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Vecchio 06-11-2009, 17.48.15   #51
Shanti
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Va bene, ho solo aggiustato qualcosina qua e là, tipo la punteggiatura (es. lo spazio dopo la virgola). Posto qui sotto il pezzo definitivo togliendo la frase ripetuta.

In genere i complimenti non lo imbarazzano, ma riceverli da una persona come Marta gli fa uno strano effetto, sente un calore inondargli la testa, vorrebbe dirle qualcosa per sdebitarsi, qualcosa che la facesse sentire veramente bene, invece riesce solo a tirare fuori un timido "grazie".
Mark, carico di bicchieri e patatine, torna vicino agli amici ma vedendo la scena fra i due si limita a posare gli stuzzichini sul tavolino per non interromperli.
Si sente di troppo, riaffonda nel divano, reclinando ancora la testa indietro e allentandosi la cravatta che porta più per necessità che per altro. Fa alcuni respiri profondi e cerca di scaricare le tensioni della giornata, pensando a quanto è bello avere un salottino condominiale dove ritrovare, oltre agli altri, anche se stessi...

"Eccoti qua" esclama Marta, mentre si allontana da Fabrizio e si dirige verso Mark intento ad allentare il nodo della cravatta "umh patatine... e basta?" prende il suo bicchiere e aggiunge: " Vado a prendere anche delle noccioline ". Mentre si allontana, Marta scorge sulla gradinata di fronte un gruppetto di persone che non vedeva da tempo, alza la mano, facendola ondeggiare leggermente per attirare la loro attenzione, e decide di avvicinarsi per salutare i vecchi amici: "Vi lascio soli un attimo ragazzi..."
Mark osserva Marta allontanarsi, poi si rivolge a Fabrizio: "Quello che ti manca credo sia solo una buona idea... Tu hai del talento, Fabrizio, non hai niente da invidiare agli artisti che vanno di moda oggi, hai solo bisogno di trovare la grande occasione per dimostrare quanto vali!" fa una pausa, sorseggia un po' del suo gin tonic, poi continua: "E per far questo hai bisogno o della fortuna o delle giuste conoscenze..."
Un po' pensoso Fabrizio inizia a bere il secondo bicchiere di vino, poi rivolgendosi a Mark riflette ad alta voce: "Si è vero quello che hai detto, però di persone che ti promettono mari e monti già ne ho trovate parecchie, poi al dunque non fanno niente, l'occasione per svoltare la sto aspettando, spero arrivi presto, intanto cerco di migliorarmi e di studiare il più possibile". Intanto comincia ad assaggiare le patatine portate da Mark.
Marta si avvicina al gruppo salutando con un sorriso: "Mi fa piacere rivedervi, tutto bene?" Qualcuno ricambia il sorriso e il giovane che sta parlando risponde appena con un cenno del capo, senza però interrompere il discorso che sembra interessare tutti. Sono compagni di Università, meglio sono ex compagni perchè si sono laureati da un po'. Marta intuisce che stanno parlando di lavoro, del progetto di un nuovo centro didattico forse, legge un'espressione soddisfatta sui loro volti, la colpisce l'entusiasmo nelle loro parole e d'improvviso il cuore comincia a batterle forte, il suo stomaco è contratto, l'imbarazzo la soffoca e qualcosa dentro le urla di allontanarsi. Indietreggiando piano senza voltarsi, fino a quando si sente abbastanza distante da loro, Marta si dice a voce alta: "Nessuno si è neanche accorto che sei arrivata, figuriamoci se notano la tua assenza ". Sente le lacrime spuntare ma ricaccia giù a forza quel groppo sforzandosi di stamparsi sulla faccia un finto sorriso, mentre raggiunge gli amici intenti a conversare.
"Un'incapace fallita, ecco quello che sei, hai trent'anni e l'unica cosa che ti riesce bene è la parte della single parassita, nient'altro".
Marta impreca contro di sè sempre a voce alta, incurante di interrompere il dialogo tra Mark e Fabrizio, è arrabbiata e trattiene a fatica le lacrime, raccoglie la borsa da terra e cerca dei fazzoletti che non trova: "Cento cose inutili qui dentro!" continua furiosamente a girare la mano dentro la borsa: "Non hai mai quello che serve, una nullità ecco quello che sei" si sfoga asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
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Vecchio 08-11-2009, 02.12.18   #52
filoumenanike
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Marta è andata via piangendo,Fabrizio resta un attimo interdetto, guarda in faccia Mark, è senz'altro più maturo, potrebbe parlare con Marta in modo più efficace, però pensa" che cavolo, pochi minuti prima lei è stata tanto gentile e dolce con me!" allora fa un cenno a Mark, si alza e la raggiunge, appena prima di una delle rampe che portano al condominio, la abbraccia d'impulso, la sente singhiozzare e per la rabbia lei gli stringe le braccia con le mani fino a fargli male.
Con tono comprensivo tenta di rasserenarla -"Ma che hai fatto? E' per la laurea? Ma che ti frega, sai quanti laureati conosco che sono solo degli imbecilli, sei una bella ragazza, intelligente,spiritosa,un lavoro intanto ce l' hai"
Prova a rincuorarla come può, anche se sa, per esperienza personale, che se si è davvero insoddisfatti di se stessi non c'è niente che serva a consolarci.
Mark guarda Fabrizio andare a raggiungere Marta, è contento, è questo, pensa, il vero spirito di un clan. Vede che si abbracciano, lei piange sulla sua spalla per un po', ma quando poi alza gli occhi e incontra lo sguardo di Mark, le scappa un buffo sorriso, probabilmente sentendosi a disagio per quanto successo. L'amico le sorride a sua volta, solleva il bicchiere in segno di un brindisi e intanto nota che anche gli altri del clan assistono preoccupati alla scena chiedendosi cosa sia successo.
Qualcun altro si alza e si avvicina alla giovane donna,per sincerarsi delle sue condizioni, in breve Marta è circondata da persone che, chi in un modo chi in un altro, cercano di aiutarla e le chiedono come sta.
Marta, travolta da tanta espressione di sincero affetto, si sente sempre più in difficoltà, l'abbraccio di Fabrizio le riscalda il cuore, vorrebbe solo che smettesse di parlare perchè quello che dice non fa che aumentare il suo dolore .
" Facciamo l'elenco di quello che non sono e che non ho " vorrebbe urlare ma alzando il volto dalla sua spalla, nell' incrociare lo sguardo di Mark, seduto in fondo e che la sta salutando con il bicchiere alzato, prova fastidio perchè le sembra fuori luogo, "ma come" pensa tra sé e sé "sto soffrendo e lui brinda" ..ma è questione di un momento, il suo sorriso è come una pennellata di comicità su quel gesto inopportuno e allore Martaa gli sorride a sua volta.
Fabrizio, osservando la scena, vedendo che più di qualche persona si è avvicinata per sapere cosa sia successo, per parlare con Marta, riflette che a volte si crea davvero un'atmosfera familiare dentro il clan, specialmente con chi si conosce da più tempo.
Dopo aver ringraziato alcune delle persone che si sono avvicinate, Marta decide di andarsene a casa, è ancora piuttosto scossa e irritata, Fabrizio vorrebbe trattenerla ma pensa che sia meglio non insistere e le dice con dolcezza "se vuoi ci vediamo più tardi, magari dopo cena", mentre lei sale le scale che portano al condominio si gira e torna a sedersi vicino a Mark.

Marta vuole salire in casa usando le scale, ha bisogno di scaricare un po' di energia...."Accidenti Marta,c'era proprio bisogno di dare spettacolo? " si dice a voce alta. E' arrabbiatissima con se stessa e continua a rimproverarsi " non hai un briciolo di autocontrollo, alla prima difficoltà scoppi come un petardo."
Sa bene che quell 'uscita teatrale non sarà priva di conseguenze e si sta preparando ad affrontare il primo problema, informare i genitori dell'accaduto, evitando che lo sappiano dai vicini di casa, tra quelli del clan presenti nel salone.
"Il clan...." borbotta tra sé, mentre sistema il bavero della giacca che ha preso prima di uscire di casa " gioie e dolori ..." sospira piano e si sente più serena mentre si avvicina alla vetrata cercando di individuare Mark e Fabrizio tra la folla di persone ora presente nel salone. ( ma non si erano lasciati?)
Mark si rende conto che lo sfogo di Marta è stato più serio di quel che pensava "Che le è successo? L'ho vista andare a prendere le noccioline tutta contenta, e pochi istanti dopo è scoppiata in lacrime.." lancia uno sguardo verso gli ex compagni d'università di Marta coi quali aveva parlato poco prima, sono ancora lì in gruppo che conversano tranquillamente. Non li conosce bene, ma in tutto il salone sembrano gli unici a non essersi accorti di niente o, per lo meno, ad aver fatto finta di non essersi accorti di niente.
Fabrizio alle domande di Mark,che gli chiede notizie di Marta, risponde "Mah, credo che sia la rabbia per aver visto i suoi ex compagni di università, il fatto di non essersi ancora laureata...il lavoro che non le piace, adesso è tornata a casa, era ancora nervosa, le ho detto che se vuole ci possiamo rivedere dopo cena, sai com' è fatta, certe volte è meglio lasciarla sfogare"
Finisce il secondo bicchiere, Fabrizio e con un po' di amarezza riflette "che vuoi farci, se non riesci a guadagnarti da vivere facendo un lavoro che ti piace, devi adattarti, altrimenti devi fare come me che a trent'anni debbo ancora chiedere soldi a mamma e papà, come un bambino che vuole comprarsi un gelato".
Marta li raggiunge e resta in piedi davanti ad entrambi mentre, con tono di voce che vuole dimostrare loro tutta la sua riconoscenza -" grazie ragazzi per essere ancora qua" . Mark si alza per togliere la sua giacca dalla poltrona vuota accanto alla sua e, con un cenno della mano, la invita a sedere - "Vieni Marta, siediti vicino a me. Va un po' meglio adesso?"
" Ho le ossa rotte come se fossi stata sbatacchiata qua e la ...e sono ancora un po' lontana dall'avere quel bel carattere accomodante dolce e solare che mi piacerebbe tanto ...ma va meglio, sì " risponde Marta a Mark, accennando un sorriso e continuando ad accomodarsi sulla poltrona - "ho approfittato dell'incontro con i miei genitori per avvisarli che non sarò a casa per cena ....più tardi uscirò a fare due passi , ho bisogno di riordinare le idee...quello che è successo stasera mi ha fatto capire che il vaso è proprio colmo"Nota per Gibbi: penso che qualche passaggio manchi, quando Marta esce, poi ritorna...forse dovrebbe descrivere l'incontro co i genitori o far capire meglio i movimenti. Non vorrei aver perso qualche battuta...meglio chiedere al regista, comunque!

NB non riesco a darre il colore celeste sos! nè a mettere le smiles!!!!

Ultima modifica di filoumenanike : 08-11-2009 alle ore 02.26.19.
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Vecchio 08-11-2009, 16.22.22   #53
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Il colore lo dai andando a cliccare sulla freccetta vicino alla A sul pannello sopra il riquadro di risposta, ti si apre una tavolozza e clicchi sul colore che vuoi, dopo aver evidenziato col mause il testo da colorare.
Per la faccina basta che dopo esserti fermata sul punto dove la vuoi posizionare la punti col mause (che diventa manina) dalla lista di faccine a destra e ti viene

Ho letto attentamente il tuo pezzo e ho visto che mancano sei post che ho riportato qui sotto, nel caso li avesse preparati Shanti chiedo scusa, ma altrimenti andando avanti quei post si perdono....

Metto qui sotto il testo che ne risulta con alcune piccole correzioni, se per te va bene, intanto aspettiamo Shanti per vedere che ne pensa:

"Beh che succede Marta? Ti hanno rubato tutte le noccioline?" chiede Mark sorridendo, cercando di strapparle a sua volta un sorriso, vedendo che fra l'altro se le è dimenticate. "Dai domani io e Fabrizio te ne compriamo un pacco famiglia, vedrai che scorpacciata!", e vedendola in difficoltà le passa una salviettina che avevo preso insieme alle patatine.
Fabrizio, intento nel discorso che stava facendo con Mark, vedendo tornare Marta visibilmente turbata, non ne capisce il motivo, perchè fino a prima di alzarsi sembrava serena. Si guarda intorno, vede poco distante un gruppo di persone tra cui gli sembra di riconoscere ex compagni di università di Marta, allora forse comprende il perchè delle sue lacrime o forse no, non è mai stato molto bravo nell'interagire con gli stati d'animo delle persone, anche quando dipinge un bel ritratto sente che quasi mai riesce a cogliere davvero l'anima di chi ha di fronte e forse è questo che lo fa maggiormente arrabbiare, più delle scarse entrate economiche derivanti dal suo lavoro.
"si si, ti compriamo tutte le noccioline che vuoi..." le dice.
Vorrebbe continuare a parlare ma le frasi gli restano in gola due, tre volte, allora le passa una mano sulla spalla e le porge anche lui una salvietta.
Marta appoggia il bicchiere ancora pieno sul ripiano accanto a sè e prendo le salviette per asciugare le guance rigate di lacrime .
"Vi chiedo scusa" dice loro con un filo di voce e senza alzare lo sguardo "siamo qui per rilassarci e lasciare lì fuori i problemi della giornata che sono tanti e per tutti, scusatemi ancora ..." e continua forzandosi di darsi un tono e di sorridere "ma di cosa stavamo parlando ? Ah sì , di noccioline, anzi di una confezione famiglia di noccioline,vi prendo in parola e.... "
Non riesce a concludere la frase, lo sconforto e la rabbia hanno il sopravvento, le lacrime continuano a scendere....."devo andare, non è proprio serata per me e non è giusto rovinare la vostra, a domani ragazzi" e dopo queste parole si infila la tracolla della borsa sulla spalla e si allontana ...


Fabrizio resta un attimo interdetto, guarda in faccia Mark, è senz'altro più maturo, potrebbe parlare con Marta in modo più efficace, però pensa "che cavolo, pochi minuti prima lei è stata tanto gentile e dolce con me!" allora fa un cenno a Mark, si alza e la raggiunge, appena prima di una delle rampe che portano al condominio, la abbraccia d'impulso, la sente singhiozzare e per la rabbia lei gli stringe le braccia con le mani fino a fargli male.
Con tono comprensivo tenta di rasserenarla "Ma che hai fatto? E' per la laurea? Ma che ti frega, sai quanti laureati conosco che sono solo degli imbecilli, sei una bella ragazza, intelligente, spiritosa, un lavoro intanto ce l'hai".
Prova a rincuorarla come può, anche se sa, per esperienza personale, che se si è davvero insoddisfatti di se stessi non c'è niente che serva a consolarci.
Mark, vedendo Fabrizio andare a raggiungere Marta, è contento, è questo, pensa, il vero spirito di un clan. Vede che si abbracciano, lei piange sulla sua spalla per un po', ma quando poi alza gli occhi e incontra lo sguardo di Mark, le scappa un buffo sorriso, probabilmente sentendosi a disagio per quanto successo. L'amico le sorride a sua volta, solleva il bicchiere in segno di un brindisi e intanto nota che anche gli altri del clan assistono preoccupati alla scena chiedendosi cosa sia successo.
Qualcun altro si alza e si avvicina alla giovane donna, per sincerarsi delle sue condizioni, in breve Marta è circondata da persone che, chi in un modo chi in un altro, cercano di aiutarla e le chiedono come sta.
L'abbraccio di Fabrizio le riscalda il cuore, anche se vorrebbe urlare "Facciamo l'elenco di quello che non sono e che non ho", ma alzando il volto dalla sua spalla, nell' incrociare lo sguardo di Mark, seduto in fondo e che la sta salutando con il bicchiere alzato, prova fastidio perchè le sembra fuori luogo, "ma come" pensa tra sé e sé "sto soffrendo e lui brinda" ..ma è questione di un momento, il suo sorriso è come una pennellata di comicità su quel gesto inopportuno e gli sorride a sua volta.
Fabrizio, osservando la scena e vedendo che più di qualche persona si è avvicinata per sapere cosa sia successo e per parlare con Marta, riflette che a volte si crea davvero un'atmosfera familiare dentro il clan, specialmente con chi si conosce da più tempo.
Dopo aver ringraziato alcune delle persone che si sono avvicinate, Marta decide di andarsene a casa, è ancora piuttosto scossa e irritata, Fabrizio vorrebbe trattenerla ma pensa che sia meglio non insistere e le dice con dolcezza "se vuoi ci vediamo più tardi, magari dopo cena", mentre lei sale le scale che portano al condominio si gira e torna a sedersi vicino a Mark.

Marta vuole salire in casa usando le scale, ha bisogno di scaricare un po' di energia...."Accidenti Marta, c'era proprio bisogno di dare spettacolo?" si dice a voce alta. E' arrabbiatissima con se stessa e continua a rimproverarsi "non hai un briciolo di autocontrollo, alla prima difficoltà scoppi come un petardo."
Sa bene che quell'uscita teatrale non sarà priva di conseguenze e si sta preparando ad affrontare il primo problema, informare i genitori dell'accaduto, evitando che lo sappiano dai vicini di casa, tra quelli del clan presenti nel salone.
"Il clan...." borbotta tra sé, mentre sistema il bavero della giacca che ha preso prima di uscire di casa "gioie e dolori ..." sospira piano e si sente più serena mentre si avvicina alla vetrata cercando di individuare Mark e Fabrizio tra la folla di persone ora presente nel salone. vorrebbe solo che smettesse di parlare perchè quello che dice non fa che aumentare il suo dolore.
( ma non si erano lasciati? forse l'entrata delle scale è vicina alla vetrata e si volta indietro per vedere se i suoi amici sono ancora là...)
Mark si rende conto che lo sfogo di Marta è stato più serio di quel che pensava e appena Fabrizio torna a sedersi accanto a lui gli chiede: "Che le è successo? L'ho vista andare a prendere le noccioline tutta contenta, e pochi istanti dopo è scoppiata in lacrime.." lancia uno sguardo verso gli ex compagni d'università di Marta coi quali aveva parlato poco prima, sono ancora lì in gruppo che conversano tranquillamente. Non li conosce bene, ma in tutto il salone sembrano gli unici a non essersi accorti di niente o, per lo meno, ad aver fatto finta di non essersi accorti di niente.
"Mah, credo che sia la rabbia per aver visto i suoi ex compagni di università, il fatto di non essersi ancora laureata...il lavoro che non le piace, adesso è tornata a casa, era ancora nervosa, le ho detto che se vuole ci possiamo rivedere dopo cena, sai com' è fatta, certe volte è meglio lasciarla sfogare"
risponde Fabrizio e finisce il suo secondo bicchiere, con un po' di amarezza riflette "che vuoi farci, se non riesci a guadagnarti da vivere facendo un lavoro che ti piace, devi adattarti, altrimenti devi fare come me che a trent'anni debbo ancora chiedere soldi a mamma e papà, come un bambino che vuole comprarsi un gelato".
Marta li raggiunge e resta in piedi davanti ad entrambi mentre, con tono di voce che vuole dimostrare loro tutta la sua riconoscenza dice loro: "grazie ragazzi per essere ancora qua". Mark si alza per togliere la sua giacca dalla poltrona vuota accanto alla sua e, con un cenno della mano, la invita a sedere - "Vieni Marta, siediti vicino a me. Va un po' meglio adesso?"
"Ho le ossa rotte come se fossi stata sbatacchiata qua e la... e sono ancora un po' lontana dall'avere quel bel carattere accomodante dolce e solare che mi piacerebbe tanto... ma va meglio, sì" risponde Marta a Mark, accennando un sorriso e continuando ad accomodarsi sulla poltrona "ho approfittato dell'incontro con i miei genitori per avvisarli che non sarò a casa per cena.... più tardi uscirò a fare due passi, ho bisogno di riordinare le idee... quello che è successo stasera mi ha fatto capire che il vaso è proprio colmo"

Ultima modifica di stella : 08-11-2009 alle ore 17.10.58. Motivo: correzioni delle correzioni
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Vecchio 10-11-2009, 01.53.13   #54
Shanti
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Posto qui sotto i due pezzi insieme, ho tolto qualche ripetizione e aggiustato la punteggiatura, poi ho sistemato l'incongruenza facendo decidere a Marta di tornare indietro a raggiungere gli amici (cioè... deve averlo deciso a un certo punto, ma non l'ha detto ad alta voce )

"Beh che succede Marta? Ti hanno rubato tutte le noccioline?" chiede Mark sorridendo, cercando di strapparle a sua volta un sorriso e notando che fra l'altro se le è dimenticate: "Dai domani io e Fabrizio te ne compriamo un pacco famiglia, vedrai che scorpacciata!", e vedendola in difficoltà le passa una salviettina che avevo preso insieme alle patatine.
Fabrizio, intento nel discorso che stava facendo con Mark, vedendo tornare Marta visibilmente turbata non ne capisce il motivo, perché fino a prima di alzarsi sembrava serena. Si guarda intorno, vede poco distante un gruppo di persone tra cui gli sembra di riconoscere ex compagni di università di Marta, allora comprende il perché delle sue lacrime... o forse no. Non è mai stato molto bravo nell'interagire con gli stati d'animo delle persone, anche quando dipinge un bel ritratto sente che quasi mai riesce a cogliere davvero l'anima di chi ha di fronte e forse è questo che lo fa maggiormente arrabbiare, più delle scarse entrate economiche derivanti dal suo lavoro.
"Si si, ti compriamo tutte le noccioline che vuoi..." le dice.
Vorrebbe continuare a parlare ma le frasi gli restano in gola due, tre volte, allora le passa una mano sulla spalla porgendole a sua volta una salvietta.
Marta appoggia il bicchiere ancora pieno sul ripiano accanto a sé e prende le salviette per asciugare le guance rigate di lacrime .
"Vi chiedo scusa" dice loro con un filo di voce e senza alzare lo sguardo, "siamo qui per rilassarci e lasciare lì fuori i problemi della giornata che sono tanti e per tutti, scusatemi ancora." e continua forzandosi di darsi un tono e di sorridere: "Ma di cosa stavamo parlando? Ah sì, di noccioline, anzi di una confezione famiglia di noccioline,vi prendo in parola e..."
Non riesce a concludere la frase, lo sconforto e la rabbia hanno il sopravvento, le lacrime continuano a scendere....."devo andare, non è proprio serata per me e non è giusto rovinare la vostra, a domani ragazzi" e dopo queste parole si infila la tracolla della borsa sulla spalla e si allontana.

Fabrizio resta un attimo interdetto, guarda in faccia Mark, è senz'altro più maturo e potrebbe parlare con Marta in modo più efficace, però pensa: "Che cavolo, pochi minuti prima lei è stata tanto gentile e dolce con me!". Allora fa un cenno a Mark, si alza e la raggiunge, appena prima di una delle rampe che portano al condominio, la abbraccia d'impulso, la sente singhiozzare mentre per la rabbia lei gli stringe le braccia con le mani fino a fargli male.
Con tono comprensivo tenta di rasserenarla: "Ma che hai fatto? E' per la laurea? Ma che ti frega, sai quanti laureati conosco che sono solo degli imbecilli, sei una bella ragazza, intelligente, spiritosa, un lavoro intanto ce l'hai".
Prova a rincuorarla come può, anche se sa, per esperienza personale, che se si è davvero insoddisfatti di se stessi non c'è niente che serva a consolarci.
Mark, vedendo Fabrizio raggiungere Marta è contento, “E' questo” pensa “il vero spirito di un clan”. Vede che si abbracciano, lei piange sulla sua spalla per un po', ma quando alza gli occhi e incontra lo sguardo di Mark, le scappa un buffo sorriso, probabilmente sentendosi a disagio per quanto successo. L'amico le sorride a sua volta, solleva il bicchiere in segno di un brindisi e intanto nota che anche gli altri del clan assistono preoccupati alla scena chiedendosi cosa sia successo.
Qualcun altro si alza e si avvicina alla giovane donna, per sincerarsi delle sue condizioni, in breve Marta è circondata da persone che, chi in un modo chi in un altro, cercano di aiutarla e le chiedono come sta.
L'abbraccio di Fabrizio le riscalda il cuore, anche se vorrebbe solo che smettesse di parlare perchè quello che dice non fa che aumentare il suo dolore e vorrebbe urlare: "Facciamo l'elenco di quello che non sono e che non ho", ma alzando il volto dalla sua spalla, nell' incrociare lo sguardo di Mark, che seduto in fondo la sta salutando con il bicchiere alzato, prova fastidio perchè le sembra fuori luogo: "Ma come" pensa tra sé e sé "sto soffrendo e lui brinda", è questione di un momento, il suo sorriso è come una pennellata di comicità su quel gesto inopportuno e gli sorride a sua volta.
Fabrizio, osservando la scena e vedendo che più di qualche persona si è avvicinata per sapere cosa sia successo e per parlare con Marta, riflette che a volte si crea davvero un'atmosfera familiare dentro il clan, specialmente con chi si conosce da più tempo.
Dopo aver ringraziato alcune delle persone che si sono avvicinate, Marta decide di andarsene a casa, è ancora piuttosto scossa e irritata, Fabrizio vorrebbe trattenerla ma pensa che sia meglio non insistere e le dice con dolcezza: "Se vuoi ci vediamo più tardi, magari dopo cena", e mentre lei si allontana, si gira e torna a sedersi vicino a Mark.

Marta vuole salire in casa usando le scale, ha bisogno di scaricare un po' di energia: "Accidenti Marta, c'era proprio bisogno di dare spettacolo?" si dice a voce alta. E' arrabbiatissima con se stessa e continua a rimproverarsi: "Non hai un briciolo di autocontrollo, alla prima difficoltà scoppi come un petardo."
Sa bene che quell'uscita teatrale non sarà priva di conseguenze e si sta preparando ad affrontare il primo problema, informare i genitori dell'accaduto per evitare che lo sappiano dai vicini di casa, tra quelli del clan presenti nel salone.
"Il clan..." borbotta tra sé, mentre sistema il bavero della giacca che ha preso prima di uscire di casa, "gioie e dolori..." sospira piano e sentendosi più serena decide di tornare dagli amici. Si avvicina alla vetrata cercando di individuare Mark e Fabrizio tra la folla di persone ora presente nel salone.

Mark si rende conto che lo sfogo di Marta è stato più serio di quel che pensava e appena Fabrizio torna a sedersi accanto a lui gli domanda: "Che le è successo? L'ho vista andare a prendere le noccioline tutta contenta, e pochi istanti dopo è scoppiata in lacrime..". Lancia uno sguardo verso gli ex compagni d'università di Marta coi quali aveva parlato poco prima, sono ancora lì in gruppo che conversano tranquillamente. Non li conosce bene, ma in tutto il salone sembrano gli unici a non essersi accorti di niente o, per lo meno, ad aver fatto finta di non essersi accorti di niente.

Fabrizio risponde: "Mah, credo che sia la rabbia per aver visto i suoi ex compagni di università, il fatto di non essersi ancora laureata... il lavoro che non le piace, adesso è tornata a casa, era ancora nervosa, le ho detto che se vuole ci possiamo rivedere dopo cena, sai com' è fatta, certe volte è meglio lasciarla sfogare". Finisce il suo secondo bicchiere e con un po' di amarezza riflette: "Che vuoi farci, se non riesci a guadagnarti da vivere facendo un lavoro che ti piace, devi adattarti, altrimenti devi fare come me che a trent'anni debbo ancora chiedere soldi a mamma e papà, come un bambino che vuole comprarsi un gelato".
Marta li raggiunge e resta in piedi davanti ad entrambi mentre, con tono di voce che vuole dimostrare tutta la sua riconoscenza dice loro: "Grazie ragazzi per essere ancora qua". Mark si alza per togliere la giacca dalla poltrona vuota accanto alla sua e, con un cenno della mano, la invita a sedere: "Vieni Marta, siediti vicino a me. Va un po' meglio adesso?"
"Ho le ossa rotte come se fossi stata sbatacchiata qua e la... e sono ancora un po' lontana dall'avere quel bel carattere accomodante, dolce e solare che mi piacerebbe tanto... ma va meglio, sì" risponde Marta a Mark, metre accenna un sorriso accomodandosi sulla poltrona "Ho approfittato dell'incontro con i miei genitori per avvisarli che non sarò a casa per cena... più tardi uscirò a fare due passi, ho bisogno di riordinare le idee... quello che è successo stasera mi ha fatto capire che il vaso è proprio colmo".
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Come promesso, ho riscritto la prima parte per integrare le descrizioni con quanto descritto dalle nostre costumiste.
Come sempre, aspetto Shanti e Filo per vedere come suona anche a loro e se ci sono correzioni da fare:


Si sta facendo sera nell’ampio salotto condominiale che viene chiamato affettuosamente così dai suoi frequentatori, la sala comincia ad affollarsi, è l’ora in cui ci si ferma per un drink e una chiacchierata con gli amici del clan prima di ritirarsi nei propri appartamenti per la cena.
Mark, giovane imprenditore, con un viso dall’incarnato chiaro e segnato da piccole e affascinanti rughette di espressione e di preoccupazione per la non florida situazione finanziaria della sua società, capelli biondi lunghi e un po’ ribelli che cerca di domare raccogliendoli in una coda, ma che spesso gli cadono sul viso e che secondo lui gli conferiscono quell’aria da uomo di successo, elegante nel completo grigio scuro composto da giacca e pantaloni su una camicia azzurro chiaro, cravatta dal nodo un po’ allentato, dopo aver reclinato la testa all'indietro sullo schienale per godersi il meritato riposo dopo una giornata stancante di trafile burocratiche, esordisce a mo’ di saluto: "Allora ragazzi, com'è andata la giornata?" aggiungendo con un sorrisetto: "Offro da bere a chi gli è andata peggio di me!"
“Eh? No, scusa, ero un attimo sovrapensiero“ sussulta Fabrizio, profondi occhi scuri, incarnato olivastro ed un sorriso che raramente appare sul suo volto e che incanta le donne... Le poche entrate che ha non gli consentono un abbigliamento troppo costoso, e spesso, come stasera, lo si puo' incontrare con un paio di semplici jeans chiari e molto vissuti, e una t-shirt bianca e blu con le maniche lunghe. Indossa scarpe da ginnastica moderne ed ha sempre con sè una cartelletta dove tiene le bozze dei suoi disegni, per lo più ritratti di persone incontrate sulla strada, dove, spesso e volentieri si ferma a dipingere:
“a me non è andata peggio di tante altre giornate, sono stato in giro, volevo prendere un pò d'aria.Vedo che tu invece ti sei divertito parecchio in giro per gli uffici, ah ah
Dai per stavolta offro io, basta che non ci fate l'abitudine. Che prendete?”
"Un gin tonic, allora, grazie.. “
E a te Marta com'è andata?" chiede Mark spostando solo gli occhi verso di lei, e rimanendo con la testa affossata nello schienale.
Marta è una bella ragazza dai capelli color rosso mogano tagliati a caschetto sbarazzino e ordinato, gli occhi di un bel verde chiaro e lentiggini sul naso che la fanno sembrare più giovane di quanto non sia realmente, anche per via del fatto che si trucca pochissimo e ha un bel viso pulito. Indossa un paio di jeans, scarpe basse e comode e, sopra la camicetta bianca, un maglioncino beige con scollo a V che si è comprata in un negozio del centro. Al collo porta una collana che le ha regalato una persona per lei speciale…
"Giornatina anche per me, ho maneggiato una quintalata circa di panini stamattina e ti risparmio sul mio pomeriggio " risponde a Mark mentre si avvicina alla seduta e prendendo gli occhiali dalla borsa cerca con lo sguardo Fabrizio: " prendo un vino bianco, grazie ah... la prossima volta faccio io, siamo d'accordo"
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Vecchio 13-11-2009, 21.45.10   #56
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Posto qui i successivi post integrati con alcune descrizioni di Grey.

Vorrei far notare che ad un certo punto in precedenza è spuntata una giacca di Marta che non è stata prevista dalla sartoria e che contrasta con quanto ha pensato Mark della propria giacca.


"E perchè continui a paragonarti sempre agli altri?" le chiede Mark appoggiando il bicchiere sul tavolino. "E' inevitabile che se ti raffronti a Tizio, Tizio sarà sempre più Tizio di te. Tu sei Marta..."
Prende un attimo fiato fissandola negli occhi, come per cercare le parole migliori da dirle "E' ora che inizi ad occuparti di Marta, a come” calcando la voce " E’ " Marta piuttosto che a come non è... Insomma con tutte le qualità che hai, che sei, tu pensi solo a quello che non sei..."
"Mark ha ragione: noi tutti non siamo e non saremo mai un sacco di cose, probabilmente molte di più di quante possiamo essere. Non puoi passare tutto il tempo a fare paragoni con tutti, non ne usciresti più e non vedresti le qualità che hai, e tu ne hai parecchie...una per esempio è essere mia amica, ti pare poco eh eh ?" la incalza Fabrizio cercando di farla ridere.
E preso un foglio dalla cartelletta inizia ad abbozzare una sua caricatura, con una faccetta arrabbiata e con i fulmini che le escono dalla testa.
Incrociando le braccia e strofinandosi le mani sulle maniche della giacca per scaldarsi dai brividi che la scuotono all’improvviso, Marta prorompe in uno sfogo: "Non mi piaccio e non sono soddisfatta di come sta andando la mia vita, non provo alcuna soddisfazione nel lavoro al quale dedico una considerevole parte della mia giornata, tempo che ho sottratto e che continuo a sottrarre allo studio.... ma volevo l'indipendenza economica, non dover chiedere sempre danaro ai miei genitori e ho così scelto di lavorare e i miei studi sono rallentati" si ferma un attimo muovendo la testa da destra e sinistra facendo segno di no, e precisa: "fermati, è più giusto dire, perchè non do esami da mesi oramai."
Le parole sgorgano come un fiume in piena: "e voglio una casa mia, ma devo riuscire a sopportarne i costi, non intendo chiedere altro aiuto ai miei“ e rivolgendosi a Fabrizio, che nel frattempo ha sollevato le mani dal foglio: "scusa Fabrizio, nessuna critica ..." spostandosi in avanti e abbassando un po' la voce conclude: "sinceramente non comprendo il riferimento che entrambi avete fatto al mio voler essere come qualcun altro".
Mark fissa Marta negli occhi, vorrebbe trovare una frase ad effetto che possa aiutarla, ma fra sè e sè pensa che non sia questo il momento, la vede ancora scossa e piuttosto infreddolita. Lì c'è la sua giacca e per un attimo pensa che potrebbe prestargliela per scaldarsi, ma poi conviene che è meglio evitare ogni tipo di fraintendimento. Così si alza e va ad alzare un po' la temperatura del braciere virtuale, poi torna dai suoi amici: "Ne parleremo con più calma dopo Marta, ora è quasi ora di cena e vado a cambiarmi perchè non la reggo più questa cravatta!"
Poi, prima di andare: "Ah, Fabri, partitina a biliardo dopocena?"
"si ci sta bene una partitina, ma ricorda che dalle ultime volte che abbiamo giocato mi sono allenato parecchio, non sarà facile battermi stavolta"
Si gira verso Marta e la vede ancora assorta nei suoi pensieri, sembra un vulcano pronto ad esplodere, non è facile trovare qualcosa da dirle che possa realmente tranquillizzarla, allora riprende la sua cartellina e si alza: "Marta io vado a mettere qualcosa sotto i denti, dopo cena gioco con Mark, se ti va di venire... dopo la partita possiamo fare due passi... che dici?"
"Con molto piacere Fabrizio, grazie" gli risponde lei mentre saluta Mark che si sta allontanando: "farò due passi mentre voi cenate, ma sarò qui al vostro ritorno".
"Brava... mi piaci tanto quando fai così..." le dice Fabrizio e avvicinandosi a lei le dà un bacio sulla guancia: "a dopo allora" e con in mano la cartellina coi sui disegni si dirige verso le scale che portano al suo monolocale.
La dolcezza di Fabrizio le lascia una piacevole sensazione, "un ragazzo speciale" si dice, e si trova a ripensare a quanto detto prima a proposito della casa e dell'aiuto dei genitori, alla sua totale mancanza di tatto soprattutto perché il disagio di Fabrizio le è noto .
"Eppure non dovrebbe essere così difficile trovare un sistema che garantisca al giovane di poter andare via da casa uscendo definitivamente dalla rete di protezione familiare" commento tra sè e sè e ripensa alle parole di sua madre : "Da quanto ricordo è sempre stato così Marta" parole che dice quando la vede soffrire per la sua situazione di dipendenza.
Si alza e dirige i suoi passi verso la cascata, illuminata con fasci di luce sistemati nella roccia, il cui riflesso regala un gioco di luci nell'acqua che si spandono nell'ambiente circostante.
Le luci della sala ora sono tutte accese con un'intensità media, alcune zone con luci più soffuse in cui uno schermo traslucido sta trasmettendo una partita di calcio. Un sistema di controllo per l'ammortizzamento dinamico dei suoni rende silenzioso l'ambiente circostante anche se un gruppo di giovani sta esultando per il gol appena fatto dalla squadra del cuore.
Le paratie si sono chiuse ulteriormente ed un sistema di polarizzazione le ha rese completamente trasparenti, dal piano più alto della sala si può ammirare lo skyline della città. Un intenso getto d'aria pulisce le zone alte del soffitto e per un attimo le paratie sono allineate in modo da poter ammirare una splendida notte stellata.

Mark, conclusa la cena è tornato nel salotto condominiale, non c'è molta gente a parte alcune persone del condominio che stanno pulendo la sala, lavoro che si effettua a turno provvedendo anche a riempire i distributori di bevande, rifornire i vani per le vivande e ricaricare i dispositivi wireless. Dirigendosi verso una delle vetrate si accende una sigaretta nell'apposita area fumatori. Fa un paio di boccate, poi guarda la sigaretta fra le dita, la bronza accesa e il fumo che danzando lento e sinuoso sale verso l'alto come un serpente. "Certe cose cambiano sempre, altre non cambiano mai" pensa fra sé e sé osservando in faccia la sua dipendenza. Anche quei rollini di tabacco sono rimasti sempre gli stessi, a differenza dei sofisticatissimi impianti tecnologici di cui si si sono dotati nel corso degli anni...

Ultima modifica di stella : 13-11-2009 alle ore 22.01.19.
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Vecchio 25-11-2009, 23.57.57   #57
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Vorrei chiedere a Shanti e a Filo come si può aggiustare questo pezzo in cui c'è un'inconguenza:

Lì c'è la sua giacca e per un attimo pensa che potrebbe prestargliela per scaldarsi, ma poi conviene che è meglio evitare ogni tipo di fraintendimento. Così si alza e va ad alzare un po' la temperatura del braciere virtuale,

e anche per vedere se va bene tutto l'ultimo pezzo.

Inoltre vi aspetto per leggere le bozze della continuazione della storia, quando avete tempo....



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Vecchio 29-11-2009, 21.23.31   #58
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Vorrei chiedere a Shanti e a Filo come si può aggiustare questo pezzo in cui c'è un'inconguenza:

Lì c'è la sua giacca e per un attimo pensa che potrebbe prestargliela per scaldarsi, ma poi conviene che è meglio evitare ogni tipo di fraintendimento. Così si alza e va ad alzare un po' la temperatura del braciere virtuale,

e anche per vedere se va bene tutto l'ultimo pezzo.

Inoltre vi aspetto per leggere le bozze della continuazione della storia, quando avete tempo....



Per la giacca di Marta metterei al posto di giacca ... camicetta, mi sembra che indossasse una camicetta!

così facendo la frase relativa alla giacca di MNark può andar bene!
Per le bozze cara amica Stella, cerco di riprenderle in mano...faccio fatica a capire dove siamo con la storia, ci vorrebbe proprio che il regista, invece di trasclocare...ci aprisse un 3d per leggere la storia tutta insieme! Capito...Mi hai, caro regista?
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Vecchio 30-11-2009, 01.53.01   #59
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Vorrei chiedere a Shanti e a Filo come si può aggiustare questo pezzo in cui c'è un'inconguenza:

Lì c'è la sua giacca e per un attimo pensa che potrebbe prestargliela per scaldarsi, ma poi conviene che è meglio evitare ogni tipo di fraintendimento. Così si alza e va ad aumentare un po' la temperatura del braciere virtuale,

e anche per vedere se va bene tutto l'ultimo pezzo.

Inoltre vi aspetto per leggere le bozze della continuazione della storia, quando avete tempo....



ho cambiato alzare con aumentare, c'era un po' di sovrapposizione!
Se si tratta di un maglioncino la parola giacca può essere sostituita semplicemente da maglioncino...
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Vecchio 30-11-2009, 16.23.10   #60
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Il punto è che Marta indossa già la propria giacca ma rabbrividisce lo stesso per il freddo, il primo impulso di Mark sarebbe quello di prestarle la sua, ma per evitare fraintendimenti decide di andare ad aumentare la temperatura del braciere virtuale.
Quindi c'è una giacca di troppo, ma pensandoci bene potrebbe starci, perchè questo era il pensiero di Mark, e Marta sentiva freddo con tutta la giacca addosso, quindi ci potrebbe stare che la giacca di Mark sopra quella di Marta le avrebbe dato calore....

Questo è quello che hanno pensato e fatto Mark e Marta, solo non so come correggere per far capire che non è un errore, anche se per dire la verità Marta portava una giacca che la sartoria non le aveva assegnato.
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Vecchio 30-11-2009, 16.47.37   #61
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mi sembra che non sia troppo importante...anche Mark indossava una giacca elegante e in nessuna parte dice di essersela tolta, la stessa cosa potrebbe essere accaduta per Marta...comunque ai fini della storia non appare una forte incoerenza, anzi se fosse per me toglierei tutte le piccole azioni non necessarie...che appesantiscono troppo!

Da come la presentiamo sembra più una sceneggiatura da teatro che da romanzo! forse nasce proprio con questo intento?! sos! aiutami, Stella a capire...
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Vecchio 30-11-2009, 17.06.19   #62
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Da come la presentiamo sembra più una sceneggiatura da teatro che da romanzo! forse nasce proprio con questo intento?! sos! aiutami, Stella a capire...
Da come ho capito io dobbiamo riportare i loro movimenti perchè Uno ha detto che mentre parlano debbono descrivere i movimenti che fanno, quindi sarebbe un misto tra il romanzo e la sceneggiatura.
Intanto proviamo ad andare avanti, poi si vedrà alla fine le cose da tagliare, penso.

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Vecchio 30-11-2009, 18.52.59   #63
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Questo è quello che hanno pensato e fatto Mark e Marta, solo non so come correggere per far capire che non è un errore, anche se per dire la verità Marta portava una giacca che la sartoria non le aveva assegnato.
L'inghippo c'è (se in sede di recitazione non è importantissimo, in sede si stesura/correzione non si può lasciare). La mia opinone è che dobbiate prendere una decisione.
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Vecchio 01-12-2009, 20.31.24   #64
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Ci ho pensato e la soluzione che propongo alle mie colleghe è quella di lasciare Marta col maglioncino nella prima parte, poi potrebbe avere preso la giacca dopo essere salita a casa per uscire a fare un giretto, si sa la sera fa più freddo che di giorno....
Se per voi va bene, si potrebbe riscrivere i relativi pezzi con questa correzione.

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Vecchio 04-12-2009, 21.07.54   #65
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Nell'apportare le correzioni relative alla giacca di Marta, ho pensato che diventa difficile man mano che si procede collegare i vari pezzi, così ho pensato di incollarli su word e ricopiare il tutto qui fino al punto dove siamo arrivate, con piccole correzioni qua e là.
Il tutto diviso in 3-4 post così ci si può fare un'idea, prima di continuare con la nuove descrizioni e la partita a biliardo.....
Se non va chiedo a Uno di cancellare o di spostare.
Attendo Shanti e Filo per rileggere insieme, per vedere cosa non va, e come continuare e suddividerci il lavoro tutt'altro che facile che ci aspetta....



Capitolo 1 – La sorpresa

Prologo

Certe cose non cambiano mai, altre cambiano sempre...
Una delle cose che non cambia mai è lo scorrere del tempo...
Siamo nel 2120, l'integrazione razziale non è ancora giunta a maturità, ma ha fatto qualche passetto, la tecnologia ha risolto delle cose e ne ha peggiorate altre.
L'uomo continua a cercare risposte sulla sua esistenza.
I rapporti sociali dopo un periodo di assestamento usufruiscono anche delle nuove tecnologie (ed altre che verranno, come le chat tridimensionali sempre più asettiche) ma recuperano l'antico calore utilizzando nuovi spazi sociali. Le case non hanno più grandi spazi per invitare le persone, però nascono una sorta di soggiorni/salotti "condominiali". I condomini non si sviluppano in altezza, ma sono piccoli villaggi costruiti da più famiglie amiche, (come una sola famiglia di più di un secolo fa costruiva una casa quando poteva) in cui le persone si trovano nei newclan ed invitano amici di altri clan.
Certe cose non cambiano mai, come l’amicizia...

***
Si sta facendo sera nel salotto condominiale che viene chiamato affettuosamente così dai suoi frequentatori, anche se in realtà è molto più grande e accogliente, essendo formato da un’ampia stanza di forma circolare dalle pareti bianche con delle nicchie nei cui lati si possono vedere degli oggetti del passato che hanno un significato profondo per il clan. Le entrate sono quattro e conducono alle relative scale interne del condominio. Non vi sono porte ma accessi diretti controllati da un flusso di aria forzata che permette di mantenere la temperatura costante all'interno della sala, capace di contenere comodamente un centinaio di persone. A sud si trova una veranda composta da paratìe di cristallo trasparente che adottano un sistema di filtraggio dei raggi solari tramite la polarizzazione dei cristalli. Le paratìe sono comandate da un meccanismo di chiusura controllata. Sul pavimento a listoni di legno della veranda è situata una fila di sedie a sdraio per prendere il sole, a lato, da una roccia, sgorga una cascata d’acqua.
Al centro della sala vi è un braciere virtuale, scalda e illumina ma è anche una consolle multimediale, in realtà è un sofisticato apparato multimediale che permette di registrare o riprodurre filmati e musiche, ma anche di connettersi al web, è visibile da ogni lato da cui lo si guardi.
La luce solare filtra dal soffitto con sistemi di conduzione della luce in fibra ottica.
Dalla periferia della stanza verso il centro vi sono tre file di gradini che servono anche da sedute, inframmezzati da falsi piani dove sono situate poltroncine e tavolinetti. Le sedute sono in tessuto tecnico di color bianco.
In alcune sezioni dei gradini vi sono dei vani porta oggetti e centraline per l'alimentazione elettrica dei vari dispositivi portatili. Ai lati della parete distributori di acqua e piani cottura.

Si sta facendo sera, la sala comincia ad affollarsi, è l’ora in cui ci si ferma per un drink e una chiacchierata con gli amici del clan prima di ritirarsi nei propri appartamenti per la cena.
Mark, giovane imprenditore, con un viso dall’incarnato chiaro e segnato da piccole e affascinanti rughette di espressione e di preoccupazione per la non florida situazione finanziaria della sua società, capelli biondi lunghi e un po’ ribelli che cerca di domare raccogliendoli in una coda, ma che spesso gli cadono sul viso e che secondo lui gli conferiscono quell’aria da uomo di successo, elegante nel completo grigio scuro composto da giacca e pantaloni su una camicia azzurro chiaro, cravatta dal nodo un po’ allentato, dopo aver reclinato la testa all'indietro sullo schienale per godersi il meritato riposo dopo una giornata stancante di trafile burocratiche, esordisce a mo’ di saluto: "Allora ragazzi, com'è andata la giornata?" aggiungendo con un sorrisetto: "Offro da bere a chi gli è andata peggio di me!"
“Eh? No, scusa, ero un attimo sovrapensiero“ sussulta Fabrizio, profondi occhi scuri, incarnato olivastro ed un sorriso che raramente appare sul suo volto e che incanta le donne... Le poche entrate che ha non gli consentono un abbigliamento troppo costoso, e spesso, come stasera, lo si puo' incontrare con un paio di semplici jeans chiari e molto vissuti, e una t-shirt bianca e blu con le maniche lunghe. Indossa scarpe da ginnastica moderne ed ha sempre con sè una cartelletta dove tiene le bozze dei suoi disegni, per lo più ritratti di persone incontrate sulla strada, dove, spesso e volentieri si ferma a dipingere: “a me non è andata peggio di tante altre giornate, sono stato in giro, volevo prendere un pò d'aria. Vedo che tu invece ti sei divertito parecchio in giro per gli uffici, ah ah
Dai per stavolta offro io, basta che non ci fate l'abitudine. Che prendete?”
"Un gin tonic, allora, grazie.. “
E a te Marta com'è andata?" chiede Mark spostando solo gli occhi verso di lei, e rimanendo con la testa affossata nello schienale.
Marta è una bella ragazza dai capelli color rosso mogano tagliati a caschetto sbarazzino e ordinato, gli occhi di un bel verde chiaro e lentiggini sul naso che la fanno sembrare più giovane di quanto non sia realmente, anche per via del fatto che si trucca pochissimo e ha un bel viso pulito. Indossa un paio di jeans, scarpe basse e comode e, sopra la camicetta bianca, un maglioncino beige con scollo a V che si è comprata in un negozio del centro. Al collo porta una collana che le ha regalato una persona per lei speciale…
"Giornatina anche per me, ho maneggiato una quintalata circa di panini stamattina e ti risparmio sul mio pomeriggio " risponde a Mark mentre si avvicina alla seduta e prendendo gli occhiali dalla borsa cerca con lo sguardo Fabrizio: " prendo un vino bianco, grazie ah... la prossima volta faccio io, siamo d'accordo"
"Di niente... prendo un vinello anche io" risponde Fabrizio e inizia a bere girando la testa a destra e sinistra per vedere le altre persone presenti in sala, sentire il loro brusìo. Ogni tanto fa un cenno di saluto con il capo, quando passa qualcuno che conosce.
Nel frattempo le zone della sala in cui ci si incontra per consuetudine, si affollano di persone che chiacchierano e si preparano da bere, oppure leggono un giornale. Altre ridono e si salutano amplificando il vocìo, oramai la musica di sottofondo non si avverte quasi più.
La luce all'interno della sala aumenta di pochi gradi d'intensità e le paratìe ad ovest cambiano leggermente l'inclinazione, entra la brezza del tardo pomeriggio portando con sé il profumo dell'erba appena tagliata.
Marta osserva Fabrizio che continua a guardarsi intorno. "Aspetti qualcuno?" gli domanda abbassandosi gli occhiali sin sulla punta del naso e rivolgendogli uno sguardo volutamente malizioso. Quindi avvicina il suo bicchiere a quello di Mark e, mentre i bicchieri di cristallo tintinnano, si volta verso Fabrizio mostrandosi incuriosita.
"Chissà, magari qualche nuova modella..." risponde Mark a Marta facendole l'occhiolino, e comincia a guardarsi intorno, riflettendo ad alta voce: "Ci siamo riempiti di tecnologia fino al collo, ma sembra che ci manchi sempre qualcosa... Con un comando vocale posso andare in videoconferenza in cantiere, ma il senso dell'esistenza è ancora un mistero..."
Sorridendo Fabrizio risponde: "No no, non aspetto nessuna, per certe cose attraverso una fase di stand by, qua se non inizio a sfondare col disegno la vedo dura...".
E tirandosi su dal divano in cui era sprofondato continua: "Piuttosto notavo che ogni tanto si vedono facce nuove qua dentro, qualcuno ha pure un viso interessante, viene voglia di far loro un ritratto, tanto con le persone di altri clan prima di conoscerli e stabilire un po' di intesa, hai voglia..."
Marta guarda Fabrizio mentre si accinge a riprendere una seduta eretta, osserva come i suoi movimenti risultino più difficoltosi perché con la mano sinistra continua a stringere l'immancabile cartellina dove custodisce gelosamente i suoi bozzetti.


(continua)

Ultima modifica di stella : 04-12-2009 alle ore 21.53.33.
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Vecchio 04-12-2009, 21.18.35   #66
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Gli domanda: "Sei pronto per qualche nuovo ritratto? ".
Aprendo la cartellina Fabrizio sfoglia un po' di ritratti, ne prende alcuni e li passa a Marta mentre le risponde: "Qualcosa sto facendo, provo un po' di stili diversi... tanto di fare i paesaggi mi sono rotto, sono sempre i soliti parchi protetti che già dipingono tutti, in giro per la città non c'è molto che valga la pena ritrarre, perciò mi concentro sui ritratti, possibilmente di ragazze giovani e belle ah ah ah! Il problema è che poi quando li vendi non puoi chiedere tanto se non inizi a farti un nome, fai fatica ma risultati pratici pochi... A te invece come va? stai quasi per finire con l'università o no?".
Alla domanda di Fabrizio Marta si lascia sprofondare nella poltrona, abbandona la testa all'indietro e sconsolata risponde con il viso rivolto al soffitto: " Laurearmi... sono fuori corso da una vita e ho dato appena la metà degli esami, non ce la farò mai. Il lavoro mi impegna tutta la mattina e non mi è possibile frequentare i laboratori".
Quindi allarga le braccia e, mentre dalla vetrata aperta della veranda le giunge fortissimo, tanto da sembrarle magico, l'odore dell'erba tagliata, sospira: "Amo questo profumo antico e sempre nuovo che esalta i sensi... un aiutino per dare un senso all'esistenza vero Mark?
Cessando di sorseggiare per un momento il suo gin tonic, anche Mark si gode l'inebriante profumo dell'erba : "L'esistenza... Ma secondo voi esistiamo davvero? Voglio dire... fuori da questo clan chi è al corrente della nostra esistenza? Oggi ad esempio mi hanno rimandato ben tre volte nello stesso ufficio e, ogni volta, l'impiegato si era dimenticato di me e mi guardava come se fosse la prima volta.
Vi assicuro che per un certo momento ho avuto veramente l'impressione di non esistere per la burocrazia... e probabilmente è così..."
"Eh lo so" ribatte Fabrizio "per fortuna ci si ritrova qui, in posti come questi, altrimenti di contatti umani reali ce ne sarebbero ben pochi, quasi tutti avverrebbero a livello virtuale, su schermi di computer".
Quindi beve l'ultimo sorso di vino e posa il bicchiere sul tavolino mentre Mark si rivolge a Marta: "Comunque... dai Marta! anche se non ti laurei che problema c'è? Il lavoro già ce l'hai, non è che con un pezzo di carta in più il pane ti verrebbe più buono, no?".
Le sorride come per rassicurarla e continua:
"E poi di questi tempi, col fatto che quasi tutti i forni sono automatizzati, ti assicuro che non si trova facilmente un pane come il vostro, fatto ancora in modo tradizionale..."
"Già... viene ancora lavorato come un tempo, con molta attenzione per la fase della lievitazione, e la cottura poi... un rito."
Marta risponde notando che i capelli di Mark sono illuminati dalla luce che emana dal braciere dietro di lui, pensa che è un gran bell'uomo e continua: "Adoro il profumo del pane... è un po' come quello dell'erba tagliata, lo conosci da sempre e sempre rinnova antiche e piacevoli sensazioni...
Comunque, Mark, il fatto che mi piaccia il pane non significa che mi piaccia il lavoro che faccio, è il contatto con la gente che mi crea difficoltà, mi costa molta fatica".
"Come mai?" domanda Mark, spostandosi una ciocca di capelli dal viso e sistemandosela dietro l'orecchio. "Non mi sembri una ragazza tanto timida...".
"La timidezza non c'entra Mark, caso mai è questione di pazienza..." precisa Marta mentre, presa dal discorso, riprende una posizione eretta "Dove lavoro la tradizione regna sovrana e non solo nella lavorazione del pane, non resta confinata al laboratorio ma continua nella vendita.
Il negozio è stato progettato di dimensioni ridotte, non c'è nulla di meccanizzato e usiamo ancora la vecchia bilancia, il pane è contenuto in ceste di vimini foderate all'interno con teli di cotone bianco, esposte per permettere al cliente di scegliere e solo in quel momento il pane viene insaccato. E' un ambiente piccolo e pulito, profumato e rassicurante, questo è l'aspetto del mio lavoro che mi piace e mi appaga. Amo le cose di una volta, solo che..." e le sfugge un sorriso al pensiero di quanto sta per dire, mentre i suoi occhi cercano di catturare lo sguardo di Fabrizio che continua ad osservare i nuovi arrivati in silenzio.
"Solo che...?" domanda Mark incuriosito dal sorrisetto di Marta.
Continuando a guardarsi in giro, Fabrizio sente il discorso tra Mark e Marta e, non appena lei si volta verso di lui, la guarda negli occhi per un istante e le dice: "….Solo che magari è pesante avere a che fare ogni giorno con la gente, a volte non sai più come comportarti, uno ha già pensieri di suo e doversi sobbarcare, anche se solo momentaneamente, le lamentele altrui non fa sempre piacere, tanto, stai tranquilla, anche se facessi l'architetto sai quante storie dovresti sentire dai tuoi clienti, al momento di pagare poi non ne parliamo...
Certo, ogni lavoro ha il suo risvolto negativo, ma credo converrai con me che quando la professione che fai è quella che ami per davvero, tutto diventa più sopportabile, anche il contatto forzato con la gente”.


(continua)
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Vecchio 04-12-2009, 21.23.21   #67
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Marta, senza attendere un cenno di approvazione da parte dei suoi amabili interlocutori, facendosi prendere dall’agitazione e iniziando a gesticolare risponde prontamente:
“Il posto dove lavoro piace molto anche alle persone anziane che non sono costrette così a combattere con le diavolerie moderne, tessere tesserine e scanner davanti cui farle passare, bilance autopesanti, parlanti e perfino paganti. L'ambiente è a loro dimensione, si può ancora scambiare una parola, anche due, perchè spesso i clienti parlano con te, con quello dietro e con quello davanti, dici l'importo da pagare e ti viene risposto che la borsa non gli serve poi finalmente chi ti sta davanti prende il portafoglio, ma, per salutare la signora che sta uscendo, lo apre dalla parte sbagliata e tutto il contenuto va a terra ...oppure si dimentica di ritirare il resto quando non il sacchetto del pane .......e tu a sorridere, sempre, con nonchalance, tono di voce basso e sorriso... insomma, per farla breve ragazzi, mi manca la pazienza, a fine turno sono sfinita e di malumore, sempre nervosa".
Rivolgendosi direttamente a Fabrizio: "Nel mio lavoro non esistono schermi di computer, niente incontri virtuali, solo quei rapporti umani reali di cui parlavi prima, ma che stress..."
Fabrizio annuisce mentre Marta parla, anche lui sa che non è facile interagire con le persone, molte volte il suo atteggiamento nei rapporti interpersonali è stato di chiusura, eccetto che poche volte, come è capitato con Mark e Marta.
Li guarda un attimo, poi esclama: "qualche volta che venite a trovarmi nella mia reggia provo a farvi un ritratto, niente di troppo elaborato, per tenermelo io...
...oppure ve lo cedo, tu Marta mi puoi pagare con una pagnotta di pane, Mark invece...ah ecco, se decido di trasferirmi, mi regali una casa di quelle che costruisci tu!"
"Certo che devo essere proprio bello se un mio ritratto vale una casa intera.. " scherza Mark con una buffa espressione sorridente di chi sa il fatto suo, per poi tornare serio sull'argomento: "Comunque sì, i rapporti sono sempre più difficili in questi ultimi tempi, camminano tutti per strada ma non alzano mai lo sguardo dai loro piedi, vanno avanti dritti non voltandosi nemmeno se ti urtano… Ci faccio attenzione a queste cose, le persone con cui posso parlare guardandole negli occhi, oltre a voi e agli altri del clan, sono pochissime. Non per niente l'impiegato di stamattina non mi ha riconosciuto proprio perché mi parlava distratto, senza nemmeno staccare gli occhi dal suo pc... E quando alla terza volta che sono entrato e l'ho quasi costretto a guardarmi negli occhi, sembrava quasi a disagio..."
"Accidenti" esclama Marta divertita giocherellando con la collana di ametista gialla , " più galanti di così si debbono proprio inventare...per il ritratto di Mark una casa, per il mio una pagnotta..... ma guardatevi attorno giovanotti ...dove la trovate una rossa come me?" Mettendosi a ridere, lieta che la tensione che provava un attimo prima fosse svanita, continua sorridendo: "e solo perché vi voglio bene... un altro giro, offro io, cosa prendete?"
"No, stavolta tocca a me!" esclama Mark alzandosi prima di Marta, "Avevo detto che offrivo a chi aveva passato una giornata peggiore della mia e mi pare di aver sentito abbastanza...".
Con un sorriso divertito chiede:
"Cosa prendi, rossa? E tu, Fabrì?"
"Mah io un altro po’ di vino rosso, vedi anche se c'è qualche stuzzichino, qualcosa da mangiare, se no con due bicchieri a stomaco vuoto, rischio di finire steso..."
Lo scambio scherzoso con Mark e Marta ha messo Fabrizio di buon umore, cerca di assaporare bene tutte le sensazioni, non gli capita spesso di fare battute o di avere un sorriso come espressione del viso…
"Ancora un vino bianco, ma assicurati che venga servito freddo, grazie e ....beh, non posso assolutamente permettere che Fabrizio combatta solo soletto con gli stuzzichini ..." dice Marta con un sorriso alzando gli occhi al soffitto e, mentre Mark si allontana sistemandosi l'elastico che raccoglie i lunghi capelli biondi, si tende con il busto verso Fabrizio seduto alla sua destra.
"Sempre un piacere venire a casa tua con o senza ritratto. Sapessi quanto ti invidio .... una casa tutta per te, se le cose non cambiano e presto, questo per me resterà un sogno" e l'allegria di un attimo prima se ne va dal viso di Marta.
"Chiamala casa...se fossi stato più alto quasi non sarei riuscito ad entrarci tutto dentro....
Comunque per adesso mi basta, certo senza l'aiuto dei miei non avrei potuto permettermi neanche questo, però può essere utile per diventare più autonomo, gestire la mia vita in prima persona e senza discussioni continue coi genitori" continua Fabrizio, posando lo sguardo sul viso di lei per coglierne i tratti caratteristici, osservando i suoi capelli rossi con le sfumature dorate, vorrebbe prendere la matita in mano e buttare giù qualche schizzo sul foglio, respira in modo più profondo del solito.
C'è uno strano silenzio, Marta sente lo sguardo di Fabrizio su di sè e le sembra quasi di percepire il suo respiro.
Non si vuole intristire, si trova tra amici e si ripete che va tutto bene, che tutto si risolverà.
"Perché mi guardi e non favelli?" domanda a Fabrizio alzandosi nel frattempo e andando a inginocchiarsi davanti a lui che, sorpreso, muove velocemente le sopracciglia. Sta per dire qualcosa quando Marta lo interrompe avvicinando la propria mano alle sue labbra:
"Perché guardo gli occhi tuoi che sono belli" e completa la frase avvicinando l’indice alla punta del suo naso “Si può rispondere solo così ", finalmente vede comparire un sorriso sulle sue labbra.
"Dovresti farlo un po' più spesso, sorridere intendo, il tuo volto si illumina ... se ti potessi vedere in questo momento ....ti sceglieresti per modello, ne sono certa".
In genere i complimenti non lo imbarazzano, ma riceverli da una persona come Marta gli fa uno strano effetto, sente un calore inondargli la testa, vorrebbe dirle qualcosa per sdebitarsi, qualcosa che la facesse sentire veramente bene, invece riesce solo a tirare fuori un timido "grazie".
Mark, carico di bicchieri e patatine, torna vicino agli amici ma vedendo la scena fra i due si limita a posare gli stuzzichini sul tavolino per non interromperli.
Si sente di troppo, riaffonda nel divano, reclinando ancora la testa indietro e allentandosi la cravatta che porta più per necessità che per altro. Fa alcuni respiri profondi e cerca di scaricare le tensioni della giornata, pensando a quanto è bello avere un salottino condominiale dove ritrovare, oltre agli altri, anche se stessi...
"Eccoti qua" esclama Marta, mentre si allontana da Fabrizio e si dirige verso Mark intento ad allentare il nodo della cravatta "umh patatine... e basta?" prende il suo bicchiere e aggiunge: " Vado a prendere anche delle noccioline ". Mentre si allontana, Marta scorge sulla gradinata di fronte un gruppetto di persone che non vedeva da tempo, alza la mano, facendola ondeggiare leggermente per attirare la loro attenzione, e decide di avvicinarsi per salutare i vecchi amici: "Vi lascio soli un attimo ragazzi..."
Mark osserva Marta allontanarsi, poi si rivolge a Fabrizio: "Quello che ti manca credo sia solo una buona idea... Tu hai del talento, Fabrizio, non hai niente da invidiare agli artisti che vanno di moda oggi, hai solo bisogno di trovare la grande occasione per dimostrare quanto vali!" fa una pausa, sorseggia un po' del suo gin tonic, poi continua: "E per far questo hai bisogno o della fortuna o delle giuste conoscenze..."
Un po' pensoso Fabrizio inizia a bere il secondo bicchiere di vino, poi rivolgendosi a Mark riflette ad alta voce: "Si è vero quello che hai detto, però di persone che ti promettono mari e monti già ne ho trovate parecchie, poi al dunque non fanno niente, l'occasione per svoltare la sto aspettando, spero arrivi presto, intanto cerco di migliorarmi e di studiare il più possibile". Intanto comincia ad assaggiare le patatine portate da Mark.
Marta si avvicina al gruppo salutando con un sorriso: "Mi fa piacere rivedervi, tutto bene?" Qualcuno ricambia il sorriso e il giovane che sta parlando risponde appena con un cenno del capo, senza però interrompere il discorso che sembra interessare tutti. Sono compagni di Università, meglio sono ex compagni perchè si sono laureati da un po'. Marta intuisce che stanno parlando di lavoro, del progetto di un nuovo centro didattico forse, legge un'espressione soddisfatta sui loro volti, la colpisce l'entusiasmo nelle loro parole e d'improvviso il cuore comincia a batterle forte, il suo stomaco è contratto, l'imbarazzo la soffoca e qualcosa dentro le urla di allontanarsi. Indietreggiando piano senza voltarsi, fino a quando si sente abbastanza distante da loro, Marta si dice a voce alta: "Nessuno si è neanche accorto che sei arrivata, figuriamoci se notano la tua assenza ". Sente le lacrime spuntare ma ricaccia giù a forza quel groppo sforzandosi di stamparsi sulla faccia un finto sorriso, mentre raggiunge gli amici intenti a conversare.
"Un'incapace fallita, ecco quello che sei, hai trent'anni e l'unica cosa che ti riesce bene è la parte della single parassita, nient'altro".
Marta impreca contro di sè sempre a voce alta, incurante di interrompere il dialogo tra Mark e Fabrizio, è arrabbiata e trattiene a fatica le lacrime, raccoglie la borsa da terra e cerca dei fazzoletti che non trova: "Cento cose inutili qui dentro!" continua furiosamente a girare la mano dentro la borsa: "Non hai mai quello che serve, una nullità ecco quello che sei" si sfoga asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
"Beh che succede Marta? Ti hanno rubato tutte le noccioline?" chiede Mark sorridendo, cercando di strapparle a sua volta un sorriso e notando che fra l'altro se le è dimenticate: "Dai domani io e Fabrizio te ne compriamo un pacco famiglia, vedrai che scorpacciata!", e vedendola in difficoltà le passa una salviettina che avevo preso insieme alle patatine.

(continua)

Ultima modifica di stella : 04-12-2009 alle ore 22.00.16.
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Vecchio 04-12-2009, 21.26.13   #68
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Fabrizio, intento nel discorso che stava facendo con Mark, vedendo tornare Marta visibilmente turbata non ne capisce il motivo, perché fino a prima di alzarsi sembrava serena. Si guarda intorno, vede poco distante un gruppo di persone tra cui gli sembra di riconoscere ex compagni di università di Marta, allora comprende il perché delle sue lacrime... o forse no. Non è mai stato molto bravo nell'interagire con gli stati d'animo delle persone, anche quando dipinge un bel ritratto sente che quasi mai riesce a cogliere davvero l'anima di chi ha di fronte e forse è questo che lo fa maggiormente arrabbiare, più delle scarse entrate economiche derivanti dal suo lavoro.
"Si si, ti compriamo tutte le noccioline che vuoi..." le dice.
Vorrebbe continuare a parlare ma le frasi gli restano in gola due, tre volte, allora le passa una mano sulla spalla porgendole a sua volta una salvietta.
Marta appoggia il bicchiere ancora pieno sul ripiano accanto a sé e prende le salviette per asciugare le guance rigate di lacrime .
"Vi chiedo scusa" dice loro con un filo di voce e senza alzare lo sguardo, "siamo qui per rilassarci e lasciare lì fuori i problemi della giornata che sono tanti e per tutti, scusatemi ancora." e continua forzandosi di darsi un tono e di sorridere: "Ma di cosa stavamo parlando? Ah sì, di noccioline, anzi di una confezione famiglia di noccioline,vi prendo in parola e..."
Non riesce a concludere la frase, lo sconforto e la rabbia hanno il sopravvento, le lacrime continuano a scendere....."devo andare, non è proprio serata per me e non è giusto rovinare la vostra, a domani ragazzi" e dopo queste parole si infila la tracolla della borsa sulla spalla e si allontana.
Fabrizio resta un attimo interdetto, guarda in faccia Mark, è senz'altro più maturo e potrebbe parlare con Marta in modo più efficace, però pensa: "Che cavolo, pochi minuti prima lei è stata tanto gentile e dolce con me!". Allora fa un cenno a Mark, si alza e la raggiunge, appena prima di una delle rampe che portano al condominio, la abbraccia d'impulso, la sente singhiozzare mentre per la rabbia lei gli stringe le braccia con le mani fino a fargli male.
Con tono comprensivo tenta di rasserenarla: "Ma che hai fatto? E' per la laurea? Ma che ti frega, sai quanti laureati conosco che sono solo degli imbecilli, sei una bella ragazza, intelligente, spiritosa, un lavoro intanto ce l'hai".
Prova a rincuorarla come può, anche se sa, per esperienza personale, che se si è davvero insoddisfatti di se stessi non c'è niente che serva a consolarci.
Mark, vedendo Fabrizio raggiungere Marta è contento, “E' questo” pensa “il vero spirito di un clan”. Vede che si abbracciano, lei piange sulla sua spalla per un po', ma quando alza gli occhi e incontra lo sguardo di Mark, le scappa un buffo sorriso, probabilmente sentendosi a disagio per quanto successo. L'amico le sorride a sua volta, solleva il bicchiere in segno di un brindisi e intanto nota che anche gli altri del clan assistono preoccupati alla scena chiedendosi cosa sia successo.
Qualcun altro si alza e si avvicina alla giovane donna, per sincerarsi delle sue condizioni, in breve Marta è circondata da persone che, chi in un modo chi in un altro, cercano di aiutarla e le chiedono come sta.
L'abbraccio di Fabrizio le riscalda il cuore, anche se vorrebbe solo che smettesse di parlare perchè quello che dice non fa che aumentare il suo dolore e vorrebbe urlare: "Facciamo l'elenco di quello che non sono e che non ho", ma alzando il volto dalla sua spalla, nell' incrociare lo sguardo di Mark, che seduto in fondo la sta salutando con il bicchiere alzato, prova fastidio perchè le sembra fuori luogo: "Ma come" pensa tra sé e sé "sto soffrendo e lui brinda", è questione di un momento, il suo sorriso è come una pennellata di comicità su quel gesto inopportuno e gli sorride a sua volta.
Fabrizio, osservando la scena e vedendo che più di qualche persona si è avvicinata per sapere cosa sia successo e per parlare con Marta, riflette che a volte si crea davvero un'atmosfera familiare dentro il clan, specialmente con chi si conosce da più tempo.
Dopo aver ringraziato alcune delle persone che si sono avvicinate, Marta decide di andarsene a casa, è ancora piuttosto scossa e irritata, Fabrizio vorrebbe trattenerla ma pensa che sia meglio non insistere e le dice con dolcezza: "Se vuoi ci vediamo più tardi, magari dopo cena", e mentre lei si allontana, si gira e torna a sedersi vicino a Mark.
Marta vorrebbe salire in casa usando le scale, ha bisogno di scaricare un po' di energia: "Accidenti Marta, c'era proprio bisogno di dare spettacolo?" si dice a voce alta. E' arrabbiatissima con se stessa e continua a rimproverarsi: "Non hai un briciolo di autocontrollo, alla prima difficoltà scoppi come un petardo."
Sa bene che quell'uscita teatrale non sarà priva di conseguenze e si sta preparando ad affrontare il primo problema, informare i genitori dell'accaduto per evitare che lo sappiano dai vicini di casa, tra quelli del clan presenti nel salone.
"Il clan..." borbotta tra sé, mentre sistema il colletto della camicetta "gioie e dolori..." sospira piano e sentendosi più serena decide di tornare dagli amici. Si avvicina alla vetrata cercando di individuare Mark e Fabrizio tra la folla di persone ora presente nel salone.
Mark si rende conto che lo sfogo di Marta è stato più serio di quel che pensava e appena Fabrizio torna a sedersi accanto a lui gli domanda: "Che le è successo? L'ho vista andare a prendere le noccioline tutta contenta, e pochi istanti dopo è scoppiata in lacrime..". Lancia uno sguardo verso gli ex compagni d'università di Marta coi quali aveva parlato poco prima, sono ancora lì in gruppo che conversano tranquillamente. Non li conosce bene, ma in tutto il salone sembrano gli unici a non essersi accorti di niente o, per lo meno, ad aver fatto finta di non essersi accorti di niente.
Fabrizio risponde: "Mah, credo che sia la rabbia per aver visto i suoi ex compagni di università, il fatto di non essersi ancora laureata... il lavoro che non le piace, adesso è tornata a casa, era ancora nervosa, le ho detto che se vuole ci possiamo rivedere dopo cena, sai com' è fatta, certe volte è meglio lasciarla sfogare". Finisce il suo secondo bicchiere e con un po' di amarezza riflette: "Che vuoi farci, se non riesci a guadagnarti da vivere facendo un lavoro che ti piace, devi adattarti, altrimenti devi fare come me che a trent'anni debbo ancora chiedere soldi a mamma e papà, come un bambino che vuole comprarsi un gelato".
Marta li raggiunge e resta in piedi davanti ad entrambi mentre, con tono di voce che vuole dimostrare tutta la sua riconoscenza dice loro: "Grazie ragazzi per essere ancora qua". Mark si alza per togliere la giacca dalla poltrona vuota accanto alla sua e, con un cenno della mano, la invita a sedere: "Vieni Marta, siediti vicino a me. Va un po' meglio adesso?"
"Ho le ossa rotte come se fossi stata sbatacchiata qua e la... e sono ancora un po' lontana dall'avere quel bel carattere accomodante, dolce e solare che mi piacerebbe tanto... ma va meglio, sì" risponde Marta a Mark, metre accenna un sorriso accomodandosi sulla poltrona "Ho approfittato dell'incontro con i miei genitori per avvisarli che non sarò a casa per cena... più tardi uscirò a fare due passi, ho bisogno di riordinare le idee... quello che è successo stasera mi ha fatto capire che il vaso è proprio colmo".
"E perchè continui a paragonarti sempre agli altri?" le chiede Mark appoggiando il bicchiere sul tavolino. "E' inevitabile che se ti raffronti a Tizio, Tizio sarà sempre più Tizio di te. Tu sei Marta..."
Prende un attimo fiato fissandola negli occhi, come per cercare le parole migliori da dirle "E' ora che inizi ad occuparti di Marta, a come” calcando la voce " E’ " Marta piuttosto che a come non è... Insomma con tutte le qualità che hai, che sei, tu pensi solo a quello che non sei..."
"Mark ha ragione: noi tutti non siamo e non saremo mai un sacco di cose, probabilmente molte di più di quante possiamo essere. Non puoi passare tutto il tempo a fare paragoni con tutti, non ne usciresti più e non vedresti le qualità che hai, e tu ne hai parecchie...una per esempio è essere mia amica, ti pare poco eh eh ?" la incalza Fabrizio cercando di farla ridere.
E preso un foglio dalla cartelletta inizia ad abbozzare una sua caricatura, con una faccetta arrabbiata e con i fulmini che le escono dalla testa.

(continua)

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Vecchio 04-12-2009, 21.28.16   #69
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Incrociando le braccia e strofinandosi le mani sulle maniche maglioncino per scaldarsi dai brividi che la scuotono all’improvviso, Marta prorompe in uno sfogo: "Non mi piaccio e non sono soddisfatta di come sta andando la mia vita, non provo alcuna soddisfazione nel lavoro al quale dedico una considerevole parte della mia giornata, tempo che ho sottratto e che continuo a sottrarre allo studio.... ma volevo l'indipendenza economica, non dover chiedere sempre danaro ai miei genitori e ho così scelto di lavorare e i miei studi sono rallentati" si ferma un attimo muovendo la testa da destra e sinistra facendo segno di no, e precisa: "fermati, è più giusto dire, perchè non do esami da mesi oramai."
Le parole sgorgano come un fiume in piena: "e voglio una casa mia, ma devo riuscire a sopportarne i costi, non intendo chiedere altro aiuto ai miei“ e rivolgendosi a Fabrizio, che nel frattempo ha sollevato le mani dal foglio: "scusa Fabrizio, nessuna critica ..." spostandosi in avanti e abbassando un po' la voce conclude: "sinceramente non comprendo il riferimento che entrambi avete fatto al mio voler essere come qualcun altro".
Mark fissa Marta negli occhi, vorrebbe trovare una frase ad effetto che possa aiutarla, ma fra sè e sè pensa che non sia questo il momento, la vede ancora scossa e piuttosto infreddolita. Lì c'è la sua giacca e per un attimo pensa che potrebbe prestargliela per scaldarsi, ma poi conviene che è meglio evitare ogni tipo di fraintendimento. Così si alza e va ad alzare un po' la temperatura del braciere virtuale, poi torna dai suoi amici: "Ne parleremo con più calma dopo Marta, ora è quasi ora di cena e vado a cambiarmi perchè non la reggo più questa cravatta!"
Poi, prima di andare: "Ah, Fabri, partitina a biliardo dopocena?"
"si ci sta bene una partitina, ma ricorda che dalle ultime volte che abbiamo giocato mi sono allenato parecchio, non sarà facile battermi stavolta"
Si gira verso Marta e la vede ancora assorta nei suoi pensieri, sembra un vulcano pronto ad esplodere, non è facile trovare qualcosa da dirle che possa realmente tranquillizzarla, allora riprende la sua cartellina e si alza: "Marta io vado a mettere qualcosa sotto i denti, dopo cena gioco con Mark, se ti va di venire... dopo la partita possiamo fare due passi... che dici?"
"Con molto piacere Fabrizio, grazie" gli risponde lei mentre saluta Mark che si sta allontanando: "farò due passi mentre voi cenate, ma sarò qui al vostro ritorno".
"Brava... mi piaci tanto quando fai così..." le dice Fabrizio e avvicinandosi a lei le dà un bacio sulla guancia: "a dopo allora" e con in mano la cartellina coi sui disegni si dirige verso le scale che portano al suo monolocale.
La dolcezza di Fabrizio le lascia una piacevole sensazione, "un ragazzo speciale" si dice, e si trova a ripensare a quanto detto prima a proposito della casa e dell'aiuto dei genitori, alla sua totale mancanza di tatto soprattutto perché il disagio di Fabrizio le è noto .
"Eppure non dovrebbe essere così difficile trovare un sistema che garantisca al giovane di poter andare via da casa uscendo definitivamente dalla rete di protezione familiare" commento tra sè e sè e ripensa alle parole di sua madre : "Da quanto ricordo è sempre stato così Marta" parole che dice quando la vede soffrire per la sua situazione di dipendenza.
Si alza e dirige i suoi passi verso la cascata, illuminata con fasci di luce sistemati nella roccia, il cui riflesso regala un gioco di luci nell'acqua che si spandono nell'ambiente circostante.
Le luci della sala ora sono tutte accese con un'intensità media, alcune zone con luci più soffuse in cui uno schermo traslucido sta trasmettendo una partita di calcio. Un sistema di controllo per l'ammortizzamento dinamico dei suoni rende silenzioso l'ambiente circostante anche se un gruppo di giovani sta esultando per il gol appena fatto dalla squadra del cuore.
Le paratie si sono chiuse ulteriormente ed un sistema di polarizzazione le ha rese completamente trasparenti, dal piano più alto della sala si può ammirare lo skyline della città. Un intenso getto d'aria pulisce le zone alte del soffitto e per un attimo le paratie sono allineate in modo da poter ammirare la splendida notte stellata.

Mark, conclusa la cena è tornato nel salotto condominiale, non c'è molta gente a parte alcune persone del condominio che stanno pulendo la sala, lavoro che si effettua a turno provvedendo anche a riempire i distributori di bevande, rifornire i vani per le vivande e ricaricare i dispositivi wireless. Dirigendosi verso una delle vetrate si accende una sigaretta nell'apposita area fumatori. Fa un paio di boccate, poi guarda la sigaretta fra le dita, la bronza accesa e il fumo che danzando lento e sinuoso sale verso l'alto come un serpente. "Certe cose cambiano sempre, altre non cambiano mai" pensa fra sé e sé osservando in faccia la sua dipendenza. Anche quei rollini di tabacco sono rimasti sempre gli stessi, a differenza dei sofisticatissimi impianti tecnologici di cui si sono dotati nel corso degli anni...
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Vecchio 23-12-2009, 01.48.44   #70
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Ormai è notte, le luci della sala sono tutte accese con un'intensità media, alcune zone hanno luci più soffuse e vi si trova uno schermo traslucido che trasmette una partita di calcio. Un sistema di controllo per l'ammortizzamento dinamico dei suoni rende silenzioso l'ambiente circostante sebbene un gruppo di giovani stia esultando per il gol appena fatto dalla squadra del cuore. La cascata è illuminata da fasci di luce sistemati nella roccia, il loro riflesso regala giochi luminosi dell'acqua che si spandono nell'ambiente. Le paratie si sono chiuse ulteriormente ed un sistema di polarizzazione le ha rese completamente trasparenti, dal piano più alto della sala si può ammirare lo skyline della città. Un intenso getto d'aria pulisce le zone alte del soffitto e per un attimo le paratie sono allineate in modo che si può ammirare una splendida notte stellata.
Delle persone del condominio stanno pulendo la sala, le pulizie condominiali della sala si effettuano a turno e si provvede a riempire i distributori di bevande, rifornire i vani per le vivande e ricaricare i dispositivi wireless. Il braciere si è alzato da terra di circa tre metri ed ha cambiato forma diventando uno schermo a 360 gradi, come un gigantesco caleidoscopio di colori cambia a seconda dei rumori e dell'intensità del suono, all'occorrenza diventa uno schermo multimediale. Al posto delle sdraie sono comparsi divani e poltrone con poggiapiedi, grandi tavoli e librerie, l'ambiente, a seconda della selezione, si trasforma sempre. Ogni clan ha il suo luogo preferito in cui compaiono anche distintivi e simboli che richiamano il clan.
La sera si anima di persone che giocano con flipper stile retrò o di appassionati che si avvicinano ai tavoli da biliardo e da boccetto, i giochi sono in file ordinate ma con ampi spazi tra loro che permettono il movimento, su un lato si stende un piccolo spalto a gradini che permette di vedere comodamente le partite. Vi sono pure tavoli da ping pong e squash, non mancano tavoli con giochi di società e degli scacchi. Da questa zona ludica, seguendo il tunnel, si arriva al reparto degli spogliatoi che comunica con la palestra e con il giardino interno dove c'è un piccolo campetto da calcio, poco più in là due campi da tennis, uno da pallavolo e uno da basket. Gli spogliatoi sono divisi in reparto donne e reparto uomini con le docce e gli armadietti, un accesso comune porta alle saune con la sauna finlandese secca e il bagno turco ricco di umidità, vi è anche la biosauna, le terme romane e l'infrasauna. La piscina da 25 metri si trova nella zona a sud in modo che d'inverno, protetta da una vetrata, possa sfruttare l'irraggiamento del sole.
Quando la stagione lo permette è possibile fare un percorso campestre lungo la riva del fiume che porta sino al vecchio frantoio in cui vi sono sistemati attrezzi per l'arrampiacata, proprio su di un vecchio costone in marmo vi sono attacchi ed appigli per l'allenamento.
Ogni sera vi sono partite e tornei tra i ragazzi del clan, ed in una piccola bacheca vengono registrati gli appuntamenti per le varie sfide che sono riportate in un giornale interno, con aneddoti e storie delle partite.

Ultima modifica di filoumenanike : 23-12-2009 alle ore 01.57.44.
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Vecchio 23-12-2009, 02.02.34   #71
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NB sono arrivata a riportare su word il testo fino all'intervento del regista Uno che inserisce Teresa, Gris! devo ancora correggerlo, per ora ho trascritto solo la descrizione dell'ambiente; Se volete proseguire ripartite da Uno, altrimenti facciamo lavoro doppio, ciao!
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Vecchio 24-12-2009, 00.44.45   #72
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NB sono arrivata a riportare su word il testo fino all'intervento del regista Uno che inserisce Teresa, Gris! devo ancora correggerlo, per ora ho trascritto solo la descrizione dell'ambiente; Se volete proseguire ripartite da Uno, altrimenti facciamo lavoro doppio, ciao!
Grazie Filo ho perso la trebisonda e mi devo leggere tutto prima di riprendere, quindi per rimettermi in pari per ora rileggo i pezzi corretti qui sopra.
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Vecchio 06-01-2010, 14.03.03   #73
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Che ne dite si può andare avanti un pezzettino o aspettiamo di correggere quanto fatto finora ????
Avrei già qualcosa di pronto ma sto aspettando qualche imput su quanto fatto fin qua....

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Vecchio 20-01-2010, 00.02.39   #74
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Metto qui un altro pezzo, vi prego di dirmi se va bene o no:


Fabrizio, dopo una rapida cena e una sistemata a dei disegni, è sceso nuovamente nel salottino condominiale che nel frattempo ha iniziato a riempirsi di persone.
Ora indossa dei jeans neri e una felpa grigia con il cappuccio e un disegno stampato dietro, abbigliamento che gli piace per la partita a biliardo che lo attende.
Si sofferma un attimo per guardare il panorama da una delle vetrate, poi cerca Mark, lo trova intento a fumare, nota che si è cambiato anche lui, al posto del completo di prima porta un maglione color carta da zucchero e pantaloni di velluto azzurri. Gli fa un cenno di saluto e gli si avvicina:
"Allora, facciamo questa partita a biliardo? Oh guarda che mi sono fatto insegnare qualche colpo nuovo da un mio conoscente, lo chiamano Eddy lo svelto... è un tipo un po’ spaccone, ma sa giocare come pochi, vedrai stasera che ti combino...poi più tardi dovrebbe tornare pure Marta"
"Eddy o non Eddy, lo sai che non ti basta qualche lezioncina per battermi", esclama Mark sorridendogli con aria di sfida. Spegne a metà la sigaretta e si dirige al tavolo insieme a Fabrizio.
Da una delle cassapanche laterali prendono le loro stecche personali e iniziano a montarle.
Una rapida passata di gesso alla punta e sono pronti a giocare.
"Vai, spacca pure tu" dice Mark lanciando un'occhiata in giro per vedere se è rientrata Marta.
Fabrizio, dopo aver sistemato le 15 palle con il triangolo, e aver dato una bella passata col gessetto alla punta della sua stecca, dà un bel colpo secco al centro della palla bianca; il mucchio con le palle colorate viene preso in pieno, aprendosi in svariate direzioni, nessuna di esse però entra in buca, quindi deve passare la mano.
"Tocca a te, caro, ce ne sono un paio già belle acchittate".
Mark inizia a imbucare le palle che l’amico gli ha "gentilmente" lasciato vicino alle buche. Due, tre, quattro palle... finchè per un riporto sbagliato si trova adesso con la palla bianca "incastrata" in una posizione assai scomoda. Osserva il tavolo seccato, c'erano almeno altre due palle da imbucare comodamente e ora invece sono sulla sponda corta del tavolo coperte da due palle vicinissime. Riflette sul tiro migliore da fare dando parecchio gesso alla stecca. Alla fine prende posizione e carica un colpo con molto effetto retro-giro. Il suo corpo è completamente immobile salvo il braccio che brandeggia armonioso facendo perno sul gomito. "Vede" perfettamente il tiro nella mente, dopodichè lo riproduce sul tavolo. La palla bianca schizza sulla sponda e poi per via dell'effetto descrive un semicerchio sul panno verde, và a toccare la palla prescelta che però si muove solo di pochi centimetri fermandosi proprio davanti la buca. La palla bianca continua la sua corsa e và a posizionarsi davanti alla biglia numero 15, in perfetto asse con la buca d'angolo.
"Accidenti!" esclama lasciando il posto a Fabrizio che si ritrova ora con due colpi praticamente già fatti.
Per Fabrizio, con la palla n. 15 a pochi centimetri dalla buca, il tiro è talmente facile che per fare scena si siede sul bordo del biliardo e passando la stecca dietro la schiena dà un colpo leggerissimo, quanto basta per permettere alla palla bianca di toccare dolcemente la 15, che si imbuca all'angolo.
Anche il colpo seguente si rivela non difficilissimo, deve mandare una biglia nella buca d'angolo opposta a quella dove ha spedito la 15: ingessa la stecca, si posiziona, dà un'occhiata alla posizione della bianca, e la colpisce facendole spizzare la biglia colorata da un lato, quanto basta per mandarla in buca.
Dà una guardata al tavolo, palle facili non ce ne sono più
"mmh, adesso ci vorrebbe qualche colpo d'artista".


Nel frattempo Marta, nel suo completo beige con la giacca in tinta, è uscita per una passeggiata. E’ una bellissima serata e in compagnia dei suoi pensieri arriva al fiume che sente scorrere tra gli alberi, mentre scorge in lontananza il vecchio frantoio.
Ha deciso.
Riprenderà il piano studi e scadenzerà i tempi per gli esami che mancano...poi si siederà al tavolo con i suoi genitori, se smette di lavorare avrà bisogno di loro.
Sa che non sarà facile, ma si sento sollevata e nel profondo sente che è la decisione giusta.
E' tardi, decide di rientrare e raggiungere Mark e Fabrizio nel salone.

Intanto Fabrizio continua a guardare il tavolo ma non riesce a vedere una possibile traiettoria, allora gli torna in mente un consiglio dato dallo Svelto quando gli dava ripetizioni:
“se non riesci a ideare un colpo, guarda solo le singole palle, a volte capita che una di esse ti stimoli più delle altre, senza un motivo apparente, manda la palla bianca su quella come ti viene, si imbucherà come per magia.”
Tra il mucchio di palle ce n'è una in effetti sulla quale già gli era caduto l'occhio un paio di volte, messa in una posizione scomoda, in mezzo ad altre. Si dice "ci provo, tanto perso per perso". Si posiziona e tira cercando solo di colpire la biglia che lo intriga, la colpisce, sbatte su altre palle, fa una sponda e si infila incredibilmente in una delle buche centrali.
"Wow" fa un urlo incredulo, "allora certe volte i miracoli accadono davvero !"
Per l'euforia sbaglia completamente il colpo seguente e cede il turno a Mark, restando comunque contento per quanto aveva fatto e pensando tra sè che le cose possono sistemarsi improvvisamente, quando meno te lo aspetti, l'importante è continuare a giocare, senza arrendersi
Mark prendo nuovamente posto al tavolo da biliardo e studia il da farsi, mentre dice all’amico: "Hai avuto fortuna prima, è stato un gran colpo. Ma tirare a caso non sempre paga, specialmente nel mio caso... Se lo faccio io sicuro che vado a bere..."
Sorride, si accingo a tirare, e non avendo tiri buoni opta per una conveniente difesa. La palla bianca come previsto và ad incastrarsi in mezzo a due palle e soddisfatto lascia il gioco a Fabrizio che si trova con un tiro ancora più difficile di prima.

Nel rientrare Marta percorre tutta l'area destinata al fitness e si sofferma all'esterno della piscina frequentata ancora da molte persone; alcuni hanno appena terminato il lavoro ed è un modo piacevole di rilassarsi prima di rientrare definitivamente a casa. Si trova ad apprezzare tutto lo spazio comune di cui dispone la comunità, è molto curato nei particolari e ben organizzato, ci si vive davvero bene.
Infine arriva al salone che è gremito di gente .
Dirige lo sguardo verso i tavoli da biliardo e vede Mark che sta accuratamente sfregando il gesso sul cuoietto posto all'estremità della stecca .
Si avvicina, ma resta in silenzio per non distrarre il giocatore mentre sta facendo scorrere il puntale sulla mano d'appoggio. Non è ancora così vicina da vedere il piano del biliardo, ma dall'espressione del volto di Fabrizio, il tiro di Mark deve essere stato davvero buono.
"Eh, buonanotte, adesso che mi invento?" scherza Fabrizio rivolto a Mark che, col suo tiro, lo ha lasciato in una situazione di gioco complicata.
Inizia a girare attorno al tavolo per cercare di capire il tiro migliore da poter fare e all'improvviso vedo arrivare Marta; gli sembra abbia una espressione più distesa rispetto a qualche ora prima.
"Ciao Marta, se fossi arrivata un minuto prima mi avresti visto fare un colpo magico, invece guarda adesso Mark in che situazione mi ha messo".
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Vecchio 20-01-2010, 13.30.45   #75
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Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
NB sono arrivata a riportare su word il testo fino all'intervento del regista Uno che inserisce Teresa, Gris! devo ancora correggerlo, per ora ho trascritto solo la descrizione dell'ambiente; Se volete proseguire ripartite da Uno, altrimenti facciamo lavoro doppio, ciao!
oops... mi era sfuggito questo tuo post, scusami.
Allora, in attesa del tuo scritto corretto, si può ripartire dall'entrata in scena di Teresa....

Aspettiamo anche Shanti per vedere che ne pensa del lavoro fatto e come proseguire.

Ciao

Ultima modifica di stella : 20-01-2010 alle ore 13.43.06. Motivo: precisazione
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