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Vecchio 04-09-2009, 16.01.05   #101
luke
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Rispondo dicendo che anche una piccola parte di percezione dell'Assoluto e' una bella esperienza che aiuta a vivere cioe' da' senso al quotidiano e a tutto il resto .
La logica del tutto o niente non paga quasi mai ed in questo caso men che meno.

Ah si su questo hai ragione, qualche esperienza di comunione col Tutto, magari contemplando un bel paesaggio, acoltando una splendida musica ecc penso l'abbiamo vissuta in tanti e sono momenti che difficilmente si scordano.
Mi sembra, scusa se sbaglio, di aver letto qualche tuo post in cui dici che ti piace andare in barca, quindi penso che ti saranno capitati svariate volte in mezzo al mare momenti di "contatto" con l'assoluto...
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Vecchio 04-09-2009, 16.15.58   #102
nikelise
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Ah si su questo hai ragione, qualche esperienza di comunione col Tutto, magari contemplando un bel paesaggio, acoltando una splendida musica ecc penso l'abbiamo vissuta in tanti e sono momenti che difficilmente si scordano.
Mi sembra, scusa se sbaglio, di aver letto qualche tuo post in cui dici che ti piace andare in barca, quindi penso che ti saranno capitati svariate volte in mezzo al mare momenti di "contatto" con l'assoluto...
Si e' vero ci sono attimi impagabili , sempre quando la forza degli elementi si attenua quindi all'aurora o al tramonto.
Ma l'immagine piu' totalizzante ce l'ho quando prima di risalire dal fondo di un mare limpidissimo e blu guardi verso l'alto e vedi quella colonna immensa d'acqua che ti sovrasta e i riflessi avvolgenti del sole , sembra di ritornare nel liquido amniotico come ....parecchio tempo fa .
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Vecchio 04-09-2009, 22.40.17   #103
Kael
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Ma ogni differenziazione
e l'individuazione e' la massima differenziazione possibile dell'individuo che prende la massima coscienza di se stesso ,
e' divisione , separazione dal Tutto.
Per questo dico che e' un allontanarsi dal TUTTO dove il Tutto e' proprio il suo contrario cioe' l'indifferenziato.
Tanto e' vero che uno sprazzo temporaneo di percezione del Tutto la si puo' avere anche se si e' lontani dalla individuazione ,
Sono quei lampi di luce che ti possono permettere di incamminarti sulla starda dell'individuazione che e' un riflesso di quel Tutto indifferenziato.
Si, si può dire così... anche se più che separarsi dal Tutto io direi "assorbirlo", in modo da diventare nel micro un "piccolo universo autosufficiente"... Per non finire OT qui potremmo comunque parlarne in un thread apposito..

Tornando in topic invece, mi fa pensare quel "la paura della morte è la causa originaria di qualsiasi forma di depressione". Ne deriva che, fintanto che non avremo completamente "archiviato" il discorso morte, finchè non ne avremo piena consapevolezza, non potremmo disporre pienamente di tutte le nostre energie ma solo di una parte. Non ci sarà il ricircolo fluido che permette al ruscello di montagna di essere autopulente, le energie che non sfruttiamo saranno stagnanti e saremo quindi sempre più perturbabili dal mondo esterno... figurarsi quindi dall'arrivo di Sua Signora...
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Vecchio 15-09-2009, 23.51.50   #104
Kael
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Vado oltre e rientro in tema, la morte è la massima espressione alla massima potenza di tutto l'universo che "ci dice" qualcosa sommergendoci... in un certo senso subendo passivamente il dire altrui ci avviciniamo alla morte, nostra e di chi ci parla.

Questi ultimi sono concetti più difficili di quello che può trasparire a prima vista, ma per adesso non ho modo di dire di più da solo.
Massima espressione alla massima potenza... significa che la morte è la depositaria di tutta la conoscenza, di tutti i misteri dell'Universo. Nel suo nulla c'è il tutto.

In effetti la vita è una gran maestra per chi sa viverla a fondo, ma è la morte che detiene le conoscenze più alte, le vere cause delle quali poi la vita ci mostra i vari effetti.

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prima si prende coscienza che la vita non è solo quello che comunemente sembra (non "l'oltre" per prevenire un'obiezione di Ray ) poi che non è infinita (cioè che si muore) e poi il resto......
E poi.... quando ci si "arrende" alla morte in maniera totale c'è allora la possibilità di iniziare a scrutare veramente nel suo laboratorio segreto, nel suo abisso profondo, in quel nulla che contiene il tutto..
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Vecchio 28-09-2009, 23.42.55   #105
Sole
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Vado oltre e rientro in tema, la morte è la massima espressione alla massima potenza di tutto l'universo che "ci dice" qualcosa sommergendoci... in un certo senso subendo passivamente il dire altrui ci avviciniamo alla morte, nostra e di chi ci parla.

.
Quando ci facciamo inglobare dall'altro un pò moriamo?


A me più dell'essere riassorbita dal Tutto fa paura e mi deprime l'idea che tutta la vita ha l'unico scopo di aprire la porta della morte, quella del dissolvimento del corpo, e di passarla indenni. Mi deprime il fatto che tutto si concentra in un istante, in un momento. tutta una vita per un solo istante. Il momento del passaggio tra la vita e la morte. Quella sospensione in cui tutto ciò che hai fatti devi metterlo in pratica. Tutti gli sforzi, tutte le paure, tutto il piccolo mondo che ci siamo creati si concentra in quel passaggio. O lo vivi più di ogni altra cosa o vieni risucchiato nel Tutto. Non mi spaventa ritornare al tutto (almeno per ora), da li provengo, ma mi spaventa non essere pronta o sveglia nel passaggio e venire passivamente risucchiata. Non poter resistere. Mi deprime e mi ferma questa cosa, mi fa vivere l'incapacità di arrivare a quel momento e così si avvicina inesorabilmente.
So che le due paure si somigliano in fondo eppure è questa che mi ferma perchè può accadere in qualsiasi momento, un incidente e non hai il tempo nemmeno di abbandonarti alla morte, devi andare via e basta.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 28-09-2009, 23.49.34   #106
Sole
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In fondo lo scopo della vita è riamanere vivi, e il passaggio è l'unico modo di farlo se lo perdiamo moriamo e veniamo riassorbiti, ma se riusciamo a resistere saremo vivi per sempre. Non fa nient etornare al tutto... il grave è aver perso un'occasione e non riuscire comunque a sfruttarla perchè la materia spinge verso il basso.
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Vecchio 28-09-2009, 23.59.43   #107
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Quando ci facciamo inglobare dall'altro un pò moriamo?


A me più dell'essere riassorbita dal Tutto fa paura e mi deprime l'idea che tutta la vita ha l'unico scopo di aprire la porta della morte, quella del dissolvimento del corpo, e di passarla indenni. Mi deprime il fatto che tutto si concentra in un istante, in un momento. tutta una vita per un solo istante. Il momento del passaggio tra la vita e la morte. Quella sospensione in cui tutto ciò che hai fatti devi metterlo in pratica. Tutti gli sforzi, tutte le paure, tutto il piccolo mondo che ci siamo creati si concentra in quel passaggio. O lo vivi più di ogni altra cosa o vieni risucchiato nel Tutto. Non mi spaventa ritornare al tutto (almeno per ora), da li provengo, ma mi spaventa non essere pronta o sveglia nel passaggio e venire passivamente risucchiata. Non poter resistere. Mi deprime e mi ferma questa cosa, mi fa vivere l'incapacità di arrivare a quel momento e così si avvicina inesorabilmente.
So che le due paure si somigliano in fondo eppure è questa che mi ferma perchè può accadere in qualsiasi momento, un incidente e non hai il tempo nemmeno di abbandonarti alla morte, devi andare via e basta.
Bè ma non credo che tutto ciò che hai fato in vita possa sparire ed essere cancellato solo perchè non "vivi bene"il momento del trapasso, cosa oltremodo difficile in caso di morti improvvise o malattie che ti impediscano di essere lucida nel momento decisivo.
Per come la vedo io è comunque il modo in cui sei vissuta che può farti essere pronta o meno, più che i secondi della morte, poi se hai la possibilità di "assaporarteli fino in fondo" alla Socrate tanto per capirci, tanto meglio.

Se vogliamo costruire qualcosa in grado di sopravvivere alla morte, dovremmo essere stati in grado di farlo prima, nei decenni precedenti: sarebbe brutto arrivare lucidi all'appuntamento solo per rammaricarci del tempo sprecato, in quel momento chissà cosa daremmo per tornare a vivere ancora, solo che ormai sarà troppo tardi per i rimpianti.
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Vecchio 29-09-2009, 00.24.50   #108
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Bè ma non credo che tutto ciò che hai fato in vita possa sparire ed essere cancellato solo perchè non "vivi bene"il momento del trapasso, cosa oltremodo difficile in caso di morti improvvise o malattie che ti impediscano di essere lucida nel momento decisivo.
Per come la vedo io è comunque il modo in cui sei vissuta che può farti essere pronta o meno, più che i secondi della morte, poi se hai la possibilità di "assaporarteli fino in fondo" alla Socrate tanto per capirci, tanto meglio.

Se vogliamo costruire qualcosa in grado di sopravvivere alla morte, dovremmo essere stati in grado di farlo prima, nei decenni precedenti: sarebbe brutto arrivare lucidi all'appuntamento solo per rammaricarci del tempo sprecato, in quel momento chissà cosa daremmo per tornare a vivere ancora, solo che ormai sarà troppo tardi per i rimpianti.
Certo, infatti ho parlato dello scopo della vita come quello di arrivare a quel momento. Ciò che fai in vita vale tutto per quel momento più fai e maggiori possibilità hai di rimanere Vivo, ma in maniera diversa e per ora incompresnibile. Il resto torna a casa in cassaforte per il prossimo giro..
Però è chiaro che io non ho certezza su questa cosa, come mai potrei. So solo che la sento vera e che non ci sono altre vie che quella porta...
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Vecchio 07-04-2010, 16.24.26   #109
nikelise
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Leggendo solo il titolo qualcuno penserà che un'ovvietà più banale non potevo scriverla.
Ma è tanto ovvia la cosa?
Razionalmente lo sappiamo tutti praticamente dai primi anni di vita, a tutti capita nei primi 10 anni di vita, in qualche modo, di vedere all'opera la grande mietitrice. Ma tra saperlo con la ragione e poi vivere con l'intima comprensione c'è una bella differenza.
Chi arriva per caso a prenderne piena coscienza cade in depressione, altri (una buona parte della massa) spesso prima di scendere fino in fondo nel baratro trovano un'ancora di salvezza in qualche teoria che rende tutti immortali senza coscienza.
In linea di massima, tranne poche eccezioni (statisticamente intendo) questi due sono gli opposti, con ovviamente molte sfumature in mezzo.

Poi ci sono le eccezioni statistiche, quelli che paragonerei all'alcolizzato che si è accorto di avere un problema e di aver iniziato a volerlo risolvere.
Quando si riesce a prendere piena coscienza che dovremmo morire, che non siamo eterni, ma il tutto senza cadere in depressione (a proposito tutte le depressioni derivano originariamente dall'arrivare a percepire la morte senza prenderne coscienza) iniziamo ad essere pronti per fare qualcosa.
La piena ed assoluta coscienza della morte è sancita dal raggiungimento della non paura verso di essa. Quando non avremo più paura della morte, pur essendone consapevoli (solo non pensarci non significa nulla), sapremo che c'è, che è inevitabile, naturale etc... allora potremmo iniziare a pensare ad altro, anche a se c'è un oltre.
Farlo prima è solo un modo per allontanare la morte, per non pensarci e così di fatto l'avviciniamo, sia non vivendo, che sopravvivendo a periodi depressivi di intensità variabile a seconda delle singole costituzioni. Anche il più, apparentemente, felice di questo mondo, se non ha preso piena coscienza della morte ne conserverà da qualche parte una paura e quindi avrà in se una depressione quanto meno embrionale. Depressione che all'occasione giusta potrà manifestarsi.
Ora sto razionalizzando il tutto per l'esposizione, ma se le parole sono un buon punto di partenza, la piena coscienza dell'incappucciata è affar intimo, interiore e diverso in base alle esperienze e alle costituzioni individuali anche se i passaggi principali, quelli sopra descritti, sono comuni a tutti.
Mi ha toccato da vicino , un cugino 5 0 6 anni piu' di me , uno di quei cugini che non vedevo da anni ma che da ragazzo mi ha iniziato a tante cose ,a quelle cose che tra uomini legano e non si possono scordare .
Che dura , non mi sembra vero anche se non lo vedevo da anni .... che peccato non aver fatto piu' cose insieme ma eravamo lontani .
Che colpo . CIAO CUGINO MIO .

Venendo al 3D mi domandavo se conscete il '' libro tibetano dei morti'' anche chiamato BARDO THODOL .
E' un libro che e' stato scritto per il defunto in quel periodo di tempo di 49 giorni che e' il transito dalla morte alla rinascita .
Per il defunto nel senso che dovrebbe aiutarlo in questo periodo di transito .
Nella nostra cultura cattolica qualcosa che si avvicina e' la messa in onore dei defunti .
Il BARDO THODOL descrive un'iniziazione alla rovescia partendo dal presupposto che il momento di illuminazione tutti noi lo abbiamo al momento della morte .
Dunque si passa dall'illuminazione alla caduta nuovamente nella vita attraverso 3 fasi come dicevo di iniziazione inversa .
Dall'illuminazione prima fase , al rivivere le illusioni carmiche cioe' tutte le paure gia' vissute in vita e da affrontare e vincere di nuovo in una sorta di ricapitolazione seconda fase , al cedimento alle lusinghe dei sensi attraverso la visione di una coppia che fa l'amore e attraverso questa coppia alla rinascita .

La morte dunque come massima elevazione per tutti gli uomini e da li' l'oblio e la caduta fino alla nuova nascita dove si sperimenta l'immersione nel turbinio del mondo ( Uno aveva detto in un post che con la nascita si sperimenta il male assoluto o la caduta assoluta ) .

Non so se questa visione delle cose aiuta ad accettare la morte ma in qualcosa potrebbe aiutare se non fosse che tutt'intorno la morte e' vissuta come un lutto irrimediabile e senza possibilita' di darle un senso ,specie se si tratta di una morte prematura secondo i comuni
modi di intendere .
E questo contagia e annienta cosi' come annienta , almeno me , affrontare i parenti piu' vicini sorella , moglie ecc.

Ho voluto ricordarti cugino mio e salutarti CON QUESTI AMICI CHE LEGGONO . CIAO .
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Vecchio 07-04-2010, 16.27.54   #110
stefano
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il discorso "lusinghe dei sensi" forse andrebbe meglio analizzato.
perchè per quanto ci ho capito io...fa parte anch'esso del karma e non è quello cui mirare dopo la morte...
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Vecchio 08-04-2010, 17.24.23   #111
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Mi ha toccato da vicino , un cugino 5 0 6 anni piu' di me
Mi dispiace per tuo cugino
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Venendo al 3D mi domandavo se conscete il '' libro tibetano dei morti'' anche chiamato BARDO THODOL .
Si lo conosco, è più o meno il gemello del libro egiziano dei morti
Citazione:
E' un libro che e' stato scritto per il defunto in quel periodo di tempo di 49 giorni che e' il transito dalla morte alla rinascita .
Per il defunto nel senso che dovrebbe aiutarlo in questo periodo di transito .
Nella nostra cultura cattolica qualcosa che si avvicina e' la messa in onore dei defunti .
Il BARDO THODOL descrive un'iniziazione alla rovescia partendo dal presupposto che il momento di illuminazione tutti noi lo abbiamo al momento della morte .
Dunque si passa dall'illuminazione alla caduta nuovamente nella vita attraverso 3 fasi come dicevo di iniziazione inversa .
Dall'illuminazione prima fase , al rivivere le illusioni carmiche cioe' tutte le paure gia' vissute in vita e da affrontare e vincere di nuovo in una sorta di ricapitolazione seconda fase , al cedimento alle lusinghe dei sensi attraverso la visione di una coppia che fa l'amore e attraverso questa coppia alla rinascita .

La morte dunque come massima elevazione per tutti gli uomini e da li' l'oblio e la caduta fino alla nuova nascita dove si sperimenta l'immersione nel turbinio del mondo ( Uno aveva detto in un post che con la nascita si sperimenta il male assoluto o la caduta assoluta ) .

Non so se questa visione delle cose aiuta ad accettare la morte ma in qualcosa potrebbe aiutare se non fosse che tutt'intorno la morte e' vissuta come un lutto irrimediabile e senza possibilita' di darle un senso ,specie se si tratta di una morte prematura secondo i comuni
modi di intendere .
E questo contagia e annienta cosi' come annienta , almeno me , affrontare i parenti piu' vicini sorella , moglie ecc.

Ho voluto ricordarti cugino mio e salutarti CON QUESTI AMICI CHE LEGGONO . CIAO .
Non è scritto (sono scritti) per tutti i defunti, è scritto per quelli che rimangono attaccati alla vita in maniera impropria.
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Vecchio 12-04-2010, 10.02.52   #112
nikelise
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Mi dispiace per tuo cugino
Si lo conosco, è più o meno il gemello del libro egiziano dei morti
Grazie Uno una bella sberla di quelle che ti fanno rimettere in gioco tutto .
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Non è scritto (sono scritti) per tutti i defunti, è scritto per quelli che rimangono attaccati alla vita in maniera impropria.
Grazie Uno .
Allora , non si tratta dunque di un processo che riguarda tutti ?
La terza fase quella che porta alla rinascita non riguarda tutti coloro che devono riesperire il mondo e quindi
la gran parte degli individui ?

Cio' in accordo con quella iniziazione inversa che parte dalla morte come culmine dell' esperimento della vita e della sua comprensione per passare alla caduta successiva con il rivivere i nodi irrisolti e poi all'attrazione da parte della materia .
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Vecchio 30-12-2011, 16.37.40   #113
diamantea
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Gli organi non li perde, o meglio non è la causa è una conseguenza, nel momento che li apri un pò di più di ciò che riesci a sopportare diventano come una paratia di un sottomarino, inizia a riempirsi di acqua e diventa molto difficile chiuderla.
Se la chiudi comunque rimarrà dell'acqua da pompare fuori per tornare alla normalità, se non la chiudi il sottomarino affonda.

Insomma questi organi di filtraggio se li apri di colpo senza preparazione (voluta o naturale che sia) si danneggiano internamente in proporzione all'esposizione. Con il tempo o si riparano o mantengono l'individuo in uno stato che conosciamo con il termine pazzia.
Cercando cercando ho trovato questa interessante discussione che parla proprio di filtri.

Aggiungo pure questa risposta

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Ascoltando senza filtri ed elaborando solo dopo aver ascoltato tutto. Se filtri già in partenza ti perdi tutto, perchè quello che il filtro accetta è solo quello che hai già.
E' difficile per me fare la domanda, ci provo.
Intanto perchè i filtri cadono senza controllo? E' un bene per noi, per abituarci a vedere altro oltre quello che siamo abituati a vedere? Cioè fa parte del normale processo di crescita o è un difetto nel nostro sistema di protezione?
Cadono i filtri e si vede altro, che non si è pronti a vedere, sentire, accettare... qui può scaturire la pazzia come dici più sopra oppure può essere un salto quantico per la nostra crescita.
Insomma, mi sto chiedendo se le mie inquitudini, soprattutto notturne, intorno alle tre, sono frutto della depressione o della caduta dei filtri che mi fa vedere altro, e se questo altro lo devo vedere nel senso che esiste veramente o è frutto di qualcosa che si è intaccato in me. E' difficile discernere con la ragione, perchè poi si chiude tutto e percepisco il tutto con altra valenza. Dentro di me ci sono momenti in cui vedo molte cose insopportabili da gestire, sto cercando in tutti i modi di venirne a capo.

Ho idea che il bisogno di dormire a certe ore della notte rappresentino la debolezza dei filtri, per cui il sonno mi protegge.
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Vecchio 30-12-2011, 21.40.42   #114
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Intanto perchè i filtri cadono senza controllo? E' un bene per noi, per abituarci a vedere altro oltre quello che siamo abituati a vedere? Cioè fa parte del normale processo di crescita o è un difetto nel nostro sistema di protezione?
Senza controllo di nessun tipo è la conseguenza di errori.
Altrimenti cadono sempre sotto un controllo, che sia nostro o di altro. Per esempio con una naturale evoluzione i filtri si aprono naturalmente ma questo vuol dire che il processo è, appunto, controllato dalla natura.
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Vecchio 30-12-2011, 23.48.27   #115
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La certezza della morte porta a chiedermi quale insano cinismo abbia potuto mettere un limite temporale alle anime per esperire la bellezza della vita .
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Vecchio 31-12-2011, 16.56.18   #116
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Senza controllo di nessun tipo è la conseguenza di errori.
Altrimenti cadono sempre sotto un controllo, che sia nostro o di altro. Per esempio con una naturale evoluzione i filtri si aprono naturalmente ma questo vuol dire che il processo è, appunto, controllato dalla natura.
Stanotte manco a dirlo mi sono svegliata senza apparente motivo poco dopo le 3, sentivo il magma di fuoco che fluiva libero dallo stomaco alla laringe bruciando tutto, la sensazione tremenda che mentre dormo non mi accorgo di cosa accade nel mio corpo, e chissà anche a quali altri livelli.
Poi non ho più dormito, riflettevo su quanto hai detto.

L'innocenza dei bambini può definirsi un grosso filtro? che si perde man mano che cresce. Se la crescita è sana, i filtri si aprono senza traumi.
Probabilmente anche malattie o farmaci contribuiscono a questi stati di alterazione dei filtri che fanno passare altro del normale sopportabile.
Hai detto che i danni possono ripararsi, per dare possibilità ai filtri di aprirsi in modo più adeguato ed immagino che discipline varie servano a questa preparazione.
La domanda che mi sono posta è come fa una persona a sapere se ha riparato? se può riparare o se è irreparabile?
Immagino che il malessere o benessere che percepiamo possa essere una risposta.
Quindi da quanto ho capito rileggendo meglio tutto il 3d, quello con cui vengo a contatto è molto probabilmente la paura della morte. A volte riesco a sertire il momento vicino, come stesse per accadere nei prossimi istanti, ma non riesco a sopportare a lungo, cioè oltre qualche secondo la sensazione.
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Vecchio 01-01-2012, 21.46.51   #117
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Kael cosa è che ti spinge a pensare che sia la morte la detentrice di ogni conoscenza?
Sarebbe bello che tutti riuscissero,alla morte del corpo fisico a conservare coscienza di cio che realmente sono.
Scrutare la morte e i suoi segreti?Un gioco da ragazzi
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Vecchio 03-01-2012, 04.47.15   #118
Il Folle
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Che la morte sia inevitabile è una mera verità.

Il fatto che sia inevitabile fuori significa forse che evitabile dentro? In-evitabile (evitabile dentro?)

Dunque oltre a quest'ammasso di carne, ossa e quant'altro cos'è che vive in noi grado di evitare la morte, in termini non fisici?

Io la morte l'ho vista molto da vicino e mi ha dato un bello scossone, vive in me, vuole uccidermi ogni istante, in parte ci riesce ma di pari passo c'è la vita che si ricrea in me ogni giorno e si oppone alla morte.

L'ultima volta che è venuta a bussare se l'è presa col mio polmone sx (diavolo), e ricordo che frignavo di brutto al pronto soccorso affermando:"ho ancora molte cose da fare", tipo film peccato fosse vero, e poi dopo l'intervento d'urgenza una grossa forza dentro di rivalsa della vita.

La prima volta che l'ho vissuta, ricordo un periodo di depressione molto forte, e avevo appena 16 anni.

Ho visto la morte e la sofferenza che essa produce negli occhi di una madre che sopravvive al proprio figlio, ho di un figlio che non ha mai conosciuto i genitori.

Morire è strettamente correlato ad essere. Quando si muore si cessa di essere vivi ma si continua pur sempre ad essere morti. Siamo sempre qualcosa e dentro di noi abbiamo le potenzialità per essere tutto ciò che vogliamo essere, ma essere qualcosa implica anche non essere il suo opposto, ed è qui che casca l'asino perchè troppo spesso in noi, almeno in me l'ho notato, vivono "mitologie contrastanti tra loro".

Accettare il fatto di dover morire ci rende liberi dalla morte perchè significa che non siamo attaccati a nulla, neanche a noi stessi, in quanto pienamente consapevoli di essere parte di un tutto che cambia perennemente la sua forma ma è fatto sempre dalla stessa sostanza di cui siamo parte integrante e non solo con in termini fisici.

Buon 2012 a tutti!

Ultima modifica di Il Folle : 03-01-2012 alle ore 05.01.45. Motivo: aggiunto un pò di cose e cambiato vista con vissuta.
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Vecchio 03-01-2012, 13.56.28   #119
Faltea
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Ma anche se qualcosa in noi sopravvive, senza consapevolezza che senso ha?
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 03-01-2012, 15.17.36   #120
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Non è scritto (sono scritti) per tutti i defunti, è scritto per quelli che rimangono attaccati alla vita in maniera impropria.
Già. Rimanere attaccati alla vita, per i defunti, comporta non poter accedere alla fase successiva, alla rinascita nella luce, dove non esistono più piccoli "io" ma solo l'essenza, l'anima e il tutto dell'universo...
E' come se un bimbo si ostinasse a non voler nascere, quindi non sarebbe nè vivo nè morto e resterebbe nel buio, anche se a questi livelli non so quanto conti la propria volontà, visto che sia la nascita che la morte non sono sotto il nostro controllo quindi non dipendono dal nostro volere o non volere, avvengono e basta.

In altre parole questa nostra esistenza e la nostra realtà sono solo una fase intermedia, la realtà come la percepiamo è uno stato di coscienza, l'universo così come è, senza il filtro dei nostri sensi, da vivi non lo potremmo reggere, sarebbe come vedere Dio faccia a faccia...

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Originalmente inviato da Uno
La piena ed assoluta coscienza della morte è sancita dal raggiungimento della non paura verso di essa. Quando non avremo più paura della morte, pur essendone consapevoli (solo non pensarci non significa nulla), sapremo che c'è, che è inevitabile, naturale etc... allora potremmo iniziare a pensare ad altro, anche a se c'è un oltre.
Sono pienamente d'accordo. Io ho avuto una esperienza di pre-morte una decina d'anni fa, prima mi sentivo come legata e prigioniera, poi libera di fluttuare senza più fame nè sete nè altri desideri... a parte il fatto che in questa esperienza mi sentivo più viva che mai, non avevo minimamente coscienza di stare morendo, ma di andare verso una meravigliosa realtà fatta di luce e libertà ...
Il risveglio in un letto di rianimazione è stato quasi una delusione, prendere atto di ciò che era accaduto e riaffrontare gradatamente i piccoli e i grandi stress della vita, ma da quella volta la morte non mi fa più paura e non ci penso mai...
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Edera
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Però è chiaro che io non ho certezza su questa cosa, come mai potrei. So solo che la sento vera e che non ci sono altre vie che quella porta...
Io alterno fasi in cui la sento verissima ad altre di rifiuto totale. Quelle di rifiuto totale in genere sono sostanziate da due cose: dalla mia paura di non farcela, di non riuscire, non avere i mezzi ecc ...e dal fatto che moltissime persone non hanno il minimo barlume di cosa possa significare essere Vivi, lavorare per sopravvivvere alla morte ecc.. Mi chiedo: ma tutti questi che fine faranno?Sono già segnati a tornare nell'indifferenziazione più buia e totale? Mah. Di certo c'è che mi fa paura e che sono domande troppo grandi..
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