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Vecchio 05-09-2007, 01.23.33   #1
Ray
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Predefinito Essere messi in mezzo

E' palusibile, anche se non ne sono certissimo, che il modo di dire venga dal gergo militare o comunque guerresco.

si tende a circondare un nemico perchè se si riesce a metterlo in mezzo non può difendersi o si difende assai male e può venir colpito da ogni lato. Soprattutto non può scappare ed è costretto a subire. Non è certamente una situazione positiva.

Però il modo di dire si riferisce a questioni verbali... chi è messo in mezzo viene preso in giro da tutti gli altri che gli sono intorno. E, se togliamo le botte, non è detto che non ci possano essere dei risvolti utili in una situazione del genere...
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Vecchio 05-09-2007, 11.11.45   #2
RedWitch
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.........

si tende a circondare un nemico perchè se si riesce a metterlo in mezzo non può difendersi o si difende assai male e può venir colpito da ogni lato. Soprattutto non può scappare ed è costretto a subire. Non è certamente una situazione positiva.

Però il modo di dire si riferisce a questioni verbali... chi è messo in mezzo viene preso in giro da tutti gli altri che gli sono intorno. E, se togliamo le botte, non è detto che non ci possano essere dei risvolti utili in una situazione del genere...
Chi viene messo in mezzo verbalmente, qualunque siano le intenzioni di chi lo fa, viene circondato, in questo modo, come avviene in guerra, il circondato non puo' scappare. E' costretto a rispondere di ciò che gli viene detto, senza possibilità di difese, ed in effetti ho sempre pensato che non fosse una buona posizione, ma se non puo' scappare da sè stesso (una delle poche volte in cui non è proprio possibile farlo), puo' diventare una buona occasione per riuscire a vedersi.. per essere sincero senza possibilità di fughe.

Altra cosa interessante che mi salta agli occhi (anche se sembra un gioco di parole) :"il circondato viene preso in giro..."
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Vecchio 05-09-2007, 13.28.40   #3
cassandra
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Essere messo in mezzo non potrebbe avere anche un significato di coinvolgimento...di spinta a partecipare?quindi non per forza come qualcosa che si subisce al negativo...mi viene in mente una festa dove chi compie gli anni viene posto al centro per essere festeggiato...o ancora una persona timida che viene portata al centro nella speranza che superi un suo limite...chissa'...
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Vecchio 05-09-2007, 15.22.28   #4
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In effetti potrebbe essere intesa, la cosa, in entrambi i sensi. Cioè, sia positivamente, con l'intezione di fargli passare un limite ( credo che l'esempio del timido sia verosimile ) ed anche in senso negativo, visto che spesso quando ci troviamo, verbalmente, a discutere di un fatto, diciamo"...me lo ha detto Tizio " richiamando una specie di responsabilità su questo mettendo in pratica la tattica dello " scarica barile ".
Lo vedo, da questo punto di vista, come uno liberarsi di un peso. Probabilmente non direttamente riconducibile al " mettere in mezzo " però ci potrebbe stare secondo me.
Insomma che sia un colpire, sia in un senso e sia in altro, quello che si nota è che colui che viene messo in mezzo subisce questa azione. Da notare, poi, è che si potrebbe anche essere messi in mezzo in una discussione a due. Tra Tizio e Caio c'è sempre un terzo, anche se non presente fisicamente, che Red ha accennato più su: se stessi.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 05-09-2007, 15.57.19   #5
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Se vieni tirato dentro messo in mezzo da persone che vogliono dirti a tutti i costi cosa pensano di te, magari pure arrabbiati e dormi e non vuoi assolutamente ascoltare non credo sia molto piacevole.
Può capitare che ti chiudi a riccio per difenderti se non era il momento giusto. In quel caso vedi l'animo delle persone perchè in gruppo si sente forte anche il più debole, di dire ciò che si pensa veramente. Cadono le maschere.

Se invece nel cerchio vieni messo nel mezzo perchè ci vuoi stare vuoi capire comprendere qualcosa di te che non vedi per poi lavorarci è diverso. Rimani aperto decidi di farlo anche se dentro senti un'altro te che dice: che vogliono?Non è vero. Senti una resistenza, ma li sai che sono solo le solite giustificazioni che ti dai per continuare a subire queste tue parti che ti condizionano e ti fanno dormire.
Più sei aperto verso le persone che parlano e più riesci ad accogliere anche ciò che altrimenti non accetteresti. La verità brucia e scalda per cui essere messo nel mezzo lo si deve volere per farne qualcosa di buono.

La potenza del gruppo è come essere in una palestra tutto rimbomba, non so come dirlo meglio.

Poi ti accorgi che "Nemo profeta in patria" certe cose te le avevano già dette, ma non le avevi volute/potute ascoltare.

Ricordo da bambina si giocava ad un gioco si chiamava: Il gioco dei difetti. E consisteva nel dire: caio ha detto di te che sei....tizio ha detto di te che hai....
Ci si arrabbiava in quel momento, ci si rimaneva male ma poi si continuava a giocare, ognuno con i propri difetti.
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Vecchio 05-09-2007, 16.02.34   #6
griselda
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Essere messo in mezzo non potrebbe avere anche un significato di coinvolgimento...di spinta a partecipare?quindi non per forza come qualcosa che si subisce al negativo...mi viene in mente una festa dove chi compie gli anni viene posto al centro per essere festeggiato...o ancora una persona timida che viene portata al centro nella speranza che superi un suo limite...chissa'...
Mi piace questa visione che da anch'essa l'idea della potenza dell'essere messi in mezzo.
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Vecchio 05-09-2007, 17.08.54   #7
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semplicemente essere messi in mezzo vuol dire "essere posti al centro dell'attenzione"
in versione egoica e negativa (io la definisco re-attiva) succede come descritto anche prima
chi viene messo in mezzo subisce le accuse altrui (che vede come accuse...) e re-agisce chiudendosi.
in versione spiritual-positiva colui che è posto in mezzo lo fa per osservarsi e comprendere maggiormente di se stesso.

Cambia l'approccio e il "modus".
cmq l'essere messo in mezzo di solito nasce dal fatto che l'individuo "emerge" rispetto al resto.
emergendo può provocare da una parte invidia dall'altra ammirazione ma cmq interesse.
ecco il perchè gli si fa "cerchio attorno"
sta poi nell'individuo saper discernere.

questo a mio sentire
ciauzz
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Vecchio 05-09-2007, 23.27.47   #8
Ray
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Si Turaz, sono d'accordo sulla tua questione spiritual positiva, ma vaglielo a dire al bambino che viene messo in mezzo e preso in giro e magari, come spesso accade, con accuse che non hanno nulla di vero. Certo, tra 20 anni, se fa un cammino di un certo tipo nel frattempo, anche questa gli torna utile, ma adesso mica sceglie tra le tue due opzioni no?
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Vecchio 06-09-2007, 00.51.56   #9
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semplicemente essere messi in mezzo vuol dire "essere posti al centro dell'attenzione"

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La potenza del gruppo è come essere in una palestra tutto rimbomba, non so come dirlo meglio.
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vaglielo a dire al bambino che viene messo in mezzo e preso in giro e magari, come spesso accade, con accuse che non hanno nulla di vero.
In effetti la questione del bambino include, nel discorso, anche un risvolto...come dire..pratico.
Poche volte mi son trovato in mezzo ( dipendeva dagli amici e se mi conformavo o no a quella che la maggioranza del gruppo chiedeva) ma posso dire di essermici trovato.
Le accuse erano la più disparate che so...dalle orecchie a sventola o al fatto che non sapevo fare una cosa o, ancor di più semplicemente, alla circostanza di non possedere, come il gruppo, la bicicletta ( o meglio possederla ma essere limitato dall'ordine di non prenderla, da parte dei miei genitori).
Altre volte, invece, mi son trovato a " mettere in mezzo" e quindi scaricare su chi era al centro. E' strano ma mi ricordo che qualcosa mi diceva che non si doveva fare - qualcosa al di la della buona educazione probabilmente - ed io lo facevo lo stesso poichè ormai nella dinamica del branco.
Non è inusuale in fondo essere stati testimoni sia attivi che passivi di una cosa di questo tipo.
Ciò che ricordo ha più a che fare con la " dominazione", se nel gruppo altri venivano messi in mezzo; la ribellione, invece, se mi trovavo preso in giro.
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Vecchio 06-09-2007, 01.23.03   #10
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Essere messi in mezzo volenti o nolenti ci pone in una condizione di "non difesa"...

Da piccolo mi sono trovato in mezzo ad un branco di ragazzi intenzionati a menarmi... non lo fecero... ricordo che dopo qualche sberleffo finirono... e così evitai le botte.

Di certo se avessi reagito su uno di loro... il resto del branco mi avrebbe aggredito con il risultato di essere pestato per benino...

Non vi è possibilità di fuga... quando vieni messo in mezzo tutti attorno a te creano un recinto per cui l'unica cosa che ti rimane è "arrenderti".
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Vecchio 06-09-2007, 13.21.40   #11
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In effetti potrebbe essere intesa, la cosa, in entrambi i sensi. Cioè, sia positivamente, con l'intezione di fargli passare un limite ( credo che l'esempio del timido sia verosimile ) ed anche in senso negativo, visto che spesso quando ci troviamo, verbalmente, a discutere di un fatto, diciamo"...me lo ha detto Tizio " richiamando una specie di responsabilità su questo mettendo in pratica la tattica dello " scarica barile ".
Lo vedo, da questo punto di vista, come uno liberarsi di un peso. Probabilmente non direttamente riconducibile al " mettere in mezzo " però ci potrebbe stare secondo me.
Insomma che sia un colpire, sia in un senso e sia in altro, quello che si nota è che colui che viene messo in mezzo subisce questa azione. Da notare, poi, è che si potrebbe anche essere messi in mezzo in una discussione a due. Tra Tizio e Caio c'è sempre un terzo, anche se non presente fisicamente, che Red ha accennato più su: se stessi.
Di solito io dico tirare in mezzo qualcuno di solito lo si fa quando non si riesce a mantenere da soli il peso di quella responsabilità, di quello che si sta dicendo, allora si tira dentro qualcun altro in modo da divederne il peso.
Mettere di mezzo qualcun altro insieme.
Magari è un po' OT o non c'entra niente ma capita anche secondo me quando ci confidiamo con qualcuno lo mettiamo in/di mezzo dividiamo con lui quel qualcosa che facciamo fatica a tenere, una gioia o un dispiacere che straborda e nel dirlo ci aiuta a dividerne il peso.
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Vecchio 06-09-2007, 13.26.26   #12
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si hai ragione...se vieni preso in mezzo dal gruppo per
essere deriso...come capita ai bambini...e non solo...
(di solito il bersaglio è il più debole...doppiamente
perchè è anche solo in mezzo a tanti) non resta che
la resa e magari beccarle.....
da adulti è diverso....sei messo la centro e non rischi
di prenderle fisicamente....moralmente si però....non
hai vie di fuga...ma un buon motivo per capire
il motivo di questa "attenzione"....
La cosa strana (si fa per dire) è che non tutti i facenti
parte del "gruppo" assalitore...sono daccordo...non ci
penserebbero nemmeno....tuttavia in quel frangente
non si tengono fuori...ma danno man forte..
potere del branco?
__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 06-09-2007, 13.47.37   #13
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Potere del branco ma principalmente secondo me potere del leader...
Batti il leader, il branco si disperde....
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Vecchio 06-09-2007, 15.32.57   #14
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infatti colui che sta al centro solitamente "emerge" dal branco ed è per questo che "viene messo in mezzo".
si tenta di "batterlo" oppure si tenta di conoscerlo meglio (cmq viene messo al centro)

ciauzz
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Vecchio 06-09-2007, 22.18.26   #15
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Mi piacerebbe spostare l'attenzione anche sui risvolti positivi dell' essere messi in mezzo, positivi in termini di possibilità di auto-conoscenza. Turaz aveva sfiorato l'argomento.

E' uscito che se sei messo in mezzo non puoi scappare. Quindi? Beh quindi sei costretto a subire e a viverti le tue reazioni a quanto ti viene detto (prnso il detto nel suo significato figurato, niente botte).

Se sei un bambino poco impari in quel momento, però di solito sono esperienze che segnano e quindi si tende a ricordarsele piuttosto bene. Ne segue che, in un qualsiasi quando avrò intrapreso un percorso auto conoscitivo consapevole, quell'esperienza mi potrà tornare utile. Come? Beh, innanzitutto in termini di osservazione (soprattutto se sono in grado di opsservarmi mentre mi prendono in mezzo)... osservazione delle reazioni e dei vissuti a quello che mi viene detto e anche alla situazione (che "tutti ce l'hanno con me").

Ci sono infiniti esempi, uno che mi viene in mente è la diversa reazione se ci dicono una cosa che sappiamo vera ma ce la nascondiamo e una cosa che riteniamo falsa. Sottolineo "riteniamo". Se fosse del tutto falsa non dovrebbe sfiorarci, forse a volte non ci sfiora davvero, ma magari ci sentiamo chessò indignati della falsità (allora c'è perlomeno un timore).

Vabbeh, le reazioni possono essere soggettive, ma credo che esistano dei meccanismi di reazione abbastanza comuni sui quali magari sono montate le diversità soggettive... a voi cosa viene in mente?
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Vecchio 07-09-2007, 17.30.48   #16
RedWitch
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Se sei un bambino poco impari in quel momento, però di solito sono esperienze che segnano e quindi si tende a ricordarsele piuttosto bene. Ne segue che, in un qualsiasi quando avrò intrapreso un percorso auto conoscitivo consapevole, quell'esperienza mi potrà tornare utile. Come? Beh, innanzitutto in termini di osservazione (soprattutto se sono in grado di opsservarmi mentre mi prendono in mezzo)... osservazione delle reazioni e dei vissuti a quello che mi viene detto e anche alla situazione (che "tutti ce l'hanno con me").
Come hai detto giustamente, sono esperienze che segnano in qualche modo, e restano impresse, quindi anche se l'osservazione non riesce durante l'episodio (se sei bambino, o se non sei in grado in quel momento), puo' tornare comunque utile.. per esempio se tutti all'esterno vedono qualcosa di me, puo' venirmi il dubbio che quel qualcosa esista anche se non lo vedo (o se me lo nascondo) , e quindi puo' permettere un'esplorazione in quel senso.. posso iniziare ad osservare se quello che mi hanno detto è vero successivamente, per poi modificarlo se è il caso, o comunque imparare a tenerlo sotto controllo..

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Ci sono infiniti esempi, uno che mi viene in mente è la diversa reazione se ci dicono una cosa che sappiamo vera ma ce la nascondiamo e una cosa che riteniamo falsa. Sottolineo "riteniamo". Se fosse del tutto falsa non dovrebbe sfiorarci, forse a volte non ci sfiora davvero, ma magari ci sentiamo chessò indignati della falsità (allora c'è perlomeno un timore).

Vabbeh, le reazioni possono essere soggettive, ma credo che esistano dei meccanismi di reazione abbastanza comuni sui quali magari sono montate le diversità soggettive... a voi cosa viene in mente?
Nel tuo esempio, su di me ho notato che se una cosa che ritengo vera , ma me la nascondo, viene messa in luce, mi sento scoperta, e mi vergogno.. ma non oppongo più di tanto resistenza (anche se il primo istinto sarebbe comunque quello di difendermi, e potendo scapperei..).. prendo e porto a casa... e poi cerco di lavorarci sopra.. se una cosa non la ritengo vera, la prima reazione è di rabbia, quindi di difesa più aggressiva.. pero' anche in quel caso, cerco dopo di andare a fondo.. e di vedere se quello che mi è stato detto puo' essere vero.
In ogni caso, se si è disposti a mettersi in gioco per conoscersi, l'esterno è uno strumento molto utile, perchè sia che una cosa la si veda o meno è una possibilità in più per conoscerla...

L'essere messi in mezzo a me provoca una sensazione di disagio e soprattutto di forte tensione, in quel momento pero' anche l'attenzione si alza .... altro motivo per cui l'essere messi in mezzo puo' essere considerato positivo..
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Vecchio 07-09-2007, 17.51.25   #17
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redwitch da quanto scrivi stai comprendendo la differenza che c'è tra re-azione e azione.
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