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Vecchio 14-02-2011, 09.24.31   #1
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Predefinito Metodo col padre

Sogno di essere in una grande sala, come un'aula non troppo illuminata, dove i tavoli sono tutti attaccati, al centro della stanza che al posto delle finestre ha vetrate a sud e a nord, per una lunghezza di alcune decine di metri. I tavoli sono bassi, da scolari o da mensa, io e mio padre stiamo seduti in una punta, vicini, nello stesso angolo, e devo insegnargli come fare le equazioni. Sono molto lunghe e piene di frazioni, sembrerebbe difficile, ma gli spiego che ora le mostrerò il metodo e presto non lo saranno più. Lui deve tenere la penna anche se i calcoli li faccio io, e scriverà man mano che lo guiderò. Ne faremo di più semplici, e poi man mano arriveremo a quella, dico che è uno dei metodi, uno lo dobbiamo adottare.
Lui parla voce alta, è agitato, e capisco che è il suo disappunto verso quella cosa astrusa che è contretto ad affrontare.Man mano gli dico pure che deve abbassare il tono, che nessuno tanto lo sente, che può calmarsi se pensa che tutto è più facile di quanto appaia. Nello svolgere i calcoli complessi di una fittissima serie di divisioni e moltiplicazioni, anche se mi avvalgo della calcolatrice, i risultati non corrispondono con quelli che dà il libro. Dico che non è grave, avremo di sicuro sbagliato qualche operazione, l'importante è che capisca il metodo. Sono sicura di me, e che sarò efficace. Una certa sofferenza ossessiva c'è anche nel sogno, già solo per il gran numero di operazioni da fare e per l'alunno che come soggetto è notevole.
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Vecchio 16-02-2011, 19.39.07   #2
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Doveva essere metodo di studio, o di insegnamento , ma non metodo col padre come ho scritto nel titolo.
Già il sogno su come arrivare alla abilità di risolvere una espressione algebrica aveva riguardato anche mio figlio. Cosa rappresentano il padre e il figlio, nel caso specifico in cui sono desiderosa di trasmettere una conquista, lo sfatare attraverso il metodo e l'esercizio costante ,il preconcetto che una serie di numeri anche lunga possa dare più difficoltà rispetto ad una più semplice, in un esercizio matematico.

Particolare l'aula. Quasi al buio, c'è un chiarore che arriva da fuori le vetrate. Larga sei o sette metri, lunga quindici. Al centro , per quasi tutta la superficie una serie di banchi addossati come un puzzle, sia per largo che per lungo, centinaia di banchi da scuola. Io e mio padre occupiamo l'angolo del primo banco a destra. Strano che si stia si stia ad occuparne proprio un angolino.
Le due pareti più lunghe sono coperte di vetri, da lastre unite come i banchi, solo vetri che stanno insieme come maglie.

Lastre di vetro come tasselli, idem i tavoli, e numeri, tanti , concatenati tra loro. Piccolo angolino e metodo semplice.

madre figlio
figlia padre

Devo dare un metodo, il mio metodo, sia a mio figlio che a mio padre e diventeranno più sicuri di se stessi, e conosceranno la mia affidabilità, il mio lato concreto, la mia sicurezza.

Ultima modifica di webetina : 16-02-2011 alle ore 19.48.57.
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Vecchio 18-02-2011, 02.18.46   #3
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Oggi mangiavamo l'uno di fronte a l'altro io e mio figlio, avevo preparato cose diverse; per lui qualcosa di più gustoso. Me ne offre ed io dico che può mangiarlo tutto. Serio mi dice che sono una mamma perfetta, poi vedendo il mio sguardo si corregge: " ma io non riuscirei a immaginarti senza le tue imperfezioni".
Ho ripensato a come attraverso le mie lezioni di matematica a lui imposte non troppi anni fà gli feci passare a forza l'idea che lui non era nato per quella disciplina, nè mai sarebbe stato più bravo. Una cosa notevole, ma fatta in ritardo, avrei dovuto seguirlo fin dall'inizio con tale determinazione, non sono stata una madre perfetta.

La cosa fece bene ad entrambi, il mio inconscio oggi la vorrebbe ancora sfruttare la mia capacità di controllo. Ho detto controllo, credo però abbia che fare con il dare una traccia, mettere le cose con ordine sapiente, di conseguenza si ottiene anche il sedare l'altro che è anche educare per me. Questa è la mia esperienza .

Mi piacerebbe sempre utilizzare risorse migliori della forza, avere la risorsa del rendere convinto l'altro, la pazienza, la fiducia, e zac e poi automaticamente svanisce l'impetuosità, l'ansia, con beneficio anche della emotività che smette di stare a briglia sciolte. la vita è fatta di gesti, uno dietro l'altro, e fare i gesti necessari nel senso che richiede, il più naturale e semplice, risolve l'ansia stessa del vivere, come in una espressione algebrica.
L'nsia stessa del vivere mi deriva pure evidentemente da certi aspetti che ho preso dal padre.
Uffa sono sempre in un tentativo di interpretazione psicologica se non è fantasticheria, non capisco nemmeno come si fà a darne di altre.

Ultima modifica di webetina : 18-02-2011 alle ore 02.21.04.
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Vecchio 18-02-2011, 03.15.35   #4
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i risultati non corrispondono con quelli che dà il libro. Dico che non è grave,
Secondo me questo è un punto su cui faresti bene a riflettere e che mi dai l'impressione di aver sorvolato.
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Vecchio 18-02-2011, 13.03.16   #5
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Secondo me questo è un punto su cui faresti bene a riflettere e che mi dai l'impressione di aver sorvolato.
Magari per me il metodo è più importante del risultato

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Vecchio 18-02-2011, 14.57.15   #6
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Magari per me il metodo è più importante del risultato
O magari è quello che ti racconti quando i conti non tornano.
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Vecchio 18-02-2011, 16.10.33   #7
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O magari è quello che ti racconti quando i conti non tornano.
Mio Dio, sapessi come no lo sopporto questo raccontarsela, e ancora meno quando me lo dicono!

Mi sforzo e cerco di mettere in relazione la ripetitività stressante, le troppe cose sul fuoco, mille cose mai finite con un risultato che non arriva mai...Va meglio così, sono abbastanza vicina adesso?
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Vecchio 18-02-2011, 16.34.29   #8
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Lo ammetto il dramma della mia vita sono tutte le cose che vorrei fare e non riesco a portare avanti come vorrei. Lo so , qualcuno me la scritto fin da subito che dovevo UTILIZZARE il tempo. Io mi alleno sempre, ma non c'è una partita finale, non c'è gara, non c'è appuntamento, un'altra parola questa che rifuggo come la peste. Ho sempre creduto nel mio discreto successo, ma mi rendo conto che ho fatto solo una minima parte di ciò che potevo, e aggiungendo sempre difficoltà fine a se stesse. Mi sono solo accontentata.

Sento che una slavina potrebbe venir giù se scivolo veramnete su questo tasto. Spero di non fare sogni massacranti ora come la mia vicina di banco quì.

Grazie Ray, anche nel caso io non ci avessi azzeccato, ma di sicuro qualcosa centra lo stesso ciò che ho appena scritto, col mio eterno disagio.
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Vecchio 18-02-2011, 18.49.16   #9
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Per me quando i conti non tornano vuol dire che il procedimento è sbagliato, oppure i dati inseriti sono sbagliati. Ma qui si parla di metodo, forse il metodo è sbagliato oppure non da i risultati che dovrebbe quindi impieghieresti il tempo insegnando (a una parte di te?) qualcosa che non da giusti risultati, perderesti o sprecheresti tempo illudendoti di star facendo la cosa migliore.

Speriamo non piova sul bagnato che ancora non mi sono ripresa ci manchi solo tu slavinata
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Vecchio 18-02-2011, 19.41.50   #10
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Per me quando i conti non tornano vuol dire che il procedimento è sbagliato, oppure i dati inseriti sono sbagliati.
Beh, non necessariamente, perchè se ci fai caso, nelle espressioni algebriche, spesso basta sommare male due numeri perchè non risulti la soluzione finale, e in genere non era considerato un grandissimo errore. Certo nel sogno è una metafora, è vero anche che altre volte alla fine di una operazione il risultato è invece la cosa essenziale. Cosa fa o dà un risultato esatto?

Citazione:
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Si è vero, ci mancano solo le mie slavine, perchè al ritmo con cui evochi tu le valanghe....
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Vecchio 18-02-2011, 20.07.55   #11
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Beh, non necessariamente, perchè se ci fai caso, nelle espressioni algebriche, spesso basta sommare male due numeri perchè non risulti la soluzione finale, e in genere non era considerato un grandissimo errore
.

Insomma, nelle espresioni algebriche la somma algebrica di più meno è alla base, se sbagli quella non hai fatto bene l'esercizio, hai un risultato sbagliato. Immagina che la somma algebrica la stai applicando sbagliata sulla contabilità... pensi non sia tanto grave?


Citazione:
Cosa fa o dà un risultato esatto?
Ti da la soluzione del problema, la giusta conclusione, ti fa tornare i conti. Il metodo giusto applicato male non è risolutivo, ti fa rimanere sui banchi di scuola al tempo dell'apprendimento.
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Vecchio 18-02-2011, 22.07.16   #12
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.

Insomma, nelle espresioni algebriche la somma algebrica di più meno è alla base, se sbagli quella non hai fatto bene l'esercizio
,
E' chiaro che non mi riferisco a questo, sarebbe non applicare le regole, ma metti che 41a+ 13a-15a-18a+12a faccia 97 anzichè 99, capita di dover rifare i calcoli perchè sai che è qualche cavolata. Nel sogno ha importanza il metodo, però qui il problema potrebbe essere in che campo lo stiamo applicando, se sui calcoli delle fondamenta della casa, l'esattenza dei numeri è importante, lo capisco.

Citazione:
Ti da la soluzione del problema, la giusta conclusione, ti fa tornare i conti. Il metodo giusto applicato male non è risolutivo, ti fa rimanere sui banchi di scuola al tempo dell'apprendimento.
Ok, diciamo che il metodo giusto usato con poca attenzione, con la fretta o mentre ti preoccupi di altro viene invalidato.


C'è un'ansia di fondo nel sogno, c'è altro fuori che non vedo ma mi distrae e il soggetto non è facile, è arrogante, non vuole la disciplina della scuola. C'è disagio, il mio è quasi uno sforzo eroico, eppure so che ce la posso fare, ma di fatto il risultato non è esatto.
A scuola il risultato era importante, avrei rifatto l'esercizio fino a che non sarebbe stato quello giusto.
Oggi è diverso, non sempre ci bado al fatto che sia perfetto, ho sempre fretta e non ci metto tutta me stessa, eppoi difronte alle persone autoritarie o a coloro che io sento come tali, diciamo meglio, giudicanti, io sbaglio spessissimo.

Nel sogno se riuscissi a dimostrare che alla fine il contenuto è valido anche se il risultato non è azzeccato subito, anche se la performance non fosse perfetta, io otterrei di circondarmi di padre e figlio più sicuri, meno intemperanti. Vorrebbe essere il tentativo di rendere potente l'uomo che ha a che fare con me.
Il più basso spinge spinge chi sta in alto, il più alto tira chi sta in basso. Il figlio deve essere tirato su dalla madre, questa tirata su dal padre, e invece mi ritrovo nei sogni a dovere sia tirare su dalla insicurezza il figlio, sia tirare giù il padre dalla superbia che lo rende ottuso. Un ruolo innaturale quest'ultimo, e il risultato non cè.

Io queste scene analogiche non le capisco. Il padre è qualcosa che fa parte me, l'ho imparato a memoria, ma perchè mai racconto alla mia parte maschile che basta il metodo, che il risultato non conta?
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Vecchio 18-02-2011, 22.34.14   #13
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Ma se il metodo è giusto, com'è che da un risultato sbagliato?
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Vecchio 19-02-2011, 01.55.02   #14
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In matematica o nella vita?
In matematica può succedere che in una espressione con un gran numero di calcoli si arrivi a quello finale non esatto, rifai i calcoli e ti riesce perchè avevi sbagliato una somma. Se invece il metodo è sbagliato non arrivi nemmeno ad un risultato, ti blocchi molto prima.
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