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Vecchio 21-06-2004, 13.51.21   #1
Uno
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Non so chi me lo fa fare di inguaiarmi di lunedì con un argomento così....

Non c'è libro newage (che non mi entusiasma per niente) o di spiritualità e anche qualcosa di psicologia... in cui non si dica che bisogna trascendere la dualità per avanzare in un percorso, però come tutto il sapere che caratterizza questo tempo viene dato il concetto, tutti se ne appropriano (stupidamente visto che esiste da sempre) ma nessuno per me ci lavora seriamente (o quasi...).
Inanzitutto questo più che altri è un concetto che va compreso, intellettualmente si può arrivare fino ad un certo punto, la ragione è duale e non può comprendere cosa significa trascendere il dualismo, per la ragione comune, ogni cosa va catalogata, per cui potrà essere bianco, o nero al limite si arriverà a capire il grigio ma non si comprenderà con la ragione tutto lo spettro del grigio, in parole povere e sintetiche questo è trascendere il dualismo. Solo che un conto è farne un esempio stupido così, un conto è viverlo, la conquista massima che si può fare in questo particolare caso è non sentirsi staccati dal resto dell'universo pur mantendo la propria individualità, perchè in definitiva la madre e il padre del dualismo è ritenerci staccati dal resto, tutte le altre forme derivano da esso.
Mi sto inguaiando sempre più non è facile esprimere a parole, anzi è praticamente impossibile, si può solo tentare, un concetto del genere.
Ci torno con più calma, intanto se volete aggiungere qualcosa come se foste a casa vostra.....
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Vecchio 22-06-2004, 13.32.23   #2
Era
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infatti....chi te l' ha fatto fare
il primo giorno d' estate e in più di lunedì


trascendere la dualità...certo ma prima la devi conoscere
tutto è due...duale...
il bello è capirli entrambi...
trascendere il dualismo è forse arrivare
all' unità...

come sempre con parole mie...

bene-male
chi dice che il bene sta esclusivamente nel bene?

giusto-sbagliato
se non sbaglio..come potrei comprendere l' errore?

bianco-nero
bianco comprende tutti i colori e li espande
nero contiene tutti i colori ma li trattiene

a questo punto non dovrei preferire nè il bianco nè il nero
sapere che invece esistono entrambi singolarmente
e allo stesso tempo nella gamma dei colori ....



ok ok...segui lo zoppo
e impari a zoppicare

visto che sono a casa ne approfitto per un
chissà che non mi si schiariscano le idee

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Vecchio 07-07-2004, 01.11.09   #3
Era
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Vorrei capire il nesso..se c'è..tra dualismo e individualismo
e se la paura in qualche modo ha un suo ruolo...
L' animale (e l'uomo fa parte di questa categoria) ha
un' anima colletiva..di gruppo..per ogni specie..
e quest' anima deve imparare due cose..due forze..
la sua che lo spinge alla sopravvivenza..e quella della natura
(altri animali) che gli da il ruolo di vittima (cibo...sopravvivenza per l' altro)
in tutte due i casi..credo che abbia paura..e che questa sia
un componente importante..
l' animale ha paura però è forte quindi è quello che noi chiamiamo feroce
la sua aggressività ha per scopo la sopravvivenza
l' animale ha paura però è debole quindi noi diciamo che è mansueto
anche in questo caso la sua mansuetudine ha per scopo la sopravvivenza
Nell' uomo (animale più evoluto...ogni tanto ho qualche dubbio)
l' anima non è più di gruppo ma individuale...un' anima per ogni uomo..
e a questo punto si dovrebbe superare o eliminare la paura..
essere forte senza diventare feroce o tiranno
non essere debole per non diventare vittima

ma non so...un po mi sono persa...
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Vecchio 07-07-2004, 10.10.19   #4
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Effettivamente il tuo discorso è un pò confuso come esposizione , però credo (spero) di aver capito ciò che volevi esprimere , in pratica è capire il cerchio, cioè che non esiste niente di assoluto (mi sembra che ci stia arrivando anche , o c'è arrivata anche la fisica) ma ogni cosa, azione, qualità ha un massimo e un minimo percettibile, che continuamente sfumano uno nell'altro, avete presente il simbolo del ying e yang.....
Il discorso della collettività e dell'individualità è molto interessante, sebbene a prima vista sembrerebbe non entrarci niente. Io sono giunto alla conclusione ( finchè non scopro qualcosa di nuovo, se lo scopro ) che il fine dell'evluzione è procedere da una collettivizzazione massima in cui non esiste l'individuo (brodo primordiale) salendo verso una progressiva individualizzazione che porta con se un grande risultato la sempre maggiore coscienza di se e degli altri.
L'uomo attualmente con la nascita è fisicamente un individuo, ma possiamo dire che lo sia anche psichicamente? Io credo proprio di no (per esempio basta vedere quanto facilmente un uomo pacifico messo in mezzo ad una folla inferocitas può lasciarsi andare ad atti inconsulti) credo sia questo lo scopo di un percorso che sia ti tipo psicologico, spirituale etc... questo sia dal punto di vista "terreno" che oltre, ma questo è un discorso per l'altra sezione...
Un uomo "vero" (naturalmente uomo come essere umano, vale anche per le donne) è quello che fa la cosa migliore anche se 3000 persone gli/le dicono di fare un'altra cosa, voi direte tutti fanno così, a me non sembra proprio, troppe cose si fanno spinti dalla massa, certe cose sono giuste e allorta non c'è bisogno di fare per forza gli anticonformisti, ma se ci si mettesse sempre la propria testa.....
Interessante discorso... lo continueremo...

P.S sembra che tutto ciò non non abbia a che fare con il dualismo.....
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Vecchio 07-07-2004, 23.13.12   #5
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hai ragione...dovrei rileggermi prima d' inviare...
in parole povere..cosi non mi s' intrecciano i ditini...volevo dire che
l' animale non ha consapevolezza del suo essere animale...
predatore o preda che sia...ha fame...caccia...dorme..ha paura..
l' uomo anche lui animale dovrebbe arrivare alla consapevolezza
di non essere solo animale...ma parte di un tutto..
una goccia individuale che nel mare diventa mare...
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Vecchio 08-07-2004, 11.24.06   #6
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Anche se siamo in psicologia, prendo spunto dal delirio di Era (scherzo antipatica).....
Dio se fosse rimasto unito e immobile avrebbe avuto coscienza di se stesso?
E' qui il succo, del tuo ragionamento, secondo me, per poter avere coscienza sempre maggiore del creato, dobbiamo da una parte "staccarci" cioè individualizzarci sempre di più, dall'altra dobbiamo stare attenti a mantenere la memoria e la possibilità di sperimentare la comunione, grande traguardo non facile, anzi....
Ma.... bisognerà per forza passare per il distacco da tutto, se sono una goccia in mezzo al mare non vedo le altre gocce, se mi sposto le vedo mi rispecchio in loro e se capisco comunque di essere come loro (non uguale, ma come loro, unico ma unito) allora il miracolo è compiuto.
Ha parlato Toro Seduto Augh....
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Vecchio 08-07-2004, 13.23.10   #7
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e io che ho detto?

ha parlato Gazzella Frastornata (per non dire rinco) Augh
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Vecchio 09-07-2004, 00.33.36   #8
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Citazione:
Originalmente inviato da Era
e io che ho detto?
Più o meno le stesse cose... era solo per chiarire (anche se forse non era la mia giornata giusta)
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Vecchio 18-07-2004, 04.20.31   #9
*Sissi*
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Il pensiero dualista tende a separare e a distinguere e a farci dimenticare che in ognuno di noi c'è la facciata al positivo e contemporaneamente il suo opposto o negativo, la stessa lingua non aiuta a evitare di ragionare per opposizioni binarie, (giorno/notte, yin/yang, io/altro) Il pensiero dualista è terribilmente semplicistico.
Pensiamo poi all'opposizione normale (standard)/diverso, che implica che tutto ciò che è nello standard e nella media è nella "norma" e il diverso è rifiutato (diversità di etnia, lingua, religione, cultura, preferenze sessuali ecc.) e alla parola diverso si associa connotazione negativa, si intende come "sbagliato, non regolare non normale" invece diverso dovrebbe intendersi nel senso di vario (diverso da.... mai in senso assoluto "diverso"), in questo senso la diversità è pluralità, molteplicità, varietà, e siamo tutti diversi gli uni con gli altri.... ma ragionando per opposizioni binarie, la parola diverso (di- quindi due, come dicotomia) si oppone a un'unica altra categoria: coloro che stanno nella norma, nello standard.
Il pensiero comprensivo, sintetico, inclusivo, invece tende a unire e a vedere per l'appunto il nero nel bianco, l'ombra nella luce e a considerare noi tutti parte di un tutto, così che nell'altro noi possiamo vedere noi stessi e provare empatia e solidarietà, così che la comunione e l'unione e la collaborazione venga raggiunta, al di là delle divisione (di- ancora questo prefisso) che spesso sono più apparenti che sostanziali.
E ovviamente nelle società odierne dove si tenta sempre più la strada dell'integrazione fra varie realtà etniche, culturali, linguistiche, si tende, appunto, a trascendere il concetto di dualismo e di separazione, al fine di operare per fini comuni fra popoli o individui e di evitare di enfatizzare la diversità come qualcosa che porta a intolleranza e guerre.
Insomma solo se si comprende che nell'altro da noi è compresa una parte di noi stessi riusciamo a metterci dalla parte dell'altro e a capire che non esiste una cultura o una religione o un modo di pensare giusto, superiore, sia esso il pensiero razionalistico/analitico/occidentale (che ha la meglio sugli altri nella nostra formazione) o altri

Cito l'azzurrissima

"a questo punto non dovrei preferire nè il bianco nè il nero
sapere che invece esistono entrambi singolarmente
e allo stesso tempo nella gamma dei colori ...."

questo è esempio di mentalità o pensiero inclusivo, che include, non esclude e non cataloga e accoglie positivamente l'dea di "ibridazione", o "meticciato", o meglio mescolanza di etnie e culture (sfumature di grigio), va contro la purezza e le distinzioni pure fra diverse realtà (che poi sono piuttosto aspetti molteplici della realtà) fra bianco/nero, eterosessuale/omosessuale, razionale/intuitivo, luce/buio ecc. ecc. e dalle conseguenti connotazioni aggiuntive di positività o negatività che i singoli componenti di tali dicotomie sottengono.
Meglio quindi parlare di molteplicità come varietà, e pluralità, piuttosto che di diversità che rimanda a un concetto falsato di positivo e negativo.


Scusate....... alle 4.20 del mattino mi prende così.... non riesco a dormire e questi sono i bei risultati....
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Vecchio 18-07-2004, 11.59.48   #10
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Se ti viene così di notte bevi caffè a più non posso
Brava mi dai spunti per continuare il discorso, sono d'accordissimo con la tua frase
Citazione:
Il pensiero dualista è terribilmente semplicistico.
e aggiungo comodo, perchè se definisco diverso da me un'altro essere, posso affermare che lui è un delinquente, sottosviluppato, inferiore, brutto, puzzolente etc mentre io posso mettermi su un piedistallo, se trascendo la semplicità del pensiero dualistico, direi apro gli occhi ad una visione + allargata vedo che siamo comunque nella stessa barca, anche se con innegabili differenze sul piano materiale, differenze creata e sviluppate proprio dalla nostra mente razionale.
Ma una domanda partendo dalla tua frase
Citazione:
E ovviamente nelle società odierne dove si tenta sempre più la strada dell'integrazione
siamo sicuri che stia avvenendo un'integrazione? E' vero tu dici tentando e te ne do atto, ma credo che sia l'illusione che si cerca di dare alla massa, proprio per far stare tutti a posto con la coscienza, in realtà l'abbattimento delle diversità avviene solo in piccole percentuali a livello individuale. Esempio il fatto di nascondersi dietro le parole 100 anni fa "Deficiente" oggi "Psicolabile" prima "Spastico" poi "Handicappato" adesso addirittura "Diversamente abile" ma potremmo continuare con "spazzino" "operatore ecologico" e "bidello".... scusate questa proprio non la ricordo tanto mi ha fatto ridere. In sostanza ci si nasconde dietro le parole per nascondere la diversità invece di prendere atto che una diversità fisica c'è ma siamo tutti nella stessa barca, per cui posso essere "politicamente corretto" riferendomi ad una persona che ha problemi con diversamente abile e poi quando lo incontro per strada guardarlo come una attrazione turistica o in maniera schifata e comunque in qualsiasi maniera per cui la persona percepirà il fatto che io lo considero diverso.
Ho aperto questa parentesi come esempio del tema principale per definire come sia facile illudersi di "ragionare" in termini unitari quando invece si è ancora divisi.
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Vecchio 06-03-2006, 17.20.35   #11
RedWitch
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Riprendo questo discorso, perchè mi sembra particolarmente interessante .. Partendo dalle parole di Era:

Citazione:
trascendere la dualità...certo ma prima la devi conoscere
tutto è due...duale...
il bello è capirli entrambi...
trascendere il dualismo è forse arrivare
all' unità...
Tutto è duale, capirli entrambi, per arrivare all'Unità..
Capirli, conoscerli, sperimentarli direi io. Per arrivare a trascendere la dualità, è necessario sperimentare tutte le sfumature? Arrivare, in qualsiasi momento, a potersi "spostare" , dal bianco al nero, passando per tutte le sfumature?

E ancora:

Citazione:
Un uomo "vero" (naturalmente uomo come essere umano, vale anche per le donne) è quello che fa la cosa migliore anche se 3000 persone gli/le dicono di fare un'altra cosa, voi direte tutti fanno così, a me non sembra proprio, troppe cose si fanno spinti dalla massa, certe cose sono giuste e allora non c'è bisogno di fare per forza gli anticonformisti, ma se ci si mettesse sempre la propria testa.....
Interessante discorso... lo continueremo...
Agire sempre pensando con la propria testa, senza il minimo condizionamento (non perchè vogliamo fare il bastian contrario , ma perchè sappiamo, quel che facciamo) puo' voler dire aver trasceso la dualità?
Il che non dovrebbe voler dire, smettere di ascoltare gli altri, ma, solo, non farsi spingere da nessuna corrente.. pur restando aperti all'ascolto...
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Vecchio 07-03-2006, 00.26.50   #12
seleparina
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Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch
Tutto è duale, capirli entrambi, per arrivare all'Unità..
Capirli, conoscerli, sperimentarli direi io. Per arrivare a trascendere la dualità, è necessario sperimentare tutte le sfumature? Arrivare, in qualsiasi momento, a potersi "spostare" , dal bianco al nero, passando per tutte le sfumature?
Se non ho capito male stai dicendo che per trascendere la dualità calma-ira devo necessariamente passare per entrambe, e solo alla fine, fatta la debita osservazione su me stessa in entrambi gli estremi, posso eliminare gli effetti che le due situazioni (passando per le sfumature intermedie) hanno sul mio comportamento?
seleparina non è connesso  
Vecchio 07-03-2006, 13.52.03   #13
Era
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direi di si....come potrei apprezzare il tepore primaverile
se non conoscessi il freddo umido invernale?..
fermo restando che primavera e inverno hanno entrambi dei
pregi....il compito dovrebbe essere quello di vedere l' utile
in entrambi...e godere di entrambi....o meglio "sentire" ogni
stagione nel momento iun cui è presente....
vabbè è anche vero che ci stiamo sempre a lamentare:
uffa che caldo...uffa che freddo....uffa....uffa...
come dire essere qui ma non esserci....questa comunque
è un' altra storia....
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Vecchio 07-03-2006, 22.58.54   #14
Ray
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Niente è duale... noi lo percepiamo così.

Se qualcosa fosse veramente duale come potrei trascenderlo? E' il mio punto di vista che va trasceso... non una realtà. Sono io che mi muovo, non muovo nulla.

Ma, come diceva Uno all'inizio, la dualità è necessaria all'autocoscienza. Lasciando stare per un attimo Dio (cmq non è la sezione giusta anche lasciandolo stare), lo stesso individuo acquista percezione di se quando attua nel suo percepire la prima dualità... me - altro da me.

Così facendo definisce il suo essere... e lo limita... e da li parte per ritornare all'Uno dopo aver capito, imparato, fatto esperienza... figliol prodigo della Vita...
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Vecchio 12-04-2006, 19.44.52   #15
Kael
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Originalmente inviato da Uno
la ragione è duale e non può comprendere cosa significa trascendere il dualismo
Eccone un esempio...
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