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Vecchio 27-10-2008, 15.55.22   #26
turaz
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secondo me si...
ma quel "soffrire"... vale "solo" all'inizio.
poi diventa gradualmente un modus vivendi equilibrato
il "combatti o fuggi" è una re-azione cerebrale (che collega il tutto alla "sopravvivenza")
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Vecchio 27-10-2008, 16.20.35   #27
Kael
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non è che "bisogna" è che si leva in automatico (o quasi) a seguito del tuo operare.
all'inizio tu percepisci "tensione" a causa di un evento che non ami molto affrontare.
la maggior parte di tale tensione è legata a un "essere in una certa mente" che ricollega la cosa a eventi passati ecc. ecc. e quindi fa sorgere "paura" (è un giochetto della mente tanto per intenderci)
mano a mano che impari ad affrontare le situazioni quella paura di per se svanisce.
e quindi a quel punto "spompandosi" la paura (e la tensione ad esso legata) ciò che "rimane" è l'essere.
per farti un esempio pratico.
io ho paura di situazioni in cui mi sento "aggredito".
se rifuggo la cosa la paura rimane li e continua a crescere.
piano piano se riesco ad affrontarne una farò spompare la paura (che mi genera tensione) e via via imparerò a dominare la situazione.
a quel punto affronterò la medesima situazione con tutt'altro piglio e rimanendo centrato nell'essere (che di per se è calmo)
il mio approccio interiore è totalmente cambiato perchè ho acquisito consapevolezza che trattavasi di "inganno mentale" e sono riuscito a far emergere nella situazione ciò che realmente sono (e non ciò che la mia mente mi fa pensare di non essere)
Ah ecco, quindi intendi proprio che la tensione scompare... A quel punto però sfortunatamente saresti morto...

La tensione deve esserci, ho l'impressione che tu ancora prenda questa parola solo nella sua accezione negativa, prova a considerare la tensione elettrica tanto per capirci, che se da una parte c'è il più e dall'altra il meno si crea il passaggio di corrente... Stiamo andando OT ma l'uomo dovrebbe essere un ponte fra cielo e terra, quindi tanta più tensione lo attraversa, tanto più egli mette in collegamento questi due punti...

Sono daccordo quindi che col coltivare la pazienza cala il percepire la tensione, ma questo dipende dal fatto che vivendo le cose fino in fondo aumenta anche il nostro grado di sopportazione, la nostra resistenza... quindi quello che ieri ci sembrava insopportabile diventa oggi una sciocchezza...
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Vecchio 27-10-2008, 16.28.05   #28
turaz
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mah si è questione di termini (in questo caso)
ciò che passa è la percezione della tensione
io parto dall'assunto che l'essere è "calma" (probabilmente perchè lo contrappongo alla tensione "percepita" e quindi una volta levata mi sembra di percepire calma)
tu parti dall'assunto che in quella calma vi è cmq una certa tensione (che ti fa vivere)
alla fin fine basta comprendersi

però non so anche il discorso "sopportazione" boh mi da l'idea di un qualcosa di negativo (retaggio dell'accezione negativa comunemente data a quel termine)

Ultima modifica di turaz : 27-10-2008 alle ore 16.31.15. Motivo: aggiunta
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Vecchio 27-10-2008, 16.32.57   #29
turaz
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Stiamo andando OT ma l'uomo dovrebbe essere un ponte fra cielo e terra, quindi tanta più tensione lo attraversa, tanto più egli mette in collegamento questi due punti...
con questa ti ringrazio perchè mi hai acceso una lampadina (un collegamento che non vedevo)
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Vecchio 27-10-2008, 18.57.23   #30
RedWitch
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.........
In una parola, quindi, aver pazienza significa saper vivere...
Tutte le volte che fuggiamo, che non riusciamo a sopportare qualcosa e non riusciamo quindi ad essere pazienti, ci allontaniamo da essa e di conseguenza anche dalla vita...

Inizio a capire ora perchè coltivare la pazienza sia una cosa importantissima che non dovremmo mai dimenticarci... Sembra una schiocchezza ma invece è uno dei "segreti" della vita...
Si sono d'accordo con questa "definizione" che hai dato,
dicevo altrove che il post di Gibbi mi ha colpita perche' quella capacita' di restare nelle cose credo sia il punto centrale.. oggi mi e' capitato di andare a ritirare delle analisi, che non erano pronte, l'impiegata mi ha detto di accomodarmi un momento, poi quel momento sono diventati minuti.. dopo avevo un appuntamento e quei minuti mi servivano per non arrivare in ritardo, cosi' ho cominciato ad avere fretta e ad innervosirmi, non sono riuscita a rimanere dentro la cosa che stavo facendo, ma ero gia' all'appuntamento con il pensiero.. alla fine mi hanno pure detto che devo tornare domani a causa di una firma mancante, e li mi stavo pure incavolando , salvo il fatto che sull'impegnativa c'e' scritto che per sicurezza loro consigliano di andare 24/48 ore dopo la data di consegna prevista, cosa che non ho fatto.. ma il nervosismo era gia' partito prima.. nel momento in cui stavo "perdendo tempo" per l'attesa.. e' proprio vero che piu' si vive spostati dalla cosa che si sta facendo e meno la si vive, ci allontaniamo si'..

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te la cucchi ma non è più percepita da te come "tensione" (a livello interiore)
via via che affronti le situazioni impari a dominarle e quindi via via influiranno sempre meno sui tuoi "moti interiori".
già levare la componente "paura" leva gran parte della tensione
Secondo me la tensione la si percepisce lo stesso, ma si puo' arrivare ad avere la capacita' di non innervosirsi pur rimanendo tanto tempo in coda per esempio.. pero' non credo che a nessuno faccia piacere rimanere fermi in macchina per ore.. la tensione resta, ma si puo' imparare a "cavalcare" in certe situazioni
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Che sia il segreto dei segreti?
Ho riletto oggi grazie a Kael che l'ha riportato su e ho fatto una correlazione a questo e a quanto ho riportato riguardo alla adrenalina che non conoscevo l'istinto di fuggire o lottare...la pazienza sta nel non fare nessuna delle due cose, soffrire internamente per far si che nessuno dei due impulsi istintivi continui ad avere il predominio su di noi.
Da mettere in pratica non è semplice ma credo si possa imparare anche perchè se no, visto l'andazzo dell'uomo macchina, è tutto inutile.
Che ne pensate. ha una correlazione?
Pero' se lotti non ti butti in qualche modo "dentro" alla cosa?
il fuggire lo vedo correlato con la fretta, l'istinto sarebbe quello di scappare dalle situazioni, o comunque di togliersele di torno il piu' presto possibile per smettere di soffrire ... (friggere, sentire la tensione), mentre nell'esempio di Nike che faceva altrove sull'adrenalina a me sembra che la si usi come benzina per fare.. non riesco a vedere il collegamento con la pazienza...

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Vecchio 27-10-2008, 19.37.18   #31
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Pero' se lotti non ti butti in qualche modo "dentro" alla cosa?
il fuggire lo vedo correlato con la fretta, l'istinto sarebbe quello di scappare dalle situazioni, o comunque di togliersele di torno il piu' presto possibile per smettere di soffrire ... (friggere, sentire la tensione), mentre nell'esempio di Nike che faceva altrove sull'adrenalina a me sembra che la si usi come benzina per fare.. non riesco a vedere il collegamento con la pazienza...
Non so Red a me ha fatto pensare al non far uscire le emozioni negative...e per imparare questo ci vuole pazienza.
Mi spiego, l'adrenalina fa scattare un impulso istintivo di fuga o di lotta a seconda della situazione credo che abbiamo registrata al nostro interno come possibilità di azione, ma la vedo come una registrazione, non come una vera scelta, è il frutto di un imprinting precedente ( che appunto genera l'adrenalina) che poi andiamo in continuazione a ripetere, per uscire da questo circuito istintivo e meccanico, dobbiamo coltivare la pazienza quella che ci permette di superare sia la lotta che la fuga ma fermarci ed analizzare la giusta mossa da fare che non sia la solita automaticità.
Magari ho detto una cavolata ma questo è ciò a cui ho pensato.
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Vecchio 27-10-2008, 21.59.26   #32
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Secondo me la tensione la si percepisce lo stesso, ma si puo' arrivare ad avere la capacita' di non innervosirsi pur rimanendo tanto tempo in coda per esempio.. pero' non credo che a nessuno faccia piacere rimanere fermi in macchina per ore.. la tensione resta, ma si puo' imparare a "cavalcare" in certe situazioni

Concordo. Se non percepisci più la tensione vuol dire che ti sei addormentato.
Invece si può diventare capaci di reggerla, che poi è solo diventare più capaci, nel senso che una certa tensione minima la reggiamo già.

E' quando reggiamo la tensione, pur percependola, che siamo calmi.
Infatti se siamo calmi sentiamo caldo (quando abbiamo fretta invece freddo) e il caldo vuol dire maggiore energia, maggiore energia che circola, quindi maggiore tensione (la cosa dell'elettricità è perfetta).

Se la tensione resta e noi saliamo sviluppiamo calma, se la tensione cala ...
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Vecchio 28-10-2008, 11.01.40   #33
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E quel paz che c'è all'inizio della parola pazienza?
E quel enza che c'è alla fine?

Sono collegati al discorso tensione che facevate, tensione senza pazzia.

Una riflessione: avere pazienza ci fa sincronizzare o se meglio preferite aspettare (ma è più corretta la prima, cioè sincronizzare) con i tempi giusti... o i tempi giusti sono suoi figli, cioè figli della giusta tensione?
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Vecchio 28-10-2008, 11.08.40   #34
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quindi quella tensione (fuoco sacro?) mano a mano si impara a incanalarla sempre più diventando energici senza dispersioni e in grado di rispettare i giusti tempi.
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Vecchio 28-10-2008, 18.05.46   #35
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Alla fin fine occorre più energia per fare le cose al momento giusto che per farle.
Lo so che certe filosofie parlano del fluire e leggendole superficialmente pare che tutto accada, però sarebbe superficiale ripetersi questo come un mantra.
Il gattino con molta naturalezza gioca, caccia e tutto quello che volete, però se fare queste cose è naturale non è detto che sia a costo energetico zero, quando sta (pazienza) anche ora davanti alla tana di una bestiola per aspettare che esca, deve averne la forza...
In questo esempio ci vuole più energia per aspettare al preda che per ucciderla, il gatto è poi un soggetto particolare, anche quando ha a portata di zampa la preda non affonda mai subito, continua a giocare ancora un pò, quando da la zampata finale è lui che ha deciso, ma questo può permetterselo se non ha fame, quindi energia a sufficienza.

Fame o non fame però il tempo giusto non può non essere considerato e preventivato
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Vecchio 28-10-2008, 18.34.04   #36
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Alla fin fine occorre più energia per fare le cose al momento giusto che per farle.
Lo so che certe filosofie parlano del fluire e leggendole superficialmente pare che tutto accada, però sarebbe superficiale ripetersi questo come un mantra.
Il gattino con molta naturalezza gioca, caccia e tutto quello che volete, però se fare queste cose è naturale non è detto che sia a costo energetico zero, quando sta (pazienza) anche ora davanti alla tana di una bestiola per aspettare che esca, deve averne la forza...
In questo esempio ci vuole più energia per aspettare al preda che per ucciderla, il gatto è poi un soggetto particolare, anche quando ha a portata di zampa la preda non affonda mai subito, continua a giocare ancora un pò, quando da la zampata finale è lui che ha deciso, ma questo può permetterselo se non ha fame, quindi energia a sufficienza.

Fame o non fame però il tempo giusto non può non essere considerato e preventivato
Ed infatti pazienza etimologicamente proviene da pasco greco o patior : soffrire, sopportare e patos sofferenza .
Aspettare che le cose maturino e' un soffrire che va sopportato .
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Vecchio 28-10-2008, 18.38.27   #37
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colui che davvero è paziente secondo me a un certo punto la sofferenza nemmeno la vive più con "pathos"
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Vecchio 28-10-2008, 18.56.26   #38
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colui che davvero è paziente secondo me a un certo punto la sofferenza nemmeno la vive più con "pathos"
Ma sofferenza e' patos o c'e' o non c'e'.Non puoi vivere la sofferenza senza patos.
Vero e' che a forza di soffrire si dovrebbe imparare ( mica detto) ma quello mi pare sia un passo successivo che attiene alla conoscenza o di piu' , alla consapevolezza .
Una corrente di pensiero (lo stoicismo) dice patos matos soffro e apprendo .
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Vecchio 28-10-2008, 20.08.29   #39
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Vecchio 29-10-2008, 01.16.17   #40
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E quel paz che c'è all'inizio della parola pazienza?
E quel enza che c'è alla fine?
Di primo acchitto ho letto panz, e non credo per caso... Del resto la "panza" è collegata col discorso:
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Sono collegati al discorso tensione che facevate, tensione senza pazzia.
Se la tensione viene bloccata, repressa all'altezza dell'addome, può sfociare in pazzia, cioè ad un certo punto sale di botto tutta insieme in testa. Se invece viene lasciata libera di fluire senza blocchi c'è la pazienza, tensione senza pazzia...

Citazione:
Una riflessione: avere pazienza ci fa sincronizzare o se meglio preferite aspettare (ma è più corretta la prima, cioè sincronizzare) con i tempi giusti... o i tempi giusti sono suoi figli, cioè figli della giusta tensione?
Sono vere entrambe secondo me. I tempi giusti ci vengono "incontro" dal futuro, sta a noi sincronizzarci (pazientare) e saperli cogliere al momento opportuno quando verranno, ma al tempo stesso la pazienza ci "forgia", la giusta tensione "materializza" quei tempi giusti che altrimenti resterebbero solamente potenziali.
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Vecchio 29-10-2008, 18.52.23   #41
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colui che davvero è paziente secondo me a un certo punto la sofferenza nemmeno la vive più con "pathos"
Prova a vedere la cosa come un aumento del pathos non ad un insoporimento.
Se si impara ad essere pazienti per una certa cosa, arriva un momento in cui si è in grado di sopportare poi pesi che prima non si immaginavano e così via a salire all'infinito, per cui la tensione e la pazienza esisteranno sempre finchè continueremo a vivere e voler crescere. Se si smette di crescere, si smette di sentire e ci si adatta a quello che abbiamo e quindi non si percepisce più la tensione, ci basta quella che non sentiamo più.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 29-10-2008, 18.57.40   #42
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E quel paz che c'è all'inizio della parola pazienza?
E quel enza che c'è alla fine?

Sono collegati al discorso tensione che facevate, tensione senza pazzia.

Una riflessione: avere pazienza ci fa sincronizzare o se meglio preferite aspettare (ma è più corretta la prima, cioè sincronizzare) con i tempi giusti... o i tempi giusti sono suoi figli, cioè figli della giusta tensione?
Se non c'è pazienza si freme e si disperde energia utile ad ascoltare tutto quello che è dentro e fuori di noi, si fa dissastri del tempo che abbiamo a disposizione e quindi quel tempo non ha il tempo... di maturare bene, o marcisce o cade acerbo. Le due cose sono correlate anche per me, se ho pazienza posso aspettare di ascoltare il tempo giusto che matura bene solo con la tensione ed attenzione della pazienza.


p.s.
Gibbi che bella cosa quella del vivere nelle cose.. voglio ricordarmelo, in effetti se ci stai dentro non disperdi in altro.
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