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Vecchio 28-09-2007, 17.15.35   #26
Sole
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quindi la soluzione sarebbe la chiusura e una buona e sana, se è possibile che sia così, indifferenza?

cioè in pratica non reagisco alle provocazioni non tanto perchè ho capito che sono provocazioni ma perchè mi sono messo i tappi alle orecchie?
uhm
mi sa che continuerò a magiare piatti freddi per tutta la vita........
Non reagisco alle provocazioni perchè ho capito che non ne reggo la tensione e scoppio. Se fossi indifferente non saprei mettere dei paletti, reprimerei, e non potrei aumentarne la portanza mano mano che imparo a tollerare il peso.

Non so perchè ma non so se sarai soddisfatta. manca qualcosa vero?
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Vecchio 28-09-2007, 17.18.20   #27
Uno
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puoi chiudere la porta solo se ti rendi conto su cosa fanno leva per farti cedere, altrimenti chiuderai la porta a loro e aprirai un portone a qualcun'altro..
La miglior cosa è capire almeno le tue leve principali, quelle che permettono ad altri di far danni grossi e poi un lavoro di centratura.. cercare un proprio equilibrio aiuta a controllare le levette più piccole, perchè eliminarle tutte è impossibile e pure dannoso, diventi un automa

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quindi la soluzione sarebbe la chiusura e una buona e sana, se è possibile che sia così, indifferenza?

cioè in pratica non reagisco alle provocazioni non tanto perchè ho capito che sono provocazioni ma perchè mi sono messo i tappi alle orecchie?
uhm
mi sa che continuerò a magiare piatti freddi per tutta la vita........
Dove hai letto sta cosa?
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Vecchio 28-09-2007, 17.32.44   #28
dafne
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Non so dove hai visto un discorso di indifferenza, ma pensa che paradossalmente quello che sembra un chiudersi in realtà è un aprirsi a se stessi, cosa che implica l'apertura al tutto, graduale certo. Se non conosco i miei limiti, le mie paure, i miei condizionamenti ecc ecc sono chiuso, se comincio a conoscerli mi apro a me stesso. Più conosco un ambiente (il mio interiore) e più ne ho il controllo a quel punto posso giocare che nessuno può invadere qualcosa che è sotto il mio controllo per cui apro la mia casa. Certo è graduale e sicuramente qualcosa di chiuso deve pur restare, ma per esperienza chiudere è paura e la paura crea canali per altro.
che dire
grazie
devo lasciarlo decantare ma ha un senso
indifferenza...sarà che mi hanno insegnato che se qualcuno ti chiede un favore e tu lo puoi fare è male non farlo, per tornare all'esempio di prima cosa ti costa chiamare se prendi la macchina? niente perchè non farlo allora? ecco se capisco il mio "non ne ho voglia" qualcos'altro mi dice "ma dare serenità ti costa così poco perchè non farlo?"
capito?
e non è che voglio dire che sono una santa tanto buona e cara ma..
a chi sono legata non so dire no e mi fa incavolare da morire quando trovo i no dall'altra parte ( o soffrire a seconda del legame che c'è con l'altro) e mi ripeto che poco ci vorrebbe
la cosa più assurda è che più guardo le persone che ho vicino e più mi sento soffocare dal loro senso del dovere e più cerco di assecondarli e più e loro mi dicono CHE NON DICO MAI SI

uff che mal di testa
ma ancora grazie
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Vecchio 28-09-2007, 17.42.14   #29
dafne
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Non reagisco alle provocazioni perchè ho capito che non ne reggo la tensione e scoppio. Se fossi indifferente non saprei mettere dei paletti, reprimerei, e non potrei aumentarne la portanza mano mano che imparo a tollerare il peso.

Non so perchè ma non so se sarai soddisfatta. manca qualcosa vero?

no no comincio a capire
eh capricorno capricorno sono, c'ho il capoccione duro duro
devo rivedere il mio concetto di bene-buono-giusto credo..
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Vecchio 28-09-2007, 19.17.15   #30
jezebelius
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Provo a guardarla da altro punto di vista.
Guardando l'etimologia : pro-vocare, ossia "chiamare fuori" ( o tirar fuori ).
Insomma sia che si tratti di vampiro e sia che si tratti di chi lo fa con coscienza, si tende, comunque, a tirare qualcosa fuori dalla " vittima ".
Nel primo caso il vampiro tenderà ad alimentarsi ( nella maggior parte delle volte con meccanismo inconsapevole ) di energia, appunto, succhiandola a colui sul quale ha messo gli occhi.
La seconda invece non chiamerà fuori ciò che potrebbe essere utilizzato per il rifornimento ma tenderà a "tirare" ciò che potrebbe essere utile...diciamo cosi..alla vittima.
In questo caso comunque ci vedo un meccanismo da attivare in casi particolari, quindi si dovrebbe attestare una conoscenza dell'aiutante" , di noi, più o meno superiore.
A questo punto però non è detto che chi assume le vesti di provocatore/aiutante ci conosca o ne sia consapevole.
Potrei ad esempio anche trovare chi pro-voca ed in quanto io "vittima", più o meno consapevole approfittare di questo...no?
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 28-09-2007, 23.34.21   #31
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tra le provocazioni che ho letto ne aggiungerei una credo piuttosto forte...il silenzio...dite di no?
Che poi silenzio non è mai...


Ah, solo per allargare il discorso, senza negare minimamente il resto, sapete che ci sono vari metodi alternativi con cui a volte si riesce a far prendere un po' di coscienza ai vampiri inconsapevoli? Per esempio... fargli fare indigestione.

Prendiamo l'esempio di Red... le telefonate per la macchina. Ottimo il suo smettere di farlo e sostenere lo sforzo (utilissimo per se stessi), ma conoscevo uno che ha fatto così: ha iniziato a telefonare a mammà 20 anche 30 volte al giorno, con lo scopo dichiarato di rassicurarla su ogni minima scemenza (si mamma sto andando in banca, volevo dirti che mi sono messo i calzini pesanti... 5 min dopo, si mamma sono uscito dalla banca, c'era l'aria condizionata ma sono stato attento sai?) bon, dopo un paio di settimane la mamma è esplosa e ha dichiarato il suo completo menefreghismo a tutti sti dettagli figlieschi... qualche mese dopo si era resa conto che lui aveva fatto apposta, costringendo lei a mollare la presa... pare l'abbia ringraziato (o forse sono io che mi lascio prendere da una certa vena romanzesca ma bon, fa niente no?).

Non dico che funzia sempre, nè che va sempre bene... era solo per allargare il ventaglio di possibilità... in realtà occorre un certo lavoro su se stessi anche per applicare un metodo così.

Ultima modifica di Ray : 28-09-2007 alle ore 23.37.27. Motivo: sistemazione dei quote
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Vecchio 29-09-2007, 13.27.04   #32
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Provo a guardarla da altro punto di vista.
Guardando l'etimologia : pro-vocare, ossia "chiamare fuori" ( o tirar fuori ).
Insomma sia che si tratti di vampiro e sia che si tratti di chi lo fa con coscienza, si tende, comunque, a tirare qualcosa fuori dalla " vittima ".
Nel primo caso il vampiro tenderà ad alimentarsi ( nella maggior parte delle volte con meccanismo inconsapevole ) di energia, appunto, succhiandola a colui sul quale ha messo gli occhi.
La seconda invece non chiamerà fuori ciò che potrebbe essere utilizzato per il rifornimento ma tenderà a "tirare" ciò che potrebbe essere utile...diciamo cosi..alla vittima.
In questo caso comunque ci vedo un meccanismo da attivare in casi particolari, quindi si dovrebbe attestare una conoscenza dell'aiutante" , di noi, più o meno superiore.
A questo punto però non è detto che chi assume le vesti di provocatore/aiutante ci conosca o ne sia consapevole.
Potrei ad esempio anche trovare chi pro-voca ed in quanto io "vittima", più o meno consapevole approfittare di questo...no?
Anche questa visione è una possibilità,ma credo che bisognerebbe essere già un pò avanti per poter avere la "freddezza"di gestire la situazione...sicuramente è un opzione che va considerata nel tempo,a quel punto sarebbe una piccola lezione per il provocatore che si ritroverebbe vittima di se stesso...
Il problema nasce quando tieni alla persona che ti provoca,in quel caso entrano in gioco altri fattori,nel mio caso mi sono resa conto che è una mancanza di affetto a farmi essere compiacente anche quando le cose non sono richieste in modo appropriato...è come se fossi alla ricerca di quella conferma mai avuta...devo lavorare molto per riuscire a liberarmi da questo meccanismo,anche se la radice sembra persa nei meandri della mia mente,spero che riuscirò a trovarla ed estirparla se necessario.
Il metodo descritto da Ray è sicuramente interessante,ci vuole costanza ed impegno affinchè riesca,ma purtroppo non è il mio caso...non mi chiedono la telefonata, (figurati! ),non ci sono segni di attaccamento morboso ad un figlio,ma solo richieste pratiche,di aiuto sotto tutti i punti di vista e se ti ribelli o rispondi che non puoi o hai altro da fare inizia una sfilata verbale di cose che non meriterei di ascoltare,lì casco nel dispiacere e parte la furia...
Non dico di aspettare la prossima richiesta per vedere come vanno le cose, (restando con i piedi a terra ),ma infondo al mio cuore un pò di genuina speranza c'è...
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Vecchio 29-09-2007, 18.34.24   #33
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Le provocazioni dei genitori verso i figli, secondo me, sono un modo per mantenere il controllo mascherando questo sotto discorsi di affetto....
La classica frase: "Cosa ti costa fare una telefonata se mi vuoi bene?" sottintende che se non faccio quella telefonata non ricambio l'affetto.... e non farlo mi fa sentire in colpa....
Bisognerebbe a questo punto cercare di capire perchè una persona si sente in colpa nei confronti di altre persone, pur essendo consapevole che non sta facendo nulla di male....
Perchè sotto sotto il punto debole è che ci teniamo alla loro approvazione e al loro affetto, quindi siamo facile bersaglio di provocazione....
Quindi dovremmo affrontare questo discorso con loro: spiegare che se non facciamo una telefonata non è perchè ce ne freghiamo di loro, ma perchè riteniamo che una più grande fiducia verso di noi dimostrerebbe un loro affetto nei nostri confronti ancora più grande.... regalandoci libertà
Non so se questo potrebbe funzionare, ma forse li metterebbe un po' nello stato d'animo di chiedersi perchè pretendono questo da noi.... mentre loro non lo fanno nei nostri confronti senza per questo soffrirne...
I ricatti morali soffocano l'affetto, è questo che dovrebbe emergere...
Se qualcuno che amiamo ci dice di no anche se ci ama lo stesso ma noi ci soffriamo, vuol dire che quella persona è indipendente e libera da questo tipo di ricatti perchè non ne soffre, se noi ci soffriamo è perchè non siamo liberi dalla dipendenza psicologica che ci provoca quella persona...
Dipendenza psicologica non vuol dire amore o affetto, è un punto su cui l'altro può fare leva....
L'amore invece non soffoca, ma dovrebbe rendere liberi...
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Vecchio 30-09-2007, 00.38.42   #34
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STELLA HA SCRITTO
Perchè sotto sotto il punto debole è che ci teniamo alla loro approvazione e al loro affetto, quindi siamo facile bersaglio di provocazione....
In questo caso pro-vocazione è anche la richiesta da parte dei genitori..no?
Evoca, in sostanza, quello che è il senso di colpa mascherando ciò che vuole passare per affetto mentre invece è una ulteriore limitazione di me, figlio, verso il genitore.
Sono certo che questi meccanismi che nella maggioranza dei casi agiscono in sordina, nascosti a causa della mancanza di attenzione o anche di conoscenza di questi, ci condizionano ( o almeno lo hanno fatto o lo fanno tutt'ora) e non poco.
Cercando un nesso, poi, con la dipendenza psicologica...mi vien da dire, continunado il discorso Stella, che forse l'insicurezza può giocare un ruolo fondamentale.
Se Tizio, genitore, pro-voca il senso di colpa in Caio, figlio, con richieste, abbiamo visto, che talvolta toccano l'assurdo, è perchè questo oltre ad individuarsi come limitazione, potrebbe definirsi come l'interruttore, che accende e quindi quale causa, della pro-vocazione che passa,appunto, per il senso di colpa stesso generando dipendenza?
Cioè si può definire l'insicurezza di Caio, conseguenza del senso di colpa,( verso il mondo ad esempio o anche nei rapporti ) come base/passaggio della dipendenza psicologica?
Mi sa che ho detto un ovvietà....
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Vecchio 12-10-2007, 16.14.08   #35
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Originalmente inviato da cassandra Visualizza messaggio
Il problema nasce quando tieni alla persona che ti provoca,in quel caso entrano in gioco altri fattori,nel mio caso mi sono resa conto che è una mancanza di affetto a farmi essere compiacente anche quando le cose non sono richieste in modo appropriato...è come se fossi alla ricerca di quella conferma mai avuta...devo lavorare molto per riuscire a liberarmi da questo meccanismo,anche se la radice sembra persa nei meandri della mia mente,spero che riuscirò a trovarla ed estirparla se necessario.
Esatto!
sai Cassandra il problema è che continuiamo a correre dietro a un "vuoto" vissuto nell'infanzia, beh io almeno, e se anche oggi mamma papà o chi per esso comprendessero di aver mancato e decidessero di compensare il danno sarebbe semplicemente impossibile perchè dovrebbero dare affetto a una bimbetta che, ovviamente, non esiste più. E mi chiedo se continuo a far la bimbetta con loro per continuare a dargli quell'occasione..o a darmi l'occasione di fare un passo avanti? Comincio a pensare che sia la seconda la strada giusta..
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Vecchio 12-10-2007, 22.16.00   #36
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E se potessimo dare noi, da soli, affetto a quella bimbetta e colmare così dei vuoti? Non sarebbe meraviglioso, oltre che risolutivo?

Lo so che messa così suona come bubbola da versione new age di baci perugina... messa in altro modo: siamo sicuri che quella bimbetta non esista più?
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Vecchio 13-10-2007, 08.31.53   #37
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E se potessimo dare noi, da soli, affetto a quella bimbetta e colmare così dei vuoti? Non sarebbe meraviglioso, oltre che risolutivo?

Lo so che messa così suona come bubbola da versione new age di baci perugina... messa in altro modo: siamo sicuri che quella bimbetta non esista più?

Infatti Ray ho detto che mi sembra che sia la seconda la soluzione più giusta, e cioè il fatto che con loro continuo a far la bimba, continuo ogni giorno a mostrarmi il problema ma se fino a qualche tempo fa pensavo che fossero LORO a dover cambiare qualcosa oggi mi rendo conto che a cambiare devo essere io.
Si che c'è la bimba, ed è poi la stessa che salta fuori a chiedere riconoscimento e approvazione a chiunque le dimostri affetto...insomma gira che ti rigiro sempre li torno..
Come ho scritto in esperienze devo riuscire a prendere le loro provocazioni come energia per fare il passo invece di farmi prendere dalla rabbia e rimanere immobile...
e visto che siamo in tema di bubbole in versione New Age grazie per avermi aiutato a vedere certi meccanismi..
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