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Vecchio 07-10-2009, 16.34.33   #76
stefano
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mi va benissimo non ti accontenti.
di fatto non accontenta nemmeno me.
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Vecchio 07-10-2009, 16.41.40   #77
Ray
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si vedi il tuo perchè "risuona".
ma non sono d'accordo con questa affermazione che come per altre mi sembrano di "accontentarsi" e anche di "dato che non posso io non può nessuno" (ma non me ne volere tu diciamo che fa parte anche di me)
sarà anche roba da "santi" e "maestri" ma c'è chi lo fa o cerca di farlo.
Ti ha già risposto Uno, ma ti dico anch'io la mia. E' giustissimo che lui specifichi di Santi e Maestri e delle loro possibilità, è giusto a onor di cronaca e per completezza... m'era anche mezzo balenato una cosa del genere, ma è talmente tanto il là...

Qui stiamo parlando dell'opera al nero e, per quanto riguarda questo ambito, ti ho detto la verità senza accontentarmi di nulla, semplicemente constatando la realtà. Non puoi fare nulla col nero altrui se non usarlo per indirettamente vedere il tuo. E sono convinto che neanche realizzata questa prima (di tre opere) cambi qualcosa da questo punto di vista. Il rischio di illudersi è grossissimo.
E' già difficilissimo, ai limiti di ognuno, avere a che fare col proprio e, appena lo si vede, col collettivo, che occuparsi di quello altrui è tempo perso solo pensarci (per come io sento su sta cosa, non sto dicendo che tu perdi tempo).
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Vecchio 07-10-2009, 16.46.32   #78
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E sono convinto che neanche realizzata questa prima (di tre opere) cambi qualcosa da questo punto di vista
Esatto
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Vecchio 07-10-2009, 16.47.42   #79
stefano
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Ti ha già risposto Uno, ma ti dico anch'io la mia. E' giustissimo che lui specifichi di Santi e Maestri e delle loro possibilità, è giusto a onor di cronaca e per completezza... m'era anche mezzo balenato una cosa del genere, ma è talmente tanto il là...

Qui stiamo parlando dell'opera al nero e, per quanto riguarda questo ambito, ti ho detto la verità senza accontentarmi di nulla, semplicemente constatando la realtà. Non puoi fare nulla col nero altrui se non usarlo per indirettamente vedere il tuo. E sono convinto che neanche realizzata questa prima (di tre opere) cambi qualcosa da questo punto di vista. Il rischio di illudersi è grossissimo.
E' già difficilissimo, ai limiti di ognuno, avere a che fare col proprio e, appena lo si vede, col collettivo, che occuparsi di quello altrui è tempo perso solo pensarci (per come io sento su sta cosa, non sto dicendo che tu perdi tempo).
se occupartene ti distoglie dal tuo è chiaramente tempo perso e pure distraente.
che vi sia un grossissimo rischio di illudersi sono d'accordo.
ma anche qui era per completezza che ho citato la possibilità ulteriore (ma ribadisco io non ho mai letto ne di Maestri ne di Altro ne ho seguito corsi ne cose di questo tipo)
mi sono basato qui come anche in altri casi su personali mie deduzioni.
che poi siano confortate dal parere di altri può anche farmi piacere

Ultima modifica di stefano : 07-10-2009 alle ore 16.55.06. Motivo: completamento
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Vecchio 07-10-2009, 17.16.19   #80
Viola
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Caro Stefano... il nero altrui? Interessante davvero. A questo genere di operazione, veramente, non avevo mai pensato (spero non sia per non-altruismo...).

Comunque a mio modesto avviso questa piccola trovata geniale esula dalle tradizionali operazioni alchemiche, che sono già da sole troppo complicate da capire ed approfondire, anche restando nei rudimenti.

Il nero altrui... certo come elemento di osservazione e con-divisione, come anche di com-passione nel senso più vero, è altamente (e "altramente") costruttivo... Ma questo Nero di cui parliamo, il Corvo o Cornacchia, o la Nigredo, più raramente chiamata anche Corona (per il "Coro" di Elementi che lo caratterizzano e ne infliggono le proprietà), è qualcosa di talmente "altro" da quel che tutti conoscono, di talmente già "oltre la Porta" della nostra comune supposta "normalità", che valutare se quanlcun altro lo stia conoscendo e vi si stia addentrando, credo sia immensamente più complicato che accorgersi, ad esempio, che una persona stia, ad esempio, "attraversando un periodo nero".

Si tratta, insomma, di una Materia (nel duplice significato di materiale e anche di argomento) "altra", non a caso davvero sacra.

Spero di leggerti/vi presto... Ciao.

Ultima modifica di Viola : 07-10-2009 alle ore 17.18.46.
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Vecchio 07-10-2009, 17.26.19   #81
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Caro Stefano... il nero altrui? Interessante davvero. A questo genere di operazione, veramente, non avevo mai pensato (spero non sia per non-altruismo...).

Comunque a mio modesto avviso questa piccola trovata geniale esula dalle tradizionali operazioni alchemiche, che sono già da sole troppo complicate da capire ed approfondire, anche restando nei rudimenti.

Il nero altrui... certo come elemento di osservazione e con-divisione, come anche di com-passione nel senso più vero, è altamente (e "altramente") costruttivo... Ma questo Nero di cui parliamo, il Corvo o Cornacchia, o la Nigredo, più raramente chiamata anche Corona (per il "Coro" di Elementi che lo caratterizzano e ne infliggono le proprietà), è qualcosa di talmente "altro" da quel che tutti conoscono, di talmente già "oltre la Porta" della nostra comune supposta "normalità", che valutare se quanlcun altro lo stia conoscendo e vi si stia addentrando, credo sia immensamente più complicato che accorgersi, ad esempio, che una persona stia, ad esempio, "attraversando un periodo nero".

Si tratta, insomma, di una Materia (nel duplice significato di materiale e anche di argomento) "altra", non a caso davvero sacra.

Spero di leggerti/vi presto... Ciao.
Scusate per capire ma questa opera al nero in pratica e' un periodo nero ( o della propria ombra) ben Compreso e Digerito nel senso migliore possibile del termine .
Perche' se restiamo sempre nel simbolismo mi pare che non si riesce , parlo per me , a capire di che si tratta .

Ultima modifica di nikelise : 07-10-2009 alle ore 17.28.58.
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Vecchio 07-10-2009, 17.48.57   #82
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se occupartene ti distoglie dal tuo
Tuo per parlare o tuo solo suo?
Perchè francamente non è un suo solo suo

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Caro Stefano... il nero altrui? Interessante davvero. A questo genere di operazione, veramente, non avevo mai pensato (spero non sia per non-altruismo...).

Comunque a mio modesto avviso questa piccola trovata geniale esula dalle tradizionali operazioni alchemiche, che sono già da sole troppo complicate da capire ed approfondire, anche restando nei rudimenti.
Se geniale è ironico mi trovi d'accordo, altrimenti, e comunque lo stesso, un giorno parliamo di geni, magari quelli della lampada compresi

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Scusate per capire ma questa opera al nero in pratica e' un periodo nero ( o della propria ombra) ben Compreso e Digerito nel senso migliore possibile del termine .
Perche' se restiamo sempre nel simbolismo mi pare che non si riesce , parlo per me , a capire di che si tratta .
A livello simbolico si questa è l'Opera al Nero, però non banalizzarla troppo, cosa che sta accadendo, è meglio che diciamo che c'è anche una corrispondenza materiale fisica a diversi livelli, corrispondenza che adesso è un pò complicato esplorare per iscritto.

Edit: non un periodo Nero, il Nero è uno stato
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Vecchio 07-10-2009, 18.51.52   #83
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Comunque trasformare non è la parola giusta, il nero c'è (sia individualmente che collettivamente) e rimane in una certa quantità di li non si scappa. Diciamo che si può lavorare sull'attrazione a cui noi o altri (roba da Santi e Maestri ricordiamolo ancora) siamo soggetti.
Trasformare noi stessi allora, effettivamente rende meglio. Nell'opera al nero, con la putrefazione, si separano gli elementi, se ne estraggono i principii, e poi ci si accinge a riunirli in una nuova forma, più durevole e dalle possibilità di gran lunga superiori (capacità di pensare in qualsiasi momento ad esempio), anche se la totale vittoria sul nero non arriva che alla fine del Rosso, a opera compiuta, fino ad allora il nero potrà sempre dire la sua..

Il Nero è la forza che spinge alla totale materializzazione, il cadavere perde l'acqua, gli umori, qualsiasi fluido vitale, e si indurisce nella rigidità cadaverica, fino a diventare un corpo talmente friabile che il vento lo disperde nel creato. E' la purgazione, ciò che permette ai fluidi vitali di uscire, e successivamente, di rientrare in nuova forma, sempre se questo avviene dentro la bolla..
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Vecchio 07-10-2009, 22.07.20   #84
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Predefinito Tra Geni e Cavalieri...

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Se geniale è ironico mi trovi d'accordo, altrimenti, e comunque lo stesso, un giorno parliamo di geni, magari quelli della lampada compresi
La cosa che mi fa più contenta tra queste parole, è l'espressione "e comunque lo stesso". Sììì, parliamone!!!!

Riguardo la genialità... non so, per me si nasconde in tutte quelle piccole occasioni in cui una mente diversa dalla tua ti fa notare una stradina (fosse pure sbarrata, sbagliata, interrotta, stregata...) che mai avresti scoperto dietro qualche siepe.

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non un periodo Nero, il Nero è uno stato
Sono d'accordo su questo. Uno stato in cui ci si trova, ed un modo di vedere tutte le cose. Passaggio primario e fondamentale. Però non si confonda col "vedere nero" della depressione o della paura, e nemmeno della tristezza.

I Cavalieri antichi (quelli veri, ammesso che ne sia esistito qualcuno non metaforico, altrimenti ci teniamo comunque la magnifica metafora) il "calice" lo ricercavano, lo desideravano con nobile avidità, vi si avvicinavano con gratitudine e vivevano per esso, quand'anche la cosa fosse finita lì, senza altri vantaggi e cambiamenti di vita, di situazione, di potere... E' la fase iniziale che è già il successo. Perciò oltre che nero Corvo lo definivano anche la propria ricercata nera Corona (quella cui il Re deve rinunciare se rifiuta guerra e dolore): inizio e successo dell'impresa in quest'ottica coincidono già, dando luogo all'Iniziazione, che non solo nobilita e castiga, ma pare continuare a castigare e nobilitare oltre, senza tregua... Quando si dice punti di vista.

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Nell'opera al nero, con la putrefazione, si separano gli elementi, se ne estraggono i principii, e poi ci si accinge a riunirli in una nuova forma, più durevole e dalle possibilità di gran lunga superiori (capacità di pensare in qualsiasi momento ad esempio), anche se la totale vittoria sul nero non arriva che alla fine del Rosso, a opera compiuta, fino ad allora il nero potrà sempre dire la sua..
Già... a volte magari una scocciante perdita di tempo, altre volte invece un alleato sempre utile, sotto innumerevoli aspetti difficili da elencare.

Ultima modifica di Viola : 07-10-2009 alle ore 22.12.40.
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Vecchio 08-10-2009, 00.11.15   #85
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è meglio che diciamo che c'è anche una corrispondenza materiale fisica a diversi livelli, corrispondenza che adesso è un pò complicato esplorare per iscritto.
Beh, brevemente si potrebbe comunque dire che tutto nasce nel nero, che sia nelle profondità della terra, o nel ventre di una donna, è esente da luce.
Anche alla nascita di Gesù, un Vangelo gnostico (attribuito a San Matteo) riporta che l'angelo ordinò a Maria di scendere in una grotta sotterranea, dove non fu mai luce, ma che poi, alla stessa presenza di Maria, la grotta si illuminò splendidamente e accolse la nascita del Salvatore...

Da tutto questo deriva che chi vuole ri-nascere, deve tornare in quel Nero da cui proviene..
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Vecchio 11-10-2009, 13.51.18   #86
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Riflettevo su quel fuoco segreto, che è il vero motorino d'avviamento della prima opera. Si dice che il segreto è tenerlo sempre acceso, a temperatura costante, con fede assoluta e certezza incrollabile. Invece molto spesso i fumi neri e le ombre che emanano dalla pietra ci spaventano, ci fanno indietreggiare, e abbassiamo il fuoco...

Secondo voi, una volta acceso, questo fuoco segreto, può spegnersi? O per quanto indietreggiamo si abbassa tanto da non essere per niente utile, sebbene una flebile fiammetta sul fondo resti?

E inoltre, ogni volta che interrompiamo la cottura, che abbassiamo il fuoco, che succede alla nostra pietra? Ciò che abbiamo sciolto torna a ricoagularsi e dobbiamo riprendere tutto da capo, oppure ciò che è fatto è fatto e torna comunque a nostro vantaggio?

Le due domande in fondo si integrano, se il fuoco può spegnersi allora penso che tocca anche riprendere tutto da capo, magari invece se solo si abbassa non permette comunque a ciò che ha sciolto di ricoagularsi...
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Vecchio 11-10-2009, 14.57.14   #87
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Riflettevo su quel fuoco segreto, che è il vero motorino d'avviamento della prima opera. Si dice che il segreto è tenerlo sempre acceso, a temperatura costante, con fede assoluta e certezza incrollabile. Invece molto spesso i fumi neri e le ombre che emanano dalla pietra ci spaventano, ci fanno indietreggiare, e abbassiamo il fuoco...

Secondo voi, una volta acceso, questo fuoco segreto, può spegnersi? O per quanto indietreggiamo si abbassa tanto da non essere per niente utile, sebbene una flebile fiammetta sul fondo resti?

E inoltre, ogni volta che interrompiamo la cottura, che abbassiamo il fuoco, che succede alla nostra pietra? Ciò che abbiamo sciolto torna a ricoagularsi e dobbiamo riprendere tutto da capo, oppure ciò che è fatto è fatto e torna comunque a nostro vantaggio?

Le due domande in fondo si integrano, se il fuoco può spegnersi allora penso che tocca anche riprendere tutto da capo, magari invece se solo si abbassa non permette comunque a ciò che ha sciolto di ricoagularsi...
Secondo me una volta che il fuoco si è acceso (ed in genere le accensioni sono una bella botta piuttosto impetuosa) e si è consolidato è difficile che possa spegnersi, al più siamo noi che ad un certo punto possiamo decidere di non sentirlo o far finta (faticosamente) che non ci sia, nel caso i fumi neri e le ombre di cui parli divengano insosteniblili, ogni tanto riviene a galla il fuoco e dobbiamo darci un bel deffare per non considerarlo.

Ritengo, inoltre, che fino ad un certo punto i risultati possono sparire, poi superata una soglia critica dopo la quale una trasformazione vera, completa c'è effettivamente stata, non credo si possa tornare indietro.
Fino a che ci limitiamo a riflettere su certe cose a cercare di governare le ombre con la mente si hanno deio piccoli risultati temporanei destinatio a riassorbirsi una volta che ci fermiamo, se lo "sclioglimento" comincia ad avvenire più in profondità , a mio parere, si può rimanere bloccati lì, ma non tornare indietro, e la cosa è abbastanza inquietante perchè c'è il rischio di trovarsi in una specie di limbo in cui siamo degli "ibridi" che hanno iniziato una traformazione e poi non l'hanno saputa portare fino alla fine.
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Vecchio 11-10-2009, 18.27.36   #88
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Secondo me una volta che il fuoco si è acceso (ed in genere le accensioni sono una bella botta piuttosto impetuosa) e si è consolidato è difficile che possa spegnersi, al più siamo noi che ad un certo punto possiamo decidere di non sentirlo o far finta (faticosamente) che non ci sia, nel caso i fumi neri e le ombre di cui parli divengano insosteniblili, ogni tanto riviene a galla il fuoco e dobbiamo darci un bel deffare per non considerarlo.
Più che altro, se il fuoco c'è ma non si è pronti, ci si "danna", ci si brucia..

PS: Ovviamente, con l'accendersi e lo spegnersi mi riferivo comunque ad una temperatura adatta per l'Opera, dato che a livelli minimi siamo tutti sottoposti a questo particolare fuoco.. e il vero spegnimento non avviene che con la morte, quella comune.
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Vecchio 11-10-2009, 18.59.44   #89
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Più che altro, se il fuoco c'è ma non si è pronti, ci si "danna", ci si brucia..
Ma Kael come si fa a sapere se non si è pronti?
E come ci si danna, in che modo intendo?
Potresti spiegarmi per favore perchè non ho alba di questa cosa.
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Vecchio 11-10-2009, 22.09.37   #90
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Riflettevo su quel fuoco segreto, che è il vero motorino d'avviamento della prima opera. Si dice che il segreto è tenerlo sempre acceso, a temperatura costante, con fede assoluta e certezza incrollabile. Invece molto spesso i fumi neri e le ombre che emanano dalla pietra ci spaventano, ci fanno indietreggiare, e abbassiamo il fuoco...

Secondo voi, una volta acceso, questo fuoco segreto, può spegnersi? O per quanto indietreggiamo si abbassa tanto da non essere per niente utile, sebbene una flebile fiammetta sul fondo resti?

E inoltre, ogni volta che interrompiamo la cottura, che abbassiamo il fuoco, che succede alla nostra pietra? Ciò che abbiamo sciolto torna a ricoagularsi e dobbiamo riprendere tutto da capo, oppure ciò che è fatto è fatto e torna comunque a nostro vantaggio?

Le due domande in fondo si integrano, se il fuoco può spegnersi allora penso che tocca anche riprendere tutto da capo, magari invece se solo si abbassa non permette comunque a ciò che ha sciolto di ricoagularsi...
Quando indietreggiamo e il fuoco sembra spegnersi molto spesso restano le bronze sotto la polvere e basta soffiare per riattizzarlo. Però credo possa spegnersi si, quello comune che tutti hanno in una certa misura non serve all'opera, è come fosse spento.
Se si spegne o si abbassa inizia la coagulazione, ma con la forma che abbiamo assunto in quel momento, che un pochetto tende a come era prima, ma se ne abbiamo stabilita (da stabile) un'altra quella si coagula grossomodo (ma freddo non sarà mai come caldo/fluido) e quindi poi tocca ri-solvere comunque.
Immagino che in determinat casi tocchi anche ricominciare... in fondo ogni volta che solviamo ricominciamo, ma la strada già percorsa la rifacciamo veloci, anche se non in zero tempo.
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Vecchio 11-10-2009, 22.30.44   #91
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Quando indietreggiamo e il fuoco sembra spegnersi molto spesso restano le bronze sotto la polvere e basta soffiare per riattizzarlo.
In effetti la fuliggine, alzata dal fuoco, se questo si spegne gli ricade addosso coprendolo. Il fuoco mentre è acceso invece è autopulente continuando a spingerla verso l'alto..
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Vecchio 11-10-2009, 22.37.03   #92
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Ma Kael come si fa a sapere se non si è pronti?
E come ci si danna, in che modo intendo?
Potresti spiegarmi per favore perchè non ho alba di questa cosa.
Trovi il thread in esoterismo Grii, "Fuoco Sacro".
Comunque il discorso essere pronti si ricollega alla serietà e all'impegno con cui si affronta la cosa, se si prende sottogamba, come un gioco, si rischia anche di lasciarci le penne, di essere danne-ggiati, o peggio ancora danna-ti proprio. Questo fuoco consuma, se arde e non si lavora seriamente sulle sostanze volatili che escono, se non le si purifica, alla fine non ci restano che le ceneri sotto..
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Vecchio 12-10-2009, 00.27.39   #93
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Trovi il thread in esoterismo Grii, "Fuoco Sacro".
Comunque il discorso essere pronti si ricollega alla serietà e all'impegno con cui si affronta la cosa, se si prende sottogamba, come un gioco, si rischia anche di lasciarci le penne, di essere danne-ggiati, o peggio ancora danna-ti proprio. Questo fuoco consuma, se arde e non si lavora seriamente sulle sostanze volatili che escono, se non le si purifica, alla fine non ci restano che le ceneri sotto..
Grazie Kael per la risposta, ho letto diverse volte il 3D da citato, avevo capito che parlavi del Fuoco Sacro ma non mi è molto chiara quella discussione ahimè, almeno non in tutte le sue parti, ma la rileggerò.
Mi stavo domandando anche come si fa, visto che sappiamo bene che ce la raccontiamo, capire se ci si sta impegnando abbastanza o no.
Io ad esempio faccio veramente fatica a volte anche solo a capire certe frasi, tipo quella nerettata, per cui mi domando se anche il non capire possa essere lavorare male.
E inoltre che fare a quel punto lasciar perdere? Dovrebbe esserci qualcuno che ti dice che stai prendendo tutto sottogamba e che ti stai facendo del male o no?
Grazie ancora.
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Vecchio 13-10-2009, 00.48.31   #94
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Scusate per capire ma questa opera al nero in pratica e' un periodo nero ( o della propria ombra) ben Compreso e Digerito nel senso migliore possibile del termine .
Perche' se restiamo sempre nel simbolismo mi pare che non si riesce , parlo per me , a capire di che si tratta .
Alchemicamente parlando, direi che l'anima imprigionata nel corpo imperfetto non può evolversi perchè condizionata da esso. L'Opera al Nero si propone quindi di estrarla dal corpo, sapientemente, separando il fine dal grossolano, per poterle dare così quella crescita che aveva visto interrompersi rinchiusa nelle catene della materia. Una volta esaltata così l'anima, purificata, può allora tornare nel corpo ed essere in grado lei adesso di condizionare lui, di "glorificare" la grezza materia e di portarla con lei in altri procedimenti che per fine ultimo hanno l'ottenimento della Pietra Filosofale.

Questo non va visto come una morte iniziatica (quella è ancora dopo), è una piccola morte, per corpo infatti si intende tutto quello che ha a che fare con l'istintività, i pensieri meccanici, la "materialità" in generale (da qui il buio, il nero appunto).. quindi già riuscire a spezzare le catene di un pensiero istintivo e sublimarne il fluido interiore, purificandolo e portandolo all'evoluzione che gli spetta, che poi tornando rettifica quella parte meccanica della nostra struttura psichica, è un passo non da poco nell'Opera al Nero...

Questo a grandi linee è un sunto dell'immagine che mi sono fatto io, spero di essere stato sufficientemente chiaro e soprattutto di non aver travisato qualcosa...
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Vecchio 13-10-2009, 01.02.06   #95
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Grazie Kael per la risposta, ho letto diverse volte il 3D da citato, avevo capito che parlavi del Fuoco Sacro ma non mi è molto chiara quella discussione ahimè, almeno non in tutte le sue parti, ma la rileggerò.
Mi stavo domandando anche come si fa, visto che sappiamo bene che ce la raccontiamo, capire se ci si sta impegnando abbastanza o no.
Io ad esempio faccio veramente fatica a volte anche solo a capire certe frasi, tipo quella nerettata, per cui mi domando se anche il non capire possa essere lavorare male.
E inoltre che fare a quel punto lasciar perdere? Dovrebbe esserci qualcuno che ti dice che stai prendendo tutto sottogamba e che ti stai facendo del male o no?
Grazie ancora.
Mi riferivo soprattutto ai primi post di quel thread, sul concetto di dannare (da danno). Mi rendo conto comunque che non sia facile capire quel tipo di fuoco, non ci sono fiamme naturalmente, direi che si tratta più di un fuoco "salino"... Un fuoco "che non brucia" come è stato detto, ma che però consuma...

Sulla serietà nessuno può dirti se ti stai impegnando abbastanza, lo devi sentire tu.. Comunque proprio perchè si chiama Opera al Nero, il Nero in questo caso è un utile indicazione, più nero vediamo (il che comporta a volte proprio un non vedere) più significa che stiamo lavorando bene...
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Vecchio 13-10-2009, 14.56.34   #96
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Mi riferivo soprattutto ai primi post di quel thread, sul concetto di dannare (da danno). Mi rendo conto comunque che non sia facile capire quel tipo di fuoco, non ci sono fiamme naturalmente, direi che si tratta più di un fuoco "salino"... Un fuoco "che non brucia" come è stato detto, ma che però consuma...

Sulla serietà nessuno può dirti se ti stai impegnando abbastanza, lo devi sentire tu.. Comunque proprio perchè si chiama Opera al Nero, il Nero in questo caso è un utile indicazione, più nero vediamo (il che comporta a volte proprio un non vedere) più significa che stiamo lavorando bene...
Ma dai, non ci avevo mai pensato!
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Vecchio 21-02-2010, 22.27.09   #97
Kael
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Le cause di corruzione dei corpi in generale, e dei metalli in particolare, sono due: la combustibilità dello zolfo e la "terrosità" del mercurio, dove per zolfo e mercurio intendo i due Principi che compongono qualsiasi corpo, e non i rispettivi elementi chimici.
Gli antichi dicevano che dalla mescolanza di questi due principii si formano tutti i metalli, ad esempio se uno zolfo particolarmente impuro si mescola con un mercurio altrettanto immondo e terroso nasce il piombo, se uno zolfo altrettanto impuro si mescola con un mercurio più pulito anche se non ancora perfetto nasce lo stagno, e così via...

Come prima fase bisogna dunque purificare i metalli imperfetti, e togliere loro queste cause di corruzione. Si sa che lo zolfo è altamente combustibile e si infiamma fin troppo facilmente, bisogna quindi trovare il modo per togliergli questa combustibilità e fargli sopportare il fuoco indenne.
A ciò gli antichi sono arrivati tramite la sublimazione. Sottoposto ad un fuoco tenue, bassissimo, lo zolfo "esalava" le sue parti più sottili e infiammabili, finchè nel vaso non restava che uno zolfo totalmente incombustibile. Uno zolfo più permanente dunque, capace di reggere il fuoco senza corrompersi.

Trasportando ora nell'umano, vedo molto bene questa infiammabilità collegarsi con la rabbia, si dice infatti essere un tipo facilmente infiammabile. La rabbia dunque è una delle principali cause di corruzione per l'uomo, del resto sappiamo bene quanto perdiamo lucidità in quei momenti e non siamo più noi.
Proseguendo con l'analogia vediamo che per perdere questa combustibilità corrompente dobbiamo essere sublimati anche noi, dobbiamo cioè essere sottoposti ad un fuoco bassissimo per un tempo molto lungo e continuo per eliminare questo zolfo più sottile ed infiammabile, senza smettere un solo istante per non veder compromessa l'intera operazione e dover ricominciare daccapo.
E' fondamentale mantere dunque la fiaccola sempre accesa, non farla spegnere mai neppure per un solo istante, e perseverare......

L'infiammabilità comunque non è circoscrivibile solo alla rabbia, può collegarsi anche alle passioni, a chi si infiamma per una squadra di calcio, per l'auto nuova che bisogna assolutamente comprare, etc...
Chi riesce a togliere questa combustibilità diventa sicuramente una persona più equilibrata, più padrona della sua vita e meno "corruttibile"...


La stessa cosa vale anche per separare dal mercurio le sue parti più fecciose ed immonde. Sottoposto ad un fuoco lievemente più alto, esso sublima lasciando sul fondo del vaso la parti più grossolane ed impure, ed in seguito a ripetute operazioni, amministrando il grado di fuoco, si spoglierà sempre più dei suoi abiti terrestri per indossarne altri più consoni alla sua natura, assolutamente più splendenti e spirituali.
Trasportando nell'umano, questa terrosità è il vero e proprio nero di chi comincia... Anche questa è una causa di corruzione che non ci permette di essere realmente noi stessi, può chiamarsi in vari modi, avarizia, pigrizia, gola... (i 7 nani insomma ) anche se al momento non credo saprei darne una definizione esatta, non penso infatti si limiti solo ai vizi, per cui eventuali aiuti sarebbero graditi...

Resta comunque basilare che l'unico vero arteficie di queste purificazioni è il fuoco, capace da solo di rompere le catene della materia, di aprirla, e di operare questa separazione dello spesso dal sottile.
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Vecchio 22-02-2010, 07.50.32   #98
nikelise
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Le cause di corruzione dei corpi in generale, e dei metalli in particolare, sono due: la combustibilità dello zolfo e la "terrosità" del mercurio, dove per zolfo e mercurio intendo i due Principi che compongono qualsiasi corpo, e non i rispettivi elementi chimici.
Gli antichi dicevano che dalla mescolanza di questi due principii si formano tutti i metalli, ad esempio se uno zolfo particolarmente impuro si mescola con un mercurio altrettanto immondo e terroso nasce il piombo, se uno zolfo altrettanto impuro si mescola con un mercurio più pulito anche se non ancora perfetto nasce lo stagno, e così via...

Come prima fase bisogna dunque purificare i metalli imperfetti, e togliere loro queste cause di corruzione. Si sa che lo zolfo è altamente combustibile e si infiamma fin troppo facilmente, bisogna quindi trovare il modo per togliergli questa combustibilità e fargli sopportare il fuoco indenne.
A ciò gli antichi sono arrivati tramite la sublimazione. Sottoposto ad un fuoco tenue, bassissimo, lo zolfo "esalava" le sue parti più sottili e infiammabili, finchè nel vaso non restava che uno zolfo totalmente incombustibile. Uno zolfo più permanente dunque, capace di reggere il fuoco senza corrompersi.

Trasportando ora nell'umano, vedo molto bene questa infiammabilità collegarsi con la rabbia, si dice infatti essere un tipo facilmente infiammabile. La rabbia dunque è una delle principali cause di corruzione per l'uomo, del resto sappiamo bene quanto perdiamo lucidità in quei momenti e non siamo più noi.
Proseguendo con l'analogia vediamo che per perdere questa combustibilità corrompente dobbiamo essere sublimati anche noi, dobbiamo cioè essere sottoposti ad un fuoco bassissimo per un tempo molto lungo e continuo per eliminare questo zolfo più sottile ed infiammabile, senza smettere un solo istante per non veder compromessa l'intera operazione e dover ricominciare daccapo.
E' fondamentale mantere dunque la fiaccola sempre accesa, non farla spegnere mai neppure per un solo istante, e perseverare......

L'infiammabilità comunque non è circoscrivibile solo alla rabbia, può collegarsi anche alle passioni, a chi si infiamma per una squadra di calcio, per l'auto nuova che bisogna assolutamente comprare, etc...
Chi riesce a togliere questa combustibilità diventa sicuramente una persona più equilibrata, più padrona della sua vita e meno "corruttibile"...


La stessa cosa vale anche per separare dal mercurio le sue parti più fecciose ed immonde. Sottoposto ad un fuoco lievemente più alto, esso sublima lasciando sul fondo del vaso la parti più grossolane ed impure, ed in seguito a ripetute operazioni, amministrando il grado di fuoco, si spoglierà sempre più dei suoi abiti terrestri per indossarne altri più consoni alla sua natura, assolutamente più splendenti e spirituali.
Trasportando nell'umano, questa terrosità è il vero e proprio nero di chi comincia... Anche questa è una causa di corruzione che non ci permette di essere realmente noi stessi, può chiamarsi in vari modi, avarizia, pigrizia, gola... (i 7 nani insomma ) anche se al momento non credo saprei darne una definizione esatta, non penso infatti si limiti solo ai vizi, per cui eventuali aiuti sarebbero graditi...

Resta comunque basilare che l'unico vero arteficie di queste purificazioni è il fuoco, capace da solo di rompere le catene della materia, di aprirla, e di operare questa separazione dello spesso dal sottile.
E nella metafora a cosa corrisponde il fuoco cos'e' e come lo si usa senza bruciare il corpo .
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Vecchio 22-02-2010, 08.43.57   #99
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E nella metafora a cosa corrisponde il fuoco cos'e' e come lo si usa senza bruciare il corpo .
Credo sia la sofferenza, quando osservi te stesso bruciare sull'ara del sacrificio senza fare nulla, dovresti ringraziare Dio dell'opportunità di aver un "agnello" da sacrificare in Suo nome.
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griselda non è connesso  
Vecchio 22-02-2010, 11.08.18   #100
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Credo sia la sofferenza, quando osservi te stesso bruciare sull'ara del sacrificio senza fare nulla, dovresti ringraziare Dio dell'opportunità di aver un "agnello" da sacrificare in Suo nome.
A me viene da pensare che la sofferenza sia una conseguenza del fuoco, di una tensione, non nel senso di nervosismo, continua, di una spinta viscerale verso qualcosa che non si riesce a raggiungere o che addirittura non riusciamo neanche ad identificare con precisione.
Tempo fa ho letto qui sul forum che possono esistere vari tipi di sofferenza vari modi in cui è possibile viverla, alcune più "utili" altri più "dannosi" o comonque più fini a se stessi, che non portano a reali cambiamenti/miglioramenti.
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