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Vecchio 17-02-2006, 12.58.53   #1
RedWitch
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Predefinito Sogni

Credo sia un argomento che possa essere trattato sotto parecchi aspetti, il sogno, fa parte della vita di tutti noi, si sogna dormendo, ma si dice anche "sognare ad occhi aperti", quasi come se il sogno, fosse un'illusione o poco piu'.
Ho imparato ad ascoltare i sogni, perchè sono convinta che arrivino per lasciarci dei messaggi, di cui abbiamo bisogno in quel momento, messaggi che spetta a noi comprendere.

Non conosco granchè dell'argomento, mi interesserebbe approfondire, ad esempio, perchè spesso, quando ci svegliamo, dimentichiamo i sogni? O resta il ricordo solo di una piccola parte?

O ancora, perchè alcune persone sognano in bianco e nero?

Cominciamo da qua?
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Vecchio 17-02-2006, 14.03.57   #2
Cat
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Ehm...io posso dirti, per esperienza personale, che i sogni sono difficili da ricordare solo perché appena svegli siamo presi da mille altri pensieri...se ci si sveglia (sarebbe meglio senza quell'infernale aggeggio ticchettante che troneggia sui comodini di ogni italiano) e si resta un po' a riflettere, senza ancora aprire gli occhi, pensando alla notte appena trascorsa, si riesce a ricordarli, magari all'inizio sarà difficile e se non li si segna subito ci si dimenticherà, ma poi con l'allenamento verrà naturale.
Volevo aggiungere una magnifica frase di William Shakespeare, tratta da "la tempesta": "Noi siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni e le nostre piccole vite sono circondate da un grande sonno".
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Vecchio 21-02-2006, 13.00.21   #3
Uno
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Senza entrare in questa discussione nell'approfondimento dei 4 principali stati di coscienza: sonno veglia/sonno veglia e... diciamo superveglia (gli orientali la chiamano turya, in occidentale non mi viene ora la parola... vediamo se il nostro sorcio di bliblioteca ha un'ispirazione )
Il sogno è trasversale a tutti gli stati, però ovviamente a seconda di in quale di essi ci troviamo cambia anche la "sostanza" (intesa come significato, modo) del sogno.
Gli stati sopra descritti sono inoltre indipendenti dal fatto che il corpo dorma o meno, parzialmente o completamente....
Io trovo la definizione più semplice (magari è così solo per me) nel dire che la vita è il mondo esterno ed il sogno il mondo interno, questi sono uniti e non c'è un confine impermeabile ma delle sfumature... possono intergire... e sebbene il mondo interno sia soggettivo e quello esterno oggettivo, io se ne ho le capcità posso intervenire nel mondo soggettivo altrui... siamo comunque tutti connessi.
Cosa si evince da quello che ho scritto sopra? Che possiamo camminare e sognare... perchè siamo immersi in un nostro mondo... non siamo oggettivi rispetto agli altri... vediamo le cose solo dal nostro punto di vista... anche se cono il corpo "acceso" abbiamo anche l'influenza di impulsi e stimoli che ci arrivano dall'esterno.. quindi i nostri sogni saranno subordinati.. si conformeranno a ciò che vediamo, sentiamo etc... quando il corpo è "spento" in "standby" abbiamo via libera completamente... la fantasia si scatena e possiamo inventare mondi....

intanto vi lascio "macinare" o confutare, migliorare etc questo....
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Vecchio 21-02-2006, 15.14.06   #4
Ray
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Originalmente inviato da Uno
diciamo superveglia (gli orientali la chiamano turya, in occidentale non mi viene ora la parola... vediamo se il nostro sorcio di bliblioteca ha un'ispirazione )
Non so chi sia il nostro sorcio di biblioteca... cmq intanto che lo aspettiamo possiamo dire qualcosa sullo stato di Turya, almeno a titolo di accenno...

Nel Vedanta lo stato di Turya corrisponde ad uno stato di coscienza sovra-individuale nel quale gli altri tre stati da te citati non hanno più differenza. In linea di massima è lo stato del Buddha. In detto stato si "percepisce" tutto come un "Uno"... la differenza si manifesta come illusione e si "vedono" le connessioni del Tutto.

Non c'è corrispondenza occidentale del termine... o meglio non c'è una parola corrispondente che riferisca ad esso come ad uno stato di vigilanza, coscienza o consapevolezza. Il tuo super-veglia mi pare adeguato.

Il termine italiano che più si avvicina, anzi possiamo dire che corrisponde, è "beatitudine", a mostrare ancora una volta come in occidente certi percorsi han preso strade più "sentimentalistiche" dell'oriente "intellettuale"...
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Vecchio 22-02-2006, 15.39.50   #5
Kael
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Il sogno è il nostro mondo interno, come dice Uno.
Nello stato di sonno esso è totale, siamo “immersi” in noi stessi senza distrazioni, eccezion fatta per qualche piccola influenza esterna che può essere un rumore o un odore, che può “entrare” nel sogno sotto diverse forme ed alterarlo.
Nello stato di veglia invece siamo al contempo immersi nel mondo esterno e in quello interno. Sebbene ci muoviamo e interagiamo col mondo esterno infatti, continuiamo pur sempre a vivere nel sogno, non vedendo mai le cose per quello che effettivamente sono, ma per come il nostro mondo interno le altera alla nostra percezione. Tutti sogniamo da svegli, inutile negarlo. E’ questo il motivo per cui spesso e volentieri vediamo ogni giorno la stessa cosa in maniera differente, un giorno ci pare bella, un giorno brutta, un giorno simpatica e così via…

L’uomo non è in grado di vedere le cose per quello che realmente sono, altrimenti possederebbe una coscienza oggettiva paragonabile alla superveglia nominata da Uno. Nella maggioranza dei casi invece, l’uomo possiede soltanto due stati di coscienza: la coscienza soggettiva, e la coscienza “metà soggettiva e metà oggettiva”. Per arrivare alla coscienza oggettiva pura, l’uomo dovrebbe liberarsi del soggetto, ossia di se stesso. Quel “se stesso” che gli fa da maschera e che permette al suo Io di percepirsi diverso dal resto. L’Io infatti è un tutt’uno col resto, ma entrando nel ‘soggetto’ ne viene sottomesso e assume una sua identità propria e definita, con la quale avrà da lottare parecchio per liberarsene.

A questo proposito è interessante notare, come ho già scritto in Cristianesimo, che Gesù Cristo parlasse sovente di se stesso come di due persone diverse. Ogni tanto faceva riferimento al Figlio dell’Uomo, e parlava in terza persona, e altre faceva riferimento al Figlio di Dio, e parlava in prima persona. Egli era molto cosciente del fatto che, venendo a questo mondo, il suo Io si era ‘rivestito’ di un Ego, in quanto niente può esistere senza dualità. Ed era pure molto cosciente di quando a parlare fosse l’uno o l’altro, mentre noi, che non abbiamo ancora riconosciuto in noi questa dualità e ci chiamiamo sempre “io” senza saper discernere l’Io dall’Ego, siamo ancora immersi nel sogno…
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Kael non è connesso  
Vecchio 22-02-2006, 21.15.54   #6
Kael
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Originalmente inviato da Kael
l’uomo possiede soltanto due stati di coscienza: la coscienza soggettiva, e la coscienza “metà soggettiva e metà oggettiva”.
Mi trovo costretto a quotarmi perchè, nella fretta della pausa pranzo, ho specificato male. I due tipi di coscienza che intendevo in possesso dell'uomo ordinario sono 'la coscienza soggettiva nel sonno', e 'la coscienza soggettiva nella veglia'.

Della coscienza oggettiva non c'è traccia (altro che metà...), salvo qualche raro caso che così come viene, così se ne va...
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