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Vecchio 21-12-2009, 17.54.52   #1
Ray
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Predefinito fa parte del mio carattere... lo posso cambiare?

Prendo spunto da una frase di Filo in un altro tread che nulla c'entra. Non mi sto rivolgendo a lei, uso la sua frase perchè è un esempio ottimo.
Dice: "infervorarmi fa parte del mio carattere" lasciando intendere che questo pone la cosa come ineluttabile. E' così e basta, nulla si può fare. Ma è davvero così?

Si possono cambiare le peculiarità del nostro carattere?

Una prima considerazione: se il carattere è mio lo posso cambiare (sorge il problema del come), se non lo posso cambiare allora sono io che sono suo.
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Vecchio 21-12-2009, 18.17.59   #2
filoumenanike
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Prendo spunto da una frase di Filo in un altro tread che nulla c'entra. Non mi sto rivolgendo a lei, uso la sua frase perchè è un esempio ottimo.
Dice: "infervorarmi fa parte del mio carattere" lasciando intendere che questo pone la cosa come ineluttabile. E' così e basta, nulla si può fare. Ma è davvero così?

Si possono cambiare le peculiarità del nostro carattere?

Una prima considerazione: se il carattere è mio lo posso cambiare (sorge il problema del come), se non lo posso cambiare allora sono io che sono suo.
La frase di Filo non lascia sottintendere che non si può cambiare il carattere, Filo si chiede solo se è bene cambiare quando non si è convinti di doverlo fare!

Mi piace invece pensare che se ho un grave difetto e me lo fanno notare spesso, potrei cambiare atteggiamento, per me e per gli altri!
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Vecchio 21-12-2009, 18.18.16   #3
luke
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Prendo spunto da una frase di Filo in un altro tread che nulla c'entra. Non mi sto rivolgendo a lei, uso la sua frase perchè è un esempio ottimo.
Dice: "infervorarmi fa parte del mio carattere" lasciando intendere che questo pone la cosa come ineluttabile. E' così e basta, nulla si può fare. Ma è davvero così?

Si possono cambiare le peculiarità del nostro carattere?

Una prima considerazione: se il carattere è mio lo posso cambiare (sorge il problema del come), se non lo posso cambiare allora sono io che sono suo.
L'idea che mi sono fatto fino ad ora su questo argomento è questa:

probabilmente nasciamo con alcuni tratti caratteriali abbozzati, poi l'educazione ricevuta e gli accadimenti esterni possono amplificare determinati orientamenti, farne nascere di nuovi e così via.
E' un processo che dura svariati anni, almeno fino all'adolescenza e che, pur riguardandoci direttamente, non ci vede come attori protagonisti, almeno non a livelo conscio e volontario.

Non so se il fatto di aver avuto una educazione piuttosto che un'altra, aver vissuto situazioni sempre di un certo tipo sia un caso o se faccia parte di un Piano preordinato da qualcuno, anche perchè, per esperienza personale, insieme a molti eventi "nefasti" si possono rintracciare eventi che potrebbero farci capire quale sia la via d'uscita da determinate situazioni, un pò come vedere dei segnali in mezzo ad una tempesta di sabbia che ci fanno capire la strada per raggiungere un'oasi.

Cambiare , trasformare o "settare" al meglio il carattere o almeno alcuni suoi aspetti è possibile? SI deve essere possibile !!!
E' un'impresa che può rivelarsi molto dura, però con un pò di fortuna spero sia una cosa fattibile; certo bisogna osservarsi bene, capire come e perchè proviamo determinate cose, quali sono i veri motivi che ci spingono ad agire, bisognerebbe cercare di essere più sinceri che sia possibile con se stessi.

Valgono, inoltre, a mio avviso, i discorsi fatti spesso su come siamo meccanici in genere, su quanta parte di noi, quanti "piccoli io" riusciamo a coinvolgere nell'impresa, riuscire ad avere uno scopo generale discretamente definito non sarebbe male, ad un certo punto credo serva anche una certa non avversione al rischio, perchè aggiustare il carattere che abbiamo avuto per tanti anni è un passaggio non da poco.
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Vecchio 21-12-2009, 18.30.26   #4
Ray
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La frase di Filo non lascia sottintendere che non si può cambiare il carattere, Filo si chiede solo se è bene cambiare quando non si è convinti di doverlo fare!

Mi piace invece pensare che se ho un grave difetto e me lo fanno notare spesso, potrei cambiare atteggiamento, per me e per gli altri!
Ok, scusa, così sembrava dalla frase e dal suo contesto, ma bon come ho detto non mi riferivo a te ma la usavo per il discorso.

Apri un altro punto importante: il voler cambiare. Spesso in effetti discorsi come "sono fatto così non posso cambiare" sono usati come scusa, verso gli altri e verso noi stessi, per restare come ci fa comodo restare e per continuare a reagire alle cose come più ci aggrada.
E' che spesso mica ci aggrada davvero, almeno a livello conscio. Spesso ci lamentiamo pure di alcuni tratti del nostro carattere... evidentemente hanno però un'economia conveniente.
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Vecchio 21-12-2009, 18.56.52   #5
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Ok, scusa, così sembrava dalla frase e dal suo contesto, ma bon come ho detto non mi riferivo a te ma la usavo per il discorso.

Apri un altro punto importante: il voler cambiare. Spesso in effetti discorsi come "sono fatto così non posso cambiare" sono usati come scusa, verso gli altri e verso noi stessi, per restare come ci fa comodo restare e per continuare a reagire alle cose come più ci aggrada.
E' che spesso mica ci aggrada davvero, almeno a livello conscio. Spesso ci lamentiamo pure di alcuni tratti del nostro carattere... evidentemente hanno però un'economia conveniente.
Questo credo sia un punto importante:
se uno vuol cambiare carattere evidentemente qualche motivo c'è, magari si pesa che non andremmo a provare tutta la serie di emozioni negative che ci hanno contraddistinto fino ad ora.
Poi però alla prova dei fatti vediamo come questa spinta al cambiamento è in realtà molto meno forte di come ce la siamo immaginata, c'è una parte di noi che vuole migliorare ed un'altra parte che fa di tutto per riamanere presente e condizionante, ovviamente avendo la possibilità di contare su di un serbatoio di energia non indifferente per agire.
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Vecchio 21-12-2009, 19.27.19   #6
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Apri un altro punto importante: il voler cambiare.
Spesso capita che siano gli altri a volere che cambiamo carattere...e allora mi chiedo se sia giusto sottostare al parere altrui, credo sia più opportuno considerare quanto ci piace o non ci piace del nostro carattere.
Sai il nostro prossimo è quasi sempre molto critico, guarda la pagliuzza nell'occhio degli altri e non il trave nel proprio!
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Vecchio 21-12-2009, 20.57.47   #7
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A volte per giustificarmi dico:" Ehh.. fa parte del mio carattere, che ci posso fare?"
Affermazione molto paraculistica che mi pone al riparo da critiche in quanto non sono capace di contrastare un'aspetto del mio carattere oramai sedimentato e fissato.


Leggendo il 3d mi sono fatto una serie di domande che riporto di seguito:
Ma se fa parte del mio carattere perchè volerlo cambiare?
Già perchè non sempre ci si analizza, non sempre si è critici verso se stessi, anzi spesso questa domanda non me la pongo. Sottointendo che il mio carattere è giusto così perchè, anche se perfettibile, mi piace così comè.
Solo in una fase di solve, di messa in discussione di se stessi ci si pone la domanda. Si analizzano aspetti della propria persona, del proprio carattere. In questa fase ogni aspetto viene preso in considerazione e visto per quello che è. Quegli aspetti che non fanno troppo male a se stessi ma che infastidiscono abbastanza da volerli cambiare. Vi sono aspetti del proprio carattere che non affrontiamo perchè macigni troppo grandi da muovere in una volta sola.

Cambiare come?
Se anche vi fosse una seppur labile volontà di cambiare il proprio carattere, il problema è come fare? Da dove cominciare, come impostare un lavoro di cambiamento reale? L'aspetto "tecnico" del cambiare il proprio carattere è fondamentale, lo si può fare da soli?

Ho abbastanza forza, costanza e fiducia in me?
I dubbi mi assalgono, la mente cominicia a giocare le sue carte migliori, entrano le dinamiche di una vita. La feroce autoironia, non ce la puoi fare povero bamboccio, ma ti sei visto? Che vuoi fare? Ma lascia perdere... Dalla propria famiglia di origine tutti gli imprinting, le dinamiche che hanno forgiato il nostro carattere.

Che mettere al suo posto?
Cambiare implica un mettere qualcosa al posto di un'altra cosa. E quindi come cambiare, con quale lato del carattere fare a cambio? Questa domanda non è del tutto marginale, se un lato viene modificato esso in pratica è sostituito da qualcos'altro e questo qualcos'altro dove lo prendo?

Si conosce quello che si lascia ma non quello che si trova?
Spesso non si vuole cambiare veramente, perchè anche se non si vive felici nel proprio carattere, questo è il carattere che pensiamo di avere e meritare. Meglio vivacchiare con escamotage che cambiare in qualcosa che non si conosce ancora.

Se cambio perdo tutto quello che ho?
Nel bene e nel male sono questo. Se cambiassi veramente cosa accadrebbe alla mia vita di ora? Alcune persone a me care si allontanerebbero dal nuovo me?

Spero che questo mio dialogo interiore possa dare un contributo alla discussione...
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Vecchio 21-12-2009, 21.06.15   #8
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Per chi abbia seriamente cercato di cambiare alcune cose di se stesso è del tutto evidente come ogni sforzo sia destinato al più totale fallimento.

E più è in profondità il tratto di carattere o il temperamento che cerchiamo di mutare, più ci accorgiamo della impossibilità dell'azione trasformatrice.

Già San Paolo, molto prima di noi, aveva riscontrato questo limite della natura umana: <Non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio.>
__________________
L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 22-12-2009, 00.03.33   #9
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Per chi abbia seriamente cercato di cambiare alcune cose di se stesso è del tutto evidente come ogni sforzo sia destinato al più totale fallimento.

E più è in profondità il tratto di carattere o il temperamento che cerchiamo di mutare, più ci accorgiamo della impossibilità dell'azione trasformatrice.

Già San Paolo, molto prima di noi, aveva riscontrato questo limite della natura umana: <Non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio.>
Non c'e' da cambiare il carattere ma da usarlo bene , meglio .
Nulla ha a che fare il carattere con il bene od il male .
Vero che non si cambia , vero anche che serve averlo un carattere .
Che significa : e' una persona di carattere ?
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Vecchio 22-12-2009, 00.50.08   #10
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Mi permetto di intervenire nel dialogo interiore di Grey, vorrei provare a rispondere alle domande che si è fatto.

Se fa parte del mio carattere perchè volerlo cambiare?
Perchè a mio avviso determinati aspetti del carattere sono troppo limitanti, a lungo andare, in funzione di una "idea esistenziale" che uno si fa e quindi si cerca di modificare gli aspetti che riteniamo principalmente controproducenti in tal senso, poi strada facendo ne possiamo scoprire anche altri, così come possiamo scoprire anche aspetti positivi che abbiamo valorizzato poco fino ad ora.

Cambiare come?
Fermo restando che la Volontà di farlo è a mio avviso, un requisito essenziale, il resto può avvenire in vari modi, abbinando ed unendo una parte più "teorica", fatta di riflessioni, osservazioni ecc ad una parte più "pratica" fatta di avvenimenti vissuti, di prove "su strada".

Ho abbastanza forza, costanza e fiducia in me?
Personalmente credo che per il periodo iniziale, il desiderio e la voglia di cambiare siano alimentati soprattutto da eventi esterni sia positivi che negativi, di una certa portata che ci mettono ripetutamente con le spalle al muro; dopo un pò dovremmo essere in grado di assicurarci da soli almeno parte della forza, costanza negli sforzi e fiducia necessari.

Che mettere al suo posto?
NOn credo che ci sia una cosa che sparisca ed una che appaia all'improvviso dal nulla, ma si tratti piuttosto di dirigere determinate spinte più verso certi orientamenti che verso altri, come eravamo soliti fare fino a poco prima.
Il problema è essere capaci di decidere quali aspetti "attivare" di più e quali meno.
Ho visto persone relativamente chiuse e cupe cambiare in poco tempo, magari dopo aver trovato un nuovo gruppo di persone da frequentare, nuove occasioni ecc, non credo che l'aspetto più aperto ed allegro gli sia nato dal nulla, magari lo avevano già dentro solo che non veniva "irrorato" abbastanza.

Si conosce quello che si lascia ma non quello che si trova?
QUesto per me è uno dei fattori che rendono più difficile il problema, in quanto le parti che non mi piacciono del carattere, comunque le conosco, so quali reazioni mi danno pur se negative;
le parti differenti che vorrei, invece, mi sono in buona parte estranee e quindi soprattutto all'inizio non saprei cosa andrei a provare, ad esprimere e forse questo timore inconscio è una delle cose che tende a frenare di più gli sforzi fatti.

Se cambio perdo tutto quello che ho?
Tutto non credo, forse alcune cose si , ma ne possono arrivare anche altre diverse.
A mio avviso, in caso di marcato cambiamento, è possibile che le persone più vicine a noi potrebbero avvertirlo e modificare il loro atteggiamento verso di noi, e magari valutare diversamente anche alcuni aspetti di loro stessi e così via, d'altra parte se siamo tutti collegati e non viviamo da eremiti è una cosa normale.
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Vecchio 22-12-2009, 01.16.44   #11
Ray
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Vado un po' controcorrente rispetto alla maggiornaza, anche se mi avvicino ad una delle cose che diceva Luke.

Il carattere si può cambiare eccome e non è neanche difficile. Se lo si vuole, ovvio. Come diceva appunto Luke quante volte vediamo la gente cambiare alcuni lati del carattere con pochissimo, magari solo una diversa compagnia.
Ma forse dobbiamo intenderci su cosa chiamiamo carattere.

Da una parte è l'insieme delle caratteristiche che ci contraddistinguono, che ci differenziano dagli altri, dall'altra è l'insieme, spesso molto limitato, delle risposte che diamo agli stimoli esterni. Risposte in termini di emozioni, pensieri e comportamento.
Le due parti, se ci pensate, stanno insieme. Infatti ognuno di noi è contraddistinto da una serie, limitatissima, di modalità con cui si interfaccia all'ambiente, interno ed esterno.

Ma noi in potenza abbiamo tutto, quindi anche tutte le caratteristiche. Quello che chiamiamo carattere, forse impropriamente, è solo l'insieme delle caratteristiche che ci vanno più a genio, vuoi perchè stanno nelle nostre corde (tendenze che abbiamo da quando siamo nati, ossia date dall'influenza del macroambiente... piccolo spunto per chi fa temi natale), vuoi perchè li abbiamo appresi e trovati utili e quindi li abbiamo adottati (termine da approfondire).

Quindi cambiare carattere è piuttosto semplice. Anche qui, invece di togliere, sostituire, come temiamo quando siamo un po' troppo ancorati al nostro piccolo e illusoriamente rassicurante orticello, si tratta di aggiungere. Provare altre strade e farle diventare possibilità nuove tra cui scegliere con quelle vecchie, che comunque non spariscono. Come non spariscono le tendenze... certe cose ci verranno comunque più semplici di altre, a meno di sostituire l'abitudine fino in profondità, cosa per la quale ci vuole molto tempo.

Ma se mi abituo ad avere più di una risposta ad un certo stimolo ogni volta avrò un ventaglio e sarò più libero.

Come dire, tornando all'esempio di Filo, che se voglio posso imparare a non infervorarmi troppo, ma quando l'ho imparato, poi posso comunque farlo lo stesso. Solo che sarò cosciente... beh, almeno un po' di più.

Mi piacerebbe parlare del come fare, ma intanto lascio queste riflessioni alla discussione, ci sono molte questioni da puntualizzare.
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Vecchio 22-12-2009, 01.23.36   #12
RedWitch
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......................

Una prima considerazione: se il carattere è mio lo posso cambiare (sorge il problema del come), se non lo posso cambiare allora sono io che sono suo.
Implicitamente rispondi alla domanda che poni all'inizio, se imparo a conoscermi meglio possibile (con tutto quel che ne consegue e che secondo me Luke ha ben esposto), è anche possibile modificare il carattere, o meglio per come la vedo certe caratteristiche predominanti che abbiamo di base (penso già alla nascita) e che poi si svilippano e prendono certe direzioni, a causa dell'ambiente in cui viviamo, famiglia, etc.. Pero' occorre fare un certo tipo di lavoro di osservazione e soprattutto voler cambiare... diversamente sì.. io sono del carattere o di quelle caratteristiche che mi dominano . Su di me vedo che quando mi perdo di vista, le caratteristiche predominanti hanno una tendenza a ripresentarsi, magari in forma leggermente diversa, ma gira che rigira.. quelle sono. La differenza è che adesso quando rivedo quelle caratteristiche, cerco di fare in modo di dare un freno e modificare la rotta... e questo si puo' fare senz'altro.


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Mi piace invece pensare che se ho un grave difetto e me lo fanno notare spesso, potrei cambiare atteggiamento, per me e per gli altri!
Se non sei convinta di volerlo fare, non avrebbe senso cambiare... anche perchè non sarebbe un cambiamento reale ma solo un cambiamento di facciata... cambiare atteggiamento e cambiare carattere sono due cose diverse , l'atteggiamento posso cambiarlo anche usando una maschera diversa, un cambiamento vero mi modifica nel profondo e l'atteggiamento che ne deriva all'esterno è solo una conseguenza...

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..........................
Se cambio perdo tutto quello che ho?
Nel bene e nel male sono questo. Se cambiassi veramente cosa accadrebbe alla mia vita di ora? Alcune persone a me care si allontanerebbero dal nuovo me?

.........
All'esterno cambia poco o niente .. i cambiamenti interiori non vengono percepiti molto dall'esterno.

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...........
Che significa : e' una persona di carattere ?
Una persona di carattere così a primo impatto a me da l'idea di unità, di essere individuo più che una persona senza carattere, che non abbia idee "proprie" , che cambi idea a seconda del vento, come una banderuola.. è anche vero che una persona troppo sicura di sè e non disposta a modifcare le proprie idee diventa come il granito...

Ultima modifica di RedWitch : 22-12-2009 alle ore 01.25.05. Motivo: non ho ancora letto Luke e Ray
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Vecchio 22-12-2009, 01.26.25   #13
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Sono d’accordo con Cento, perché questa è la nostra situazione, gli automatismi non ci permettono di fare il bene, ma il male che risiede proprio nell’incoscienza di certi meccanismi o certi modi di fare che ci caratterizzano. Come ha anche descritto Luke ci sono state tante mani che ci hanno forgiati oltre agli esempi e alla predisposizione. Inoltre manchiamo di una volontà unica.
M pare che senza osservazione manco ci rendiamo conto di non avere un solo io, per cui alcuni delle nostre pluralità manco si conoscono. Di conseguenza prima di tutto dobbiamo conoscerci perché il carattere che crediamo di avere di chi è? E sempre lo stesso? Direi di no. Se non passiamo attraverso ad una lunga osservazione di noi e di conoscenza di cosa siamo hai voglia a cambiare carattere! Possiamo provarci e proprio per averci provato renderci conto oggi siamo in un modo e domani in un altro, quindi credo che bisogna prima di tutto conoscersi a fondo…e poi dopo, molto dopo, smetterla di identificarsi con quello che crediamo sia parte del nostro carattere.
__________________
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Ultima modifica di griselda : 22-12-2009 alle ore 01.27.59. Motivo: Non avevo ancora letto Red
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Vecchio 22-12-2009, 01.46.23   #14
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Se cambio perdo tutto quello che ho?
Nel bene e nel male sono questo. Se cambiassi veramente cosa accadrebbe alla mia vita di ora? Alcune persone a me care si allontanerebbero dal nuovo me?

Spero che questo mio dialogo interiore possa dare un contributo alla discussione...
Anche a me dà fastidio l'idea di cambiare, lasciare il certo per l'incerto, mi sento ormai collaudata dentro i miei ruoli, sì perchè per la maggior parte recitiamo dei ruoli che ci hanno dato gli altri o anche noi stessi, i primi perchè ci vedono come vogliono loro, e noi perchè dandoci certi comportamenti ci difendiamo, ci creiamo una corazza, sotto cui cresce e palpita il nostro vero io di cui siamo sempre alla ricerca e il momento che l'avessimo realmente trovato completamente diverso da ciò che appariamo, allora sì che metteremmo in discussione tutta la nostra vita, la gestione della nostra vita...
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Vecchio 22-12-2009, 10.54.03   #15
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Per chi abbia seriamente cercato di cambiare alcune cose di se stesso è del tutto evidente come ogni sforzo sia destinato al più totale fallimento.

E più è in profondità il tratto di carattere o il temperamento che cerchiamo di mutare, più ci accorgiamo della impossibilità dell'azione trasformatrice.

Già San Paolo, molto prima di noi, aveva riscontrato questo limite della natura umana: <Non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio.>
Non è sbagliato ciò che scrivi ma non è neanche corretto.
Riprendendo in parte le argomentazioni di Ray bisogna capire prima che cosa è il carattere, di chi è etc...
In sintesi possiamo cambiare (o lasciarci cambiare, come preferisci) perchè qualcosa da fuori ci mostra, più o meno esplicitamente, razionalmente etc... che qualcosa è più conveniente e/o attraente per ciò che siamo.
Si può ricondurre a due fattori principali la cosa. La visione altrui (specchio indiretto) che quando riconosciamo corretta possiamo assecondare per amore o rifiutare per dispetto, odio o mettici quel che vuoi. Oppure la nostra intima riflessione (specchio diretto) che ci fa comprendere che una cosa ci fa male, ci potrebbe aiutare etc...

Un giovane innamorato può cambiare molte cose per amore della sua bella, un adolescente può rifiutare cambiamenti positivi che i genitori gli mostrano per ribellione.
Uno può riflettere che il fumo fa male e impuntarsi inconsciamente di poter controllare completamente il proprio corpo, che tanto lui alla fine è più forte del fumo (una cosa simile all'adolescente ribelle su altro piano), oppure può arrendersi e fare la cosa migliore per il proprio corpo, cioè smettere di fumare.

In sostanza si può cambiare solo quando incontrando una forza, un flusso che potrebbe rimodellarci, lo assecondiamo.
Qua si potrebbe inserire la domanda di Filo e praticamente di tutti: come fare a capire se il flusso che incontriamo se lasciato fare ci modellerà meglio o peggio?
La maggior parte delle persone per non rischiare il peggio si oppone a qualsiasi cambiamento, occorre proprio la classica goccia di acqua che buca anche la pietra per ottenere minimi risultati negli anni se non nei secoli. Altri sono più coraggiosi, a volte temerari, a volte imprudenti e rischiano.
Comunque non è possibile comprendere se un flusso ci cambierà in meglio se non ci immergiamo o se non ci fidiamo di qualcuno che già sa come funziona quel flusso.
Se desidero fare il bagno, posso anche immergerci un termometro, ma anche leggendo i gradi della temperatura dell'acqua solo se infilo almeno un piede mi renderò conto effettivamente se quell'acqua mi garba. Se c'è uno già dentro, per quanto questo sia diverso da me e magari più amante del freddo o del caldo avrò almeno l'idea se il bagno e fattibile per quanto più o meno piacevole.

Se non ho voglia di fare il bagno il problema non si pone neanche.
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Non è sbagliato ciò che scrivi ma non è neanche corretto.
Riprendendo in parte le argomentazioni di Ray bisogna capire prima che cosa è il carattere, di chi è etc...
In sintesi possiamo cambiare (o lasciarci cambiare, come preferisci) perchè qualcosa da fuori ci mostra, più o meno esplicitamente, razionalmente etc... che qualcosa è più conveniente e/o attraente per ciò che siamo.
Si può ricondurre a due fattori principali la cosa. La visione altrui (specchio indiretto) che quando riconosciamo corretta possiamo assecondare per amore o rifiutare per dispetto, odio o mettici quel che vuoi. Oppure la nostra intima riflessione (specchio diretto) che ci fa comprendere che una cosa ci fa male, ci potrebbe aiutare etc...

Un giovane innamorato può cambiare molte cose per amore della sua bella, un adolescente può rifiutare cambiamenti positivi che i genitori gli mostrano per ribellione.
Uno può riflettere che il fumo fa male e impuntarsi inconsciamente di poter controllare completamente il proprio corpo, che tanto lui alla fine è più forte del fumo (una cosa simile all'adolescente ribelle su altro piano), oppure può arrendersi e fare la cosa migliore per il proprio corpo, cioè smettere di fumare.

In sostanza si può cambiare solo quando incontrando una forza, un flusso che potrebbe rimodellarci, lo assecondiamo.
Qua si potrebbe inserire la domanda di Filo e praticamente di tutti: come fare a capire se il flusso che incontriamo se lasciato fare ci modellerà meglio o peggio?
La maggior parte delle persone per non rischiare il peggio si oppone a qualsiasi cambiamento, occorre proprio la classica goccia di acqua che buca anche la pietra per ottenere minimi risultati negli anni se non nei secoli. Altri sono più coraggiosi, a volte temerari, a volte imprudenti e rischiano.
Comunque non è possibile comprendere se un flusso ci cambierà in meglio se non ci immergiamo o se non ci fidiamo di qualcuno che già sa come funziona quel flusso.
Se desidero fare il bagno, posso anche immergerci un termometro, ma anche leggendo i gradi della temperatura dell'acqua solo se infilo almeno un piede mi renderò conto effettivamente se quell'acqua mi garba. Se c'è uno già dentro, per quanto questo sia diverso da me e magari più amante del freddo o del caldo avrò almeno l'idea se il bagno e fattibile per quanto più o meno piacevole.

Se non ho voglia di fare il bagno il problema non si pone neanche.
Ma il carattere e' un mezzo non il fine .
Il cambiamento dello strumento avviene perche' mi sono accorto che con quello che ho non arrivo dove voglio .
La difficolta' sta nel fatto he la natura di quello mi ha dotato e non di un altro carattere .
E' come una parte del corpo impossibile modificarla.
Se sono alto 1,50 e voglio giocare a basket e mi ostino a rinforzare le mie gambe corte per saltare come gli altri non ce la faro' mai .
Devo usare le gambe corte per essere piu' veloce e prendere il tempo all'avversario .
Se uso le gambe per saltare nella metafora significa che uso male i lati del mio carattere se invece le uso per correre allora avro' usato meglio ad esempio ad es. la forte impulsivita' che ho .

Quando si dice di uno che ha carattere si dice che lo ha molto ben definito che non ha quel carattere annacquato ed il suo contrario altrettanto annacquato .
Lo ha molto ben delineato perche in lui i pregi ed i difetti sono molto chiari .

Ancora : se il carattere e' uno strumento e non un fine non puo' stare a monte delle scelte buone o cattive .
Influenzera' gli esiti delle scelte ma non le scelte , come quando si dice la verita' in malo modo cosicche' nessuno l'ascolta.
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Vecchio 22-12-2009, 12.14.34   #17
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Se sono alto 1,50 e voglio giocare a basket e mi ostino a rinforzare le mie gambe corte per saltare come gli altri non ce la faro' mai .
Eh ma qui dovresti cambiare la tua ostinazione di voler giocare a basket, almeno a volerlo fare a livello professionistico. Se ci vuoi giocare per giocare va bene.
Comunque ci sono playmaker non tanto alti, certo 1,50 forse è impossibile, non so non mi intendo di basket.

In realtà il carattere non è ne un mezzo ne un fine, è un indicatore.
Siamo abituati a dire che tizio è scontroso perchè questo percepiamo dalle sue azioni (mezzi) oppure che è capace perchè questo percepiamo dai suoi risultati (fini) ma noi generalmente osserviamo l'idea di questa persona, cioè su un livello di astrazione superiore. Il carattere è un sistema con cui riusciamo a definire più velocemente una persona.
Se dico che tizio è un rompi@@ non ho bisogno di elencare tutti i fastidi che reca a me e/o a tutti, con una parola sola inglobo moltissime sue azioni, idem se dico che è un sant'uomo.
In realtà poi queste definizioni dovrebbero essere stati d'essere, ma lo sono finchè non li definiamo, se li definiamo divengono il generico carattere, cioè una rappresentazione della persona X mediamente riconosciuta come rispondente alle sue azioni ed ai risultati che questi ottiene. Se conosci bene una persona (anche te stesso) vai oltre il carattere, arrivi all'essenza.
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Vecchio 22-12-2009, 12.26.13   #18
centomila
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Un giovane innamorato può cambiare molte cose per amore della sua bella,
Finchè dura la passione iniziale. Poi quello che l'innamorato è torna fuori!

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In sostanza si può cambiare solo quando incontrando una forza, un flusso che potrebbe rimodellarci, lo assecondiamo.
Condivido l'impostazione del tuo post e dunque non nego il cambiamento che, nei secoli dei secoli, la natura fa.
Tuttavia questo flusso non è percettibile nel corso, per esempio, di una vita umana. In buona sostanza nulla al mondo (tranne la Grazia per chi ci crede) è in grado di trasformare il mio temperamento iroso o il mio carattere sprezzante del pericolo.

Come diceva Don Abbondio: "se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può dare!"
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Vecchio 22-12-2009, 12.46.37   #19
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Eh ma qui dovresti cambiare la tua ostinazione di voler giocare a basket, almeno a volerlo fare a livello professionistico. Se ci vuoi giocare per giocare va bene.
Comunque ci sono playmaker non tanto alti, certo 1,50 forse è impossibile, non so non mi intendo di basket.
Per quel che ne so ci sono playmaker poco più alti dell'1,60, alcuni giocano anche nell'NBA, certo bisogna avere una bravura fuori dal comune per compensare l'altezza.

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Finchè dura la passione iniziale. Poi quello che l'innamorato è torna fuori!


Condivido l'impostazione del tuo post e dunque non nego il cambiamento che, nei secoli dei secoli, la natura fa.
Tuttavia questo flusso non è percettibile nel corso, per esempio, di una vita umana. In buona sostanza nulla al mondo (tranne la Grazia per chi ci crede) è in grado di trasformare il mio temperamento iroso o il mio carattere sprezzante del pericolo.

Come diceva Don Abbondio: "se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può dare!"
Credo che avere Volontà di modificare davvero il carattere, magari assecondando un flusso di un certo tipo come dice Uno, sia diverso dal comportarsi in modo diverso dal solito solo per convenienza momentanea, questo può essere uno spunto iniziale, poi se non lo cogliamo, esaurita la spinta momentanea è ovvio che si può tornare come prima.

Se avere un temperamento iroso, ad esempio, non ti crea nessun problema o non vuoi vedere i problemi che ti comporta certo sarà quasi impossibile cambiarlo.
Se ad un certo punto capisci anzi comprendi realmente i problemi che ti causa e ci inizi a lavorare davvero, magari con qualche scopo che ti aiuta, secondo me potrebbe verificarsi qualcosa, la sicurezza del successo purtroppo non la possiamo avere.
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Vecchio 22-12-2009, 13.13.19   #20
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Io penso che la spinta a cambiare debba nascere dal profondo, considerando che il carattere e il temperamento si sono formati con le nostre reazioni all'ambiente circostante, se vediamo che il nostro interagire con l'ambiente non ci soddisfa perchè non riceviamo o perchè ne restiamo frustrati, e visto che non si può cambiare l'ambiente, l'unica spinta che abbiamo è cambiare quel lato del carattere che ci crea problemi con l'ambiente con cui dobbiamo interagire.
Per esempio se gli altri sono abitutati ad avere da noi sempre un certo tipo di risposte dovute al nostro temperamento, se diamo risposte diverse anche loro di riflesso si modificheranno nei nostri confronti e ci daranno risposte diverse.
Insomma, modificando il nostro carattere modifichiamo anche in nostro ambiente.
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Vecchio 22-12-2009, 13.26.14   #21
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Eh ma qui dovresti cambiare la tua ostinazione di voler giocare a basket, almeno a volerlo fare a livello professionistico. Se ci vuoi giocare per giocare va bene.
Comunque ci sono playmaker non tanto alti, certo 1,50 forse è impossibile, non so non mi intendo di basket.

In realtà il carattere non è ne un mezzo ne un fine, è un indicatore.
Siamo abituati a dire che tizio è scontroso perchè questo percepiamo dalle sue azioni (mezzi) oppure che è capace perchè questo percepiamo dai suoi risultati (fini) ma noi generalmente osserviamo l'idea di questa persona, cioè su un livello di astrazione superiore. Il carattere è un sistema con cui riusciamo a definire più velocemente una persona.
Se dico che tizio è un rompi@@ non ho bisogno di elencare tutti i fastidi che reca a me e/o a tutti, con una parola sola inglobo moltissime sue azioni, idem se dico che è un sant'uomo.
In realtà poi queste definizioni dovrebbero essere stati d'essere, ma lo sono finchè non li definiamo, se li definiamo divengono il generico carattere, cioè una rappresentazione della persona X mediamente riconosciuta come rispondente alle sue azioni ed ai risultati che questi ottiene. Se conosci bene una persona (anche te stesso) vai oltre il carattere, arrivi all'essenza.
Tu dici un indicatore dello stato d'essere .
Si e' vero il carattere e' una manifestazione di quello che siamo , se cambiassimo lo stato d'essere senz'altro cambierebbe anche come ci manifestiamo .
Ma si puo' cambiare lo stato d'essere nei limiti di cio' che siamo in potenza .
Possiamo far divenire in atto cio' che e' latente non si puo' fare di piu' .
Per questo appare minimo il cambiamento : perche' ci si aspetta di poter diventare diversi da quello che si e' .
Voglio dire che anche il margine di miglioramento dell'essere ha il suo limite e cosi' l'aspetto esteriore di questo corrispondente al carattere di ciascuno .
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Vecchio 22-12-2009, 14.40.43   #22
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Ma si puo' cambiare lo stato d'essere nei limiti di cio' che siamo in potenza .
Possiamo far divenire in atto cio' che e' latente non si puo' fare di piu' .
Per questo appare minimo il cambiamento : perche' ci si aspetta di poter diventare diversi da quello che si e'.
In effetti è così, se io sono nata castana non posso trasformarmi in bionda naturale, potrò farlo tingendo i capelli ma sarà una cosa temporanea perchè poi torna fuori quello che sono in natura.
Ma mutare un aspetto del carattere non credo corrisponda a voler essere diversi da quello che si è, casomai di mettere meglio in risalto la nostra natura, nessuno può cambiare la sua natura ma può cercare di armonizzarla con l'ambiente.
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Vecchio 22-12-2009, 21.29.53   #23
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Finchè dura la passione iniziale. Poi quello che l'innamorato è torna fuori!


Finchè dura la passione iniziale fa finta di essere diverso, se ama realmente cambia realmente quello che va cambiato. Con la grazia avviene la stessa cosa, è l'amore che non è rivolto ad una persona.
Quote:


Come diceva Don Abbondio: "se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può dare!"
Ma come dice Uno lo puoi trovare

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Per quel che ne so ci sono playmaker poco più alti dell'1,60, alcuni giocano anche nell'NBA, certo bisogna avere una bravura fuori dal comune per compensare l'altezza.
Ripeto che non ne so nulla, ma mi pare che in realtà non debbano neanche essere altissimi, avendo un baricentro più basso dei colleghi hanno più equilibrio e portano avanti la palla meglio. Un playmaker tira pure ma raramente.

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Ma si puo' cambiare lo stato d'essere nei limiti di cio' che siamo in potenza .
Possiamo far divenire in atto cio' che e' latente non si puo' fare di piu' .
Per questo appare minimo il cambiamento : perche' ci si aspetta di poter diventare diversi da quello che si e' .
Voglio dire che anche il margine di miglioramento dell'essere ha il suo limite e cosi' l'aspetto esteriore di questo corrispondente al carattere di ciascuno .
Si è vero ma il limite è relativo a ciò che sei al momento.
Prendendo una metafora materiale, se oggi alzi di solito 5 kg e potenzialmente ne potresti alzare 10, oggi non ne puoi alzare più di dieci, ma se inizi ad alzarne tutti i giorni 8, potenzialmente ne potrai alzare almeno 12 e così via.
I cambiamenti possibili sono teoricamente infiniti, poi spesso non basta il tempo, non bastano le risorse, non basta la volontà etc...

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In effetti è così, se io sono nata castana non posso trasformarmi in bionda naturale
Io non lo assumerei come una verità incontestabile anche se nella realtà è praticamente un dogma.
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Vecchio 22-12-2009, 22.56.40   #24
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Se il cambiamento di cui stiamo parlando si può effettuare tramite vie ignote alla maggior parte dell'umanità......allora riconosco la mia ignoranza e contemplo la possibilità che queste vie esistano.

Anche se, sinceramente, non conosco nessuno che le abbia praticate.

Ma se parliamo della natura dell'animo umano così come le conosciamo attraverso i nostri sensi NEGO nel modo più assoluto che tale cambiamento possa realizzarsi in tempi apprezzabili. Cioè nell'arco di durata della propria vita.

Non l'ho specificato prima ma credo tutti noi abbiamo chiaro che non si sta parlando di comportamenti, atteggiamenti, abitudini. Ma di come siamo fatti dentro: carattere e temperamento. E dentro siamo come un elastico: le esperienze della vita possono far sembrare che un cambiamento è avvenuto tuttavia, è SEMPRE temporaneo. Cessata la pressione che sembra aver prodotto un certo risultato, cessa il risultato apparentemente acquisito.

Vi confesso che non ho dati e dunque la cultura necessaria ad avvalorare ciò che affermo. Però vedo me stesso e vedo gli altri.

E vi dirò che comincio a pensare che sia molto più saggio accettare serenamente i lati del carattere e del temperamento che non amiamo (nostri e degli altri) che continuare a lottare per cambiare ciò che non può essere cambiato.

Però la mia è, tutto sommato, l'opinione di una persona che può tranquillamente sbagliarsi. E, credetemi, nessuno potrebbe essere più felice di me se comprendessi di essere in errore.
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Vecchio 23-12-2009, 01.47.17   #25
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Ma se parliamo della natura dell'animo umano così come le conosciamo attraverso i nostri sensi NEGO nel modo più assoluto che tale cambiamento possa realizzarsi in tempi apprezzabili. Cioè nell'arco di durata della propria vita.

Non l'ho specificato prima ma credo tutti noi abbiamo chiaro che non si sta parlando di comportamenti, atteggiamenti, abitudini. Ma di come siamo fatti dentro: carattere e temperamento.
In effetti io parlavo di carattere e siamo arrivati all'essenza, ciò che uno è. Ma il carattere non è ciò che uno è, tuttavia non è neanche mero comportamento o atteggiamento, questo è vero. Potremmo dire che è una via di mezzo?
Nel senso che il carattere dipende dall'essenza e il comportamento dal carattere.

Io continuo a sostenere che per molti versi il carattere, in quanto modalità di risposta tendenziale a degli stimoli, può essere cambiato.
Quando dici che i cambiamenti che avvengono sono temporanei e che cessano quando cessa la serie di cause che li ha prodotti in realtà ti avvicini molto a quello che intendo. E' vero che spesso è così, ma questo avviene perchè molto spesso le risposte che abbiamo aggiunto non sono state nutrite abbastanza da diventare alternative permanenti alle nostre tendenze di base.
Invece quello che vedo io è che se una caratteristica aggiunta viene nutrita a sufficienza, anche se cessato lo stimolo che l'ha prodotta la tendenza primitiva tende a riaffiorare, la seconda non scompare, ma resta lì pronta per essere usata.

Una caratteristica aggiunta, per quanto piccola, cambia tutto e del tutto il carattere complessivo.
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