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Vecchio 03-10-2007, 14.22.05   #1
Uno
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Predefinito 1) Tempo, Cicli e Costanza

Tutti noi dopo la prima sculacciata (ops, giuro che non volevo , eppure senza di quella non saremmo neanche qui a discutere ) impariamo a respirare in maniera naturale, non serve pensarci, tutti gli organi, meccanismi e anche le reazioni chimiche e quant'altro danno origine alla respirazione, qualcosa che nasce da meccanismi non controllabili prende vita propria e tutto ciò che ha vita può dare vita.
La Vita stessa non può essere controllata da noi se non per terminarla e se questo terminare riguarda noi stessi è anche molto ma molto difficile.

Allo stesso modo un movimento evolutivo, un percorso Spirituale o Interiore se preferite può diventare spontaneo come la vita stessa, ma non è dovuto, non è un fattore essenziale alla vita in genere, lo è nell'evoluzione della vita.
La pratica è la forzatura iniziale di quello che poi diventa naturale.
Per questi motivi per poter praticare (cioè mettere in pratica quello che forse conosciamo in teoria) sono necessarie alcune basi che possono sembrare altra teoria, invece sono il fulcro di ogni tipo di percorso, anche i più apparentemente diversi.




Costanza

Non importa quanto tempo si dedica alla pratica, per assurdo potrebbero essere anche solo 10 semplici minuti al giorno per iniziare, però è importante che quei 10 minuti siano tutti i giorni, che siano pressapoco alla stessa ora, che possibilmente siano nello stesso posto.

Poi vedremo i motivi di questa mia prima affermazione, oppure se li vedete potete provare a descriverli
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Vecchio 03-10-2007, 15.46.19   #2
turaz
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condivido.
per quanto mi concerne medito circa 30-40 minuti al giorno sempre la sera alla stessa ora.
così come da quando me lo hai detto bevo limone ogni mattina alla stessa ora )))
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Vecchio 03-10-2007, 17.37.53   #3
Sole
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Costanza

Non importa quanto tempo si dedica alla pratica, per assurdo potrebbero essere anche solo 10 semplici minuti al giorno per iniziare, però è importante che quei 10 minuti siano tutti i giorni, che siano pressapoco alla stessa ora, che possibilmente siano nello stesso posto.

Poi vedremo i motivi di questa mia prima affermazione, oppure se li vedete potete provare a descriverli
Per la mia esperienza un orario costante e fisso e un luogo confortevole e familiare aiuta non poco. Probabilmente perchè appunto il confort all'inizio ci predispone a lasciare andare tutto quello che è intorno e fuori e concentrarci solo sulla pratica e quindi su di noi.
Inoltre credo che l'oganismo impari che a quell'ora si fa quello e basta e lui stesso si disciplina. Alla fine è come se all'orario stabilito il corpo e la mente chiamino la pratica. Si stabilisce un ordine.
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Vecchio 03-10-2007, 17.47.39   #4
stella
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Tutti noi dopo la prima sculacciata (ops, giuro che non volevo , eppure senza di quella non saremmo neanche qui a discutere ) impariamo a respirare in maniera naturale, non serve pensarci, tutti gli organi, meccanismi e anche le reazioni chimiche e quant'altro danno origine alla respirazione, qualcosa che nasce da meccanismi non controllabili prende vita propria e tutto ciò che ha vita può dare vita.
La Vita stessa non può essere controllata da noi se non per terminarla e se questo terminare riguarda noi stessi è anche molto ma molto difficile.

Allo stesso modo un movimento evolutivo, un percorso Spirituale o Interiore se preferite può diventare spontaneo come la vita stessa, ma non è dovuto, non è un fattore essenziale alla vita in genere, lo è nell'evoluzione della vita.
La pratica è la forzatura iniziale di quello che poi diventa naturale.
Per questi motivi per poter praticare (cioè mettere in pratica quello che forse conosciamo in teoria) sono necessarie alcune basi che possono sembrare altra teoria, invece sono il fulcro di ogni tipo di percorso, anche i più apparentemente diversi.




Costanza

Non importa quanto tempo si dedica alla pratica, per assurdo potrebbero essere anche solo 10 semplici minuti al giorno per iniziare, però è importante che quei 10 minuti siano tutti i giorni, che siano pressapoco alla stessa ora, che possibilmente siano nello stesso posto.

Poi vedremo i motivi di questa mia prima affermazione, oppure se li vedete potete provare a descriverli

Perchè così si genera un ritmo, un rituale che con la costanza diventa parte di noi.....
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Vecchio 03-10-2007, 18.12.42   #5
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Mi rendo conto che forse la " Costanza " è gia qualcosa di altro,di più definito.
Direi, sbagliando probabilmente, che ciò che si fa è per avere " Costanza" dopo nel farlo.
Quindi praticamente come ha detto Sole una disciplina da acquisire poichè a questa non siamo abituati.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 03-10-2007, 18.47.53   #6
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Forze perchè sono abitudinaria se faccio una cosa per un certo numero di volte ecco che è quella cosa che poi chiama me e non io lei.

Il più difficile per me è iniziare essendo pigra e mantenere il ritmo del rodaggio.
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Vecchio 03-10-2007, 21.20.02   #7
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Concordo con Jez... la costanza è anche un risultato da ottenere, e concordo con Sole... il centro motore impara per ripetizione e per fare qualcosa con tutti se stessi si deve usare anche il centro motore. Ma, sempre come accenna Sole, la cosa aiuta anche pian pianino a re-invertire l'ordine gerarchico corretto tra essere e personalità... l'essere si abitua ad "esprimersi" in determinati tempi-luoghi-cicli e dopo un po' cresce e inizia ad avere iniziativa.
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Vecchio 03-10-2007, 22.43.27   #8
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Quando si inizia secondo me è utile fissarsi un orario, per farlo diventare un momento dedicato a sè stessi. Per la mia esperienza, dato che mi raccontavo di avere sempre mille cose da fare, è stato come ritagliare un momento solo per me, in mezzo alla corsa continua. Inoltre, se ci si "dimentica" di farlo, il corpo si accorge.. come quando si ha un appuntamento in un dato posto ad una data ora e lo si salta.. dopo torna in mente. Funziona un po' come una "sveglia".
Per il luogo, credo che come diceva Sole, in un posto familiare, ci si sente più tranquilli, si riesce a non pensare all'esterno, ma a dedicarsi solo a ciò che si sta facendo.
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Vecchio 03-10-2007, 23.20.12   #9
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Esatto... non solo, estendendo, alla lunga sta cosa ricompone la nostra interna gerarchia di importanze... e la pratica smette di essere l'ultima cosa in lista, ma diviene la prima. E con essa la Ricerca...
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Vecchio 04-10-2007, 01.17.13   #10
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Ricordo quando facevo meditazione (la chiamavo così) lo facevo sempre alla stessa ora (mezzanotte) e durava circa un'ora. A volte mi addormentavo durante la meditazione ma poi mi svegliavo sempre a quella data ora. Era come se il mio corpo sapesse che era passata un'ora.

Col passare del tempo era diventata un'esigenza... come quando lo stomaco brontola all'ora di pranzo o di cena. Non la chiamrei un'abitudine (anche se in parte lo era) ma più un'appuntamento con me stesso. Per scaricare tensioni e per ritrovarmi.

All'inizio ho messo costanza nel "ritagliarmi" quel momento... poi col tempo era diventata un'esigenza.

Ho abbassato l'attenzione su questa esigenza e una sera dopo l'altra me ne sono "scordato". Smisi di farlo perchè altri pensieri erano entrati nella mia mente.

La costanza richiede un'attenzione continua. Arriva il momento in cui la spinta (l'attenzione) sparisce ed è in quel momento che bisogna metterci più costanza.
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Vecchio 04-10-2007, 10.08.12   #11
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Condivido tutto quello che avete scritto ma alla ragione (quella che va convinta per iniziare) manca quel quid che le permette di afferrare il senso della costanza.

Questa costanza è necessaria (e a volte spinge da se) in quasi tutto quello che facciamo, i famosi cicli, ritmi...
Proviamo a vederne il meccanismo assumendo un medicinale: "signora deve prendere questa pastiglia ogni 6 ore". Vi siete mai chiesti perchè 6 ore e non 4 o 7?
Perchè la pastiglia (teoricamente secondo le sperimentazioni) contiene la massima sostanza chimica (un pò meno della massima per la sicurezza) che può agire nel nostro organismo per una determinata patologia, massima rimanendo al di sotto quindi di una possibile intossicazione e/o di scarti per varie vie di qualcosa in più.
Che questo poi non accada sempre è un'altro discorso, le medicine andrebbero dosate precisamente persona per persona ma non è questa la discussione per vedere tale discorso.
Quindi assumiamo il massimo possibile che poi in base a sperimentazioni il corpo smaltirà nelle famose 4,5,6 ore (esempi), per smaltirà intendo che comunque non avrà più a sufficienza sostanze chimiche di tali principi all'interno.
Quindi le tot ore sono il tempo in cui sperimentalmente non si supera una concentrazione inefficace e magari dannosa o nel migliore dei casi sprecata, ma non si rilascia l'organismo tornare completamente senza tale copertura, onde evitare che si rinforzi il focolaio della malattia.

Questo accade in via naturalle per molte cose.... espiro e sto il giusto tempo/ciclo con i polmoni vuoti per tutti i miei processini chimici della respirazione poi si riempiono: inspiro al momento giusto di non avere mancanza di aria ma allo stesso tempo che siano finiti quei processi che dicevo...
Mangio (dovrei) quando ciò che ho nello stomaco non basta più per sostentarmi
etc etc....


Quindi trasportiamo il tutto alle pratiche spirtuali:

In un certo senso si può dire che combatto alcune abitudini e condizionamenti con un'abitudine che io decido.... ogni giorno mi metto a fare ciò che il punto del mio percorso prevede, perchè in quel sacro momento si spezzino tutte le cose che quotidianamente mi rendono meccanicamente un robot.
Farlo con alcune costanti rafforza questo momento, il primo giorno anche 5 minuti possono essere pesanti se un certo esercizio non ci attira, dopo una settimana se ci abbiamo messo impegno diventa un rito di cui sentiamo bisogno.
Considerazioni più o meno simili valgono per il luogo che volenti o no si impregnerà del nostro vissuto... anche senza scomodare energie (che pur esistono) che attiriamo allontaniamo in ogni cosa che facciamo anche il semplice vedere, annusare... percepire lo stesso ambiente quanto meno non è fonte di distrazione, inoltre come quando entrando in una chiesa con una certa predisposizione si percepisce un movimento interiore, appena ci si colloca nel proprio laboratorio di sperimentazione interiore l'organismo si predispone.

Questo lungo e probabilmente noioso, per molti, post apre molti fronti apparentemente contraddittori, sicuramente molti non capiranno perchè combattere delle abitudini con altre abitudini, tanto per fare un esempio.
Non è questa la sede, in questa sezione ci limitiamo "solo" a vedere dei metodi non a discutere su presunte limitazioni viste solo mentalmente (nel senso più cervellotico)... ma giusto per accennare, qualsiasi cosa spontanea deve passare per il processo non-lo-faccio>abitudine>spontaneo sono variabili i tempi e le intensità delle tre fasi ma esistono sempre tutte e tre
Il famoso bambino che nasce non respira spontaneamente prima dello schiaffetto, questo schiaffetto catalizza il processo, il primo respiro diventa un'abitudine, al secondo non possiamo farne a meno e la respirazione diventa spontanea.


Quando i processi diventano spontanei i discorsi cambiano... ma adesso a noi non interessa questa parte....
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Vecchio 04-10-2007, 13.35.56   #12
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Tutto ciò mi fa pensare che è possibile educare il corpo e la mente a qualsiasi cambiamento,chi non è costante può abituarsi ad esserlo,chi lo è potrà utilizzare tale qualità per rendere nel tempo spontaneo, quel che non lo è...il quid che manca a rendere costante, la costanza stessa è per me la Volontà...se vuoi realmente,profondamente un qualcosa,devi metterci tutto te stesso,il massimo impegno...o abituarti a mettercelo non concedendoti troppi sconti.
Prima di rendere spontanea la concentrazione è fondamentale essere costanti...la vedo come un qualcosa dal quale non si può prescindere per ottenere un Vero risultato,poi in automatico potrà venire tutto il resto.
Siamo macchine e come tali possiamo modificare la nostra struttura,aumentare la resistenza,cambiare al punto da diventare tutt'altro,Individui nella migliore delle ipotesi...
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Vecchio 08-10-2007, 16.19.18   #13
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Possiamo dire che la volontà è come un talento artistico? Il disegno per esempio. Il talento è innato ma se non lo esercito, se non faccio ogni giorno un pò di scuola di disegno, di tratteggio, di copia da vivo ecc il mio talento rimarrà latente...so che è semplicistico come esempio ma può rendere l'idea?
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Vecchio 08-10-2007, 16.40.14   #14
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Possiamo dire che la volontà è come un talento artistico? Il disegno per esempio. Il talento è innato ma se non lo esercito, se non faccio ogni giorno un pò di scuola di disegno, di tratteggio, di copia da vivo ecc il mio talento rimarrà latente...so che è semplicistico come esempio ma può rendere l'idea?
Mah... sono concetti che forse portano fuori il discorso. Sarebbero più teorici e quindi da discussione in esoterismo...

Comunque la volontà serve per esercitare un talento... o per acquisirlo, perchè se è vero che si nasce in qualche modo ci si diventa pure, erroneamente si definiscono i talenti solo innati, giustamente si definiscono in tal modo se si pensa che qualcosa deve morire e rinascere per acquisirli.
Se fai scuola di disegno non eserciti il talento che potrebbe essere la tua capacità di disegnare senza sapere come lo fai, una volta che hai finito la scuola di disegno se ti sei impegnata, se poi eserciti i metodi... se qualcosa cambia nella tua costituzione psico-fisico-energetica (cosa che stiamo cercando di capire come fare, non perchè, non approfonditamente, accade, in questa nuova sezione) poi avrai acquisito il talento del disegno.

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Vecchio 08-10-2007, 16.59.58   #15
turaz
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l'immagine del disegno mi ha fatto pensare al fatto che più riesci a "essere" un tuttuno tra colui che disegna,quello che vuole disegnare e gli attrezzi per farlo più riesci a esprimere quel talento

Ultima modifica di turaz : 08-10-2007 alle ore 17.31.13.
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Vecchio 13-03-2011, 15.12.27   #16
Blue
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La costanza in certe pratiche, direi che serve quindi a creare un'abitudine che diventa man mano semre più difficile da estirpare. E quando queste pratiche diventano spontanee si può arrivare come ad una (diciamo) assuefazione, ma decisa in maniera cosciente invece che indotta, che dovrebbe portare ad un continuo aumento del tempo dedicato.
La stessa cosa può quindi funzionare anche al contrario per togliere quel che è in più (e tempi come la quaresima servono anche a questo no?)per arrivare a "destrutturare?" sempre più abitudini che invece sono nate in maniera incontrollata.
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