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Vecchio 07-04-2008, 21.24.44   #1
RedWitch
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Predefinito I Principi Maschili e Femminili (domande ed approfondimenti all'articolo)

Mi piacerebbe provare ad espandere un po' alcuni concetti sull'articolo di Uno sui "Principi maschili e Femminili", perchè a prima vista mi sembra piuttosto chiaro, a conti fatti, mi sono accorta di aver compreso ben poco dello scritto.

La cosa che mi è saltata all'occhio nella prima parte del discorso è il fatto che il Principio Maschile è ciò che permette di imprimere qualcosa nel Principio Femminile, chiarissimo l'esempio della varianza uomo/donna, se non ci fosse il Principio Maschile (XY) che permette la scelta, se la donna potesse procreare da sola, non avrebbe la possibilità di mettere al mondo un bimbo di sesso maschile. Ma all'interno dell'uomo come funziona tutto questo? Si dice che l'uomo per poter divenire Individuo, deve poter integrare il Maschile e il Femminile, questo significa che all'interno dell'essere umano, sono presenti entrambi i Principi, si parla di parte maschile e parte femminile, ma come agiscono queste parti in noi?
Se il Principio Maschile imprime, ed è quello che permette la scelta, è con esso che possiamo prendere decisioni, per esempio prendere atto che c'è qualcosa da modificare ed iniziare a muoverci per farlo?
Al tempo stesso, attraverso il Principio Femminile, dovremmo prepararci ad accogliere eventuali cambiamenti all'interno di noi?
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Vecchio 07-04-2008, 22.35.05   #2
Astral
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Il principio maschile lo vedo legato alla razionalità, all'azione, alla forza fisica, tutto ciò che comporta un inizio, una creazione, una decisione, un azione.

Il principio femminile comporta accumulo ricettività, ed espande il principo maschile.

Esempio banale:

nei tarocchi i numeri dispari sono maschili, e quelli pari femminili. I numeri dispari sono carte che richiamano sempre l'azione, l'intraprendere qualcosa di nuovo, col rischio che l'energia maschile vadi anche a vuoto e venga sprecata oppure fecondi ( proprio come il seme maschile).

Nei numeri pari, troviamo la sicurezza, e l'accumulo di un grembo materno, ma il rischio è che la troppa protezione fa ristagnare e non si intraprende il nuovo ( principio maschile.

L'alternanza tra maschile e femminile dei Tarocchi, mi ha fatto riflettere che anche il nostro equilibrio tra questi due ( indipendentemente dal nostro sesso) è indispensabile.

Inoltre mi domando se varie parti del principio maschile possono andare in conflitto sia tra loro sia tra quelle del principio femminile.

Mi spiego con un esempio:

Gentilezza e dolcezza potrei definirle femminili

Determinazione e Schiettezza maschili

abbiamo 4 qualità: io potrei voler essere gentile con tutti, ma i miei modi diretti spesso mi fanno entrare in conflitto con le mie parti femminili, e allo stesso modo volendo essere sia gentile, sia schietto, ne subisce che sarò anche poco determinato.

Se riesco ad armonizzare l'aspetto sincerità/gentilezza saprò trovare la determinazione per dire in faccia le cose, con diplomazia. Se non riesco non saprò bene che decisione prendere, e alternerò a comportamenti troppo "gentili" per non offendere nessuno, a scatti dove invece sputo tutto in faccia all'altro risultando brutale.

che ne pensate?

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Vecchio 08-04-2008, 00.47.55   #3
Grey Owl
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Non saprei Astral, parli di armonizzare aspetti manifesti della persona come sono la sincerità e la gentilezza, mentre credo che i principi maschili e femminili creano qualcosa di nuovo... a tal proposito riprendo l'esempio presente nell'articolo di Uno del sole e dell'albero.

Il sole e la sua luce potrebbe essere visto come il lume della ragione, come quella luce che illumina parti della nostra mente che non sono create(l'albero). Quindi la ragione è il principio maschile mentre parti della nostra mente ancora inespresse è il principio femminile(l'albero).

La parte illuminata dalla ragione con le sue luci ed ombre sono il prodotto ovvero la creazione di un'idea o di una nuova consapevolezza di sè. E' importante comprendere che nella ceazione sono presenti sia luce che ombra e quindi inseparabili nella creazione.

Senza il principio maschile (ragione) non può esserci la scelta e senza il principio femminile (parti inespresse e nascoste) non possiamo creare nuova consapevolezza.

Nell'articolo di Uno viene detta questa frase che trovo importante rileggere:" Ciò che il principio maschile imprime sul principio femminile forma, ciò che il principio femminile riceve è formato."

Con la ragione (lavoro su di sè) s'illumina la parte inespressa di noi (il nero, il non espresso) creando nuova consapevolezza (crescita dell'individuo).
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Vecchio 08-04-2008, 01.18.26   #4
cassandra
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Inoltre mi domando se varie parti del principio maschile possono andare in conflitto sia tra loro sia tra quelle del principio femminile.


Mi spiego con un esempio:

Gentilezza e dolcezza potrei definirle femminili

Determinazione e Schiettezza maschili

abbiamo 4 qualità: io potrei voler essere gentile con tutti, ma i miei modi diretti spesso mi fanno entrare in conflitto con le mie parti femminili, e allo stesso modo volendo essere sia gentile, sia schietto, ne subisce che sarò anche poco determinato.

Se riesco ad armonizzare l'aspetto sincerità/gentilezza saprò trovare la determinazione per dire in faccia le cose, con diplomazia. Se non riesco non saprò bene che decisione prendere, e alternerò a comportamenti troppo "gentili" per non offendere nessuno, a scatti dove invece sputo tutto in faccia all'altro risultando brutale.

che ne pensate?


Secondo me non si tratta di armonizzare,quanto di accordare..per come l'ho percepita, usando l'esempio di Ast direi più che "riuscendo ad equilibrare la sincerità/gentilezza,con la derminazione/schiettezza, creeremmo un azione armonica".Quando si alternano i comportamenti è proprio perchè a volte domina il maschio,altre la femmina ognuno per conto suo..

Poi se non c'ho capito un cips..capirò

Ultima modifica di cassandra : 08-04-2008 alle ore 01.26.43.
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Vecchio 08-04-2008, 01.22.38   #5
griselda
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Provo a ragionarci il sole mi ricorda Cristo e La Coscienza Cristica, quindi potrei pensare che questo principio maschile che è citato nell'articolo possa essere la nostra coscienza che illumina.
Cosa illumina? Mah, il sole illumina la terra. In questo caso l'albero.
Siamo noi l'albero? L'albero crea un'ombra quando è illuminato dal sole.
La nostra coscienza/sole ha illuminato l'albero, la la mente, (?) che poi siamo noi, ciò che ha illuminato ha creato un ombra, una zona buia (per via della dualità della mente?) noi siamo il risultato della nostra coscienza di ciò che il sole illuminando imprime nelle mente e conseguenza ci forma.
ho fatto un rebelot. mica ho capito molto di questi principi maschili e femminili io ci vedo di tutto.
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Vecchio 16-04-2008, 16.21.17   #6
Uno
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Entrambe le cose sono corrette: accordare e armonizzare. In realtà quest'ultima sarebbe sbagliato definirla come azione, accordando creo armonia, causa ed effetto.

Perchè i due principi si accordino chiaramente occorre o che quello dei due che abbia qualità più grandi, dimensione, velocità etc.. la diminuisca o che l'altro l'aumenti o che entrambi si regolino. In questo caso l'ideale è la seconda cioè che il principio meno espresso si rafforzi, perchè indebolire quello più forte? Questo ha senso solo in determinati casi in cui la sua esagerazione (rispetto all'altro) impedisce la crescita dell'altro.

Dobbiamo considerarli in due distinti modi all'interno dell'uomo (o donna), come principi che lavorano verso l'esterno e come principi che si autosoddisfano all'interno del sistema uomo.
Se nel secondo caso devono (dovrebbero) lavorare in sinergia per un individuo integrato ed equilibrato, nel primo caso dipende dalla situazione. Consapevolmente o inconsciamente risponde una parte dell'uomo a seconda della polarità dell'azione che gli arriva.
Purtroppo non sempre quando risponde inconsciamente risponde con la parte giusta.

Per capirci, se sono di fronte ad un insegnante perchè voglio imparare qualcosa egli (che sia uomo o donna) sta esprimendo il principio maschile cercando di imprimere la conoscenza della materia trattata, se io non "rispondo" con il principio femminile della ricezione combineremo ben poco.... entrambi, fallimento dell'insegnante e dell'allevo.

Esempio opposto, se ho un figlio ed è il momento di impartirgli una lezione (non intendo punitiva, lezione come imparare) se non utilizzo il principio maschile (che io sia uomo o donna) ed egli non riceve con il principio femminile non combiniamo nulla.
Di solito fino ad un pò di tempo fa nelle famiglie i genitori si dividevano i ruoli e/o principi, non era la perfezione ma era meglio di ora in cui entrambi con i figli usano sempre e solo il principio femminile (parlo in generale eh... ci sono casi e casi).

Ho fatto esempi "psicologici/mentali" ma può essere applicato a tutto, per esempio, una dieta, costruire qualcosa anche di materiale, innamorarsi (questo è un caso particolare biunivoco se l'amore è corrisposto), etc...

La parte dei principi che si autosoddisfano la prendo in esame (se non volete esplorarla voi) al prossimo giro, c'è comunque carne al fuoco.
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Vecchio 16-04-2008, 19.19.20   #7
cassandra
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Dobbiamo considerarli in due distinti modi all'interno dell'uomo (o donna), come principi che lavorano verso l'esterno e come principi che si autosoddisfano all'interno del sistema uomo.
Se nel secondo caso devono (dovrebbero) lavorare in sinergia per un individuo integrato ed equilibrato, nel primo caso dipende dalla situazione. Consapevolmente o inconsciamente risponde una parte dell'uomo a seconda della polarità dell'azione che gli arriva.
Purtroppo non sempre quando risponde inconsciamente risponde con la parte giusta.

La parte dei principi che si autosoddisfano la prendo in esame (se non volete esplorarla voi) al prossimo giro, c'è comunque carne al fuoco.
Quanto è vero...se penso ad una persona che si rivolge a me con tono aggressivo (maschile),di solito istintivamente rispondo allo stesso modo..al contrario se uno è gentile e carino (femminile),mi dispongo come lui/lei...in pratica ho il pilota automatico che fa l'inverso di ciò che andrebbe fatto... La questione dei principi che si autosoddisfano mi fanno pensare ad una persona che vuole cambiare qualcosa di se e quindi parte col maschile,c'è l'intenzione di fare,l'idea,il progetto ..del tipo voglio smettere di mangiarmi le unghie...ma se il maschile decide senza tener conto del femminile che dovrebbe accogliere l'idea,volerlo anche lei,difficilmente la scelta iniziale avrà successo senza avere delle conseguenze prima o dopo..Non lo so se più o meno ci sono...spero di si
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Vecchio 16-04-2008, 21.42.11   #8
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Quello che noto del principio maschile e femminile è che uno non potrebbe sussistere senza l'altro.
Si tratta però, a seconda delle circostanze, di usarli senza che uno prevalga sull'altro.
Io la vedo come un continuo scambio, cioè nel senso che non si può dare se qualcuno non riceve, ed entrambe le cose portano al completamento e al soddisfacimento personale sia di chi dà che di chi riceve.
Penso che il principio maschile e femminile possano in qualche modo paragonarsi allo Yin e allo yang ma con qualche differenza, nel senso che sono uno opposto all'altro e si completano a vicenda, ma che uno non si può trasformare nell'altro...
Cioè un carattere docile, ricettivo, aperto è molto difficile che si trasformi nel suo opposto, anche se dovrà sviluppare di più altre parti di sè più attive, se no non sarebbe un individuo completo.
Ognuno di noi possiede questi due principi, quindi si tratta solo di farli emergere, a seconda delle circostanze. Fin qui mi pare abbastanza chiaro.
Ma il punto è che sempre non viene spontaneo quale parte di noi usare, a volte emerge quella che non dovrebbe, e questo succede quando due principi maschili e femminili si scontrano tra di loro, in questo modo le energie non sono usate nel modo giusto, si dice spesso che due galli nello stesso pollaio non possono stare perchè si scontrano tra di loro...
A volte per scappare da una situazione invece che rispondere si usa il principio opposto a quello che si dovrebbe, arrendendosi oppure facendo muro, il che equivale a non affrontarla...
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Vecchio 16-04-2008, 22.17.58   #9
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Quanto è vero...se penso ad una persona che si rivolge a me con tono aggressivo (maschile),di solito istintivamente rispondo allo stesso modo..al contrario se uno è gentile e carino (femminile),
Io non vedo questa distinzione aggressivo-maschile e gentile-femminile. Se il maschile da e il femminile riceve allora il maschile può dare in modo aggressivo oppure in modo gentile e il femminile può ricevere in modo aggressivo o in modo gentile (in questo caso aggressivo e gentile sono disposizioni). Infatti, se non fosse così, nell'esempio di Uno l'insegnante dovrebbe sempre essere aggressivo e l'allievo gentile.

Penso che la cosa vada al di la, ovvero a monte, prima, di queste disposizini aggressività-gentilezza. Semplicemente il maschile non riceve e se voglio ricevere devo far agire il mio femminile (che io sia uomo o donna) e viceversa. Quindi l'insegnante donna fa agire il suo maschile, che sia aggressiva o gentile e io per imparare devo lasciare agire il femminile. Se io che imparo faccio agire il mio maschile, voglio insegnare all'insegnante e io non imparo e lei non insegna. La cosa dovrebbe funzionare un po' come i magneti (che poi quello è)... i poli maschili e femminili si respingono tra loro, i poli opposti si attraggono. Il fatto che un qualcosa sia "carico" lo pone maschile o femminile, altrimenti è neutro (e non attira ne respinge).

Quel che mi viene è che il maschile devo farlo agire, il femminile devo lasciarlo ricevere... attivo e passivo (ma anche passivo in un certo modo è fare, altrimenti è neutro).
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Vecchio 17-04-2008, 01.00.17   #10
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Ho in testa una serie di riflessioni che non trovano un senso compiuto, le scrivo così come le sento, magari possono essere motivo di ragionamento ulteriore...

Il principio maschile penetra ovvero entra dentro, passa attraverso.
Il principio femminile accoglie ovvero raccoglie presso di se.

Il principio maschile (che ha virtù e principio di operare) opera un "movimento" il quale trova un principio femminile passivo (che subisce l'azione) capace di accogliere e di ricevere.

Il seme di grano ha bisogno di terra fertile per crescere, la terra fertile non genera la spiga di grano senza il seme. Pare banale ma senza questi principi non può esistere la vita, nulla può essere creato.
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Vecchio 17-04-2008, 09.42.12   #11
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Penso che la cosa vada al di la, ovvero a monte, prima, di queste disposizini aggressività-gentilezza. Semplicemente il maschile non riceve e se voglio ricevere devo far agire il mio femminile (che io sia uomo o donna) e viceversa. Quindi l'insegnante donna fa agire il suo maschile, che sia aggressiva o gentile e io per imparare devo lasciare agire il femminile. Se io che imparo faccio agire il mio maschile, voglio insegnare all'insegnante e io non imparo e lei non insegna.
Esattamente.....

L'eventuale durezza o morbidezza sono conseguenze (eventuali ripeto, dipende dal contesto) del principio maschile e femminile.
Se vedessimo questi principi in senso materiale potremmo dire che un chiodo è un principio maschile rispetto al legno, che in questo caso è principio femminile.
Quindi in questo contesto il chiodo è più duro, il legno più morbido.... ma al posto del legno prendiamo il chiodo e il fuoco?


In senso psicologico (ma da prendere con le molle, in senso largo, e caso per caso) nell'esempio sopra che facevo della coppia uomo-donna incarnatori dei principi maschili e femminili, la donna era la consolatrice (mica per forza remissivamente, a volte arrabbiandosi, dura) se ci pensate, quella che ascoltava i problemi, l'uomo quello che sia all'interno della famiglia che fuori doveva muovere attivamente l'energia, la donna che la muoveva passivamente (non in senso negativo, in senso di flusso, ricezione).
Ora le cose vogliono essere cambiate, ribaltate, ok, se in una coppia i ruoli sono meglio invertiti o intercambiambili non ci vedo nulla di male, potrebbe essere un'evoluzione (se messa insieme ad altro), ma se l'inversione avviene solo da una parte e ci si trova in molte situazioni in cui entrambi manifestano il principio maschile o entrambi manifestano il principio femminile le cose vanno a scatafascio.
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Vecchio 17-04-2008, 14.44.45   #12
cassandra
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Io non vedo questa distinzione aggressivo-maschile e gentile-femminile. Se il maschile da e il femminile riceve allora il maschile può dare in modo aggressivo oppure in modo gentile e il femminile può ricevere in modo aggressivo o in modo gentile (in questo caso aggressivo e gentile sono disposizioni). Infatti, se non fosse così, nell'esempio di Uno l'insegnante dovrebbe sempre essere aggressivo e l'allievo gentile.

Penso che la cosa vada al di la, ovvero a monte, prima, di queste disposizini aggressività-gentilezza. Semplicemente il maschile non riceve e se voglio ricevere devo far agire il mio femminile (che io sia uomo o donna) e viceversa. Quindi l'insegnante donna fa agire il suo maschile, che sia aggressiva o gentile e io per imparare devo lasciare agire il femminile. Se io che imparo faccio agire il mio maschile, voglio insegnare all'insegnante e io non imparo e lei non insegna. La cosa dovrebbe funzionare un po' come i magneti (che poi quello è)... i poli maschili e femminili si respingono tra loro, i poli opposti si attraggono. Il fatto che un qualcosa sia "carico" lo pone maschile o femminile, altrimenti è neutro (e non attira ne respinge).

Quel che mi viene è che il maschile devo farlo agire, il femminile devo lasciarlo ricevere... attivo e passivo (ma anche passivo in un certo modo è fare, altrimenti è neutro).
Si Ray..la dinamica l'avevo capita (magneti etc.),solo che classificavo gli atteggiamenti,difetti e pregi come maschili o femminili sbagliando..In pratica se un genitore vuole impartire delle regole al figlio,dovrà farlo con il principio maschile,quindi parte attiva che ha come intento quello di imprimere nel bambino tale rispetto delle regole appunto,se quest'ultimo risponde con il principio femminile la regola la farà sua...altrimenti muro contro muro,non si arriva da nessuna parte.Parli di carica e fin qui ci sono,adesso però faccio un esempio,se una persona leggendo un libro,una discussione in forum etc.volesse disporsi volontariamente col principio femminile per capire,accogliere il più possibile,potrebbe riuscirci?Oppure è proprio la voglia, (a volte brama)di capire, lo sforzo che pone come parte attiva il lettore e quindi allontana inconsapevolmente la possibilità di ricevere maggiori informazioni possibili?

Le domande non sono solo per Ray..

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Esattamente.....

L'eventuale durezza o morbidezza sono conseguenze (eventuali ripeto, dipende dal contesto) del principio maschile e femminile.
Se vedessimo questi principi in senso materiale potremmo dire che un chiodo è un principio maschile rispetto al legno, che in questo caso è principio femminile.
Quindi in questo contesto il chiodo è più duro, il legno più morbido.... ma al posto del legno prendiamo il chiodo e il fuoco?


In senso psicologico (ma da prendere con le molle, in senso largo, e caso per caso) nell'esempio sopra che facevo della coppia uomo-donna incarnatori dei principi maschili e femminili, la donna era la consolatrice (mica per forza remissivamente, a volte arrabbiandosi, dura) se ci pensate, quella che ascoltava i problemi, l'uomo quello che sia all'interno della famiglia che fuori doveva muovere attivamente l'energia, la donna che la muoveva passivamente (non in senso negativo, in senso di flusso, ricezione).
Ora le cose vogliono essere cambiate, ribaltate, ok, se in una coppia i ruoli sono meglio invertiti o intercambiambili non ci vedo nulla di male, potrebbe essere un'evoluzione (se messa insieme ad altro), ma se l'inversione avviene solo da una parte e ci si trova in molte situazioni in cui entrambi manifestano il principio maschile o entrambi manifestano il principio femminile le cose vanno a scatafascio.
Ho notato questa cosa su di me,iniziando a ricapitolare la storia più importante che ho avuto,sicuramente è partita col principio femminile da parte mia,poi dopo anni ho avuto l'inversione di cui parli ed effettivamente è arrivato lo scatafascio..probabilmente eravamo entrambi "dominati" dal principio maschile ed è finito l'equilibrio nella coppia.Questo discorso mi fa pensare che volendo,potremmo trovare sempre sto benedetto equilibrio spostandoci qua e la a seconda delle persone e situazioni in cui ci troviamo,così facendo si potrebbero evitare molti conflitti e tensioni inutili quotidianamente,come anche perfezionare il perfezionabile nei rapporti con gli altri,per non parlare di ciò che può accadere a noi, con la consapevolezza di questa nuova possibilità di scelta..che bella cosa è l'Individuo eh
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Vecchio 17-04-2008, 16.47.04   #13
RedWitch
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.......
Parli di carica e fin qui ci sono,adesso però faccio un esempio,se una persona leggendo un libro,una discussione in forum etc.volesse disporsi volontariamente col principio femminile per capire,accogliere il più possibile,potrebbe riuscirci?Oppure è proprio la voglia, (a volte brama)di capire, lo sforzo che pone come parte attiva il lettore e quindi allontana inconsapevolmente la possibilità di ricevere maggiori informazioni possibili?

Le domande non sono solo per Ray..
La domanda che hai fatto Cassi interessa anche a me, ... per il momento quello che ho osservato su di me, è che ci sono persone dalle quali accetto tutto (o quasi), anche in forum , sono disposta all'ascolto e quindi ad imparare, mentre ci sono persone verso cui sono meno disposta e parto "lancia in resta", il muro contro muro che si diceva .. per esempio se una persona mi fa notare un errore, ecco che scatta la difesa e il tentativo di spiegare che "era proprio quello che volevo dire io e tu non mi hai capita".. , io credo che ci siano alla base un sacco di cose che scattano (meccanismi di difesa, importanza personale e chi ne ha più ne metta) e che ci mettono o meno nella condizione di accogliere o di cercare di imprimere con la forza a volte il nostro punto di vista, e che non tutti siano abbattibili soltanto mettendosi nell'ordine di idee di "voler accogliere", anche se una buona partenza secondo me puo' essere quella di cercare di ascoltare tutti, cercando di discernere naturalmente cosa prendere e cosa no.. mettendo da parte simpatie, antipatie, giudizi.. non è semplice, ma finchè non sappiamo fare diversamente..

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Vecchio 17-04-2008, 16.55.04   #14
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red...
che in quell' atteggiamento che descrivi non ci sia forse una sorta di "piedistallo" su cui si mette qualcuno e non altri a prescindere da cosa viene detto?( una sorta di pregiudizio insomma)
una sorta di modus pensandi che ti fa dire "tizio ha ragione" e "caio no" (ciò almeno in partenza e a prescindere da ciò che si dice)
hai provato a domandartelo?
a mia osservazione è un pò così ma vale un pò per tutti.
e così facendo si perde capacità di osservazione e di discernimento.
non c'è in un certo senso "libertà" di osservazione e successivo giudizio

Ultima modifica di turaz : 17-04-2008 alle ore 16.59.19.
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Vecchio 17-04-2008, 18.19.51   #15
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se una persona leggendo un libro,una discussione in forum etc.volesse disporsi volontariamente col principio femminile per capire,accogliere il più possibile,potrebbe riuscirci?Oppure è proprio la voglia, (a volte brama)di capire, lo sforzo che pone come parte attiva il lettore e quindi allontana inconsapevolmente la possibilità di ricevere maggiori informazioni possibili?
Non lo so se potrebbe riuscirci ma credo che le cose funzionino meglio (e funzionino già) all'inverso... ovvero se mi pongo in modalità ascolto con l'intenzione di capire ed accogliere faccio lavorare il mio femminile.

Poi è chiaro che principio femminile e accoglimento non significa anullamento del discernimento e automatica approvazione di quel che arriva. Semplicemente gli permetto di entrare... poi quello che ci faccio dopo è altro... diciamo che potrei considerarlo, prenderlo in esame ma eventualmente anche espellerlo in seguito (ma qui sarebbe un'azione "maschile").
Come dire che per accogliere devo mettermi in ascolto ma non è detto che mi piaccia quel che arriva... un po' come le carezze, me le faccio fare ma non è detto che mi picciano (ma se non me le faccio fare non lo saprò).
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Vecchio 17-04-2008, 18.30.47   #16
turaz
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spostando la cosa in termini generali...
perchè non riusciamo a essere aperti (in quel senso) con tutti allo stesso modo ma ci creiamo dei preconcetti o giudizi a proposito?
forse perchè già prima discerniamo quello che pensiamo ci possa servire e quello che invece non ci serve?e magari in tutto ciò non sbagliamo qualche valutazione?
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Vecchio 17-04-2008, 22.50.16   #17
Astral
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A me è venuto in mente il ciclo di creazione, conservazione e distruzione.

Il primo ed il terzo sono sicuramente maschili, il secondo è invece femminile.

Mi viene in mente spesso come affrontiamo la vita: vogliamo a tutti i costi risolvere i problemi, e ci diamo da fare ( principio maschile) ma in certe situazioni bisogna abbandonarsi a Dio e lasciare che certe cose accadono e basta ( principio femminile). Tuttavia molto spesso ci si crogiola troppo nel principio femminile.

In ogni caso mi sfugge qualcosa: uomo e donna possono fare un bambino, maschio o femmina.
Ora sembra stupido come esempio ma il principio maschile+ il principio femminile dovrebbero dare un principio maschile o femminile più evoluto?

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Vecchio 18-04-2008, 00.20.21   #18
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In ogni caso mi sfugge qualcosa: uomo e donna possono fare un bambino, maschio o femmina.
Ora sembra stupido come esempio ma il principio maschile+ il principio femminile dovrebbero dare un principio maschile o femminile più evoluto?

La questione sta nella parola "principio"... in quanto tale non è lui che si evolve, se lo facesse non sarebbe "principio"... però le sue manifestazioni, che sono in realtà sue possibilità, possono evolversi, anche se quando parliamo di bambini o comunque di qualcosa che si manifesta, parliamo di qualcosa che necessita di entrambi i principi, necessita per esistere nel mondo dove può evolversi.
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Vecchio 18-04-2008, 09.43.08   #19
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red...
che in quell' atteggiamento che descrivi non ci sia forse una sorta di "piedistallo" su cui si mette qualcuno e non altri a prescindere da cosa viene detto?( una sorta di pregiudizio insomma)
una sorta di modus pensandi che ti fa dire "tizio ha ragione" e "caio no" (ciò almeno in partenza e a prescindere da ciò che si dice)
hai provato a domandartelo?
a mia osservazione è un pò così ma vale un pò per tutti.
e così facendo si perde capacità di osservazione e di discernimento.
non c'è in un certo senso "libertà" di osservazione e successivo giudizio
Sì Turi me lo sono domandata,
sono idee che mi faccio dell'altro e che si cristallizzano, mi portano ad ascoltare più certe persone che altre, se poi mi sento "attaccata" (magari senza motivo, ma mi sento minacciata) in qualche modo, tendo a difendermi istintivamente, e a rispondere male, per non farmi colpire (anche se l'intenzione dell'altro non era quella di colpirmi).

Detto questo, perdonami, ma torno a ripetere che non sono domande di questo tipo che penso che possano aiutare un altro , per essere chiara, non penso che possano aiutarmi nell'osservazione di me stessa, non vedo spunti, vedo solo un'osservazione superficiale su di me, fatta da un altro (te in questo caso), e penso che uno spunto possa essere sempre utile , fatto in questo modo non porti nessuno da nessuna parte, ma solo ad uscire dai temi dei thread.

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Vecchio 18-04-2008, 11.02.55   #20
turaz
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beh il tema del 3d è "principio maschile e femminile"
come diceva qualche post fa uno se entrambi i soggetti sono in modalità maschile o femminile non c'è dialogo ma spesso re-azione e catafascio.
in questo caso ho parlato di qualcosa che ho osservato spingendo troppo e ho causato uno switch in te in modalità maschile.
di questo chiedo scusa ma non mi pare di essere uscito dal tema del 3d.
anzi credo vi sia stata una dimostrazione pratica di quanto uno aveva espresso.

Un abbraccio
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Vecchio 18-04-2008, 11.14.59   #21
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Se vedessimo questi principi in senso materiale potremmo dire che un chiodo è un principio maschile rispetto al legno, che in questo caso è principio femminile.
Quindi in questo contesto il chiodo è più duro, il legno più morbido.... ma al posto del legno prendiamo il chiodo e il fuoco?
Voglio riportare alla vostra attenzione questo esempio, un chiodo con il legno sarà sempre un chiodo, il legno idem il fuoco pure.....
Altrimenti deve esserci un cambiamento molecolare grande.
Avete mai provato a piantare un chiodo su un legno martellando dalla parte del legno? C'è rischio che si rompa il legno, minimo si ammacca. Se poi passiamo a fuoco e chiodo non riesco proprio a vedere come invertire la cosa (il chiodo che fonde il fuoco) senza mutazioni molecolari.

Ora non sto dicendo che i genitori hanno sempre ragione ed i figli sempre torto e non vorrei sminuire tutto il concetto dei principi su un discorso di supremazia e sottomissione vera o presunta, andiamo oltre ai soliti stereotipati argomenti.

Andiamo avanti un centesimo, il Principio maschile per esser tale deve essere a sua volta femminile verso qualcosa che gli conferisce tale prerogativa in quel determinato caso.
Il martello è il principio maschile per il chiodo il quale attraverso l'energia della martellata diventa principio maschile verso il legno.
Ma il legno non potrà mai essere principio maschile del chiodo (senza mutazione molecolare, ora per comodità stiamo parlando di cose materiali, ma la cosa è identica nello psicologico, nello spirituale etc..), il legno potrebbe essere principio maschile sotto forma di cuneo verso una roccia, questo per dirvi che non è una questione di durezza, quanto di situazione e/o relazione, energia ed organizzazione del "materiale" (inteso anche come pensiero, informazione, struttura)

Un'altra caratteristica dei due principi è che il maschile si "muove" (movimento non per forza in senso fisico), il femminile aspetta, fate sempre attenzione a non vedere quel "aspetta" come negativo, se entrambi si muovono non si troveranno mai, quel "aspetta" è importante quanto il muoversi.

etc etc....
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Vecchio 18-04-2008, 11.21.48   #22
turaz
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nella sostanza mi pare di capire che due elementi importanti potrebbero essere : adattabilità alla situazione e capacità di cambio repentino tra maschile e femminile.
prendendo ad esempio un dialogo tra due persone:
se nel momento in cui uno parla (si muove) l'altro parla anche lui (e non "aspetta" ricevendo) non c'è dialogo ma solo monologhi infruttuosi.
poi ci sarebbe anche da discutere a fondo su "come" ricevere (non so ad esempio sentendo se quanto viene detto ha "risonanza" dentro di noi o meno) e su "come" dare (ad esempio se forzo una martellata rischio di spaccare il legno come giustamente hai detto)

ci sta?
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Vecchio 18-04-2008, 11.35.32   #23
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No, non puoi cambiare ciò che sei in relazione ad una situazione, puoi fingere ma non cambiare in quel momento.
Quella situazione può essere esperienza (se assorbita, osservata e bla bla...) per il cambiamento che in un'altra situazione ti potrà far adattare o meno, dipende dal caso.

Nel caso con Red (solo per analizzare e chiarire, ma ripeto non limitiamo i Principi a questo), Red aveva già espresso la dinamica osservata, tu non hai ascoltato e le hai domandato quello che lei stessa aveva osservato.
Perchè avrebbe "switchato" dalla parte maschile? Se non lo hai visto stava ancora cercando di accettarti, ancora dalla parte femminile.
Maschile non signifca "picchio", femminile "subisco", questa è la degenerazione di alcuni periodi storici, se non andiamo oltre non comprendiamo realmente questi Principi.
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Vecchio 18-04-2008, 11.46.57   #24
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sinceramente pur partendo da ciò che red aveva osservato avevo cercato di aggiungere qualcosa (non so se è arrivato)
sul fatto di non avere "ascoltato" non sono completamente d'accordo ma può darsi sia qualcosa che non vedo quindi la prendo per buona.
comprendo che picchio e subisco siano degenerazioni.
riprendendo la prima parte del tuo post: la capacità di cambio tra maschile e femminile (modalità) secondo te non è importante?
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Vecchio 18-04-2008, 12.00.26   #25
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Originalmente inviato da turaz Visualizza messaggio
riprendendo la prima parte del tuo post: la capacità di cambio tra maschile e femminile (modalità) secondo te non è importante?
Vedi che non stiamo parlando di Principi? Stiamo parlando di manifestazione, un Principio non lo puoi cambiare, se no non è Principio.
La manifestazione, si, si può e si deve cambiare a volte, se è errata... ma anche questo è un discorso non sense, o uso, so usare, la giusta modalità ad ogni occasione oppure non so cambiarla.
Esempio, se devo andare ad una cerimonia e ci vado con i jens squarciati non è che poi me li cambio in bagno, o so già dovendo andare ad una cerimonia che mi devo vestire in un certo modo oppure non mi porrò il problema, me ne accorgerò (forse) solo quando la gente mi guarda strano, mi sarà esperienza per un'altra volta... purchè io me ne ricordi, purchè io non voglia a tutti i costi pensare:" chi se ne frega se mi guardano male, io faccio come mi pare"

Ma questo non ha a che fare con i Principi, è una degenerazione che se ne fà, come il più delle volte (non sempre, ci sono casi corretti) di quando si dice è una questione di principio.
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