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Vecchio 17-02-2012, 11.51.31   #51
Uno
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Concordo sul fatto che l'ottimista tende a muoversi e il pessimista a stare fermo, ma io vedo (forse vedevo, dato che considero quello che dici) il realista in modo diverso. Per me un realista, per essere tale, deve conoscerla sta realtà, non limitarsi a quello che gli passa sotto il naso. Quindi rischia, quando ritiene sia conveniente, considerando anche gli aspetti e possibilità negative, ossia senza "essere sicuro" che vada tutto bene. Mentre vedo l'ottimista (da ottimo, non meglio... non si chiama meglista) rischiare anche fuori luogo, dando per buone a priori, o semplicemente aggrappandosi, a possibilità positive anche quando sono diciamo improbabili (volevo dire piccole, ma nessuno dei due termini mi soddisfa del tutto). Pare che tu questo ottimista lo consideri un estremista, se ho capito.

Saranno i termini che mi ingannano, ma ottimo e pessimo non sono meglio e peggio. Dovremmo vedere allora, a mezzo scala, miscugli di ottimismo e pessimismo presenti nel singolo individuo che lo pongono in determinati punti tra i due estremi (che forse non esistono), ma allora si parla di tendenze e di linee di massima, e l'equilibrio tra le due tendenze sarebbe difficile da stabilire, rischiando di cadere nel discorso di Astral della neutralità. Invece, se per te l'ottimismo è meglio, purchè moderato, l'equilibrio migliore diventa instabile.

In ogni caso, per capirci, sull'esempio delle macchine per scrivere per me il realista vede il decadere delle prime e investe sui secondi cercando di aprire futuri portoni e sbarazzarsi, si anche svendendo, dei futuri avanzi, mentre l'ottimista, a seconda di come ragiona, lo vedo sia avanzare imperterrito sulle macchine da scrivere tanto andrà bene, ignorando i segnali di decadimento, sia buttarsi a capofitto nei computer in quanto nuova potenzialità senza preoccuparsi più delle macchine per scrivere. Il pessimista non fa nulla perchè non si era dotato neanche delle macchine per scrivere , il sognatore stessa cosa, anche se immagina già aggeggi che scrivono rispondendo al suo pensiero... ma non può fare nulla perchè non ha la terra sotto i piedi grazie alla quale muoversi.
Hai centrato il punto anche se mi pare che non te ne sia ancora reso conto per bene.

Se uno fosse un "meglista" (la parola non esiste non per caso) farebbe, penserebbe etc... sempre il meglio senza nessun ma e però, ma questo non è possibile vivendo perchè corrisponderebbe alla perfezione che non è di questo mondo.
Viceversa il "peggista".....
E' per questo che parliamo di ottimista e di pessimista, cioè di persone che pensano ed agiscono con qualcosa in più (ottimo sintetizzandone l'etimologia al massimo questo significa ) e con qualcosa in meno dell'ordinario che è il realista pieno e quadrato.
Poi posso capire, e leggendo i post qui se ne ha la conferma, che la parola ottimismo, complice tutta quella spazzatura new age sul pensiero positivo, ha assunto connotazioni diverse.
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Vecchio 17-02-2012, 11.57.29   #52
Uno
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Originalmente inviato da Faltea Visualizza messaggio
Allora il realista non ha bisogno della provvidenza in quanto crea la sua realtà
Se è un realista non crea la sua realtà, quello lo fanno i sognatori.
Poni l'accento su "sua" per capire meglio quello che intendo
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Vecchio 17-02-2012, 12.16.41   #53
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Originalmente inviato da Edera Visualizza messaggio
Se uno è ottimista, può diventare pessimista e viceversa? Se io fossi tendezialmente pessimista e volessi diventare ottimista, assodato che ripetere 100 volte al giorno 'sono ottimista' non porta buone cose come potrei fare? Forse è una cosa possibile solo per gradi e con l'esperienza, cioè aprendo piano la porta a un nuovo modo di vedere e cercando di metterlo in pratica. Così facendo, i riscontri positivi che andrei a mettere nel bagaglio personale, mi permetterebbero di ri-orientare la mia bussola
Diciamo che stiamo parlando della tua amica pessimista
Non è facile passare da una parte all'altra, anzi è molto difficile il che non significa però impossibile.
Poi bisogna valutare se uno è realmente pessimista o se crede di esserlo, il che rende la situazione identica dal lato pratico ma diversa circa la possibile trasmigrazione da un lato all'altro.
L'ottimista deve avere qualcosa in più, emanare qualcosa, qui siamo in psicologia e non posso dire troppo, ma è comunque evidente, come dicevo sopra che anche i tratti caratteriali e/o psicologici evidenziano la tipologia pessimista o ottimista di una persona.
Una persona estroversa o quanto meno con facilità alle relazioni interpersonali soddisfacenti non può essere una vera pessimista e viceversa.....

Quindi prima cosa bisogna valutare se uno è realmente pessimista o se crede di esserlo, nel secondo caso (il più comune) è relativamente facile cambiare purchè non si pensi (come appunto dicevi) ai "miracoli" del pensiero positivo. Questi nella migliore delle ipotesi creano un ulteriore strato di condizionamento sopra l'altro strato che rimane e persiste. Nella peggiore permette di ottenere qualche piccolo risultato concreto da ripagare con interessi usurai.
L'unica strada è un onesto lavoro di piccoli passi e prese di coscienza. Bisogna prima destrutturare il condizionamento: "io sono pessimista" e poi da una posizione neutra ricrearsi.
Lo stesso vale anche per chi fosse realmente pessimista per struttura psico-fisica, solo che in questo caso il lavoro è ancor più lungo e faticoso.
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Vecchio 17-02-2012, 12.21.08   #54
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Lo stesso vale anche per chi fosse realmente pessimista per struttura psico-fisica, solo che in questo caso il lavoro è ancor più lungo e faticoso.
Evvai...che bello....



Il problema è che un minimo di mix credo esista in tutti, poi c'è il rischio di essere fuoriviati dalla vulgata comune, che come detto fa vedere l'ottimista come uno scemo sognante e il pessimista come un depresso cronico irrecuperabile che non si scuote manco con le cannonate.
Se ho capito l'aspetto psicologico è solo uno dei vari da prendere in considerazione, la situazione è più generale e complessa...
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Ultima modifica di luke : 17-02-2012 alle ore 12.30.04.
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Vecchio 17-02-2012, 13.15.43   #55
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
L'unica strada è un onesto lavoro di piccoli passi e prese di coscienza. Bisogna prima destrutturare il condizionamento: "io sono pessimista" e poi da una posizione neutra ricrearsi.
.
Spazzatura new-age a parte e assurde pretese di cambiamenti in 30 giorni, come possiamo intervenire in una struttura solidificata negli anni..? Piccoli passi e prese di coscienza, la presa di coscienza si fa solo con l'esperienza.. Mi viene da dire leggendo buoni libri, guardando buoni film e circondandosi di persone con una polarità diversa della nostra, in modo da uscire dal circolo vizioso che ci fa entrare in contatto solo con chi risuona in un certo modo. In pratica bisognerebbe scegliere persone, passatempi, musica, letture ecc.. che a prima vista ci sembrano meno appetibili. Ma così forse si rischia di snaturarsi o di costruire un'altro attore fittizio.. Credo che il difficile sia arrivare ad una posizione veramente neutra dal quale ricreare
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Vecchio 17-02-2012, 13.22.00   #56
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Quindi il pessimista è spostato nel passato e l'ottimista lo è nel futuro mentre il realista fissa il presente e il da farsi

Per cui il Lavoro dovrebbe vertere su portarsi sul presente ricapitolare il passato sanarlo ('na bazzecola ) per potersi fissare su presente

P.S. e il sognatore che fa? dovrà mettersi le zavorre ai piedi
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Vecchio 17-02-2012, 13.30.34   #57
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Se è un realista non crea la sua realtà, quello lo fanno i sognatori.
Poni l'accento su "sua" per capire meglio quello che intendo
è vero..
Manco pensa a crearla vede quello che ha davanti a sè..


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Questi nella migliore delle ipotesi creano un ulteriore strato di condizionamento sopra l'altro strato che rimane e persiste.
OT: dopo tempo immemore ho finalmente compreso il "lato oscuro" del pensiero positivo stile new age.
Ed io che lo decantavo tanto, ma non avevo compreso questo aspetto. FINE OT


Un pessimista può diventare un po' meno pessimista ma non diverrà mai un'ottimista, sbaglio?
Può far pesare meno il suo pessimismo, tentare di vedere un po' più il positivo nelle cose, ma l'essenza rimarrà sempre la stessa.

Un po' come il detto "uno che nasce tondo non può morire quadrato" (chiedo venia se non è proprio così.. vado a memoria e sapete che la mia fa un po' schifo...)
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Vecchio 17-02-2012, 13.41.08   #58
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Quale sarebbe il lato oscuro del pensiero positivo?
Il pensiero positivo ha origini che si perdono nella storia! Infatti se so perse proprio!

In effetti ripetersi affermazioni positive non serve a molto, anche se ne sei convinto. Potresti diventare ottimista in quell'attimo, ma poi finirebbe.

Invece ci sono cose che ci possono renderci ottimisti, la preghiera, la meditazione, la presenza degli amici, gli animali che amiamo.

Certo tutto parte da noi stessi, ma anche l'ambiente circostante influisce, e se puoi interagire nell'ambiente, sicuramente aiuta.

Esempio stupido: io prima dormivo in un ingresso dove passavano tutti, poi ho modificato e c'ho fatto il salone, spostandomi in una camera, ora quella stanza senza finestre è diventato il salone discreto, e sicuramente quando sono in casa contribuisce a qualcosa di positivo.

Lo stesso discorso vale per le stanze interiori del nostro cuore.
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Vecchio 17-02-2012, 15.13.29   #59
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Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
Quale sarebbe il lato oscuro del pensiero positivo?
.
Il lato oscuro è che un po' funziona. Ma funziona senza che tu capisca come e perchè..e lì ti frega...Credo.

O.t. [ho scritto un'altro con l'apostrofo non lo facevo dalle elementari! E' interessante, stavo pensando a me stessa, il concetto in realtà era: un'altra attrice fittizia.. La dice lunga sulla capacità di scrivere senza tirarsi in ballo, uff-] Fine O.t.

Ultima modifica di Edera : 17-02-2012 alle ore 15.22.55.
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Vecchio 17-02-2012, 16.02.28   #60
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Io invece credo che funzioni soltanto in superficie, almeno come viene presentato sui libri new age, e poi il problema del pensiero positivo, è che devi vedere sempre positivo, pure se c'è un deficiente che ti mette sotto con la macchina.

Forse è più corretta la visione allora "cristiana" ma anche di altre religioni che dice che nulla succede a caso, ed ogni esperienza ha un importante lezione. E' una lezione che non promette miracoli, ma che da senso alle cose, anche se questo senso spesso non lo capiamo.

Sicuramente la "grazia di Dio" da un lato ti evita tanti mali, ma da un altro per esempio fa in modo che devi affrontare il male del mondo. Invece chi è corrotto ha i benefici della corruzione, ma sta danneggiando la propria anima.

Uno stile di vita sano per esempio è già come attivassi il pensiero il positivo, il che non significa che ti va sempre bene, ma i mali sono minori o finalizzati ad un evoluzione.

Però credo più non capiamo una lezione, più le lezioni sono dure e ci fanno essere pessimisti.
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Vecchio 19-02-2012, 00.39.32   #61
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Poi bisogna valutare se uno è realmente pessimista o se crede di esserlo, il che rende la situazione identica dal lato pratico ma diversa circa la possibile trasmigrazione da un lato all'altro.
L'ottimista deve avere qualcosa in più, emanare qualcosa, qui siamo in psicologia e non posso dire troppo, ma è comunque evidente, come dicevo sopra che anche i tratti caratteriali e/o psicologici evidenziano la tipologia pessimista o ottimista di una persona.
Una persona estroversa o quanto meno con facilità alle relazioni interpersonali soddisfacenti non può essere una vera pessimista e viceversa.....

Quindi prima cosa bisogna valutare se uno è realmente pessimista o se crede di esserlo, nel secondo caso (il più comune) è relativamente facile cambiare purchè non si pensi (come appunto dicevi) ai "miracoli" del pensiero positivo. Questi nella migliore delle ipotesi creano un ulteriore strato di condizionamento sopra l'altro strato che rimane e persiste. Nella peggiore permette di ottenere qualche piccolo risultato concreto da ripagare con interessi usurai.
L'unica strada è un onesto lavoro di piccoli passi e prese di coscienza. Bisogna prima destrutturare il condizionamento: "io sono pessimista" e poi da una posizione neutra ricrearsi.
Lo stesso vale anche per chi fosse realmente pessimista per struttura psico-fisica, solo che in questo caso il lavoro è ancor più lungo e faticoso.
Oltre la facilità nel relazionarsi che hai detto essere un probabile indice per escludere un pessimista ....come può uno che si sente pessimista capire se lo è per davvero o se è una finta ?
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Vecchio 19-02-2012, 12.36.36   #62
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E' per questo che parliamo di ottimista e di pessimista, cioè di persone che pensano ed agiscono con qualcosa in più (ottimo sintetizzandone l'etimologia al massimo questo significa ) e con qualcosa in meno dell'ordinario che è il realista pieno e quadrato.
Poi posso capire, e leggendo i post qui se ne ha la conferma, che la parola ottimismo, complice tutta quella spazzatura new age sul pensiero positivo, ha assunto connotazioni diverse.
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L'unica strada è un onesto lavoro di piccoli passi e prese di coscienza. Bisogna prima destrutturare il condizionamento: "io sono pessimista" e poi da una posizione neutra ricrearsi.
Lo stesso vale anche per chi fosse realmente pessimista per struttura psico-fisica, solo che in questo caso il lavoro è ancor più lungo e faticoso.
Io credo che alla base , al fondamento dell'ottimista sta un atteggiamento che poi diventa convizione e che e' quel di piu' che avra' sempre rispetto al realista ed al pessimista in grado ancora maggiore ,
alla base sta , dicevo , la profonda consapevolezza di bastare a se stesso sempre e di cavarsela in qualsiasi circostanza .
Questo significa che a prescindere anche da quando si inserisce in un sistema o in un'idea che e' anche gia' stata realizzata e quindi anche se in ritardo ( vedi il passaggio da macchina da scrivere a computer ) lui sa che ne trarra' beneficio con le sue sole forze e capacita' , in qualunque modo .
La conseguenza visibile di questo atteggiamento e poi di questa convinzione e' quella tendenza ad un buono e sano rapporto con gli altri che altro non e' che l'abbandono di una difesa nei rapporti personali .
Sano e buon rapporto con gli altri che non diventera' mai dipendenza o morboso bisogno di contatto che anzi puo' dargli fastidio .

Per avere questo atteggiamento / convinzione bisogna avanzare a piccoli passi ed affrontare e confrontarsi sempre con gli altri e col mondo con fiducia e apertura , imparando di continuo .
Il mosaico alla fine composto dara' l'ottimismo .

Il realista invece manca di questa qualita' ( ATTEGGIAMENTO E CONVINZIONE ) trascendente , perche' trascende la realta' e si limita ad essere attendista e ad esaminare l'esistente senza alcuno slancio verso il futuro visionario nel senso di futuro da immaginare .

Il pessimista addirittura colora la realta' delle tinte fosche che gli servono anche ad eliminare lo sforzo di analisi della realta' .
E' il piu' pericoloso per se' e per gli altri perche' nei momenti di incertezza ti puo' indurre all'errore , farti sbagliare e puo' condizionare negativamente tutto l'ambiente anche tutti i suoi ( dell'ottimista ) collaboratori quando siano incerti .
E' chi di norma non fa nulla , non ha mai fatto nulla o molto poco o ha rinunciato a fare e critica sempre chi ha un'idea e sta per cominciare a muoversi .
Lo fa proprio per avere la scusa di continuare a non far nulla e spera sempre nell'insuccesso di chi fa .
E' lestissimo a giudicare , non perde un attimo a sparare sentenze senza meditare e attingendo ai luoghi comuni .
Vade retro .....

Ultima modifica di nikelise : 19-02-2012 alle ore 12.56.55.
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Vecchio 19-02-2012, 13.56.44   #63
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Oggi hanno detto in un pezzo di Vangelo che si sente in televisione, che Dio vuole che guardiamo le cose belle, e che non ci focalizziamo sulle cose che ci nasconde, perchè c'è più bellezza nel mondo di quanto pensiamo.
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Vecchio 20-02-2012, 13.31.50   #64
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Quale sarebbe il lato oscuro del pensiero positivo?
Il pensiero positivo ha origini che si perdono nella storia! Infatti se so perse proprio!
Il rovescio della medaglia.
Spesso mi sono trovata in disaccordo su questo argomento perché battevo che era funzionale, preciso e dava risultati e non capivo perché mi si dicesse che in realtà non era così.
Ora l'ho capito. Infatti lavora sulla superficie, ti illude ma in realtà crea solo una lieve crosticina sopra il tuo marasma di rogne.
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Vecchio 20-02-2012, 15.39.52   #65
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, preciso e dava risultati e non capivo perché mi si dicesse che in realtà non era così.
Ora l'ho capito. Infatti lavora sulla superficie, ti illude ma in realtà crea solo una lieve crosticina sopra il tuo marasma di rogne.
Esatto senza contare che se ottieni 10 paghi molto di più.. Racconto questa perchè è divertente: qualche anno fa d'estate, ero su un pontile al mare e vicino a me avevo un ragazzo che stava leggendo uno di quei libretti sul pensiero positivo. L'avevo letto anch'io, era un periodo in cui ero parecchio dibattuta sulla loro efficacia.. Avevo provato a fare qualcosina applicando quel metodo (piccole cose) e avevo sperimentato che qualcosa accadeva davvero. Tuttavia rimanevo parecchio perlessa e avevo la netta sensazione che il lavoro sul pensiero positivo così proposto, fosse uguale a mettere lo sporco sotto il tappeto. Beh mentre ero lì, il mio vicino si accorse che osservavo il libretto e mi chiese un parere...Lui ne era parecchio entusiasta e stava applicando il metodo anche in quel momento perchè continuava a dire che 'stava benissimo' e che si 'sentiva un re' in maniera un po' ripetitiva.Gli risposi lo stesso sinceramente, esponendogli i miei dubbi.. Dopo due secondi, questo si alzò, fece su asciugamano e ciabatte e si dileguò, terrorizzato.Ci rimasi così ... Era così assorbito dai quei metodi che fuggiva letteralmente anche qualsiasi discussione in merito. Ecco perchè ti frega, ti lobotomizza
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