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Vecchio 04-06-2004, 10.39.01   #1
Uno
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Questo è un argomento molto complesso e importante, e dal mio punto di vista stava bene anche in esoterismo, comunque siccome lo vorrei affrontare (almeno all'inizio)da un punto di vista psicologico, ci provo qua, naturalmente insieme a voi spero...
Credo (io ne sono sicuro, ma non voglio fare il solito presuntuoso) che la paura e le attrazioni tra i poli opposti (detti spesso sessi) siano le due principali forze (repulsive o attrattive) che influiscono almeno all'inizio
di un percorso di evoluzione dell'individuo.
Per adesso prendo in considerazione solo la paura, che cos'è la paura? Le si possono dare tante definizioni, ma la "mia" è che la paura è la repulsione da ciò che non siamo in grado di controllare, qualcuno potrebbe dirmi giustamente che non tutto quello che non controlliamo ci fa paura, e allora qual'è un'altra variabile in gioco? E' l'importanza che si da alla situazione, e l'importanza deriva dal fatto di aver o meno superato un determinato punto.
Provo con un esempio che non c'entra niente ma spero renda, se inizio un nuovo hobby, un nuovo tipo di lavoro che mi stimola, all'inizio finchè non mi sarò impadronito "dell'arte" darò grande importanza alla cosa, poi con il tempo diventerà normale, cioè ho già superato la novità, in un certo senso ci sono delle cose che pur non controllandole non ci creano fobie perchè comunque abbiamo superato già la situazione, il discorso si allargherebbe sul perchè con certe situazioni, già alla nascita abbiamo superato lo scoglio, ma questo credo sia un discorso da altra sede (sezione/categoria)
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Vecchio 04-06-2004, 20.31.51   #2
Era
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non solo abbiamo paura di ciò che non sappiamo controllare
ma anche di ciò che non conosciamo...
se non la conosco...non la controllo...e mi spaventa... ok

il punto è...
qualsiasi cosa s' intraprenda per la prima volta è nuova...
alcune affascinano ...altre spaventano...
e ancora....
alcune persone hanno paure che per altre
non hanno motivo di essere....

sempre più incasinato....

allora mi chiedo...
l' origine della paura può essere
anche indotta?
credo di si...
da che cosa?
dall' isicurezza?
dall' educazione?
dall' indole?
da esperienze più antiche?


vabbè vediamo come procede...

intanto cercherò di portare questo tema
in informazioni alternative credo ci stia a pennello
(che presuntuosa che sono) :lol:
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Vecchio 04-06-2004, 21.22.38   #3
Era
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insomma...ho PAURA che questo sia il posto giusto... :lol:
allo stesso tempo ho PAURA che non lo sia... :toh
evvabbè Uno ...se non ti va qui puoi spostarlo ok?

La paura più grande dell' uomo...
probabilmente è quella della morte..
il fatto di superarla fa parte di molti riti
di iniziazione...
i sacerdoti egizi venivano rinchiusi
in un sarcofago per 3 giorni

un' altra paura può essere quella di
guardarsi dentro...e scoprire come siamo
veramente e non come vorremmo essere..

ci sono le paure indotte
sono le paure dei bambini...
che spesso sono create dagli adulti...
la madre apprensiva trasmette le sue paure
al piccolo...e anche la paura dei tuoni...
del lupo cattivo ecc...

le paure proiettate
quando si attiva un meccanismo di difesa...
quando ci si sente esclusi..incompresi...
ma non si riesce ad accettare il risentimento
che si ha nei confronti di chi non ci comprende
ecco che proiettiamo su altro le paure
(lo so che è poco chiaro..non mi riesce meglio)

e poi la più inutile a parer mio
la paura del giudizio altrui...

non dimentichiamo
che una sana"paura" ci permette di essere attenti..
cauti...istinto di conservazione?

e poi ancora le paure inspiegabili...
ma quelle in un' altra sede
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Vecchio 05-06-2004, 11.18.58   #4
siam
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Su un libro ho trovato queste parole in merito alla paura, l'argomento avrebbe bisogno di più tempo, ma temo che mi scada la pagina, magari dopo averlo scritto.
ogni pensiero dipende dall'amore o dalla paura. Si tratta della dualità primaria, a cui si riconduce ogni cosa: pensieri, concetti, comprensioni, decisioni, scelte ed azioni. ma in verità esiste soltanto l'amore. L'amore è tutto ciò che esite. Anche la paura nasce dall'amore, e può esprimerlo, se usata nel modo giusto. La paura può esprimere amore nella sua forma più alta, ad esempio una madre che salva un bambino da un pericolo. La paura è un'emozione naturale, Tutti i bambini nascono con fondamentalmente due paure: qualla di cadere e quella dei forti rumori. Tutte le altre paure sono reazioni apprese dall'ambiente e dai genitori. lo scopo della paura naturale è quello di promuovere la prudenza. La prudenza è lo strumento che serve a mantenere vivo il corpo e nasce dall'amore di Sè. Se viene insegnato che la paura è un'emozione sbagliata, da adulti quelle paure diventeranno panico...
spero che queste poche righe possano bastare a spiegare il concetto
che ne pensate?
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Vecchio 05-06-2004, 14.09.55   #5
Uno
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Ecco in effetti pur non avendo letto il libro di cui parla Siam ( o almeno, non credo, potrebbe anche essere e non ricordo) il concetto su cui volevo discutere è proprio questo... la paura è una delle due forze (forse in psicologia sarebbe meglio dire pulsioni) principali che ci costringono a vivere la vita, può prendere diverse forme e strade, Era ne ha fatti parecchi buoni esempi, ma alla base da questo lato (l'altro è si amore, ma secondo me più esattamente: accettazione) sempre paura è, anche l'odio, quello che di solito si definisce l'opposto dell'amore, in realtà è paura, (tra parentesi amore e odio sono nello stesso cerchio apparenti opposti, magari lo riprendiamo un'altra volta questo discorso) paura... cioè non accettazione, che sia perchè uno è diverso da noi, oppure perchè è troppo uguale a noi, dopo dipende da il nostro carattere, percorso etc .
E' principalmente la paura è quella che ci impedisce di avanzare lungo un percorso evolutivo (chiamiamolo psicologico, spirituale, esoterico è lo stesso) è la prima cosa che dobbiamo vincere per arrivare ad un risultato concreto, finchè avremo paura di qualcosa non andremo da nessuna parte, come allo stesso tempo finchè non siamo in grado di accettare tutto saremo lo stesso bloccati, non sto parlando del "volemose bene a tutti i costi" stile new age, trovo che sia la solita distorsione di un concetto importante, sto parlando di accettare veramente tutto e tutti, poi naturalmente con qualcuno si potranno intrattenere rapporti, con altri no (oltretutto non dipende solo da noi) ma finchè chiuderemo volontariamente una sola porta perchè non accettiamo una cosa (paura, è lo stesso cerchio) non saremmo liberi
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Vecchio 05-06-2004, 14.51.52   #6
siam
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sono daccordo... accettare la paura e la sua emozione senza reprimerla... cosa non facile dal nostro lato umano, ma può essere una strada da seguire

Se ti interessa il libro è: "Conversazioni con Dio" terzo librodi Neale Donald Walsch della Sperlin &Kupfer Editori
Pensa che il primo volume me lo aveva regalato Era, poi io ho comprato gli altri due...

era a te un
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Vecchio 06-06-2004, 00.12.09   #7
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Che dite mandiamo avanti questo discorso?
Sull'ultimo pezzo per dire la verità, io non intendevo accettare la paura, intendevo accettare tutto, comprese le eventuali paure, anche se la cosa è contraddittoria perchè una volta accettato tutto si è talmente oltre da non aver più paure. Questo è appunto il traguardo ideale di qualsiasi percorso formativo (dal mio punto di vista, ormai non serve che lo ripeto in continuazione vero? Sapete che parlo per me e di quello che penso o sperimento) accettazione totale e di conseguenza annullamento di tutte le paure.... più facile a dirsi che a farsi... come possiamo arrivare a cio? Ci sono vari modi di affrontare la cosa, però l'unico sistema efficace è preparare il terreno per bene, con calma, esaminando tutti i lati, osservando ogni possibile impedimento, lavorando in preparazione su piccoli blocchi ma con la consapevolezza che fino al colpo finale inevitabilmente si ricadrà indietro da piccole vittorie che si possono aver ottenuto. Solo al momento giusto dopo la preparazione che può durare una vita intera (o forse non bastare) un bel colpo secco e l'uomo diventa nuovo pur essendo sempre lo stesso.
Al prossimo giro vorrei provare ad analizzare le paure dette istinti (preso spunto dall'ultimo di Era)
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Vecchio 06-06-2004, 00.31.09   #8
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nemmeno io accetto la paura...
ma nel tutto è compresa la paura...
quindi l' accetto...
cavolo la paura è sorella gemella
del coraggio o no?
ci vorrà una vita e forse non basta
per intravvedere il Tutto...
allora si la paura non avrà motivo d' esistere
ma capita anche che un niente faccia
scattare una molla piccola piccola..
che stava li e non la vedevi...
e tutto cambia

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Vecchio 06-06-2004, 00.37.08   #9
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ufffaaaaaaaa
sto diventando lentissima
ste pagine scadono come gli yogurt
miiiiiiii
devo riscrivere e non ritrovo il filo






sono proprio una rapa....
è caduta un attimo dopo
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Vecchio 06-06-2004, 19.40.23   #10
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Lo so che adesso Uno mi cazzia, ma mi tocca mettere i puntini sulle i.
1) tanto per incominciare c'è una differenza abissale tra paura e fobia
2) in psicologia è molto più corretto parlare di energia. Libido per Freud e Eros per Jung sono sinonimi di energia.

Qui si sta parlando di paura e non di fobia.
La fobia è una paura irrazionale e incontrollata che ci limita pesantemente nella vita. La paura invece per certi versi è perfino sana. La paura è quella cosa che, se non ci lasciamo paralizzare, ci spinge ad andare avanti ... con rispetto.

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Vecchio 06-06-2004, 20.10.31   #11
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Perchè dovrei cazziarti? C'è libertà di pensiero ed espresione no?
Che la differenza che è stata data alla paura e alla fobia è quella che dici tu dal punto di vista lessicale, non posso smentirlo, però dal mio punto di vista non cambia molto perchè non esiste una paura che ti spinge ad andare avanti, una paura è quella cosa (cosa, così non ci creiamo problemi sulla definizone) che ad uno stimolo ci fa reagire sempre nello stesso modo, non ci trovo poi una differenza enorme rispetto ad una fobia (forse solo che nella fobia spesso non si sa neanche di averla), per questo intendo che la liberazione da tutte le paure ci permetterebbe di vivere liberi. Esempio? Con una fiamma mi scotto, la paura del fuoco, mi risparmierebbe un'altra ustione, in questo senso la funzione della paura è stata nelle ere importante per la specie, però se sono libero da tale paura e ho la capacità reattiva sufficiente nulla mi impedisce di evitare una bruciatura, ma magari avvicinarmi alla fiamma per fare un bell'arrosto.
Non ho capito in che senso e rispetto a cosa è meglio parlare di energia, se puoi spiegarmi
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Vecchio 06-06-2004, 21.22.33   #12
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Energia al posto di pulsioni.

Comunque no, non sono d'accordo. La differenza tra paura e fobie è abissale.
La paura è semplicemente un istinto. Non ci si può liberare da un istinto. E nemmeno si può soffocare, negare un istinto. Se lo fai, quell'istinto raddoppia la sua potenza ed agisce in modo "negativo" invece che "positivo". Virgoletto negativo e positivo perchè non sono le parole più adatte, ma messe così rendono abbastanza l'idea di quello che voglio dire.
La paura è sana, è normale. Guai se non ci fosse, saremmo dei mostri.
E se impari a relazionarti ad essa può davvero perfino dirti davvero dove andare!
Personalmente tengo in grandissima considerazione le mie paure. Mi hanno insegnato un sacco di cose, ma proprio un sacco.
Ovviamente per relazionarsi alla paura ci vuole il coraggio di andare anche dove abbiamo paura di andare. E del resto, non ci può essere coraggio se non c'è paura. Andare con coraggio dove abbiamo paura di andare significa andarci con rispetto. E questo forse è il significato del tanto famigerato "timor di Dio".

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Vecchio 07-06-2004, 00.25.48   #13
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ok andiamo avanti, energia al posto di pulsioni.... no allora io intendevo proprio pulsioni in quanto rende ciò che pensavo cioè la spinta che in un senso o nell'altro possono darci la paura e l'accettazione, se poi non è corretto dal punto di vista dei luminari pazienza.
Non ci si può liberare da un'istinto? Perchè non tutti abbiamo gli stessi istinti? Se è un'istinto (e qui sono d'accordo, mi sembra che sopra l'ho anche scritto) è una cosa che ci viene dalla natura, per cui teoricamente dovremmo essere sottoposti tutti agli stessi istinti, ma invece sappiamo che non è così, a livello dell'uomo in maniera più marcata, a livello animale meno evidente (solo alcuni individui animali sono liberi da alcuni istinti) per cui come nasciamo con diversi istinti dovrebbe (uso il dovrebbe come retorica, ma io sono certo) essere possibile affrancarsi dagli istinti in maniera minore o maggiore a seconda del livello evolutivo.
In quanto al "timor di Dio" è l'esempio lampante, da chi è propugnato? Da religioni che hanno sempre fatto in modo di mantenere una distanza abbissale tra Dio e l'uomo, e allora torniamo al concetto: temo ciò che non conosco.
Non capisco perchè saremmo dei mostri se non avessimo paure.... se sapessimo vivere completamente il momento presente non avremmo paure perchè non reagiremmo ad una situazione ne perchè non la conosciamo ne perchè memori di un'analoga (ma non uguale) esperienza, semplicemente vivremmo la situazione come deve essere in quel momento in maniera pulita, perchè si... la paura ti dice dove andare ma ti limita, ti manda dove vuole lei , perchè se mi fai il discorso:"Ma se io sono cosciente vado al lato opposto" significa reprimerla, non liberarsi e come hai detto tu giustamente tornerà moltiplicata.
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Vecchio 07-06-2004, 00.58.44   #14
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Forse quello che tu chiami liberarsi dalla paura è quello che io chiamo andare con coraggio e rispetto anche dove abbiamo paura di andare?
No, non ci si può liberare da un istinto. Secondo me non si deve nemmeno liberarsi da un istinto. Sarebbe come pensare di liberarsi del corpo. Vorrebbe dire essere scissi. Si possono indirizzare gli istinti in modo che non ci limitino ma non sopprimerli.
Gli animali di una stessa specie, Uno, hanno tutti gli stessi istinti e noi uomini siamo animali della stessa specie. Poi ci sono istinti basilari che sono comuni a tutte le specie animali. L'istinto sessuale (di riproduzione per gli animali asessuati) e l'instinto di conservazione. La paura fa parte dell'istinto di conservazione. Se vedo una macchina che mi viene incontro a 300 all'ora il mio corpo produce una scarica ormonale che percepisco come paura e questo mi fa scansare istintivamente prima che la macchina mi investa. Questa è la paura. E' una reazione naturale e sana del nostro corpo.
Se devo per forza scalare una parete di roccia ho paura di cadere perchè cadendo morirei, ma se devo scalare quella parete, allora lo faccio con ... rispetto per la potenza della montagna.
L'ignoto fa paura perchè non sappiamo quali pericoli contiene, ed è sano, quindi, avvicinare l'ignoto con rispetto. (timor di Dio, non nel senso che a queste parole da il catechismo ma nel senso di rispetto per il mistero, nel senso di "senso del sacro")
Quello di cui ci possiamo liberare non è la paura in sè, ma le costruzioni mentali che ci fanno avere paura di cose di cui non c'è nessun bisogno di avere paura. E questo è tutto un altro paio di maniche.
Ma l'assenza totale di paura, per cui io penso che anche se non mi sposto la macchina non mi investirà, per cui io penso che scalare una parete non contiene pericoli, per cui metto le mani nella fiamma... questo è delirio di onnipotenza o follia.
Ma anche le paure costruite, psicologiche, quelle da cui ci potremmo liberare, hanno anche loro il loro senso se le ascolti bene. Quelle paure ci dicono (almeno per me è così) che quella cosa che mi fa paura è proprio quella che devo affrontare (quindi non vado dall'altra parte, vado proprio lì) ma che contiene un nucleo di mistero e quindi la devo affrontare con rispetto.
Se non abbiamo paura della paura, allora la paura è un'alleata preziosa.
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Vecchio 07-06-2004, 12.19.34   #15
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no quello che io intendo liberarsi da una paura (o da tutte) significa proprio non avere più quella paura (o tutte).
Io sono sicuro che ci si può liberare dagli istinti, per esempio a livello animale hai mai sentito parlare di quei cani che si fanno morire sulla tomba del padrone? Se non vengono meno loro all'istinto di conservazione.... (che tra parentesi credo che sia il più forte di tutti, e tutti gli altri istinti derivino da esso).
Sull'istinto sessule ci dovremmo fare una dicussione apposta perchè è troppo complesso per trattarlo qua, è comunque sempre istinto di riproduzione che a sua volta deriva dall'istinto di conservazione (magari della specie e non del singolo individuo).
Avere paura significa reagire in maniera condizionata, nell'esempio della macchina, potrei anche rimanere paralizzato e non riuscire a muovermi, se invece avessi il controllo del mio corpo (per esempio quello che ha, più o meno, chi segue un'arte marziale seria, non per violenza ma come filosofia di vita, oppure altre discipline o anche no che ha semplicemente fatto un lavoro profondo su se stesso).
Poi ancora non capisco perchè paura sarebbe uguale a rispetto, per me sono due cose diverse, io ho pieno rispetto della natura per esempio, ma non ne ho paura, anche nelle sue manifestazioni più cruente, al massimo potrei perdere la vita, tanto se ne avessi paura nella stessa situazione la perderei lo stesso. Poi nel sacro la paura e il rispetto sono sempre intesi come allontanamento, l'unica motivazione di un certo tipo di "timore" del sacro la vedrei dal punto di vista puramente fisico, nel non potersi fisicamente avvicinare al sacro se non si è pronti (ma questo è un discorso da esoterismo).
Per finire io non sto fomentando l'incoscienza di mettere la mano sul fuoco sapendo che mi brucio per mania di onnipotenza, al contrario parlo di aumentare la propria coscienza per essere sempre coscienti di come si agisce, in questo modo si farà sempre la cosa migliore (senza onnipotenza) in quel momento senza aver paura.
Certo come ho scritto sopra è più facile a dirsi che a farsi.
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Vecchio 07-06-2004, 13.13.13   #16
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Ok, quindi non siamo d'accordo. Io non ho altro da dire sull'argomento. Tu?
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Vecchio 07-06-2004, 13.20.33   #17
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Beh il fatto che non siamo d'accordo non è un problema, mi pare giusto che non si vada sempre d'accordo, solo la paura della diversità ci creerebbe dei problemi in questo caso.
Si io ho altro da aggiungere, lo farò con calma appena ho 5 minuti....
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Vecchio 07-06-2004, 20.23.08   #18
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Parlando (anzi scrivendo) abbiamo toccato diversi punti, su qualcuno siamo d'accordo tutti o parecchi, su altri no.
Secondo il mio punto di vista (ripeto è il "mio", tenendo presente che nessuno inventa niente, non è detto che dobbiamo essere tutti d'accordo, io lo espongo e basta) la paura ha la funzione di filtro, cioè deve impedirci di entrare in contatto con delle cose con cui non siamo pronti ad entrare in contatto, mentre l'accettazione è tra virgolette (poi vi dirò perchè tra virgolette) l'opposto, cioè l'apertura verso aspetti che fin'ora non abbiamo potuto comprendere (comprendere come intelletto e materialmente) in pratica se usassimo termini religiosi direi che la paura potrebbe essere i demoni, e l'accettazione gli angeli, se usassimmo termini di altre tradizioni tra cui l'alchemica direi che la paura è la luna e l'accettazione il sole.
In pratica la cosa vista da questo punto di vista è che la paura è un freno ma necessario senza un lavoro su di se, cioè man mano che siamo pronti a nuove esperienze, certe paure scompaiono (anche da sole, ma sempre con lavoro conscio o incoscio) di conseguenza "aumenta" l'accettazione.
Tra virgolette "aumenta" e "accettazione" sopra, perchè in realtà non aumenta.... c'è sempre sotto (come l'amore) solo che è nascosta dalla paura .
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Vecchio 07-06-2004, 22.44.48   #19
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la penso come Arianna la paura è utile....
e come Uno la paura si può superare...
abbiamo gia detto credo che a volte è una difesa
a volte un alibi...spesso una scusa...
ma a questo punto
scatta il meccanismo della fobia...
qual' è la differenza se c'è.. tra paura e fobia?
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Vecchio 08-06-2004, 00.38.44   #20
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Citazione:
Originalmente inviato da Era
qual' è la differenza se c'è.. tra paura e fobia?
Secondo me non c'è nessuna differenza (lo so che secondo la psicologia c'è differenza...) sostanziale, sono tutte due sullo stesso vettore/retta una da una parte e l'altra dall'altra, un lato verso l'affioramento in coscienza e l'altro verso l'incoscienza, con infiniti grdi intermedi.
Ma non per pignoleggiare, potremmo definire l'utilità della paura come un paio di occhiali per chi non vede? Perchè io penserei che un paio di occhiali per chi non vede possiamo si definirli utili ma principalmente sono indispensabili, a meno che il soggetto non si operi e poi ci veda bene.
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Vecchio 08-06-2004, 02.13.26   #21
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La fobia è una paura patologia e irrazionale, di solito rivolta ad oggetti che non sono realmente pericolosi. Il terrore dei ragni, dei serpenti, degli spazi aperti, degli spazi chiusi, per fare qualche esempio.
E' una paura che paralizza. Che fa stare malissimo. Che, ad esempio, ti impedisce di uscire di casa. E' un sitomo nevrotico grave e invalidante ed è spesso accompagnata da altri sintomi nevrotici gravi.
La paura è un istinto naturale e, se non è gonfiata dai "nostri film", svolge la sua funzione senza limitarci.
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Vecchio 08-06-2004, 11.01.20   #22
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Tizio ha paura del buio, non è mica limitato... a parte il fatto che deve stare sempre alla luce o costringersi/violentarsi a stare al buio è pienamente libero. (tono ironico voluto, per spirito di conversazione senza la minima intenzione di sarcasmo)
Caio ha paura dei cani (esperienza personale passata, però... che strano mi sono liberato da una paura, a quanto pare non dovrebbe essere possibile) non è limitato, a parte il fatto che deve cambiare strada ed evitare ogni possibile vicinanza con i cani... poi se sono liberi ancora peggio, a parte queste cose è liberissimo.
Ma forse sono fobie queste? Però la lingua comune che molto insegna ci fa dire tizio ha paura dei cani, non ci fa dire tizio ha una fobia per i cani (si.. si può dire, ma quale suona meglio?)
E allora se queste fossero solo fobie e non avessero niente a che fare con le paure, quali sono le paure? E se queste fossero solo fobie vorrebbe dire che dalle fobie ci si può liberare e dalle paure invece no.
C'è qualcosa che non mi torna, o meglio mi torna, ma in maniera diversa
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Vecchio 08-06-2004, 14.11.25   #23
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Tizio ha paura del buio. Non è limitato. Se ha paura del buio non è limitato. Si sente a disagio al buio, prova un senso di inquietudine, tende ad evitare i posti bui ma è in grado di entrare in una stanza buia nonostante proprio non gli piaccia.

Caio ha la fobia del buio. Caio è limitato. Caio, se deve entrare in un luogo buio è paralizzato, trema, suda. Non sarebbe assolutamente in grado di farlo nemmeno se ne andasse della sua vita. Caio non può andare al cinema, dorme con la luce accesa, non esce di notte. Se si trova al buio perchè va via la corrente questo gli provocano una sofferenza intensissima. E gli ci vuole molto tempo a riprendersi dopo che la luce è tornata.

Questa è la differenza terminologica. Poi ognuno è libero di presindere dal vocabolario e di dare alle parole il significato che preferisce. E' più difficile farsi capire dagli altri ma si può fare.

Tutti abbiamo dentro una ancestrale paura del buio, seppure con differentissime sfumature. E' normale in quanto il buio contiene una componente di pericolo reale. Io non ho paura del buio in generale, dormo più volentieri dove il buio è assoluto. Ma se dovessi attraversare al buio un luogo completamente sconosciuto proverei un vago senso di paura che mi porterebbe ad allertare gli altri sensi ed a procedere con cautela, come mi sembra giusto fare in questo caso.

Io non ho e non ho mai avuto paura dei cani, anzi mi piacciono molto e li avvicino volentieri. Ma se incontro un cane ringhioso che pare sul punto di aggredire, allora provo paura e non mi avvicino.

La paura di Tizio è eccessiva ed irrazionale. Si può superare ed è giusto superarla, secondo me. Anche la fobia di Caio, sebbene con più fatica. La mia... mi pare abbastanza funzionale. Me la tengo, credo anzi che mi faccia comodo.


Ammetto per altro di avere davvero paura delle tigri in libertà, ma non mi pongo il problema perchè a Milano ne girano davvero poche poche.
Ho invece una certa paura a guidare in autostrada. Sono in grado di farlo ma non mi piace. Questo è abbastanza irrazionale perchè non ho paura se guida un altro, invece il pericolo è identico. E' ciò che è rimasto di una vecchia paura in gran parte superata, quella di guidare in generale. Noto che, col passare del tempo, va affievolendosi. Ma so bene che non farò mai il pilota da corsa.

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Vecchio 08-06-2004, 16.11.14   #24
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Vedi che abbiamo fatto un passo avanti? Nel senso della reciproca comprensione, perchè dai tuoi scritti precedenti avevo capito che per te non era possibile liberarsi (vabbeh qui sopra scrivi "superare", ma spero che non staremo a sottilizzare sulla parola, e invece cercheremo di comprenderci) dalle paure, invece da quest'ultimo scritto mi sembra di capire che è possibile liberarsi, e anche dalle fobie (seppur con più fatica, ma non ho mai detto che sia facile, neanche liberarsi da una "semplice" paura) per cui su questo mi sembra che siamo in linea.

Quello che ancora differiamo almeno nei termini... è il fatto che siano due cose diverse (almeno così mi è sembrato di capire) per te, mentre per me sono diverse intensità della stessa cosa, ma rileggendo il tuo ultimo potrei aver capito male quello che intendi, perchè la differenza principale che ne dai è il fatto che una (paura) non ti fa piacere una cosa, ma sforzandoti puoi farla, e l'altra (fobia) ti fa star male se cerchi di farla o sei costretto a tutti i costi a farla. E mi sembra, ma magari sbaglio, che anche qui è una questione di diversa schematizzazione, anzi che nel mio pensiero non c'è in quanto per me sono sfumature della stessa cosa, e nel tuo se mi concedi sono due modi o due qualità della stessa... forza?

Quello su cui siamo almeno in apparenza agli opposti è il fatto che la paura (la fobia mi sembra di no) ti limita o meno.
Per esempio il fatto che tu non farai mai il pilota di formula uno (la formula uno ringrazia ), al di la del fatto che magari non te potrebbe fregare di meno, o che non ti capiterebbe mai l'occasione, non è secondo te un limite? Ma potremmo prendere altri esempi, io non dico che devo fare tutto nella vita, non riuscirò e non avrò le occasioni per farlo, dico semplicemente che voglio essere in grado di poter fare tutto, al di la che poi lo faccia o meno, che lo possa o meno, per esempio ci sono delle cose che potrei fare (perchè non ne avrei paura) ma non ho i soldi, oppure il fisico o altro....
La differenza di concetto tra me e te forse viene lampante nel esempio del buio che hai fatto, se io non ho paura, lo stesso essendo in un posto che non conosco al buio potrei avere i sensi pronti (ma non in allarme) a qualsiasi evenienza però non con la paura che sebbene mi potrebbe dare la scarica adrenalinica, mi farà essere meno pronto dell'essere rilassato, e allora mi è più utile averla o non averla la paura del buio?

Poi in un'altro discussione (tipo sul "qui e ora") potremmo affrontare il discorso sulla falsa sicurezza che ci potrebbe venire da un posto che conosciamo o dall'insicurezza di un posto che non conosciamo.
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Vecchio 08-06-2004, 21.04.55   #25
Hariagne
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Veramente quello che io ho detto è che non è possibile sopprimere un istinto, che non è possibile quindi liberarsi compleamente da ogni paura.
Che sia possibile liberarsi da una paura specifica, ci mancherebbe altro, certo che sì. Certo che sì se è una paura costruita. No se è una paura di quelle che proprio all'istinto compete gestire. La macchina che ci investe, la tigre, il cane che ringhia. Poi anche in questi casi possiamo assumere, con il dovuto allenamento, il controllo. Ma la scarica di adrenalina ci sarà ed è estremamente sano e funzionale che ci sia!

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