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Vecchio 24-11-2008, 19.21.15   #1
griselda
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Se vi va vorrei riprendere il discorso sui conflitti di cui abbiamo già parlato in giro.

I conflitti avvengono tra due opposti mi pare di aver capito.
Uno dice in questo post:
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Quando le due entità si ritrovano all'interno di un ambiente chiuso da cui non possono scappare ecco che opposti e complementari coincidono, per esempio il maschile ed il femminile se valutati all'interno dell'essere o banalmente nella stessa persona/individuo hanno questa caratteristica, idem all'interno di una coppia legata (occhio alla parola), se non c'è questo legame invece all'incontro subentra l'annullamento
Se in me si agitano due opposti questi si annulleranno annullando l'azione che potrebbero fare o uno o l'altro, l'unica azione è quella di combattersi quindi annichilirsi.
Però Uno dice anche che se sono legati tra loro come il maschile e il femminile ( sto parlando sempre all'interno di una persona) ecco che non si faranno più la guerra non si annichiliranno più a vicenda.
Mi pare di intravedere nel discorso di dover passare per l'accettazione etc
Ma non mi è così chiaro, o magari mi è del tutto oscuro, non lo so, quindi avrei piacere di poterne discutere insieme.
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Vecchio 24-11-2008, 20.54.30   #2
Ray
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In termini psicologici i conflitti sono generati da due (o più) forze interne che spingono/tirano in direzioni diverse. Spesso opposte, ma non necessariamente.
Un esempio classico e forse banale è il mangio la torta / faccio la dieta.
In questo caso esistono in me due forze (o due piccoli io, se preferisci) che mi spingono in due direzioni diverse... detta in altro modo ho sia desiderio di mangiare la torta sia di fare la dieta, i due non sono realizzabili entrambi e quindi vado in conflitto.

Conflitto è intimamente legato a scelta... a sua volta legato a doppio filo con rinuncia.
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Vecchio 24-11-2008, 22.33.55   #3
Kael
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Un esempio classico e forse banale è il mangio la torta / faccio la dieta.
In questo caso esistono in me due forze (o due piccoli io, se preferisci) che mi spingono in due direzioni diverse... detta in altro modo ho sia desiderio di mangiare la torta sia di fare la dieta, i due non sono realizzabili entrambi e quindi vado in conflitto.
Ed essendo all'interno dello stesso individuo non annichiliscono ma continuano ad agire (e spingere) nelle loro proprie direzioni... ed essendo opposti sono anche complementari perchè racchiudono in sè tutte le sfumature intermedie che vanno da un estremo all'altro (faccio la dieta ma sgarro un pochino, sgarro un po' di piu, etc..)
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Vecchio 25-11-2008, 09.14.16   #4
griselda
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Allora vi dico cosa mi pare di vedere.
Mangio la cioccolata <---0---> non mangio la cioccolata
Faccio la dieta <---0---> non faccio la dieta
In entrambi i casi se si rimane sullo zero si è dentro al conflitto, se si sceglie se ne esce.
Se ne esce quando si ha una direzione da prendere a seconda del fine che si vuole perseguire.
( per via della direzione che prendono mi danno l'idea più che di opposti che si parli di contrari, ma non ho ancora compreso)
La lotta è tra un "io" obbediente e un "io" trasgressivo. (si possono definire così?)

Nel momento in cui ho deciso di non mangiare la cioccolata l'altro torna a cuccia, perchè ho scelto cosa fare.
Se mango la cioccolata so a cosa vado incontro e questo mi crea il conflitto, vorrei mangiare la cioccolata senza prendermi la responsabilità di ciò che ne deriva.

Se non la mangio non ho responsabilità derivanti ma soffro per non averla mangiata.

Il tutto sta nel fine che ci interessa perseguire.
Posso anche decidere che oggi gli do da mangiare un microscopico pezzo di cioccolata facendolo so già a cosa vado incontro e mi prendo la responsabilità del mio gesto.
Ma se mai scelgo rimango in conflitto.

Quello che non capisco è perchè per alcuni "io" pur essendocene due, non vivo il conflitto.
Esempio: se ho rubato, ho l'"io" trasgressivo, ma non mi passa per la testa di rubare, invece per altri si? Perchè questo non crea conflitto?
So anche che volendo siccome lui esiste se dovessi scegliere per non morire di fame, potrei usarlo.

La differenza sta nell'avere accettato che esiste?
Ma perchè non rompe a differenza di altri che invece vorrebbero essere alimentati?
Perchè a forza di non dargli retta è diminuito sino al punto di non far sentire la sua voce?

Non riesco a fare luce su sta cosa forse è colpa mia che sto complicando qualcosa di semplice.
Grazie ad entrambe.
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Vecchio 25-11-2008, 13.23.03   #5
Astral
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In termini psicologici i conflitti sono generati da due (o più) forze interne che spingono/tirano in direzioni diverse. Spesso opposte, ma non necessariamente.
Un esempio classico e forse banale è il mangio la torta / faccio la dieta.
In questo caso esistono in me due forze (o due piccoli io, se preferisci) che mi spingono in due direzioni diverse... detta in altro modo ho sia desiderio di mangiare la torta sia di fare la dieta, i due non sono realizzabili entrambi e quindi vado in conflitto.

Conflitto è intimamente legato a scelta... a sua volta legato a doppio filo con rinuncia.
Si... esattamente e forse andrebbero risolti al più presto negli ultimi mesi il conflitto era resto nella mia città, me ne vado? Vi giuro mi sono sentito in sospeso a metà e non riuscivo a costruirmi molto qui, perchè l'altra metà mi diceva che era inutile perchè tanto me ne sarei dovuto andare.

E' possibile trovare un compromesso tra le due parti in alcuni casi?

Mi ha colpito particolarmente quando hai scritto ( se ho capito bene) che a volte i conflitti non vengono generate da due forze opposte, ma da due uguali, che significa? si può fare un esempio?
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Vecchio 25-11-2008, 14.57.12   #6
Faltea
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Allora vi dico cosa mi pare di vedere.
Mangio la cioccolata <---0---> non mangio la cioccolata
Faccio la dieta <---0---> non faccio la dieta
In entrambi i casi se si rimane sullo zero si è dentro al conflitto, se si sceglie se ne esce.
Se ne esce quando si ha una direzione da prendere a seconda del fine che si vuole perseguire.
( per via della direzione che prendono mi danno l'idea più che di opposti che si parli di contrari, ma non ho ancora compreso)
La lotta è tra un "io" obbediente e un "io" trasgressivo. (si possono definire così?)

Nel momento in cui ho deciso di non mangiare la cioccolata l'altro torna a cuccia, perchè ho scelto cosa fare.
Se mango la cioccolata so a cosa vado incontro e questo mi crea il conflitto, vorrei mangiare la cioccolata senza prendermi la responsabilità di ciò che ne deriva.

Se non la mangio non ho responsabilità derivanti ma soffro per non averla mangiata.

Il tutto sta nel fine che ci interessa perseguire.
Posso anche decidere che oggi gli do da mangiare un microscopico pezzo di cioccolata facendolo so già a cosa vado incontro e mi prendo la responsabilità del mio gesto.
Ma se mai scelgo rimango in conflitto.

Quello che non capisco è perchè per alcuni "io" pur essendocene due, non vivo il conflitto.
Esempio: se ho rubato, ho l'"io" trasgressivo, ma non mi passa per la testa di rubare, invece per altri si? Perchè questo non crea conflitto?
So anche che volendo siccome lui esiste se dovessi scegliere per non morire di fame, potrei usarlo.

La differenza sta nell'avere accettato che esiste?
Ma perchè non rompe a differenza di altri che invece vorrebbero essere alimentati?
Perchè a forza di non dargli retta è diminuito sino al punto di non far sentire la sua voce?

Non riesco a fare luce su sta cosa forse è colpa mia che sto complicando qualcosa di semplice.
Grazie ad entrambe.
Infatti come diceva Ray il conflitto è legato a scelta, quando scelgo risolvo il conflitto ma solo provvisoriamente in quanto tale conflitto si ripresenterà appena vedo il cioccolato...
E alla rinuncia in quanto se non lo mangio per la dieta rinuncio al cioccolato se lo mangio rinuncio alla dieta....
Ma poi Gri mi sono persa.. da dove ho evidenziato in poi.....
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Vecchio 25-11-2008, 15.09.18   #7
griselda
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Infatti come diceva Ray il conflitto è legato a scelta, quando scelgo risolvo il conflitto ma solo provvisoriamente in quanto tale conflitto si ripresenterà appena vedo il cioccolato...
E alla rinuncia in quanto se non lo mangio per la dieta rinuncio al cioccolato se lo mangio rinuncio alla dieta....
Ma poi Gri mi sono persa.. da dove ho evidenziato in poi.....
Eh mica hai tutti i torti sono persa anche io li, dentro alle mie elucubrazioni.
Spesso mi definiscono "complicazione affari semplici" mi sa che hanno ragione.

Di solito quando mi succede è perchè qualcosa non mi si vuole mostrare, direi che ho una resistenza che non mi permette di fare chiarezza, quindi complico ulteriormente. Ma è una mia sensazione.
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Vecchio 25-11-2008, 15.22.13   #8
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Esempio: se ho rubato, ho l'"io" trasgressivo, ma non mi passa per la testa di rubare, invece per altri si? Perchè questo non crea conflitto?
So anche che volendo siccome lui esiste se dovessi scegliere per non morire di fame, potrei usarlo.

La differenza sta nell'avere accettato che esiste?
Ma perchè non rompe a differenza di altri che invece vorrebbero essere alimentati?
Perchè a forza di non dargli retta è diminuito sino al punto di non far sentire la sua voce?

Non riesco a fare luce su sta cosa forse è colpa mia che sto complicando qualcosa di semplice.
Grazie ad entrambe.
I piccoli io siamo noi, siamo sempre noi in momenti diversi, non abbiamo un super io che li sceglie a seconda dei casi.
Non possiamo usarli, siamo usati da loro perche' siamo frammentati. Cosa diversa per un'Individuo che e' riuscito nell'opera di identificazione.

Non si crea conflitto perche' tra un'io e l'altro ce' una parete, una porta stagna che non permette di farli entrare in contatto diretto. Se accadesse la mente andrebbe ko, non potrebbe sopportare la presenza di due io, si annichilirebbero. Al posto di comando ce' sempre un piccolo io che cerca di mantenere il posto ma poi un'evento esterno lo scalza dal ponte di comando e subentra un'altro piccolo io che non ha memoria del precedente.
Se al posto di comando ci fosseri due piccoli io che sono in contrapposizione la persona rischierebbe la pazzia o il suicidio. Esistono forme di schizofrenia gravi in cui le due personalita' sono opposte e non compaiono mai assieme.

Ad esempio la parete (la porta stagna) potrebbe essere la giustificazione.
L'io ladro usa la giustificazione per avvalorare la sua idea di furto, magari nobilita il furto raccontandosi che quella persona non ne ha bisogno oppure ruba per necessita', per fame.
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Vecchio 25-11-2008, 16.07.45   #9
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I piccoli io siamo noi, siamo sempre noi in momenti diversi, non abbiamo un super io che li sceglie a seconda dei casi.
Non possiamo usarli, siamo usati da loro perche' siamo frammentati. Cosa diversa per un'Individuo che e' riuscito nell'opera di identificazione.

Non si crea conflitto perche' tra un'io e l'altro ce' una parete, una porta stagna che non permette di farli entrare in contatto diretto. Se accadesse la mente andrebbe ko, non potrebbe sopportare la presenza di due io, si annichilirebbero. Al posto di comando ce' sempre un piccolo io che cerca di mantenere il posto ma poi un'evento esterno lo scalza dal ponte di comando e subentra un'altro piccolo io che non ha memoria del precedente.
Se al posto di comando ci fosseri due piccoli io che sono in contrapposizione la persona rischierebbe la pazzia o il suicidio. Esistono forme di schizofrenia gravi in cui le due personalita' sono opposte e non compaiono mai assieme.

Ad esempio la parete (la porta stagna) potrebbe essere la giustificazione.
L'io ladro usa la giustificazione per avvalorare la sua idea di furto, magari nobilita il furto raccontandosi che quella persona non ne ha bisogno oppure ruba per necessita', per fame.
Adesso si che sono ancora più confusa io pensavo che avessimo un super io che decidesse per noi di cui non siamo coscienti in toto.
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Vecchio 25-11-2008, 16.32.16   #10
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Mi ha colpito particolarmente quando hai scritto ( se ho capito bene) che a volte i conflitti non vengono generate da due forze opposte, ma da due uguali, che significa? si può fare un esempio?
Con quel non necessariamente, intendevo non necessariamente opposte. Due forze sono in conflitto se divergono, ma spesso non è così netta e chiara la cosa come di due forze che vanno in direzioni opposte, tipoo si/no.
Magari accade che vadano in direzioni altre... che comunque mi impediscono di prenderle entrambe.

In realtà la soluzioone di unn conflitto è quasi sempre un compromesso, raramente scegliamo una o l'altra delle due possibilità che si presentano alla nostra coscienza... posto che quello che si presenta alla coscienza sia davvero il conflitto reale.

Se qualcuno si ricorda della discussione sui vettori... li c'erano degli esempi interessanti e un'idea a mio avviso simpatica per inquadrare la questione con immagini abbastanza semplici. Magari poi la riprendiamo.
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Vecchio 25-11-2008, 17.35.15   #11
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Per esempio nel caso di Griselda, mi metto a dieta, non mi ci metto, il compromesso potrebbe essere magari evitare gli alimenti più scorretti e calorici, ma mangiare normali senza restrizioni.
Però ad esempio se bisogna scegliere tra due donne, forse è il caso che la decisione sia più netta.
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Vecchio 25-11-2008, 18.19.32   #12
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Per esempio nel caso di Griselda, mi metto a dieta, non mi ci metto, il compromesso potrebbe essere magari evitare gli alimenti più scorretti e calorici, ma mangiare normali senza restrizioni.
Per cominciare forse puo' andare bene il compromesso, anche perche' manca la volonta' per poter dire "mi metto a dieta e perseguo l'obiettivo fino in fondo.." , per esempio io parecchi anni fa mi sono fatta aiutare da un centro (pagando certo), ma il fatto di andare la' faceva si che mi imponessi il regime.. in quel modo , facendo un compromesso perche' da sola non sarei dimagrita , non avrei fatto la dieta, ho raggiunto un obiettivo, ma il compromesso non puo' durare per sempre.. intendo dire che se io avessi anche imparato davvero a mangiare in quel periodo, anche smettendo di andarci avrei potuto poi continuare, invece smesso il centro, ho smesso anche di mangiare sano, con tutte le conseguenze del caso..

Citazione:
Però ad esempio se bisogna scegliere tra due donne, forse è il caso che la decisione sia più netta
E come fai? Se il mio punto debole sono le donne invece che le torte, funzionero' allo stesso modo.. finche' non rinuncio (o non scelgo) rimarro' in una specie di limbo deleterio che mi fa consumare un sacco di energie senza riuscire a trovare una soluzione.. Finche' non siamo integri penso proprio che si presenteranno sempre situazioni in cui saremo combattuti (i piccoli io che fanno a botte )..
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Vecchio 12-01-2011, 16.25.22   #13
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Per cominciare forse puo' andare bene il compromesso, anche perche' manca la volonta' per poter dire "mi metto a dieta e perseguo l'obiettivo fino in fondo.." , per esempio io parecchi anni fa mi sono fatta aiutare da un centro (pagando certo), ma il fatto di andare la' faceva si che mi imponessi il regime.. in quel modo , facendo un compromesso perche' da sola non sarei dimagrita , non avrei fatto la dieta, ho raggiunto un obiettivo, ma il compromesso non puo' durare per sempre.. intendo dire che se io avessi anche imparato davvero a mangiare in quel periodo, anche smettendo di andarci avrei potuto poi continuare, invece smesso il centro, ho smesso anche di mangiare sano, con tutte le conseguenze del caso..



E come fai? Se il mio punto debole sono le donne invece che le torte, funzionero' allo stesso modo.. finche' non rinuncio (o non scelgo) rimarro' in una specie di limbo deleterio che mi fa consumare un sacco di energie senza riuscire a trovare una soluzione.. Finche' non siamo integri penso proprio che si presenteranno sempre situazioni in cui saremo combattuti (i piccoli io che fanno a botte )..
Sto vivendo uno dei miei milleecento conflitti essere o non essere questo è il dilemma
Bon sciocchezze a parte mi rendo conto che non è solo solo due parti ad essere in conflitto, ma diverse è come se dentro di me ci fossero delle parti che si schierano chi da una parte chi dall'altra.
La mia energia viene così divisa ed io non riesco a muovermi sono impedita dal farlo.
Bon si lo so che basterebbe scegliere.
Ma chi sceglie?
Bisognerebbe che un "chi" ci fosse.
La rinuncia?
Per rinunciare bisogna essere capaci presume la capacità di saper scegliere che consiste nel prendere una parte e scordarsi dell'altra.
Facile eh? Come no!
Se non lo so fare starò da una parte quella che ha avuto meno attriti rispetto all'altra ma continuerò a pensare a rimuginare su ciò che ho lasciato indietro e questo non va bene perchè sto vedendo che disperdo ancora energia verso l'altra parte.
Tu Red parli del compromesso... hai preso energia per poter fare quella scelta da un'altra entità gruppo (infatti non so dove ho letto che nelle diete se le fai in compagnia è come se le energie aumentassero e quindi la possibilità di riuscita è maggiore bon certo che ognuno deve metterci l'energia di cui dispone logicamente)

Ma quando non puoi risolvere un conflitto in compagnia e ancora non sai scegliere che fare?
Ho pensato che bisogna trovare il modo di dare energia ad una parte o toglierla all'altra.
Dietro al mio conflitto c'è la paura di qualcosa che poi mi pare che sia sempre quella che entra in diversi conflitti.
Quindi più che risolvere il conflitto dovrei lavorare su quella paura e i/il conflitti/o si scioglierebbe da solo.
Che ne dici?
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Vecchio 12-01-2011, 23.34.44   #14
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Bon si lo so che basterebbe scegliere.
Ma chi sceglie?
Quello che osserva dovrebbe scegliere, che è neutrale e dunque il più obiettivo.
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Vecchio 12-01-2011, 23.58.05   #15
griselda
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Quello che osserva dovrebbe scegliere, che è neutrale e dunque il più obiettivo.
Peccato per ora non riesco a prenderla ma rimane qui quando sarò alla classe superiore ne usufruirò intanto ci penso mentre vedo gli sviluppi che ho su di me
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Vecchio 13-01-2011, 00.42.58   #16
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Quello che osserva dovrebbe scegliere, che è neutrale e dunque il più obiettivo.
scusa ma se è neutrale non stà nè da una nè dall'altra parte...?
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Vecchio 13-01-2011, 01.20.12   #17
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scusa ma se è neutrale non stà nè da una nè dall'altra parte...?
Credo parli del Testimone ma non sono sicura eh
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Vecchio 13-01-2011, 10.53.27   #18
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.........
Tu Red parli del compromesso... hai preso energia per poter fare quella scelta da un'altra entità gruppo (infatti non so dove ho letto che nelle diete se le fai in compagnia è come se le energie aumentassero e quindi la possibilità di riuscita è maggiore bon certo che ognuno deve metterci l'energia di cui dispone logicamente)
Forse non è chiaro quel che volevo dire con l'esempio, il conflitto era: faccio dieta/non faccio dieta

Siccome la mia volontà di farla seriamente sarebbe cascata alle prime tentazioni, mi sono rivolta a quel centro, non tanto per il gruppo , quanto per il fatto che ogni settimana c'era la temibile pesata, e se non ero dimagrita la disapprovazione della dietista. Questo mi ha dato la forza (sta cosa mi metteva in tensione, perchè mi seccava fare brutta figura), unito a quanto riuscivo a fare da sola di andare avanti per un bel pezzo. Il motivo della scelta dovrebbe possibilimente essere interrno ossia: voglio dimagrire ci metto tutto l'impegno possibile senza bisogno della pesata settimanale, ma finchè questa volontà non è abbastanza forte, secondo me va bene anche usare questi "trucchetti", pero' c'è da ricordrarsi che la scelta, davanti ad un conflitto è sempre e solo tua ..

Citazione:
Ho pensato che bisogna trovare il modo di dare energia ad una parte o toglierla all'altra.
Dietro al mio conflitto c'è la paura di qualcosa che poi mi pare che sia sempre quella che entra in diversi conflitti.
Quindi più che risolvere il conflitto dovrei lavorare su quella paura e i/il conflitti/o si scioglierebbe da solo.
Che ne dici?
Mi faresti un esempio su come lavorare sulla paura che sta sotto al conflitto? perchè messa così , ti direi che si, lavorando sulla paura , se è la vera causa del conflitto , quest'ultimo dovrebbe risolversi, ma penso piuttosto che il problema siano le forze interne di cui parlava Ray all'inizio, le varie paure che arrivano su è il tentativo che facciamo con la mente di trovare la soluzione e non so a te, ma a me arrivano una serie di scuse per non muovermi ... Il non saper/voler scegliere blocca in una situazione di stallo che a me personalmente fa disperdere tantissimo e non mi permette di muovermi. L'unica soluzione che vedo è la scelta/rinuncia , una implica l'altra, dalle mie parti si dice che non si puo' avere la botte piena e la moglie ubriaca

Da qualche parte Ray aveva scritto che c'è una parte di noi che sa sempre qual'è la cosa giusta da fare... giusta per noi, in tal momento (non in assoluto), un buon esercizietto potrebbe essere guardare onestamente se vediamo quella parte.. è che vederla comporta delle responsabilità

Dai piccoli conflitti quotidiani credo che si possa iniziare a prendere delle posizioni un po' più nette...

Infine credo che più ci mettiamo in una situazione di stallo davanti ad una scelta da prendere, più siamo meccanici.. ovvero è giusto valutare le possibilità che si vedono, i pro e i contro, ma ad un certo punto bisogna muoversi, altrimenti la vita sceglie per noi...
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Vecchio 13-01-2011, 14.11.00   #19
Kael
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scusa ma se è neutrale non stà nè da una nè dall'altra parte...?
Sta al di sopra delle parti, si, è quello che si accorge del conflitto perchè finchè si è identificati con una parte o con l'altra (piccoli io, io frammentato, discorso trito e ritrito...) si sceglie (si è scelti) solo in base alle proprie esigenze.
Accorgersi del conflitto permette di iniziare ad alimentare questa parte, la sola che possa effettuare una scelta obiettiva, in quanto non coinvolta.

Il solito discorso per cui un occhio non vede se stesso, perciò se posso osservare me stesso, significa che io non sono quel me stesso...



Ti ho risposto anche se la fatica di chiedere l'hai fatta tu e non Griselda
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Vecchio 13-01-2011, 14.33.39   #20
griselda
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Ti ho risposto anche se la fatica di chiedere l'hai fatta tu e non Griselda
Eccerto a me non mi hai adottata


Inoltre siccome mi scoccia assai non sto zitta, la fatica l'ho fatta eccome ho scritto un post nel farla ed espormi, tu invece hai dato la rispostina da "sotuttoiomaaspettochemelochiediperpiaceresenonont elodico" per cui a ben vedere hai avuto bisogno della pappa per fare la fatica di rispondere.
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Vecchio 13-01-2011, 23.31.45   #21
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Non è una questione di pappa Griselda, semplicemente Dafne ha chiesto e tu no, potevi non rispondere invece di fare quella battutina. Battutina che se fai devi poi essere disposta ad accettarne anche la risposta.

A parte questo chiarimento, per me è finita qua, non ho "visto" la seconda battutina
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Vecchio 14-01-2011, 00.35.56   #22
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Non è una questione di pappa Griselda, semplicemente Dafne ha chiesto e tu no, potevi non rispondere invece di fare quella battutina. Battutina che se fai devi poi essere disposta ad accettarne anche la risposta.

A parte questo chiarimento, per me è finita qua, non ho "visto" la seconda battutina
Mi dispiace, non sono riuscita a vederlo mentre succedeva, sono talmente affamata di risposte ma allo stesso tempo non riesco a trovare le domande da fare per avere un dialogo continuativo, è come se avessi un blocco che se non capisco immediatamente mi scatta la rabbia e fine delle trasmissioni il cuore viene bypassato anche la mente tutto diventa nero e ciao!
Ma anche vorrei imparare ma non so da che parte inziare mi sforzerò ancora di più
Tu sei la prima persona a cui ho dato piena fiducia quando sono arrivata qui del tipo "apertura totale" ora invece ti percepisco molto lontano e vedermi chiusa con te o irritata mi dispiace

ps chiedo scusa anche a Daf di averla citata
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Vecchio 14-01-2011, 13.23.42   #23
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Forse non è chiaro quel che volevo dire con l'esempio, il conflitto era: faccio dieta/non faccio dieta

Siccome la mia volontà di farla seriamente sarebbe cascata alle prime tentazioni, mi sono rivolta a quel centro, non tanto per il gruppo , quanto per il fatto che ogni settimana c'era la temibile pesata, e se non ero dimagrita la disapprovazione della dietista. Questo mi ha dato la forza (sta cosa mi metteva in tensione, perchè mi seccava fare brutta figura), unito a quanto riuscivo a fare da sola di andare avanti per un bel pezzo. Il motivo della scelta dovrebbe possibilimente essere interrno ossia: voglio dimagrire ci metto tutto l'impegno possibile senza bisogno della pesata settimanale, ma finchè questa volontà non è abbastanza forte, secondo me va bene anche usare questi "trucchetti", pero' c'è da ricordrarsi che la scelta, davanti ad un conflitto è sempre e solo tua ..

Non è questione di farla seriamente io voglio farla ma altre parti di me no, perchè quando voglio fare una cosa e non sono in conflitto la faccio anche se è faticosa perchè avendo molta energia a disposizione passo sopra anche alle paure non so se riesco a spiegarmi. Nel momento in cui riesco a volere faccio. Mentre se sono divisa divento immobile come tra due bighe.
Non è questione che la scelta è solo mia è che dentro di me siamo in tanti e quei tanti se sono pari da una parte e dall'altra non scegli deve succedere qualcos'altro perchè tu possa riuscire a scegliere secondo me, altrimenti sei fermo o finisci per fare la cosa meno difficile ma non è che la scegli va per inerzia
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Mi faresti un esempio su come lavorare sulla paura che sta sotto al conflitto? perchè messa così , ti direi che si, lavorando sulla paura , se è la vera causa del conflitto , quest'ultimo dovrebbe risolversi, ma penso piuttosto che il problema siano le forze interne di cui parlava Ray all'inizio, le varie paure che arrivano su è il tentativo che facciamo con la mente di trovare la soluzione e non so a te, ma a me arrivano una serie di scuse per non muovermi ... Il non saper/voler scegliere blocca in una situazione di stallo che a me personalmente fa disperdere tantissimo e non mi permette di muovermi. L'unica soluzione che vedo è la scelta/rinuncia , una implica l'altra, dalle mie parti si dice che non si puo' avere la botte piena e la moglie ubriaca

Non ho capito se parli dei vettori eh Ray ci prova con me ma sono io che arranco ci provo come posso e riesco ma i vettori ancora ho da capirli bene
Ti spiego cosa intendo per lavorare sulla paura che consiste prima nel trovarla perchè non è facile si nasconde poi capire di averla, accettarla abbracciandola (anche a volte ridendo di questa cosa) e poi andargli un pochino contro almeno quanto si riesce sempre osservandosi questo è logico ma lo metto
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Da qualche parte Ray aveva scritto che c'è una parte di noi che sa sempre qual'è la cosa giusta da fare... giusta per noi, in tal momento (non in assoluto), un buon esercizietto potrebbe essere guardare onestamente se vediamo quella parte.. è che vederla comporta delle responsabilità

Mi faresti un esempio perchè non ti seguo
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Dai piccoli conflitti quotidiani credo che si possa iniziare a prendere delle posizioni un po' più nette...


Puoi solo quando riesci, perchè stare nel conflitto è sofferenza non godimento
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Infine credo che più ci mettiamo in una situazione di stallo davanti ad una scelta da prendere, più siamo meccanici.. ovvero è giusto valutare le possibilità che si vedono, i pro e i contro, ma ad un certo punto bisogna muoversi, altrimenti la vita sceglie per noi...
Sempre come sopra lo si fa quando ci si riesce e seguendo una certa strada piano piano qualcosa cambia ma altrimenti se non si ha, come ha detto Kael un io neutro al di fuori del conflitto con il put che si può fare. In quel caso riesci solo se hai energia da fuori che si aggiunge da una parte o dall'altra tipo mi sono arrabbiata e in quel momento ho trovato l'energia per fare quel che non riuscivo.
Oppure energia come è successo a te presa da un'altro gruppo, un tuo complesso di io, che l'ha ceduta per fare, mi riferisco alla dieta.
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Vecchio 14-01-2011, 19.25.40   #24
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Originalmente inviato da Red
Da qualche parte Ray aveva scritto che c'è una parte di noi che sa sempre qual'è la cosa giusta da fare... giusta per noi, in tal momento (non in assoluto), un buon esercizietto potrebbe essere guardare onestamente se vediamo quella parte.. è che vederla comporta delle responsabilità
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Originalmente inviato da Griselda
Mi faresti un esempio perchè non ti seguo
Esempio dieta: la faccio / non la faccio?

Tutte le Red: La faccio perchè voglio dimagrire, perchè voglio stare bene , perchè voglio rientrare nella 44 etcetc .
No! Non la faccio perchè il dolce è troppo buono.. ma in fondo chi se ne frega, comincio lunedì. Mi rimetto in forma prima dell'estate etcetc. Ok si la faccio, ma appena vedo un dolce ... sgarro, poi mi sento in colpa perchè ho sgarrato e via cosi...

Le volontà che combattono sono tante , che raccontano scuse più o meno credibili.. ma la verità è una sola in questo caso: la scelta migliore per me sarebbe stata quella di fare la dieta, perchè sono oggettivamente sovrappeso e ne va di mezzo anche la salute.

Ecco, alla fine se siamo onesti, o cerchiamo di osservare in maniera il più oggettiva possibile, io credo che in fondo in fondo sappiamo sempre quale sarebbe la scelta migliore. Solo che fare la dieta costa fatica.

L'io neutro, quello che osserva, lo abbiamo tutti.
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Vecchio 14-01-2011, 20.33.21   #25
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
L'io neutro, quello che osserva, lo abbiamo tutti.
Davvero?
Allora com'è non gli diamo mai potere, perchè è in minoranza?

Comunque ancora io non riesco a vedere la scelta migliore prima, del tipo quello che andrò a fare stasera poi ti/vi racconto se era o no la scelta migliore.
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