attira per altro ed anche li, ci metto un pezzo di anima e via così.
Forse questo vendere e di conseguenza il vendere l'anima a pezzi, dipende anche da quanto " vogliamo" quella cosa.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 05-07-2008, 05.26.40   #7
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Essere costretti non vuol dire vendere, vendere mi sa tanto di uno che mette un annuncio e offre, senza nessuna costrizione...
Io il vendere lo vedo come dare in cambio qualcosa per averne un'altra, e se uno dà una cosa tanto preziosa è perchè in un certo senso è costretto, da se stesso intendo, potrebbe essere l'unica alternativa, altrimenti lo faremmo tutti, poi in un ambito soggettivo la parola "costretto" può anche essere estremamente lontana da una costrizione reale ovvero oggettiva.
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Vecchio 05-07-2008, 09.46.16   #8
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Io il vendere lo vedo come dare in cambio qualcosa per averne un'altra, e se uno dà una cosa tanto preziosa è perchè in un certo senso è costretto, da se stesso intendo, potrebbe essere l'unica alternativa, altrimenti lo faremmo tutti, poi in un ambito soggettivo la parola "costretto" può anche essere estremamente lontana da una costrizione reale ovvero oggettiva.
E' vero, nella vita pur di ottenere una cosa che ci sta a cuore, si è disposti a dare l'anima, o un pezzo di essa, come si fosse costretti a farlo....
E un pezzetto alla volta della nostra anima non rimarrebbe nulla, la svenderemmo per un piatto di lenticchie, rinunciando al vero scopo cui dovrebbe tendere l'anima....

La mia obiezione sulla costrizione stava nel senso iniziale di questo 3D, cioè vendere l'anima al miglior offerente, qui non ci sono costrizioni ma legge di mercato (domanda - offerta)
Ma è chiaro che era solo un modo per introdurre l'argomento.....
Anche se è inquietante il solo pensiero che qualcuno abbia pensato di commercializzare, più o meno per scherzo, nientemeno che la propria anima....

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Vecchio 05-07-2008, 10.17.57   #9
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C'è differenza da mettere l'anima e vendere l'anima. Se in un progetto io ci metto l'anima quel progetto verrà svolgo meglio, fino ad ottenere quello che voglio, ed in quel caso la realizzazione mi porta a sentire ancora più forte la mia anima.

Vendere l'anima invece mi sembra come ottenere un vantaggio senza fare nulla, ma con il prezzo di perdere una parte importante si se stessi.
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Vecchio 05-07-2008, 21.14.25   #10
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..........
Queste curiosità sono spunto per un discorso, discorso che sotto altri punti di vista (meno metafisici) starebbe bene anche in psicologia: noi non ci vendiamo mai l'anima? O meglio non svendiamo pezzettini di anima che abbiamo?
Credo che prima di tutto bisognerebbe avere ben chiaro che cosa sia l'Anima per poterti rispondere, cosa che sinceramente a me manca ancora.. pero' mi interessa l'argomento per cui provo ad andare a senso.

Hanno già detto che metterci l'anima, mettere l'anima nelle cose che si fa significa farle al meglio, direi farle con tutto quello che possiamo metterci, per me significa (in quei rari momenti in cui mi riesce), fare andare d'accordo tutte le parti di me che di solito sono in disaccordo, farle convergere in un'unica direzione e impiegare tutte le energie che ho a disposizione per quell'unica cosa in quel momento.

Si dice anche dare l'anima , e più o meno ci vedo lo stesso senso di cui sopra, dare l'anima per un altro, in nome di una causa o che altro.. vedo anche questo come un convergere di tutto ciò che si puo' per /verso la persona o la cosa per cui vogliamo dare l'anima.

Da qualche parte Uno hai scritto che in ogni cosa che facciamo, lasciamo qualche cosa, quando ho letto in questo post la frase "O meglio non svendiamo pezzettini di anima che abbiamo?" mi è venuto da associarlo in qualche modo a questo.. perchè invece che avere cura delle potenzialità che abbiamo, molto spesso, inconsciamente lasciamo pezzi di noi in giro, in qualunque cosa facciamo senza prestare la minima attenzione, per avere dei banalissimi ritorni, delle piccole soddisfazioni che poi si dissolvono nel giro di poco, ma che comunque in qualche modo (e senza accorgercene) abbiamo pagato. Questi pezzettini che lasciamo in giro potrebbero essere quelli di cui parlavi tu?
La svendita in questo caso è inconsapevole pero' c'è eccome..

Il discorso invece di vendere l'anima volontariamente per esempio in cambio di qualcosa a cui si dovrebbe tenere molto, per quanto materiale (qualcuno l'aveva venduta per l'eterna giovinezza..), qualcosa per cui dovrebbe valere la pena il sacrificio della rinuncia ad una cosa così importante..
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Vecchio 06-07-2008, 11.20.06   #11
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Banalmente, vendere l'anima al diavolo per ottenere una cosa, significa che quella cosa ci possiede a tal punto da averci in realtà già "comprati".
Quindi più che svenderci io direi che ci facciamo comprare.. E' la stessa cosa ma vista al contrario, così da rendere più palese la nostra passività.

Noi abbiamo un bene prezioso, incredibilmente prezioso, che è l'anima, e più un bene ha valore più catalizzerà su di se eventuali "compratori". La vita di un uomo quindi è un continuo di "tentazioni", non c'è posto dove egli possa andare, dove possa nascondersi... non c'è minuto o secondo in cui non sarà costantemente messo alla prova..
Poi certo, un piccolo e insignificante uomo difficilmente attirerà su di sè l'attenzione del grande Lucifero, "vendere l'anima al diavolo" è più un'allegoria che altro... Però come dice Uno svendiamo pezzetti di anima continuamente, e forse questo è ancora più rischioso.. vendere piccoli pezzi di anima infatti fa sentire "sicuri", si pensa che ne resti sempre abbastanza, e invece pezzetto dopo pezzetto ci si trova ad averla finita senza nemmeno essersene resi conto.

Vedo la bella macchina sportiva e una piccola parte di me si lascia "comprare", mi lascio possedere da quell'auto... vedo sul lavoro che tutti mi osannano come un dio, e una piccola parte di me si lascia comprare, mi lascio possedere da quegli elogi... vedo che più studio e imparo più il mio "sapere" viene riconosciuto dagli altri, e una piccola parte di me si lascia comprare, mi lascio possedere da quel "sapere/potere", etc etc...

Smettere di voler possedere le cose è il vero segreto per impedire di essere posseduti a nostra volta...
E possiederemo veramente.
Kael non è connesso  
Vecchio 06-07-2008, 12.38.54   #12
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Banalmente, vendere l'anima al diavolo per ottenere una cosa, significa che quella cosa ci possiede a tal punto da averci in realtà già "comprati".
Quindi più che svenderci io direi che ci facciamo comprare.. E' la stessa cosa ma vista al contrario, così da rendere più palese la nostra passività.

Noi abbiamo un bene prezioso, incredibilmente prezioso, che è l'anima, e più un bene ha valore più catalizzerà su di se eventuali "compratori". La vita di un uomo quindi è un continuo di "tentazioni", non c'è posto dove egli possa andare, dove possa nascondersi... non c'è minuto o secondo in cui non sarà costantemente messo alla prova..
Poi certo, un piccolo e insignificante uomo difficilmente attirerà su di sè l'attenzione del grande Lucifero, "vendere l'anima al diavolo" è più un'allegoria che altro... Però come dice Uno svendiamo pezzetti di anima continuamente, e forse questo è ancora più rischioso.. vendere piccoli pezzi di anima infatti fa sentire "sicuri", si pensa che ne resti sempre abbastanza, e invece pezzetto dopo pezzetto ci si trova ad averla finita senza nemmeno essersene resi conto.

Vedo la bella macchina sportiva e una piccola parte di me si lascia "comprare", mi lascio possedere da quell'auto... vedo sul lavoro che tutti mi osannano come un dio, e una piccola parte di me si lascia comprare, mi lascio possedere da quegli elogi... vedo che più studio e imparo più il mio "sapere" viene riconosciuto dagli altri, e una piccola parte di me si lascia comprare, mi lascio possedere da quel "sapere/potere", etc etc...

Smettere di voler possedere le cose è il vero segreto per impedire di essere posseduti a nostra volta...
E possiederemo veramente.
Quoto in pieno.
Lasciando pezzetti di anima in ogni cosa che vogliamo possedere, diamo più importanza all'avere che all'essere...
Mentre la nostra anima ci fa essere noi stessi, l'avere ci allontana da quello che siamo, di modo che alla fine possediamo tante cose, ma perdiamo noi stessi...
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Vecchio 08-07-2008, 09.57.37   #13
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Oggi siamo abituati ad associare la parola vendere solo nel caso in cui diamo qualcosa in cambio di denaro, ancora usiamo modi di dire tipo : " ti sei svenduto, vali di più" però li usiamo solo metaforicamente. Invece la vendita è un contratto in cui si da un bene in cambio di un pagamento, che questo sia in denaro o in altri beni poco importa.

Ciò che Stella ha detto: "L'unico acquirente attendibile di un'anima è solo uno, il diavolo", è sostanzialmente corretto utilizzando termini di molte Tradizioni (il diavolo non è solo Cristiano e Cattolico) ma non va letto come arriva il tizio con le corna, gli zoccoli di capra etc etc...
In realtà data la nostra capacità ordinaria di volere che se non è pari a zero è molto vicina, pochissimi sarebbero in grado di concludere ed onorare una vendita in un'unica trance, la svendita normalmente può avvenire solo a pezzetti, come negli esempi che avete fatto.
In sostanza ciò che è un limite (la nostra incapacità di volere realmente) alla crescita è anche all'opposto un'ancora di salvezza nell'impedirci di andare a fondo di colpo.
Poi nel gioco dei corsi e ricorsi la faccenda si ribalta ancora, se andassimo a fondo di colpo ci renderemmo conto per forza della differenza, ammesso di averne la forza potremmo tornare su, in una lenta diluizione del nostro Io (o quel poco che abbiamo) non ci accorgiamo se non stiamo più che attenti.

C'è differenza si tra vendere e mettere l'anima, però bisogna comunque distinguere casi e casi e stare attenti a non farsi fregare.In estrema sintesi per mettere l'anima in una cosa con risultato evolutivo positivo bisogna tenere sempre un certo distacco (oltre che metaforicamente rende anche visivamente il concetto).
Se io metto l'anima nella cucina, nel diventare un cuoco provetto è cosa buona, ma se mi strafogo fino alla nausea ogni piatto che cucino valutate voi..... vengo posseduto, mi attacco all'oggetto, non sto più io decidendo di metterci l'anima, mi viene risucchiata.
Se io (quell'io che quindi è nucleo "prima" dell'anima) mantengo un certo distacco ecco che riesco a concludere positivamente l'esperienza.
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Vecchio 08-07-2008, 11.30.37   #14
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In pratica se svendo l'anima la svendo alla brama che poi questa brama risucchia?

Mi pare sia il discorso di fare per fare mettendoci tutto se stessi, ma poi non aspettarsi mai un risultato perchè questo risultato è quello che poi può comprarci.

A me capita di fare delle cose impegnandomi molto e di riuscire poi immediatamente sento dentro di me una sensazione di crogiolamento da cui mi stacco immediatamente perchè in passato mi ha portato l'arroganza.

Quindi mi domando se vendere l'anima possa riferirsi a questo se facciamo le cose con attaccamento poi vogliamo un tornaconto e questo tornaconto diventa il motivo per cui facciamo le cose e la nostra anima non fa più per fare ma per trovare quella cosa che ci piace.

Mi viene in mente anche che si potrebbe dire ho impegnato l'anima e quello che mi deve ritornare è solo l'anima e niente altro se invece mi ritorna altro l'ho venduta.

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Vecchio 08-07-2008, 12.33.12   #15
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Oggi siamo abituati ad associare la parola vendere solo nel caso in cui diamo qualcosa in cambio di denaro, ancora usiamo modi di dire tipo : " ti sei svenduto, vali di più" però li usiamo solo metaforicamente. Invece la vendita è un contratto in cui si da un bene in cambio di un pagamento, che questo sia in denaro o in altri beni poco importa.

Ciò che Stella ha detto: "L'unico acquirente attendibile di un'anima è solo uno, il diavolo", è sostanzialmente corretto utilizzando termini di molte Tradizioni (il diavolo non è solo Cristiano e Cattolico) ma non va letto come arriva il tizio con le corna, gli zoccoli di capra etc etc...
In realtà data la nostra capacità ordinaria di volere che se non è pari a zero è molto vicina, pochissimi sarebbero in grado di concludere ed onorare una vendita in un'unica trance, la svendita normalmente può avvenire solo a pezzetti, come negli esempi che avete fatto.
In sostanza ciò che è un limite (la nostra incapacità di volere realmente) alla crescita è anche all'opposto un'ancora di salvezza nell'impedirci di andare a fondo di colpo.
Poi nel gioco dei corsi e ricorsi la faccenda si ribalta ancora, se andassimo a fondo di colpo ci renderemmo conto per forza della differenza, ammesso di averne la forza potremmo tornare su, in una lenta diluizione del nostro Io (o quel poco che abbiamo) non ci accorgiamo se non stiamo più che attenti.

C'è differenza si tra vendere e mettere l'anima, però bisogna comunque distinguere casi e casi e stare attenti a non farsi fregare.In estrema sintesi per mettere l'anima in una cosa con risultato evolutivo positivo bisogna tenere sempre un certo distacco (oltre che metaforicamente rende anche visivamente il concetto).
Se io metto l'anima nella cucina, nel diventare un cuoco provetto è cosa buona, ma se mi strafogo fino alla nausea ogni piatto che cucino valutate voi..... vengo posseduto, mi attacco all'oggetto, non sto più io decidendo di metterci l'anima, mi viene risucchiata.
Se io (quell'io che quindi è nucleo "prima" dell'anima) mantengo un certo distacco ecco che riesco a concludere positivamente l'esperienza.
Provo a fare un sunto, anche per vedere se ho capito.
Insomma possiamo dire che è " un bene " il fatto che non riusciamo, data la nostra incapacità di volere pienamente e realmente, a concludere una transazione. Non abbiamo/possediamo gli strumenti per fare in modo, casomai riuscissimo a volere d'un colpo e quindi ad andare fino in fondo nel contratto, per sopportare la " perdita" che ne verrebbe. L'Io per questo funge da " misuratore" di una ( eventuale ) perdita ma per attivarlo, saperlo leggere, è necessario stare attenti. Dal discorso attenzione, poi, tutto ciò che ne consegue.

Se questo è un limite, però, in quanto rappresenta una sorta di valvola di sicurezza - che ci protegge in un certo senso, facendo in modo che questi " pezzi " di anima vengano risucchiati un po alla volta - in varie attività/azioni per permettere la vita forse, per altro è un limite alla " crescita" poichè stando al di sotto di quello, appunto si rischia di non crescere ( spiritualmente parlando), mentre al di sopra si rischia di " dare troppo " e per questo consumarsi prima.
A sto punto, date condizioni iniziali di partenza, bisognerebbe trovare e " costruire" il modo per non perdere tali pezzi ma se proprio bisogna investirli, farlo in attività che contribuiscono ad una evoluzione interiore.
Dunque in attività/azioni che mi permettono di costruire o iniziare la costruzione, seguendo un metodo, il distacco da mantenere ( però non da confondere con distacco dalla situazione che si vive, altrimenti non la si vivrebbe! ) ci consente di centellinare i pezzi a disposizione per un fine direi, passatemi il termine, " alto"; ovviamente posto in relazione a ciò che si vuole conseguire.
Dunque qui e da qui, una differenza tra " mettere l'anima " e " vendere l'anima".
Posso farlo per qualsiasi cosa ma se lo faccio per " crescere " interiormente ne avrò un vantaggio inerente, come contropartita. Se lo faccio, e posso farlo dipende da ciò che voglio, per l'acquisto di un auto, anche li ne avrò un vantaggio, ci mancherebbe. Dipende vedere solo, però, a quale si attribuisce più peso ed importanza.
__________________
Dr. Marc Haven
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Vecchio 05-09-2011, 13.16.21   #16
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Capovolgo la domanda? I pezzi di anima che abbiamo perso, si possono in qualche modo recuperare, oppure se ne possono acquistare dei ricambi, dei nuovi pezzi?
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Vecchio 05-09-2011, 13.18.07   #17
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Capovolgo la domanda? I pezzi di anima che abbiamo perso, si possono in qualche modo recuperare, oppure se ne possono acquistare dei ricambi, dei nuovi pezzi?
Se hai una casa e perdi qualche pezzo di muro puoi sempre ricostruirlo, posto di trovare in giro dei mattoni, di avere la malta eccetera. Una volta inseriti essi verranno a far parte della casa tua, con la sua forma e la sua struttura.
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