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Vecchio 16-07-2008, 11.22.22   #1
Sole
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Predefinito Influenze famigliari che viaggiano sotto lo strato conscio

Dalla discussione sul femminismo: http://www.ermopoli.it/portale/showthread.php?t=4465 sono emerse per quanto mi riguarda diverse considerazioni sul mio vissuto e sul mio agire di oggi.
Avrei potuto continuare lì ma volevo parlarne in altra chiave.
Nella discussione Stella accennava alle donne che diventano come schiave di un marito che le controlla economicamente: mia madre.
All'inizio quando ho letto volevo proprio sorvolare la questione ma poi però ho dovuto indagare.
Ho un rapporto pessimo con il denaro, ho paura che mi manchi e con esso la terra sotto i piedi. Riportavo la cosa al fatto che nella mia esperienza di vita fuori casa ho avuto un periodo di enormi difficoltà economiche di cui in un certo senso pago ancora il dazio. Non ci vedevo altro nella mia paura perchè in casa con i miei i soldi non sono mai mancati, il frigo era sempre pieno e se c'era da affrontare una spesa i soldi non erano mai un problema. Non vedevo e non rapportavo mai la questione della mia ansia da mancanza di denaro alla mia famiglia di origine. Eppure razionalmente arrivavo a capire ma mi mancava un legame con tale meccanismo di ansia.
Ed eccolo qui. Mia madre non lavorava, mio padre manteneva tutta la famiglia con il suo lavoro ma non lasciava mai neppure un centesimo in casa e se lo faceva era ben contato e controllato. Mia madre era quindi costrattaa chiedergli i soldi ogni giorno per fare la spesa e per i bisogni dei figli. Non indago i loro motivi, ma le impressionidi, cui ero completamente ignara, che hanno lasciato in me i loro dialoghi.
L'atteggiamento di mamma nel chiedere i soldi era disagiato e obbligato, non era libera di provvedere per se stessa dovendo giustificare l'uscita di denaro e mio padre soppesava ogni centesimo che le dava. Io che assistevo alla scena lasciavo che entrasse tutto questo e si cristallizzasse in qualcosa come: devo provvedere per me perchè non posso essere un peso così, e se mai sono un peso piuttosto non mangio e non mi compro nulla pur di non disturbare la quiete economica, piuttosto mi rendo utile ed indispensabile in casa piuttosto che mangiare a sbafo. Così se posso oggi metto io il capitale piuttosto che fami dire che sono un peso... fino a portarmi al punto di non averne più e dovermi sentire a disagio e non partecipe alla spesa della famiglia per questo.
Ho sottollineato portarmi perchè come nel passato anche oggi ho fatto di tutto per lasciarmi vedere questa cosa, e non vedevo.. ora forse inizio a fare a luce.
Il contrasto cristallizzato in me della dipendenza di mamma e del controllo di papà è micidiale, mi fa muovere come un uomo e mi fa pretendere attenzioni.

Ciò a cui abbaimo assistito in famiglia da bambini è entrato sotto forma di impressioni fissandosi nell'inconscio, viaggiando sotto e lavorando fino a formare la nostra personalità, questo da una parte fa paura perchè nel non essere consci entra di tutto, entra tutto quello che vuole entrare e nel futuro l'incoscio provvederà a metterci nelle condizioni di farlo uscire.

Ricapitolerò ogni episodio che mi venga in mente che riguarda la cosa e spero di liberarmi perchè si vive male con questa tensione, anche perchè da quando è affiorata questa cosa ho un dolore alla schiena....

p.s.non rileggo, scusate gli errori se ci sono
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 16-07-2008, 18.04.16   #2
RedWitch
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Anche io sono dell'idea che spesso siamo noi stessi a portarci ai punti di poter vedere, spesso ci mettiamo da soli nelle condizioni per poterlo fare, e altrettanto se non e' ancora il momento di vedere, per un motivo o per l'altro l'occasione passa ma poi torna.. magari "gridando" un po' piu' forte della precedente ed eliminando qualcuno dei cuscinetti che mettiamo per non vedere e/o non sentire troppo male tutto in una volta..


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Originalmente inviato da Sole
....................
Ciò a cui abbaimo assistito in famiglia da bambini è entrato sotto forma di impressioni fissandosi nell'inconscio, viaggiando sotto e lavorando fino a formare la nostra personalità, questo da una parte fa paura perchè nel non essere consci entra di tutto, entra tutto quello che vuole entrare e nel futuro l'incoscio provvederà a metterci nelle condizioni di farlo uscire.
Non solo, il fatto che nell'infanzia entri tutto secondo me contribuisce a rendere poi difficile ritrovare il capo del filo.. ci sono cose che si radicano talmente che a me sembra che esistano da sempre, le do per scontate, proprio come avere un elefante in salotto e non vederlo.. fintanto che non ci sbatto dentro il naso, e a volte nemmeno quello e' sufficiente per farmi muovere..

Grazie Sole per aver condiviso questa tua esperienza
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Vecchio 16-07-2008, 22.13.15   #3
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Ho un rapporto pessimo con il denaro, ho paura che mi manchi e con esso la terra sotto i piedi. Riportavo la cosa al fatto che nella mia esperienza di vita fuori casa ho avuto un periodo di enormi difficoltà economiche di cui in un certo senso pago ancora il dazio. Non ci vedevo altro nella mia paura perchè in casa con i miei i soldi non sono mai mancati, il frigo era sempre pieno e se c'era da affrontare una spesa i soldi non erano mai un problema. Non vedevo e non rapportavo mai la questione della mia ansia da mancanza di denaro alla mia famiglia di origine. Eppure razionalmente arrivavo a capire ma mi mancava un legame con tale meccanismo di ansia.
Ed eccolo qui. Mia madre non lavorava, mio padre manteneva tutta la famiglia con il suo lavoro ma non lasciava mai neppure un centesimo in casa e se lo faceva era ben contato e controllato. Mia madre era quindi costrattaa chiedergli i soldi ogni giorno per fare la spesa e per i bisogni dei figli. Non indago i loro motivi, ma le impressionidi, cui ero completamente ignara, che hanno lasciato in me i loro dialoghi.
L'atteggiamento di mamma nel chiedere i soldi era disagiato e obbligato, non era libera di provvedere per se stessa dovendo giustificare l'uscita di denaro e mio padre soppesava ogni centesimo che le dava. Io che assistevo alla scena lasciavo che entrasse tutto questo e si cristallizzasse in qualcosa come: devo provvedere per me perchè non posso essere un peso così, e se mai sono un peso piuttosto non mangio e non mi compro nulla pur di non disturbare la quiete economica, piuttosto mi rendo utile ed indispensabile in casa piuttosto che mangiare a sbafo. Così se posso oggi metto io il capitale piuttosto che fami dire che sono un peso... fino a portarmi al punto di non averne più e dovermi sentire a disagio e non partecipe alla spesa della famiglia per questo.
Ho sottollineato portarmi perchè come nel passato anche oggi ho fatto di tutto per lasciarmi vedere questa cosa, e non vedevo.. ora forse inizio a fare a luce.
Il contrasto cristallizzato in me della dipendenza di mamma e del controllo di papà è micidiale, mi fa muovere come un uomo e mi fa pretendere attenzioni.
Carissima Sole, ho riflettuto molto prima di rispondere perchè mi sento molto coinvolta emotivamente con l'esperienza che hai condiviso con noi, e ti ringrazio per questo.
Anch'io ho un pessimo rapporto con il denaro proprio per il fatto che nella mia famiglia è sempre mancato, ed oggi solo il pensiero di rimanere senza mi fa venire il panico... è anche vero che è accaduto sempre qualcosa che mi ha fatto andare avanti, ma per me il lavoro e l'indipendenza economica, per quel poco che si può, è molto importante, e anche il fatto che arrivo in momenti di crisi a sostenere altre persone, ma in questi casi ho paura di diventare come tuo padre, cioè di chiedere il rendiconto di ogni spicciolo, e questo non è bello... poi mi succede anche che per spesuccie piccole ma evitabili vado più in crisi che per una spesa grande ma indispensabile.
Anche questi sono retaggi che mi porto dietro dall'infanzia, quando il risparmio ed evitare ogni tipo di spreco era fondamentale, ora se me la prendo per certe cose poi mi chiedo il perchè di queste reazioni esagerate, ma chi da piccolo non ha avuto questo tipo di messaggi non può capire...
Poi mi succede anche di rinunciare io a qualcosa ma poi mi dico che non è giusto, quindi dovrei imparare a superare questo stato di cose e avere un rapporto più equilibrato con i soldi, sia verso di me che verso gli altri...
Ma c'è da fare molto lavoro su se stessi e anche andare contro certe idee che mi sembra siano nate con me, ma il fatto è che mi è difficile eliminarle perchè dopotutto mi pare che sia giusto, ma è altrettanto giusto non sentirsi in colpa se ogni tanto ci si toglie qualche capriccio...
Quando lo faccio sul momento sto bene, ma poi mi sento in colpa e comincio a pensare che quei soldi sarebbero potuti servire per altro... e sono sempre in questo circolo vizioso.

stella non è connesso  
Vecchio 16-07-2008, 22.33.54   #4
Shanti
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Ciò a cui abbaimo assistito in famiglia da bambini è entrato sotto forma di impressioni fissandosi nell'inconscio, viaggiando sotto e lavorando fino a formare la nostra personalità, questo da una parte fa paura perchè nel non essere consci entra di tutto, entra tutto quello che vuole entrare e nel futuro l'incoscio provvederà a metterci nelle condizioni di farlo uscire.
Mi viene da pensare che ciò che abbiamo vissuto in famiglia sotto forma di impressioni soprattutto negative ha contribuito a formare la parte più ombrosa della nostra personalità, quella che tentiamo di nascondere di più a noi stessi, che non vogliamo vedere, che esce a tradimento e ci costringe a fare i conti con il passato.
La tua esperienza mi ha fatto pensare: anch’io ho un pessimo rapporto con il denaro ma i miei genitori hanno sempre pensato a risparmiare su tutto, secondo me esageratamente, e mi sono chiesta se la mia è stata una ribellione a quel loro modo, insomma non volevo diventare come loro, troppo avari secondo me, e mi sono data all’opposto spendendo sempre più di quanto mi sarei potuta permettere, e non risparmiando mai.
Pensandoci bene i miei genitori hanno sempre lavorato tutti e due, la famiglia era numerosa, ma il denaro lo ha sempre amministrato mia madre, mio padre non si è mai preoccupato di nulla limitandosi a consegnare a lei tutto lo stipendio, tenendo per sé solo qualche spicciolo. Lo stesso facevamo noi figli quando abbiamo iniziato a lavorare: consegnavamo tutto a mia madre. Ora vedo bene che nel momento in cui mi sono sposata e ho avuto una famiglia mia ho assunto lo stesso atteggiamento di mio padre, non mi sono mai voluta prendere la responsabilità di gestire il denaro, nemmeno volevo sapere quanto avevo di disponibilità, mi rifiutavo di pensarci. E l’ho fatto fino a quando mi sono trovata a non avere di che vivere, e allora ho dovuto imparare a risparmiare perfino sul necessario… proprio come ha sempre fatto mia madre.

Sole...
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Vecchio 16-07-2008, 22.56.59   #5
Astral
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Ti comprendo Sole, la tua esperienza mi fa ricordare quella di mia madre, che economicamente non ha potuto fare nulla, ed ora che non c'è più mio padre non riesce nemmeno a gestirsi la pensione e a svolgere tutto le pratiche. Per questo con tutto il rispetto per le casalinghe credo che certi affari economici e burocratici non dovrebbero occuparsi soltanto gli uomini, o chi porta i soldi a casa.

Ma Torniamo al nocciolo del discorso che ti riguarda: quindi pensi che il problema sia una parte di te che tramite il controllo ti spinge obbligatoriamente verso l'indipendenza, perchè un altra parte di te si sente di peso?

Questo passaggio non so se l'ho capito bene.
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Vecchio 16-07-2008, 23.51.10   #6
Sole
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Non solo, il fatto che nell'infanzia entri tutto secondo me contribuisce a rendere poi difficile ritrovare il capo del filo.. ci sono cose che si radicano talmente che a me sembra che esistano da sempre, le do per scontate, proprio come avere un elefante in salotto e non vederlo.. fintanto che non ci sbatto dentro il naso, e a volte nemmeno quello e' sufficiente per farmi muovere..
Già, sotto il naso da sempre e ripetutamente e ogni volta che sento mia mamma mi ridice sta storia... e non c'è niente da fare bisonga aspettare il momento o il tread giusto...

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Quando lo faccio sul momento sto bene, ma poi mi sento in colpa e comincio a pensare che quei soldi sarebbero potuti servire per altro... e sono sempre in questo circolo vizioso.

Ti capisco e ho imparato ad usare prima di comprare un metodo: mi serve? Lo voglio davvero? ha difetti? e soprattutto: lo indosserò più di una volta (se si tratta di abiti) .?.. funziona per il non pentimento e pure per le economie

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Originalmente inviato da Shanti Visualizza messaggio
Mi viene da pensare che ciò che abbiamo vissuto in famiglia sotto forma di impressioni soprattutto negative ha contribuito a formare la parte più ombrosa della nostra personalità, quella che tentiamo di nascondere di più a noi stessi, che non vogliamo vedere, che esce a tradimento e ci costringe a fare i conti con il passato.
La tua esperienza mi ha fatto pensare: anch’io ho un pessimo rapporto con il denaro ma i miei genitori hanno sempre pensato a risparmiare su tutto, secondo me esageratamente, e mi sono chiesta se la mia è stata una ribellione a quel loro modo, insomma non volevo diventare come loro, troppo avari secondo me, e mi sono data all’opposto spendendo sempre più di quanto mi sarei potuta permettere, e non risparmiando mai.
Pensandoci bene i miei genitori hanno sempre lavorato tutti e due, la famiglia era numerosa, ma il denaro lo ha sempre amministrato mia madre, mio padre non si è mai preoccupato di nulla limitandosi a consegnare a lei tutto lo stipendio, tenendo per sé solo qualche spicciolo. Lo stesso facevamo noi figli quando abbiamo iniziato a lavorare: consegnavamo tutto a mia madre. Ora vedo bene che nel momento in cui mi sono sposata e ho avuto una famiglia mia ho assunto lo stesso atteggiamento di mio padre, non mi sono mai voluta prendere la responsabilità di gestire il denaro, nemmeno volevo sapere quanto avevo di disponibilità, mi rifiutavo di pensarci. E l’ho fatto fino a quando mi sono trovata a non avere di che vivere, e allora ho dovuto imparare a risparmiare perfino sul necessario… proprio come ha sempre fatto mia madre.

Sole...
Ti quoto tutta perchè benchè sia diversa la storia anche io ho reagito come te spendendo di più di quel che potevo fino ad arrivare all'osso e rifiutando anche io di controllare il conto in banca che tutt'ora continuo a controllare poco.
Credo che ci sia una componente di recupero del tempo andato in cui non si poteva e appena si è stati liberi, furoi di casa, via alle spese pazze senza volerne sapere nulla. Altra componente era mettersi davanti alla mamma.


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Ma Torniamo al nocciolo del discorso che ti riguarda: quindi pensi che il problema sia una parte di te che tramite il controllo ti spinge obbligatoriamente verso l'indipendenza, perchè un altra parte di te si sente di peso?

Si più o meno e sinteticamente possiamo dire così.

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Vecchio 18-07-2008, 17.02.22   #7
RedWitch
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Mi viene da pensare che ciò che abbiamo vissuto in famiglia sotto forma di impressioni soprattutto negative ha contribuito a formare la parte più ombrosa della nostra personalità, quella che tentiamo di nascondere di più a noi stessi, che non vogliamo vedere, che esce a tradimento e ci costringe a fare i conti con il passato.
...........
Mi ha colpito questo passaggio del tuo post Sha, parlando di genitori, sto vedendo che senz'altro la parte piu' dura da ammettere per me nei loro confronti e' che non mi piace vedere le loro pecche, faccio molta fatica a tirare fuori quello che di loro mi ha ferita, la rabbia che provo ancora oggi per certe cose e situazioni, e che ho sepolto ben bene, credo che dipenda molto dal fatto che mi sono resa conto di essere uguale a loro, tutto quel che finora ho visto in loro, lo ritrovo poi in me, tutte le cose che divevo che non avrei fatto come mia madre e cose spiacevoli che vedevo in lei poi me le sono ritrovata dentro uguali. Per cui tentare di rimuovere era la cosa piu' semplice da fare, ma poi le cose tornano sempre e bisogna prima o poi farci i conti ...

Metto qui anche la mia esperienza sull'argomento soldi /mamma/papa' piu' che altro perche' spero che iniziare a mettere qui qualcosa di mio padre, possa aiutarmi ad andare finalmente fino in fondo con la questione..

Nemmeno io ho un buon rapporto con il denaro, non gli do il giusto valore, e non l'ho mai fatto credo.
In casa mia da che ho ricordi ha sempre e solo lavorato mio padre, mia madre ha smesso quando e' rimasta incinta e poi quando sono nata con mio padre hanno deciso che lei sarebbe rimasta a casa. In compenso mio padre, ha sempre lavorato tantissimo, l'ho sempre visto molto poco in casa perche' era sempre al lavoro, spesso anche di sabato (e la domenica mattina usciva di casa lo stesso). Tornava per pranzo, e poi la sera non prima delle 20, e ha sempre amministrato lui i soldi di casa, cosi' come per la mamma di Sole l'unico modo per fare la spesa e affrontare le spese varie di casa era quello di chiedergli i soldi, con la differenza che mio padre le dava un mensile che doveva bastare per tutto il mese. Ho sentito spesso mia madre reclamare questo mensile , spesso mio padre faceva come si dice "orecchie da mercante" e cercava di rimandare il momento di darle lo "stipendio" . Li ho sentiti spesso discutere per questo al mattino presto, mia madre alzava la voce, mio padre le rispondeva male, ed io spesso ero ancora a letto con il cuscino sopra le orecchie. Non mi andava di sentirli discutere. Poi mio padre usciva di casa , sbattendo la porta e mia madre iniziava a lamentarsi a voce alta finche' non mi alzavo dal letto e poi con me.. A volte la stessa scena si ripeteva per due o tre giorni perche' mio padre non le dava sempre il mensile appena mia madre lo chiedeva, in casa mia pero' non sono mai mancati i soldi, il frigo era sempre pieno anche troppo. Mio padre non si comprava (e tuttora e' cosi') mai nulla per se', e discutevano anche su questo, mia madre voleva che si comprasse piu' vestiti e piu' scarpe.. poi invece magari esagerava per altri versi portando a casa montagne di gelati, o frutta, per queste cose non badava a spese, ma se si trattava di cose che per lui erano inutili (per se' e per altri , per esempio erano discussioni anche quando mia madre voleva i soldi in piu' per andare dal parrucchiere..).

A me non e' mai mancato nulla invece. Da bambina non disponevo di soldi miei, ma non posso dire di aver patito qualche mancanza (almeno a livello materiale) e da ragazzina mio padre ha cominciato a darmi una paghetta (sostanziosa per l'epoca) settimanale, che mi dava al sabato pomeriggio (prima di andare al lavoro). E che io spendevo in scemate, tipo la discoteca al sabato pomeriggio o la pizza o l'uscita serale, poi se avevo bisogno di vestiti o altre cose bastava chiedere in maniera piu' o meno esplicita..
E quando ho cominciato a lavorare e' stato lo stesso, spendevo tanti soldi in sciocchezze, nemmeno saprei dire dove li mettevo, ma quello che posso dire con sicurezza e' che in parecchi anni di lavoro , prima di sposarmi, non ho mai messo via soldi, tanto c'era papino a pararmi il didietro. I capricci me li ha sempre pagati lui, anche dopo i 25 anni anche lavorando ... avevo un conto corrente ridicolo, e come Sole nemmeno io controllavo mai i conti , ancora oggi tendo a non controllare molto spesso il conto corrente, diciamo che se ho imparato un po' a gestire i miei soldi e' perche' ne sono costretta (bollette, mutuo non mi permettono di comprare delle scemate oggi), ma basta che io mi perda di vista per un momento e la tendenza c'e' sempre.. anche perche', nonostante non abbia piu' 20 anni ho sempre papino alle spalle che elargisce se ho bisogno (o se ho un capriccio), non chiedo ma lui e' sempre pronto a mettere mano al portafoglio..

intanto questo... (e scusate per la lunghezza..)


Ultima modifica di RedWitch : 18-07-2008 alle ore 17.09.06. Motivo: avevo scritto "figo' invece di frigo...
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Vecchio 18-07-2008, 18.10.33   #8
griselda
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Il mio rapporto con il denaro è molto parac..arro come dice qualcuno.
Se la gestione è di altri posso anche chiedere ed avere qualche richiesta, una volta erano capricci che addirittura pretendevo fossero esauditi.
Se l’amministrazione è la mia vi assicuro il minimo indispensabile e risparmio su tutto tanto da far mancare poi anche il necessario.
Poi con il gruzzoletto risparmiato compro quello che serve e ritengo indispensabile, intendo una grossa spesa.
Se ci penso bene è quello che faceva mio padre.
Io non ho mai gestito denaro, forse i primi stipendi che erano davvero niente poi mi sono fidanzata ed abbiamo deciso di mettere i soldi insieme prima per le vacanze e poi per sposarci. Poi una volta sposati portavo a casa lo stipendio e lo davo a mio marito che ha sempre gestito il tutto. mi passava un mensile come faceva mio padre con mia madre ma la gestione poi delle spese, lavorando io anche il sabato, è sempre stata in mano sua. Per anni non sono mai neppure entrata in una banca se non quando non ho smesso di lavorare. Ma anche li ci entro solo per commissioni che mi sono date da fare. Quando abbiamo aperto il conto io ho solo messo la firma e non mi sono mai interessata di quanti soldi avessimo, mai guardato un estratto conto.
Mio marito ogni tanto mi dice che dovrei interessarmi ma non l’ho mai fatto e neppure saprei da che parte iniziare.
Se non avessi lui terrei i soldi in casa come mio padre.

Anche a casa mia vi erano liti, mio padre era l’unico in famiglia che lavorava, oltretutto non voleva che sua moglie lavorasse. ( Poi lei quando fummo più grandi noi figli fece qualche lavoretto e con i pochi soldi si toglieva qualche desiderio)
Ma quando era la fine del mese dava a mia madre il minimo indispensabile che aveva lui considerato bastasse, il resto lo risparmiava. Mia madre che sapeva il suo modo di fare, chiedeva qualcosa in più per le spese extra, si sa con i figli i soldi non bastano mai. E la sera della richiesta erano liti e urla. La mattina successiva alla lite furibonda mia madre trovava i soldi, io lo capivo perché al ritorno da scuola trovavo dei regali, che erano perlopiù vestiti di cui avevo bisogno o oggetti per la scuola. Per me era una festa.
Poi però quando c’erano da fare delle grosse spese la lite e la richiesta durava anche mesi, praticamente lo si doveva stancare al punto che si arrendeva non so se all’evidenza o perché era stufo dei musi di mia madre. Quando poi apriva il portafoglio quel giorno non badava a spese e quei soldi con cui era uscito di casa era disposto a spenderli tutti.
Il punto è che a differenza del comportamento che teneva con mia madre, con me si comportava all’opposto, appena chiedevo mi dava, mia madre si arrabbiava e quindi litigavano ancora però alla fine avevo quello che chiedevo sempre, magari quello meno costoso ma lo avevo. (questo succedeva nell’età dell’adolescenza) Mio padre me le concedeva tutte, magari dovevo solo attendere tempi migliori ma ho sempre avuto quello che desideravo.
A quei tempi non arrivavo a capire la fatica che facevano per far quadrare il bilancio familiare. I pochi soldi dati a mia madre da gestire e gli altri pochi rimasti a mio padre da custodire. Oltretutto mai messi in banca, lo chiamavamo paperon de paperoni perché spesso lo trovavamo a contarli in camera da letto. ( in ogni caso non ci metteva molto perché erano solo pochi risparmi.) ( Tra l’altro se non lo avesse fatto quando ebbe un “infortunio” molto lungo avremmo avuto dei seri problemi invece consumammo tutti i suoi sudati risparmi per sopravvivere.)
Non so bene se per non essere come mio padre sono diventata come mia madre.
Oppure è anche peggio sono in conflitto tra mio padre e mia madre come lo erano loro.
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Ultima modifica di griselda : 18-07-2008 alle ore 18.16.13. Motivo: aggiunto le dure righe finali di commento
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Vecchio 18-07-2008, 22.32.22   #9
Shanti
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Originalmente inviato da Redwitch
Mi ha colpito questo passaggio del tuo post Sha, parlando di genitori, sto vedendo che senz'altro la parte piu' dura da ammettere per me nei loro confronti e' che non mi piace vedere le loro pecche, faccio molta fatica a tirare fuori quello che di loro mi ha ferita, la rabbia che provo ancora oggi per certe cose e situazioni, e che ho sepolto ben bene, credo che dipenda molto dal fatto che mi sono resa conto di essere uguale a loro, tutto quel che finora ho visto in loro, lo ritrovo poi in me, tutte le cose che divevo che non avrei fatto come mia madre e cose spiacevoli che vedevo in lei poi me le sono ritrovata dentro uguali. Per cui tentare di rimuovere era la cosa piu' semplice da fare, ma poi le cose tornano sempre e bisogna prima o poi farci i conti ...
Sì Reddina, per me è stato lo stesso e quello che ho notato è che questo lato ombroso che tanto cerchiamo di rimuovere, esce senza controllo all’interno della famiglia che ti sei creato, e fino a quando non te rendi conto non ti accorgi che hai fatto tuoi gli stessi atteggiamenti che subivi nella famiglia di origine e che tanta rabbia ti facevano provare. Ecco la catena, altro che rimuovere!
Per esempio mio padre è una persona molto stimata da chiunque, non c’è persona che quando viene a conoscenza del fatto che sono sua figlia non manchi di dirmi che è una brava persona, un tipo tranquillo, che si fa gli affari suoi, non dice nulla di male di nessuno e il suo motto è “lascia il mondo com’è” per intendere “vivi e lascia vivere”. C’è stato un tempo in cui piena di rancore pensavo dentro di me che queste persone non lo conoscevano veramente, che se avessero visto come si comportava in casa con la moglie e con i figli avrebbero avuto un’altra opinione, avrebbero soltanto visto un vecchio bambino viziato ed egoista, prepotente e capriccioso e permaloso. Poi mi sono domandata quanto di lui c'era in me e mi sono concessa di conoscerlo meglio, di guardarlo da altri punti di vista, di vedere in effetti che esistevano vari lati della sua personalità che io mi rifiutavo di guardare solo perché ero troppo arrabbiata con lui. Ho visto quello che di lui vedevano anche gli altri, ho capito perché mia madre non permette a nessuno di fare una critica nei suoi confronti nonostante a vederli insieme dopo più di mezzo secolo di matrimonio sembra che non si sopportino… insomma ho capito. E se pure in casa sua continua a comportarsi come un bambino viziato non mi suscita più quell’emozione violenta che mi faceva stare male prima, e davanti alla quale mi sentivo impotente perché avevo paura della sua reazione. Non dico che non mi faccia mai arrabbiare sul momento perché non sarei sincera, anzi se secondo me sbaglia (nelle questioni che toccano me direttamente perchè tra di loro non mi metto mai in mezzo) lui si offende e non si fa vedere per uno o due giorni e non di più, fino a che gli passa. Quello che credo sia cambiato è che ora riesco a vedere che a modo suo davvero mi vuole bene, e tra i tanti lati della personalità che manifesta, oscuri e non, ogni tanto esce anche quello che me lo fa intuire. Per me questo fatto, che da bambina credevo che fondamentalmente mi odiasse, è stato molto importante.
Il periodo in cui ero stata presa dalla curiosità di saperne di più sui miei antenati gli ho domandato del mio bisnonno, anzi glielo ha domandato mia madre e la sua reazione è stata violenta, con lei che gli ha fatto quella domanda si è arrabbiato: che cosa gli veniva in mente di chiedergli? Di suo nonno ricordava bene lo schiaffo che gli aveva dato senza motivo quando aveva 4 anni. Di questo fatto mi hanno colpito due cose: prima di tutto il ricordo che gli era rimasto, ho immaginato lui bambino così piccolo ricevere quello schiaffo immotivato, frutto di chissà quale momento di rabbia e di sfogo, e mi sono domandata quanto deve averlo segnato se ancora oggi dopo tanto tempo la sua reazione è stata quella. Questa reazione è stata la seconda cosa che mi ha colpito: la domanda gliel’ha fatta mia madre, forse se gliel’avessi fatta io sarebbe stata uguale, ma non ne sono sicura per il rapporto che abbiamo oggi. Ma se gliel’avesse fatta qualcun altro fuori della famiglia? Come avrebbe reagito e che cosa avrebbe detto di suo nonno? E questo mi fa tornare a ciò che dicevo all’inizio: con la nostra famiglia ci sfoghiamo, sembra che esca il peggio di noi, se ce ne rendiamo conto vediamo che le vecchie ferite sono ancora aperte e sanguinanti, non possiamo rimuoverle ma tentare di guarirle. Lo schiaffo del mio bisnonno è andato molto oltre, è arrivato nella mia famiglia fino ai miei figli, e tutto quello che ormai posso fare per loro è tentare di fare il possibile perchè percorrano insieme a me la stessa strada: quella che ci condurrà al perdono.
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Vecchio 20-07-2008, 11.36.53   #10
Sole
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Lo schiaffo del mio bisnonno è andato molto oltre, è arrivato nella mia famiglia fino ai miei figli, e tutto quello che ormai posso fare per loro è tentare di fare il possibile perchè percorrano insieme a me la stessa strada: quella che ci condurrà al perdono.


Cè una certa branca della psicologia moderna che si occupa degli antenati. L'indagine nell'inconscio del paziente è fatto attraverso una ricostruzione dell'albero genealogico della famiglia e attraverso il recupero delle vite di questi bisnonni fin dove si riesce ad arrivare.
Questa ricostruzione porta ad evidenziare quello che hai detto sopra e cioè uno schiaffo dato in un certo punto temporale si ripercuote per sette generazioni e le colpe dei padri ricadranno sui figli... concetti antichi in chiave moderna (ed è solo la punto dell'iceberg).
Quello che possiamo fare è proprio cercare nell'ora la soluzione perchè tutti i meccanismi li abbiamo in noi da generazioni ma non è fondamentale (forse a volte si.. ) andare indietro, altrimenti ci sarebbero orfani che non hanno possibilità di riscatto ma aiuta sapere certe cose, le evidenzia ma anche osservandoci nel quotidiano possiamo ritornare a noi.
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Vecchio 28-07-2008, 11.34.42   #11
Sole
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Mi stanno venendo su diversi meccanismi appartenenti alla mammina e ho scoperto (l'acqua calda) che sono mentali, questo tipo di struttura sembra ancorarsi fortemente alla mente istintiva non ad altro. Il meccanismo, l'atteggiamento parte con un'idea che si forma nella mente e che se si elabora ci prende completamente e ci domina fino a farci assumere il meccanismo, però ho avuto la fortuna di poter osservare un meccanismo abbastanza blando in me tanto da vedere che era tutto nella mente mentre nelle emozioni, non c'era affatto. Se avessi lasciato andare la mente istintiva (?) in quel momento mi avrebbe posseduto l'idea di essere in quella maniera. Invece ho potuto gestirlo scoprendo dove risiede. Non che abbia fatto benissimo sta cosa, ho lasciato scappare certe cosette (ok, parecchio), ma intanto ho visto.

Ho la speranzosa impressione che il Cuore che è il centro di tutto il nostro Essere resti sempre puro (è appena entrata una farfalla in casa....che bello), quando si dice di ascoltare il cuore è probabilmente perchè resta sempre libero e trova la via del vero noi stessi.
Anche Don Juan diceva a Castaneda di seguire la via del Cuore. Forse ho trovato il senso di queste parole.. le emozioni che non sono vere non appartengono al Cuore (centro emozionale) ma alla mente e al corpo.
Vorrei darmi delle scariche tipo quelle per far rinvenire la gente per svegliarlo e farlo battere di più.. ma mi accontenterò di ricercarlo ogni volta che mi accorgerò di una possessione macchinosa.

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Vecchio 05-08-2008, 20.37.19   #12
dafne
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Ho evitato con cura questa discussione per molto credo che sia davvero pochissimo tempo che ammetto (perchè me n'ero resa conto ma ci glissavo) di avere un grosso problema con il denaro.
Mi urta dirlo soprattutto perchè è una tesi della mia famigliola che ho sempre fortemente contrastato...ma è così
Meno ne ho e più ne spendo

Ho provato a guardare mamma e papà ma lavoravano tutti e due, non ci sono stati mai grossi problemi che io ricordi se c'era qualcosa da pagare avevano però due atteggiamenti opposti. Papà diceva "troveremo un modo" mia madre andava subito in ansia.

E' così anche oggi, se non ha i soldi per pagare una bolletta papà fà spallucce e inizia a pensare dove raccattarli, mia madre...panico, ansia, agitazione..ecc

Assomiglio al papi, con la differenza che poi lui la soluzione la trova mentre io m'incasino e basta

Come voi ho il rifiuto di controllare il conto corrente, specialmente quando mi rendo conto di aver sforato.
Eppure nessuno dei miei genitori è così, però potrebbe essere una reazione al fatto che non ci si poteva togliere nessuno sfizio, una bambola, una barbie, mobili fatti col cartone e vestiti con gli scampoli dei vestiti.
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Vecchio 05-08-2008, 22.35.15   #13
Ray
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Assomiglio al papi, con la differenza che poi lui la soluzione la trova mentre io m'incasino e basta
O forse assomigli alla mami e per questo cerchi di fare come papi...

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Vecchio 05-08-2008, 22.52.51   #14
dafne
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O forse assomigli alla mami e per questo cerchi di fare come papi...

Eh ci ho pensato ma mia mamma non spende un euro più di quello che è necessario, non ama neanche uscire a pranzo/cena, pochi vestiti, è un costante NO ad ogni spreco e anche ad ogni cosa che non sia necessaria.
Molto probabilmente dipende dai tanti anni in cui ha dovuto fare i conti con i centesimi ma se non ha i 30 euro per la luce le esplode la psoriasi..io...ci penserò ...
Questa forma di menefreghismo, che poi proprio menefreghismo non è, è un tratto caratteriale di mio padre.

qualcosa però stride


(orca, oramai ogni volta che mi dai una visione diversa non riesco più a fare spallucce ma immediatamente parte la riflessione che porta a riflessioni diramate un efffetto collaterale non previsto già non ero sicura di niente mò non riesco più neanche ad essere sicura della mia insicurezza .. .grazie Ray )
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Vecchio 05-08-2008, 23.03.02   #15
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Questa forma di menefreghismo, che poi proprio menefreghismo non è, è un tratto caratteriale di mio padre.

qualcosa però stride

Quello che intendevo si aggancia con quanto dici qua e mi rafforza l'impressione.
Si per lui era un tratto caratteriale, ma per te, da come lo descrivi, è solo un tratto comportamentale. Infatti non c'è poi (e quindi prima) tutto il lavoro dervinate dall'atteggiamento interiore che portava lui a fare così, ovvero poi il come risolveva (che non è il tuo come)... mentre in te, da quello che dici, dietro/dentro avviene diversamente.

Come dire che il suo atteggiamento era il risultato (unico che si vede all'esterno) di tutta una serie di passaggi interiori, così come l'ansia manifestata da tua madre ovviamente.
Spesso i figli tendono a copiare i comportamenti genitoriali che trovano più adattivi e, tra i due, quello di tuo padre lo è certamente. A volte questa imitazione funziona... ovvero si sviluppano anche i meccanismi interiori che producono il comportamento, ma questo avviene più facilmente se c'è anche trasmissione di altro e non solo esempio.

In ogni caso, anche se fosse come dico, non va malaccio. Nel senso che il comportamento di tuo padre, essendo una risposta alle condizioni ambientali, teneva certo conto, in una certa misura, anche dell'atteggiamento di tua madre. Mettiamo che lui per sua natura avesse la tendenza a rispondere così... di fronte alle realzioni di tua madre, automaticamente sarebbe stato portato ad incrementare quel tipo di atteggiamento, perchè contenitivo nei confronti di tua madre (e quindi del suo vissuto verso i messaggi di lei).
Ecco che se per caso in questo assomigli alla mamma, ovvero se hai imparato per esempio ad andare in ansia in certi casi, hai anche iparato da tuo padre come contenerla quell'ansia...

Non so se si capisce.

Per carità, sono esempi, ipotesi... che anche se ci si trova poi qualcosa di reale non sono certo la spiegazione totale della cosa, ma possono servire da spunti per l'esplorazione più affascinante del mondo: quella di noi stessi.
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