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Vecchio 01-05-2007, 20.04.25   #1
Ray
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Predefinito Perchè...?

Mamma, posso andare fuori a giocare?
No
Perchè no?
Perchè piove.
E perchè non posso andare a giocare se piove?
Perchè ti bagni
E perchè non posso bagnarmi?
Perchè se ti bagni è facile che ti ammali?
E perchè se mi bagno è facile che mi ammalo?
... segue martellata sulla testa da madre verso figlio...

Faccio subito notare che in varie occasioni la questione avrebbe potuto prendere strade diverse, tipo al "perchè piove" avrebbe potuto seguire la domanda "e perchè piove?" con probabile sclero materno (o paterno) ancor più presto. Nello scrivere la conversazione mi sono attenuto alla non completa ancora rinuncia del figlio all'uscire.

In realtà noi smettiamo molto presto di chiedere/chiederci il perchè delle cose. Lo chiamiamo diventare grandi

Se invece lo facessimo dovremmo ammettere molto presto di non sapere quasi nulla sul mondo nel quale viviamo e soprattutto su noi stessi. Basti immaginare ad una possibile conversazione con se stessi che parta dal constatare un proprio comportamento in una certa situazione. Ammissione che ci risulta spesso assai pesante. Esempietto:
Sto leggendo la targhetta dell'ascensore. Perchè lo faccio?
perchè mi annoio mentre salgo in ascensore.
perchè mi annoio?
perchè non c'è nulla da fare in ascensore
perchè mi annoio se non c'è nulla da fare?
...necessaria ammissione di incapacità a rispondere... o preferenza alla non risposta
(perchè sono talmente tanto abituato a perdermi nelle cose che se non ho stimoli abbastanza forti sento disagio
perchè sento disagio in assenza di stimoli?
perchè cerco continuamente di dimenticarmi di me stesso
perchè cerco di dimenticarmi di me stesso?)
... e via così, verso risposte sempre più spiacevoli...

Come si può notare facilmente, anche se ci si mette a fare questo giochino, è facilissimo mentirsi. Si può mentire in molte occasioni. Prima di tutte nel ripondersi ad un perchè, il che però implica anche una seconda menzogna che consiste nel ritenere soddisfacente la risposta.
Allorchè si decida di rispondersi sinceramente interviene un mentire più sottile, che consiste nel porsi le domade sbagliate, come "perchè non c'è nulla da fare in ascensore?" applicata all'esempio di sopra. In questo caso il mentire è un meccanismo che spinge a spostare il fuoco dell'attenzione via da se stessi...

Interrompo qui per adesso e sento voi.

_____________________________________________-

Seconda linea del tread (manca una sezione tipo creatività dove proporre cose?)

Questa discussione in realtà voleva essere un gioco da proporre in palestra, ma non sono riuscito a trovare un meccanismo per giocarci. Ne ho pensati vari, da uno che sta sotto e risponde ai perchè finchè non si arrende ammettendo di non sapere, al gioco in solitaria partendo da una frase, con varie regole tra cui il divieto di contraddirsi nelle risposte e il rifare le stesse domande (anche in modi diversi) nelle domande.

A voi viene qualche idea? Vi piacerebbe?
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Vecchio 02-05-2007, 20.47.00   #2
RedWitch
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Come si può notare facilmente, anche se ci si mette a fare questo giochino, è facilissimo mentirsi. Si può mentire in molte occasioni. Prima di tutte nel ripondersi ad un perchè, il che però implica anche una seconda menzogna che consiste nel ritenere soddisfacente la risposta.
Allorchè si decida di rispondersi sinceramente interviene un mentire più sottile, che consiste nel porsi le domade sbagliate, come "perchè non c'è nulla da fare in ascensore?" applicata all'esempio di sopra. In questo caso il mentire è un meccanismo che spinge a spostare il fuoco dell'attenzione via da se stessi...

Interrompo qui per adesso e sento voi.
Smettere di chiedersi il perchè delle cose significa quindi non voler ammettere di non sapere quasi nulla.. e nel momento in cui ricominciamo a chiederci dei perchè (soprattutto su noi stessi), ecco che scatta una specie di "autodifesa".. perchè non lavoro? perchè non c'è niente da fare.. ammettere che volendo qualcosa da fare lo potrei trovare, ma che non ho voglia di fare, diventa difficile da accettare, allora mi racconto balle, più o meno credibili.. ma perchè è così difficile ammettere con sè stessi le proprie mancanze?
Perchè dobbiamo a tutti i costi sentirci "grandi e perfetti", quando poi basta pochissimo a smontare questa immagine che ci diamo di noi stessi?
Ma soprattutto, perchè spostiamo sempre in esterno? Se sto in ascensore devo per forza fissare la targhetta, perchè non sopporto di stare con me stessa nemmeno quei pochi minuti, devo riempire per forza il tempo in qualche modo, anche se lo faccio con la cosa più inutile che ci possa essere.


Citazione:
Seconda linea del tread (manca una sezione tipo creatività dove proporre cose?)

Questa discussione in realtà voleva essere un gioco da proporre in palestra, ma non sono riuscito a trovare un meccanismo per giocarci. Ne ho pensati vari, da uno che sta sotto e risponde ai perchè finchè non si arrende ammettendo di non sapere, al gioco in solitaria partendo da una frase, con varie regole tra cui il divieto di contraddirsi nelle risposte e il rifare le stesse domande (anche in modi diversi) nelle domande.

A voi viene qualche idea? Vi piacerebbe?
A me non dispiace la tua idea.... piuttosto che uno sotto "contro" tutti metterei un "banco" che fa un giro di domande e chi vuole risponde magari con iscrizione, in modo da non fare altre domande finchè non hanno risposto tutti coloro che vogliono partecipare

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Vecchio 02-05-2007, 20.47.50   #3
Era
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perchè?

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Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 02-05-2007, 22.05.57   #4
Faltea
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Giochiamo, giochiamo. Secondo me ne può venire fuori qualcosa di interessante....
Si potrebbe fare a ruota, uno domanda, uno risponde e via così...

Comunque oltre al rischio di mentirsi, ho notato che finisco con il non saper che rispondere... il vuoto.
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Vecchio 02-05-2007, 22.25.24   #5
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Giochiamo, giochiamo. Secondo me ne può venire fuori qualcosa di interessante....
Si potrebbe fare a ruota, uno domanda, uno risponde e via così...

Comunque oltre al rischio di mentirsi, ho notato che finisco con il non saper che rispondere... il vuoto.
Anche io vorrei giocare, ma non è semplicissimo. Ho fatto dei tentativi da solo e anche con altri che si sono prestati come cavie e sono emerse parecchie cosucce interessanti da entrambi i lati della barricata.

Le domande: chi domanda non dovrebbe fare illazioni, ma basarsi esclusivamente su quel che l'altro afferma. Si tratta quindi di assumere un atteggiamento di ingenuità quasi crudele, simile appunto al bambino che non sa cose che diamo per scontate e quindi domanda. Spesso le domande risultano impertinenti.
Nelle risposte emerge che queste cose non sono per nulla scontate (e quindi le domande sono più che pertinenti) ma appartengono ad un campo semantico che per tacita convenzione l'adulto non sfiora mai, anzi sta bene attento a girarci attorno. Questo perchè altrimenti egli dovrebbe ammettere che non sa. Che non sa di se stesso e che non sa del mondo che lo circonda... e l'adulto è troppo impegnato a dimostare di essere quel che non è piuttosto che cercare di imparare.

Ne segue che ci si trova facilmente davanti a domande che ci mettono in imbarazzo, che preferiremmo non sentire e di fronte alle quali sentiamo disagio. Se ci si osserva si vedrà che automaticamente cerchiamo risposte ansiosamente, per non dover ammettere di non sapere. L'ammissione ci costa sforzo, la viviamo come una sconfitta. L'adulto si sente preso in mezzo da sto gioco, il bambino è tendenzialmente sincero.

Nelle risposte si dovrebbe cercare di rispondere direttamente alla domanda fatta e solo alla domanda fatta. Esistono sia la tendenza a evadere la domanda che la tendenza a pilotare il seguito del gioco.

Se non si capisce quel che dico provo a portare esempi...
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Vecchio 03-05-2007, 13.15.46   #6
Faltea
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Penso di aver capito, ma per esemplificare chi risponde può tramutare direttamente la risposta in domanda in modo da passare direttamente la palla....
Tipo:

Tizio
Perché stai scrivendo al pc?
Perchè sto scrivendo nel forum.
Perché stai scrivendo nel forum?

Caio:
Perchè voglio condividere
Perché vuoi condividere?

Tizio o sempronio
Perchè ho bisogno di conoscenza.
Perchè hai bisogno di conoscenza?

.... forse così sarebbe più semplice almeno per iniziare, poi bisognerebbe aggiungere le varie regole mano a mano che si presenta il bisogno.
è un'idea....
Poi andrebbero fermate le varie uscite di pista...
non è per niente facile
Ma tentar...
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Vecchio 03-05-2007, 13.44.37   #7
griselda
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uhm lo vedo interessante sopratutto se ci osserviamo mentre facciamo il gioco iniziando a chiederci perchè vogliamo farlo o non farlo per poi passare in analisi il perchè delle risposte mentre rispondiamo potremmo imparare molto di più che cercando delle risposte in rete di ciò che non sappiamo e il perchè lo facciamo e il perchè invece non lo facciamo insomma non la mia mente con sto surpluss mi sa che fa crash adesso mi fermo e analizzo il perchè ho risposto e perchè ho risposto così e perchè ci sono infiniti perchè ai cui non so rispondere ed altri a cui non mi frega di rispondere e perchè perchè perchè perchè
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Vecchio 16-07-2007, 13.15.59   #8
Kael
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Penso che il "perchè" sia uno strumento importante per l'uomo, come è stato detto sopra.
Ma come tutte le cose diventa controproducente se usato "troppo", o a sproposito.

Per esperienza personale ritengo che un certo tipo di persone dovrebbero imparare a rinunciare al "perchè", almeno in certi ambiti. Se ci si cristallizza troppo sul "perchè" si finisce per perdere di vista altro.. che è ugualmtente importante se non addirittura in certi casi più utile...
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Vecchio 16-07-2007, 14.20.59   #9
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Il perchè a volte può essere un limite per non muoversi. La paura diventa un perchè e li sono dolori. Fa chiedere il perchè di tutto e il tempo passa, tutto si muove in cielo senza che nulla si muova sulla terra.
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Vecchio 16-07-2007, 14.22.43   #10
turaz
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secondo me è molto più utile dire semplicemente "ignoro"
ecco saper discernere ove si può dire "vero" ove si può dire "falso" ove si può dire ignoro sapendo cmq che sono concetti "relativi" (vero/falso) che mutano con il tempo.
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Vecchio 16-07-2007, 14.41.54   #11
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secondo me è molto più utile dire semplicemente "ignoro"
Era un po' questo lo scopo della cosa... un modo come un altro per disciplinare la sincerità con se stessi, usare la mente invece di venirne usati, contenere l'ego...
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Vecchio 15-02-2008, 17.43.52   #12
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Mamma, posso andare fuori a giocare?
No
Perchè no?
Perchè piove.
E perchè non posso andare a giocare se piove?
Perchè ti bagni
E perchè non posso bagnarmi?
Perchè se ti bagni è facile che ti ammali?
E perchè se mi bagno è facile che mi ammalo?
... segue martellata sulla testa da madre verso figlio...

Faccio subito notare che in varie occasioni la questione avrebbe potuto prendere strade diverse, tipo al "perchè piove" avrebbe potuto seguire la domanda "e perchè piove?" con probabile sclero materno (o paterno) ancor più presto. Nello scrivere la conversazione mi sono attenuto alla non completa ancora rinuncia del figlio all'uscire.

In realtà noi smettiamo molto presto di chiedere/chiederci il perchè delle cose. Lo chiamiamo diventare grandi

Se invece lo facessimo dovremmo ammettere molto presto di non sapere quasi nulla sul mondo nel quale viviamo e soprattutto su noi stessi. Basti immaginare ad una possibile conversazione con se stessi che parta dal constatare un proprio comportamento in una certa situazione. Ammissione che ci risulta spesso assai pesante. Esempietto:
Sto leggendo la targhetta dell'ascensore. Perchè lo faccio?
perchè mi annoio mentre salgo in ascensore.
perchè mi annoio?
perchè non c'è nulla da fare in ascensore
perchè mi annoio se non c'è nulla da fare?
...necessaria ammissione di incapacità a rispondere... o preferenza alla non risposta
(perchè sono talmente tanto abituato a perdermi nelle cose che se non ho stimoli abbastanza forti sento disagio
perchè sento disagio in assenza di stimoli?
perchè cerco continuamente di dimenticarmi di me stesso
perchè cerco di dimenticarmi di me stesso?)
... e via così, verso risposte sempre più spiacevoli...

Come si può notare facilmente, anche se ci si mette a fare questo giochino, è facilissimo mentirsi. Si può mentire in molte occasioni. Prima di tutte nel ripondersi ad un perchè, il che però implica anche una seconda menzogna che consiste nel ritenere soddisfacente la risposta.
Allorchè si decida di rispondersi sinceramente interviene un mentire più sottile, che consiste nel porsi le domade sbagliate, come "perchè non c'è nulla da fare in ascensore?" applicata all'esempio di sopra. In questo caso il mentire è un meccanismo che spinge a spostare il fuoco dell'attenzione via da se stessi...

Interrompo qui per adesso e sento voi.

_____________________________________________-

Seconda linea del tread (manca una sezione tipo creatività dove proporre cose?)

Questa discussione in realtà voleva essere un gioco da proporre in palestra, ma non sono riuscito a trovare un meccanismo per giocarci. Ne ho pensati vari, da uno che sta sotto e risponde ai perchè finchè non si arrende ammettendo di non sapere, al gioco in solitaria partendo da una frase, con varie regole tra cui il divieto di contraddirsi nelle risposte e il rifare le stesse domande (anche in modi diversi) nelle domande.

A voi viene qualche idea? Vi piacerebbe?


Quei perchè in ascensore..
sto ancora cercando di riprendermi
perchè?
perchè mi hanno fatto una foto in diretta

ma non potevi andare avanti con qualche altro perchè? Così mi risparmiavi un pochito di fatica
giochiamo? giochiamo?
perchè?
perchè di si vale?

dafne non è connesso  
Vecchio 15-02-2008, 18.51.35   #13
Astral
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Da bambino lo faceva sempre il gioco del perchè, e non so perchè si arrivava sempre a Dio, anche dagli argomenti più banali.

Ad esempio: perchè hai il naso lungo? perchè sono nato cosi. e perchè? perchè i miei mi hanno fatto cosi? e perchè..

Nella nostra ingenuità sostituivamo il fatto che Dio ci aveva fatti cosi, alla non risposta.

Nell'adulto significa mettersi in discussione però non credo che ogni volta si arrivi ad una non risposta.

In ogni caso credo che il perchè sia un'OTTIMA chiave per scavare a fondo a scelte apparentemente superficiali.

Può servire anche nella vita quotidiana ed io l'ho utilizzato parecchie volte per vedere i veri disegni di una persona, perchè il perchè sgretola tutte le maschere.

Nel catechismo ( nel brevissimo periodo in cui ho insegnato) alcuni sacerdoti ci dicevano sempre, che era molto più importante suscitare interrogativi nei bambini, che dare delle risposte preconfezionate.

Alla fine credo che anche la stessa Ermopoli sia impostata su questa linea
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Vecchio 15-02-2008, 19.14.14   #14
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Non ho nessun perchè ma volevo partecipare

A parte gli scherzi, Astral ha detto una cosa molto bella. Se cominciamo a domandarci i perchè del nostro essere, senza che però diventino eccessivamente razionali e meccanici (sarò fissata ma il rischio lo vedo in aguato ovunque), altrimenti fine dei giochi, il perchè è un sentire la risposta non un darcela e così arriviamo all'interno di noi. I bambini son bravi a farlo, hanno contatto con la loro essenza per cui arrivare a Dio è il tempo di un paio di perchè... noi invece dobbiamo arrivare al centro del nostro nucleo osservandoci, scavando, cercando Lavorando... destrutturando, ma ci arriviamo..

Volevo solo sottolineare la bellezza dei perchè dei bambini..

__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 15-02-2008, 22.32.35   #15
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perchè di si vale?
Non vale... ma dalla faccina lo sapevi già. Per giocare a questo gioco c'è un tread in palestra... ma possiamo aprirne un altro (sempre li)
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Vecchio 16-06-2008, 21.40.59   #16
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Sto leggendo la targhetta dell'ascensore. Perchè lo faccio?
perchè mi annoio mentre salgo in ascensore.
perchè mi annoio?
perchè non c'è nulla da fare in ascensore
perchè mi annoio se non c'è nulla da fare?
...necessaria ammissione di incapacità a rispondere... o preferenza alla non risposta
(perchè sono talmente tanto abituato a perdermi nelle cose che se non ho stimoli abbastanza forti sento disagio
perchè sento disagio in assenza di stimoli?
perchè cerco continuamente di dimenticarmi di me stesso
perchè cerco di dimenticarmi di me stesso?
perchè quando mi ricordo di me mi osservo
e perchè crea disagio osservarsi?
perchè m'impedisce di proiettare sugli altri
E che succede se non proietto sugli altri?
succede che la tensione aumenta e mi tocca vedere
e se vedo che succede?
succede che scopro di essere un enorme, macchiavellico, stupefacente bluff
E perchè sono un bluff?
perchè vivo di convinzioni cristallizzate con umani altrttanto cristallizzati, bugiardi e opportunisti, parassiti della vita.
E che cosa mi urta di più di tutto ciò?
che non posso cambiare praticamente quasi nulla, posso solo arginare i difetti ma se mi osservo e se come mi è stato detto ogni schema si ripete, dal grande al piccolo, anche il mondo è un bluff. Un enorme gigante teatro dove giriamo i nostri film,anzi, neanche li giriamo ma ci facciamo ingaggiare ripetendo a memoria i copioni, al massimo possiamo farci mettere in un film impegnato invece che in una commedia o come per la maggior parte delle volte in un film dell'orrore.
Soluzione, non voglio sentirmi, non voglio vedermi perchè c'è solo il nulla da vedere e sentire e la possibilità di passare oltre, ammesso che un oltre sia possibile e raggiungibile, sono infinitamente poche. (giusto perchè m'è rimasto un filo di ottimismo)
Il mondo non è meritocratico, il karma come legge divina di giustizia e eguaglianza è un'altra delle nostre bugie. Siamo solo esseri che hanno imparato che nella giungla vince solo il più forte, o il più furbo. Un altra spiegazione per la sopravvivenza della nostra specie al di sopra di ogni evento non è spiegabile senza l'intervento della scintilla divina. Comodo mi pare.. Chi è davvero buono, davvero santo, davvero Uomo si trsforma e sparice.

Scusa Ray ma in palestra il gioco dei perchè era su tutt'altro argomento e aprirne uno nuovo non mi sembrava il caso.
Perchè?
Perchè arriva un punto come dice Kael in cui le domande diventano solo scappatoie.
dafne non è connesso  
Vecchio 16-06-2008, 21.58.18   #17
Astral
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Mi era sfuggito il Bellissimo topic di Ray.

Da piccolo facevo molte di queste domande, e con un mio amico invece facevamo proprio il gioco, e come giustificazione finale arrivavamo sempre a Dio, quando non riuscivamo a dare più risposte ( dopo un ora!).

Sempre meglio chiedersi il perchè, piuttosto che non me lo chiedo, perchè non chiederselo secondo me è l'anticamera dell'automatismo.

Ad esempio se quando mi voglio divorare un panino con la porchetta, mi chiedessi il perchè, potrei rendermi conto che in realtà non me lo voglio manco mangiare. Potrei rispondere che sono annoiato, ma se mi chiedete il perchè, potrebbe subentrare che non sono impegnato, oppure ciò che faccio non mi piace.

E se invece di rispondere perchè non ti piace, mi chiederei che mi piacerebbe? Qui finiscono le risposte...
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