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Vecchio 19-06-2010, 12.18.12   #1
webetina
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Predefinito Isololotto bagnato nel letto arido del torrente.

Mi trovo in un posto assolato, bisognava risalire lungo una strada segnata nel letto di un torrente, molto ripida in alcuni punti. Ci sono altri scalatori più avanti. Sono in compagnia di un uomo giovane di cui non ricordo nulla.
Facevo un pò da guida, poi si scende di nuovo, e la difficoltà inizia, è un'altra discesa temeraria, ma in un sentiero molto più ampio e terroso e tutt'attorno è collina; giù ci sarà il mare aperto.
In un punto più largo in mezzo al letto si accumula rena nera, contenuta un pò dalle alghe che nel tempo hanno fatto radici. E' un pezzettino di spiaggia di mare stranamente in collina, in mezzo a letto di un torrente dove l'acqua trova resistenza e lascia altro accumulo di rena. Dal punto di vista geologico è strano quell'accumulo che ha origine in profondità e c'è della roccia sotto, non si spiegherebbe altrimenti il fatto che l'acqua non se lo porti via vista la dimensione ridotta; la sabbia in più viene continuamente inghiottita dal terreno essendoci in quel punto grossi zampilli di acqua come se spuntassero dalla roccia sottostante. Se guardo gli argini del torrente sono molto alti anche se assai distanti, in pietra lavica, grigia, ben levigata, e messi lì dall'uomo ma non secondo i criteri sicuri dei muri antichi, un passo falso di qualcuno che vi sale e potrebbe cadere un masso sui piedi se non peggio per noi che stiamo nella traiettoria. Ci barcameniamo sopportando il rischio e senza fermarci. La discesa è lenta, non si riesce facilmente a mettere bene i piedi, in parte scivoliamo, e se l'acqua aumentasse di quantità, potrebbe travolgerci.
Ci si siede sopra l'accumulo nero a guardare un pò giù, il panorama fatto di cielo e mare. Poi si continua a scendere, ma è davvero difficile continuare, mi sveglio. Nel sogno l'esplorazione è intrigante, si sale, si scende; all'inizio sembrav

a una scalata, più facile, ma poi risulta essere una discesa emozionante e stressante allo stesso tempo. L'isolotto può essere serbatoio di vita per i pesci per le piante, vi è sorgfente auotnoma e movimento di sabbia, di terra, le alghe si piegano ma non si spezzano, è un nucleo forte e poggia su qualcosa di forte e antico anche se di caratteristiche non omologhe al posto in cui si trova. Ci si riposa anche se non è proprio privo di pericoli. Lo spunto sicuramente me lo ha dato l'avere sentito accennare ieri sera ai boy scout.

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Vecchio 19-06-2010, 13.55.04   #2
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Mi scuso per gli errori, sono stata interrotta mentre rivedevo, ho pubblicato in fretta e dopo era passato troppo tempo per poter correggere.

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Vecchio 20-06-2010, 03.39.46   #3
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Anche in questo sogno c’è un nucleo vivo e vegeto, fatto, anzichè di roccia naturale, di massi in cemento rivestiti di materiale organico e inorganico, non consono al luogo in cui nasce, ma pulsante di vita e con continuo ricambio di acqua e di sedimenti naturali. Sono molto diversi i sentimenti che mi suscita rispetto alla bambina meccanica. Mi attira, è luogo di appiglio e di riposto, di frescura per via dell'acqua. C’è il sole, vedo il mare azzuro e il cielo, c’è gente che va e viene; sono in compagnia di qualcuno che mi sostiene , come la donna europea dei primi del novecento che va in Africa come esploratrice al cui seguito vanno uomini che la aiutano senza interagine con la sua tenacia. L'isolotto è piu forte di me, non mi suscita pena, è freddo nei miei confronti, impietoso per la durezza e per il colore, e scivoloso, sulle sue superfici ricoperte di alghe e nicheli.

Isolotto e bambina robot sono entrambi artificiali dentro e naturali fuori. L'uno sprezzante e indifferente verso la presenza degli altri, l'altra desiderosa di considerazione ed estremamente vulnerabile.
Il primo mi piace molto , nei suoi dintorni e sopra di esso vi bazzicherei ancora malgrado i pericoli, l'altra mi fa tenerezza ma preferirei frequentasse altri da me.

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Vecchio 30-06-2010, 00.48.25   #4
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Non conoscevo il termine paesaggistico riferito ai sogni.
Paesaggi dove ho messo ripetutamente ciò che sembra fare riferimento al lavoro di terapia intrapreso. Letti polverosi di torrenti a volte stretti a volte molto ampi, aridi di base, come lo sono le mie risorse affettive. Vi sto portando acqua che scende dall'alto, cioè da ciò che sto cercando di integrare nella coscienza con il lavoro di chiarimento e di riflessione; va in basso a sciogliere i nodi del mio inconscio, al quale porta la discesa.
L'isolotto innestato è fatto di materiale importato dalla terapia e dagli strumenti nella misura in cui li sto facendo miei. Poggia su roccia antica, nucleo che comunque mi appartiene , che permette l'integrazione di ciò che viene da altro luogo(Il mare) o individuo(il terapeuta).
Si sale verso il conscio, si scende verso l'inconscio, ed io ancora ho più da cimentarmi con la discesa.
I massi levigati in pietra lavica che possono travolgere ad un passo falso, cosi come erano presenti nella discesa temeraria, potrebbero essere la sfiducia nella terapia, o meglio dire, nel terapeuta. Ma perchè addirittura paura che possano uccidere?
Più che sfiducia rappresentano per me un desiderio inconsciamente ritenuto inaccettabile e che ha che fare col desiderio di fusione con la madre, nella terapia spostato verso la persona del terapeuta, che non è codificato egli sia abilitato a soddisfare tale bisogno, che lo rende nel sogno mero accompagnatore, che è guidato anziché guidare perchè non riconosciuto da me come mezzo per soddisfare i miei bisogni celati, illegittimi, ma ritenuti si vede prioritari rispetto a tutto il resto che di buono egli può offrirmi.

Dovrò da ora in poi riuscire a lavorare a carte scoperte , all'ombra della mia Ombra, dove ciò che è ritenuto male è la cosa che più ostinatamente si vede io desidero.
La lettura di una autorevole ricercatrice nel campo mi ha convinta che io apartengo alle persone che hanno un problema di affettività non risolto, come quasi tutti quelli che vanno in terapia del resto; e in più il problema di come mi pongo a me stessa (una povera tenera bambina meccanica).

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Vecchio 30-06-2010, 17.14.38   #5
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Mi trovo in un posto assolato, bisognava risalire lungo una strada segnata nel letto di un torrente, molto ripida in alcuni punti. Ci sono altri scalatori più avanti. Sono in compagnia di un uomo giovane di cui non ricordo nulla.
Facevo un pò da guida, poi si scende di nuovo, e la difficoltà inizia, è un'altra discesa temeraria, ma in un sentiero molto più ampio e terroso e tutt'attorno è collina; giù ci sarà il mare aperto.
Una strada segnata nel letto di un torrente che va in salita, mi sembra una incongruenza, un torrente come un fiume scava il suo letto per arrivare al mare, oppure si risale per arrivare alla sorgente, visto che ci sono anche altri scalatori più avanti, ma la sorgente non appare nel sogno, anche se la strada è segnata...
Arrivate a un sentiero molto più largo, in discesa tra le colline e sai che giù ci sarà il mare aperto anche se non lo vedi.
Questo sentiero che prima è il letto di un torrente stretto in salita e poi si allarga molto in discesa ma con gli argini non fatti dalla natura ma dall'uomo, mi fa pensare a una enorme dispersione di energie senza arrivare al dunque...

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In un punto più largo in mezzo al letto si accumula rena nera, contenuta un pò dalle alghe che nel tempo hanno fatto radici. E' un pezzettino di spiaggia di mare stranamente in collina, in mezzo a letto di un torrente dove l'acqua trova resistenza e lascia altro accumulo di rena. Dal punto di vista geologico è strano quell'accumulo che ha origine in profondità e c'è della roccia sotto, non si spiegherebbe altrimenti il fatto che l'acqua non se lo porti via vista la dimensione ridotta; la sabbia in più viene continuamente inghiottita dal terreno essendoci in quel punto grossi zampilli di acqua come se spuntassero dalla roccia sottostante.
A me fa pensare che in origine li era la spiaggia e il mare dove sfociava il torrente, gli zampilli d'acqua che sembrano spuntare dalla roccia sottostante potrebbero rappresentare un'energia nascosta sotto la roccia che comunque viene spruzzata fuori e nello stesso tempo non permette alla sabbia di sedimentare creando a questo punto una specie di diga naturale, ma ciò non avviene e l'acqua comunque scorre e se salisse di livello potrebbe travolgervi.

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Se guardo gli argini del torrente sono molto alti anche se assai distanti, in pietra lavica, grigia, ben levigata, e messi lì dall'uomo ma non secondo i criteri sicuri dei muri antichi, un passo falso di qualcuno che vi sale e potrebbe cadere un masso sui piedi se non peggio per noi che stiamo nella traiettoria. Ci barcameniamo sopportando il rischio e senza fermarci. La discesa è lenta, non si riesce facilmente a mettere bene i piedi, in parte scivoliamo, e se l'acqua aumentasse di quantità, potrebbe travolgerci.
Ci si siede sopra l'accumulo nero a guardare un pò giù, il panorama fatto di cielo e mare. Poi si continua a scendere, ma è davvero difficile continuare, mi sveglio. Nel sogno l'esplorazione è intrigante, si sale, si scende; all'inizio sembrava una scalata, più facile, ma poi risulta essere una discesa emozionante e stressante allo stesso tempo. L'isolotto può essere serbatoio di vita per i pesci per le piante, vi è sorgfente auotnoma e movimento di sabbia, di terra, le alghe si piegano ma non si spezzano, è un nucleo forte e poggia su qualcosa di forte e antico anche se di caratteristiche non omologhe al posto in cui si trova. Ci si riposa anche se non è proprio privo di pericoli. Lo spunto sicuramente me lo ha dato l'avere sentito accennare ieri sera ai boy scout.
Gli argini di pietra lavica posta dall'uomo mi fa pensare prima di tutto che la lava in origine fuoriesce da un vulcano, quindi fuoco raffreddato e levigato ad arginare questo ampio letto del torrente, sistemati in precario equilibrio tanto che basta poco a farli cadere uccidendo chi vi sale sopra e anche mettendo in pericolo chi percorre il letto del fiume come voi, che sprezzanti del pericolo continuante ad avanzare riposandovi un po' sull'isolotto, che comunque rappresenta una sorgente di vita per pesci e piante ...
Lì vi potete riposare, ma il mare libero non lo potete raggiungere perchè c'è molto pericolo...
Io penso che questo sogno ti voglia dire che forse lo sbocco (rappresentato dall'isolotto) è più vicino di quello che pensi, non è ancora il mare ma contiene gli elementi del mare....

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Vecchio 30-06-2010, 22.51.23   #6
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Questo sentiero che prima è il letto di un torrente stretto in salita e poi si allarga molto in discesa ma con gli argini non fatti dalla natura ma dall'uomo, mi fa pensare a una enorme dispersione di energie senza arrivare al dunque...
Giusto Stella, il torrente è asciutto, e la sorgente che lo alimentava non esiste nel sogno, in un altro sogno l'acqua arriva da due tubi che la prendono dalla collina buia, e in maggiore quantità da quella illuminata. In discesa temeraria, l'acqua poi riempie con moto tumultuoso i letto del torrente, ma non si vede da dove arriva.
Quì, l'unica acqua viene trasudata dall'isolotto trapiantato.
Non sbagli per niente quando parli di grande dispersione di energia, infatti l'ordine che vado cercando di realizzare nasce da ciò.


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Io penso che questo sogno ti voglia dire che forse lo sbocco (rappresentato dall'isolotto) è più vicino di quello che pensi, non è ancora il mare ma contiene gli elementi del mare....
Il mare è la cosa a cui anelo in molti sogni, potrebbe reppresentare il desiderio di ritornare in fusione con la natura. Il motivo di tanto desiderio pare stia nel fatto, che nel tempo io mi sia allontanata dalla capacità di mettermi in sintonia con la stessa, con gli istinti originali, della serie : anzichè godermi la vista del mare sto in spiaggia a leggere interessantissimi libri che mi fanno scoprire che ne devo leggere altri per capirli meglio e poi altri ancora...
Pare i miei sogni siano una sorta di reazione alla forzatura operata dalla mia mente che vuol restare sempre più sola con se stessa. da mesi il terapeuta mi invita a fare degli esercizi con gli occhi chiusi, col corpo in posizione rilassata, che sotto la sua guida mi permetterebero di osservare i pensieri automatici, i luoghi o le immagini dove la mente va di continuo a deviare, per poi, subito dopo una volta visti senza giudizio, spostare nuovamente e consapevolmente, l'attenzione sul respiro. E' un allenamento a cui dovrei sottopormi, secondo l'idea che si possono creare collegamenti nuovi tra le cellule nervose che nel tempo sopiantino o rendano meno importanti i vecchi automatismi. In teoria è bellissima questa cosa che solo oggi ho voluto se ne parlasse seriamente . Ma dalla difficoltà nel provarci sento che sono troppo refrattaria ad allenamenti del genere, tutto il mio corpo diventa a sofferenza/insofferenza; avrei preferito mi avesse dato un bel tomo da studiare dalla prima all'ultima pagina.
Grazie Stellina.

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Vecchio 01-07-2010, 19.07.40   #7
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Ma dalla difficoltà nel provarci sento che sono troppo refrattaria ad allenamenti del genere, tutto il mio corpo diventa a sofferenza/insofferenza; avrei preferito mi avesse dato un bel tomo da studiare dalla prima all'ultima pagina.
Grazie Stellina.
Sono contenta di esserti stata utile, anche se ci sono degli altri elementi in questo sogno non del tutto chiari, come l'uomo giovane che ti accompagna ma che sei tu che guidi.....
Questo lo collegherei con l'ultima frase del tuo post, il tuo approcio forse è troppo mentale e schematico, quando vorresti uscire dai soliti schemi ti ritrovi a dover compiere ardue discese e il percorso si allunga e si allarga....
Mi ricordo ancora il sogno degli scarabocchi del professore, anche lui ti indicava una specie di scorciatoia, un percorso alternativo per evitare i pensieri automatici, un invito alla spontaneità e alla creatività....
L'uomo giovane che ti sta accanto forse è una parte di te che vorrebbe emergere ma che si fa ancora guidare dal mentale, anche se ti sta accanto nelle salite e nelle discese, e di cui sotto sotto non ti fidi....
Del resto anche il sogno della bimba meccanica porta sempre a questo, l'automatizzarsi in schemi prestabiliti (il sentiero segnato).
Un abbraccio
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Vecchio 01-07-2010, 20.55.59   #8
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Isololotto bagnato nel letto arido del torrente.
Questo tuo errore mi sembra interessante come lapsus, ISOLOLOTTO, ISOLO e LOTTO...
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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Vecchio 02-07-2010, 00.34.33   #9
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quando vorresti uscire dai soliti schemi ti ritrovi a dover compiere ardue discese e il percorso si allunga e si allarga....
Mi ha fatto riflettere questa cosa, è vero che man mano tutto si dilatava, come anche nel sogno della costruzione del villaggio; il mio stress aumenta e mi sveglio, proprio con la sensazione che l'impresa sia troppo difficile, esattamente perchè smisuratamente ampia.
Il giovane sicuramente fa riferimento al terapeuta. Che sia io a guidarlo si riferisce al fatto che in effetti finora non gli abbia permesso di dare spazio alle sue tecniche, volendo io lavorare solo attraverso il parlare e lo scrivere, impegnandomi pure nella lettura di libri. Sto venendo a conoscenza di molte cose, che mi inducono a desiderare di conoscerne altre ancora: il pensiero di Freud, di Jung, di questo e di quell'altro, forse con l'inconsapevole e ambizioso scopo di fare da me; ecco che tutto si dilata e mi sormonta, ma senza che nessuna di queste cose arrechi miglioramento ai miei sintomi fisici, primo tra tutti, grave disturbo del sonno, che ritorna puntualmente quando io penso di averlo risolto. Così per me egli non ha potere, dopo che paradossalmente io stessa attivamente invalido ogni sua iniziativa che serva a fare tacere la mia mente. Sono arrivata a questo confronto grazie a questo sogno e quello della bambina meccanica.
Mi si chiede di riappropriarmi dei meccanismi semplici, di adottare la mente semplice, di stare a contatto con il mio stupidissimo respiro, mentre ne ho fatto ideali sublimi del diventare interessante, carica di emozioni sempre vive, o del ricercare nutrimenti della mente sempre più raffinati e sofisticati, diventando insensibile alle istanze naturali del mio organismo.

Graze ancora cara Stella

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Da Diamantea: ISOLO e LOTTO...
Ci devo pensare, due cose che non sento certamente estranee comunque alla mia mente.

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