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Vecchio 31-05-2010, 19.00.00   #151
griselda
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Riprendo da qui gli ultimi post










Non so risponderti solo con le parole Gris, ... rinunciando a risolvere con lei, lasciandola libera, prendendo coscienza che tua mamma è effettivamente morta, e che con lei la questione è chiusa... se c'era qualcosa che non avete risolto, credo che potrai farlo attraverso altre esperienze...
Meglio di così non mi viene, scusami
Il punto è che non ne ho idea di come fare e quindi sono punto a capo
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Vecchio 31-05-2010, 19.10.06   #152
Ray
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Non so risponderti solo con le parole Gris, ... rinunciando a risolvere con lei, lasciandola libera, prendendo coscienza che tua mamma è effettivamente morta, e che con lei la questione è chiusa... se c'era qualcosa che non avete risolto, credo che potrai farlo attraverso altre esperienze...
Meglio di così non mi viene, scusami
Forse potremmo cercare un esempio...

Mettiamo che io a 5 anni cado dall'altalena e, a seguito della caduta, mi faccio sei mesi di ospedale, tre operazioni, perdo un anno di scuola e quant'altro questo possa comportare in termini di rapporto con gli altri ecc ecc e, ovviamente, mi resta paura delle altezze, di stare sospeso nel vuoto e delle altalene in particolare.

Mettiamo che quando ho 30 anni mi rendo conto che le mie paure e una serie di questioni relazionali derivate dipendono da quella caduta, che non ho mai sistemato del tutto (sto facendo un esempio semplificato per passare un concetto, non pretendo sia verosimilissimo).

Che faccio? Per sistemare quelle paure voglio fare quel che non ho fatto a 5 anni, ossia risalire su quell'altalena. Superare la mia paura di essa e con questa delle altre e magari pure me la godo.
Così, me ne vado dove c'era quell'altalena e toh, niente più altalena, niente più giardino, solo palazzone.

E adesso? Vuoi vedere che non potrò mai più risolvere la questione per via che non c'è più quell'altalena, proprio lei?

Ma la vita, lungi dal condannarmi ad una qualsiasi impossibilità, mi ripresenta la cosa in altra forma, che se saprò usare mi farà la funzione di altalena. Una gita in montagna, un trampolino in piscina con gli amici a 18 anni, l'altalena sulla quale salirà mio figlio.

E' la vita a presentarmelo? Anche... ma ci metto del mio, dato che finchè non avrò risolto la cosa, la trasporrò, consapevolmente o meno, in tutte le situazioni che avranno sufficiente analogia per farmelo fare. E ogni volta, in queste situazioni avrò due cose: la difficoltà di affrontarle (per via dell'altalena e non per le situazioni in se... quindi inutile star li a pensare che non sono capace di affrontare quellla situazione stupida, è per via dell'altalena e io ho 5 anni) e la possibilità di risolvere tali difficoltà.

Ultima modifica di Ray : 31-05-2010 alle ore 19.13.04.
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Vecchio 01-06-2010, 09.36.15   #153
griselda
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Forse potremmo cercare un esempio...

Mettiamo che io a 5 anni cado dall'altalena e, a seguito della caduta, mi faccio sei mesi di ospedale, tre operazioni, perdo un anno di scuola e quant'altro questo possa comportare in termini di rapporto con gli altri ecc ecc e, ovviamente, mi resta paura delle altezze, di stare sospeso nel vuoto e delle altalene in particolare.

Mettiamo che quando ho 30 anni mi rendo conto che le mie paure e una serie di questioni relazionali derivate dipendono da quella caduta, che non ho mai sistemato del tutto (sto facendo un esempio semplificato per passare un concetto, non pretendo sia verosimilissimo).

Che faccio? Per sistemare quelle paure voglio fare quel che non ho fatto a 5 anni, ossia risalire su quell'altalena. Superare la mia paura di essa e con questa delle altre e magari pure me la godo.
Così, me ne vado dove c'era quell'altalena e toh, niente più altalena, niente più giardino, solo palazzone.

E adesso? Vuoi vedere che non potrò mai più risolvere la questione per via che non c'è più quell'altalena, proprio lei?

Ma la vita, lungi dal condannarmi ad una qualsiasi impossibilità, mi ripresenta la cosa in altra forma, che se saprò usare mi farà la funzione di altalena. Una gita in montagna, un trampolino in piscina con gli amici a 18 anni, l'altalena sulla quale salirà mio figlio.

E' la vita a presentarmelo? Anche... ma ci metto del mio, dato che finchè non avrò risolto la cosa, la trasporrò, consapevolmente o meno, in tutte le situazioni che avranno sufficiente analogia per farmelo fare. E ogni volta, in queste situazioni avrò due cose: la difficoltà di affrontarle (per via dell'altalena e non per le situazioni in se... quindi inutile star li a pensare che non sono capace di affrontare quellla situazione stupida, è per via dell'altalena e io ho 5 anni) e la possibilità di risolvere tali difficoltà.
Ti ringrazio per l'esempio che comprendo perchè mi è sucesso per altri motivi di mettere in atto ciò che spieghi in esso.
Ad esempio da bambina molto piccina credo di aver avuto un paio di anni quando rimasi chiusa con altri due bambini nell'ascensore...ci misi tanti anni a riuscire a prenderne uno da sola e solo perchè un amico abitava al 14esimo piano
Avevo paura a camminare sulle grate e a forza di dai e dai ora ci passo senza problemi.
Sono stata morsa da un cane e per anni non riuscivo ad avvinarmi ad altri poi mi sono dovuta abituare perchè sul lavoro ce ne era uno.
Potrei continuare.... questa cosa invece che mi succede non la vedo uguale (anche se sicuramente come dici tu lo è, visto l'esempio) quello che sento in quel momento è o mi arrabbio moltissimo, o reprimo facendo finta che non è importante.
Probabilmente non è di nessuna utilità pensare da dove deriva questo problema ( ma mi ero abituata a cercare sempre le cause ) non lo farò più.
Siccome pensavo che arrabbiarsi perchè non mi danno retta quando ho bisogno veramente fosse solo IP mi dicevo di smetterla di pensare di dover essere ascoltata, ma questo mi fa allontanare dal problema. Tipo la volpe e l'uva. Per non sopportare la frustrazione e la rabbia dell'aver bisogno e non saper come cavare il ragno dal buco, dal rimanere con il problema in mano senza poterlo risolvere ho scavato per vedere se era solo IP o c'era anche dell'altro. Secondo me non era IP ma era dolore per non aver avuto nessuno che mi insegnasse come cavare il ragno dal buco. Come uscire dall'empasse, come risolvere il problemi, almeno come fare ad affrontarli da sola senza fuggire da essi e dimenticarmeli.
Certo è che se devo risolvere un problema e non so da che parte affrontarlo non lo affronterò mai. Se sto andando a scuola per imparare a farlo e la maestra non me lo insegna o se non ho capito come fare e non me lo rispiega o comunque non ho la capacità di ricevere l'insegnamento cosa dovrei fare? Probabilmente dovrei accettare che le cose stanno così che è l'ultima cosa alla quale ero arrivata. Ma questo in me comporta come ho detto prima l'abbandono di quella cosa di solito e io questo non lo voglio fare.
Dovrei abbandonare la ricerca perchè qualcuno non mi risponde? Allora ho cercato una ragione, ho bisogno di ragioni per continuare a fare una cosa che non mi da niente la ragione è stata la sofferenza che provo non è di oggi ma del passato e quindi non devi badarle. Ma la sofferenza che si trasforma in rabbia è viva ancora e posso assicurare che chi non mi risponde e non mi da retta mi crea dentro una tale rabbia che poi mi devo gestire scavando metri di terra ahahahah per non mandare quella persona a quel paese e non rivolgermi più ad essa. Del tipo se non ci sei quando ho bisogno faccio senza del tutto (altro che superbia eh?)
Questa cosa poi la risalto quando la persona non è lineare se il suo comportamento è così con tutti ok ma se fa differenze ( le stesse che ho vissuto dolorose e non le menzionerò più ma è così e fanno sempre male) mi sale la rabbia verso quella persona.
Quindi in entrambi i casi per non sentire dolore provo rabbia, rabbia non la verso fuori, quasi mai sull'altro se riesco ma la provo forte e chiara oltre a fare lavori fisici non so che fare.
Quello che ho imparato a fare è osservare nel mio corpo che effetto mi fa e dalla pancia mi sale rabbia ma anche nel petto sento dolore sono due movimenti. Oltre a sentire tutte le cose vorrei dire per far capire all'altro che mi sta facendo soffrire, ma taccio sapendo che il problema è mio, che l'altro è libero di parlare, rispondere a chi vuole e come vuole. Ma questo non è che limita il mio sentire. Ci sono volte poi che il mio sentire è meno forte di altre a seconda di come vivo quel bisogno. Se penso che la risposta mi potrebbe aiutare a migliorare con il lavoro ci rimango malissimo e soffro molto di più perchè voglio fare.
Non sono ancora capace, anche se so dirlo, che se va così è perchè ci deve andare
L'unica persona da cui accetto tutto è Uno, ma anche questo so che è sbagliato perchè dovrei accettare tutto da tutti ma ancora non ci riesco, da alcuni accetto di più da altri niente o quasi
Bon mi sono allargata e mi sono persa e non ho chiarito che devo fare quando mi prende male il non essere presa in considerazione a parte fare quello che faccio e scritto di fare fino ad ora
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Vecchio 01-06-2010, 10.35.56   #154
dafne
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Mi avvicina moltissimo al tuo sentire quello che sento io, anche se personalmente mi stò rendendo conto (personalmente= nel mio caso ) che quello che spinge sotto non è un desiderio di giustizia come pensavo ma piuttosto di vendetta.

Di per sè a primo acchito parrebbero la stessa cosa, sanare un torto subito è come chiedere vendetta ma ho la sensazione che viaggino in direzioni opposte, se si può dire così. Il desiderio di giustizia sana, chiude, tira in fuori la botta presa mentre la vendetta scava e scava e allarga il buco.

In questi giorni sono alle prese con la mia rabbia, ma di quella interiore, quella che ti fà essere rabbioso e non arrabbiato (ci ho messo solo a due anni a percepire la sfumatura, andiamo bene ) e se c'è una cosa che nutre la belva è proprio quando mi dico "ma piantala che è passata e devi dimenticare.
NO NO NOOO


Però è passata davvero, però tutto quello che mi è mancato, tutto quello che mi è capitato ha fatto di me quello che sono ora e se potevo essere migliore è vero altresì che sarei potuta essere ben peggiore. Certi giorni il senso di vendetta è tanto forte che vorrei frantumare ogni cosa che mi si para davanti e questo, lateralemnte, genera paura. La paura di esplodere e fare danno.

Anche perchè i danni da esplosione li ho vissuti.

Può essere che sbroccare (scusate l'italiacano ma rende meglio) possa essere un buon modo, il vivere fino in fondo la rabbia senza cercare di arginarla a tutti i costi (lontano da esseri viventi però ) forse dovrei far uscire tutto tuttissimo o forse è un'altro modo per raccontarmela.

Stà di fatto che purtroppo mentre mi arrovello su come superare il danno del passato non dedico che un briciolo di attenzione ai danni del presente, e questo mi stà facendo preoccupare. Forse lasciar andare vuol dire questo, mettersi ad affrontare le cose di adesso e lasciare che con queste svaniscano o almeno si stemperino quellòe del passato

Non ti sono stata d'aiuto mi sà ma il pesiero c'è
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Vecchio 01-06-2010, 11.51.45   #155
griselda
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Mi avvicina moltissimo al tuo sentire quello che sento io, anche se personalmente mi stò rendendo conto (personalmente= nel mio caso ) che quello che spinge sotto non è un desiderio di giustizia come pensavo ma piuttosto di vendetta.

Di per sè a primo acchito parrebbero la stessa cosa, sanare un torto subito è come chiedere vendetta ma ho la sensazione che viaggino in direzioni opposte, se si può dire così. Il desiderio di giustizia sana, chiude, tira in fuori la botta presa mentre la vendetta scava e scava e allarga il buco.

In questi giorni sono alle prese con la mia rabbia, ma di quella interiore, quella che ti fà essere rabbioso e non arrabbiato (ci ho messo solo a due anni a percepire la sfumatura, andiamo bene ) e se c'è una cosa che nutre la belva è proprio quando mi dico "ma piantala che è passata e devi dimenticare.
NO NO NOOO


Però è passata davvero, però tutto quello che mi è mancato, tutto quello che mi è capitato ha fatto di me quello che sono ora e se potevo essere migliore è vero altresì che sarei potuta essere ben peggiore. Certi giorni il senso di vendetta è tanto forte che vorrei frantumare ogni cosa che mi si para davanti e questo, lateralemnte, genera paura. La paura di esplodere e fare danno.

Anche perchè i danni da esplosione li ho vissuti.

Può essere che sbroccare (scusate l'italiacano ma rende meglio) possa essere un buon modo, il vivere fino in fondo la rabbia senza cercare di arginarla a tutti i costi (lontano da esseri viventi però ) forse dovrei far uscire tutto tuttissimo o forse è un'altro modo per raccontarmela.

Stà di fatto che purtroppo mentre mi arrovello su come superare il danno del passato non dedico che un briciolo di attenzione ai danni del presente, e questo mi stà facendo preoccupare. Forse lasciar andare vuol dire questo, mettersi ad affrontare le cose di adesso e lasciare che con queste svaniscano o almeno si stemperino quellòe del passato

Non ti sono stata d'aiuto mi sà ma il pesiero c'è
Parlare penso che serva molto anche solo per tenere a mente le cose che altrimenti scappano.

Parli di vendetta? Eccome se c'è.
Io ne ho il terrore però.
Come ho paura della rabbia.
Ho imparato a reprimere perchè il dolore mi portava la rabbia e da li partiva il cavaliere mascherato che andava in giro a fare vendetta.
Ho passato dei guai per questo da ragazzina, le ho pagate tutte le mie vedette. Ora però ne ho paura. Paura che nasce dal sapere cosa succede se lascio libero il cane rabbioso che inibisce la ragione e scatena tutti i miei demoni, posso assicurare che non è cosa bella da sentire ne da vedere
Inoltre io non mi voglio vedere così, una volta in un mio sogno, Uno mi disse che voglio il mio giardino sempre bello e pulito, una cosa del genere, non so se era questo che voleva dire, ma io lo ho interpretato così ed è vero, non vorrei niente di quello che sono. La mia rabbia quando non la voglio vedere perchè mi mostra quello che bene o male sono, la reprimo, la vendetta così la faccio contro di me poi e il mio fisico ne paga le conseguenze immagino che le cose vadano così.
Ma la vendetta piuttosto che schiattare mi pare di aver capito che sia anche giusto metterla in atto, se non si sa ancora perdonare, però se io la mettessi in atto dovrei fare un millesimo di quello che mi passa per la mente in quel momento, bon poi dipenpitato eh, piuttosto che reprde da cosa mi è caimere credo che sia meglio fare un qualcosa, il punto è che il qualcosa è da tenere a bada, se la rabbia sale sono già ciecata in quando sono arrabbiata non devo fare niente tranne faticare ahahahahah echepallbip
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Vecchio 01-06-2010, 13.17.52   #156
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Parlare penso che serva molto anche solo per tenere a mente le cose che altrimenti scappano.

Parli di vendetta? Eccome se c'è.
Io ne ho il terrore però.
Come ho paura della rabbia.
Ho imparato a reprimere perchè il dolore mi portava la rabbia e da li partiva il cavaliere mascherato che andava in giro a fare vendetta.
Ho passato dei guai per questo da ragazzina, le ho pagate tutte le mie vedette. Ora però ne ho paura. Paura che nasce dal sapere cosa succede se lascio libero il cane rabbioso che inibisce la ragione e scatena tutti i miei demoni, posso assicurare che non è cosa bella da sentire ne da vedere
Inoltre io non mi voglio vedere così, una volta in un mio sogno, Uno mi disse che voglio il mio giardino sempre bello e pulito, una cosa del genere, non so se era questo che voleva dire, ma io lo ho interpretato così ed è vero, non vorrei niente di quello che sono. La mia rabbia quando non la voglio vedere perchè mi mostra quello che bene o male sono, la reprimo, la vendetta così la faccio contro di me poi e il mio fisico ne paga le conseguenze immagino che le cose vadano così.
Ma la vendetta piuttosto che schiattare mi pare di aver capito che sia anche giusto metterla in atto, se non si sa ancora perdonare, però se io la mettessi in atto dovrei fare un millesimo di quello che mi passa per la mente in quel momento, bon poi dipenpitato eh, piuttosto che reprde da cosa mi è caimere credo che sia meglio fare un qualcosa, il punto è che il qualcosa è da tenere a bada, se la rabbia sale sono già ciecata in quando sono arrabbiata non devo fare niente tranne faticare ahahahahah echepallbip

Devo avere qualche problema al pc perchè una riga si è mischiata con un'altra, pensavo di essere stata io (e già mi stavo preoccupando eh) ma non è così è stato il pc, adesso sono ugualmente preoccupata che sarà? mah
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Vecchio 09-11-2010, 19.11.25   #157
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Ho estrapolato questo post da qui

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Io invece ho passato la vita a pensare che mio padre mi amasse e mia madre no ed un miracolo che non mi sia strappata ( o si ) a causa delle loro divergenze in tema d'amore.
Tutto questo ha creato una gran confuzione nella mia mente tanto che ancora oggi non è mica molto chiaro cosa voglia dire amare. Anche se è quello che voglio imparare a fare.

Qui ho imparato che è tutto il contrario di quello che ha fatto mio padre e più vicino ad alcuni comportamenti che ha tenuto mia madre.

Direi grottesco.

Oggi però spero in una nuova alba.

Qualche giorno fa mi si è accesa una lampadina che piano, piano è divenuta un sentire sempre più importante e tangibile.
Ma se ho scelto, io, i miei genitori prima di entrare in questo mondo...posso solo ringraziarli per averlo permesso ed aver permesso di diventare proprio la Griselda che sono diventata.
Per vivere questa vita e non un'altra.
Questa nuova prospettiva mi sta dando una mano a stemperare il rancore che avevo accumulato in tutti questi anni.
Mi auguro sia la strada giusta stavolta
Non mi sono strappata e non solo per quello che ho scritto qui, ora, ma per altre cose, dicevo non mi sono strappata ma ho subito quella che viene definita scissione: per sopravvivere al dolore ho staccato la mente dal corpo.

Questa cosa impedisce poi di sentire con il corpo il dolore che si prova e salvare però la mente che essendo così piccina ai tempi non avrebbe potuto trovare una ragione a quello che vivevo, sentivo, provavo sentimenti contrastanti che mi generavano rabbia che non sapevo gestire o esternare e che rivolgevo verso me stessa imparando a reprimere.

Questo ha generato una serie di inconvenienti tra cui la domanda: ma perchè?

E mi porta a supporre che il mio non riscire a fare il T.A. dipenda proprio da questa scissione avvenuta in età infantile.
Da qui anche la sfiducia in me stessa perchè mente e corpo in me sono dissociate.
Adesso voglio vedere come la trovo la via per riunire in me queste due parti.

Per necessità di contatto fisico e affetto ho accettato come un gioco qualcosa nelle mia infanzia di cui non conoscevo la gravità, poi l'ho riconosciuta quando l'ho vista addosso ad altri a cui volevo bene, ed ho bloccato questa attività di cui però mi sono sempre vergognata e per questo rimossa, accompagnandola nel silezioso oblio della dimenticanza ma che ha generato altra rabbia per non essere stata protetta da questo e altre tante cose cattiverie che parevano non interessare a nessuno anzi meno problemi creavo ( ho persino imparato a trattenere il respiro per non essere sentita e sgridata) per non essere aggredita a male parole o con violenza fisica.
Non poter dire cosa provavo e sentivo mi generava rabbia che a sua volta non potendo avere vita ho imparato a reprimere.

Continua
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Vecchio 28-09-2011, 13.51.11   #158
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Volevo capire se qui mi avete fatto quasi auto consumare per mostrarmi il buonismo o era altro?
Si?
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Vecchio 04-12-2011, 13.03.15   #159
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Mi sono venuti su degli episodi...
Ho visto mia madre non essere mai contenta di me mentre io facevo di tutto per accontentarla e rifare io a lei la stessa cosa lei mi accontetava in tutti i miei desideri materiali come poteva ed io non ero mai soddisfatta fino in fondo. Lei mi sottolienava il difetto mi evidenziava sempre il neo ed io facevo uguale.
L'evidenza del difetto e mai del pregio che ho imparato.
Ora capisco perchè se compro qualcosa la prima cosa che noto se c'è è il difetto.

Detesto chi fa questo.....quindi quando cado e lo faccio poi sto male ma lo faccio di default perchè questo ho imparato

L'altra sera un'amica parlando dei suoi figli evidenziava tutti i difetti ad un certo punto non sono più riuscita a tacere e le ho evidenziato tutti i pregi dei ragazzi....mi dava fastidio....che non notasse la loro bellezza tutte le cose positive che hanno fatto....mi ci specchiavo e questo da l'idea di come mi arrabbio poi con me stessa quando me lo fanno notare....mi arrabbio due volte...con il fuori e con il dentro e mi domandavo sempre come era possibile che mi scappasse questo comportamento ed invece era li da trovare e da osservare
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Vecchio 04-12-2011, 13.25.45   #160
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Quando qualcuno riesce dove io non riesco mi viene un senso di nausea la paura di non essere all'altezza e di perdere qualcosa c'è sofferenza dietro questa cosa, perchè razionalmente poi mi rendo conto ed ammiro l'altra persona, perchè non apprezzare sarebbe sminuire per sentirmi io bene e non serve a neinte. Ma quest'ultimo è razionalizzare una sofferenza mentre dentro ho quel senso di nausea ed paura che mi sale dallo stomaco.
Senso di nausea che ho davanti al nuovo davanti a qualcosa da affrontare che non conosco che mi strizza lo stomaco ho paura di non essere all'altezza di non farcela di perdere la stima di me che voglio avere senza dati perchè non tengo conti non registo dati...se non mi applico sono approssimativa per difetto (e ritorniamo al difetto)


Nello stomaco ho la sete della brama del volere almeno io quando cerco di fare qualcosa e mi impegno per dirigerlo lo faccio con lo stomaco come se lo spremessi per ottenere il risultato ma prima del tempo necessario, accendo un fuoco che piu che cuocere brucia perchè manca della pazienza necessaria .......pazienza che è fatto di intento, impegno, osservazione, attenzione, determinazione, amore, volontà nel fare, cura e gioia di fare

Quando faccio un lavoro sono tutta tesa li nello stomaco.
Quando faccio qualcosa con tensione è li che tendo i muscoli e strizzo fuori la brama di riuscire.

E anche la rabbia esce da li, è un fuoco che brucia dentro lo stomaco ma invece di cuocere il cibo brucia il contenitore.
Il cercare di dirigere sempre le cose mi fa usare sempre lo stomaco che ora mi fa male e che mi da il senso di nausea di qualcosa di non digerito di qualcosa da dover mandar giù e che invece gira e rigira perchè non l'ho digerito.

Che cosa non ho digerito?
Non digerisco che qualcuno sia meglio di me? Ma perchè? sai quante persone ci saranno e ci sono....perchè io vorrei essere di più....vorrei....vorrei...vorrei e la brama mi brucia lo stomaco tutto quel fuoco che alzo senza attenzione, senza impegno...senza dedizione....senza tutte queste cose che non ho voglia di fare....permettono al fuoco di bruciare prima l'olio poi consumano l'acqua e alla fine bruciano la pentola e il suo contenuto. (alle volte dovrei solo osservare cosa e come lo faccio, perchè in cucina mi comporto così metto sul fuoco al massimo la pentola e poi non sto li a controllare, a girare ad osservare e poi brucia tutto mentre se osservo con attenzione e i mi ci dedico al meglio che posso riesco a cucinare dei piatti deliziosi)

Devo e voglio imparare a lasciare che sia...non recuperò così quel che non ho avuto ma non perderò quel che ho spero di riuscire e di fare in tempo ad impararlo
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Vecchio 16-12-2011, 19.27.46   #161
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Quando è morta tua mamma?
Non intendo quando è defunta fisicamente, parlo di un altro tipo di lutto.
Mah ogni tanto ritorno qui a questo 3D cercando di dare una risposta alla domanda rimasta insoluta è come portare un fiore sulla sua tomba o più testardamente il trovare una risposta.

Ed ogni volta che rileggo il 3D ho un senso di dispiacere che mi assale non per mia madre no, ma per il fatto che io ho cercato di risolvere il conflitto che ho vissuto con mia madre iniziato dal momento in cui l'ho incolpata di avermi strappato l'amore di mio padre e poi di aver tentato di distruggere la mia parte che stava imparando ad amare cosa che lei non aveva saputo darmi come esempio tra lei e suo marito ma trasmettermi la gelosia che sentiva nel rapporto che c'era tra me e lui prima che lei mi minacciasse e poi attuasse la sua rottura.
(chissene frega poi se il comportamento di mio padre non era costruttivo per me a quei tempi lui era chi mi trasmetteva il senso di amore da lui mi sentivo amata anche se ha sbagliato il modo mi sentivo anche protetta anche se ha sbagliato ad insegnarmi da chi dovevo proteggermi)

Ma tornando al 3D avrei dovuto piangere ogni volta che a turno tutti mi domandavano di mia madre ed invece come al solito non l'ho fatto ho messo su la maschera della dura che sa sopportare tutto che è forte che è capace di far buon viso a cattivo gioco pur di non mostare debolezza e mostare le proprie emozioni è da deboli oltre a mostare il fianco a chi ti può uccidere in quel momento quindi è anche un po' governata dalla paura il chiudersi e mostrarsi forti.

A casa mia da bambina mia madre e mio padre avevano dato un appellativo a mio fratello lo chiamavano quando era piccolo con un nomigliolo odioso perchè piangeva sempre mi si urta lo stomaco solo a pensare come si possa fare questo ad un figlio solo perchè non si regge la frustrazione del suo piagnisteo e chissà quale altre nefandezze ho fatto io con il mio.

Inoltre mia madre aveva una sorella a cui era attaccatissima era la sua musa si ispirava a lei. Questa era mezza pazza però lei l'amava e le perdonava tutto anche le cose più bieche e di lei diceva con enfasi nel raccontarlo che quando questa era piccina rispondeva a sua madre mentre la picchiava: picchiami pure tanto io non piango!
Ed io che volevo conquistare a tutti i costi il suo amore ascoltavo dalla sua bocca ogni possibile spunto per riuscire a conquistarle il cuore per essere amata da lei.
E questo mi ha portato ancora oggi a cercare nelle parole di altri come apparire desiderabile ai loro occhi non sono mai me stessa ma una girandola di possibilità in cui perdo la vera Grii.

Ho tenuto al mio interno tanto dolore tante emozioni e tutto il mio sentire al punto che poi sono quasi esplosa per non aver imparato a parlarne senza vergognarmene per poi esplodere in momenti non topici e aparentemente fuori luogo.

Reprimere accontenta apparentemente chi ti sta vicino ma fa imputridire l'aria al tuo interno creando gas che poi escono con la rabbia facendoti fare fuoco e fiamme.

Voglio imparare ad ascoltarmi a sentirmi e anche a parlare di come mi sento di cosa provo senza la pretesa che sia giusto o sbagliato o di essere per forza assecondata ma solo per sentirmi e ascoltarmi per essere viva e cercare di smollare tutta quella tensione malsana che si accumula con la repressione rendendo i luoghi insaturi. a me e un'altra faccina che dico io a tutti quelli che si sono solo divertiti a farmi impazzire
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