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Vecchio 13-12-2011, 11.51.01   #1
Uno
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Predefinito Se non lo so mi farà male lo stesso?

Sul bbc news c'è un simpatico articolo di un corrispondente inglese in Italia ormai da anni (se volete leggere l'originale in inglese digitate su google bbc How to avoid getting 'hit by air' in Italy) che ci da spunto per un discorso che starebbe bene anche in psicologia.
Il simpatico giornalista, dice che noi italiani siamo fissati (non così, lui lo dice con simpatia, io affondo) con la salute, con i termini medici e ci contagiamo psicosomaticamente con vere e proprie patologie che conosciamo solo in Italia.
Fa l'esempio simpatico della cervicale, ha provato e riprovato a cercare di tradurre questo termine che parrebbe una piaga italiana ma non ha trovato corrispondenze in inglese.
Una malattia che praticamente colpisce quasi tutti gli italiani dopo i 30 anni ma che sul dizionario non esiste, cervicale è una vertebra e basta per gli inglesi. Simpaticamente scrive: essi mi dicono <soffro di cervicale> sembra una cosa seria!
Poi continua con il fatto che noi italiani siamo in grado di distinguere una colite da una colica mentre per loro è tutto solo mal di pancia. Ci racconta di come esce sudato dalla palestra o con i capelli bagnati e giri con un giubbottino quando tutti intorno a lui sono con cappotto, sciarpe, guanti etc...

Insomma per farla breve, dopo essersi sentito lo apostrofato come superumano diverse volte ha elaborato una sua teoria, forse l'ignoranza salva lui e gli inglesi da molte malattie.

Lasciamo perdere la simpatica ironia dell'articolo (se masticate un minimo di inglese leggetelo che è veramente simpatico) ma sotto sotto c'è una verità....
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Vecchio 13-12-2011, 12.30.26   #2
Enoch
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Non ho ancora letto l'articolo.
Comunque mi viene in mente una frase che si sente dire a proposito di gente (apparentemente) ignorante :
"Guarda come sta bene, mangia , beve e non capisce un..(censura)a fava".
In altre parole meno si conosce meno si soffre.
Il problema è che però la non conoscenza potrebbe accorciare significativamente la vita.
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Vecchio 13-12-2011, 12.37.39   #3
Uno
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Il problema è che però la non conoscenza potrebbe accorciare significativamente la vita.
Potrebbe... però potrebbe anche allungarla in certi casi.
Leggevo anni fa delle statistiche sulle autopsie, in pratica chi aveva condotto le indagini su queste autopsie sosteneva che c'erano delle percentuali molto alte (adesso non ricordo esattamente) di tumori o formazioni di vario tipo presenti e non dannose al punto di essere individuate o presenti come traccia di processi andati per via naturale in remissione spontanea ma mai conosciute dagli interessati. Visto l'iter normale di certi tipi di casi, se queste informazioni fossero state conosciute prima della morte dei soggetti chi può dirci che non ci sarebbe stato qualche effetto collaterale dannoso a tal punto di provocare morte o quanto meno disturbi dove invece non ci sono stati?
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Vecchio 13-12-2011, 12.44.45   #4
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La verità è che spesso in Italia si fa un allarmismo di tipo negativo, l'italiano medio fa poco e si lamenta sempre, e si attira sempre i mali, perchè sta bene nel ruolo della vittima.
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Vecchio 13-12-2011, 12.48.28   #5
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In altre parole meno si conosce meno si soffre.
.
In generale, a livello filosofico diciamo, credo che si soffra meno ma poi ci si privi anche di possibilità di gioia elevate che non possono essere raggiunte se si resta a vita in una nube di non conoscenza.

Sulla salute...dipende...se bevo acido muriatico anche se non so cosa sia mi farà male lo stesso.
Entro certi limiti, può essere che pensare sempre e solo al peggio, immaginarsi qualunque complicazione, qualche effetto depressivo/stressante alla lunga lo provochi e quindi , entro certi limiti ripeto, l'organismo in parte tenda ad "ammosciarsi", a non essere molto reattivo.
Per esempio per i dolori reumatici se invece di piangere e cominciare a muoversi sempre meno, si cercasse di resistere , di essere attivi, la situazione al momento potrà essere più dolorosa, ma poi il movimento favorirà anche una certa elasticità, una maggior energia profusa ecc che ti farà stare meglio più a lungo rispetto a chi si mette subito ko.
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Vecchio 13-12-2011, 12.59.44   #6
Enoch
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Potrebbe... però potrebbe anche allungarla in certi casi.
Certo. Può darsi anche che l'autore dell'articolo stava applicando una variante del metodo Kneipp

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Sebastian Kneipp nacque in Baviera nel 1821 da una famiglia molto povera. Lavorò come custode di animali in una fattoria, ma, crescendo, il suo unico desiderio era di studiare e di diventare prete. Fortuna volle che egli trovasse uno sponsor e così, all'età di 23 anni, iniziò a studiare. Ma la povertà durante l'infanzia aveva indebolito il suo fisico e Sebastian si ammalò di tubercolosi, che a quel tempo era una malattia mortale. Nella libreria del Re a Monaco, cui aveva accesso per i suoi studi, trovò un vecchio libro scritto da un medico di campagna della Slesia dove erano descritte le proprietà curative dell'acqua. Il giovane Kneipp decise di seguire i metodi descritti e iniziò a bagnarsi ogni giorno in inverno per pochi secondi nelle gelide acque del Danubio. Avvenne il "miracolo" e guarì. Dopo aver finito i suoi studi fu inviato al Monastero di Woerischofen dove iniziò a curare altri monaci e poi sempre più persone che avevano sentito parlare di lui.
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Vecchio 13-12-2011, 13.05.12   #7
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Certo. Può darsi anche che l'autore dell'articolo stava applicando una variante del metodo Kneipp
E viceversa una parte della medicina moderna (per fortuna non tutta, solo la parte industriale) applica una variante del metodo alimentare del somaro di Totò
Funzionare funziona.... non si può negar.
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Vecchio 13-12-2011, 13.29.20   #8
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E viceversa una parte della medicina moderna (per fortuna non tutta, solo la parte industriale) applica una variante del metodo alimentare del somaro di Totò
Funzionare funziona.... non si può negar.
Non sarà quella che raccontava mio padre....una volta che l'asino aveva imparato a non mangiare più è morto che sfortuna!

Non conoscevo la storia del signor Kneipp ma in quel caso doveva esserci un legame tra i polmoni simbolo dello spirito e il corpo ho letto da qualhce parte che per rinforzare lo spirito in certe persone bisogna agire facendo soffrire il corpo...magari ils enso doveva essere legato a quello

Per quando riguarda il titolo del 3d ho pensato a questa cosa proprio nei giorni scorsi, se uno sta bene fisicamente o comunque quel tanto che gli permette di fare quel che deve e vuole la mente lo sorregge e lo aiuta o per lo meno la puoi distrarre.
Ma nel caso dovesse la mente fissarsi su qualcosa che non si riesce a governare quel mondo perde il suo andamento e lo può persino condurre al collasso. Quindi penso che conoscere sia legato e dovrebbe essere legato sempre al grado di capacità di gestione di quel sapere perchè la mente non ingestita altrimenti fa una strage con quel che ha in magazzino.
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Vecchio 13-12-2011, 13.48.57   #9
Faltea
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Lampadina!
Mai sofferto di cervicale, da quando sto con mio marito (che lui ne soffre da sempre) ce l'ho anch'io..
Ma quanto mente questa mente????
Alla fine siamo così fragili da non accorgerci che assorbiamo a mò di spugna le magagne che ci circondano!
Altra cosa: Il vaccino influenzale.
Mai fatto, se viene (e fin'ora l'ho scampata) viene...
Amici lo fanno e poi si ammalano.. ma che senso ha??

Siamo tutti dei malati visionari
EDIT: l'articolo l'ho scorso velocemente... lui lo dice simpaticamente ma è tristemente vero...
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 13-12-2011, 14.22.24   #10
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Lampadina!
Mai sofferto di cervicale, da quando sto con mio marito (che lui ne soffre da sempre) ce l'ho anch'io..
e io che pensavo fosse simpatia affettiva perchè spesso e volentieri ho condiviso il suoi acciacchini adesso però ho deciso che ho smesso
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Vecchio 13-12-2011, 14.34.24   #11
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Ma siamo un popolo di ipocondriaci o fifoni? Cosè ch eincied?

Beh gli inglesi sono noti per la loro freddezza e distacco o autocontrollo....come si chiama aplombe?

Allora andiamo tutti a vivere in Inghilterra..... eh lo so ormai è tardi bisognava nascerci.... allora ci lavoriamo in modo da allenarci a tenerla dove vogliamo noi invece che lasciarla scorazzare a briglie sciolte a sperperare energia emotiva di qua e di là
Uhm mi sa che bisogna che impari prima della necessità
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Vecchio 13-12-2011, 15.18.20   #12
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Uhm, italiani popolo di malaticci iper preoccupati di piccoli acciacchi e italiani popolo di mammoni iper protetti e viziatini.
Che ci sia una connessione?
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Vecchio 13-12-2011, 16.02.12   #13
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Italiani popolo di scarsamente aggressivi direi, siccome siamo incapaci di lottare, facciamo le vittime, o accettiamo tutto passivamente.

Vai al mercato ce fosse uno che dice che sta bene, tutti dicono che si sopravvive!
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Vecchio 13-12-2011, 16.15.24   #14
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E' un po' l'altra faccia della pillola di zucchero del dottore di campagna, sai che hai preso la medicina e guarirai, non sai che c'è la malattia e non ti ammalerai...

In linea di massima sono daccordo col giornalista anche se non è tanto l'ignoranza che consiglierei (anche perchè a volte ci si ammala veramente per ignoranza) quanto il peso che si da alle singole cose, visto che la salute è, prima di tutto, un discorso di equilibrio.
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Vecchio 14-12-2011, 10.26.15   #15
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Proviamo a spostare di piano la cosa.

C'è una buca nella strada, se ci finisco dentro mi faccio male la caviglia.
Sapere che c'è la buca mi salva dal finirci dentro, quindi saperlo dovrebbe essere utile.
Però prendiamo altre variabili, mettiamo che lungo la strada ci siano rami bassi, pali ed altro che normalmente evito ma io impegnato a vedere quando devo evitare la buca prendo testate ad ogni ostacolo.
In questo caso potremmo dire che per salvare una caviglia rischio il trauma cranico.
Potrei però stare attento sia alla testa che a dove metto i piedi.
Quindi fin qui possiamo dedurne che con la giusta attenzione e consapevolezza può essere utile conoscere i problemi possibili, senza di queste è probabilmente più dannoso che utile.

Poi possiamo aggiungere altri parametri, mettiamo che la strada è talmente stretta che devo per forza passare per quella buca e non posso evitarla.... in questo caso è meglio saperlo a prescindere o no?
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Vecchio 14-12-2011, 11.56.22   #16
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Poi possiamo aggiungere altri parametri, mettiamo che la strada è talmente stretta che devo per forza passare per quella buca e non posso evitarla.... in questo caso è meglio saperlo a prescindere o no?
Beh si, se lo so posso cercare di minimizzare il danno. Tuttavia potrei anche andare in panico o simili e massimizzarlo... forse quindi dipende da che persona sono. Tuttavia da un punto di vista più ampio mi pare meglio sapere... anche se sono uno di quelli che va in panico ho comunque una minima possibilità di ampliamento di coscienza e riuscire a minimizzarlo o trane comunque roba utile, cosa che se non so della buca posso fare, forse, solo dopo esserci finito e se resto vivo.
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Vecchio 14-12-2011, 12.30.42   #17
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Beh si, se lo so posso cercare di minimizzare il danno. Tuttavia potrei anche andare in panico o simili e massimizzarlo... forse quindi dipende da che persona sono. Tuttavia da un punto di vista più ampio mi pare meglio sapere... anche se sono uno di quelli che va in panico ho comunque una minima possibilità di ampliamento di coscienza e riuscire a minimizzarlo o trane comunque roba utile, cosa che se non so della buca posso fare, forse, solo dopo esserci finito e se resto vivo.
Io avrei detto di no... Credo che il rischio, sapendo a priori, sia quello di farsi il film e poi non vivere realmente la cosa quando succederà.

Del resto cadere in una buca è sicuramente uno shock, se mi preparo non sarà più tale o sarà comunque attenuato.. Senza contare che esiste anche la possibilità che sapendo della buca e sapendo che non posso evitarla smetto semplicemente di avanzare per paura..
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Vecchio 14-12-2011, 12.51.50   #18
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Anche secondo non si può cadere in una buca, sapendo di cadere in una buca, secondo me, nel momento in cui so, trasformo la buca in qualcos'altro. Quello che vorrei comprendere è se è possibile avanzare solo con le buche di cui si conosce prima o se bisogna per forza finire in quelle cieche, rielaborando dopo
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Vecchio 14-12-2011, 13.26.40   #19
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A mio avviso non sempre sapere che c'è la buca ti evita di finirci dentro...evidentemente alcune in alcune buche DEVI per forza caderci, anche se le vedi , sai che ci sono e cerchi di evitarle, ti franerà il terreno sotto i piedi per fartici finire dentro.
A quel punto sapere di caderci , rendersene conto è meglio che non accorgersene se non quando sei sprofondato molto in basso.
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Vecchio 14-12-2011, 13.41.41   #20
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Poi possiamo aggiungere altri parametri, mettiamo che la strada è talmente stretta che devo per forza passare per quella buca e non posso evitarla.... in questo caso è meglio saperlo a prescindere o no?
Non si può generalizzare dipende dalla persona e dal momento e dalla consapevolezza dalle capacità ma sopratutto dalla speranza (di riuscire a superare le asperità) e fede che è quella che non deve mai mancare, il sentire sempre di farcela è importante poi sapere o non sapere passa in secondo piano.

E' secondo me meglio aver fede nel proprio essere ed in Dio piuttosto che un mero controllo esterno per paura di.... che comporta un sacco di conseguenze, peggiori a volte di quel che sarebbe vivere la situzione.

Con queste due variabili fede e speranza si può anche non sapere ne dove, ne come ne quando e forse neppure perchè dico forse perchè il perchè per me spesso è fondamentale. (e quindi ancora un pezzo di controllo)

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Vecchio 14-12-2011, 13.42.21   #21
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Vecchio 14-12-2011, 14.49.12   #22
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Poi possiamo aggiungere altri parametri, mettiamo che la strada è talmente stretta che devo per forza passare per quella buca e non posso evitarla.... in questo caso è meglio saperlo a prescindere o no?
Ci sono persone che vogliono a tutti costi sapere di che cosa devono morire, mentre altri non lo vogliono sapere a prescindere.

Io sono del partito che vuole sapere di che morte deve morire.
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Malattie che non esistono..uhm...prendiamo la cervicale. Esiste il dolore al collo, non esiste una malattia definita cervicale. Ok.
Così per la colite /colica che per il giornalista è "solo" mal di pancia.

Ci pensavo e credo che molto stia in quel "solo".

Se ho mal di pancia cerco di bere qualcosa di caldo, di stare coperta ecc senza bloccarmi troppo ma se è una patologia più grave (o perlomeno come tale io la percepisco per esperienza o sentito dire), la colica appunto, e se per quella patologia ho appreso che devo prendere la tal medicina o la tal cosa la mia mente sarà sul gradino "problema serio" e non sul "fattela pasare è solo un problemino". Come sottolinea Gris accanto alla malattia partono ansia & C, è una diversa posizione mentale (e di conseguenza fisica).

Una serie di mattine mi sono svegliata con un lieve mal di testa attorno agli occhi, mal di testa che si trasforma velocemente in emicrania in genere. Mi stavo già deprimendo e scoraggiando ma ho detto no! Preso un antidolorifico e via...altre volte ho persino sperimentato il salto dell'antidolorifico e ho appurato che una volta rimesso in movimento (sostenuto) il corpo il mal di testa si è affievolito.
Appurato anche che più ci si pensa al mal di testa più questo diventa forte...più concentro sul sintomo più perdo la forza del tutto dandola proprio a quest'ultimo..non so come spiegarlo meglio.

Ora. La buca.

Se so che c'è una buca mi concentro su quella, se non lo sò ci casco perchè guardo altro.
Il massimo sarebbe guardare attorno e anche per terra cercando di non spaccarsi la testa sui rami nè le gambe nel buco. Una vista d'insieme.


Mi viene in mente una cosa, quando mio figlio era piccolo e gattonava cercavo sempre di tenerlo sul pulito e di togliergli tutto dalle mani perchè si metteva tutto in bocca.
Più di qualcuno mi diceva "lascia fare..son tutti anticorpi". Ecco, forse ci stiamo perdendo questo con tutte ste medicine, la capacità autonoma di produrre un antidoto per una malattia,(ammesso che ci sia e non sia una degenerazione della comodità) o. in parallelo, una soluzione per i casi della vita.

La domanda è, val la pena di evitare tutte le buche? Ammesso che sia davvero possibile.... sono convinta che prima o poi una serie di botte in testa ci faranno cadere proprio dentro quella cavolo di buca che volevamo evitare.
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Vecchio 14-12-2011, 15.20.38   #24
Ray
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Del resto cadere in una buca è sicuramente uno shock, se mi preparo non sarà più tale o sarà comunque attenuato.. Senza contare che esiste anche la possibilità che sapendo della buca e sapendo che non posso evitarla smetto semplicemente di avanzare per paura..
Lo shock si sposta sul saperlo... poi come reagisco siamo sempre là, dipende da chi sono e che scelte faccio, compreso fermarmi (se fosse possibile, cosa che non credo se stiamo parlando delle "buche" che ti vengono incontro nella vita, insomma le tue).
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Lo shock si sposta sul saperlo... poi come reagisco siamo sempre là, dipende da chi sono e che scelte faccio, compreso fermarmi (se fosse possibile, cosa che non credo se stiamo parlando delle "buche" che ti vengono incontro nella vita, insomma le tue).
Si in buona sosatanza condivido...alcune buche non le puoi evitare è praticamente impossibile.
A quel punto non sapere o non rendersi conto di esservi caduto non fa altro che rallentare il processo di uscita o di quel che deve essere.
E' vero che non rendersene conto per un pò e poi realizzare tutto insieme da comunque una bella botta che , se usata bene, potrebbe servire , però vedrei questo come una eccezione, è più facile che la botta improvvisa ti dia il colpo di grazia..
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