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Essere se stessi
 Essere se stessi


Inviato da  Uno
  19-07-2007
Predefinito Essere se stessi

Facile no? Tutti sono convinti di essere se stessi, ed in un certo senso hanno ragione, però sorge il problema quando cambiando idee, stati d'animo, ma anche gusti o che altro, magari nel giro di 5 minuti, ci si chiede chi era quello di 5 minuti prima?

Il discorso non è per nulla semplice anche se può essere liquidato con "tutte menate" da chi non ha interesse nel conoscersi.

Se rimango immutabile, rigido e bloccato non ho possibilità di conoscere nuove cose, rimango sempre misero, se cambio in continuazione più velocemente di quello che riesco a comprendere ecco che sono come uno che vede la tv con il dvd a massima velocità, posso anche capire qualcosa del film ma a parte che non sento... (non sento nessuno, allo stesso modo che sono rigido) intravedo solo qualche fotogramma.
La seconda è la condizione preferita dalla maggior parte delle persone per poi trasferirsi nella prima ad una certa età.

Sono certo che se dico che essere se stessi è faticoso qualche illuminatone penserà " non c'è nessuna fatica, basta accorgersi di quello che si è", eppure io cocciuto insisto e metto il carico da undici: è faticoso e soprattutto alle prime esperienze è una sensazione fastidiosa, una tensione paragonabile ai primi innamoramenti verso una persona, a dispetto di quello che oggi va di moda dire non c'è mentale (e purtroppo) dietro una situazione di questo genere spontanea, è un trasporto che nasce da e-mozioni raffinate senza calcolo, qualcosa che ci risucchia.
Ho scritto che la tensione è come quella di una cotta amorosa, il resto no... la lucidità (per esempio) aumenta... possiamo osservarci come siamo e osservare il mondo com'è senza filtri e paraocchi.... ecco il problema.
la realtà nuda e cruda fa male all'inizio, come certi vini sono forti le prime volte che si assaggiano e certi gusti speziati ci riempiono talmente il gusto da lasciarci senza pensieri altri che il sentore di ciò che stiamo assaggiando.

Certo sarebbe naturale essere così presenti, ma visto che basta guardarsi in giro anche solo sonnecchiando con mezzo occhio aperto per vedere file di zombie sui marciapiedi delle città, vuol dire che non è poi così naturale, non secondo i parametri di questo mondo.
Può esserlo solo se si fanno piccoli passi e poi ci si ferma per abituarsi alla tensione, in quei momenti sembra naturale, sembra una cosa che sta in piedi da sola... quello è il momento in cui se si continua a pensare queste cose ci si riaddormenta sognando di essersi svegliati.

Invece può esserci un accomodamento alla tensione, si può in certi momenti essere tesi al punto giusto per non dormire ma senza soffrirne, senza tensioni anche il semplice corpo cos'è? Un cadavere.
Nei momenti creativi, quando si cerca di seguire lo scopo principale della propria vita, quando ci sono punti di svolta (anche per chi dorme) la tensione deve per forza di cose aumentare, non c'è scampo... neanche un arco lancia una freccia se non lo tendiamo

Sia chiaro tensione non significa nervosismo, anche se trovarsi in una forte tensione senza preparazione alla fine significa questo: essere nervosi

Perchè si usa dire "essere se stessi"? Vuol dire che capita di essere altri da se stessi, altimenti non avrebbe avuto senso specificarlo. "Stesso" è una parola che si usa anche per dire "uguale", "è lo stesso...", "è uguale"
Quindi rapportando il tutto alla frase, "essere uguale a te", c'è un me che non è me, ma che può diventare uguale a me... lo so qui ho perso il 50% dei lettori.

La tanto bistrattata volontà è il fulcro, in tutte le epoche ci hanno insegnato (non faccio dietrologia, non c'è un cattivo, sono le leggi universali) a non volere, oggi che le condizioni sono appena favorevoli (mica tanto, ma meglio di tempi passati) ecco che il sistema ha escogitato un altro trucco, " non volere, vai bene così come sei...."
Se vado bene così come sono, se non devo fare e volere nulla, cosa sto a fare in questo mondo? Qualcosa non torna.
  #1  
By Uno on 26-09-2007, 16.10.05
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