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Vecchio 02-12-2008, 00.54.00   #1
Uno
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Predefinito Chiesa Cattolica e funerale al suicida

Altro caso di pesi e misure diverse a seconda dei casi. Stavo seguendo (con mezzo occhio e mezza orecchia ) il tg e sento il servizio sul funerale dell'ex assessore Sergio Nugnes suicida...
Non ho nulla contro di lui e non sono così d'accordo con la discriminazione che la Chiesa Cattolica compie normalmente verso i suicidi, però come al solito "mi chiedo": perchè lui pur essendo suicida ha ricevuto il funerale in chiesa e (?) sepoltura in terra consacrata ed altri no?
Ripeto che non sto dibattendo sulla persona, ma sul comportamento della Chiesa.
Stessa cosa con i divorziati, se si hanno soldi a sufficienza o agganci si può sperare nella Sacra Rota, il pinco pallino non potrebbe neanche entrare più in chiesa.
In questo caso un perchè ci sarebbe anche... però prima di tutto se è una legge deve essere uguale per tutti, seconda cosa se i rituali ed i sacramenti sono una cosa, la compassione, la carità, il perdono etc.. sono un'altra cosa.
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Vecchio 02-12-2008, 01.47.54   #2
dafne
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Un bel pò di anni fà è successo un bel ambaradàn perchè un parroco si è rifiutato di tenere il funerale di una signora perchè conviveva da 20 anni e quindi era "vissuta nel peccato".
Ricordo che già allora la cosa mi aveva infastidito e lasciata parecchio perplessa.

Un pò Ot forse ma è da settembre che combatto con me stessa perchè dovrei avviare i bimbi alla comunione ma non hanno mai fatto, o voluto fare,il catechismo.
Devo dire che "per loro" ero scesa a compromessi con le mie idee ed ero andata a informarmi a catechismo appena iniziato...solita storia, io chiedo m'informo aspetto e mi guardano come se fossi una muffa...evvabbè ci stava, se avessi frequentato regolarmente la chiesa sarei stata informata sulla catechesi, ma io sono andata via con un "chieda in canonica a che parrocchia deve rivolgersi" mentre la tipa X amica di Y è arrivata con la bambina non iscritta e l'ha mollata lì e la signora a dirle "e dai un posto lo troviamo"

Non è giusto, non m'importa molto (tranne che il piccolo ci tiene per cui mi toccherà scegliere una parrocchia tra le 3-4 della mia zona un pò meno snob) lascio perdere ma non è corretto, una legge, una decisione ha valore se applicata a tutti, specie quando chi detta le regole è un soggetto che basa i suoi dogmi sull'eguaglianza...mah
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Vecchio 02-12-2008, 23.35.42   #3
Sole
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A mo' di provocazione...

I martiri non sono suicidi? Dalla loro parte hanno il fatto che morivano per difendere un ideale, ma magari anche il suicida difende l'ideale di una vita idealizzata...
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 03-12-2008, 00.04.50   #4
Era
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idem a mo di provocazione

il potere non guarda in faccia a nessuno o meglio chi non ha grano è condannato chi ne ha ha privilegio
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Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 03-12-2008, 00.33.35   #5
Ray
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A mo' di provocazione...

I martiri non sono suicidi? Dalla loro parte hanno il fatto che morivano per difendere un ideale, ma magari anche il suicida difende l'ideale di una vita idealizzata...
A me risulta che i martiri vengano uccisi.

Questo ovviamente non toglie nula alla vergogna della chiesa quando antepone i suoi interessi profani ai principi cattolici.
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Vecchio 03-12-2008, 00.39.17   #6
Sole
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A me risulta che i martiri vengano uccisi.

Questo ovviamente non toglie nula alla vergogna della chiesa quando antepone i suoi interessi profani ai principi cattolici.
Si lasciano uccidere, scelgono di morire, si può dire suicidio?
Quei monaci che si danno fuoco in piazza sono suicidi o martiri della causa?

p.s.
ripeto che era una provocazione.
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Vecchio 03-12-2008, 00.43.15   #7
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Si lasciano uccidere, scelgono di morire, si può dire suicidio?
Quei monaci che si danno fuoco in piazza sono suicidi o martiri della causa?

p.s.
ripeto che era una provocazione.
Secondo me, tecnicamente lasciarsi uccidere, ovvero non opporre resistenza se ti uccidono non è suicidio, perchè non c'è l'atto auto-violento. Darsi fuoco invece si, è suicidio.

Si, ho capito che è una provocazione, ma credo vada bene esplorare la cosa.
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Vecchio 03-12-2008, 09.51.14   #8
griselda
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Beh io parto da molto lontano, mi piacerebbe sapere che differenza c'è tra l'essere sotterrati in terra consacrata ( cosa vuol dire in soldoni sempre i vermi ci sono scusate l'ignoranza) e in terra normale.
Altra cosa: chi è suicida presumo non riceva l'estrema Unzione, anche questa cosa non capisco cosa voglia dire e perchè non gliela si da. ( che se non sbaglio è l'ultimo Sacramento)

Quindi non conoscendo queste cose non posso esprimermi non so cosa precludono al suicida rispetto ad una morte naturale.

Per quanto riguarda i parenti è chiaro che ne soffriranno due volte, una per la morte la seconda per il rifiuto della chiesa.
Certo è sicuro che la chiesa se esiste una regola questa deve valere per tutti e non deve essere fatta valere a suo comodo.
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Vecchio 03-12-2008, 11.40.32   #9
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Beh io parto da molto lontano, mi piacerebbe sapere che differenza c'è tra l'essere sotterrati in terra consacrata ( cosa vuol dire in soldoni sempre i vermi ci sono scusate l'ignoranza) e in terra normale.
Altra cosa: chi è suicida presumo non riceva l'estrema Unzione, anche questa cosa non capisco cosa voglia dire e perchè non gliela si da. ( che se non sbaglio è l'ultimo Sacramento)

Quindi non conoscendo queste cose non posso esprimermi non so cosa precludono al suicida rispetto ad una morte naturale.
Non so niente di certo, ma proviamo a ragionarci su.
L'estrema unzione è un sacramento e quindi un ultimo modo di aprire una porta verso la via che porta l'anima a Dio. In quel momento è come accompagnare l'Anima del moritura verso la strada giuste.
I greci mettevano le monete d'oro sugli occhi perchè l'anima potesse pagare chi lo faceva entrare con oro... gli egizi, amuleti ma sempre allo scopo di accompagnare..
Nei riti Orfici si scriveva la strada su una laminetta d'oro e si cercava la dea della memoria....
Chi si suicida, aldilà del monaco che si da fuoco che ha un'altra concezione di morte e di corpo rispetto alla nostra, lo fa perchè non ha retto, non regge la tensione del vivere le difficoltà che gli sono capitate, un momento di debolezza, un down eccessivo, sappiamo che basta un attimo. A maggior ragione avrebbe bisogno di una corsia che lo conduca ma posso capire la posizione della chiesa che dice: se rifiuti la vita terrena che è dono di Dio per avvicinarti a Lui, allora non puoi avere il dono di una corsia nella Vita vera che è verso il Signore perchè non hai saputo usare bene questa. Considerato che dicono che di vita c'è nè una sola (e da un certo punto di vista dicono il vero, e dallo stesso punto di vista non dare l'ultimo saluto è come niente) sembra quasi una condanno senza perdono. Molto cruda, A maggior ragione se poi ci sono deroghe per chi si vuole perde di ogni significato.


Anche il terreno consacrato penso sia una sorta di protezine per la resurrezione dei morti, che loro ci tramandano come se il corpo si alzasse...
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Vecchio 03-12-2008, 12.27.40   #10
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Non so niente di certo, ma proviamo a ragionarci su.
L'estrema unzione è un sacramento e quindi un ultimo modo di aprire una porta verso la via che porta l'anima a Dio. In quel momento è come accompagnare l'Anima del moritura verso la strada giuste.
I greci mettevano le monete d'oro sugli occhi perchè l'anima potesse pagare chi lo faceva entrare con oro... gli egizi, amuleti ma sempre allo scopo di accompagnare..
Nei riti Orfici si scriveva la strada su una laminetta d'oro e si cercava la dea della memoria....
Chi si suicida, aldilà del monaco che si da fuoco che ha un'altra concezione di morte e di corpo rispetto alla nostra, lo fa perchè non ha retto, non regge la tensione del vivere le difficoltà che gli sono capitate, un momento di debolezza, un down eccessivo, sappiamo che basta un attimo. A maggior ragione avrebbe bisogno di una corsia che lo conduca ma posso capire la posizione della chiesa che dice: se rifiuti la vita terrena che è dono di Dio per avvicinarti a Lui, allora non puoi avere il dono di una corsia nella Vita vera che è verso il Signore perchè non hai saputo usare bene questa. Considerato che dicono che di vita c'è nè una sola (e da un certo punto di vista dicono il vero, e dallo stesso punto di vista non dare l'ultimo saluto è come niente) sembra quasi una condanno senza perdono. Molto cruda, A maggior ragione se poi ci sono deroghe per chi si vuole perde di ogni significato.


Anche il terreno consacrato penso sia una sorta di protezine per la resurrezione dei morti, che loro ci tramandano come se il corpo si alzasse...
Gulp vuoi dire che è condannato a rimanere nel corpo?
O a non trovare più la via di Casa? Beh non so cosa voglia dire veramente ma mi pare orribile se è così.
Poi mi domando anche altre cose tipo uno che muore sotto le macerie di un terremoto e non viene trovato il corpo entro i tre giorni...gli succede uguale no? ok ma sono OT
Oppure conta anche l'inconscio collettivo?
Ma mi è venuta in mente la discussione sui chakra che ho riletto qualche giorno fa, le varie porte mi pare tre da cui si possa uscire.
Mi vengono in mente anche i riti funebri tipo quelli Egizi e Tibetani che accompagnano l'anima del defunto...
Sarei anche curiosa di capire come fa un olio e alcune parole a guidare un' Anima ma boh.
Poi tu parli di pagamento e di indirizzare verso....
Ho troppi e troppo pochi dati per elaborare qualcosa di sensato processore troppo lento.
Di certo non esiste fare differenze se di suicidio si tratta sempre quello è.
Bon ci penserò ancora.
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Vecchio 03-12-2008, 23.05.12   #11
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Ho sentito dire che l'orientamento della Chiesa, se prima era molto severa con i suicidi, ora tenda a offrire misericordia e un funerale cristiano anche a chi si toglie la vita, basandosi sul fatto che questo gesto estremo è dovuto nella maggioranza dei casi a un forte squilibrio interno, e viene considerata come una persona che ha perso la necessaria lucidità mentale per cui si prega che comunque Dio la accolga nel suo Regno.
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Vecchio 04-12-2008, 02.11.15   #12
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Gulp vuoi dire che è condannato a rimanere nel corpo?
O a non trovare più la via di Casa? Beh non so cosa voglia dire veramente ma mi pare orribile se è così.
Poi mi domando anche altre cose tipo uno che muore sotto le macerie di un terremoto e non viene trovato il corpo entro i tre giorni...gli succede uguale no? ok ma sono OT
Oppure conta anche l'inconscio collettivo?
Ma mi è venuta in mente la discussione sui chakra che ho riletto qualche giorno fa, le varie porte mi pare tre da cui si possa uscire.
Mi vengono in mente anche i riti funebri tipo quelli Egizi e Tibetani che accompagnano l'anima del defunto...
Sarei anche curiosa di capire come fa un olio e alcune parole a guidare un' Anima ma boh.
Poi tu parli di pagamento e di indirizzare verso....
Ho troppi e troppo pochi dati per elaborare qualcosa di sensato processore troppo lento.
Di certo non esiste fare differenze se di suicidio si tratta sempre quello è.
Bon ci penserò ancora.
Se non vengo battezzato non è che non avrò mai più occasione di liberarmi, credo che siano "facilitazioni", indirizzamenti, infatti non fanno un processo prima di dar l'estrema unzione a tutti.. la danno a chiunque anche a chi l'anima non l'ha.
Io credo che il Cristianesimo con i suoi riti sia stata una semplificazione della tradizione che si conosceva. Come dire una depurazione all'essenza, per cui ognni cosa era già e il cristianesimo l'ha resa essenziale. Siamo fuori tema, ma il discorso si faceva interessante.
QUesto per dire che anceh il disgraziato morto sotto una valanga ha la sua strada da percorrere secondo me, non dipenderà dalla porta che gli viene aperta o meno, dipenderà dalla vita che ha condotto. Però certo restano domande aperte. Perchè il terreno consacrato per la nostra tradizione e perchè il fuoco per gli Indiani e perchè l'aria per altri? Forse tutti volevano accellerare il passaggio?

Torniamo in tema. IO credo che la Chiesa dovrebbe saper dare il perdono a tutti nonostante a volte si violino le regole.
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Vecchio 04-12-2008, 02.31.40   #13
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Torniamo in tema. IO credo che la Chiesa dovrebbe saper dare il perdono a tutti nonostante a volte si violino le regole.
Posso dire cosa penso, si? Sarò un po troppo dura forse, ma:
Se non sa perdonare dovrebbe togliere dall'altare tutti i Crocefissi.
Gesù ha insegnato il perdono.
Però credo che se esiste sta cosa ugualmente vuol dire che dietro c'era qualcosa che non comprendiamo, ma che anche è stato dimenticato o ancora vissuto soggettivamente, o travisato, che se ne sia perso il senso?
Adesso la dico grossa, ma mi domando quanti Papi hanno portato a termine il loro Sacerdozio. Perchè solo così forse ci si può unire pienamente alla Tradizione.
Sono tante domande a cui non so dare risposta.

P.S. si me lo sono domandata anche io il perchè dei vari riti funebri, avevo letto anche qualcosa ma non mi ricordo più.
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Vecchio 01-07-2011, 15.52.20   #14
Edera
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Lo so che è un argomento pensatuccio però mi è venuta qualche riflessione riguardo il suicidio. Probabilmente il pensiero passa per la testa a molti ma rimane superificiale, non scava in profondità. In alcuni casi però purtroppo questo sentire si ingigantisce a dismisura fino a diventare una vera e propria fissazione, un'illusione di fuga da una vita che non si è saputa gestire nella corretta direzione.
Mi hanno fatto pensare le parole di Uno sul sogno di Diam, dice che spesso chi si uccide si lega una pietra al collo. Questo sta simboleggiare due cose se ho compreso:che non può parlare e che lo fa in un mondo ribaltato.
Cosa significa? Io ho pensato che se la direzione normale del flusso vitale va verso l'attaccamento alla vita, alla sopravvivenza ecc.. Per svariati motivi psicologici, patologici, ambientali un individuo può imboccare la via a ritroso, arrivando alla meta contraria rispetto quella cui tenderebbe l'esistenza. Almeno così ho inteso il ribaltamento. Non so se c'entrino altri piani di realtà non mi ci addentro.

Qual'è l'assetto mentale di una persona che si uccide? Secondo me alla base c'è un attaccamento narcisitico all'ego fortissimo. Ci si toglie la vita perchè ciò che si riconosce come sè (anche se è fittizio) non riesce a vanire integrato con gli stimoli dell'ambiente in cui è immerso.. In qualche modo il suicida contrariamente a quello che potrebbe apparire ha un ego enorme che cancella tutto il resto. Maggiore sarà la disidentificazione da sentimenti ed emozioni, minore sarà la probabilità di concepire la morte come soluzione.

Questi sono i primi pensieri. Ma ho pensato anche ad altro e cioè al di là dell'attaccamento all'ego, una coscienza che rimane immersa nella materialità senza gettare mai lo sguardo all'interno di sè e all'oltre, dopo aver percorso in lungo e largo tutti gli stimoli provenienti dalla molteplicità del reale, difficilmente riesce a trovare un senso per continuare a vivere. In sintesi quello che intendo dire è che se non si riesce ad avere un minimo contatto col proprio spirito (anche senza considerare la dimensione trascendentale, credo ci si possa realizzare pure rimanendo nell'ambito scientifico) e si è dotati di una certa sensibilità, la vita apparirà inevitabilmente del tutto priva di significato. Questo solo nel caso in cui si abbia avuto la possibilità di esperire un certo tipo di realtà: passare una vita in ristrettezze economiche ad esempio continuerebbe a offrire l'illusione che ciò è la reale causa della propria sofferenza. Cadute le illusioni di raggiungere il benessere grazie alla materialità o si riesce a gettare uno sguardo oltre oppure ci si trova in una china molto scivolosa.
Spero ci sia qualcosa di sensato in ciò che ho scritto

Ultima modifica di Edera : 01-07-2011 alle ore 15.54.46.
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Vecchio 01-07-2011, 22.24.42   #15
Astral
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Per un attimo ho avuto paura che qualcuno fosse daccordo con la chiesa.

Rispondendo ad Edera, tutti spesso abbiamo una spinta verso il suicidio, alcune dipendenze che ci portano all'autodistruzione ne sono una prova. Non so se la forza che porta alla morte è opposta a quella che spinge alla vita.

Nel caso del martirio non si sopravvive a tutti costi, i martiri, ma anche gli eroi, sono vittime o appunto eroi che danno la vita.

Comunque ci sono forme di suicidio nascoste: esempio sperare di prendere una malattia infettiva grave, non prendendo precauzioni e avendo 100 partner, oppure correre con la moto a 200 km.
Il suicidio è l'atto finale, ma a volte buttare la propriia vita, sicuramente ci si avvicino molto...
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Vecchio 04-07-2011, 12.57.51   #16
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Lo so che è un argomento pensatuccio però mi è venuta qualche riflessione riguardo il suicidio. Probabilmente il pensiero passa per la testa a molti ma rimane superificiale, non scava in profondità. In alcuni casi però purtroppo questo sentire si ingigantisce a dismisura fino a diventare una vera e propria fissazione, un'illusione di fuga da una vita che non si è saputa gestire nella corretta direzione.
Mi hanno fatto pensare le parole di Uno sul sogno di Diam, dice che spesso chi si uccide si lega una pietra al collo. Questo sta simboleggiare due cose se ho compreso:che non può parlare e che lo fa in un mondo ribaltato.
Cosa significa? Io ho pensato che se la direzione normale del flusso vitale va verso l'attaccamento alla vita, alla sopravvivenza ecc.. Per svariati motivi psicologici, patologici, ambientali un individuo può imboccare la via a ritroso, arrivando alla meta contraria rispetto quella cui tenderebbe l'esistenza. Almeno così ho inteso il ribaltamento. Non so se c'entrino altri piani di realtà non mi ci addentro.

Qual'è l'assetto mentale di una persona che si uccide? Secondo me alla base c'è un attaccamento narcisitico all'ego fortissimo. Ci si toglie la vita perchè ciò che si riconosce come sè (anche se è fittizio) non riesce a vanire integrato con gli stimoli dell'ambiente in cui è immerso.. In qualche modo il suicida contrariamente a quello che potrebbe apparire ha un ego enorme che cancella tutto il resto. Maggiore sarà la disidentificazione da sentimenti ed emozioni, minore sarà la probabilità di concepire la morte come soluzione.

Questi sono i primi pensieri. Ma ho pensato anche ad altro e cioè al di là dell'attaccamento all'ego, una coscienza che rimane immersa nella materialità senza gettare mai lo sguardo all'interno di sè e all'oltre, dopo aver percorso in lungo e largo tutti gli stimoli provenienti dalla molteplicità del reale, difficilmente riesce a trovare un senso per continuare a vivere. In sintesi quello che intendo dire è che se non si riesce ad avere un minimo contatto col proprio spirito (anche senza considerare la dimensione trascendentale, credo ci si possa realizzare pure rimanendo nell'ambito scientifico) e si è dotati di una certa sensibilità, la vita apparirà inevitabilmente del tutto priva di significato. Questo solo nel caso in cui si abbia avuto la possibilità di esperire un certo tipo di realtà: passare una vita in ristrettezze economiche ad esempio continuerebbe a offrire l'illusione che ciò è la reale causa della propria sofferenza. Cadute le illusioni di raggiungere il benessere grazie alla materialità o si riesce a gettare uno sguardo oltre oppure ci si trova in una china molto scivolosa.
Spero ci sia qualcosa di sensato in ciò che ho scritto
Riflettevo anche sul fatto che uno può suicidarsi anche lanciandosi con la moto contro un muro ma nessuno saprebbe che era un suicidio...
O "perdendo" il controllo della macchina.
Invece chi si suicida platealmente fa di tutto perché non ci sia il ben che minimo dubbio sul gesto che ha fatto.
Come a voler "spargere" colpe in giro, colpe che ha il singolo individuo ma non ha la consapevolezza di questo...
quando pesano troppo forse non trova altra soluzione.
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 04-07-2011, 13.00.43   #17
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Comunque ci sono forme di suicidio nascoste: esempio sperare di prendere una malattia infettiva grave, non prendendo precauzioni e avendo 100 partner, oppure correre con la moto a 200 km.
Il suicidio è l'atto finale, ma a volte buttare la propriia vita, sicuramente ci si avvicino molto...
E' una buona riflessione.
Una forma di suicidio ancora più lenta o nascosta potrebbe essere anche andare a mangiare tutti i giorni i panini da Mac Donalds pur avendo a disposizione cibi più sani....
...però ad un certo punto entra in gioco il punto di vista e la libertà personale, quindi ciascun caso se proprio deve essere giudicato sarebbe corretto considerarlo a se stante e non in base ad una o più regole predefinite.
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Vecchio 04-07-2011, 13.47.35   #18
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Non sono molto d'accordo su quel che dite sulle forme di suicidio. Suicidarsi è rinunciare a fare esperienza vivendo fisicamente in questo mondo. Si dice: questa impresa è uun suicidio, cioè è destinata a fallire, a morire.
Con il discorso che fate, ogni cosa è tesa afar morire il corpo, per cui già nascere dovrebbe essere un suicidio?
Uno che va a 200 Km orari ha più possibilità di farsi male di uno che attraversa la strada... ma essendoci le macchine, anche attraversare la strada potrebbe essere un suicidio potenziale se si segue questa logica.
Mangiare un panino malsano, andare a a fare sport estremi sono esperienze e per tanto si sta vivendo, se pur addormentati, la vita con il corpo cpmprende anche queste cose.
Proprio giusto l'esempio di uno sport estremo, forse chi lo pratica è proprio perchè non sente la vita, ha bisogno di scariche molto forti, per cui potrebbe stare cercando proprio la vita, sfidandola, ma non ne faccio un caso generale.

A questo punto però direi che Astral pone l'accento con questo pensiero sulle considerazioni del valore che si da alla vita. E sono le stesse considerazioni che fa la Chiesa. La Chiesa non accetta il suicidio perchè si sta rifiutando l'unica occasione di tornare a Dio, che lo si può fare solo vivendo fisicamente questa unica vita. Se si pone fine a questa, si compie un atto contro l'Universo, contro Dio.
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Vecchio 04-07-2011, 14.19.56   #19
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A questo punto però direi che Astral pone l'accento con questo pensiero sulle considerazioni del valore che si da alla vita. E sono le stesse considerazioni che fa la Chiesa. La Chiesa non accetta il suicidio perchè si sta rifiutando l'unica occasione di tornare a Dio, che lo si può fare solo vivendo fisicamente questa unica vita. Se si pone fine a questa, si compie un atto contro l'Universo, contro Dio.
Generalmente parlando le tue considerazioni sono giuste.
Per quanto riguarda l'accanimento terapeutico come ti poni?
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Vecchio 04-07-2011, 14.31.19   #20
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Rispondendo ad Edera, tutti spesso abbiamo una spinta verso il suicidio, alcune dipendenze che ci portano all'autodistruzione ne sono una prova. .
Sì sono d'accordo. In chi si ammala gravemente (tumori ecc..)secondo voi si annida un inconsapevole desiderio di morte oppure la malattia grave attecchisce al di là di queste tendenze inconsce?
Io tendo a pensare che non c'entri poi molto, altrimenti non saprei come spiegarmi una malattia mortale in un bambino..
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Vecchio 04-07-2011, 15.12.36   #21
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Con il discorso che fate, ogni cosa è tesa afar morire il corpo, per cui già nascere dovrebbe essere un suicidio?
Diciamo che il discorso che volevo fare è che dovremmo in base alla nostre conoscenze minimizzare le possibilità di morire prematuramente.
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Vecchio 04-07-2011, 16.00.12   #22
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Generalmente parlando le tue considerazioni sono giuste.
Per quanto riguarda l'accanimento terapeutico come ti poni?
Finchè c'è speranza c'è vita.
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Vecchio 04-07-2011, 16.03.25   #23
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Originalmente inviato da Enoch Visualizza messaggio
Diciamo che il discorso che volevo fare è che dovremmo in base alla nostre conoscenze minimizzare le possibilità di morire prematuramente.
Si apre un discorso molto vasto su quali siano i presupposti della morte. Per me non è poi così facile morire prematuramente. Invece, poni uno che non fuma e poi ha il cancro ai polmoni... mica ha fatto nulla per provocarlo, eppure lo ha.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
Sole non è connesso  
Vecchio 04-07-2011, 17.29.26   #24
Enoch
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Finchè c'è speranza c'è vita.
E se uno usando il suo libero arbitrio dovesse decidere che non c'è più speranza?
Enoch non è connesso  
Vecchio 04-07-2011, 18.00.31   #25
Astral
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Bisognerebbe ricorrere alla psicologia che spiega quali sono comportamenti suicidi consapevoli ed inconsapevoli.
Andare a 200 km non è suicidio ma è inconsapevolezza, stoltezza, cercare di morire in altri modi più subdoli lo è.

Non sono daccordo che il suicidio sia sempre da condannare, ma nella maggior parte dei casi, se è dovuto alla spinta verso la morte, occorre invertire rotta.
Astral non è connesso  
 


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