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Vecchio 26-04-2008, 19.44.30   #1
Uno
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Predefinito Se scappo..... mi sposi, mi ami, mi consideri... se...

E' una cosa che vedo spesso. Anche i un forum (qui o altrove) le cose non cambiano.
Il bisogno di attenzione vuole mettere alla prova.
Il "ragionamento" (non è un ragionamento in realtà) in sintesi è: "se io sparisco, se mi cerchi vuol dire che ti interesso".
Generalmente è più accentuato nelle persone che sono state abbandonate soprattutto da bambini/e, chi non ha vissuto un infanzia in cui si sentiva protetto, accudito, ma soprattutto desiderato/a tenderà a portarsi dietro questa cosa per tutta la vita.
I rimedi da bacchetta magica non ci sono o io non li ho, ma focalizzarsi sull'affetto che le persone ci mostrano quando ci siamo e vederlo può aiutare molto.
Il discorso è lungo ed espandibile, volevo solo iniziarlo, si può esplorare il bisogno che gli altri abbiano bisogno di noi, si può esplorare il fatto che non sempre quelli che non ci cercano non sentono la nostra mancanza... a volte forse vorrebbero ottenere degli scopi, per esempio aiutarci a superare questo meccanismo e altro.

etc etc
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Vecchio 26-04-2008, 21.42.11   #2
Astral
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Mi è capito spesso, ma in amicizia.

Ad un certo punto chiamavo sempre io, e ho smesso di cercare l'altro, perchè penso che se una cosa non è reciproca, è una violazione della libertà altrui.

Il distaccarsi può essere un atto per vedere quanto l'altro è interessato a noi, ma sopratutto quanto noi possiamo essere distaccati dall'altro che forse stiamo soffocando.

In certi casi però l'atteggiamento che spiega Uno, può essere una forma oltre che infantile anche di orgoglio.

Comunque non ci vedo di male, nell'aspettare che sia anche l'altro ogni tanto a fare un passo, un iniziativa.
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Vecchio 26-04-2008, 22.19.30   #3
gibbi
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E' un meccanismo quello descritto da Uno nel quale mi sono riconosciuta e un tempo accadeva spesso.
Oggi quando succede mi fermo e rifletto , mi sforzo di "risentire" l'affetto che solitamente mi trasmette la persona che in quel momento mi manca e che vorrei mi cercasse per avere conferma di essere importante per lei .
Qualcosa mi sfugge però ... non riesco a mettere a fuoco "con chi" scatta questo meccanismo ..è una particolare mancanza di attenzione ....devo riflettere
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Vecchio 27-04-2008, 01.07.01   #4
RedWitch
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Il bisogno di attenzione vuole mettere alla prova.
Il "ragionamento" (non è un ragionamento in realtà) in sintesi è: "se io sparisco, se mi cerchi vuol dire che ti interesso".
A me colpisce molto questa parte del discorso: "il bisogno di attenzione vuole mettere alla prova". Perchè accade questo?
Perchè si sente il bisogno di mettere alla prova le persone che teoricamente sappiamo bene che ci amano?
se io sparisco e tu mi cerchi significa che ti interesso, in caso contrario significa che non ti interesso.. ma perchè ho bisogno della prova dall'altro? Ho bisogno di sapere che l'altro ha bisogno di me e per questo mi cerca? o ho bisogno io che l'altro mi cerchi e mi conforti?


Io non mi ritrovo molto nel discorso, nel senso che a me molto spesso è successo il contrario.. di punto in bianco persone che amavo sono scomparse mi hanno "lasciata sola" e , nonostante ne abbia sofferto , non sono quasi mai andata a cercare queste persone, non ho quasi mai pensato
che volessero la mia attenzione allontanandosi da me, se mai che non avessero più voglia di starmi vicine per chissà quali motivi..
Mi piacerebbe capire di più il discorso del mettere alla prova, capire perchè inconsciamente (?) facciamo un gioco di forza con l'altro, anche qui si potrebbe dire che in qualche modo si cerca il controllo sull'altro?
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Vecchio 27-04-2008, 09.02.30   #5
Sole
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Penso che alla fine il controllo c'entri su tutto Red, dove siamo insicuri o abbiamo delle paure scatta il bisogno di non perdere riferimenti.
Uno dall'inizio dice che il meccanismo è tipico di chi non ha avuto conferme affettive, chi non ha sentito affetto, per cui non è stato abituato a sentirlo ma ad avere la necessità di vederlo come San Tommaso, di prove e di manifestazioni perchè manca un pezzo di esperienza nell'infanzia. Non si conosce quel calore che non si esprime nei gesti ma nelle emozioni, nelle impressioni, è necessario toccarlo, vederlo.. vedere l'invisibile a volte è un'impresona. Io stessa a volte riflettendo sulle persone che ho avuto intorno di cui mi lamentavo tanto mi son sorpresa spesso a scoprire di quanto affetto ed attenzioni e considerazioni mi ricoprivano e che io non vedevo nemmeno con fondi di bottiglia.La cecità dei bisogni..
Io mi ci son vista in questo meccanismo, blandamente, non in maniera eclatante e poi alla fine nemmeno l'ho mai tanto realizzato perchè avevo più bisogno della presenza dell'amico che della sua assenza e se mi viene cerco di resistere.

Devo riflettere se invece il non chiamare la mia mamma possa essere una mia richiesta di estrema attenzione..una sorta di riscatto affettivo, un riempimento...
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 27-04-2008, 10.06.00   #6
stella
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Anch'io penso che sotto ci sia quasi sempre un desiderio di controllo, ho detto quasi perchè questo succede solo quando chi scappa è ancora coinvolto emozionalmente, e così anche l'altra persona.
A me sono successe tutte e due le cose: una persona (una delle mie due figlie) che ad un certo punto sparisce...non si fa più sentire per mesi, non risponde al telefono, non si fa trovare in casa... poi dopo tanti miei tentativi si sfoga, dice che voleva in questo modo punirmi di un torto che le avevo fatto... dopo aver chiarito la situazione ci si è tornate a frequentare come prima... lei sapeva che le volevo bene e che così mi faceva soffrire, però mi ha fatto anche riflettere che non sempre è tutto dato per scontato, che l'affetto si può anche perdere...
Nell'altro caso sono scappata io da una persona, non tanto per metterla alla prova quanto perchè volevo proprio scappare....
Ma sotto sotto pensavo "chissà se mi cercherà, se non mi cerca vuol dire che ho ragione di scappare...."
In amore poi si dice che vince chi fugge è in questo caso è vero, perchè il fuggire di quella persona che a torto si pensa che non potrebbe mai farlo, mette in moto il meccanismo del chiedersi perchè e di sentirne molto la mancanza.
Ma se io scappo e tu per orgoglio non mi cerchi, forse, se c'è dell'affetto, metterò da parte l'orgoglio e ti cercherò io per prima...
Tutto dipende dal bisogno di affetto che ho e che tu hai (in generale).
Ma perchè si ha bisogno di una prova ? Forse perchè non si crede tanto in se stessi, scarsa autostima che chiede rassicurazione.
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Vecchio 27-04-2008, 15.44.43   #7
cassandra
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E' una cosa che vedo spesso. Anche i un forum (qui o altrove) le cose non cambiano.
Il bisogno di attenzione vuole mettere alla prova.
Il "ragionamento" (non è un ragionamento in realtà) in sintesi è: "se io sparisco, se mi cerchi vuol dire che ti interesso".
Generalmente è più accentuato nelle persone che sono state abbandonate soprattutto da bambini/e, chi non ha vissuto un infanzia in cui si sentiva protetto, accudito, ma soprattutto desiderato/a tenderà a portarsi dietro questa cosa per tutta la vita.
I rimedi da bacchetta magica non ci sono o io non li ho, ma focalizzarsi sull'affetto che le persone ci mostrano quando ci siamo e vederlo può aiutare molto.
Il discorso è lungo ed espandibile, volevo solo iniziarlo,aiutarci a supe si può esplorare il bisogno che gli altri abbiano bisogno di noi, si può esplorare il fatto che non sempre quelli che non ci cercano non sentono la nostra mancanza... a volte forse vorrebbero ottenere degli scopi, per esempio rare questo meccanismo e altro.

etc etc
Una parte di me conosce bene questo meccanismo, si mettono alla prova le persone perchè si vuol essere riconosciuti importanti ai loro occhi,si cercano conferme che probabilmente mancano..spesso quando si vive in famiglie "materialiste",l'affetto ed il calore vengono sostituiti da altro..o probabilmente non si riesce a vedere amore in tutte le cose, per cui si creano dei buchi da riempire...Fin da piccola ad esempio,per farmi arrabbiare mi dicevano che ero stata adottata e che se facevo la cattiva mi rimandavano dagli zingari... ..come piangevo per sta cosa!..ora mi vien da ridere,però penso che anche questo abbia condizionato la Cassi di allora.Infatti i bisogni scaturiti ne sono la prova...ho vissuto sia il fatto di voler dimostrare che anche gli altri avevano bisogno di me,agendo per poi dire..se non ci fossi stata io!...oggi dico avrebbero fatto uguale,ma in quei momenti avevo bisogno di gonfiare la Ip,di sentirmi indispensabile per chi lo era per me;come anche il lasciare il fidanzato per vedere se realmente teneva a me o era abituato, per dirne una...il pensiero era proprio quello scritto da Uno,se mi cerca vuol dire che gli manco...che mi vuole bene...non mi ha mai cercata eppure tornavo io,ma dopo qualche tempo capitava di ripetere la stessa cosa,volevo una dimostrazione..non bastava quello che mi mostrava...ma il problema era che non mi sforzavo di vedere ciò che c'era,volevo quello che la mente mi diceva mancante,volevo che appagasse il bisogno a modo mio! Penso anch'io oggi,che il non assecondare un bisogno,seppur inconsciamente non significa non tenere ad una persona,anzi,la vita mi ha insegnato che non è sempre così..infondo il non essere assecondati alza la resistenza,ma quando si è inconsapevoli totali non ci arrivi,non capisci nulla e non sai cogliere l'amore che può esserci anche nel lasciarti cuocere,come il polpo..nell'acqua sua/tua.
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Vecchio 27-04-2008, 17.21.13   #8
dafne
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Questo discorso mi tocca, mi tocca mi schiaffeggia ma,grazie al cielo (e un pochino al mio lavoro su di me, dai posso dirlo ) non mi travolge più.
Io sono una di quelle personcine che se assalita da minimo dubbio sulla sincerità dell'altro (amico amica che fosse) regrediva ai due anni e mezzo mettendo il broncio e mettendo in atto tutti questi ridicoli meccanismi del tipo "se mi vuoi bene me lo dimostri"
Trascuriamo il baratro che mi si apriva davanti se a generare il dubbio era la persona di cui ero innamorata....
Sono però dell'idea che anche in queste situazioni ci siano sfumature diverse, c'è anche il caso, come diceva Astral, in cui chi si allontana lo fa davvero per disinteresse poca sensibiltà o per orgoglio. La vita, ovviamente , mi ha messo sulla strada uomini che a provocazione reagivano con l'assoluto silenzio. Il mio ex marito per una lite è riuscito a non parlarmi per tre giorni consecutivi, e ha ceduto perchè mi sono quasi fatta venire un infarto seguendolo in un'arrampicata per la quale non ero assolutamente preparata.
L'uomo per il quale ho perso la tramontana ultimamente è riuscito a tacere per una settimana intera. Ma capo Uno aveva rfagione(ma vah??!!) quando mi ha scritto che le mie porte non si chiudono mai perchè sono già scappata e non voglio farlo ancora. Certo è un massacro ma ne vale la pena, oggi tre volte su quattro quando mi sento sola triste e abbandonata riesco a pensare che mi stò solo annoiando e che capita perchè non stò bene con me stessa e quindi corro verso gli altri. Continuo a pensare che quando due persone stanno bene assieme, anche per amicizia non solo per amore, lo scambio di attenzioni sia naturale spontaneo ed equilibrato. Piano piano questo pensiero sta diventando un principio, piano piano, quando lo sarà davvero, quando non avrò più bisogno di testare gli altri per testare me allora probabilmente avvicinerò persone diverse, capaci di intuire quando insicurezza stanchezza e timore mi prendono alla sprovvista e quindi capaci di regalarmi una pacca sulla spalla per dirmi "allora hai finito di fare trucioli?" fino ad allora temo di non avere scampo e di dovermi confrontare con persone che non soddisfano il mio "misuratore di bene", chiamiamolo così, so che un giorno le ringrazierò per tutte le possibilità che mi hanno dato per crescere.
Post già lungo ma vale la pena anche sottolineare che si, la partenza è nell'infanzia, che spesso cerchiamo di capire cosa proviamo e se chi abbiamo vicino non ci aiuta o, come spesso capita, è incapace a sua volta di leggere e direzionare le emozioni ecco che ci portiamo dietro non solo le nostre lezioni da imparare ma anche quelle dei nostri cari. Nella mia famiglia la razionalità gorvernava sovrana e così sono cresciuta con una mente agile (finchè non mi sono inchiodata eh, sia chiaro) ma con un'emotività allo stato embrionale, credevo di essere troppo emotiva e invece pare che sia tutto l'opposto, voglio capire tutto, anche i sentimenti e i movimenti pure, col risultato drammatico che se ballo 9 volte su 10 sembro un manico di scopa perchè penso ai passi o che se un'emozione forte mi assale va più veloce dei pensieri che si incartano tra di loro e mandano tutto in tilt.
Così se penso che una telefonata sia un gesto d'affetto e due di grande interesse e non ne arriva neanche una logicamente il risultato dell'equazione mentale è zero affetto e zero interesse. Trascurando magari altri gesti o le parole intense del giorno prima.
Mah, stò ancora lavorando su questa cosa, sul confine che c'è tra non ricevere una dimostrazione d'affetto perchè non necessaria e non riceverla perchè dall'altra parte non c'è nulla da dimostrare, da dare.
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Vecchio 27-04-2008, 22.46.15   #9
Shanti
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In genere non tendo a cercare chi scappa o si allontana da me, pur sentendone moltissimo la mancanza: mi dico molte cose... che lo faccio per rispettare il desiderio di solitudine dell'altro, che se si è allontanato e non mi cerca è perchè è troppo preso dalla sua vita e non ne sente il bisogno, che non lo voglio disturbare. Ma in fondo a tutto ci trovo anche la paura di sentirmi ferita da un rifiuto, espresso anche con il silenzio.
Viceversa mi capita di allontanarmi io stessa, ma se riconosco un mio bisogno di attirare l'attenzione mi sento a disagio, un disagio che forse nasconde la paura di scoprire per esempio che la persona da cui mi sono allontanata non sente per niente la mia mancanza. A questo punto però entrano in gioco molte cose, sensi di colpa, paure, in certi casi purtroppo orgoglio e cocciutaggine, tornare sui miei passi e cercare l'altro si trasforma in uno sforzo immane, tanto che a volte nemmeno so come fare a superarlo e rinuncio, se non vedo un minimo spiraglio dall'altra parte.
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Vecchio 28-04-2008, 01.06.23   #10
Grey Owl
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Racconto dal punto di vista di chi ha cercato una persona che non sentiva da tempo.
Mi è successo poco tempo fà di cercare una cara persona che è sparita di punto e in bianco per molti giorni. Dopo un certo periodo di assenza , giorno dopo giorno il mio pensare a lei aumentava. Durante il giorno mi tornava alla mente questa persona e pensavo al perchè di questa uscita di scena improvvisa, magari stava male. Poi ripensandoci mi dicevo che lei sapeva come ritrovarmi, lei sà dove abito e dove mi trovo con gli amici e quindi rinunciavo a cercarla.
Dopo circa un mese non ho più resistito alla mia pena, quindi l'ho cercata per far tacere il mio malessere nel non sentirla, nel non sapere come stava, il perchè di questa sua lunga assenza.
Osservandomi a posteriori ho notato che il bisogno era mio, che avevo bisogno di conferme da quella persona. Conferme che stesse bene, che non avesse impedimenti che andassero oltre la sua intenzione o volontà (problemi fisici o di malattia). Le ho mandato un messaggio dal cellulare e dopo un giorno mi ha risposto. In quel momento la mia pena è sparita e ad oggi non l'ho più cercata nè ho voluto sapere il perchè della sua dipartita. Le voglio molto bene e se un giorno lo vorrà, potrà ritrovarmi, intanto questa persona mi manca ma accetto la sua scelta di allontanarsi.
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Vecchio 28-04-2008, 04.03.19   #11
MaxFuryu
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Ho visto anche io spesso queste finte di scappare, spesso ho pensato che in realtà la voglia di scappare ci fosse realmente, nel senso scappare dalla calma che col tempo si crea per cercare la tensione che c'è all'inizio quando si trova una persona.
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Vecchio 28-04-2008, 11.15.33   #12
griselda
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E' una cosa che vedo spesso. Anche i un forum (qui o altrove) le cose non cambiano.
Il bisogno di attenzione vuole mettere alla prova.
Il "ragionamento" (non è un ragionamento in realtà) in sintesi è: "se io sparisco, se mi cerchi vuol dire che ti interesso".
Generalmente è più accentuato nelle persone che sono state abbandonate soprattutto da bambini/e, chi non ha vissuto un infanzia in cui si sentiva protetto, accudito, ma soprattutto desiderato/a tenderà a portarsi dietro questa cosa per tutta la vita.
I rimedi da bacchetta magica non ci sono o io non li ho, ma focalizzarsi sull'affetto che le persone ci mostrano quando ci siamo e vederlo può aiutare molto.
Il discorso è lungo ed espandibile, volevo solo iniziarlo, si può esplorare il bisogno che gli altri abbiano bisogno di noi, si può esplorare il fatto che non sempre quelli che non ci cercano non sentono la nostra mancanza... a volte forse vorrebbero ottenere degli scopi, per esempio aiutarci a superare questo meccanismo e altro.

etc etc
A me è sempre successo di scappare quando mi sentivo incompresa dall'altra persona, quando mi sentivo messa da parte diciamo che c'era una buona dose di gelosia e in più un vedere un problema che vivevo in quel momento insormontabile e nessuno che mi dava una mano insomma incosciamente mi sentivo abbandonata e allora abbandonavo a mia volta come una specie di ribellione un atto di forza per dimostrare all'altro che avevo bisogno di lui ma siccome non c'era tanto valeva che facessi da me e mi allontanavo. Era come se dicessi: ah si non ti curi di me beh allora fai senza! Alla fine ero io che non sentivo la sua presenza, non la sentivo perchè ero immersa nella paura nei miei soliti drammi, sommersa dai miei demoni. Mica sono migliorata oggi di molto eh. Solo che quella persona un giorno si è stanca e mi ha detto: ok vuoi scappare scappa da questo momento io non ti cerco più, io sono qui ti voglio bene, sai dove sono io ci sarò sempre, ma se questo non ti basta non so che farci te la devi gestire tu. Panico! La mia mente: ecco visto avevo ragione io gli servivo e basta, non mi ha mai voluto bene etc etc. Sta difatto che non sono più scappata anzi scappare oggi mi fa paura mi fa sentire ancora più sola perchè so che nessuno mi verrà a cercare. Ok non scappo più però non ho risolto la mia questione di sensazione di abbandono. Beh intanto sinceramente quando mi prende quella sensazione faccio fatica a ricordarmi di dove sono e cosa sto vivendo etc credo sia li il punto imparare ad accettare come sensazione di abbandono qualcosa che non è reale ora. Perchè anche quando ho provato a valutarla la mia mente mi frega mi fa vedere quello che vuole lei e vuole avere sempre ragione. A volte dico alla persona dalla quale mi sento abbandonata cosa sto provando e lei mi rassicura, (porella) ma anche questo non è essere indipendenti ma per me è già qualcosa perchè oltretutto me ne vergogno, mi vergogno di provare questo sentimento ingannevole ma che da sola quando è al culmine non riesco a dominare.
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Vecchio 28-04-2008, 13.48.43   #13
Faltea
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Bella questa discussione, mi ci ritrovo in pieno.
Si può dire che ci marcio da anni sul "scappo e mi insegui, scappi e ti inseguo", non nelle amicizie (dove sono molto più equilibrata) ma nelle relazioni di coppia.
L'ho sempre vissuto come un modo per "testare" la relazione, test che valeva per entrambi.
I classici momenti "bassi" che ci sono nella coppia io li trasformavo in baratri, con lunghe litigate e discussioni che spesso si traducevano in "scappo e se ti interesso mi vieni a cercare, altrimenti avevo ragione io e la storia non può funzionare". Periodi in cui non ricevevo l'attenzione che ritenevo giusta, periodi in cui mi sembrava che l'amore stesse cadendo nella quotidianità... via con una bella bufera e sotto con una fuga.
Tornavano loro o con qualche appostamento ad hoc mi facevo trovare io, casualmente ovviamente!.... pazzesco e macchiavellico! Riallacciavo il contatto senza far vedere di essere io a fare il primo passo (troppo orgogliosa).
E le mie relazioni andavano avanti a singhiozzo, ti lascio e ti riprendo, mi lasci e mi riprendi...
Ma non tutto è male ciò che è male....
Se il motore è il bisogno di sentirsi amati la volontà di avere la dimostrazione di questo amore.. allora va valutato e ponderato, ma ritengo che se come spinta c'è la volontà di dare una scossa ad un rapporto in ribasso o in crisi (scossa che non è detto che serva, magari il rapporto riprende comunque a funzionare alla grande anche senza) oppure solo per far "ricordare" all'altra persona quanto siamo mportanti... è tutta un'altra cosa.
E' un'azione che come reazione da crescita e non distruzione come nel caso del farlo per bisogno...
Si da per scontato che l'altra persona ti ami (per cui non c'è l'idea della mancanza di amore/bisogno di dimostrazione), di conseguenza la fuga è solo provvisoria (un bluff) per rinvigorire il rapporto.

Sul discorso del controllo... ahime per me era la base del "scappo e mi insegui" la volontà non era solo dettata dal pio principio del sistemare la relazione ma anche per determinare chi ne aveva il controllo. Chi cede perde.
In una relazione il controllo si scambia di continuo, un po' ce l'ha lei un po' ce l'ha lui altrimenti lui/lei sarebbe succube e non ci sarebbe spazio per "fuggi fuggi" né per tira e molla vari...

Sono pazza? Ero pazza... ma mi divertivo un casino!!!
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Vecchio 28-04-2008, 14.02.35   #14
turaz
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non ho mai attivato questa dinamica in prima persona.
l'ho osservata su alcune delle compagne che ho avuto.
e per quanto mi è stato consentito fare ho cercato di parlarne con loro apertamente per comprendere cosa in quel momento ritenevano non esserci nel rapporto.
da questi "dialoghi" a volte è uscito qualcosa di buono e si è riusciti a vedere qualche paura legata in special modo alla prima infanzia.
Altre volte tali "blocchi" sono stati di impedimento alla serena prosecuzione del rapporto
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Vecchio 28-04-2008, 20.35.51   #15
Ray
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Beh intanto sinceramente quando mi prende quella sensazione faccio fatica a ricordarmi di dove sono e cosa sto vivendo etc credo sia li il punto imparare ad accettare come sensazione di abbandono qualcosa che non è reale ora.
Questo credo sia uno dei punti fondamentali. Come diceva Uno all'inizio, questo meccanismo è di solito molto più sviluppato in chi, da bambino, è stato davvero abbandonato e/o ha ricevuto scarsissima attenzione e considerazione... molta meno di quanta ne aveva bisogno. E la fame resta.

Sempre come si diceva sopra non ci sono le bacchette magiche, però è utile agganciarsi a quel che arriva adesso quando arriva. E' anche utile, come dice Gris, distinguere la mancanza che avevamo nel passato da quella che percepiamo adesso (che fa scattare il meccanismo).

Se da bambino sono stato malnutrito e questo mi condiziona tuttora che non sono più malnutrito (sempre se è così, ma se scatta il meccanismo vuol dire di si, altrimenti da chi scappo?) forse faccio bene a rendermi conto che quel bambino ormai non posso più nutrirlo, nè farlo nutrire da chi mi nutre adesso... rendermi conto che se non fossi stato malnutrito, adesso quel meccanismo non scatterebbe, perlomeno non in quel modo. Insomma distinguere la fame dal ricordo della fame.

A volte abbiamo più bisogno del solito e, in questo casi, andiamo a bussare (si fa per dire) dove siamo di casa, da dove pigliamo sempre, dai nostri riferimenti (affettivi e non solo) per chidere di più... per chiedere che ci venga dato quel che non abbiamo avuto allora... per chiedere che chi ci da adesso sostituisca anche chi non ci ha dato allora.
Al timore del rifiuto o alla sua sensazione, scappiamo... forse per anticipare, forse per illudersi di non avere bisogno, forse per altre modalità ancora di controllo.
Per questo abbiamo bisogno che l'altro abbia bisogno di noi... ci da la sicurezza (finta) che non ci abbandoni.

Temo non si possa scappare da sta cosa... tocca rinunciare al controllo. La rinuncia è l'unica che può spezzare il meccanismo, per quanto doloroso sia. D'altra parte, stare con l'altro senza averne e volerne il controllo, non si avvicina di più all'amore?
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Vecchio 28-04-2008, 21.16.22   #16
RedWitch
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.......................
Al timore del rifiuto o alla sua sensazione, scappiamo... forse per anticipare, forse per illudersi di non avere bisogno, forse per altre modalità ancora di controllo.
Per questo abbiamo bisogno che l'altro abbia bisogno di noi... ci da la sicurezza (finta) che non ci abbandoni.
Caspita, significa che cerchiamo di rendere gli altri dipendenti da noi per non perderli?

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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Temo non si possa scappare da sta cosa... tocca rinunciare al controllo. La rinuncia è l'unica che può spezzare il meccanismo, per quanto doloroso sia. D'altra parte, stare con l'altro senza averne e volerne il controllo, non si avvicina di più all'amore?
Questa cosa che hai scritto è bellissima Ray, ed è vero che non possiamo avere il controllo su un altro, ma averlo vicino "in cambio di niente" e a nostra volta stargli vicini senza pretendere nulla si dovrebbe avvicinare molto di più all'amore di quanto non siamo abituati ...
E significa anche lasciare libero l'altro, e liberare noi stessi...
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Vecchio 28-04-2008, 22.07.58   #17
Astral
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Sono daccordo con voi, sul discorso mi allontano dall'altro per essere cercato, però cercherei di non prenderla come regola fissa.

Allontanarsi può aiutare a comprendere sia i nostri sentimenti che comprendere quelli degli altri ( in fin dei conti si dice che la lontananza accende il fuoco)

Penso che come ogni discorso da psicologia che si rispetti, tutto sia relativo alla situazione stessa.
Infatti da piccoli possiamo essere malnutriti, ma possiamo anche essere troppo nutriti e attaccarci troppo all'altro, dando tutto per scontato, ed essere sempre noi ad avere l'iniziativa. A mio avviso anche questo non è che vada molto bene.

Vi è una fuga per insicurezza e avere conferme ( negativa), e vi è una fuga per insicurezza sui sentimenti dell'altro, ma io non la vedo come una cosa negativa.

Molto spesso ci illudiamo di essere amati da qualcuno e quale modo migliore è verificare proprio con un allontanamento ciò?

Mi viene in mente l'aforisma che dice: se ami una persona lasciala libera, se torna da te allora è tua, se non torna non lo è mai stata.

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Vecchio 28-04-2008, 22.21.26   #18
Ray
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e vi è una fuga per insicurezza sui sentimenti dell'altro, ma io non la vedo come una cosa negativa.
Dici che non è negativa... forse nulla è negativo o positivo, forse stiamo solo cercando di comprendere.
Però io non scappo se voglio bene, vado via se non voglio bene. Io non lui. Certo che posso essere insicuro sui sentimenti dell'altro, ma se sono sicuro sui miei, se io voglio stare, perchè fuggire? Perchè mentire? Perchè andare contro i miei stessi sentimenti?
Semmai cercherò, stando li, di accertarmi di quelli altrui se proprio ne ho bisogno... ma anche questo è controllo, anche se minore. Che bisogno ho che mi si voglia bene per stare? L'unico vero bisogno è voler bene io... sarà l'altro a cacciarmi e anche questo può non essere un motivo per smettere di amare.

Citazione:
Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
Mi viene in mente l'aforisma che dice: se ami una persona lasciala libera, se torna da te allora è tua, se non torna non lo è mai stata.
bell'aforisma... spiega bene come possedere. L'amore qui non c'entra però.
Ray non è connesso  
Vecchio 29-04-2008, 13.49.28   #19
Faltea
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Mah...
Bisognerebbe definire il tipo di amore se è amore buono o no?
Non so, io non trovo differenza, per me è amore punto.
Inteso come sentimento positivo, poi certo ci sono delle dinamiche da modificare, con un po' di lavoro interiore/di coppia, con del buon dialogo...
Ma è amore, parte dal sentimento che provi per l'altro....

Volevo riprendere una parte del discorso iniziale di Uno... Scrive che anche nei forum succede questo, cioè? ocm'è possibile che una dinamica di sfuggo e ti riprendo possa avvenire in un forum?
???
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Vecchio 29-04-2008, 13.54.07   #20
turaz
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penso voglia sottolineare (e l'ho notato anch'io frequentando i forum) che anche nei forum viene messa in atto da alcuni (spesso in maniera inconsapevole) questa dinamica del "me ne vado e se ti fai risentire significa che sono utile altrimenti no"
l'avevi osservato?
turaz non è connesso  
Vecchio 29-04-2008, 16.10.21   #21
gibbi
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Questo credo sia uno dei punti fondamentali. Come diceva Uno all'inizio, questo meccanismo è di solito molto più sviluppato in chi, da bambino, è stato davvero abbandonato e/o ha ricevuto scarsissima attenzione e considerazione... molta meno di quanta ne aveva bisogno. E la fame resta.
........

A volte abbiamo più bisogno del solito e, in questo casi, andiamo a bussare (si fa per dire) dove siamo di casa, da dove pigliamo sempre, dai nostri riferimenti (affettivi e non solo) per chidere di più... per chiedere che ci venga dato quel che non abbiamo avuto allora... per chiedere che chi ci da adesso sostituisca anche chi non ci ha dato allora.
.........
Può essere che la scarsa attenzione e/o considerazione da parte dei genitori non sia stata "generalizzata" , ma limitata ( auspicabile) o viceversa particolarmente importante in un certo ambito anzichè in un altro? e che conseguentemente oggi il mio sentire la fame si attivi solo quando è quel determinato cibo a mancare ? e ancora che il meccanismo entri in funzione solo con la persona che è o ritengo essere in grado , in quel momento , di soddisfare il mio bisogno di quel particolare cibo ?
Come dire che posso anche avere fame e sentire il bisogno di essere nutrita , ma il meccanismo scatterà solo se c'è accanto la persona in grado di soddisfare "quella" fame ?
Non viene meglio di così ma è per cercare di capire perchè in me quel meccanismo scatta con alcune persone , non è sufficiente che sia l'amico e l'affetto di quel momento.....
gibbi non è connesso  
Vecchio 29-04-2008, 18.20.51   #22
dafne
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Mi sono resa conto leggendo di aver confuso un pò di cose
Allora mi faccio e vi faccio qualche domandina così vediamo se riesco a sbrogliare un pezzetto di matassa, visto che poi l'argomento mi tocca da vicino.
In realtà io non sono mai fuggita da qualcuno, non ho mai usato il silenzio come "dimostrami che ci sei" anzi, tutto all'opposto mi sà, ho messo in atto il meccanismo "continuo a cercarti"...forse proprio per evitare di incappare nel silenzio dell'altro. Come scritto sopra sono "ovviamente" incappata sempre proprio in persone che invece non sentivano-sentono alcun bisogno di dimostrarmi niente. Onestamente non so riconoscere ancora bene il confine tra il "non ti cerco perchè ti voglio bene e voglio che lo capisci senza dimostrazioni" e il " non ti cerco perchè va bene così, sono così, punto".Non so se si capisce cosa voglio dire ma forse il meccanismo è lo stesso e forse no. Insomma, io sono una di quelle persone che fanno le cozze sullo scoglio appena lo trovano e mi sarebbe anche piaciuto fare la "preziosa" e verificare se al mio silenzio ne sarebbe seguita una ricerca ma ho sempre avuto attorno persone poco espansive ecco, diciamo così e quindi ho messo in atto meccanismi diversi. Ma alla fine la "fame" è la stessa no?
Mi servirebbe una lampadina.....
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Vecchio 29-04-2008, 20.16.44   #23
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Onestamente non so riconoscere ancora bene il confine tra il "non ti cerco perchè ti voglio bene e voglio che lo capisci senza dimostrazioni" e il " non ti cerco perchè va bene così, sono così, punto".
La differenza sta nella consapevolezza.

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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Insomma, io sono una di quelle persone che fanno le cozze sullo scoglio appena lo trovano e mi sarebbe anche piaciuto fare la "preziosa" e verificare se al mio silenzio ne sarebbe seguita una ricerca ma ho sempre avuto attorno persone poco espansive ecco, diciamo così e quindi ho messo in atto meccanismi diversi. Ma alla fine la "fame" è la stessa no?
Mi servirebbe una lampadina.....
Beh, ma perchè vuoi trovartelo per forza sto meccanismo? A me sembra più un meccanismo da scoglio che da cozza... che scatta quando ha la sensazione di non essere indispensabile per la cozza e teme che la cozza si stacchi (bon è più complesso di così... giusto per sfruttare il tuo esempio).
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Vecchio 29-04-2008, 20.18.31   #24
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Può essere che la scarsa attenzione e/o considerazione da parte dei genitori non sia stata "generalizzata" , ma limitata ( auspicabile) o viceversa particolarmente importante in un certo ambito anzichè in un altro? e che conseguentemente oggi il mio sentire la fame si attivi solo quando è quel determinato cibo a mancare ? e ancora che il meccanismo entri in funzione solo con la persona che è o ritengo essere in grado , in quel momento , di soddisfare il mio bisogno di quel particolare cibo ?
Come dire che posso anche avere fame e sentire il bisogno di essere nutrita , ma il meccanismo scatterà solo se c'è accanto la persona in grado di soddisfare "quella" fame ?
Non viene meglio di così ma è per cercare di capire perchè in me quel meccanismo scatta con alcune persone , non è sufficiente che sia l'amico e l'affetto di quel momento.....
Può essere che la mancanza di attenzione non sia stata generalizzata ma si sia prodotta solo "parzialmente", ma nel senso che forse c'era qualche meccanismo, in chi dava l'attenzione, che interrompeva il flusso in determinate circostanze/situazioni o ambiti.
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Vecchio 29-04-2008, 22.01.56   #25
Astral
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Se si parla di amore di coppia, ci si rende conto che non si può assolutamente amare a senso unico, di conseguenza se si è insicuri dell'amore altrui, lo scappare può essere un ottimo metodo per chiarire ogni dubbio, poi che io possa ancora amare non lo metto in dubbio, ma posso sviluppare una nuova consapevolezza, ovvero che nella relazione non c'è condivisione, ma che c'è uno che ama, e l'altro/a no.

Preso consapevolezza di questo, uno può decidere se continuare ad amare a senso unico, oppure prendersi cura della propria persona, e pensare ad un partner un po' diverso.

Si scappa per vari motivi, molto spesso anche per il fatto che sarebbe troppo dura condividere qualcosa con qualcuno che ci è indifferenti.

Certo se poi si ama incondizionatamente e non ci si aspetta nulla in cambio dall'altro, non si dovrebbe scappare.

In una coppia non si può solo guardare quanto è incondizionato il nostro amore, ma si deve prendere in considerazione anche l'altro...

Se l'altro/a mi ama e io no, abbiamo quello che ha detto Ray, siamo insicuri dei nostri sentimenti ( e scappiamo). Secondo me però anche se siamo noi ad amare, e l'altro non corrisponde, potremmo fuggire, per testare veramente l'altro.

In questo caso però la fuga diventa una tattica per comprendere, mentre nel primo caso, come dicevamo è perchè forse non è che ci teniamo poi cosi tanto...

Nella maggior parte dei casi però sono daccordo che avviene il meccanismo citato da Uno.

Spero di non aver incasinato, e che sia chiaro
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