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Vecchio 26-09-2007, 23.51.15   #76
Sole
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Rimango nel momento di sospensione per fare una considerazione che mi viene per associazione.
Il momento in cui abbiamo paura e avviene quella sospensione del pensiero, avviene anche che il respiro si blocca, la parola si ferma, a volte non vediamo più, ogni manifestazione del centro motore è interrotta per un istante. Gli automatismi si fermano. Siamo noi e l'istinto. Il centro istintivo è velocissimo e la coscienza deve esercitarsi ad esserlo altrettanto per infilarsi in quell'istante.

P.s.
credo c'entri con l'idea di Cassi del passaggio
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Vecchio 28-09-2007, 13.03.09   #77
cassandra
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Non spompi la paura così, spompi le singole paure, potresti vincere la paura di uscire al buio in una strada isolata ma non avresti vinto quella dei ragni (per esempio)
Se vinci la paura diventi coraggiosa e questo vale per la paura in generale, il che non significa che non proverai il brividino nella strada buia, può essere, può essere a volte, può non essere.
Io so cosa ti frega, la paura è irrazionale, non la puoi vincere con il razionale, non direttamente almeno, puoi sulla singola paura studiarla, se è il ragno puoi sapere che quella specie non è velenosa... ma poi se ti fanno senso in quel momento non pensi, questo è uno degli effetti positivi della paura (per te no lo so ), una forte paura produce una sospensione del pensiero.
Sia chiaro sospensione, non soppressione, un istante, da il modo di accedere ad altro.
La questione nasce su cosa ci succede in quel momento di sospensione, se ci perdiamo (nello stesso modo di un orgasmo comune, le due cose hanno molto in comune) la paura ci ha vinto, se riusciamo a tenere salda la coscienza anche senza pensiero è un momento magico.
Questa cosa della sospensione l'ho sperimentata un paio di giorni fa,al momento non me ne sono neanche resa conto,non so se sono riuscita a restare attenta,li per li sembrava di no,pero'se riesco oggi a ricordare e distinguere le varie sensazioni,probabilmente un 10%di me è rimasto presente...
Posso testimoniare la magia di quel momento,ma è come soffocare...come dice bene Sole,bisogna allenarsi profondamente per poter arrivare a vivere davvero quel momento...
Ho avuto la sensazione di essere in un cunicolo,da lì la mia coscienza sarebbe potuta andare ovunque...ma non sapendo dove altro andare è tornata al punto di partenza
ma non demordo,anzi,posso dire che provare è stato un piccolo salto in avanti...
Ora la domanda...mi chiedevo se nel caso della paura incontrollata vale un po il discorso del Sacro Fuoco,inizialmente ancorarsi ad una base per lasciar fluire le sensazioni...così da permettere una piu'dettagliata osservazione...la resistenza aumenterà man mano che si è più coscienti...
Questo per parlare piu'dettagliatamente di come risolvere i problemi determinati da paure sia manifeste che inconsce...
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Vecchio 28-09-2007, 13.07.44   #78
turaz
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penso tu abbia centrato il "succo" dell'ancorarsi coi piedi a terra.
un abbraccio
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Vecchio 28-09-2007, 22.11.57   #79
Ray
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Si, credo anch'io, come ho accennato in sacro fuoco (dico questo pro-futuro dato che potrebbe risultare difficile risalire ai collegamenti... tread sacro fuoco post 120-121).

Mi viene da aggiungere che per riuscire a far salire mantenendo quel nucleo di coscienza che, tra le altre cose, ci permette di restare ancorati, è necessario un lavoro preliminare che sviluppi questo nucleo sulla base dell' "osservatore" (vedi tread vari sulla quarta via e altri).
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Vecchio 02-10-2007, 15.44.16   #80
RedWitch
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Riprendo questo discorso, quotando parte di post da Sacro Fuoco per non uscire troppo fuori dal seminato lì


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Originalmente inviato da Uno
.........................................
Se trattieni senza alba di ciò che fai per evitare il salire verso la testa, perchè inconsciamente sai che ti perdi, blocchi tutto sull'addome, in casi rari arrivi al cuore (e li le illusioni di aver aperto qualcosa si sprecano,

...
La giusta via a livello fisico è lasciar fluire verso la testa ma ancorandosi sulle gambe, sui piedi... pochi lo fanno naturalmente, quasi nessuno... ad una visione sottile il mondo sembra una distesa di bottiglie di spumante stappate che rimangono senza vino dentro e senza versarlo nel bicchiere, poi ci sono le bottiglie non stappate che scoppiano.
................
Citazione:
Originalmente inviato da Ray
..................
PS: anche se con la rabbia è piuttosto evidente la cosa credo che valga con qualsiasi "fuoco" che salga dalla terra, in primis l'originale, la paura. Restare ancorati, mantenere un nucleo di coscienza e lasciare salire potrebbe forse dare delle sorprese a chi ha qualche difficoltà con paura che sale rischiando di diventare panico...
Le due parti che ho messo in neretto, mi hanno dato degli spunti, ma vorrei capire meglio, per quel che riguarda la paura, che sale senza controllo e che diviene panico. Mi rivedo benissimo come "bottiglia non stappata che scoppia", nel senso che quando sento salire la paura (immotivata, almeno apparentemente), quello che cerco di fare è ancorarmi alla terra (sentirla), appunto per non perdere il controllo, perchè ho visto che se lascio fare in pochi attimi arriva alla testa e perdo il contatto con la realtà in preda al panico (la sensazione è quella di essere staccata dal corpo).
Solo che credo, di aver finora represso.. perchè cercando di rimanere presente e di osservarmi, "schiaccio" la paura, cerco di trattenerla in basso (ed infatti la sento nello stomaco). Il risultato è che non perdo completamente il controllo, ma le gambe si irrigidiscono al punto di farmi male, arrivo quasi a non riuscire a muovermi, divento fredda (mani, viso, corpo), il cuore batte a ritmo accelerato e perdo un sacco di energie.

Dopo avervi letto ho iniziato a fare dei tentativi , per vedere cosa significhi "lasciare salire", sto cercando di non negare la paura quando arriva, di lasciare che salga oltre lo stomaco, senza perdere il contatto con la terra. E lasciando salire la paura, osservandola anzichè raffreddarmi, mi scalda.. è proprio come se dall'interno il corpo rilasciasse calore, le gambe non si irrigidiscono e la paura si trasforma in qualcosa che non ho ancora ben chiaro.. ma riesco a vedere che è "innocua" .
Dopo tutta sta pappardella (personalissima, chiedo scusa, ma vorrei capire se la strada è quella giusta), quello che vorrei chiedere è se questa repressione (negazione della paura, ma credo sia così anche per la rabbia, e a tutte le cose che non vogliamo vedere o sentire in noi), possa avere a che fare con l'attaccamento alla terra, alla materia, alla.. poca Fede... paura di lasciare "riferimenti"?
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Vecchio 08-03-2008, 21.28.43   #81
Kael
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Prendo questo post di Uno dalla discussione Bellezza perchè volevo analizzare un paio di cose..
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Non è facilmente razionalizzabile la cosa, ma anche fermandosi solo all'inizio di questo arduo compito potremmo dire che nel momento in cui proviamo un sentimento di vero stupore per qualcosa di estremamente bello siamo come all'apice dell'orgasmo sappiamo già che da li possiamo solo "ridiscendere" ed ecco che subentra la paura, paura che in realtà c'era già
Paura che c'era già, ma di norma non sappiamo "attivarla" a comando, o per lo meno non sappiamo mantenerla accesa una volta che si accende da sola a causa di qualche fattore esterno, e così ogni volta si riparte daccapo. Saper resistere a questa paura significa saper aumentare, anche di soli pochi secondi all'inizio, l'apice dell'orgasmo e restare in bilico come si diceva nell'altro thread sulla Tensione. E' grazie alla bellezza che sperimentiamo la paura. E' grazie alla paura che sperimentiamo la bellezza. Al momento culmine paura e bellezza sono entrambi all'apice e coesistono insieme, alpha ed omega si toccano... ed ecco che da questa "unione" nasce la magia, l'orgasmo, la sospensione di pensiero della ballerina...
Citazione:
Quindi dipende da quando noi percepiamo la bellezza e quindi diamo importanza ad essa e quanto distanti ne siamo... ecco perchè un tramonto non ci da gli stessi problemi.
Questi fatti sono esempi per la ragione, ma la dinamica non è limitata al contatto fisico... se nulla mi tocca, se a nulla do valore non avrò mai questi "problemi".
Se nulla mi tocca, se sono chiuso e non dò valore a nulla, non sperimenterò mai questo momento magico, ma questo vale anche se dò troppa importanza alle cose, se mi faccio risucchiare dalla paura senza essere minimamente capace di resisterle.. L'ideale sarebbe la via di mezzo, saper percepire la bellezza in ogni cosa, in ogni evento, anche solo in un semplice respiro, ma al tempo stesso ressitere alla paura, sopportarla insieme alla bellezza e cercare di tenerla il più possibile dentro di sé.
Questa via di mezzo purtroppo non si verifica quasi mai, e in linea di massima sperimentiamo uno dei due stati: repressione o proiezione. Repressione quando ci chiudiamo al mondo, non ci facciamo più toccare da nulla, ma al tempo stesso non proviamo più nulla. Proiezione quando ci apriamo troppo e le cose ci risucchiano, ci spazzano via come un'onda e dimentichiamo noi stessi sotto l'azione dell'abisso.
Citazione:
Certo il lavoro su stessi e quel campo di battaglia a cui accennavamo sopra presuppone che la battaglia si cerchi di vincerla e che si sia in grado di sopportare sempre più la Magnificenza, ma negare il terrore che questa deve provocare per essere tale equivale a non essere ubriachi dell'esempio sopra.
Forse chi ha una vaga idea di cosa sia (tra l'altro non tanto spiegata dalla scienza ufficiale) la sindrome di Stendhal comprende quello che sto cercando di dire.
E' una questione di proporzioni, tanto più una cosa mi affascina tanto più ne ho paura, tanto più passa la paura tanto più quella cosa rimane bella ma non nello stesso modo in cui era prima.

etc etc........
Grossa parte del lavoro su di sè si traduce in Vivere la Paura.
Vivere o vivere la paura sono la stessa cosa. Rifiutarsi di vivere la paura significa dunque non vivere, significa essere immersi nel sonno come al solito...
Mi rendo conto che a parole tutti sono capaci, si tratta poi di farlo veramente, si tratta di avere la mente aperta ed una Ragione oggettiva anche quando il cuore batte a mille. Quando il cuore invece batte normalmente, sono tutti capaci di pensare...
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Vecchio 08-03-2008, 23.42.23   #82
nikelise
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Sia in Bellezza che in Paura mi permetto di citare uno che ha trattato l'argomento e che ci serve a capire e continuare:
Elemire zolla ,Archetipi:
Una vita sensata e disciplinata e' un'utopia:crede di poter ignorare gli archetipi.
L'uomo ha bisogno di assiomi per la mente e di estasi per la psiche come ha bisogno di cibo per il corpo: estasi ed assiomi possono provenire solo dal mondo degli archetipi.
Ne' bastano estasi lievi, brividi modesti:la psiche cerca la pienezza del panico.
L'uomo vuole perodicamente smarrirsi nella foresta primigenia degli archetipi.
Lo fa quando sogna, ma i sogni non bastano.
Deve sparire da sveglio,rapito da un archetipo in pieno giorno....omissis.
Quando simbolo ed emozione si congiungono, forma e materia di un plesso solo, un archetipo e' imminente.
Soltanto uno spirito meditativo s'accorge di queste congiunzioni,che i piu' subiscono ciecamente''.

Afrodite e' l'archetipo della bellezza:armonia ,paura ,terrore i sentimenti che suscita ,
movimento ma anche paura di smarrirsi ,possibilita' di perdersi serve dunque anche un ''antidoto'',un sistema per venirne fuori,serve un percorso che consenta di ritornare a casa con il bello che si e' intravisto, di non rimanere bloccati.
Per far questo jung ha chiesto aiuto ad un altro mito quello di Ermes , il dio che segnala la via ,che sta sui confini delle cose.
Entra qui un'altro stato che tutti abbiamo provato :
la nostalgia: il ritorno con dolore o il dolore del ritorno (nostos ritorno algia dolore)
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Vecchio 21-06-2008, 12.38.48   #83
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In un certo senso la mente tutto può... ma lavora con quello che arriva e che esiste da prima della mente, materiale più grezzo, teoricamente può plasmare questo materiale come vuole... ma dalla teoria alla pratica ne corre... non basta ripeterselo mentalmente un pò di volte (parlo in generale).
Quindi è importantissimo conoscere questo materiale, sapere come arriva (da dove è piuttosto complicato e praticamente non serve, non sto parlando in senso psicologico) come lavora in noi, dove si deposita se si deposita, che effetti ci fa etc etc.
Riprendo da qui..posto che la mente tutto può se e quando impariamo a gestirla, dopo averla conosciuta,cioè dopo aver conosciuto i suoi "fornitori" ed i canali preferenziali che usa..
Sto osservando in questi giorni proprio la paura,anche se inizialmente d'istinto ho lasciato uscire qualcosa (il peso era troppo da reggere lì per lì), ora sto tenendo e guardando..
Ho visto la paura della morte come matrice,insieme a quella di perdere riferimenti e di essere abbandonata,per non parlare della paura della sofferenza..identificazione..un sacco di cose mai viste prima in azione.
Ora ho avuto l'impressione che alcune cose che ho pensato non fossero proprio "mie" in quanto l'esperienza che sto vivendo in un certo senso è la prima,non essendoci precedenti della stessa forma,è impossibile che la fonte sia io,intesa come esperienza fatta ed accumulata..la sto vivendo,quindi la mente mi sta ingannando mandandomi pensieri altrui (in un certo senso)che se lascio accomodare mi portano ad allontanarmi dalla realtà vera.
Ancora ho collegato le sensazioni di questa cosa attuale,con una situazione da bambina in cui ho visto mia madre soffrire e logorarsi moltissimo,in cui probabilmente, anche se tenuta allo scuro, ho assorbito quella manifestazione riproducendola anch'io ora,in una situazione per me emotivamente toccante,come dire che ho rapportato la mancanza che ho dento e che mi fa aver paura,ad una sua del passato, che probabilmente anche geneticamente mi ha passato..ci sta più o meno?

Questo per dire che sto cercando di farmi un idea di quello di cui parla Uno,ma vorrei sapere se sto facendo bene,se questo lavoroè corretto per arrivare a trovare il bandolo della matassa.
Ho la sensazione che inizialmente ho affrontato la situazione subendola,come fossi stata un tubo in cui arrivava di tutto e tutto mi percuoteva,(leggervi è servito ),adesso però sto cercando di selezionare i pensieri ed indirizzarli positivamente, anche se il discorso dei depositi e dei suoi effetti ancora mi sfugge..sempre se il resto è chiaro eh
Vi andrebbe di proseguire?
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Vecchio 21-06-2008, 16.27.05   #84
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Ho visto la paura della morte come matrice,insieme a quella di perdere riferimenti e di essere abbandonata,per non parlare della paura della sofferenza..
Penso che questa della morte sia una paura atavica, come quella di essere abbandonati, cioè di perdere i riferimenti...
E' la forza della vita che ci imprime questa paura, che ci fa reagire in un certo modo prima che la mente cominci a pensare....
E' la paura dell'ignoto e dell'annientamento che penso sia insita in ogni essere vivente, infatti ogni essere vivente ad ogni livello, comprese piante ed animali, lotta per la vita e rifugge la morte...

Se poi si tratta della paura di perdere qualcuno e di essere "abbandonati", questa anche se può essere vissuta per la prima volta in prima persona, dà un'impressione di già sperimentato....
magari quando da piccoli abbiamo pianto perchè non vedevamo più la mamma come punto di riferimento, solo che non possiamo ricordarcelo ma forse il nostro inconscio sì, e poi anche dall'aver visto altre persone dover affrontare questa paura e le loro reazioni che ci sono rimaste impresse....

La paura della sofferenza deriva dall'esperienza del dolore, sia fisico che mentale, e solo al pensiero di provare di nuovo quel dolore si ha paura di non riuscire a sopportarlo...
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Vecchio 29-08-2011, 17.53.02   #85
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Come affrontare la paura, è sempre possibile? Se ad esempio io ho paura dei fulmini, dovrei andare in giro in mezzo ai temporali? Se ho paura delle malattie, dovrei fare un bagno in mezzo ai rifiuti. E se ho paura che qualcuno mi tradisca, dovrei fare l'investigatore privato?

E' sempre possibile affrontare le proprie paure, o forse in alcuni casi bisognerebbe ignorarle e non alimentarle?
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Vecchio 29-08-2011, 18.42.40   #86
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Come affrontare la paura, è sempre possibile? Se ad esempio io ho paura dei fulmini, dovrei andare in giro in mezzo ai temporali? Se ho paura delle malattie, dovrei fare un bagno in mezzo ai rifiuti. E se ho paura che qualcuno mi tradisca, dovrei fare l'investigatore privato?

E' sempre possibile affrontare le proprie paure, o forse in alcuni casi bisognerebbe ignorarle e non alimentarle?
Non ho volutamente riletto tutto perchè voglio ragionarci su insieme a te.
Se ho la paura dei fulmini dovrei capire da dove è nata, magari ho qualche ricordo...poi invece posso provare quando c'è un temporale, non ad andare in giro nel bosco perchè sarei un incosciente, ma magari guardarli nel cielo e apprezzarne la bellezza magari associandoli ad altro: tipo la bellezza con cui illiminano la notte, la potenza con cui esplodono, la velocità con cui appaiono e scompaiono, in poche parole fermarsi trovando quello che di bello ti suscitano o posso suscitare in te, perchè di solito fai caso sempre e solo alle stesse cose legate alla paura e magari perdendoti cosa nella bellezza potrebbero portarti.

Se hai paura delle malattie, credo sia legata anche questa come tutto del resto al controllo al voler avere controllo sulle malattie perchè dietro c'è sempre la paura di morire e noi pensiamo che dominandole possiamo allungarci la vita anche se inconsciamente, non sto parlando di te ma di quello che io penso di queste cose. Quindi se ancora non riusciamo a far affidamento sulla provvidenza sul fatto che ci succede quello che ci deve succeedere o per chi crede che Dio ha già in serbo quello che ci è necessario, quindi ha Fede dovrebbe non farci molto caso, ma evitare di avere atteggiamenti incoscienti perchè sarebbe come uno sfidare Dio.
Al limite può essere d'aiuto ocnoscerle la conoscenza aiuta a far luce e quindi a togliere lasuperstizione dala scienza.

Se ho paura che ualcuno mi tradisca devo indagare su dove io mi sento debole meno degli altri e rafforzare queste lacune, il pensiero che ho di me e per cui io penso di poter venire tradita. Ma anche pensare a cosa succederebbe se succedesse aiuta a capire che magari la paura è un altra.
Rendersi conto che dietro ci può anche essere una proiezione nostra.
E poi mollare il controllo perchè è quello che succhia energia e porta sempre gli stessi pensieri devastanti e inutili, perchè fa si che si rimanga fermi in un vicolo cieco.
Perchè se l'altro vuole tradirti lo farà che tu lo controlli oppure no. Di certo se hai continuamente pensieri di quel genere secondo me ingeneri negli altri vibrazioni analoghe.
Tutte questi ragionamenti per dire che far luce nelle paure puo aiutarci a non farci semper dominare da esse.
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Vecchio 29-08-2011, 19.17.35   #87
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Però credo Griselda, che se hai una forte energia di paura, puoi risolvere momentaneamente le paure specifiche. Ad esempio io ho notato che quando una paura prende il sopravvento e la risolvo con l'analisi psicologica, questa risolve e dopo qualche minuto, ho paura di qualcos'altro, in parole povere l'ho soltanto spostata da un meccanismo mentale all'altro.
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Vecchio 29-08-2011, 19.20.55   #88
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Però credo Griselda, che se hai una forte energia di paura, puoi risolvere momentaneamente le paure specifiche. Ad esempio io ho notato che quando una paura prende il sopravvento e la risolvo con l'analisi psicologica, questa risolve e dopo qualche minuto, ho paura di qualcos'altro, in parole povere l'ho soltanto spostata da un meccanismo mentale all'altro.
Beh io ho risposto alle domande specifiche che hai posto poi è chiaro che se non risolvi la paura di morire è quella semper a girare che poi è legata al controllo a non affidarci a Dio completamente
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