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Vecchio 26-02-2008, 17.43.40   #1
dafne
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Predefinito Disagio

Lo metto in psicologia sperando che vada bene.
cos'è il disagio?
Io ho qualche difficoltà a descriverlo.Non è un sentimento o un'emozione, o si? E' uno stato fisico, un senso di fastidio misto a paura, da dove arriva? E' sempre anticamera per qualcos'altro, rabbia se reagiamo, depressione se ci fermiamo.
Voi che ne dite? Quando vi sentite a disagio che succede?
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Vecchio 26-02-2008, 18.55.36   #2
griselda
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Mah così d'amble direi che è tutto ciò che non mi fa sentire a mio agio perchè non lo accetto e lo giudico quindi in modo negativo.
Il disagio mi provoca vergogna sia che l'atteggiamento, il comportamento o l'ambiente o una gaffe mi butta dentro a questo disagio.
Anche la paura di non essere accettati dagli altri mette a disagio, quindi credo che ci sia giudizio dietro al disagio.
Quando sono a disagio la prima cosa che mi viene è quella di scomparire così sparirebbe il disagio. A volte ho proprio un fastidio fisico, come se mi si strigessero tutti pori e qualcosa mi strizzasse tutta. Come se stessi sugli spilli, quindi una posizione poco comoda.
A volte basta un niente per superarlo altre volte sembra di precipitare in un pozzo senza fondo.
Scoprire il perchè ci sentiamo a disagio davanti o dentro alcune situazioni credo sia la cosa più importante da scoprire, da dove deriva.
Ad esempio se abbiamo ricevuto un'educazione "bachettona" parlare di sesso può metterci a disagio, quindi giudichiamo quel dire non adeguato e quindi sale la vergogna e il disagio.
Si dice anche: quelle persone vivono in modo disagiato: persone a cui manca qualcosa, quel qualcosa crea disagio.
Bon mi fermo sicuaramente ci sarà altro e magari ho anche toppato qualcosa.
__________________
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Vecchio 27-02-2008, 18.24.22   #3
RedWitch
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Per me il disagio è solo la punta dell'iceberg di qualcosa che sta ben più nascosto di ciò che si manifesta come tale.
Sicuramente può essere usato come campanello di allarme, come spia, nemmeno per me è facile descriverlo, pero' una cosa di cui mi sono accorta, è che andando a sistemare un po' alcune cose in me, iniziando a conoscermi, il disagio che provavo in quasi tutte le situazioni comportassero un contatto con altre persone(dalla bevuta con gli amici, al parlare in pubblico tanto per dirne qualcuno) , è piano piano diminuito, senza che me ne rendessi conto, quasi come fosse naturale... ecco perchè penso che il disagio sia una manifestazione, non il problema in sè; pero' è quello che sentiamo fisicamente, quindi puo' essere un buon modo per osservare sè stessi secondo me.

Ho provato a vedere il significato letterale di disagio e ho trovato questa definizione: "Incomodo , per mancanza di ciò che è necessario ai bisogno della vita" qui credo si riferisse a bisogni materiali, che rendono scomoda la vita .. ma se lo trasporto in me, al disagio in senso psicologico, direi che "mancanza" è una parola che associo al disagio..


Ultima modifica di RedWitch : 27-02-2008 alle ore 18.29.00.
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Vecchio 27-02-2008, 20.16.09   #4
turaz
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solitamente nella mia esperienza il disagio è legato a una tensione che sale al mio interno.
mentre l'agio alla calma interiore che ho quando affronto qualcosa.
nel momento in cui mi sale la tensione cerco di osservare il motivo per il quale emerge.
andando poi a verificare le varie situazioni cerco di scavare a fondo e di vedere quale pensiero negativo crea quella tensione.
ecco se volessi trovare la causa è "pensiero negativo a un evento che genera tensione e che origina disagio" (insomma la sensazione di essere al posto sbagliato nel momento sbagliato)
origine=pensiero negativo su un evento scatenante (solitamente re-attivo e identico a livello interiore)
in un certo senso è un "rifiuto" di quell'evento a creare disagio
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Vecchio 27-02-2008, 23.08.19   #5
Ray
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Ho provato a vedere il significato letterale di disagio e ho trovato questa definizione: "Incomodo , per mancanza di ciò che è necessario ai bisogno della vita" qui credo si riferisse a bisogni materiali, che rendono scomoda la vita .. ma se lo trasporto in me, al disagio in senso psicologico, direi che "mancanza" è una parola che associo al disagio..

Disagio è una di quelle parole (ma quale non lo è?) che è bello e utile esplorare. L'origine aiuta spesso a vedere/capire meglio. Tu, con la tua indagine, hai trovato "mancanza" come fulcro, nucleo della parola. E praticamente ci hai preso... in realtà questo nucleo è "lontananza" (agio viene da adiacens=adiacente, vicino con contatto.. al dis-agio manca il contatto).

Lontananza può far intuire molto...
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Vecchio 27-02-2008, 23.22.33   #6
gibbi
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Disagio è una di quelle parole (ma quale non lo è?) che è bello e utile esplorare. L'origine aiuta spesso a vedere/capire meglio. Tu, con la tua indagine, hai trovato "mancanza" come fulcro, nucleo della parola. E praticamente ci hai preso... in realtà questo nucleo è "lontananza" (agio viene da adiacens=adiacente, vicino con contatto.. al dis-agio manca il contatto).

Lontananza può far intuire molto...
Provo disagio quando perdo il contatto o mi allontano da una posizione di equilibrio?
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Vecchio 27-02-2008, 23.32.03   #7
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Provo disagio quando perdo il contatto o mi allontano da una posizione di equilibrio?
Provi disagio quando c'è lontanza, sconnessione, assenza di contatto (comprensione corporale). La percezione di questa distanza, la sensazione di impossibilità, quella specie di senso istintivo di sbagliato, lo chiamiamo disagio.

Può essere un problema nostro o solo in parte...
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Vecchio 28-02-2008, 16.52.39   #8
RedWitch
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Disagio è una di quelle parole (ma quale non lo è?) che è bello e utile esplorare. L'origine aiuta spesso a vedere/capire meglio. Tu, con la tua indagine, hai trovato "mancanza" come fulcro, nucleo della parola. E praticamente ci hai preso... in realtà questo nucleo è "lontananza" (agio viene da adiacens=adiacente, vicino con contatto.. al dis-agio manca il contatto).

Lontananza può far intuire molto...
Grazie Ray,
mi sfuggiva qualcosa, adesso è un po' più chiaro.

Un esempio banale, potrebbe essere quando mi vesto con abiti in cui mi sento a mio agio, sento che c'è contatto, come se quegli abiti fossero proprio "miei", mentre se mi metto qualcosa e mi sento a disagio, non li sento miei, non aderenti a me e al mio modo di essere e rimango impacciata per tutto il tempo in cui li ho in dosso.

E' interessante il discorso della comprensione corporale.. ho incastrato un po' le cose, e credo che il corpo c'entri molto con la faccenda.. se non sono centrata, se non ho coscienza di me, del mio corpo, appena succede qualcosa (interazione con altre persone), mi perdo del tutto, perdo la percezione che ho di me stessa e mi sento a disagio.. con l'esterno. Cioè quella sconnessione di cui parli, puo' esserci con l'esterno, con l'ambiente se per esempio mi è ostile o io lo sono con chi ho di fronte o con l'ambiente stesso, non trovo connessione, armonia.. ma puo' anche essere che quella sconnessione sia in me, nella mia poca coscienza, essendo lontana da una parte di me, non trovo aderenza e mi sento a disagio..
Che dite? suona o stona?

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Vecchio 28-02-2008, 16.58.22   #9
turaz
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lontananza (spesso supposta) dal proprio "Centro"
questo rileggendo e analizzando me stesso
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Vecchio 29-02-2008, 01.37.55   #10
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.. ma puo' anche essere che quella sconnessione sia in me, nella mia poca coscienza, essendo lontana da una parte di me, non trovo aderenza e mi sento a disagio..
Che dite? suona o stona?

Beh, direi che suona. Questa sconnessione con una parte di te può esserci di tuo oppure anche una determinata condizione esterna, come ad esempio la presenza di una certa persona ma non solo, può far risuonare delle parti di te da cui sei sconnessa e quindi farti sentire il disagio.

Questa condizoine esterna, prensendo l'esempio della presenza di una persona, può essere a te non intenzionata ma non di meno far risuonare quella parte di te, oppure anche no... tipo la classica e semplice situazione in cui siamo in presenza di qualcuno che ce l'ha su con noi e ci sentiamo a disagio perchè ci fa risuonare quella parte (se fossimo in pace con essa, la presenza di uno che ce la su con noi non ci metterebbe a disagio).
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Vecchio 29-02-2008, 10.53.45   #11
RedWitch
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Sono quindi diverse cose che possono provocare il disagio..

Le persone con cui entro a contatto, possono volontariamente o meno mettermi in difficoltà quando in me risuonano quelle parti con cui non sono connessa oppure io stessa entrando in un ambiente, se non sono in connessione con alcune parti di me mi sento a disagio, sia solo per la presenza di una persona, o semplicemente perchè io non mi sento a posto per qualche motivo.

Un esempio banale che mi viene in mente, se non mi comporto proprio bene nei confronti di una persona, per esempio ne ho parlato male con un'altra e poi mi trovo in presenza di entrambe, mi sento a disagio, sulle spine perchè ho paura di venire scoperta.. (è una cosa che mi è capitata).
Se non parlo male di nessuna delle due persone, quando le vedrò sarò a posto con me stessa e non sentirò nessun disagio.

Si potrebbe dire che più mi allontano da me e più sarò a disagio ... più mi avvicino a me stessa, più entro in connessione con le parti di me che non conosco o che non accetto, e il disagio man mano scompare..
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Vecchio 04-03-2008, 14.56.06   #12
dafne
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Un esempio banale che mi viene in mente, se non mi comporto proprio bene nei confronti di una persona, per esempio ne ho parlato male con un'altra e poi mi trovo in presenza di entrambe, mi sento a disagio, sulle spine perchè ho paura di venire scoperta.. (è una cosa che mi è capitata).
Se non parlo male di nessuna delle due persone, quando le vedrò sarò a posto con me stessa e non sentirò nessun disagio.

..
uhm
A me è capitato alle volte di essere a disagio pur essendo a posto con quella persona, alle volte, in casi rari per carità, mi è capitatao di essere a disagio con perfetti sconosciuti.Questo è quindi il caso in cui sono sonnessa con me stessa senza una causa esterna? L'abitudine poi ci porta a reagire al disagio invece che fermarsi ed ascoltarne i motivi profondi. Può essere?
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Vecchio 04-03-2008, 17.15.09   #13
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uhm
A me è capitato alle volte di essere a disagio pur essendo a posto con quella persona, alle volte, in casi rari per carità, mi è capitatao di essere a disagio con perfetti sconosciuti.Questo è quindi il caso in cui sono sonnessa con me stessa senza una causa esterna? L'abitudine poi ci porta a reagire al disagio invece che fermarsi ed ascoltarne i motivi profondi. Può essere?
Anche a me è capitato Daf, pensandoci io credo che ci sia sempre una componente in me quando mi sento a disagio, la mancanza comunque è in me, solo che sono "parti" diverse.. l'ambiente secondo me influisce soprattutto se ti ci fai assorbire.. se non sono a posto con la Coscienza, dipende secondo me soprattutto da quello, se sono a posto con me stessa, puo' dipendere da qualcosa di nascosto in me su cui posso andare a lavorare..
Quindi credo che possa essere una sconnessione con una parte di me se mi sento a disagio senza alcun motivo, magari percepisco lo sguardo di un presente come "minaccioso" e mi sento in pericolo, anche se oggettivamente non ce ne sarebbe bisogno (perchè questo manco mi sta pensando in realtà).

Sull'ultima domanda non sono certa, ma se mi sento minacciata in qualche modo, mi metto in posizione di difesa, quindi sì capita che posso reagire senza riflettere un momento.. il mio disagio in genere si trasformava in ansia, e non vedevo l'ora di andarmene dal luogo in cui mi trovavo, e questo influiva sul mio umore..

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Vecchio 19-03-2008, 15.43.20   #14
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Oggi mi sento strana, a disagio direi, e non c'è niente che non vada, eppure se mi ascolto attentamente mi sento a disagio in questo posto, in questo momento in questi vestiti anche. Me la stavo per prendere con un paio di persone per diversi motivi ma mi sono proprio resa conto che avrei scaricato su di loro un sentire che con loro non aveva direttamente a che fare.
Mi sento a disagio, con me stessa, come se stessi facendo o avessi appena fatto una cosa sbagliata, o me la fossi dimenticata non lo so.
E' curioso, è come se fossi in bilico nei miei pensieri e non voglio dire o fare perchè questo sentire in questo momento può essere importante. Chi lo sa.
Possibile che il disagio sia anche un "sintomo" che alcune porte si sono aperte o che alcune percezioni si sono fatte più forti e questo diverso stato influisca anche sul fisico?
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Vecchio 19-03-2008, 23.17.54   #15
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Possibile che il disagio sia anche un "sintomo" che alcune porte si sono aperte o che alcune percezioni si sono fatte più forti e questo diverso stato influisca anche sul fisico?
Beh, perchè no? Una variazione vibrazionale può richiedere tempo per l'adattamento e quindi provocare disagio... basti pensare alla temperatura e/o umidità, tipo quando si entra in una sauna.

In linea di massima ogni variazione che dobbiamo "rincorrere" perchè repentina può dare disagio temporaneo.
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