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Vecchio 15-04-2008, 12.06.38   #1
Sole
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Predefinito Fuga dal "mio" lavoro

Ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale con il mio lavoro. Costretta a fare certi studi invece che altri, mi son ritrovata a dover ringraziare per questo proprio perchè non sono mai stata senza occupazione grazie a questo indirizzo. Ma nonostante questo non l'ho mai fatto con amore, facendo coincidere dovere e volontà. Non ho mai capito, e non mi ci sono nemmeno mai soffermata troppo ma giusto un pò, cosa dovesse insegnarmi di tanto importante una professione così... Oltre al fatto di rendermi più pratica nel quotidiano e meno fra le nuvole come ero, altro non mi tornava eppure ogni volta che ho tentato di abbandonarlo anche investendo denaro e tempo, anche rischiando di restare senza lavoro vista l'età che ho non è semplice poi ritrovarlo, ogni volta mi sono ritrovata a tornare dietro una scrivania a far di conto. Intravedevo qualcosa ma niente mi faceva soffermare sul punto che doveva interessarmi. Eppure evidentemente qualcosa di importante voleva dirmi.

Questa frase di Uno in un'altra discussione mi ha mosso qualcosa:
Citazione:
Io no, non continuerei la professione che svolgo, non perchè non mi piaccia, perchè penso di poter dire di aver già dato in tale campo.
Se avessi tale possibilità economica saprei cosa fare e non avrei tempo per annoiarmi .
Ecco, mi sono resa conto che ogni volta che ho tentato di lasciare il lavoro stavo scappando, fuggivo via da quella situazione. Una situazione che vibra malissimo con me, un lavoro che fanno le donne per la maggior parte ma che è prettamente maschile. Un lavoro che inquadra, che fissa, che è schematico, ripetitivo a scadenze rigide e ferme. Non se ne esce...
Volevo scappare da tutto questo. Scappare dalla precisione, dall'impegno, dal "fare in una certa maniera" e dal giudizio del risultato. Dallo studio di cose che non mi interessano.. ancora mi ribellavo senza accorgermi al passato dove ero stata costretta.
Fuggire da me stessa.

Ora ho sempre voglia di cambiare ma stavolta mi sento un pò diversa. Mi sto organizzando per imparare un mestiere, uno vero, ma allo stesso tempo mi sto impegnando a prendere tutto quello che devo di questo lavoro, tutto quello che mi sta offrendo sto cercando di prenderlo affinchè si possa chiudere un ciclo e io possa davvero iniziare un nuovo flusso. Diversamente ho paura che non riuscirò nel nuovo se resta a cavallo con il vecchio perchè si ripresenteranno le stesse situazioni anche lì..
Tante piccole cose mi han fatto capire dove devo intervenire, uno dei punti è difficile perchè riguarda il giudizio degli altri.. è difficile non dipendere da questo e sarà difficile lavora per me e non per lascaire un buon ricordo.

Ora però la differenza sta nel fatto che le altre volte andava bene qualsiasi cosa pur di scappare, adesso no, adesso va bene solo quello che voglio fare..
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 15-04-2008, 12.11.31   #2
turaz
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perfetto.
a mio parere sei sulla giusta via che ti riconduce a TE
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Vecchio 15-04-2008, 16.31.36   #3
RedWitch
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..........................
Mi sto organizzando per imparare un mestiere, uno vero, ma allo stesso tempo mi sto impegnando a prendere tutto quello che devo di questo lavoro, tutto quello che mi sta offrendo sto cercando di prenderlo affinchè si possa chiudere un ciclo e io possa davvero iniziare un nuovo flusso. Diversamente ho paura che non riuscirò nel nuovo se resta a cavallo con il vecchio perchè si ripresenteranno le stesse situazioni anche lì..
Tante piccole cose mi han fatto capire dove devo intervenire, uno dei punti è difficile perchè riguarda il giudizio degli altri.. è difficile non dipendere da questo e sarà difficile lavora per me e non per lascaire un buon ricordo.

Ora però la differenza sta nel fatto che le altre volte andava bene qualsiasi cosa pur di scappare, adesso no, adesso va bene solo quello che voglio fare..
Mi ha molto colpita la frase che ho messo in neretto Sole, perchè in parte mi trovo nella tua stessa situazione . Mi sembra di essere ingabbiata in un lavoro in cui non vedo sbocchi , e non so che altro devo imparare stando lì.. l'unica cosa che ho trovato e che sto cercando di fare, è impegnarmi, nonostante la monotonia, probabilmente se non riesco ad uscirne è perchè devo vedere qualcosa che mi ostino a non vedere.. la tentazione è stata quella di scappare, e se avessi trovato di meglio (anche solo economicamente, andava bene tutto pur di andarmene da li) lo avrei fatto, ma nonostante i tentativi non ci sono riuscita.

E allora, ci deve essere un motivo anche se non lo vedo.. tanto vale impegnarsi e imparare quanto posso ancora imparare, e finalmente, invece che dormire sulla scrivania ci dormicchio .. ci metto le energie che posso, anche se a volte la monotonia "mi rapisce", cerco di fare le cose che devo come se fossero la cosa più importante in quel momento e qualcosa è cambiato.

A me resta da capire cosa voglio fare della mia vita lavorativa, ho tempo adesso non sarebbe un problema fare qualche corso, mi sono informata, ma mi stavo infognando un'altra volta in una cosa che non mi piace, solo perchè in quel campo poi teoricamente si trova lavoro .. in questo senso il problema lo "vedo", non ho ancora del tutto mollato quello che sto facendo (mentalmente intendo, non ho ancora deciso di rinunciare a quello che ho acquisito in questi anni, professionalmente, ho paura di buttare alle ortiche tutto per ricominciare da capo una cosa nuova.. e giro in tondo)

L'ultima frase che hai scritto è bellissima, "va bene solo quello che voglio fare.."
In bocca al lupo per il "tuo" mestiere
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Vecchio 15-04-2008, 17.42.25   #4
Sole
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Intanto Red è verissimo e sacrosanto che bisogna guadagnare per pagare il mutuo e le bollette e che la vita di oggi ci impedisce di realizzare sogni troppo lunghi, però se si lavora part time si può sfruttare il resto della giornata per realizzare. Ci vorrà magari più tempo e più passione del previsto ma intanto è qualcosa.
Il discorso che fai sulla rendita di un lavoro limita quello che dicevo sopra. Spesso e volentieri noi donne siamo condizionate tantissimo dal fatto che non essendo necessario che noi portiamo più soldi a casa dei mariti allora va bene qualsiasi lavoretto o lavoro che ci dia una indipendenza e contribuito a casa. Non siamo stimolate a ricercare in noi il lavoro della vita o la realizzazione delle nostre attitudini così arriviamo che non sappiamo cosa fare, cosa vogliamo fare. Siamo educate verso altro e soprattutto verso un lavoro stabile e sicuro che non faccia brutti scherzi. Quindi va da se che se il lavoro che facciamo dipende dalla nostra professionalità, da noi, dal nostro esclusivo impegno e lavoro automaticamente lo escludiamo. Il lavoro sicuro è quello ceh ci danno gli altri come impiegate. Questo ci viene inculcato fin da piccole, ti torna?
Questo in linea generale ovviamente ci sono milioni di eccezioni alla cosa.
Ci ritroviamo ad essere cresciute per fare le mogli le madri le compagne ecc ecc ma non sappiamo cosa siamo, così iniziamo a fare hobby. Proprio dagli hobby io cercherei.

E' chiaro che si può dire facilmente che un Individuo può svolgere qualsiasi lavoro trovandosi pienamente soddisfatto e può anche fare lavori che nessuno farebbe però parliamo di noi e di ricercare noi stessi anche attraverso il lavoro. Prima quello che ci è capitato... e poi quello che ci stiamo creando iniziando a cambiare noi stessi, il tutto trovandosi nelle condizioni di poterlo fare. Nessuno deve andare allo sbaraglio.
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Vecchio 15-04-2008, 18.01.56   #5
jezebelius
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Posso portare, forse una esperienza al contrario.
In effetti anche per quanto mi riguarda, ho svolto un lavoro ( per un bel po ) che non mi piaceva.
Anzi alll'inzio per tamponare una situazione ( non solo economica insomma ), poi è " divenuta " normalità e ci sono rimasto un bel po imbrigliato. poi ho deciso di andare via ma per farlo ci ho messo pure tanto tempo: almeno due anni!
Alla fine quel che mi ha fatto decidere ( e sottolineo il " mi ha fatto ", nel senso che l'ho fatto ma ero poco consapevole di molte cose ) è stata non solo l'insofferenza per quel che facevo ma anche l'inutilità - mi ero reso conto - di quel che non avrei fatto " per me ". Sono arrivato, nel momento della decisione che si è sviluppata in seguito ad altri input esterni, col proprietario etc, a fare il passo da gigante, mi rendo conto, perchè qualcosa era pieno, e ad oggi non so neanche cosa, e quindi dovevo cambiare. Fare " qualcosa " per me.
Devo dire che se guardo dietro, a prescindere dalle condizioni che mi hanno dato la possibilità di fare questo passaggio, questo cambiamento, mi rendo conto che è passato un bel po di tempo, a fare quel lavoro, in cui non ho la minima percezione che quel tempo, effettivamente, sia passato. Non è poi tanto strano, seguendo determinate dinamiche, anzi non seguendole affatto, ma del periodo passato al lavoro ricordo poche cose se non addirittura quasi nulla!
Eppure " mi sono trovato " in una situaizone per cui non ce la facevo più, ero stanco di fare qualcosa per gli altri e non facevo nulla per me. I tentennamenti li ho avuti, talvolta alcuni più intensi mentre altri di meno ma ogni volta che andavo al lavoro c'era sempre la vocina che mi diceva : ma questo è quello che vuoi?
Spesso l'ho anche maltrattata, segregandola in qualche angolo della mia mente, dicendo poi vabbè ci penso.
Eppure mi son trovato in una situazione che mi ha dato la " spinta ", in quel momento, per lasciare perdendo anche quel po di sostentamento economico che avevo durante quel periodo.
Ma ad essere sinceri, pur non rinnegando quel che ho fatto - come lavoro naturalmente - anche se, ad oggi, non ho raggiunto una chissà quale posizione, è una cosa che rifarei,
per cercare il " mio " lavoro
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 17-04-2008, 17.39.33   #6
RedWitch
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...................
Questo ci viene inculcato fin da piccole, ti torna?
Sì Sole mi torna, ed in effetti non ho mai pensato alla mia realizzazione personale in campo lavorativo (ma qui penso che possiamo anche tornare al discorso dei "bisogni" che facevamo altrove), bastava un lavoro "sicuro" che mi facesse essere indipendente economicamente prima e poi contribuire al mantenimento della famiglia dopo. Mancato quello in parte ho visto il castello di carte crollare e nonostante questo ho continuato a cercare in quella direzione. Avevo dei sogni, come tutti, non ho minimamente lottato per realizzarli, ma uno, mi è rimasto, ho provato a fare come mi ha detto un'amica e a cercare tra gli hobby...

Adesso dipende da me e se avrò il coraggio di rischiare un po' (senza andare allo sbaraglio)....

Grazie anche a te Jez per aver condiviso la tua esperienza
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Vecchio 05-05-2008, 11.39.41   #7
Sole
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Negli ultimi giorno ho avuto tanto da riflettere sulla questione. da quando ho deciso di prendere tutto il prendibile da questo lavoro si è messa in moto una macchina che ha scatenato una serie di cose. Molte delle mie reazioni mi hanno sorpreso lasciandomi come in uno stato di accettazione serena dei fatti. Non so spiegare meglio.

Mi trovo con colleghe che sono attaccate al lavoro tantissimo, il loro dichiarato scopo è la realizzazione sul lavoro, tanto da sacrificare il buon senso a volte, tanto da non riuscire a restare a casa neppure con la febbre. Questo mi ha messo di fronte al mio scopo, e mi ha fatto rivalutare quello che dicevamo con Red più su. non è tutta tutta colpa dell'educazione ricevuta il non inquadrare sin dall'inizo ciò che faremo da grandi, ma è anche uno scopo che non riusciamo ad identificare e che dobbiamo trovare dall'esperienza.. probabilmente il nostro scopo è un altro e ci troviamo a confronto con una realtà così estranea da farci sentire inadeguate fin tanto che non la comprendiamo, se prima era diversa ora diventa qualcosa che non è il nostro scopo ma che lo comprende..

Il brutto è che viviamo in una società degenerata tantissimo per cui se una donna dice di sentirsi realizzata in famiglia e con i propri cari (è un esempio) ecco che automaticamente viene guardata con compassione dalle altre donna, e si casca nel tranello facilmente. Invece è solo uno scopo diverso.
Se le cose non funzionano sul lavoro spesso può essere che stiamo cercando di far vedere a noi stesse cose che diversamente non riusciamo, tipo il vero scopo.

Poi mi domandavo se sia possibile che si raggiunga un punto di saturazine oltre il quale non è possibile più andare oltre... io sento questo, sono satura.. o devo digerire o devo chiudere..
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Ultima modifica di Sole : 05-05-2008 alle ore 11.44.02.
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Vecchio 05-05-2008, 12.26.27   #8
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quello che ho capito io nei miei pochi anni di esperienza è che non esiste di per se un meglio o un peggio.
esistono meglio e peggio per te e per ciò cui anela la tua anima.
una volta che la ascolti la via è in un certo senso "segnata" e come dici tu o digerisci o cambi strada

come hai detto giustamente lo "scopo" è diverso per ciascuno.
tra questi non ve ne è uno "migliore" e uno "peggiore" in senso assoluto.
Ve ne sono (meglio o peggio) per quanto riguardano "te, in base al tuo contesto, alle tue esperienze ma soprattutto per ciò cui anela la tua parte più profonda e superiore.

Un abbraccio
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Vecchio 05-05-2008, 12.53.18   #9
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quello che ho capito io nei miei pochi anni di esperienza è che non esiste di per se un meglio o un peggio.
esistono meglio e peggio per te e per ciò cui anela la tua anima.
una volta che la ascolti la via è in un certo senso "segnata" e come dici tu o digerisci o cambi strada

come hai detto giustamente lo "scopo" è diverso per ciascuno.
tra questi non ve ne è uno "migliore" e uno "peggiore" in senso assoluto.
Ve ne sono (meglio o peggio) per quanto riguardano "te, in base al tuo contesto, alle tue esperienze ma soprattutto per ciò cui anela la tua parte più profonda e superiore.

Un abbraccio
Infatti, però è anche vero che dobbiamo vivere fino in fondo l'esperienza perchè dobbiamo prendermi (prendere... prendermi è un lapsus ma lo lascio perchè è simpatico) il massimo e finchè non si apre un'altra strada evidentemente non abbiamo finito. Credo che l'unica maniera di cambiare davvero è prendere coscientemente tutto quello che vedo da prendere e altrettatano dare il mio impegno indietro così da chiudere. Ma appunto mi sento satura e non capisco se sia perchè non ho digerito oppure perchè è tutto fermo..
-----------------------------------

Ho scoperto anche un'altra cosa che magari può essere interessate. Ciò che ho capito mancarmi sul lavoro è esattamente corrispondente a ciò che mi manca nel Lavoro.
Le basi nel lavoro mi sono mancate, per fretta per mancanza delle persone giuste .. perchè dovevo fare questo tragitto. Lo stesso mi manca nel Lavoro, le basi, la Terra. Quando ho visto questo mi son resa conto di come la Vita a tutti tutti i livelli ci metta davanti le nostre necessità e di come si ripetano dal micro al macro. Se riusciamo a guardare il quotidiano possiamo evidenziare il nostro Come Lavorare e sciogliere.

Piccole scoperte crescono...
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Vecchio 05-05-2008, 13.05.48   #10
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pienamente d'accordo con te.
ho scoperto che quando quelle "basi" le trovi nel tuo Se la realtà circostante si modifica.
A quel punto è come se ti espandessi e l'universo si muovesse con te.
A quel punto poi ciò che è "esterno" è come l'interno.
più conosci e approfondisci dentro di te più "fuori" la realtà "muta" e si illumina.

spero possa essere comprensibile quanto ho scritto
provo ad aggiungere qualcosa
quello che sei "fuori" è trasposizione di come sei dentro.
più dentro porti allo scoperto cose di te e migliori più fuori la realtà muta con te.

un abbraccio

Ultima modifica di turaz : 05-05-2008 alle ore 13.09.33.
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Vecchio 05-05-2008, 14.21.28   #11
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Posso dire la tua esperienza Sole al maschile, e credimi è anche peggiore di essere compatiti dalle donne.

Perchè se una donna non lavora, può sempre dedicarsi a casa e famiglia, ma se invece non lavora un uomo allora è un disoccupato o un delinquente.

In ogni caso una persona come me che non vuole costruirsi famiglia, perchè dovrebbe lavorare 6 giorni su 7, per 8 o piu ore al giorno?

Soltanto per pagare le bollette?

Il lavoro tutto sommato non è male, ma il fatto di dover sacrificare il tempo libero sopratutto per un ragazzo non è il massimo, e credo che anche quando si parta con il migliore dei propositi, poi viene a mancare l'energia. Questo è un segnale.

Ti dirò ho cercato molto lavoro, e posso dire che forse avere troppo tempo, è logorante lo stesso, ma posso assicurarti che ora che lavoro, è una grande frustazione doversi ridurre tempo per se, soltanto il giorno libero ( che tra l'altro viene speso per appuntamenti, visite etc.)

Nel vostro caso si tratta comunque di voler trovare un lavoro più adatto a voi, nel mio caso forse oltre questo ( e provare, provare, provare) trovare un buon compromesso tra il lavoro e il tempo libero.



Hai parlato di cambiare strada, ma non è detto che sia necessariamente con un nuovo lavoro che cambia. A volte anche staccando temporaneamente possiamo capire molte cose, oppure apprezzare nuovamente quello che abbiamo lasciato.

Ultima modifica di Astral : 05-05-2008 alle ore 14.23.04. Motivo: aggiunta
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Vecchio 05-05-2008, 18.12.19   #12
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.........

Mi trovo con colleghe che sono attaccate al lavoro tantissimo, il loro dichiarato scopo è la realizzazione sul lavoro, tanto da sacrificare il buon senso a volte, tanto da non riuscire a restare a casa neppure con la febbre. Questo mi ha messo di fronte al mio scopo, e mi ha fatto rivalutare quello che dicevamo con Red più su. non è tutta tutta colpa dell'educazione ricevuta il non inquadrare sin dall'inizo ciò che faremo da grandi, ma è anche uno scopo che non riusciamo ad identificare e che dobbiamo trovare dall'esperienza.. probabilmente il nostro scopo è un altro e ci troviamo a confronto con una realtà così estranea da farci sentire inadeguate fin tanto che non la comprendiamo, se prima era diversa ora diventa qualcosa che non è il nostro scopo ma che lo comprende..
Sono d'accordo con te Sole.. la questione dello scopo e' interessante. Ultimamente sto cercando di guardare le persone che mi sono vicine e il loro approccio con il lavoro. Molte sono come me.. vanno a lavorare perche' questo lavoro hanno, ma si potrebbe dire che un lavoro varrebbe l'altro (combinazione ho un paio di amiche che ultimamente hanno cambiato lavoro, una e' presissima dal suo lavoro, contenta di quello che fa, adesso sembra veramente realizzata, mentre l'altra sembra che pascoli al lavoro, so per certo che lavora sodo, ma che potrebbe benissimo cambiare ancora tra due giorni e non cambierebbe nulla..)

Non so Sole non ne esco da sta cosa. Vedo persone che si identificano completamente nel lavoro, che diventano il lavoro che fanno, che inseguono un sogno e lottano per realizzarlo, io non ho mai avuto velleita' di carriera, lavorativamente parlando non ho idea di chi sono (vabbeh mica solo lavorativamente..) , di cosa vorrei essere, e anche il piccolo desiderio che ho non comporta grandi aspirazioni di carriera. Eppure mi sembra che mi manchi qualcosa, forse semplicemente e' il bisogno di appoggiarmi ad un lavoro che mi facesse dire " sono questo o quello" invece che "ne' carne ne' pesce", non lo so sinceramente, sto cercando ma ancora non trovo..


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Infatti, però è anche vero che dobbiamo vivere fino in fondo l'esperienza perchè dobbiamo prendermi (prendere... prendermi è un lapsus ma lo lascio perchè è simpatico) il massimo e finchè non si apre un'altra strada evidentemente non abbiamo finito. Credo che l'unica maniera di cambiare davvero è prendere coscientemente tutto quello che vedo da prendere e altrettatano dare il mio impegno indietro così da chiudere. Ma appunto mi sento satura e non capisco se sia perchè non ho digerito oppure perchè è tutto fermo..
-----------------------------------
Gia' il problema e' capire se la vita non ci mette davanti condizioni per cui si e' costretti a cambiare pagina, quando effettivamente e' il momento di cambiare... o se si resta imbrigliati sempre nello stesso lavoro, allora un motivo ci sara'...


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Vecchio 05-05-2008, 18.16.45   #13
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quello che il mio cuore mi sente di dirvi è questo:
" per quanto ho capito io non esiste uno scopo tranne quello che voi scegliete che sia"
continuando a scavare in voi stesse farete emergere il Se.
A quel punto non ci saranno "scelte" ma solo Scelte.
e in qualsiasi cosa fate saprete apportare il meglio di Voi.

Lo dico a Voi ma lo sto ricordando anche a Me.
vi abbraccio
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Vecchio 05-05-2008, 19.26.28   #14
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Cara Redwitch,
io credo che tutto dipenda da questa domanda:

E' cosi importante essere qualcuno a lavoro? Quanto è importante la carriera?

Non siamo tutti uguali, molti diventeranno direttori, altri rimarrano dipendenti, o semplici aiutanti, d'altronde se tutti arriviamo al vertice di qualcosa non ci sarebbe più manodopera ad esempio.

Nel tuo caso, tolte le motivazioni economiche, c'è qualche mestiere che ti piacerebbe fare in particolare?

Non è mica detto che tutti dobbiamo trovare il "lavoro" della nostra vita.

C'è chi si realizza nella famiglia, chi da i voti, chi si dedica alla politica e ai problemi sociali. Certo queste sono scelte più difficile perchè occorre tempo, quello che impiegheremo a lavorare per guadagnare... ma non è detto che non sia la scelta giusta.

Magari la nostra realizzazione passa per una via artistica che nel nostro contesto materialista non è riconosciuta ancora, è di conseguenza probabilmente ci si manterà a stento.

Io vedo la stragrande maggioranza delle persone che basta che porta i soldi, non gli interessa più di tanto che tipo di lavoro sia.

Io invece credo che tutto andrebbe fatto come offerta a Dio, ovvero dando il meglio di noi stessi. Questo però è più facile se riusciamo a trovare ciò che veramente ci piace dal profondo.

Non esiste il mestiere della nostra vita, possono essere anche i mestieri.

Quello che ci blocca è la paura.

Ti faccio un esempio: anni fa avrei voluto studiare psicologia e laurearmi in questo settore, ma la mia paura era che non avrei trovato soldi per l'università, per aprirmi uno studio, o peggio.
Morale della favola, questa aspirazione me la sono giocata, per la paura del fallimento.

Spero comunque che sia tu che Sole troverete quello che più fa per voi, e capirete ciò che c'è da apprendere nel contesto attuale.
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Vecchio 05-05-2008, 19.32.11   #15
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quello che il mio cuore mi sente di dirvi è questo:
" per quanto ho capito io non esiste uno scopo tranne quello che voi scegliete che sia"
continuando a scavare in voi stesse farete emergere il Se.
A quel punto non ci saranno "scelte" ma solo Scelte.
e in qualsiasi cosa fate saprete apportare il meglio di Voi.

Lo dico a Voi ma lo sto ricordando anche a Me.
vi abbraccio


Scusami Turaz, forse non è la sezione giusta, ma secondo me non ti accorgi che queste so frasi un po' preimpostate.

E' come se voglio dire a qualcuno che è grasso che si deve dimagrire ( grazie lo sa pure lui) .

Se tutti avremmo scavato in noi stessi a quest'ora saremmo dei Santi, il problema è il come scavare, quando e dove, e penso che più che altro le nostre discussioni convergono in questo.
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Vecchio 05-05-2008, 20.14.56   #16
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Poi mi domandavo se sia possibile che si raggiunga un punto di saturazine oltre il quale non è possibile più andare oltre... io sento questo, sono satura.. o devo digerire o devo chiudere..
La discussione è interessante,ma avendo poco tempo scrivo solo uno spunto,che magari se corretto,può servir..in questo pezzetto di 3d ci vedo un collegamento con l'esempio del secchio,o del palloncino,fatti da Uno in esoterismo,nella discussione "quale via,mano destra secca,o mano sinistra umida"..il fermarsi spesso,per non dire sempre,anche solo un attimo prima che il secchio si riempia..o il palloncino scoppi..
Poi ci torno..
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Rispondo un pò a tutti.
Credo di potermi permettere di parlare anche per Red dicendo abbiamo imparato che la quotidianità è il banco di scuola su cui inizia e finisce il Lavoro. La realizzazione avviene proprio riuscendo a mettere tutto ciò che possiamo e riusciamo nelle cose che facciamo qualsiasi cosa sia. Imparare ad osservare dove sono le mancanze e cercare di colmarle, o compensarle equilibrandole. Il lavoro è una esperienza notevole anche perchè la sua ripetitività porta a dover restare concentratii ad osservcarsi, pena la caduta e la frustrazione o il sentirsi superiore perchè lo scopo è diverso ecc ecc. Va da se che il lavoro non è la scelta e non è lo scopo ma il mezzo.
La sensazione di Red è anche la mia, sentire che non abbiamo altro da prendere eppure restare impantanate come se ci fosse ancora qualcosa... si ma cosa?
Forse Red si tratta di allenamento.. una volta che ti insegnano a fare una cosa devi allenarti per poterla fare al meglio. Credo che quindi il sentirmi satura che dicevo sopra sia dovuto al saturo di teoria e riflessione oltre che di concetti fiscali... che non entrano più, non imparo più. Mi serve la pratica, l'allenamento. (ovviamente non sto parlando di lavorare fisicamente, quello certo che lo faccio.. parlo di applicare le cose che mi ha fatto vedere di me). Per cui se per pigrizia non faccio un controllo, vado contro l'abitudine e lo faccio (è un esempio).
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Vecchio 06-05-2008, 11.41.00   #18
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C'è chi si realizza nella famiglia, chi da i voti, chi si dedica alla politica e ai problemi sociali. Certo queste sono scelte più difficile perchè occorre tempo, quello che impiegheremo a lavorare per guadagnare... ma non è detto che non sia la scelta giusta.

Magari la nostra realizzazione passa per una via artistica che nel nostro contesto materialista non è riconosciuta ancora, è di conseguenza probabilmente ci si manterà a stento.

Io vedo la stragrande maggioranza delle persone che basta che porta i soldi, non gli interessa più di tanto che tipo di lavoro sia.

Io invece credo che tutto andrebbe fatto come offerta a Dio, ovvero dando il meglio di noi stessi. Questo però è più facile se riusciamo a trovare ciò che veramente ci piace dal profondo.
La frase in grassetto la condivido ed è difficile perchè da li passa la realizzazioni di cui parli, non è il cosa fai ma come lo fai ed è più meno cosa dicevo nel mio post precedente. Non importa se fai lo spazzino, o come lo vogliono chiamare per farlo sentire più inadeguato, ma come lo fai. E' quello che ti riempie ed è questa la scuola del lavoro più difficile da apprendere.
La frase in blu invece è vera ma mi piace di meno perchè è come arrendersi in un certo senso al fatto che non riusciamo a fare le cose mettendoci del nostro meglio e cercando di prendere da esso gli spunti che ci da.
E' vero che è più facile, ci piace, ci rilassa, ci impegnamo perchè ci interessa.. l'interesse uff punto dolente del discorso, però se ci troviamo a fare qualcosa che stona con noi è perchè quello ci serve davvero.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 06-05-2008, 11.43.48   #19
turaz
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Scusami Turaz, forse non è la sezione giusta, ma secondo me non ti accorgi che queste so frasi un po' preimpostate.

E' come se voglio dire a qualcuno che è grasso che si deve dimagrire ( grazie lo sa pure lui) .

Se tutti avremmo scavato in noi stessi a quest'ora saremmo dei Santi, il problema è il come scavare, quando e dove, e penso che più che altro le nostre discussioni convergono in questo.

non è detto che tu saresti un santo.
lo saresti se avessi scelto quella via.

qualcun altro diceva "non esistono problemi esistono solo soluzioni"))
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Vecchio 06-05-2008, 11.44.46   #20
Ray
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PArto da questa frase per fare delle considerazioni che mi vengono, ma non mi riferisco specificatamente a te o Red, parlo in generale.

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La sensazione di Red è anche la mia, sentire che non abbiamo altro da prendere eppure restare impantanate come se ci fosse ancora qualcosa... si ma cosa?
Lo stipendio?

Intendo dire che lavoro è anche sopravvivenza e che, una volta visti certi meccanismi e preso dal lavoro quel che si può per se stessi oltre allo stipendio, forse è possibile instaurare un nuovo rapporto... ovvero quello di fare nel modo davvero migliore possibile e senza raccontarsela ciò che viene richiesto in cambio della paga. So che sembra che dico di fare quel che tutti dovrebbero comuque fare per onorare il loro contratto... ma intendevo più qualcosa legato al ringraziare il cielo prima del pasto, qualcosa che integri l'attività che faccio nella sacralità generale della vita.

Poi è chiaro che se ho preso da quel lavoro tutto ciò che posso e invece devo prendere altro da un altro lavoro, prima o poi cambierò lavoro... tuttavia a me è capitata un'esperienza particolare. Anche a me è capitato recentemente di sentirmi nauseato dal lavoro che faccio... per vari motivi, due in principal modo. Uno di questi è stato scoprire che il motivo principale di una serie di sforzi lavorativi che ho fatto - e che hanno dato anche buoni frutti - era la brama (l'altro motivo qui non c'entra nulla e lo rimando ad altra occasione)... schifato dalla brama mi schifava il lavoro.
Poi ho capito che avevo ancora almeno una gran cosa da imaprare: mettermi a servizio, senza star tanto a cincischiare su me stesso.
Nei primi tentativi sto scoprendo quanto sia difficile e quanto sia facile raccontarsela... (anche servire può far sentire superiori)

Ultima modifica di Ray : 06-05-2008 alle ore 11.47.16.
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Vecchio 06-05-2008, 11.45.32   #21
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Io invece credo che tutto andrebbe fatto come offerta a Dio, ovvero dando il meglio di noi stessi. Questo però è più facile se riusciamo a trovare ciò che veramente ci piace dal profondo.


hai detto bene è "più facile".
io andando un pò controcorrente dico che se riesci a farlo anche in un lavoro che inizialmente ti infastidiva hai veramente compreso, amato e trasceso qualcosa che inizialmente ti mancava.

Ciauzz
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Vecchio 06-05-2008, 11.46.52   #22
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PArto da questa frase per fare delle considerazioni che mi vengono, ma non mi riferisco specificatamente a te o Red, parlo in generale.



Lo stipendio?

Intendo dire che lavoro è anche sopravvivenza e che, una volta visti certi meccanismi e preso dal lavoro quel che si può per se stessi oltre allo stipendio, forse è possibile instaurare un nuovo rapporto... ovvero quello di fare nel modo davvero migliore possibile e senza raccontarsela ciò che viene richiesto in cambio della paga. So che sembra che dico di fare quel che tutti dovrebbero comuque fare per onorare il loro contratto... ma intendevo più qualcosa legato al ringraziare il cielo prima del pasto, qualcosa che integri l'attività che faccio nella sacralità generale della vita.

Poi è chiaro che se ho preso da quel lavoro tutto ciò che posso e invece devo prendere altro da un altro lavoro, prima o poi cambierò lavoro... tuttavia a me è capitata un'esperienza particolare. Anche a me è capitato recentemente di sentirmi nauseato dal lavoro che faccio... per vari motivi, due in principal modo. Uno di questi è stato scoprire che il motivo principale di una serie di sforzi lavorativi che ho fatto - e che hanno dato anche buoni frutti - era la brama (l'altro motivo qui non c'entra nulla e lo rimando ad altra occasione)... schifato dalla brama mi schifava il lavoro.
Poi ho capito che avevo ancora almeno una gran cosa da imaprare: mettermi a servizio, senza star tanto a cincischiare su me stesso.
ho avuto la tua stessa "illuminazione" qualche annetto fa.
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un abbraccio
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Vecchio 06-05-2008, 11.53.09   #23
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Poi ho capito che avevo ancora almeno una gran cosa da imaprare: mettermi a servizio, senza star tanto a cincischiare su me stesso.
Nei primi tentativi sto scoprendo quanto sia difficile e quanto sia facile raccontarsela... (anche servire può far sentire superiori)
Questa cosa ce l'ho tutta. Infatti mi sento superiore perchè umilmente mi sono messa al servizio... ma che casino!

Fare e basta no eh?

p.s.
grazie, svolazzava, la sentivo, ma non mi ero accorta..
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Vecchio 06-05-2008, 11.56.19   #24
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è quel "superiore" a mio avviso un pò da tenere osservato.
e anche quell'"umilmente".
mi spiego meglio "superiore" per chi e soprattutto rispetto a chi?
umilmente per chi?

(sono vocine dell'ego a mio avviso e per quanto mi è consentito comprendere osservando soprattutto me stesso)

Un abbraccio
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Vecchio 06-05-2008, 12.03.12   #25
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è quel "superiore" a mio avviso un pò da tenere osservato.
e anche quell'"umilmente".
mi spiego meglio "superiore" per chi e soprattutto rispetto a chi?
umilmente per chi?

(sono vocine dell'ego a mio avviso e per quanto mi è consentito comprendere osservando soprattutto me stesso)

Un abbraccio
Ma scusa, e secondo te perchè l'ho sottolineato? Perchè c'ho messo pure la faccina sadica e ironica?



Ok, detto ciò.. non c'è da dimostrare niente a nessuno ovviamente ma siccome non siamo macchine, per fortuna, abbiamo da svincolarci dalla signora che ci domina e che ha potere che vuole le prove che siamo figoni.
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